...piano, parliamo di Personale. non di dirigenti politicizzati dei piani alti !
Riporto la lettera che ho ricevuto dalla mia amica Claudia Girolimini, che sono felicissimo di pubblicare, anche perché ritengo che sia doveroso informare il cittadino: oltre quelle di cui andrò poi a parlare sotto, ci sono persone che vanno al di là degli obblighi di un semplice contratto di lavoro, e che meritano di essere conosciute.
Riporto la lettera che ho ricevuto dalla mia amica Claudia Girolimini, che sono felicissimo di pubblicare, anche perché ritengo che sia doveroso informare il cittadino: oltre quelle di cui andrò poi a parlare sotto, ci sono persone che vanno al di là degli obblighi di un semplice contratto di lavoro, e che meritano di essere conosciute.
“NON SOLO NERO
Dato il pessimismo imperante da anni, che ci ha televisivamente schiacciato, ferito e privato di speranze, sento l’obbligo di sottolineare una positività del nostro sistema. Quando capitano disavventure ospedaliere, già oggettivamente difficili, tutto può essere più o meno complicato o facilitato dalla gestione della struttura. Nell’Italia della spending review (traduz. da bing: morte del servizio pubblico), trovare un reparto ospedaliero che funziona a dispetto di tutto, può essere un’ancora di salvezza per un malato. ORTOPEDIA DI SENIGALLIA, con carenza di personale, di letti, sottoposto anch’esso ai feroci tagli statali, lavora con grandissima professionalità e sempre col sorriso sulle labbra. Mai una mossa sbagliata, mai un gesto fuori posto, sempre con gentilezza, sempre con cortesia, a qualunque livello di assistenza che va dalla padella alla prestazione specialistica. A me son bastati tre giorni per essere k.o., spesso chi lavora in ortopedia ha forzatamente turni appiccicati, smonta la sera, fa una capatina a casa, dorme e rimonta il turno la mattina, col sorriso. Son quasi tutte donne, quindi col doppio lavoro, a casa ci sono i figli, la cena, il bucato, e vai con le incombenze… Una situazione intimamente tragica mi è stata alleggerita da queste persone, che ringrazio di cuore per essere come sono. E onore e gloria a chi porta la fascia di Capitano (tutti la conosciamo come Dodi), davvero meritata, per come conduce la sua squadra in porta e segna il gol. A questo fiore all’occhiello cittadino, un affettuoso ringraziamento da parte mia e di tutta la mia famiglia.
Claudia Girolimini”
Dato il pessimismo imperante da anni, che ci ha televisivamente schiacciato, ferito e privato di speranze, sento l’obbligo di sottolineare una positività del nostro sistema. Quando capitano disavventure ospedaliere, già oggettivamente difficili, tutto può essere più o meno complicato o facilitato dalla gestione della struttura. Nell’Italia della spending review (traduz. da bing: morte del servizio pubblico), trovare un reparto ospedaliero che funziona a dispetto di tutto, può essere un’ancora di salvezza per un malato. ORTOPEDIA DI SENIGALLIA, con carenza di personale, di letti, sottoposto anch’esso ai feroci tagli statali, lavora con grandissima professionalità e sempre col sorriso sulle labbra. Mai una mossa sbagliata, mai un gesto fuori posto, sempre con gentilezza, sempre con cortesia, a qualunque livello di assistenza che va dalla padella alla prestazione specialistica. A me son bastati tre giorni per essere k.o., spesso chi lavora in ortopedia ha forzatamente turni appiccicati, smonta la sera, fa una capatina a casa, dorme e rimonta il turno la mattina, col sorriso. Son quasi tutte donne, quindi col doppio lavoro, a casa ci sono i figli, la cena, il bucato, e vai con le incombenze… Una situazione intimamente tragica mi è stata alleggerita da queste persone, che ringrazio di cuore per essere come sono. E onore e gloria a chi porta la fascia di Capitano (tutti la conosciamo come Dodi), davvero meritata, per come conduce la sua squadra in porta e segna il gol. A questo fiore all’occhiello cittadino, un affettuoso ringraziamento da parte mia e di tutta la mia famiglia.
Claudia Girolimini”
Ora sarà meglio precisarlo. Altrimenti sarebbero tutti pronti a
salire, come sono sempre abili fare, sul carro dei meritevoli. Non
facciamo, allora, come spesso loro stessi lamentano che li si valutino,
di tutta l’erba un fascio. Come ben spiega la mia amica, gli elogi sono
quindi destinati ed intesi “a qualunque livello di assistenza che va dalla padella alla prestazione specialistica“.
Punto.
