domenica 8 giugno 2014

Senigallia, Consiglio Comunale 3 giugno: si parla di alluvione, fango e dei perché

Gli imputati: il Misa, Giove Pluvio e la bomba d'acqua del 3 Maggio. Il Diario del Sindaco minuto per minuto

Esattamente a 31 gg dalla data della calamità che ha colpito Senigallia, in questo Consiglio che sta per iniziare, verranno ricordate le tre vittime del nubifragio e la successiva inondazione del Misa, nonché i danni materiali, morali che essa ha procurato e quella che viene decantata come la ripresa a tempi record della normalità.
Infatti, come recita il comunicato stampa comunale, dopo l’ora dedicata alle interpellanze ed interrogazioni e le varie pratiche burocratiche: “Di seguito inizierà la discussione generale sull’evento alluvionale con la relazione del Sindaco Maurizio Mangialardi e il dibattito previsto senza contingentamento dei tempi….“.
Ed anche io credo che eccezionalmente dovrò rivedere i miei soliti programmi di riporto di ciò che avviene in Consiglio, visto quanto bolle in pentola.
Ascolterò certamente le interrogazioni, ma credo che per una volta l’argomento più interessante da seguire sarà certamente quello che l’alluvione portato con sé: vale a dire tantissimo fango e sotto ogni suo aspetto. Da quello diluito con l’acqua delle prime ore, a quello depositato viscido e puzzolente sui pavimenti e sui muri delle case, dei negozi, delle fabbriche, degli alberghi, nella spiaggia e nelle vie, quando le acque si sono ritirate, da quello secco di alcuni giorni il post alluvione a, purtroppo, questo virgolettato che le polemiche che si sono succedute e che non tendono scemare sembra aver sedimentato con sé!
Polemiche che hanno portato alla richiesta, da parte di alcuni Consiglieri, l’istituzione di varie Commissioni di inchiesta per risalire al perché tutto ciò si sia verificato, se si poteva evitare e, se ci sono, di chi le colpe. Una commissione speciale d’indagine ed inchiesta è stata formulata da parte dei Consiglieri Roberto Paradisi, Luigi Rebecchini e Caterina Papa. Un’altra ancora quella dei Consiglieri Gabriele Cameruccio e Alessandro Cicconi Massi, una terza da parte dei Consiglieri Paolo Battisti e Roberto Mancini ed una quarta, però con qualche diversità nelle richieste rispetto alle tre precedenti – con l’aggiunta sulla prevenzione del rischio idro geologico – dai consiglieri Ramazzotti, Monachesi, Girolametti, Brucchini, Sardella, Donatiello. Non considerando che fuori dell’Aula Comunale, anche la Magistratura si sta interessando della cosa ed ha avviato un’indagine giudiziaria.
Fa piacere vedere, almeno una volta ogni tanto, che l’Aula è gremita di cittadini interessati alla seduta, anche se sarebbe preferibile che questo interesse ci fosse costantemente e non solo per malaugurati casi ed eventi.
La seduta come avevo immaginato ed era più che doveroso, si apre con un minuto di silenzio in ricordo delle tre vittime dell’alluvione: Aldo Cicetti, Nicola Rossi e Iris Conti.
Si prosegue come previsto dall’OdG con la surroga del Consigliere Alessandro Mazzarini con il nuovo consigliere Alan Canestrari che chiede di essere iscritto al Gruppo Misto.
A quel che sembra, e meglio così per guadagnare tempo, non ci sono Interpellanze ed interrogazioni. La parola va quindi immediatamente al Sindaco.
Questa la Relazione del Sindaco MANGIALARDI: “Grazie Presidente. Buona sera. Saluto tutti i Consiglieri Comunali, la Giunta, tutti i cittadini che sono presenti qui e tutti quelli che ci ascoltano e che ci vedono con la diretta streaming e che ci ascoltano attraverso Radio Duomo. Presidente oggi è un Consiglio Comunale particolare. E’ un Consiglio Comunale dove la nostra città è stata segnata, è stata travolta, è stata incisa nella sua profondità dove un evento tragico, un evento sconvolgente che il 3 di Maggio ha toccato tutta la nostra comunità dove niente dopo quella data sarà come prima. Non lo è per le famiglie che hanno perso i loro cari, non lo sarà più per le famiglie che hanno perso tutto. Per 1260 famiglie che nelle loro case non hanno più nulla. Non lo sarà più per 533 attività economiche di questa città che sono state inginocchiate, sono state affossate, già in un momento molto complicato della vita nostra economica di questa nazione e che si sono visti togliere in qualche minuto tutto quello che avevano pianificato, avevano accantonato, avevano sistemato negli anni. Ma non lo è più per l’intera comunità. Una Comunità che ha vissuto il suo rapporto con il fiume per secoli e che ha convissuto intervenendo nella gestione anche nella relazione profonda con lo stesso che improvvisamente deve mutare i propri rapporti e le proprie valutazioni. Perché quello che è successo alla nostra città ci segna inevitabilmente e non solo sul piano amministrativo, non solo come responsabili del Governo di questa città. Ci segna anche sul piano personale, perché se improvvisamente tutto quello che è pianificato, tutto quello che è stato dentro i percorsi istituzionali è stato cercato di portarlo a percorsi riproducibili ed attuabili, improvvisamente viene azzerato. Ed allora tutte quelle domande che ci siamo fatti in questi giorni in questo mese esatto.
Quelle domande alle quali ognuno di noi ha dato o ha tentato di dare una risposta. Ognuno di noi che ne ha visto un pezzo ha cercato di dare e di darsi un motivo, perché il nostro fiume ad un certo momento di quella terribile, quella maledetta, quella maledetta mattinata, o forse, o forse benedetta per quello che ci sarebbe potuto accadere. Maledetta per quello che ci è accaduto perché nessuno mai avrebbe potuto ipotizzare che il nostro fiume potesse invadere con un’ altezza di un metro e mezzo di acqua dalla strada della Marazzana alla chiusa, che poi non è un metro e mezzo, fino a via Trieste, per poi arrivare al’Excelsior, al Ritz invadendo via Rieti, via Perugia, dopo aver devastato ed ucciso a Borgo Bicchia. Poteva fare la stessa cosa a Borgo Molino, poteva accadere la stessa cosa al Campus Scolastico, quando poi s’ immette su via Anita Garibaldi ed invade tutta la zona del Piano Regolatore e ad un certo momento tutta la nostra città è sommersa tutta di un metro e mezzo di acqua che era uscita dalla zona dietro la casa di Montesi Dino a Borgo Bicchia. Tutta. Però ci domandiamo perché? Perché è successo ? Cosa abbiamo fatto perché questo non accadesse. Se è veramente un evento ordinario non gestito o un evento straordinario che ci ha devastati e che cosa è successo poi al nostro fiume subito dopo. Perché questa è un’altra domanda, perché chi non ha più una casa, perché a chi ha distrutto un’attività vuol capire cosa è stato fatto subito dopo nell’immediatezza. E poi vogliamo capire, vogliamo capire che cosa andrà fatto e che cosa faremo sul fiume. Dico che lo vogliamo capire perché questa è la prima occasione, la prima occasione dopo giorni di fatica, di dolore, di difficoltà e anche devo dire di indici puntati ed accuse tutte legittime, soprattutto da parte di chi è stato devastato. E come più volte detto e lo dico qui dentro, io non ho mai scaricato nessuno e non scarico mai le responsabilità sugli altri, però bisogna che mettiamo in fila le cose rispetto chi le deve fare, chi le ha fatte e come vanno fatte.
