lunedì 10 settembre 2018

Recita così il terzo comandamento: Ricordati di Santificare le Feste...

... ma dovrebbe continuare con un "se faccio peccato non santificandole, almeno che questo mi venga ripagato con la vil (ma indispensabile) moneta".

Con la disoccupazione che regna sovrana  nel nostro Paese non credo proprio che ci siano individui disposti a non lavorare nei giorni festivi, per stare più vicini alla famiglia; magari con la prospettiva futura, se la ditta dovesse chiudere e licenziare, (come minacciano) di restare con i suoi cari, per lungo tempo e con la prospettiva poco allegra di fare fori sulla cinghia dei pantaloni. 
Oddio, di persone "insane" di mente con le "schiene da violino" (vagabondi) ce ne sono, ma sono un'esigua minoranza che neppure fa testo. 
Per carità quindi, non tiriamo in ballo come prima causa la NON volontà di lavorare. 
Ci sono Camerieri, Infermieri, Medici, Forze dell'Ordine, addetti agli alti forni, Protezione Civile, ecc. ecc. che hanno scelto quel mestiere e mai, credo, che abbiano sollevato questa tipologia di problema. Del resto ci sono i "Turni" che servono o dovrebbero servire a risolvere  il mugugno del "Oh ma sempre io quando è Festa !!" 
Il problema credo quindi che non stia sul problema della Festa SI o della Festa NO, dello stare vicino alla Famiglia o l'essere sempre assente. Il problema credo invece sia cancrenizzato tutto nella remunerazione.  Del resto il dio quattrino è quello che oggi, manda avanti il mondo, in maniera, a mio avviso, indecente, egoistica e chi più ne ha più ne metta.
Se prendo 10 € all'ora e lavoro in un giorno festivo, devo avere un supplemento per la festività, se poi faccio delle ore straordinarie in quei giorni segnati in rosso sul calendario, mi si deve pagare  con un "Straordinario o Festivo" oppure ci deve essere un tur-over  utilizzando una normale turnazione. 
Se il datore di lavoro preferisce aprire il portafoglio, per gli addetti al commercio, grosso modo (poi ci sono i contratti che variano da ditta a ditta e magari con clausole aggiuntive), a quei 10 € andrebbero aggiunti: un 15% per lo straordinario prestato dalla 41°ma alla 48°ma ora settimanale, un 20% sulle ore di straordinario che superassero le 48, un 50 %  sugli straordinari notturni, un 30% sugli straordinari festivi. Il numero degli straordinari dovrebbe essere sempre pattuito prima dai responsabili dell'Esercizio Commerciale con i Sindacati di Categoria, 
Certo è, invece, che con nessun vantaggio sulla busta paga, per una volta ci può godere anche una vecchia, ma poi alla fine sbotta con il dire "sarò anche vecchia, ma non sono ancora scema!". 
Ecco che allora i grossi complessi commerciali (Supermarcati-Iper) sparano sul fatto (meglio sarebbe dire minacciano) che non c'è gente disposta a lavorare nei giorni festivi, sollevando il dubbio che si tratti solo di mancanza di voglia di lavorare e che quindi sono costretti a ridurre i posti di lavoro. Gente falsa, bugiarda senza sentimenti, con il complesso della tasca a "garagolo" .
Le vendite su Internet, manco a dirlo, soffiano sul fuoco (venendo tutto ciò a loro vantaggio) retribuendo loro la propria  manodopera schiavizzata con gli indecenti  4 € all'ora  (o giù di lì) e di cui nessuno parla, mentre costoro si arricchiscono, i piccoli commercianti (quelli a conduzione famigliare) che oggigiorno come si usa dire, campano e non muoiono, non possono permettersi certi adeguamenti tariffari e quindi spingono alla chiusura di tutto e di tutti, i Sindacati, come è uso e costume vergognoso dei nostri tempi, sta con i frati e zappa l'orto.
Credo che allora la cosa migliore da farsi, sia quella, se non esiste ancora una legge ad hoc la si fa, che il lavoro festivo, sia : 1) o pagato contrattualmente (con controlli capillari da chi è preposto), 2) o fissato da turni con una periodicità che non superi una o due volte al mese 3) sia lasciata la possibilità di Tenere aperto o Chiuso l'esercizio, a seconda delle volontà (e possibilità) di ciascun (piccolo) commerciante titolare.







di Franco Giannini
                  

giovedì 6 settembre 2018

... e se si studiasse anche un Vaccino contro l'ignoranza ?? Io sarei il primo ad offrirmi come cavia

... sarà forse perché a me è rimasta davanti agli occhi questo strumento (vedi foto) che allora ( nei miei anni dell'infanzia) era di cura e nel contempo di tortura.

