martedì 25 settembre 2012

Consiglio Comunale più rilassato e ricco di argomenti, dopo la pausa estiva

Evidentemente come la notte, anche le ferie portano... consiglio!!

Essendo del ’42, non posso ricordare gli avvenimenti bellici, ma ho scolpiti nella memoria, invece, quelli relativi alla mia adolescenza a proposito dei comportamenti che la gente teneva nel periodo post guerra. Eravamo “tutti” con le pezze ai pantaloni, e “quasi” tutti si adattavano a mangiare pane e cipolla. Purtroppo quel “quasi” ci è sempre stato e continua ad esserci. Non ci si vergognava però di queste condizioni, perchè erano una costrizione che coinvolgeva la maggioranza dei cittadini.

Ma di quel periodo, quello che ricordo con rimpianto era la collaborazione e l’aiuto reciproco che c’era – o se non c’era si instaurava – oltre che con i propri famigliari, anche tra sconosciuti che magari si incontravano per la prima volta. Insomma tra poveretti ci si aiutava! Non come oggi che spesso si fa la guerra proprio tra noi.
Ho fatto questo cappello, perchè, nel Consiglio Comunale del 19 settembre, mi è sembrato che le parole di Monti di alcuni giorni fa “è come se fossimo in guerra”, siano state prese “quasi”alla lettera dai componenti, abbronzatissimi, di questo Consiglio.
Un Consiglio in due tempi di quasi tre ore ciascuno, dove alla fine, almeno a mio parere, posso dire che tra maggioranza ed opposizione, per almeno una volta, tutto si è concluso con gli ultimi recenti risultati calcistici nazionali di coppa: 0-0.
Del resto, con tutta onestà, mettendomi nei panni dei presenti, non sarei stato capace di prendere una posizione.
Ramazzotti, ad esempio, suggeriva di ridurre l’illuminazione, allegerendo così la bolletta Enel… dall’altra parte, parlando di sicurezza, Paradisi faceva presente come Senigallia non sia più l’oasi di cui si parlava tempo fa. A chi dare ragione senza scontentare nessuno?
Paradisi parlava delle troppe multe, ma è anche vero che ci lamentiamo quando non vengono fatti controlli sulle strade. E’ vero che si parla male dei provvedimenti statali, si guarda con occhio critico i provvedimenti di Monti, si prevede perfino la possibilità di ulteriori aggravi in fatto di tagli, ma poi la maggioranza in aula è la stessa che lo sostiene in Parlamento.
Allora subiamo in silenzio il rigore o ci “ribelliamo” democraticamente? Situazioni che comunque sono servite, come dicevo nel preambolo iniziale, ad avvicinare nella disgrazia le varie forze politiche dirimpettaie di scranni.
Si, qualche lieve insoddisfazione c’è stata, ma comunque digerita con una leggera storta di bocca e turandosi il naso.
Devo dire che ero partito prevenuto, quando ho ascoltato il Presidente Monachesi informare che invece della solita ora riservata alle interpellanze ed interrogazioni, per questa volta si sarebbero concessi solo 30 minuti.
Diciamo invece che si è trattato di una fortuna, perchè ascoltare degli assist, dal di fuori, tra colleghi di maggioranza, fa pensare che essi siano programmati ad hoc. Sicuramente è solo una mia sensazione e per di più errata, ma è quello che uno prova con disturbo.
Romano che interpella il Sindaco sull’andamento dei lavori del Centro Trasfusionale, con il ritorno della palla che finisce in rete, con l’affermazione che tra qualche settimana saranno terminati dopo un’attesa che si è protratta da 20 anni… Quasi uno spot pubblicitario!
Girolametti che chiede a Ceresoni se nei lavori della variante dell’Arceviese in località Brugnetto, sono stati coinvolti anche il Comune di Ripe e l’Amministrazione Provinciale. Quasi un invito a fargli ricordare, come già reso pubblico, che venerdì 21 alle 21 ci sarà un incontro con gli abitanti per illustrare il nuovo tracciato ed ascoltare pareri. Ma non solo, per informare che anche il 5 ottobre ci sarà un altro incontro informativo proprio presso l’Aula Consiliare. Altro Spot!
Rebecchini chiede al Sindaco che cosa ne pensi del lavoro nero nel comparto turistico, anticipando quello di cui grosso modo si parlerà poi.
Due “masochisti”, Ramazzotti e Sardella, che rivolti rispettivamente a Schiavoni e Memè. La prima chiede se si possono migliorare e mettere in sicurezza i percorsi per recarsi a scuola, il secondo mette in evidenza la qualità ed il degrado di certi quartieri cittadini (Porto, Marina Vecchia), con evidenti stati di cattiva pulizia delle strade, dei marciapiedi. Oramai la risposta è cantata, ecco il perchè del termine “masochisti”, sulle note del solito titornello che si conosce: “non ci sono fondi… le forze di lavoro sono ridotte (Brunetta)… il patto di stabilità ci blocca… i cittadini devono avere più senso civico…“.
Dopo la veloce comunicazione del Sindaco della nomina di Consigliere delegato ai “Gemellaggi” della Ramazzotti (ma se non ci sono i fondi… a fare che??) e di Quagliarini a quello di delegato al “Turismo”, quella, e questa è si doverosa ed importante, del riconoscimento alla Civica Benemerenza di Giovanni Gamberini che nel febbraio di quest’anno salvò la vita, incurante della sua, gettandosi nelle fredde acque del porto, per salvare un concittadino che caduto in acqua per un malore stava affogando.
Poi il piatto forte della serata con l’illustrazione della variazione di bilancio presentata dalla Paci.
Intervento pacato, preciso, anche senza elencare troppi numeri. Insomma più concetti e meno cifre.
Afferma subito che anche il 2013 sarà un anno di ristrettezze. Che nel redigere il bilancio di previsione 2013, malgrado la prudenza, la cautela, l’oculatezza e seppur rispettando il Patto di Stabilità (anche per evitare le eventuali sanzioni), non sarà sufficiente, anche perchè non si può escludere che il Governo non porti altri tagli. Quindi il cittadino avrà sicuramente altre risposte incomplete, insoddisfacenti e preannuncia (senza lacrime forneriane, ma con la giusta decisione evitandoci inutili illusioni) che si faranno tagli alle richieste di molti uffici, alle manutenzioni varie (stradali, verde), premi di franchigia, di assicurazioni, professionisti, ditte esterne, luminarie natalizie e di fine d’anno, per solennità civili, culturali e sportive, contributi per le associazioni. Insomma la situazione, detta con un eufemismo, è assai critica.
Avvisati per tempo coloro che inizieranno a piangere, sotto Natale, che la città è buia, seria, monotona e tetra. Chi non la vuole così, mani al portafogli personale!!
Ramazzotti, Cameruccio e Paradisi sono quelli che entrano nel concreto dell’esame dei numeri. Cicconi Massi, Rebecchini, Magi Galluzzi, si occupano della filosofia politica entrando nell’aspetto più teorico della cosa.
Ironico, simpatico, piacevole da ascoltare, Paradisi, anche se questa volta, considerando la serietà dell’argomento, forse lo è stato un troppo. Vero è che ha fatto le pulci alle varie voci, con riferimento alle retribuzioni dei dirigenti, alle sanzioni stradali aumentate di oltre 10 mila €, e le pulizie di ditte private anche nei Centri Sociali.
Sereno e condivisibile, a mio parere, l’intervento politico di Cicconi Massi, che ha puntato il suo intervento, suggerendo un’ottimizzazione massima delle poche risorse che abbiamo. Porta l’esempio del personale comunale che se ieri era composto da 400 persone ed oggi ne conta solo 200, dobbiamo ragionare con questo numero senza pensare a ieri, anzi guardando a domani che potrebbe essere di un numero ancor più ridotto di qualche unità. Quindi la parola d’ordine deve essere Riorganizzazione. Poi l’altra parola è “Fare Sistema”, coinvolgendo altri comuni, perchè è con l’unione che si fa la forza. Come pure ha ritenuto saggio, fin ad oggi, la decisione di non prendere in mano la “Leva Fiscale”.
La seconda parte del Consiglio, giovedì sera, 20 settembre, comincia alle ore 20.
Si comincia subito, illustrato brevemente, quasi telegraficamente, dal Presidente Monachesi (se facessero tutti così, le sedute terminerebbero molto prima!!), perchè come ha avuto modo di dire, già ampiamente pubblicizzato dalla stampa, l’OdG che vedeva l’“istituzione del registro comunale delle unioni civili”. Diversi gli emendamenti presentati, ma alla fine dopo un’ora e mezza di dibattito, il documento emendato è stato votato ed approvato.
Un’ora e mezza, lo stesso tempo impiegato per dibattere una variazione di bilancio, che tocca tutti, contro la stessa ora e mezza utilizzata per approvare un documento, già in vigore in comuni ben più importanti di quello di Senigallia e che seppur con questa approvazione ha fatto un ulteriore passo avanti, seppur ha tagliato un traguardo importante, seppure ha compiuto un atto di civiltà nei confronti di queste coppie di fatto, seppur tutto questo è condiviso da chi scrive, mi sembra che gli sia stato dedicato troppo tempo, considerando anche l’esiguo numero di persone che beneficeranno di questo atto.
Gli altri tre argomenti in agenda che prevedevano il “contrasto all’evasione ed elusione contributiva” (presentato da Giacchella e Mangialardi), il declassamento dell’Aeroporto di Ancona-Falconara (Romano) ed infine Senigallia come “città del plein air” illustrato da Paradisi, sono scivolati via senza intoppi.
Solo qualche “mal di pancia”, quando a proposito di contrasto all’evasione ed elusione contributiva è stato presentato un emendamento (da parte del Gruppo Misto, Lega Nord e Coordinamento Civico) per un maggior controllo nei confronti dei venditori ambulanti e su quelli che stazionano nei parcheggi cittadini. Quello invece presentato da Paradisi sulla creazione di un’area di sosta per camper, dopo una breve discussione, come oramai si usa fare in Italia quando non si sa che pesci prendere, per guadagnare tempo, pacificamente, tutti concordi, è stato mandato in Commissione, per la giusta, ponderata, necessaria… valutazione.
Ora considerando, il grido di dolore, lo scenario catastrofico, ma anche veritiero, mi chiedo: si faranno ancora i Consigli Comunali? E se si, di che cosa si parlerà non essendoci più soldi? Quali gli Uffici Comunali che resteranno aperti? Forse quello Demografico per nascite e morti, della Polizia Municipale e poi…?