Perché lo dico per i Consiglieri Comunali, lo sanno bene, il fiume non è una competenza del Comune. (forte brusio tra il pubblico che costringe il Sindaco a ripersi. NdR) Il fiume non è una competenza del Comune come non è una competenza (continuano i brusii tra il pubblico. NdR) del Comune la Ferrovia, come non è… (Si alza una voce dal pubblico che interrompe nuovamente la relazione ed è a questo punto che è costretto ad intervenire il Presidente Monachesi: “Per favore…Vi chiedo gentilmente di lasciar terminare il Sindaco…grazie…penso che sia interessante e sia d’obbligo ascoltare. Poi dopo ognuno prenderà, insomma le sue…per favore… grazie.
Prova a riprendere la parola il Sindaco. NdR) come non è competenza del Comune la Ferrovia, come non è competenza del Comune l’Autostrada, come non è competenza del Comune le Scuole Superiori. Non lo sono. Ma questo non vuol dire niente perché la competenza che è un fatto importante per chi deve fare cosa ed ha la responsabilità di farla. Il fiume che nasce ad Arcevia e finisce nel mare la competenza è della Regione su delega della Provincia, anzi è il contrario, Provincia su delega della Regione. Quindi le competenze sono quelle e le competenze contano, perché le competenze fanno fare le cose dove uno le può fare. E questo serve per ricordarlo a me, principalmente. Come non è competenza il Fosso della Giustizia, come non è competenza il fosso del Sant’Angelo, come non lo è il reticolo fluviale minore, come non è competenza del Comune (nuovi brusii ed accenni di battute di mani ironiche. NdR) Io non sono qui per scherzare per niente e quindi…però…grazie Roberto…vanno rimesse in fila le cose dopodiché quello quello che è successo lo ricostruiamo insieme, lo ricostruiamo insieme e capiamo che cosa è successo e che cosa ha determinato quella cosa nella nostra città. E allora io la devo raccontare per lasciarla agli atti, la devo…la devo raccontare, perché forse mi dicono che c’è un’indagine giudiziaria, come è giusto che sia, per capire che cosa è successo e di chi è la responsabilità e siccome ognuno di noi ha fatto delle cose e se ne sono dette tante ma il dato…il dato…ma il dato è che noi abbiamo avuto un’alluvione senza pari nella nostra storia. E’ successo un evento straordinario che nessuno di noi, che nessuno di noi a prescindere dall’età può comparare con nessun altro evento per quantità, per velocità, per quantità di acqua invasa. Allora,…allora bisogna capire che cosa è stata l’allerta, che cosa è stata la comunicazione, che cosa sono stati gli interventi, chi li ha fatti, come sono stati fatti e che cosa si è determinato. Allora…allora bisogna tornare e Consiglieri non me ne vogliate, ci vuole un po’, …ci vuole un po’, perché il…il..l’evento che rompe un argine è di 50 mt. dietro la casa di Montesi a Borgo Bicchia e che esce con una violenza terribile ed invade il nostro territorio, metà della nostra città, penso che a quelle condizioni non fosse evitabile. A quelle condizioni (nuovi brusii. NdR) a quelle condizioni…a quelle condizioni (interviene nuovamente il Presidente Monachesi: “Insomma, ma abbiate pazienza lasciate terminare poi dopo avrete tutte le risposte e poi ci saranno i Consiglieri Comunali che rappresentano tutti, che faranno le loro richieste di chiarimento. Lasciate terminare, abbiate pazienza!!” prova di nuovo a riprendere il Sindaco. NdR) a quelle condizioni, a quelle condizioni non era evitabile. Perché un argine che si rompe non è stato semplicemente sormontato e non è stato eroso. Si è rotto! E da quell’argine escono circa un milione e mezzo di m3 di acqua che finiscono nella nostra città. Questo non era previsto!! Questo non era previsto e questo è quello che è accaduto. Non era previsto! Era prevista che cosa? Era prevista con una sollecitazione da parte della Protezione Civile di un’allerta meteo che riguardava tutta la Regione Marche di una precipitazione di 30/50 m/m arrivata il venerdì alle 16,48 poi avremo il dettaglio che lo vedremo poi nella slide. Un’allerta meteo che riguardava tutta la Regione, tutta la Regione. E rispetto alla quale eravamo con quel tipo di allerta nelle condizioni di attivare i nostri sistemi che sono quelli che riguardano il Comune.
Io lo voglio dire qui, perché forse è la prima occasione, al di là dei passaggi che sono venuti sulla stampa, il primo segnale ufficiale di un’allerta sul fiume Misa arriva al Sindaco di Senigallia dal SOI che è quella del Sistema Operativo Integrato della Provincia di Ancona, alle 7,01…7,01 e nessun altro, anche se poi è stato il tema di qualche Borgo, Borgo Bicchia, Borgo Molino, nessun altro ha avvisato e non lo doveva fare, il Sindaco di Senigallia, compreso l’ex-Sindaco di Ostra, perché nessuno m’ha chiamato…nessuno m’ha chiamato. C’era stata solo una telefonata prima alle 6,23 del Sistema Operativo della Regione Marche fatta al nostro dipendente Carli, che voleva sincerarsi di una frana che si era determinata al Km. 12 della Provinciale Arceviese. Ma il Km. 12 non è nel Comune di Senigallia e la frana proveniva da monte per uno smottamento di un fosso. Niente all’erta sul fiume. Il primo messaggio che è arrivato invece e che abbiamo diramato nelle zone di Rischio R4, quelle più particolari, quelle più sensibili, quelle che si sono normalmente allagate l’abbiamo inoltrato alle 7,15…alle 7,15…alle 7,15. Abbiamo mandato nelle zone di rischio R4 con una verifica personale del Sindaco e del Vice-Sindaco sulla zona della Strada della Chiusa Molino Marazzana. Dove il Sindaco si andava a sincerare che le attività e gli abitanti di quella zona avessero ricevuto il messaggio. Un messaggio che diceva Attenzione c’è un’allerta di rischio idrogeologico sul fiume Misa. Il sindaco personalmente allora parlò con Giorgi Giorgio, titolare della Citroen, con l’ IN-GRANDE non trovando il direttore che aveva avuto però il messaggio e c’era l’ordine,…dopo arriva anche via Pergolesi (rivolto a qualcuno del pubblico. NdR) invitando ed obbligando l’Ingrande a chiudere ed a chiudere tutte le attività così come erano, senza aspettare se e ma. Dovevano chiudere le attività.