Ai piani alti della Sanità, nazionale, regionale e locale, ci
sono individui più specializzati nel campo dei “tagli”. Non certo usando
il bisturi, strumento medico per lo più sconosciuto ai “big”
dell’attuale Sanità, ma l’ascia, quella più prettamente indicata alla
(in)sensibilità del politico.
Infatti pur parlando di Sanità, la loro professionalità strettamente
legata a questo termine, ha ben poco con cui vedere. Molto di più ne ha
con l’attinenza allo scranno politico, alla tessera, o
più ancora all’obiettivo personale di riduzione della spesa su cui
“lavorare” e non certo per il bene civico comune, bensì per quel premio
(vergognoso?) economico riservato ai dirigenti che riusciranno
nell’intento. Non interessa come, non interessa a discaspito di chi,
interessa solo che riescano a tagliare il traguardo (ed il più delle
volte, naturalmente a discapito dell’efficienza dei servizi!).
Ma oggi ci continuano a dire, rassicurare, (forzatamente) farci credere che i servizi non sono stati tagliati,
che i cittadini in fatto di assistenza sanitaria devono dormire tra due
cuscini. Solo che dobbiamo imparare a convivere e ragionare non più con
l’assistenza sotto casa, ma intesa per aree vaste. Quello che non
comprendono è che il cittadino è un “Paziente” paziente, ma non stupido,
come vorrebbero che fossimo. Noi, con la nostra Area Vasta 2, infatti,
tranquilli non lo siamo affatto.
Senigallia, fino ad oggi, ha ricevuto solo e semplici false promesse.
Fatte, ritirate, modificate e ripresentate. Solo che – o per ragioni di
appartenenza, opportunità politica – chi può o meglio dovrebbe, non si
schiera contro il governo regionale, o al massimo, se lo fa, con un
timoroso NI e una velata, ma molto velata “attenzione che vi
controlliamo”. Chi perché vivendo all’interno delle strutture e
“mangiando” quella minestra preferisce fare, invece, il pesce in barile
guardando il dito invece della luna; e chi invece, e sono molti, tanti,
troppi, vorrebbe parlare. Ma mettersi contro politica e azienda di
questi tempi è pericoloso per il posto lavorativo occupato e fare gli
eroi, oggi, significherebbe come giacere domani “sotto terra”
(logicamente solo in senso figurato!).
Queste “efficienze“, lor signori, le vadano a
spiegare a quei figli con genitori anziani (quando poi non sono già
anche loro anziani!), costretti a consumarsi le ferie (e già si tratta
di fortunati) o perdere ore e ore di lavoro per accompagnare i loro
genitori in strutture lontane da casa, perché quelle del proprio comune
sono state “tagliate” (e non perché non ci siano soldi!!) per chiudere le vergognose falle di bilancio
regionale causate dagli sprechi per pranzi, mutande verdi, viaggi,
regali alle segretarie e via dicendo. E credo che non mi si possa
neppure colpevolizzare che stia facendo di tutta l’erba un fascio,
perché coinvolte in questi intrallazzi ci sono quasi tutte le regioni e
in queste tutti i partiti. Ma si sa male in comune mezzo gaudio!
Oppure a coloro che fatto un esame, fuori provincia e non proprio indolore, si vede costretto a riprendere l’auto e farsi di nuovo km e km di strada. Quando poi non ci si trova, come nel caso di Claudia, con un genitore al reparto oculistica all’ospedale di Torrette di Ancona (c’era una volta a Senigallia…!) e un altro in ortopedia a Senigallia e a doverli gestire entrambi contemporaneamente, perché ambedue i genitori ultra ottantenni.
Oppure a coloro che fatto un esame, fuori provincia e non proprio indolore, si vede costretto a riprendere l’auto e farsi di nuovo km e km di strada. Quando poi non ci si trova, come nel caso di Claudia, con un genitore al reparto oculistica all’ospedale di Torrette di Ancona (c’era una volta a Senigallia…!) e un altro in ortopedia a Senigallia e a doverli gestire entrambi contemporaneamente, perché ambedue i genitori ultra ottantenni.
Bene, se questa è la Sanità 2.0, cari i miei
politici, amministratori gerarchi, (so che a voi della mia scelta potrà
fregar de meno, ma almeno la misera soddisfazione di dirvelo in
faccia!), vi faccio un bel regalo, una promessa! Io mi auguro
egoisticamente la medicina per me migliore, il servizio per voi meno
costoso: un “colpo” e via e godetevi, sono certo che ci riuscite, il
risparmio che otterrete con la mia decisione.
Già Pubblicato Lunedì 9 dicembre, 2013 da SenigalliaNotizie.it
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