Franco Giannini
Già pubblicato Sabato 22 settembre, 2012 su Senigallia Notizie.it

Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie :
Dario Romano
2012-09-22 16:49:11
Caro Franco, se non fosse per il fatto che conosco la tua persona, la tua preparazione e la tua cultura direi che hai svolto un resoconto del consiglio "quasi" parziale. Parlo della mia interpellanza, ad esempio, perchè del resto ne parleranno i singoli consiglieri: sono andato, mercoledì 19 settembre, alle ore 6.30, al Centro Trasfusionale. Non ho avvisato nessuno, nè annunciato in pompa magna il mio arrivo. Ho controllato una criticità che esisteva già da parecchio tempo, e siccome i lavori dovevano finire circa 2 mesi fa ho deciso di sollecitare l'Amministrazione ad un maggiore controllo sul termine dei lavori stessi. Purtroppo non è uno spot pubblicitario, perchè a differenza di chi ha come obiettivo quello di raccontare una verità parziale e fuorviante, io come unico scopo ho quello di rappresentare i cittadini al meglio. E su una questione come quella del Centro Trasfusionale il termine appropriato non è spot, ma fiction, vista la tempistica dei lavori. Con immutata stima Dario Romano
Franco Giannini
2012-09-22 18:11:08
Caro Dario, ti ringrazio per ricoscermi meriti che ti giuro, non ho mai avuto e che oramai mai avrò. Credo nella tua sincerità e nella veridicità della quantità di lavoro da te svolto, ma devi anche credere in quella mia, anche perchè, credo con onestà, affermo :" Sicuramente è solo una mia sensazione e per di più errata, ma è quello che uno prova con disturbo". Mia la sensazione, quindi, e ciò non significa che quello che io dico sia insindacabile. Ma mi sia permesso almeno di esporre una mio parere. Sicuramente, Se tu fossi stato nei banchi dell'opposizione, forse avrei apprezzato di più il tuo intervento per un sollecito di quest lavori. Non certo per una motivazione politica,Ma semplicemente perchè ritengo compito di un consigliere appartenente alla maggioranza chiedere in aula a che punto sono determinati lavori, perchè non si sono fatti, ecc. A te sarebbe stata sufficiente una telefonata! Per poi sentir affermare le stesse cose da te rilevate, gli stessi tempi e quel che segue. Quando ci incontreremo di persona, avrò modo di spiegarmi, senza la pretesa di convincerti e convincervi, in modo di evitare di sollevare improduttive polemiche. Grazie comunque, per l'attenzione.


sabato 15 settembre 2012

Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta n°19: Margherita Angeletti

...quale medicina migliore per l'animo altrui, che il saper ascoltare in silenzio e successivamente regalare una parola di conforto ?

Nel DNA delle piccole-grandi donne c’è qualche fattore genetico che evidentemente le lega e le porta a librarsi un palmo sopra a tutti gli altri. Madre Teresa di Calcutta, Rita Levi-Montalcini, Aung San Suu Kyi, Marie Curie, Grazia Deledda, e per giungere ad una nostra corregionale Maria Montessori, scriccioli di donne, tutte cuore e cervello.

Se mi permettessi di paragonare la nostra dr.ssa a queste donne, certamente non le farei un favore, al massimo un sopito augurio. Però, il suo modo di porsi, il suo pensiero, la passione che mette in quello che fa, la disponibilità, il senso di votarsi al prossimo, mi hanno portato a relazionarla con i personaggi su elencati, seppur con un obiettivo distacco.