Alle 8 e 1/2 eravamo sulla strada provinciale Arceviese e sulla strada provinciale Arceviese alle 8,30 ancora era completamente libera e nemmeno bagnata. Tranne, tranne per un tratto dell’incrocio tra la Strada della Chiusa guardando verso monte, perché c’era un fosso verosimilmente il Fosso del Crocifisso che stava fuoriuscendo da monte e non dal fiume. Ritornando quindi con la strada libera alle 8 e 1/2, noi siamo arrivati attivando il servizio del Comune alle 8… siamo arrivati in ufficio alle 8,40. Nel frattempo bisogna che la racconto così perché forse si capisce anche la dinamica, perché poi abbiamo integrata con le relazioni, le relazioni che abbiamo chiesto ovviamente agli organi competenti e l’abbiamo chiesto alla Protezione Civile, l’abbiamo chiesta alla Provincia, che ce l’ha inviata e molto del documento che poi ho dato ai Consiglieri al rapporto preliminare d’evento dove sono riassunti i vari passaggi comprese le relazioni del Sindaco, comprese le relazioni del Presidente Spacca, comprese le relazioni che il Ministro Del Rio ha fatto in udienza in Parlamento. E quindi mentre stavamo rientrando a quell’ora la strada ancora Arceviese era completamente libera e solo qualche segnale in prossimità di via Capanna, per un chiusino che poi si stava sollevando e la sua acqua fluiva sia a destra rispetto a via Capananna sia a sinistra verso via Baroccio era l’unico segnale che era stato intercettato, tranne, tranne una telefonata al Sindaco, quella si vera, fatta da un nostro concittadino in zona Borgo Bicchia, Antonio Cappello, che chiama il Vice-Sindaco dicendo che c’era l’acqua di un fosso dietro la sua attività che si stava repentinamente alzando al fosso e che dovevamo visionare e soprattutto pulire. E mentre entriamo in ufficio l’asta idrometrica che abbiamo sul Ponte del Corso che alle 8,14 segnava 0,80.. 0,75/0,80 alle 8,30 era ancora ad un metro alle 8,45 ed all 9 era già arrivata ad 1 metro ed 80. Si era alzata di un metro nel giro di 20 minuti.
E quindi i primi passaggi che il Sindaco ha fatto anche questi che han bisogno di capire è stata quella di far chiamare attraverso il dirigente scolastico Mandolini, tutti i dirigenti scolastici obbligando, obbligando, e poi qualcuno lo ha disatteso mettendo a rischio centinaia di ragazzi, obbligando i ragazzi a rimanere a scuola e a portarli tutti ai piani superiori. Qualche dirigente scolastico ha disatteso un ordine, un ordine, mandando i ragazzini per strada e rischiando che questi ignari di quello che stava accadendo potessero essere travolti, ma non solo, i genitori che andavano a prendere i bambini e le bambine a scuola e che quindi avrebbero creato un ulteriore problema su un fiume, un fiume che alle 9 in punto stava fuoriuscendo in città. Stava fuoriuscendo in città. Il fiume era pieno, batteva sul Ponte del Corso, sul Ponte Garibaldi e sul Ponte della Ferrovia tant’è che abbiamo fatto passare le macchine dei V.U. per far togliere le macchine che erano lungo il canale. Perché con il fiume che si era innalzato improvvisamente che stava uscendo rischiava di trasformare quelle in proiettili, quello che poi è successo su via Anita Garibaldi e che quindi dovevano essere tolte per consentire al fiume di avere più spazio possibile per esondare. E’ stata complicata, perché nel frattempo le paratie che dovevano essere montate dalla Provincia su i due ponti non erano ancora arrivate, perché la ditta era rimasta bloccata a Ripe e non riusciva ad arrivare in città. E noi abbiamo sostituito la ditta ed abbiamo provveduto a riempire i sacchi, montare le paratie e mettere per quello che era possibile, in sicurezza quel tratto cittadino che era pronto ad essere invaso dall’acqua del fiume Misa. Questo era. Non solo.
Abbiamo dato ordine di chiudere i Centri Commerciali, perché nel frattempo erano partite le guardianie quelle che sono previste sul nostro Piano di Esondazione o Piano di Emergenza. Verifica sul Fosso Sant’Angelo, verifica sul Misa, verifica sul Fosso della Giustizia, verifica sul Fosso delle Cone e verifica sul fiume Cesano. Bene, il Fosso Sant’Angelo, che è stato quello che ha causato, sempre nella zona del Piano Regolatore i danni più importanti, non solo su via Rovereto, da via Trieste fino al Portone. Quello che nel ’76 aveva determinato poi un allagamento importante dall’acqua che era pervenuta dalla parte di Borgo Bicchia il Fosso Sant’Angelo era completamente scarico. Come gli altri fossi a sud della città, perché il Sindaco la sera prima era andato a verificare il Triponzio e il Rubiano, perché c’era quell’allerta ed alle ore 21 di quella sera del 2, anche quei fossi erano completamente scarichi. Completamente scarichi. L’ordine che impartì il Sindaco al COC intanto che si era completamente costituito era quello di chiudere il Centro Commerciale del Maestrale, perché avevamo segnali di una situazione complicata a Cesano, di chiudere il Centro Commerciale del Cityper e della zona e procedere con la chiusura dell’Ufficio Postale. Con qualche fatica, perché lì c’era l’interruzione del Pubblico Servizio e quindi ho dovuto firmare per far chiudere, perché oramai alle 9,20 il fiume stava uscendo dentro la città. Nessuna telefonata da Borgo Bicchia, nessuna segnalazione del fiume che stava creando problemi dalle altre parti, Nessuna indicazione da parte di nessuno sulla situazione che invece da lì a poco si sarebbe determinata. E quindi l’attivazione di tutti i percorsi per mettere la città in sicurezza in quel punto, perché eravamo pronti all’esondazione del fiume. Pronti. Pronti all’esondazione del fiume, al sormonto degli argini in città e alla gestione di quella emergenza. Un’emergenza che nel nostro piano non può prevedere la rottura di 50 mt. di argine, perché se si rompono 50 mt. di argine, quella questione non la gestisce più nessuno. No, non la gestisce più nessuno.
Ma non solo, alle 9 e 3/4 della mattina del 3 i nostri telefoni tutti hanno cominciato ad avere grossi problemi. Non si riusciva a comunicare né con la Protezione Civile né con i cittadini, perché tant’è i ragazzi che sono rimasti a scuola, purtroppo, non conoscevano la situazione dentro gli edifici scolastici, perché non c’è stata la possibilità poi successivamente di comunicare; ed ovviamente ognuno di noi pensava che fosse un problema proprio e non legato ad un sistema compromesso di comunicazione generale. Allora una volta messi in sicurezza i ponti, elininate tutte le macchine che c’erano lungo il canale e quelle di Piazza Cefalonia, facendoci aiutare anche dai cittadini che hanno sollecitato questo tipo di intervento avendo un grande problema di comunicazione, il Sindaco si muove verso la zona di Borgo Bicchia per andarsi a sincerare di persona che cosa stesse accadendo, perché da quella zona non avevamo più comunicazioni di sorta. Di sorta, non si poteva telefonare, non si riceveva niente, i Vigili del Fuoco non avevano sollecitato nessun tipo di intervento. Invece, come dire, gli eventi ci hanno portato tanta chiarezza su quello che era accaduto, perché alle 8 e 1/2 8,40 dietro Bigelli Marmi circa, l’argine ha iniziato a cedere dopo essere sormontato e tutto questo è accaduto dalle 8 e 1/2 alle 8,40, ha ceduto improvvisamente e l’acqua è finita dentro l’abitato di Borgo Bicchia. Colpendo tutti, tutti di sorpresa, inevitabilmente.
