venerdì 5 dicembre 2008

PETROLATI ED IL SUO NEONATO "LUOGHI"






di Franco Giannini

La giornata di ieri si era presentata, fin dalle prime ore, non certo in modo splendido: c' era un freddo gelido ed un cielo grigio e nebbioso.
Ma quasi che fosse un bentornato a Dario, da parte della città di Senigallia, un timido sole ha iniziato a fare capolino e l' aria via via si è fatta più accettabile.
Con mia moglie ci siamo recati in un parcheggio nei pressi dell' uscita dell' autostrada per salutarlo e fargli da guida fino al suo albergo. Poi doverosamente lo abbiamo accompagnato a ripercorrere quelle vie della sua giovinezza che tanto spesso ricorda nelle sue poesie dei "Luoghi Senigalliesi". Si, perchè questo non potrebbe essere il nuovo titolo, per un suo secondo volume di poesie ? Dario, pensaci!!
Una mattinata ed un pomeriggio piacevoli, scivolati via velocemente, tra un caffè, non proprio identico a quello della Wiennese, ed un rapido saluto ai suoi parenti, in attesa della presentazione di "LUOGHI", come poi è avvenuto in una saletta riservata dell' Albergo Bice, attorniato da amici e conoscenti.
Avevo reso pubblico l' evento con vari comunicati stampa pubblicati in rete da 60019 - Vivere Senigallia - Lapiagadi velluto ( I cui link appaiono a lato del post) nonchè sul mio blog.
Con il taglio che Dario ha dato alla sua presentazione della sua opera, ci ha quasi fornito la sensazione di attraversare con lui tutti quei "LUOGHI", conoscere quelle stesse persone, da cui ogni giorno ricava gli spunti per le sue poesie: La Signora dai Cappelli Turchini, la suorina laica, Claudia, Silvia, eppoi il Maldura, Ponte Molino, Piazzale Mazzini ed ancora invitandoci ad entrare alla Wiennese per offrirci un pasticcino e gustare il loro inimitabile caffè.
Dopo una così suggestiva passeggiata mentale, non potevamo che concludere la serata, con un incontro conviviale tra amici stretti: del resto anche i poeti e gli amici dei poeti non vivono solo di poesia !
Poi un saluto, tanti abbracci. Non erano trascorse neppure 14 ore che già si passava da un felice "bentornato" ad un più mesto "arrivederci a presto".

19 commenti:

  1. bella serata Franco, poesia, arte, risotto agli asparagi...

    tutto perfetto, ormai sei un organizzatore di eventi...

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  2. Si, una serata davvero piacevole Franco, ottima compagnia, ottime chiacchiere e ottimo cibo.

    Grazie a Dario e grazie a te.

    Mbuto (leo barucca)

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  3. Purtroppo, essendo notoriamente goloso, sono dispiaciuto per il risotto agli asparagi, visto che alla cena non sono potuto restare.
    Però ascoltare Dario è stato per me come osservare un pittore:il suo parlare è stato come una successione di pennellate che mi hanno fatto vivere luoghi e persone altrimenti sconosciute.
    Grazie per l'occasione.

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  4. Un malessere di stagione mi ha impedito la presenza a questo evento organizzato dall'amico Franco.
    Mi sarebbe piaciuto incontrare il poeta Dario Petrolati che ho imparato a conoscere tra questi commenti.
    Spero ci sia una seconda occasione mannaggia......

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  5. bella serata bel libro belle persone un incontro molto simpatico .

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  6. Frank Sinatra - My Way (1969)
    Scritta da: Paul Anka, Claude Francois, Gilles Thibault, Jacques Revaux


    Testo della canzone (lingua originale francese)


    Je me lève Et je te bouscule
    Tu n'te réveilles pas, comme d'habitude
    Sur toi Je remonte le drap
    J'ai peur que tu aies froid, comme d'habitude

    Ma main caresse tes cheveux
    Presque malgré moi, comme d'habitude
    Mais toi tu me tournes le dos
    Comme d'habitude

    Alors, je m'habille très vite
    Je sors de la chambre, comme d'habitude
    Tout seul, je bois mon café
    Je suis en retard, comme d'habitude