So anche che alla dr.ssa Margherita non piacciono i “riflettori” a cui ha fatto fare cortocircuito. Ma io mi sono permesso l’ardire di rimetterli in funzione per sole 24 ore. Giusto il tempo di una veloce pubblicazione di questo scritto.
Ho promesso e mi sono ripromesso di non parlare con lei, neppure di politica, cittadina, regionale o nazionale. Quello che più interessa ad entrambi, in questo colloquio, sono gli esseri umani. Quelli con meno vantaggi, economicamente, ben s’intenda!
Un consiglio. Si guardi bene che il pezzo che ho scritto è lungo. Non è un articolo, non è un reportage, non è uno scoop, è semplicemente un racconto che però alla fine può regalare fiducia, non per come è scritto, ma per i contenuti in esso raccolti e raccontati.
Quella fiducia che a volte si perde per carenza di conoscenza, quasi con il timore ancestrale per tutto ciò che si ignora. Una lettura che consiglio da farsi, quindi, armati di pazienza, o altrimenti, sarebbe più opportuno sospendere qui, fin d’ora.
Era da tempo che facevo la “corte” a Margherita (mi ha concesso, anzi preteso, onore tutto mio, di darle del “tu”) e metabolizzavo l’idea di strapparle un’intervista. L’interesse era maturato da tempo “origliando” tra i suoi scritti e le sue foto rubati nelle sue pagine di Facebook nonché ascoltando i suoi interventi di carattere sociale sollevati in Consiglio nel suo ruolo anche di Consigliere Comunale.
Da questo avevo compreso che mi trovavo di fronte ad una specie di dottor Jekyll e mister Hyde, per via, ben s’intenda, delle sue due personalità: la dr.ssa Angeletti e la dr.ssa Margherita.
La prima dispensatrice di diagnosi e farmaci, come del resto è ovvio fra chi normalmente pratica questa professione.
La seconda, la dr.ssa Margherita, una specie di confessore, che invece silenziosamente ascolta, si immedesima, poi quasi in “punta dei piedi”, non stacca il foglietto del ricettario, ma con un sorriso, dispensa il consiglio sul da farsi. Accade anche che si carichi a volte, sulle sue esili spalle, problemi ancor più grandi di lei, portandoseli a casa per cercare, in tranquillità, di risolverli. Quali un posto di lavoro da trovare, una cura particolare da concordare con uno specialista magari suo amico, a cui inviare una lettera di presentazione e raccomandazione, una questione di usanze tra due etnie diverse che si sono incontrate e scontrate, da risolvere, magari, proprio tra le sue mura domestiche, come del resto già avvenuto.
Solo con me si è “scontrata” appena l’ho contattata telefonicamente dopo averle inviato un breve messaggio personale: “Ok… diamoci allora del “Tu”, però se vuoi rimanere mio amico non devi più usare nei confronti dei miei amici il termine ‘Diseredati’…“. Che poi, francamente, non era neppure un mio termine, ma un riportare il modo di dire usato da altri e dal sottoscritto preso solamente in prestito.
Ma non sono stato il solo, come poi nel corso del nostro colloquio ho avuto modo di appurare. Anche con alcuni suoi pazienti, da lei definiti “indigeni” locali perché brontolavano in quanto nell’ambulatorio c’erano troppi visi stranieri: “In certe occasioni bisogna farsi sentire, alzandolo, il tono di voce…” mi dice sorridendo.
Mentre si parla del più e del meno, mi chiede scusa per un attimo di interruzione di cui ha bisogno, in quanto deve inviare un sms: “altrimenti – mi dice – mi dimentico“. Quando ha fatto, mi guarda e con un viso soddisfatto e felice mi dice: “Sai a chi ho mandato l’sms? Ad un mio rifugiato che è andato a Verona per incontrare una persona e che questa mattina, come usa fare del resto anche spesso, mi ha inviato un suo messaggino con l’augurio di buona giornata… ma sono in tanti a farmi di queste piccole gradite attenzioni… sono veramente tutti gentili e carini“.
E mentre pian piano si spoglia dell’impaccio iniziale della conversazione viene raccontandomi di alcuni episodi di vita amicale tra lei ed i suoi migranti. Ed allora mi racconta, con viso disteso quasi che rivivesse i momenti, di alcuni flash delle sue giornate: “… quando sono a cena dagli amici tunisini e mangiamo tutti insieme, come vuole la tradizione, il “cuscus” nello stesso piatto, come quando la “vu cumprà?” senegalese Amina, viene nel mio studio portandomi in dono i suoi vestiti più belli, come quando Gharbi e Zaineb, una coppia di tunisini, vengono a casa mia, portandomi in dono il pane fatto da loro in casa, come quando l’amica turca, seguendo un suo rito, mi prepara il caffè e poi mi legge i fondi – poi scoppiando a ridere mi racconta come – alla festa locale del PD, sono rimasta con l’auto “chiusa” da alcune moto nel parcheggio che mi impedivano di uscire. Alcuni posteggiatori, tutti ragazzi di colore, avendomi riconosciuta, hanno spostato sollevando di peso la moto per farmi uscire. Vedi Franco, questa è la mia vita ed è proprio il genere di vita che sognavo da bambina“.
Si guardi bene che questa che parla non è la dr.ssa Angeletti, ma la dr.ssa Margherita… o forse solo Margherita, figlia di un ferroviere con l’hobby della pesca!
D – «Dunque Margherita, per metterti a tuo agio e tranquillizzarti, intanto ti dico che il nostro sarà un semplice colloquio, non un’intervista. Quelle le lasciamo fare ai giornalisti professionisti. Mi devi vedere, quindi, solo come un amico a cui racconti le tue esperienze lavorative e quello che esse ti hanno regalato, i tuoi viaggi, la tua vita, quello che credi comunque utile a fare sia la tua conoscenza che quella dei tuoi migranti».
R – «Mi chiedi di parlarti di me. Lo sai che mi sento un po’ in imbarazzo a parlarti della mia sfera privata o della mia sfera pubblica, della mia vita di medico o della mia vita di consigliere comunale? Per ovvi motivi la mia sfera privata è top secret, gli avvenimenti del consiglio comunale sono quotidianamente pubblicati da tutta la stampa locale. Resta la mia vita di medico, anche se il medico, il consigliere comunale e la Margherita nel suo tempo libero sono un’unica persona.
Esercito la professione di medico da quasi trent’anni e sono innamorata di questo lavoro. Mi ritengo fortunata perché io sin da bambina volevo fare il medico e dirò di più, volevo fare proprio il medico di famiglia. Tutto, vedi, si èsvolto come da copione. Poi il destino, diciamo così, mi ha portato ad avere tra i miei pazienti numerosi migranti di varie etnie: africani, asiatici, americani ed est europei».
D – «Allora diciamo: un’unica persona ma con varie sfaccettature. Ecco che comunque già sei entrata nell’argomento a cui più tenevo. Migranti, migrazioni, esperienze loro e tue. Nel corso di quest’ultimo ventennio (meglio datarlo per non incorrere in errori, diciamo allora 1990-2010) hai notato qualche cambiamento evolutivo, relativamente al loro flusso?»
R – «Negli anni ’90 la percentuale a Senigallia era molto più bassa. I miei primi pazienti stranieri erano tunisini e marocchini. Ricordo che tra di loro c’era anche una famiglia di integralisti islamici fuggiti per motivi politici dalla Tunisia. Io sono molto curiosa, mi piace conoscere persone con abitudini di vita differenti dalle mie e così cerco di capire ascoltando e non giudicando. Poi, nel tempo, sono arrivati i senegalesi, i pakistani, i bengalesi, i peruviani, i colombiani, i boliviani ed anche qualche paziente dalla Repubblica Dominicana. Ma poi ancora le badanti polacche, rumene, ucraine e albanesi. Nel 2007, per puro caso, in seguito alla rinuncia di un collega, sono stati affidati alle mie cure dei profughi afgani e nigeriani ospitati da una struttura alberghiera di Marzocca, in attesa di asilo politico. Più tardi ancora sono arrivati dei somali e da più di un anno il Comune e l’Asur mi hanno affidato l’incarico di curare una cinquantina di profughi approdati a Lampedusa dalla Libia, provenienti da varie nazionalità dell’Africa e dell’Asia».
D – «Immagino che questo comporti non solo il “dica 33″, “tossisca”, “un’aspirina e passa tutto”».
R – «Quotidianamente sono a contatto non solo con le loro patologie ma anche con i loro stati d’animo. Non è facile trovarsi all’improvviso in un paese con clima, alimentazione, impostazioni di vita completamente diverse. Sono dei ragazzi, alcuni di loro da poco maggiorenni, che lavoravano in Libia, fuggiti dalla guerra, con la morte negli occhi. Alcuni di loro mi hanno solo accennato, perché ancora non riescono a raccontare, cose viste e subite. Passano le loro giornate andando a scuola. C’è chi va a scuola di italiano, chi va a scuola serale, molti hanno brillantemente superato l’esame di terza media italiana ed aspettano una risposta positiva dalla Commissione di Caserta che esamina la possibilità di un asilo politico. Tutti aspettando un lavoro, che, ahimè!!, per tutti è sempre più difficile da trovare».
D – «Permettimi una curiosità. Per una visita medica, sei tu ad andare da loro o viceversa ?»
R – «Dipende dalla gravità del caso, ma comunque vengono spesso nel mio ambulatorio. Vero è che i pazienti italiani, seppure dopo alcune difficoltà, hanno iniziato ad accettarli. Del resto sono molto educati ed hanno un grande rispetto nei confronti degli anziani».
D – «Altra curiosità di carattere medico: quali sono le maggiori e più frequenti patologie che incontri? Faccio la domanda non per una curiosità, come dire, morbosa, ma proprio per dare un taglio all’ignoranza delle voci che circolano e che si dicono timorose che i migranti “portino” malattie infettive!»
R – «Dici bene… ignoranza e non aggiungo altro! I malanni più frequenti di cui si lamentano, sono dolori diffusi alle articolazioni, alle ossa ed ai muscoli dovuti al clima umido a cui spesso non sono abituati. Spesso presentano coliti e gastriti, mal di testa, insonnia, ansia e depressione. Malattie legate allo stato di preoccupazione permanente in cui vivono».
D – «Ed immagino che è qui che la dr.ssa Angeletti si toglie il camice bianco ed indossa i panni della dr.ssa Margherita, quando non addirittura, magari con le donne, si spoglia anche di quel “dr.ssa” per offrire solo l’amicizia di Margherita. Giusto?»
R – «Non è così facile, ma dico che si, a volte a loro basta un sorriso. La terapia migliore è ascoltare senza chiedere, sono dei ragazzi e ragazze lontani dai loro affetti e dal loro ambiente. Mi hanno insegnato e mi insegnano tante cose. Mi allargano la mente; con loro sto conoscendo un po’ l’Africa e le sue diverse etnie.
Viviamo tutti un periodo non facile, la disoccupazione sta toccando livelli record. E se per noi è difficile, dobbiamo pensare che per questi ragazzi lo è ancor maggiormente. Il perché dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti …dico dovrebbe! Spero che tutti non lo affermino solamente con un cenno del capo, ma lo comprendano con il cuore. Essere qui soli, catapultati in una realtà diversa ed in un ambiente spesso ostile. Siamo portati a giudicare male e a temere ciò che non conosciamo, siamo spesso troppo ancorati alle nostre tradizioni, alle nostre abitudini. E’ un peccato perché in questa maniera ci precludiamo aperture a nuovi orizzonti e a nuove conoscenze. Mi parlavi dei miei rapporti con le donne! Ehh si!! Un traguardo raggiunto grazie alla mia professione. Un gran bel rapporto, quello che ho instaurato con le donne migranti».
D – «Raccontaci per cortesia, perché sono anche queste curiosità che aiutano a conoscere e a far crescere anche noi al di fuori di queste realtà, le differenze tra un’etnia e l’altra, sempre che ne esistano».
R – «Solo semplici esempi. Le pakistane e le bengalesi avvolte nei loro manti colorati, di solito, hanno più difficoltà nell’apprendere la lingua italiana. Sembrano meno integrate rispetto alle donne africane. Molte di loro non riescono ad avere figli e ciò costituisce un grave problema, anche sottoponendosi a cure ormonali e a fecondazione assistita. Mi piace paragonare ciò alla scarsa fertilità di tutti gli animali in cattività. In un paese così diverso dal loro, senza affetti familiari, senza amiche, passano le loro giornate spesso sole in casa, nell’attesa del ritorno dal lavoro del marito. Le donne Sudamericane sono simili a noi in tutto, sanno però essere più allegre e spensierate».
D – «E da qui a divenire amica, almeno per te, per il tuo modo di pensare e di avvicinare queste famiglie, il passo immagino sia stato breve. Oppure mi sbaglio, perché hai dovuto guadagnarti la loro fiducia?»
R – «Di alcuni migranti, tunisini e marocchini che ho conosciuto negli anni ’90, si, sono diventata amica pian piano, ma neanche dopo tanto tempo, infatti due anni fa ho avuto anche l’onore di essere ospite di una famiglia di Casablanca in Marocco. Ho vissuto qui con loro per una settimana durante il periodo del Ramadan cercando di seguire il loro ritmo di vita.
Che dirti di più se non che ho imparato tanto, mi hanno dato tanto. E voglio proprio concludere questa mia intervista con una frase che ho appreso in questa circostanza in questa casa Marocchina e che dice tutto: ‘Con La prima tazza di te che bevi in questa casa sei il benvenuto, con la seconda tazza sei un amico, con la terza tazza sei considerato uno di famiglia’».
Io vorrei ancora continuare, ma comprendo che altri impegni incombono e devo terminare anch’io. Lo faccio però, scusandomi perché avevo cominciato con il formulare una promessa che poi ho finito con il non mantenere. E solo alla fine me ne sono reso conto. Avevo promesso infatti che non avrei parlato di politica, ed invece… Non considerando che se non è politica questa, la politica allora non esiste!
A questo punto spero solo di aver suscitato almeno un minimo di interesse e qualora non fossi neppure riuscito in questo intento, la colpa è da imputare tutta al sottoscritto che, malgrado la buona volontà, non è riuscito, purtroppo a smuovere le coscienze di cuori evidentemente granitici.