Guardate, lo dico per i Consiglieri Comunali, se qualcuno avesse saputo del percorso dell’acqua o se qualcuno avesse saputo della rottura dell’argine, pensate che i Vigili del Fuoco si sarebbero allagati compromettendo la loro struttura? Allagati completamente. O il Commissariato di Polizia completamente allagato fino al piano terra? Questa la dice lunga sul grado di allerta e la possibilità di gestire quell’evento. La caserma dei Vigili del Fuoco località Borgo Bicchia completamente allagata, completamente allagata, completamente allagata con un metro e mezzo di acqua nella corte, non negli scantinati, nella corte, perché il Sindaco era lì, perché il Sindaco era lì, non c’era qualcun altro, perché il Sindaco uscito dal COC per verificare che cosa stesse accadendo a Borgo Bicchia quando alle 10 e 44 minuti mi son trovato dentro la rotatoria con già tutta la strada intasata e con la strada ancora tutta percorribile almeno nel tratto dell’uscita della Complanare fino alla nuova uscita dell’Autostrada, ingresso dell’Autostrada, lì iniziava ad esserci l’acqua, tanta acqua, perché c’erano macchine ferme e c’era una signora che non riusciva a guidare, perché gli aveva preso il panico e diceva io in queste condizioni devo ritornare in via Capanna e l’abbiamo invitata a farlo e c’era Fabrizio Arcangeli che era disperato, perché mi diceva ho mio padre dentro Borgo Bicchia, nella parte vecchia, e non ho più notizie, Non ho più notizie di mio padre e mio fratello non mi risponde e sta succedendo qualche cosa di incredibile, perché ci ho parlato qualche minuto fa e non c’era una situazione ingestibile. Allora nel tentativo di recuperare una linea fissa, eravamo fuori e pioveva ed i cellulari non prendevano non certo per l’acqua come scoprimmo successivamente io andai dentro il…la caserma, non fui salvato…anzi non fui salvato dai Vigili che hanno fatto un’altra cosa, che hanno salvato decine e decine di persone come hanno salvato decine di persone i sommozzatori del corpo della Guardia di Finanza, capitati quasi per sbaglio. Hanno salvato decine di persone dentro Borgo Bicchia. Decine di persone. E non alle 9 e 1/2 e non alle 10 e 1/2 non alle 11 e 1/2 fino alle 2 hanno salvato persone dentro l’abitato di Borgo Bicchia…dentro l’abitato di Borgo Bicchia fino alle 2 dove tutti erano impegnati a Borgo Bicchia e a Borgo Molino perché il fiume in quel momento era lì dentro. Quella gente moriva e quando dicono perché non avete avvisato al Portone, perché la gente stava morendo a Borgo Bicchia. Stava morendo non alle 9 e 1/2. C’erano decine e decine di pompieri, decine e decine della Protezione Civile, cinque sommozzatori della Guardia di Finanza che hanno rischiato la loro pelle per salvare la gente che era lì in mezzo con 2 metri ed 80 d’acqua…questo conta, perché nessuno sapeva della rottura dell’argine, nessuno sapeva che il fiume era finito dentro Borgo Bicchia e sarebbe finito dentro Borgo Molino e poi dentro il Campus e che poi sarebbe uscito su via Anita Garibaldi a quella velocità. Non lo sapeva nessuno. Non lo sapeva il Sindaco, non lo sapeva la Protezione Civile con il Prefetto, con i quali ci sentivamo e non lo sapevano, guardate, non lo sapeva nemmeno gli elicotteri dei Vigili del Fuoco che avevano fatto quelle riprese e loro erano impegnati a salvare la gente, erano impegnati a salvare le persone, erano lì e nessuno ci ha detto guardate che il fiume, adesso lo sappiamo, adesso lo sappiamo dove è andato, lo sappiamo, Dovevamo avvisare l’Excelsior, dovevamo avvisare l’Excelsior pari. Io ho chiamato personalmente il titolare del Ritz per dirgli che mi doveva mettere a disposizione le camere, perché avevo capito che dentro Borgo Bicchia ci sarebbe stato un problema enorme.
Quel fiume, quel fiume che stava uscendo dentro la città, quel fiume che stava uscendo dalla città, quando ha rotto gli argini a Borgo Bicchia ha creato un altro fiume, un altro fiume. 150, 200 m3 al secondo che vanno a finire e fanno un loro percorso, Un milione e mezzo di m3 circa che fanno un percorso diverso. Vanno dentro Borgo Bicchia. l’allagano tutta, si ricompone, salta Borgo Molino, lo riempe tutto, poi finisce dentro il Campus affogando il Commissariato distruggendo il Campus scolastico con alcuni dirigenti scolastici che avevano ottemperato all’obbligo inderogabile del Sindaco di portare i ragazzi al primo piano ed altri che invece hanno lasciato uscire i ragazzi con qualche minuto prima. Di quei ragazzi due sono stati salvati da un professore che vedendo le ragazze in panico sopra una recinzione e sopra una cassetta del metano si è tuffato con 1 metro ed 80 di acqua, passando dentro il parcheggio del Campus e dell’Ipsia ed andando a recuperare le due ragazze che avevano ormai l’acqua alle ginocchia ed erano in panico totale per quello che vedevano intorno. Questo nessuno poteva immaginare che l’acqua dal Campus, quell’acqua che poi avete visto tutti, perché quella è l’acqua che ha finito la sua corsa in parte dentro via Rieti e via Perugia e in parte è ritornata da destra dentro il fiume facendo il Lungomare Marconi. Non il contrario. Non è uscito il fiume da destra verso sud, è rientrata quella che era uscita da quel fiume nuovo ed adesso è complicato da spiegare. perché ognuno vede quell’acqua arrivare nel proprio momento, invece era dentro Borgo Bicchia e ci rimane per 4-5 ore e guardate quando vi ho detto quello che era stato un sabato forse benedetto e seguito, perché dentro Borgo Bicchia ci potevano essere decine e decine di morti, ma non, ma non…non la notte, come qualcuno dice, ma a quelle condizioni. Se non ci fossero stati i genitori che hanno recuperato i figli per sbaglio o qualcuno che ha recuperato anziani senza appartenere a nessun corpo, senza essere un pompiere, senza essere il, senza essere un sommozzatore, Decine e decine. E quando vi dicevo è impossibile almeno per le condizioni date, sapere dove finisse l’acqua, quell’acqua potevamo pensare che quel quantitativo non conoscevamo, perché non sapevamo che l’argine si fosse rotto, Non lo sapevamo…non lo sapevamo che l’argine si fosse rotto…non sapevamo che l’argine si fosse rotto, tant’è che le prime dichiarazioni, le prime dichiarazioni fatte…le prime dichiarazioni fatte dalla Protezione Civile non ci parlavano nemmeno, quelle che avevano visto con le prime immagini aeree, nemmeno di rottura di argine, ma parlavano di sormonto.