    Sans bruit, je quitte la maison
    Tout est gris dehors, comme d'habitude
    J'ai froid, je relève mon col
    Comme d'habitude

    Comme d'habitude, toute la journée
    Je vais jouer a faire semblant
    Comme d'habitude je vais sourire
    Comme d'habitude je vais même rire
    Comme d'habitude enfin je vais vivre
    Comme d'habitude

    Et puis, le jour s'en ira
    Moi je reviendrai, comme d'habitude
    Toi, tu seras sortie, pas encore rentrée
    Comme d'habitude

    Tout seul, j'irai me coucher
    Dans ce grand lit froid, comme d'habitude
    Mes larmes, je les cacherai
    Comme d'habitude

    Mais comme d'habitude, même la nuit
    Je vais jouer a faire semblant
    Comme d'habitude, tu rentreras
    Comme d'habitude, je t'attendrai
    Comme d'habitude, tu me souriras
    Comme d'habitude

    Comme d'habitude, tu te déshabilleras
    Oui comme d'habitude, tu te coucheras
    Oui comme d'habitude, on s'embrassera
    Comme d'habitude
    Comme d'habitude, on fera semblant
    Comme d'habitude, on fera l'amour
    Oui comme d'habitude, on fera semblant
    Comme d'habitude


    Testo della canzone (versione inglese)


    And now, the end is near
    And so I face the final curtain
    My friend, I'll say it clear
    I'll state my case, of which I'm certain

    I've lived a life that's full
    I've traveled each and ev'ry highway
    But more, much more than this
    I did it my way

    Regrets, I've had a few
    But then again, too few to mention
    I did what I had to do
    And saw it through without exemption

    I planned each charted course
    Each careful step along the byway
    But more, much more than this
    I did it my way

    Yes, there were times, I'm sure you knew
    When I bit off more than I could chew
    But through it all, when there was doubt
    I ate it up and spit it out
    I faced it all and I stood tall
    And did it my way

    I've loved, I've laughed and cried
    I've had my fill; my share of losing
    And now, as tears subside
    I find it all so amusing

    To think I did all that
    And may I say, not in a shy way
    "No, oh no not me
    I did it my way"

    For what is a man, what has he got?
    If not himself, then he has naught
    To say the things he truly feels
    And not the words of one who kneels
    The record shows I took the blows
    And did it my way!


    Testo della canzone (traduzione italiana dalla versione inglese)


    E ora la fine è vicina
    E quindi affronto l'ultimo sipario
    Amico mio, lo dirò chiaramente
    Ti dico qual è la mia situazione, della quale sono certo

    Ho vissuto una vita piena
    Ho viaggiato su tutte le strade
    Ma più. Molto più di questo
    L'ho fatto alla mia maniera

    Rimpianti, ne ho avuti qualcuno
    Ma ancora, troppo pochi per citarli
    Ho fatto quello che dovevo fare
    Ho visto tutto senza risparmiarmi nulla

    Ho programmato ogni percorso
    Ogni passo attento lungo la strada
    Ma più, molto più di questo
    L'ho fatto alla mia maniera

    Sì, ci sono state volte, sono sicuro lo hai saputo
    Ho ingoiato più di quello che potessi masticare
    (= ho fatto il passo più lungo della gamba)
    Ma attraverso tutto questo, quando c'era un dubbio
    Ho mangiato e poi sputato
    Ho affrontato tutto e sono rimasto in piedi
    L'ho fatto alla mia maniera

    Ho amato, ho riso e pianto
    Ho avuto le mie soddisfazioni, la mia dose di sconfitte
    E allora, mentre le lacrime si fermano,
    Trovo tutto molto divertente

    A pensare che ho fatto tutto questo;
    E se posso dirlo - non sotto tono
    "No, oh non io
    L'ho fatto alla mia maniera"

    Cos'è un uomo, che cos'ha?
    Se non se stesso, allora non ha niente
    Per dire le cose che davvero sente
    E non le parole di uno che si inginocchia
    La storia mostra che le ho prese
    E l'ho fatto alla mia maniera

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  7. Salve tellus mater...
    come se fossi improvvisamente
    caduto dal cielo come se l'anima e l'emozione non esistessero ed io ladro del Petrarca tentassi di abbracciarvi tutti ed anche gli immaginati
    Da quì da Padova immersa nella profonda nebbia
    altro non san fare sti padovani:solo peccati-peccati nascosti sotto veli e preghiere atee,sono sciocco fumoso un tentativo d'intellettuale perduto laggiù alla Punta del molo magari in una giornata di sole e attorno quesiti e risposte leali fraterne.
    Grazie per l'accoglienza e per come siete,
    ancora vi rimpiango
    e non sapete quanto,
    dario.