Franco Giannini
Già pubblicato Venerdì 14 settembre, 2012 alle 2:06 su Senigallia Notizie.it
Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :
 
Valeria Valenti
2012-09-14 09:25:53
Conosco Margherita professionalmente parlando: è stata una cliente del mio studio artistico. Quanto fosse speciale l'avevo intuito. Ora ne sono certa. E anche orgogliosa. E anche felice che un pezzo di me sia tutti i giorni sotto i suoi magici occhi. Viva Margherita sempre. Grazie
Un lago di Lacrime
2012-09-14 12:16:43
La consiglera Angeletti nel 2010 ha dichiarato 82.423 euro. Alla faccia !!!! Ha trasformato il solito buonismo catto-comunista in un (...omissis...). La vorrei vedere in mezzo ai lebbrosi di Calcutta senza prendere un soldo invece di farsi stipendiare dai contribuenti italiani. Vai (...omissis...) con i guanti bianchi !!!!!!
Franco Giannini
2012-09-14 19:38:23
Non so quanto abbia dichiarato e quanto dichiarerà di reddito la Dr.ssa, non facendo parte, io, nè delle Fiamme Gialle e neppure del personale Equitalia. Non sono qui neppure a farle l'avvocato d'ufficio, perchè non ne ha necessità, sapendosi difendere da sola e poi non sarei neppure in grado di farlo. Comunque da quello che denota il suo livore, mi fa pensare che può essere dettato o da suoi problemi personali o causato da sua immensa invidia (logicamente per il vil denaro, del sociale non gliene frega nulla!!). Ma lascio sempre la libertà di espressione e di contestazione a chi legge quello che scrivo, considerando che siamo un paese libero e democratico. Quello che invece contesto, egr. Lago di Lacrime, sono i suoi insulti gratuiti e come dire il suo modo di trincerarsi un pò codardamente dietro un anonimato. Potrei risponderle o rispondergli, con un egual linguaggio (proveniendo orgogliosamente da quell'estrazione popolana maestra di vita in certi frangenti!), ma non sarebbe giusto per me, perchè dovrei rinchiudermi in un ascensore e scendere ai suoi stessi livelli. Comunque un consiglio. Prima di sparare inesatezze circa il mandare o andare a "Calcutta" a spese, come dice lei, della collettività, si informi meglio sui comportamenti verso il sociale usati dalla Dr.ssa, perchè a quello che mi risulta non è così come lei le descrive! E qui chiudo!!
Paul Manoni
2012-09-14 22:42:10
Con tutto che poi, alla fine, quanto dichiari di reddito la Dr.ssa Angeletti, a me francamente non può fregare di meno, se poi svolge il servizio che svolge per la collettività, e su quei soldi ci paga le tasse. Margherita è una brava persona. Onesta. Altruista, e smaccatamente interessata ai diritti delle persone. Persone come lei, ce ne vorrebbero a tonnellate in questo paese.

martedì 11 settembre 2012

La scuola di Taekwondo lunedì 17 settembre riapre i battenti

ma già gli staccanovisti di quest'arte venerdì 7 c.m. già si scrollavano la "ruggine" al Parco della Pace.