Quel grande quantitativo di acqua, un quantitativo enorme piovuto in pochissimo tempo, in pochissimo tempo dalle 3 alle 6, dalle 3 alle 6 (ancora brusii dal pubblico NdR) dalle 3 alle 6 quelle che sono certificate non quelle fatte d’umore, quelle dalle 3 alle 6 grossi quantitativi di acqua che abbiamo verificato oggi che caricano il Nevola, caricano il Misa contemporaneamente rompe gli argini in diversi punti, saltano gli argini del Sambuco e di altri fossi che ci sono in giro e arriva e sfonda l’argine in quel punto. Non sapevamo più dove fosse il nuovo fiume che si era formato, sapevamo che ancora a mezzogiorno il Misa, quello dentro gli argini del Centro Storico ancora batteva sul Ponte del Corso ed il Sindaco che era rimasto imprigionato nella caserma dei Vigili del Fuoco per rientrare in città e verificare quello che stava accadendo, visto che non si riceveva più una telefonata, visto che non arrivava più un messaggio, oppure qualche messaggio arrivava oppure qualche telefonata che riceveva il Sindaco era quella di Nevio Arcangeli che alle 11 e mezza mi diceva Sindaco ci sono due persone con l’acqua fino alla gola dentro via del Lavoro. Ed io ero dentro la caserma e chiedevo l’elicottero, chiedevo ai Vigili che sono partiti a piedi reiteratamente per andare dentro via dell’Unità, via 1° Maggio, via del Lavoro e Nevio continuava a dire guarda che ci sono due che non gliela fanno più. E noi pensavamo che fossero due invece io sentivo da lì dentro che ce n’erano 200 che erano in quelle condizioni dentro Borgo Bicchia, 200…200, perché mentre ero lì dentro è arrivato un gommone con una signora, una badante russa, una persona anziana ed una ragazza, e mi ha detto guardi che lì dentro è tutta così, è tutta così, alle 11 era tutta così.
Quindi si capiva che stava accadendo un dramma ed eravamo ed erano che quando non puoi comunicare lo fai solo con la radio come nel 1940 e non potevamo comunicare nemmeno tra di noi, ecco che sapevamo che c’era quella situazione, Per rientrare in città, visto che mi avevano detto che quello che ho recuperato con l’elicottero era il pastore di Cesano avevo ipotizzato stando con tutti i mezzi fuori dall’uscita del Casello: c’erano i Carabinieri, c’era la Polizia, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco che non riuscivano a superare quel fiume che si era formato, per rientrare in città mi sono fatto portare a Montemarciano, Castellaro, San Silvestro, Strada del Giardino attraverso Sant’Angelo e quando sono arrivato in via Capanna il fosso Sant’Angelo, il fosso Sant’Angelo era ancora quasi asciutto. Il fosso Sant’Angelo assolutamente normale, via Capanna dopo Vobis iniziava. C’era un mezzo dei Vigili del Fuoco e c’era un fiume, un fiume, un fiume che era stato dentro Borgo Bicchia, dentro Borgo Molino e stava uscendo tant’è che…tant’è che un ragazzo…un ragazzo urlando mi disse ho mia moglie incinta dentro il Palazzetto. Io pensavo che fosse un’insegnante, avevo dato disposizione di portarli tutti al primo piano e ho detto questa cosa vuol dire dentro il Palazzetto, dentro il Palazzetto sono lì, ci ho parlato un attimo, sono dentro il Palazzetto, voglio andare là, ed ho capito che stava accadendo una cosa incredibile, perché il Palazzetto c’era, intorno al Palazzetto c’era un metro e mezzo d’acqua e qualcuno, un altro di quelli coraggiosi, un altro di quelli impavidi aveva sfondato la porta del Palazzetto per far entrare le persone che s’erano accalcate d’avanti. Le abbiamo portate dentro. E, lo dico per i Consiglieri più anziani, quella macchina che è passata per via Capanna e che ha fatto la zona del Piano Regolatore, prevista dalla R4, dove…dove dicevamo salite tutti ai piani alti…(il rumoreggiare del pubblico interrompe nuovamente il Sindaco. NdR) …è stata data disposizione di…di allertare le condizioni date e quelle previste dal rischio R4, quelle che dovevano essere allertate. Perché vedete, l’unica cosa che non si può fare è dare un messaggio generico senza controllo e non eravamo nemmeno nelle condizioni di farlo, perché mentre non allertavamo il Portone, dentro Borgo Bicchia c’erano 200 persone che rischiavano di morire, come rischiavano (di nuovo rumoreggiare del pubblico. NdR)…sono state allertate alle condizioni date possibili.
Dovete pensare solo questo…dovete pensare solo questo che l’Ospedale è dotato di un sistema di allerta complessivo che quando esiste un’emergenza con un numero ed un tasto, si preme quello e tutti vengono allertati, bene, il fatto che non ci fossero più le linee telefoniche, nessun medico, nessun infermiere, nessuno del personale ATA è stato avvisato dell’alluvione in essere. Solo questo. E siccome, guardate, siccome guardate c’è la Magistratura ed io dico solo la verità, che solo la verità che, perché la sola differenza che dice qualcuno che sono andato a prendere mio figlio a scuola io c’ ho solo una famiglia e quindi quello che dico per forza di cose deve corrispondere alla verità. Se dico che sono passati i Vigili nella zona perimetrata R4, sono passati i Vigili ed è documentato, documentato, tant’è che qualcuno ha portato la macchina da viale Leopardi, sentendo passare il mezzo su via Gramsci l’ha portata al Portone, l’ha portata al Portone…(ancora brusii NdR)…l’ha portata al Portone e nessuno, nessuno, sapeva che sarebbe arrivata un’onda di piena di un metro e mezzo in via Trieste. Nessuno! Nessuno!! Perché non lo sapevamo noi, non lo sapeva la Protezione Civile, e non lo sa nessuno a memoria di questa città, perché un metro e mezzo di acqua in via Trieste non ci è mai arrivata. Se lo lasciamo fuori, purtroppo, dai danni che abbiamo avuto, dai danni che abbiamo avuto, l’acqua in via Trieste ad un metro ed 80, sarebbe comunque arrivata. Vedete, la zona di Piazza Padella è stata allagata non dallo Stradone Misa, quindi facendo il vecchio percorso del Penna, non il vecchio percorso del Penna, è stata allagata da sud finendo dentro Via degli Orti, dentro sottopasso di via Buozzi, finisce, riempe il sottopasso del Piazzale della Libertà e poi, poi tracima e ritorna dentro il Misa attraverso il Lungomare Marconi. Questa cosa è imprevedibile e ingestibile. Ingestibile! Imprevedibile ed Ingestibile!! Una rottura arginale di quella portata non si gestisce, non si gestisce e è stata molto complicata anche nei rapporti rispetto alle nostre Istituzioni, perché devo ringraziare il Prefetto, il Dott. Oreficini per l’organizzazione che ci hanno messo a disposizione, ma e quindi i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile tutta, ma in quelle ore è stata veramente complicata, perché l’area era troppo estesa. Andava da Casine, addirittura, alla Chiusa venendo in tutta la zona senza avere…senza avere, purtroppo fino alla mattina dopo il perimetro esatto, il perimetro esatto, perché dalle, perché dalle… dalle… mezzogiorno non c’era più l’energia elettrica e non c’era più comunicazione alcuna. E tutti i mezzi tutti quelli che siamo riusciti a reperire in quelle ore che provenivano da tutte le parti d’Italia erano solo orientati al soccorso, solo orientati al soccorso! Ormai la prevenzione non era più possibile se non chiudere qualche strada e immediatamente dopo riaprirla o le transenne travolte. Era assolutamente impossibile. Non funziona, non funziona nemmeno questa. C’è un video che fa vedere alle 10,24 la situazione di via Capanna e poi cosa succede alle 11,24 quando passa la macchina dei Vigili su Via Marche,…(Brusii di nuovo. NdR) su via Marche dove… oppure eravamo morti tutti (interviene il Presidente Monachesi: “Per favore…per favore…per favore…per favore. Grazie!NdR) Guardate io parlo ai Consiglieri e l’allerta è stata data e lo ripeto per tutti noi. L’allerta è stata data dove era stata prevista l’esondazione non dove l’argine si è rotto e non era prevedibile…avrei voluto il video (nuovo intervento di Monachesi:” Per favore…per favore…per favore…allora lasciamo terminare il Sindaco, perché se no questa modalità non è utile a nessuno. Prego“.NdR). Consigliere (non si comprende a chi si sia rivolto. NdR) io termino quando ho finito, quando ho finito, sono alle prime ore, perché ero lì non ero per televisione anche se poi mi cercavano per commentare la situazione, ero lì, ero lì con il Prefetto, ero lì con Oreficini, eravamo lì con i Vigili del Fuoco o con la nostra Protezione Civile eravamo lì e non potevamo…e ci siamo trasferiti alle Saline, perché il Centro dove c’era il generatore non riceveva più una telefonata. E vi assicuro che quelle ore, quelle ore sono state terribili, perché a fronte di chi faceva soccorso e posso dire che anche all’inizio eravamo non coordinati, ma assolutamente tutti attivi, perché i Vigili del Fuoco hanno fatto centinaia di salvamenti, la Protezione Civile lo stesso, i sommozzatori, tutti si sono attivati per salvare le persone. Per salvare le persone! E la notte, la notte, la notte…è stata di persone che arrivavano nella sede della Polizia Municipale, perché volevano sapere dove fossero finiti i figli. Gente che non trovava più il nonno, la nonna, il genitore. Tutta la notte è stata questo…perché e pensavamo…pensavamo…pensavamo che ci fosse stata un’ecatombe! Perché quando alle 3 giravamo per la città visto che non c’era la possibilità di comunicare con niente.