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  8. Maddeche,
    grazie della tua presenza
    averti conosciuto è stata una sorpresa,
    sai che io ti credevo femmina pel nome,già te lo dissi ancora,ho ascoltato rubato le parole che dicevi con Leo e Smile.
    Le poche righe presenti servano almeno per iniziare una lontana amicizia nel tempo e nello spazio.
    Grazie,
    dario.

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  9. Caro Leo,
    la tua presenza dopo tanto tempo mi è stata particolarmente cara.
    Peccato non ci fosse Patrizia,esternale i più affettuosi saluti.
    La prossima volta verrò in treno.
    E' stato un viaggio di ritorno faticoso ed un poco triste ripartire.
    Un abbraccio, meno rapido del saluto d'arrivo,
    dario.

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  10. Gianluigi,
    le tue domande i tuoi perchè mi hanno stupito - fatto piacere ed inorgoglito.
    Quesiti da persona colta non comune,ho poi ripensato ai Crivellini a Gigin Zazzarini ed altro - altri, sei da non perdere come testa.
    Ancora penso alle tue delicate ed educate domande.
    Grazie per la presenza.
    Sei un signore.
    dario.

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  11. Quilly,
    come se fossi stato tra noi,però vederti sentirti mi avrebbe fatto piacere,
    la prossima volta non ci saranno malesseri ,vero?
    Spero il mio libro ti piaccia.
    La scelta delle poesie è stata obbligata dal posto,l'ambiente ove circolo.
    Ora sto lavorando in prosa in un lungo racconto di fatti e fattacci accaduti sempre in Luoghi e dintorni.
    Sono pressato per le poesie che debbo scrivere come sfogo e pel lavoro al Centro Studi , di ricerche storiche.
    Non perdiamoci,
    per favore,
    auguri,
    dario.

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  12. Enrico ,
    come al solito,
    mi metti il dubbio ai miei già tanti aggiungi.
    Intuisco la peregrinazione dell'animo sempre in ribellione leale che hai.
    Desidero per te un poco di quiete chè subito si scoppia.
    Credo di sentirti e capirti,l'incontro non è stato vano.
    Un abbraccio amicale,
    auguri-serenità-grazie per la tua presenza,
    dario.

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  13. SMILE,
    la tua presenza la tua risata sicura educata e colta le cose dette e non le tue belle gioie alle mani ed il bianco orologio che ti fasciava il polso sinistro,i capelli dispettosi ed il bel taglio,il bellissimo elegante soprabito-come chiamarlo?-bianco da Casablanca, tutto è stato intonato come sai fare tu.
    Grazie,
    dario.

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  14. Giuliana,
    amica cara
    il libro l'ho confrontato con altra edizione per confrontare le parole della Joyce Lussu.E' stupendo come la tua amicizia quasi da sempre esistita,non ci lasceremo mai.
    Grazie,
    dario.

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  15. Tu Franco ,
    da amico,
    padrone di questo Blogger vedi se mi sono dimenticato di qualcosa qualcuno.
    A Federica e Lorenzo bellissimi per il Corso incontrati,non per caso, ringraziali tanto :mi hanno fatto una stupenda impressione.
    Grazie Fede ed tu Lorenzo cavaliere,
    tanto e grande piacere avervi visto,
    dario.