In verità, però, il gruppo senigagliese non si è mai perduto di vista. L'allenatore Christian Magnoni, li ha infatti tenuti sempre leggermente "sotto pressione", unendo l'utile al dilettevole.
 Dapprima organizzando un raduno estivo di qualche giorno, in spiaggia, alternando allenamenti a giochi, bagni e condivione di spazi sia per dormire che per conviviare.
 Anzi, Christian, vuole cogliere proprio questa occasione per ringraziare sia l' UISP che il CAMST - Tavola Amica, per la collaborazione prestata con gli ottimi servizi resi agli allievi ed ai loro istruttori ed in ultimo, ma non ultima, la rosticceria-pasta fresca "La Campagnola" che ha fornito dei deliziosi, indimenticabili pranzi.
Nelle giornate del campo estivo i ragazzi si sono concentrati sulla preparazione atletica sotto le direttive di Christian, mentre per lo sviluppo della coordinazione e dell'equilibrio il compito è stato affidato all'allenatrice Stefania Venturi, per l'affinamento delle tecniche di combattimento e di forme, invece, ci si è avvalsi dell'esperienza di un'altra istruttrice : l'ottima Francesca Pisani.
Ma a continuare a tenere ancor più unito il "Gruppo" ci hanno pensato le Olimpiadi. Infatti Christian si è prodigato instancabilmente, attraverso contatti telefonici, informando sugli orari degli incontri di taekwondo, in cui si vedevano impegnati gli atleti italiani, in TV. Conclusisi poi, come tutti sappiamo, con l'apoteosi finale dell'oro di Molfetta.
Gasati nel veder portare quei colpi olimpici, Venerdì 7 u.s., il primo rendevous, la prima "chiama" di Christian senza alcun impegno, sul prato del Parco della Pace. Ahi, ahi... però, qualcuno ricordava, altri un pò meno, le forme imparate in palestra e che a "loro tempo" erano servite a consegnare, a quasi tutti, quelle varie cinture di vari colori, cui andavano e vanno orgogliosi.Ed allora, per continuare ad essere orgogliosi sia per il lavoro fatto, che quello che si andrà a fare, sia per i colori che cingono la vita che per quelli che si vorranno raggiungere, da lunedì 17 Settembre alle ore 16, si ritorna al coperto della Palestra del sempre disponibile Liceo Classico Perticari, a cui vanno i ringraziamenti della Società, ubicato di fronte al Campo Sportivo. E come in tutte le scuole serie, si ritorna con il tacito impegno a fare tutto seriamente e più convinti che pria!!.Nuovi impegni, nuovi esami, che con il trascorrere del tempo ed il maturare delle esperienze diverranno sempre più impegnativi. E questo è un avviso anche per i genitori, che aiutino a farlo comprendere anche ai propri figli: del resto come avviene per una scalata in montagna: si parte da un dolce pendio, ma per arrivare in vetta si dovranno affrontare vere ascensioni e sempre più impervie. Basta però conoscere le difficoltà a cui si andrà incontro ed essere consapevoli di volerle affrontare, costi quel che costi.
Del resto a favorire queste ascensioni c'è la disponibilità, la compagnia di una "buona guida" che ha condotto i ragazzi in questo cammino. Guida che hanno fin qui avuta e continueranno ad averla nei panni del  cintura Nera 3° dan Christian Magnoni. 3° dan, quest'ultimo, conseguito in giugno (senza dire nulla a nessuno e che io, facendo uno "scoop" ho reso pubblico!!).L'iscrizione ai corsi è aperta a tutti, giovanissimi, giovani ed adulti, Meglio ancora se con l'abbinata figli-genitori! Lo si può fare andando direttamente in palestra o prendendo accordi con Christian Magnoni, telefondo al 3341900386.

Fin da ora, buon lavoro, buon divertimento ed un ... cinque!

Franco Giannini Franco Giannini


Tra poco conosceremo i pregi o i difetti della Complanare a Senigallia

Sei anni, o forse più, di dibattiti, studi, lotte che si sperano siano quantomeno servite a qualche cosa.

Eravamo nei primi mesi del 2007, se non vado errato, che in Commissione già parlavano di questa Complanare. A parlare erano i soliti nomi che ritroviamo ancor oggi, anche se qualcuno con incarichi diversi e più prestigiosi.

Sono trascorsi quindi quasi sei anni e di cose sotto i ponti ne son passate. Poi anche i ponti sono stati abbattuti, qualcuno da strenuo garibaldino ha preferito religiosamente prendere i “voti” e accettare certi compromessi, dopo averli valutati e ritenuti soddisfacenti. Altri, pochini in verità, hanno invece continuato e continuano a battersi in strascichi di una causa che credo (mio parere personale) oramai perduta.
Altri ancora, forse i più, sono stati colti da quel male che colpisce, oggi, la maggior parte dei cittadini: la rassegnazione. La vittoria di David su Golia resta solo una fiaba da leggere ai più piccoli che sono gli unici ancora a crederci, ma all’atto pratico, poi, le realtà dei nostri giorni ci insegnano che la verità è tutt’altra cosa.
Non ricordo esattamente la data d’inizio dei lavori, mentre mi sono rimaste invece impresse le varie lotte: le lenzuolate sui balconi delle case dei quartieri interessati, la nascita del Comitato Versus Complanare composto prevalentemente dagli abitanti dei quartieri di Borgo Coltellone e Ribeca (i più colpiti, anche economicamente, dai disagi che la Complanare avrebbe arrecato), le assemblee pubbliche, le “Biciclettate Ecologiche” lungo le strade cittadine, la raccolta di firme, le guerre ed anche le rinunce su quanto proposto in fase di espropri, fino a giungere alle quasi risse in Consiglio con foto in atteggiamenti poco educati dei componenti di qualcuno della Giunta, accompagnate da frasi liberatorie, ma poco eleganti, da curva da stadio, espresse fuori microfono, ma ugualmente giunte alle orecchie dei cittadini.
Ma si sa il tempo, porta consiglio, altre urgenze prendono posto sulle agende politiche, la rassegnazione, come dicevo, si impossessa dei più e ci si accorge anche che la lotta contro i mulini a vento è una battaglia persa in partenza.
Oggi, dopo la lunga pausa dovuta ai lavori, siamo quasi giunti al taglio del nastro del primo lotto, quello Nord. Immagino che questa festa dissotterrerà il giorno dopo l’”ascia di guerra”. Torneremo a leggere e continueremo a farlo per ancora un paio di giorni, allora, commenti, critiche, apprezzamenti per poi, magari, far tornare di nuovo tutto nell’oblio del silenzio.
Infatti se ci sono due cose semplici da fare per divertirsi, una è lo sparare sulla “Croce Rossa” e l’altro è costruire con un artificioso assemblaggio di parole piene di enfasi, la ingigantita bontà del lavoro appena inaugurato.
Trattandosi poi di una nuova arteria, colpirà maggiormente se si farà pressione, sia da una parte che dall’altra di sostenitori e denigratori, sulla qualità dell’aria, su quello acustico, sulla riduzione del traffico.
Ma chi potrà dire se era meglio ieri o lo è oggi con dati di fatto?? Solo i posteri e dopo un lungo rodaggio. E allora, che c’è di meglio che fornire i dati di ieri, utili a valutare quelli di domani??
L’apertura del tratto NORD prima era stata preventivata per Pasqua 2012, spostata a fine giugno, poi evidentemente c’è stato qualche intoppo che ne ha allungato ancora i tempi, ma oramai dovremmo essere prossimi all’inaugurazione.
Allora mi sono chiesto come si sarebbe potuto definire, quasi scientificamente e non con il solito mal di pancia di parte, se ‘sta “bretella” sarà servita a qualche cosa, quantomeno a compensare i sacrifici temporanei di tanti cittadini sia per i problemi abitativi, d’inquinamento, sia acustico che come qualità dell’aria, di quantità di polveri, di depauperamento delle sedi stradali, ecc.
Da tre mesi, allora, carta, penna e cronometro alla mano, mi sono armato di tempo e di pazienza e mi sono contato uno ad uno i mezzi che transitavano su via Cellini, che sarà poi la via (oggi arteria) che dovrebbe maggiormente beneficiare, di quella riduzione di traffico auspicata e che si dovrebbe ottenere con la trasfusione di questo sulla Complanare.
Numeri dunque i miei, non parole. E li comunico in anticipo. Carta canta, dopo sarebbe troppo facile. Anche i numeri, come del resto le parole, possono essere sempre rielaborati e rivisti come a qualcuno è più utile, ma io li denuncio prima, proprio per permettere a qualcuno di divertirsi andando a controllare “prima” e poter ribattere e correggere qualora i miei fossero “volutamente” errati.
La stessa cosa, sempre che qualcuno non mi chiami a miglior vita, mi riproporrò di fare, nelle vesti di postero, nello stesso periodo (dopo l’inaugurazione e una volta sfumata la sbornia della novità), prendendo in esame gli stessi giorni e le stesse ore, dopo l’apertura della Complanare.
Sarà solo così che potremo conoscere successo o insuccesso di questa nuova via di comunicazione comparando numeri e non parole.
Tre i mesi presi in esame: giugno-luglio-agosto, giorni feriali, compresi dalle ore 9 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30. Cioè nelle 6 ore della giornata, diciamo più normali, che non risentono dei flussi dovuti ai classici spostamenti per lavoro. La Complanare non dovrebbe servire solo ai pendolari un’ora il mattino ed un’ora la sera.
I veicoli presi in esame riguardano solo autovetture, motocarri, camion (ho tralasciato quelli che attraverso le scritte riportate sulle fiancate o la merce trasportata quale terra, bitume e rena, potevo valutare come mezzi utilizzati dalle Società appaltatrici dei lavori e che quindi avrebbero inficiato domani i dati raccolti).
La media dei mezzi transitati nelle sei ore sono stati di 19,53 al minuto pari a 1171 unità all’ora. L’ora di maggior intensità di traffico l’ho rilevata alle 10 con punte fino a 21,4 veicoli minuto. La “tranquillità” maggiore invece nelle ore pomeridiane dalle 15,30 alle 16,30 quando il traffico è sceso a 18,20 unità/minuto, per risalire verso le 17 a 21,6.
Nella giornata di venerdì 20 luglio si è avuta la maggior intensità di traffico in occasione (non so se per un puro caso, ma credo di no) dello sciopero dei Bus: 23,53 mezzi al minuto.
Logicamente al mattino dalle 7 alle 9 il traffico è notevolmente superiore, come è logicamente inferiore nelle ore serali che vanno dalle 19 in poi. Eccezion fatta nelle tarde serate dei giovedì, venerdì, sabato, quando questo si incrementa dalle 22,30 alle 24 sulla solo carreggiata mare e dalle 03 alle 04 sulla sola lato monte, per l’apertura e chiusura della discoteca ubicata al Cesano.
Lasciate invece fuori dal calcolo le biciclette, moto e motocicli, considerandole come un traffico cittadino che difficilmente prenderà la nuova arteria e che comunque anche lo facesse, non influenzerebbe la statistica in maniera importante.
Quindi la nuova valutazione, solo come dati, poi ognuno sopra ci costruirà i castelli che più potrà piacergli, a metà settembre del 2013… confidando sempre, che nel frattempo sia terminato il primo lotto!