(In Aula intanto scorrono sulla lavagna luminosa le mappe delle zone alluvionate.NdR) Quello è il perimetro interessato dall’alluvione. Lì in azzurro, in azzurro per 3 ore, in tutta quella zona c’è stato un battente medio di un metro e mezzo. In tutta! In tutta!! Almeno con punte di 2 metri ed 80, poco forse 3 metri alla strada della Chiusa e a scemare fino all’Excelsior, quindi in via Grosseto. Quella è stata la zona interessata dalla rottura dell’argine. Vedete la parte centrale del fiume, la parte centrale del fiume invece, la parte centrale del fiume che doveva esondare è rimasta completamente fuori ed ha interessato tutta l’altra zona, Vi dicevo che la notte è andata in quei termini, abbiamo girato per capire quale fosse il perimetro e alcune cose, alcune aree non le avevamo neanche censite, nemmeno censite, non sapevamo che via Podesti fosse interessata fino al distributore della benzina, non lo sapevamo, perché chi era interessato non poteva chiamare e tutti i mezzi che giravano erano orientati al soccorso, orientati solo al soccorso. E dicevo, devo ringraziare la Prefettura e la Protezione Civile con i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza, il Corpo Forestale dello Stato, i nostri Carabinieri, i nostri dipendenti che hanno lavorato giorno e notte, giorno e notte, giorno e notte senza soluzione di continuità sempre tutti, tutti insieme. perché una volta che abbiamo capito che cosa c’era accaduto e non avevamo nemmeno la certezza della rottura dell’argine, ci siamo mossi…ci siamo mossi per…per ripristinare, per ripristinare. Prima facendo l’assistenza alle persone, avevamo aperto un Centro sulla palestra di Campo Boario, abbiamo aperto un altro Centro al Seminario, al Seminario, per dare accoglienza alle persone che erano rimaste senza niente. Abbiamo da lì, il giorno dopo abbiamo iniziato a pianificare il recupero,…il recupero complicato.
Avevamo esperienze raccolte in giro per l’Italia, Olbia qualche mese prima, Roma l’anno scorso, da noi Osimo. Sapevamo, sapevamo che quel tipo di invasione così importante avrebbe determinato una serie di problemi. Uno, l’accoglienza e l’assistenza alla popolazione, due, il ripristino di quello che poi si sarebbe determinato. Quantitativi di case, non rifiuti, case che venivano buttate fuori, perché invase da acqua e fango. Allora abbiamo iniziato da lì a mettere in campo un’operazione che dividendo i compiti da quelli sanitari, in capo all’Assessore Volpini a quelli degli interventi strutturali, ognuno con un prezzo compreso da un’esperienza forse unica abbiamo affidato il Volontariato Spontaneo alla Caritas, in un rapporto sancito: noi facevamo delle cose e il Volontariato Spontaneo era gestito anche quello. Perché non avevamo bisogno di confusione, non avevamo bisogno di spontaneità non orientata. Abbiamo iniziato a recuperare. Abbiamo recuperato. Abbiamo cercato di evitare quelle situazioni disastrose ulteriori che si verificano. Altri comuni sono rimasti, qualcuno non se lo vuol sentir dire, sono rimasti con i rifiuti per strada per 8 / 10 mesi, 10 mesi, assumendoci anche qualche responsabilità, qualche responsabilità. Non abbiamo portato i rifiuti come dice la Legge, direttamente in discarica. Abbiamo creato una stazione di stoccaggio provvisoria, che era quella…quella all’Uscita dell’Autostrada, quella stessa Autostrada che qualche ora prima aveva tutte le macchine affogate. Tutte. Tutte! Al Casello dell’Autostrada c’era un metro ed 80 di acqua, come c’era su via Anita Garibaldi, come c’era su via Trieste, come c’era su via Feltrini, come c’era su via La Marca, su via Pergolesi, su via Degli Orti, dove i salvataggi sono stati a dir…gli interventi sono stati pianificati in questi termini. Abbiamo deciso anche di non ascoltare più niente, perché una volta che abbiamo individuato il perimetro abbiamo diviso la città in zone, ci siamo dati degli obiettivi che erano quelli possibili e gestibili post-evento: 10 gg. per ripulire quasi tutta la città. Quelli erano in capo al Comune e prendendo a noleggio un mezzo, realizzando un impianto provvisorio siamo riusciti a fermare questa operazione, ma non è bastata, perché c’è stata l’assistenza, all’inizio qualche volte un po’ confusa, poi efficace. Le persone che erano senza niente ospitate in albergo, le altre che hanno dichiarato di trovare soluzioni di fortuna, ma trovate e quel fenomeno incredibile che è accaduto dove tutta la città tutta, si è rimboccata le maniche. Tutti quelli che erano alluvionati, quelli che non avevano più la casa, quelli che non avevano più l’attività, quelli che avevano un’azienda, penso a Villa Silvia, una struttura sanitaria determinante per questo territorio. La parte diagnostica tutta buttata. Tutta. Un problema enorme anche per noi. Anche per noi perché un sistema di un privato o di un privato convenzionato.
Allora i residenti interessati 9707. Quelli che sono, quelli che le famiglie hanno perso tutto, quelli che erano al piano primo o al piano terra o seminterrato 1250. 542 le aziende articolate perché sono esercizi commerciali, sono attività di servizio, artigiani, agricole e tante altre comprese quelle che vi dicevo di Villa Silvia. Siamo partiti però cercando di organizzare al meglio, dovevamo comunicare al Governo i nostri danni e vengo anche alla presenza del Primo Ministro e dei Ministri a Senigallia. Non sono state passerelle come qualcuno le ha definite. Non sono state passerelle perché chi c’era sa che cosa ho chiesto al Primo Ministro, sa che cosa ho chiesto ai Ministri e Sottosegretari. Abbiamo bisogno di un esempio. Una città devastata come la nostra, una città che viene massacrata da un evento imprevedibile, ingestibile ha bisogno di una reazione. Noi dimostreremo di avere questo tipo di reazione, come abbiamo fatto.