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  16. Sono stati venti minuti di poesia, emozione, confusione (quella dentro di me) e cosa più importante io ne sono uscita arricchita e anche un po' dispiaciuta: siete delle persone veramente speciali ma culturalmente molto lontane da me e avevo paura che questo fosse estremamente palese. Non è stato così fino a quanto è arrivata la domada da me temuta : "che cosa leggi?" La mia risposta istintiva è stata "niente". In verità io leggo tantissimo ma sono letture che mi possano aiutare ad essere una buona mamma e che mi possano insegnare a capire meglio mio figlio, perchè in realtà Fede è la cosa più importante della mia vita! Comunque da oggi in poi se mi chiederanno cosa leggo io potrò rispondere "Luoghi" di Dario Petrolati. Grazie. Federica

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  17. @ Fede
    Per quel che mi riguarda,cara Fede, culturalmente preparato proprio non lo sono...Sono un asino che i miei genitori con grandi sacrifici sono riusciti a fargli prendere il "pezzo di carta". Mi sono diplomato insomma con i fatidici calci in c.
    Poi, non obbligato da nessuno, ma per mio solo interesse, ho incominciato ad interessarmi del tutto ciò che mi interessa (scusa il bisticcio di parole). Un pò quello che stai facendo tu. Da bella, brava, educata, sensibile, responsabile persona nonché mamma, stai approfondendo quello che più ti interessa...e ti par poco!!!??
    Continua così Fede, che questa è la strada giusta per una giovane mammina, quando poi avrai più tempo a disposizione, potrai pensare di consumarne un pò anche per altri interessi umanistici!!
    Onoratissimo comunque per averti conosciuto di persona.
    Un duplice abbraccio a te ed al piccolo Fede.

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  18. La Poesia

    Nel parlare comune, "poesia" significa due cose: per un verso è un discorso, o ragionamento, o comunicazione, in cui prevalgono elementi di ritmo, cadenze, ripetizioni, immagini che alterano i significati immediati delle parole e che gli conferiscono anche significati interiori. Poi c'è un altro significato: quando noi diciamo: "questa è poesia", intendiamo dire qualcosa di elevato e di nobile, di rassicurante o di commovente o di rasserenante, di vivace, pungente, ecc.
    La poesia parla di qualcosa e nello stesso tempo parla di se stessa. La voce della poesia dice questo o quello, ma lo dice in modo che un effetto d’eco ci ricorda sempre che non la si può prendere in parola. Naturalmente questo irrita coloro che vogliono opinioni, vogliono scelte, sentimenti immediati. Ebbene questa sua ambiguità fondamentale è la sua lezione, una lezione insostituibile. Insomma, nella poesia ci si trova di tutto ma lo si trova ad una distanza tale che ricorda continuamente la necessità di prendere le distanze. Qualcuno alla fine del Settecento, scrisse che la poesia era un sogno fatto in presenza della ragione; forse sarebbe più esatto dire invece che la poesia è un ragionamento fatto in presenza di un sogno, cioè un discorso che in apparenza è un discorso come un altro cioè un discorso di amore, di dolore, di descrizione, di esortazione, di sapere, di sapienza che è fatto sotto lo sguardo di un fantasma, sotto uno sguardo che tutto tramuta, tutto apparentemente, come accade appunto nei sogni.

    Franco Fortini (pseudonimo di Franco Lattes)
    Fonte www.emsf.rai.it

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  19. Caro Enrico (Dignani),
    hai fatto bene a precisare a scrivere quanto Franco Lattes ( non lo poteva usare per colpa del duce e dei suoi seguaci essendo di religione ebraica),parla di poesia specifica.
    Grazie chè il Fortini ha dato un contributo alla cultura che ancora ingiustamente non se ne parla, forse perchè non faceva chiasso come tutto ciò che è intelligente allora è bene che la gente si muova s'indigni si alzi ribelli.Io stanotte l'ho passata in bianco tra bronchite irrequietezza e pensieri vaghi ma pieni confusamente di rimpianto per la durata breve del nostro incontro ed altro altro sempre altro.
    Musica sul terzo-filodiffusione,eppoi pasticche per lo stomaco ulceroso e lo sciroppo da femminella per i bronchi mentre la testa ,quale parte non so , è stata per Pavese.
    Tutto Pavese ed un poco di Pratolini,allora m'è venuto in mente quanto suggeritomi educatamente piano piano quanto Franco provò a dirmi:
    un punto l'angolo delle cultura,tipo sofà delle muse ove segnalassi il libro da leggere settimanalmente.
    Da oggi perciò provo a spedigli il mio pezzo a modo mio con il cuore e la mente sperando diventi un punto ove ritrovarci.
    Ci provo,
    dario.

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