Franco Giannini
Già pubblicato Sabato 8 settembre, 2012 alle 17:19 su Senigallia Notizie.it

Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :
Ci sono 13 commenti
Sergio Mallucci
2012-09-09 01:49:49
Devo farle davvero i miei complimenti per il paziente lavoro svolto che si rivelerà sicuramente utile. Pochi hanno chiara la situazione e cosa la complanare ha significato e significherà e tutti sono bravi a parlare e sparlare con paroloni privi di senso e fondatezza e questo lavoro permetterà di avere un riscontro, quasi scientifico, dell'effetiva efficacia, o non efficacia, della complanare. Un plauso alla pazienza e all'intelligenza dello studio. A settembre 2013, allora!
Rachele
2012-09-09 04:04:34
Il casus Complanare è stata una grave questione che ha danneggiato molte famiglie della zona, perchè quanto meno i costi dell'inquinamento ambientale e acustico saranno per lo più pagati dalle famiglie di Borgo Coltellone. Oltre che gli espropri. L'altro giorno ho visto il parchetto per bambini costruito a tempi di record a fianco di un sacco di macchine cje passano e che non produco fiori dal tubo dello scappamento. Mi domando se i nostri amministratori si aspettino che ci portino i bambini del Borgo. Che ci portassero i loro dopo che ci vivono. Mi domando poi se tutto quello snodo non poteva essere costruito più su, più in campagna. Ho finito le parole, è tutto molto triste.
Leonardo
2012-09-09 10:05:02
anche io plaudo al grande Franco Giannini, persona seria, che si documenta e non strilla commenti a priori. Grazie Franco e, abitando da quelle parti, aspetto con ansia i nuovi dati, anche se potrò farmi già un'idea personalmente appena l'apertura sarà operativa.
gio
2012-09-09 11:47:50
grazie franco per il lavoro e per l'articolo
Paul Manoni
2012-09-09 13:29:27
Porca l'oca che lavorone! Complimenti anche dal sottoscritto Franco! ;)
Adam
2012-09-09 13:33:31
Complimenti a Franco per il lavoro svolto, inoltre ha decantato la nuova strada come una delle migliore opere shackspiriane, scusate la domanda, oggi pomeriggio la posso provare con la macchina la tratta nord?
Gianluigi
2012-09-09 13:48:18
Franco Giannini dimostra ancora una volta, con i fatti, il senso civico e la concretezza din quanto poi scrive. Grazie. Complimenti.
minunno giovanni
2012-09-09 13:55:06
non so se la complanare finirà ma a mio avviso sara un altra incompiuta troppi ritardi e pochi soldi.....mario fiore saprà raccontare la solita bugia per non perdere la poltrona che ormai si è cucito.....mario fiore tu non rappresenti senigallia vattene
Bucaniere
2012-09-09 16:39:43
Dopo i meritati complimenti a Giannini per l'impegno, la fatica ed il senso civico ampiamente dimostrati da questo super-lavoro estivo, ora occorrerebbero dati più completi per una valutazione esaustiva sull'utilità della Complanare. Ai 3 mesi estivi occorrerà aggiungere i restanti 9, ed alle 6 ore della giornata le restanti 18, perchè la Complanare servirà a tutti, pendolari e non. Ed infine occorrerà aggiornare dati e valutazione al compimento di tutto l'organico tracciato previsto, quindi anche del lotto sud, per verificarne compiutamente l'uso e dunque l'utilità.
Bucaniere
2012-09-09 16:42:41
ps : naturalmente i dati li dovrebbe reperire il Comune !
Laura
2012-09-10 12:33:20
perchè dovrebbe reperirli il comune? l'amministrazione è già così spossata dai propri lavori che è sicuramente più opportuno che sia un residente della zona. inoltre trovo leggermente subdolo mettere già le mani avanti, tentativo astuto... mi spiego meglio: capisco essere a prescindere pro, però dire che il monitoraggio di 3 mesi per tot ore (che statisticamente fa media del periodo) non sia sufficiente, vale sia nel caso che il prox anno Franco dimostrerà che il traffico non è diminuito o anche nel caso contrario?
Alfio Romeo
2012-09-10 13:09:47
Esprimo innanzitutto l'apprezzamento per l'eccellente (!) lavoro e le idee che ne stanno alla base. Veniamo ora ai 'castelli', secondo il mio modesto parere (e sottolineo modesto) da senigalliese residente ma non 'praticante' (non sono amico nè conoscente di alcun 'padrone del vapore'; non sono al corrente dei perchè e percome siano state prese le decisioni, ecc. Doverosamente c'è da tener conto che i lavori non interessano il mio giardino...). Partiamo dal principio, il tratto nord della complanare: così com'è è un 'papocchio'; doveva iniziare prima, con un raccordo 'come si deve' dalla rotatoria del maestrale. Dover percorrere quelle 'carrarecce' della strada della Marina o via Mattei (brrr...) costituisce un valido deterrente alla percorrenza della complanare, la cui finalità principale dovrebbe essere quella di convogliare traffico al di fuori della Ss16 piuttosto che da Via Cellini. Vedremo 'empiricamente' dopo l'entrata in funzione quanto saranno lunghe le code ai semafori di Via Zanella (attualmente fino al piazzale Michelangelo) e del 'ponte rosso' (ben oltre l'imbocco del viale dei Gerani); code che si formano regolarmente in certi orari della giornata, a seconda se sia feriale o festiva. Cosa aspettarsi dalla prossima rilevazione, su via Cellini, semprechè la complanare sia in funzione: oggi transita un veicolo ogni 3 secondi, che non è poco. Mi sbilancio: per la prossima rilevazione di Settembre 2013, lei sig. Giannini vedrà passare più biciclette e motorini ed annoterà un moderato calo di traffico veicolare, (facciamo un -10%, da 20 veicoli al minuto attuali a 18). Un calo da attribuire all'utilizzo della complanare, ma solo in parte: l'altro fattore sarà il costo dei carburanti (stabilmente e definitivamente sopra i 2€/l) unito alla presa di coscienza generale (la gente ha solo iniziato a rendersene conto) che l'auto è diventata un bene di lusso.
N.H.ugo mascetti
2012-09-10 20:44:20
La rassegnazione sulla complanare è già qui, commenti zero, letture modeste; invece la certosina pazienza per l'applicazione di un metodo scientificamente corretto andrebbe amplificata su tutti i media-senigalliesi-regionali. Una domanda e una scommessa per il sig.Giannini: dom.) Chi è l'assessore che ha proclamato: la compl. ridurrà dell'80% il traffico sulla statale? scom. a favore di medici senza frontiere) La sfido mettere 10€ contro i miei 100€, che la complanare non sarà tutta finita (fino al Ciarnin) per Pasqua 2013!