E il Governo ora ci deve mettere nelle condizioni di ripartire. Uno con la Dichiarazione dello Stato di Emergenza, due, con le risorse che possono ristornare le aziende e le famiglie. Ma non è bastato perché non abbiamo aspettato solo quello, ci siamo attivati, come è giusto che sia, cercando risorse dappertutto. Anche qui in un rapporto con la Caritas Diocesana, dove la CEI ha messo a disposizione circa un milione di € per le famiglie e per i danni che ha subito la Caritas in zona Largo della Vittoria e le risorse che noi riusciamo a reperire con i rapporti. La Fondazione, lo voglio dire, la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona 500 mila € a favore del Comune di Senigallia per i nostri alluvionati e stiamo lavorando con le altre fondazioni che hanno dato anche loro una..una…un’altra adesione ed altri rapporti penso con EBAM per recuperare alcuni interventi nel pubblico.
Il Palazzetto dello Sport è inagibile, la Piscina Comunale è compromessa, il sistema scolastico delle Superiori non esiste più, l’IPSIA non esiste più. La scuola IPSIA tutti i laboratori dell’IPSIA sono da buttare. Un milione e 400 mila € per i laboratori più gli interventi strutturali. Se non s’interviene rischiamo di compromettere anche quel tipo di offerta che era eccezionale. Ma non basta. Ci sono le altre scuole. Tutte le altre che hanno le Centrali Termiche compromesse, hanno gli impianti che non funzionano, hanno tutto un sistema che ormai è devastato sempre da quell’allerta secondo alcuni non data. Gli stessi danni che ha il Commissariato, gli stessi danni che hanno i Vigili del Fuoco. Un sistema che dicevo ha funzionato nel Post, purtroppo, dove noi fortunatamente abbiamo un ruolo, fortunatamente abbiamo un ruolo, dove non ce lo abbiamo, diventa molto più complicato.
Ed allora penso al nostro fiume, penso al nostro fiume. Perché come vi dicevo all’inizio, con il fiume ci abbiamo convissuto, è stato modificato, è stato, è stato manomesso, non è stato manutenuto, ed allora, ed allora rispetto a quello che è successo, rispetto a quello che è successo, i primi a chiedere a chiederne i motivi logicamente siamo noi tutti. Siamo noi. Però bisogna anche girare e capire che cosa bisogna fare su quel fiume. Bisogna capire che cosa dobbiamo fare. Ed allora le vasche di espansione, le vasche di espansione, quelle tanto discusse e dibattute in passato, tanto dibattute in passato, ricordo che nel 1999 erano in appalto, venne revocato l’appalto e avocato al Comune di Senigallia la progettazione, perché quelle erano troppo impattanti. Io sono convinto che quelle erano forse quelle che funzionavano, le condizioni, forse, forse, forse perché per quella quantità di acqua che è arrivata forse nemmeno quelle. Perché il fiume le vasche di espansione se l’è create da solo quando ha rotto gli argini e nel fosso del Sambuco e ha creato un argine unico sul Pra di Baviera si è creata una cassa di espansione naturale…(brusii NdR) quella non era una cassa di espansione, se l’è creata da solo. Se si rompe l’argine del Pra di Baviera…(ancora brusii e suono della campanella dal banco del Presidente che chiede:” per favore… per favore… se interrompiamo non è che i tempi andranno più rapidi insomma. Se qualcuno li volesse più rapidi” NdR)…io non penso che un evento di questa portata possa avere un contingentamento dei tempi anche nelle descrizioni, anche negli eventi, perché lo dobbiamo liquidare sempre con un si è rotto un argine e finisce così, oppure dobbiamo rimanere nel dubbio degli allerta dati o quelli non dati o dobbiamo, dobbiamo, dobbiamo pensare oltre a quello che dobbiamo fare. Ecco io che ero lì dentro e che conosco i vari passaggi, forse come non li conosce nemmeno nessuno, nemmeno la Protezione Civile, anche se sono stati…
I livelli d’intervento oggi sul fiume sono di due tipi. Intanto il ripristino dei danni fatti che è quello che abbiamo chiesto immediatamente alla Provincia che è competente e sta intervenendo sulla rottura di Borgo Bicchia, però devono ripristinare anche tutte le altre rotture che ci sono a monte. Tutte. E lo devono fare con tanta celerità per almeno ripristinare le condizioni antecedenti all’evento. Però questo non basta, questo non basta e noi dobbiamo essere sicuri che un evento di questa portata non riaccada più. Non possiamo pensare che dentro Borgo Bicchia arrivi l’acqua a un metro e 90, non possiamo pensare che dentro via Trieste arrivi l’acqua ad un metro e 90, perché i nostri allagamenti del passato sono stati sempre gestibili, sono stati sempre tranne che in qualche situazione dove, penso sempre alla zona del…nel ’76 tutte le alluvioni nostre sono state alluvioni ed allagamenti. Cioè l’acqua è arrivata anche a livelli importanti, anche quelli di un metro, ma sono stati sempre livelli gestibili, cioè di una crescita progressiva di 10 metri…di 10 cm.in un tempo e dopo due ore poteva arrivare anche al metro. Così è stato. Questa è stata un’altra cosa. Questa è stata un’altra cosa. L’acqua che è passata su via Anita Garibaldi alla velocità di 50 km/h, quella non è mai capitata nella nostra città. Mai!
Ed allora dobbiamo ripensare, ripensare e capire come mettiamo in sicurezza il fiume. Vedete…vedete…bastano le vasche di espansione, quelle che erano previste? vanno rifatti gli argini? ma se si rifanno gli argini dobbiamo pensarla nell‘escavo del fiume perché vanno ripristinate le profondità, perché se dentro la città non ci sono i metri che servono, lì c’è una strozzatura inevitabile. E non è vero che in eventi di questa portata non accadono, accadono, accadono e li dobbiamo ripensare e li dobbiamo ripensare…li dobbiamo ripensare ristudiando. Abbiamo chiesto immediatamente alla Regione ed alla Provincia di rioccuparsi in maniera strutturale, perché questo evento straordinario che ha determinato questa cosa che ancora oggi facciamo difficoltà a capire che uno che abita in via Anita Garibaldi non si da pace perché non è stato avvisato e perché gli è arrivato un metro e mezzo di acqua, anzi in diagonale ne è arrivato quasi due, in diagonale. Esatto. E siccome sono accadute,… sono accadute, si è rotto un argine e non era mai accaduto in quel punto e con quella portata adesso dobbiamo gestire la fase successiva.