Era un "tutore" che manteneva diritta e rigida la gamba del colpito da poliomielite, permettendogli di camminare e che si allungava con la crescita. Ce n'erano anche per braccia e per piedi. Andavano indossati al mattino quando il paziente si alzava dal letto e veniva tolto quando la sera, finalmente, si coricava. 
Poi è venuto il Dr. A. B. Sabin con il suo vaccino, che con le sue gocce nella zolletta di zucchero ha sconfitto questa malattia, la poliomielite, che quando andava male provocava la morte e quando non ci riusciva, rendeva paralizzati per il resto degli anni ancora da vivere. Ricordo le difficoltà, di una mia coetanea nonché vicina di casa di quel tempo (da diversi anni passata a miglior vita), colpita da questa malattia e che mi sono rimaste indelebili nella memoria del bambino che ero allora. 
Ed ogni volta che si parla di vaccini, ecco che mi compare le scene di gioco con Titti (così si chiamava la bimba) che adattavamo sempre alla sua infermità.
Dr. A. B. SABIN
Già da qui si può comprendere come io veda, quindi, di buon occhio le Vaccinazioni. Seppur comprendo i timori di qualcuno. Ma il rapporto benefici-svantaggi pende tutto dalla parte del giovamento, indi per cui vedo con occhio benevolo gli studiosi che si impegnano in queste opere di ricerca.
Confesso che avendo due nipotini in età di vaccinazione, finché non le hanno fatte (per il momento le prime) sono vissuto con il terrore in una decisione dei genitori che fosse contraria ai vaccini, cosa che  mi avrebbe portato a tenermi dentro il timore perenne che fossero colpiti da qualche virus. Seppur non mi sarei permesso di obiettare  ai genitori, perché prima di tutto son figli loro,  per mantenere la pace famigliare ed il buon vivere, optando, come spesso avviene, per la regola del silenzio.
Superato quindi il frangente del vaccino SI o vaccino NO, ecco che si legge sia su FB, il Vangelo dei Poveri, che in quello Politico, altrettanto obsoleto, altalenante, ignorante, impreciso, per di più in politichese, dei governanti nostrani. 
Si va a scuola, quindi, solo se vaccinati. Autocertificazione SI poi sembra NO, non più sufficiente, forse un NI. Il tutto onde evitare, dicono, per possibili, eventuali, contagi.
Ed è qui che comincio ad avere dei grossi dubbi, che la mia limitata cultura in generale ed ancor più in materia sanitaria, non riesce a risolvermi. Quindi non mi schiero, però ciò non toglie che mi ponga delle domande.
Se le autocertificazioni sono state messe fuori legge per punire quelle signore "che si ritenevano furbe" solo per aver falsificato le auto-documentazioni con l'aiuto di Internet, la cosa mi fa piacere e la sostengo con forza. Ma se così non fosse, mi chiedo a che serve dimostrare che si siano o non si siano vaccinati i propri figli. Se in una classe sono tutti vaccinati, meno uno, dove sta il problema? Quell'uno non verrà infettato perché tutti gli altri sono vaccinati e viceversa quell'uno non potrà essere contaminato dai suoi compagni in quanto vaccinati. Salvo che non ci possa essere il problema del portatore sano. Se poi ci fossero un 50% vaccinati ed il restante no il problema riguarderebbe solamente i genitori (e purtroppo i figli ) di quel 50% che ancora, per puri motivi politici, non si sa se si devono considerare in regola o no, con le disposizioni di legge. 
Ma se in tanti si sono posti questi quesiti, voglio pensare che il problema di non comprendere sia solo mio e che prima o poi riuscirò a risolvere leggendo ed informandomi da chi professionalmente è preparato e non certo da chi mastica o crede di masticare materia sanitaria.
Dove invece sono quasi certo ( quasi, perché l'infallibilità sembra non abitare più neppure in Vaticano), è il perché si fa tanto chiasso solo ed unicamente nell'area scolastica e non si solleva questa questione anche nelle "scuole" di calcio, nel minibasket, nei corsi di rugby, di judo, di atletica, di ginnastica e quanto altro? Anche lì ci sono bambini che si incontrano, si scontrano, giocano, compartecipano e che se non erano in regola nella Scuola Statale o Privata di pura istruzione, non lo saranno neppure in quella ludico-fisica.
Ed allora che si fa? Si chiude un occhio all'italiana? O ci si dovrà comportare come ci si comporterà nei banchi di scuola? Oppure proprio non ci si è neppure pensato che esista anche questo problema? Il che sarebbe cosa altrettanto grave, come il non vaccinare !!







di Franco Giannini