martedì 4 settembre 2012

Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta n°18 : Brunella Romyo

un'artista, pittrice che preferisce meglio definirsi come "Autore".    Contiene GALLERIA FOTO

Sul frontespizio della sua brochure di presentazione, si legge “Liricità Bucolica nelle opere di Brunella Romyo …dal respiro profondo dell’anima“. Poi, alcuni versi sono piacevolmente preceduti dalla bella riproduzione fotografica di uno dei suoi lavori. Una visione dedicata quasi totalmente alla natura.

Infatti, la figura di una contadinella dei tempi passati, occupa solo uno spazio limitato, benché posto in un centro locato però verso la base. Un decentramento che credo non casuale, ma pensato, studiato, voluto. Subito sotto questo i versi “..Per risonanza…/eco../ quelle più sottili velate, inusitate corde hanno vibrato…
All’interno poi, quattro recensioni di esperti del ramo, che solo al leggerle bloccherebbero di già la tastiera di qualsiasi ritardatario con la speranza e l’ardire di poter e voler aggiungere quanto magari dimenticato, tralasciato e quindi non ancora detto da chi lo ha preceduto. Compito oramai arduo ed assai difficile!
Figuriamoci, quindi, come potrebbe pretenderlo di osare ciò il sottoscritto. Amante si, dell’arte, ma con questo né critico, né tantomeno esperto. I termini usati per descrivere questa artista ed i suoi lavori, sono del tipo “..ogni fiore è caleidoscopio di colori..“, “..rappresenta la sublimazione onirica..“, “..elegia del bello formale..“.
Nella sua retrospettiva che va dal 1965 al 2008 ho contatto ben oltre 50 tra personali e collettive. Dunque, io non posso e neppure voglio cimentarmi in un compito così impegnativo. Io tenterò, quindi, nel mio piccolo e per la 18° volta, con queste mie presentazioni di personaggi cittadini di far conoscere il volto ed il nome anche di questa signora che celebre di già lo è, ma che per la sua modestia e riservatezza, fin ad oggi è rimasta semisconosciuta alla maggior parte dei senigalliesi. Celebre lo è già, dicevo, ma sicuramente più fuori dei confini comunali. “Cittadina del Mondo” si definisce lei. I suoi quadri, all’infuori del continente africano, sono esposti un po’ ovunque nei continenti restanti. Gli ultimi venduti, pochissimi giorni fa, a conferma di quanto su esposto, hanno attraversato l’emisfero e sono sbarcati in Australia.

Guarda la GALLERIA FOTOGRAFICA dello studio d’arte di Brunella Romyo


Vediamo allora come presentarvi questa “Signora”, dalla S maiuscola.
                                                     
1 – La persona.
La Sig.ra Brunella Romyo, non è senigalliese, essendo nata a S. Pier D’Isonzo (Go), ma ama definirsi di origine Giuliana o meglio ancora, come hanno tenuto a precisare anche alcuni piloti delle Frecce Tricolori- recentemente nella nostra città – ma di stanza a Rivolto (Ud):”…lei signora è bisiàca!!” (NdR: il dialetto della lingua Giuliana parlata a Gorizia). “In effetti – mi racconta la sig.ra Brunella – sono nata nella Venezia Giulia, però da genitori francesi, mio papà era un bretone che tantissimo tempo addietro si era trasferito nel Veneto, poi per ragioni di lavoro a Monfalcone.
Ad appena 14 anni si trasferisce a Milano, dove le esigenze familiari e personali la portano a crescere e maturare più velocemente di quello che normalmente avviene a quell’età. A Milano lavora per vivere e nel contempo per sostenersi in quei studi artistici iniziati a Monfalcone e mai abbandonati e lo fa iscrivendosi all’Accademia più prestigiosa: quella di Brera. Si butta anima e corpo sugli studi dei classici, sullo studio dell’astrattismo e poi ancora su quello degli artisti francesi impressionisti dell’800.
Intanto, a Milano, incontra quello che diverrà, ed è ancora suo marito – cosa che per i tempi odierni è divenuta quasi una rarità tanto da fare notizia, quando si giunge a tagliare il traguardo di quasi 50 anni di matrimonio – e nel ’73, con i due figli che nel frattempo si sono aggiunti alla famiglia, si trasferisce nella terra di origine del consorte: le Marche.
Con la partenza da Milano è costretta a lasciare quanto nel frattempo era riuscita a costruire artisticamente parlando con altre sue colleghe, prima di studi e poi di lavoro, con le quali aveva impiantato e gestiva una galleria-atelier che dopo l’abituale noviziato, cominciava a dare i suoi frutti positivi.
L’arrivo, artisticamente parlando, a Senigallia non è dei più facili. Anzi, diciamolo francamente, gli ostacoli che incontra non sono di carattere interpersonale con le persone del posto, sono quelli del tipo che non si sarebbe immaginata di incontrare nell’intraprendere una nuova attività. Si sente sola tra la gente, tra difficoltà dovute anche a semplici e banali rifiuti. Istituzioni come assenti o quantomeno disinteressate. Comunque sia preferisce rinunciare ad incomprensibili, per lei, compromessi che avrebbero potuta aiutarla preferendo scegliere la strada più lunga del rimboccarsi le maniche, come del resto abituata, ricominciando dalla “gavetta” il suo percorso artistico, chiamiamolo Senigalliese, forte dell’esperienza milanese. Nel ’73 quindi collettiva e personale ad Ancona e negli anni a seguire ancora nelle nostre cittadine, evitando però di non perdere d’occhio anche quelle fuori regione. Fintanto che nel 1998 inaugura lo Studio-Atelier di Via Cavour,34 qui a Senigallia, dove crea, dipinge, mostra e vende i suoi lavori.
Ad accogliere i visitatori dell’Atelier, entrando sul lato sinistro, quasi a voler arricchire maggiormente i valori già contenuti all’interno, un albero protetto. Nato lì senza l’aiuto umano di alcuna piantumazione: L’Albero della Senape, coltivata in oriente ed originario del Giappone. Quasi che fosse un segno: La natura al servizio della natura esposta al suo interno nelle sue varie forme, ed è il caso di dirlo, delle sue sfumature. Visitandola si comprenderà ancor più.

Gli strumenti di lavoro di Brunella Romyo2 – La Tecnica.
Non solo quadri, da come si evince leggendo un’altra presentazione. Questa però montata su cavalletto: miniature, sassi, oggettistica, prodotti frutto sempre di una creatività, come la definisce l’Autore, “interiore”.
Non solo colori su tela, ma anche su lastre in ottone e rame. Non solo l’uso di pennelli, ma anche dell’Ago.
A questo punto, vista la mia ignoranza in materia, le chiedo in che cosa consista questa tecnica dell’uso dell’Ago: “Una tecnica molto semplice. – mi dice la sig.ra Brunella – Si utilizza l’ago come se fosse un pennello e così facendo non solo si va ad incidere la tela, inserendo il colore nella trama stessa, ma si ottengono tratti finissimi. Non ci sono pennelli talmente sottili in commercio che arrivino a fornire un tratto neppure simile a quello che può fornire l’Ago.
Osservando che le tele presenti nello Studio, non sono nelle misure standard, ma hanno dimensioni, fuori formato, anche un po’ strane, la mia curiosità mi porta a chiedere lumi anche su questo: “Anche qua la cosa è abbastanza semplice. Io tratto la tela al naturale. Non ci sono preparazioni di fondo, non ci sono cementiti, non ci sono collanti, non ci sono progetti preparatori se non l’immediatezza della mano che lavora leggendo il concepimento mentale.
La mia curiosità non è completamente soddisfatta per cui indago maggiormente e voglio sapere di più, dove si comperano, conoscere se si acquistano già a misura ecc.
La sig.ra Brunella con infinita pazienza riprende: “Io la tela me la faccio. Mi rifornisco da una ditta toscana da più di 30 anni. Prima ancora mi rifornivo da una ditta francese. Cerco di essere originale anche nella scelta delle dimensioni, per cui la tela la ordino in rotoli che poi taglio nella dimensione utile alla valenza del progetto mentale che andrò a realizzare. Nel momento esatto che progetto un quadro solo mentalmente e non come qualcuno pensa a livello di bozzetto. Infatti io non uso tratti a matita, perché sciogliendosi al contatto dell’olio questi andrebbero ad “inquinare” le tonalità degli altri colori.
E sull’uso dei colori, invece, che cosa mi può rivelare?
Già nei primi anni della scuola i nostri insegnanti che erano dei veri insegnanti, pretendevano da noi la conoscenza e la provenienza dei vari pigmenti. All’inizio anche io mi sono attenuta a questo percorso di preparazione a mano di questi colori, ma poi con la crescita della famiglia, per esigenze di tempo, mi sono “adattata” all’uso dei colori preparati. Ma di questa tipologia di colori ci sono tantissime gamme di produzione, alcuni mediocri, altri meno. Io per carattere sono una ricercatrice della perfezione e la mia scelta è caduta sempre su quello che personalmente ritenevo il meglio non usando mai, ad esempio, i colori acrilici (se non per cose banali rispetto ai quadri d’autore veri e propri) rispetto a quelli ad olio e di produzione (purtroppo) non italiana (più scadente). Gli acrilici sono prodotti attraverso una composizione mista di collanti e tempere che danno pochissime disponibilità per poterli amalgamare tra colore e colore ed una velocità di essicazione che non permette di ritoccare ne di lavorare con l’Ago. La disponibilità degli oli non a grana coprente, ma a grana trasparente mi da l’opportunità di mantenere anche nel lavoro stesso quella trasparenza diretta alle tele. Cosa che procura la visione, guardando ogni pezzo al rovescio (retrotela), di vedere perfettamente il soggetto. Infatti è la gradazione del colore che fa la differenza non la quantità di materia impiegata.
Dal mobiletto su cui prendo appunti, spuntano cassette e CD di registrazioni musicali. Quindi la conversazione cade sulla musica che, mi riferisce la Sig.ra Brunella, ascolta mentre dipinge. Ed allora mi strappa la domanda su quale tipo ed a che cosa le servano le note. Se per ristabilire un umore portandolo a quello giusto per il soggetto che sta dipingendo, o a priori, perché l’aiuti a trovare la giusta ispirazione.
Mi serve prima di tutto per togliere attorno a me la confusione del quotidiano. Quindi che cosa c’è di meglio che associare l’arte colorata con l’arte musicale. Quale fonte di ispirazione potrebbe essere migliore di un brano musicale che le coinvolge l’anima? La musica è sicuramente serena, la musica da sicuramente la possibilità di isolarsi, di avere, per l’appunto, la separazione dal quotidiano, per isolarmi nel momento esatto del contatto con l’arte intesa come concepimento del progetto. La musica deve essere un mix tra il profumo dei colori e la serenità, per cui sempre musica diffusa e non auricolari.

3 – Da Pittrice ad Autore.
Signora Brunella, lei mi ha più volte parlato del suo passaggio di pittrice a quello di “Autore”. Io ho fatto sempre finta di comprenderne la differenza, ma ora le confesso, alla fine di questa specie di Tac grossolana che le ho fatto, che invece non ho compreso, colpa mia, questi confini. Allora, per gentilezza, sono a chiederle nuovamente, ma che cosa vuol dire, che differenza c’è, come si giunge a questa mutazione?
Il Pittore è colui che “fotografa” e riproduce una visione, l’Autore no, è mirato all’immaginazione. E’ diverso! L’Autore non vede, chiudendo gli occhi ed elevando la propria interiorità vive la sua immagine. La vede ancor prima di incominciare materialmente. Appunto, la crea come se fosse un concepimento vero e proprio e lo vede già finito ancor prima di iniziarlo. La tira fuori al momento opportuno, ma sempre come l’ha archiviata in memoria. Ed ecco anche spiegato il perché questi quadri non hanno ripensamenti, ritocchi, ripassi sulle sfumature, ma sempre un solo un unico passaggio del colore sulla tela. E’ come fare un figlio, e l’unica differenza sta nella gestazione di nove mesi, – e sorridendo aggiunge - nel quadro si spera molto meno. E posso confermare ciò, avendo maturato entrambe le esperienze.
Come avviene la scelta, da parte dell’Autore, della tela anziché del vetro, o che so io del sasso, o della lastra di rame invece che quella di ottone?
Devo ascoltare ciò che mi viene commissionato, dalla pretesa di chi commissiona, a cui io poi faccio seguire la mia proposta e solo in quel caso suggerisco un elemento o un altro. Comunque il maggior numero di richieste vengono fatte su tela, anche se le cose più eccelse , viste le maggiori trasparenze, le si ottengono sulle lastre, per via anche dell’uso dell’ago. Trasparenze e velature addolcite ed ottenute solo da una mano molto leggera, molto elegante, non certo quindi maschile.
Come vede la sua arte domani?
Sarà sempre mirata al meglio, quello sicuramente! Comunque sarà sempre più elevata, perchè io per carattere sono una ricercatrice del bello, un’esteta del bello, che non si accontenta mai di quanto raggiunto e che ancora crede di non aver raggiunto il massimo delle sue possibilità. Soddisfatta, ad ogni modo di tutto quello fin ad oggi fatto, tanto da poter affermare che se potessi anche ritornare indietro farei lo stesso percorso fin qui fatto.
Il suo sogno nel cassetto, sempre artisticamente parlando?
Il mio sogno è quello quotidiano ed anche molto realizzabile, ed il cui concretizzarsi non dipende da me. Il mio desiderio più grande sarebbe che le Istituzioni del luogo, avessero occhi per vedere il bello. Del resto occorrerebbe solo un attimo d’attenzione da parte delle Istituzioni che qui, potrebbero trovare la valenza di una ricerca della qualità. Le porte del resto sono sempre aperte, spalancate per qualsiasi indirizzo sia. Io non ho limiti politici o quanto meno anche una personalità politica, qualsiasi essa sia, sarebbe la bene accetta. Sicuramente però, ho trovato invece e trovo l’assenza delle Autorità, trovo l’assenza delle Istituzioni, trovo l’assenza delle persone autorevoli in questo luogo, soprattutto trovo la noncuranza delle “persone di passaggio” e trovo la difficoltà di colloquiare con le “persone del posto”, questo sicuramente, e quello che mi spiace è non comprenderne il motivo!!

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Franco Giannini
Pubblicato Domenica 2 settembre, 2012 alle 18:00 su Senigallia Notizie.it