La fase successiva che però ha degli step… allora…la fase successiva è fatta di risorse da reperire dalla città e da destinare a chi non ha più nulla e ci stiamo provando perché ho aperto un C/C insieme alla Caritas, da domani (4 c.m. NdR) usciremo con un bando per dare le poche, ma intanto i primi segni che arrivano da quel milione di € e che sono destinate alle persone che hanno perso la casa, la casa, che hanno perso la casa. E ci stiamo lavorando e sosteniamo quel C/C dappertutto, perché quelle sono le risorse che abbiamo, che arrivano dalle fondazioni, dalle Banche, da privati, da iniziative che vengono messe in campo, da tante che ne stiamo pensando, sempre fatte insieme alla Caritas per ridistribuire come abbiamo cercato di gestire la partita di elettrodomestici, come abbiamo cercato di gestire la questione dei mobili, delle convenzioni per avere una scontistica adeguata nei confronti degli alluvionati. Poi le cose qualche volta sono asincrone alle necessità. Sono asincrone ed allora noi continuiamo a lavorare su quel fronte. Su quel fronte lì: reperimento delle risorse.
E lavoriamo sul fronte del Governo.
Lavoriamo sul fronte del Governo per avere lo Stato di Emergenza. Sappiate che normalmente viene dichiarato dopo 60gg. Olbia con danni con 19 morti, avvenuto il 18 di Novembre lo Stato di Emergenza il 10 di Gennaio. Zona di Roma 31 di gennaio ancora lo Stato di Emergenza non è stato dichiarato. però stiamo lavorando su quel fronte perché avere lo Stato di Emergenza ed avere il riconoscimento da parte dello Stato già delle risorse per ripristinare i danni che abbiamo subito e poi i danni che hanno subito le imprese e le famiglie. Su quello ci stiamo impegnando.Ovvio che i 200 milioni di € complessivi che sono, che sono stati arrecati, difficilmente riverranno stornati tutti. Difficilmente! Anzi in questa nazione è mai accaduto, perché putroppo i danni sono a beni, a beni, a beni mobili, non ad immobili, come può accadere con un terremoto. Però noi su questo fronte ci stiamo lavorando. Ci stiamo lavorando e non smetteremo di lavorare senza che vengano strumentalizzate, che vengano sottolineate, che vengano depistate. I temi che abbiamo affrontato penso in maniera molto seria.
Però stasera il Consiglio Comunale e voglio che rimanga agli atti i ringraziamenti formali che voglio fare a chi ha lavorato al fianco dei nostri concittadini, al fianco dei nostri alluvionati, al fianco delle nostre imprese. Ad iniziare dalle figure Istituzionali che forse come non mai abbiamo sentito la vicinanza in questo momento della Regione e del Governatore insieme al Dott. Oreficini, che è una delle massime autorità in campo della Protezione Civile Italiana e che ci ha permesso di avere pianificazione mezzi ed uomini nel giro di pochissimo tempo pari a quella velocità che il fiume stava interessando la nostra città. E con lui con Oreficini il Dott. Tiberio o l’Ing. Balducci, che sono stati qui giorno e notte insieme a Maurizio Marcellini ed agli altri collaboratori. Ringrazio anche la Prefettura nella figura di sua Ecc. Alfonso Pironti. Le prime telefonate alla mattina del 3, le prime telefonate la mattina del 3 sono state quelle del Prefetto che aveva una situazione complessiva articolata su tutta la Provincia, ma che rispondeva alle sollecitazioni che arrivavano dal Comune di Senigallia. I Vigili del Fuoco, i Vigili del Fuoco guardate sono intervenuti in una situazione drammatica, hanno fatto salvataggi e salvato decine di persone, ma non solo. Hanno continuato con noi i giorni successivi a rispondere al coordinamento del Sindaco rispetto al pompaggio delle strutture pubbliche agli interventi nelle case private al lavaggio delle strade, alla sistemazione ed alla collaborazione con tutti gli altri. E penso…penso a quello che ha fatto la Polizia di Stato, la Polizia di Stato. Guardate che gestire solo il traffico in quei momenti anche la domenica successiva è molto complicato. E ringrazio il Questore ed il dott. Licari per quello che sono riusciti a reperire come personale e sempre disponibile dentro al COC ad organizzare e garantire la sicurezza delle zone perimetrate. Per 10 gg., 10 gg. pattuglie hanno garantito il perimetro ed hanno garantito l’incolumità anche di situazioni che si possono articolare dietro a quelle situazioni. Dicevo la Polizia di Stato e il Reparto Mobile. Il reparto Mobile che si è messo a disposizione alle condizioni date. Quindi anche lì nel tutelareil perimetro che era stato determinato come i nostri Carabinieri quelli regionali e quelli del nostro Comune e del nostro Commissariato. La Guardia di Finanza l’ho detto, c’è stato il reparto sommozzatori che non era previsto nell’intervento ed ha salvato decine di persone a Borgo Bicchia. Più tutto quello che è stato realizzato sempre in coordinazione con il COC Comunale. Ringrazio il Corpo Forestale dello Stato e la Capitaneria di Porto, la nostra ASUR che ha garantito la balneabilità, che ha garantito i servizi, che ha trovato sempre il modo di verificare in situazioni complicate dal punto di vista igienico e di prestazioni di servizi alla persona. La Croce Rossa Italiana. La CRI che insieme al nostro…ai volontari della Protezione Civile sono stati determinanti. Chiudo con i ringraziamenti ai tanti ragazzi ed alle tante ragazze che abbiamo qui visto per le nostre strade (un caldo applauso si alza dal pubblico presente. NdR) i tanti ragazzi e le tante ragazze che coordinati dalla Caritas e voglio ringraziare il suo Direttore Giovanni Bomprezzi, il Presidente il nostro carissimo Vescovo per la vicinanza che ha dimostrato e la piena disponibilità e collaborazione che è stata messa in campo. Quei ragazzi sono quelli che vituperiamo, quelli che li riconosciamo solo e pensiamo che sono quelli dei cellulari, quelli dei sabati sballati, ed invece sono quelli che forse non tutti bravissimi a scuola, in questa nostra scuola, che invece si sono adoperati nella difficoltà stando al fianco, mettendosi a disposizione cercando di aiutare chi non aveva più niente.
E penso che questa da una tragedia come questa dobbiamo tirar fuori un insegnamento. Sta proprio in una ritrovata sensibilità che abbiamo come cittadini che ci abbiamo come collettività, che ci abbiamo come rapporto che forse qualche volta nemmeno riusciamo più ad individuarlo. Diamo più peso alle cose che perdiamo che alle vite che sono perse e siccome il mio pensiero va sempre a loro perché Cicetti è il padre di un nostro amico e forse pur tentando, anche in modo disperato, non sono riuscito a salvarlo ed allora il mio pensiero va lì. Va lì e la cosa che vorrei fare è pensare che una cosa del genere, una tragedia del genere non si possa ripetere più in questa città. E penso che siamo stati veramente fortunati, veramente fortunati, pur perdendo 1.500 macchine, pur avendo 1.250 famiglie senza più niente, perché se non ci fosse stato qualcosa che faceva prevalere quel bene sul male che si era determinato, noi avremmo pianto centinaia e centinaia di morti. E oggi forse ce ne rendiamo più conto rispetto a venerdì 2 Maggio quando tutti insieme pensavamo che questa città non poteva essere interessata da un evento del genere. Lavoreremo finchè ci siamo e ci saremo perché questa cosa non accada più e perché le nostre famiglie e le nostre imprese possano rivedere un po’ di luce. Io penso che ognuno di noi per il ruolo ha una grandissima responsabilità e forse quando ci troviamo d’avanti ad un evento del genere la responsabilità supera il ruolo e ti accorgi che il tuo impegno la tua dedizione la tua passionepuò tradursi in un grandissimo dolore che nessuna risorsa, nessun finanziamento, nessun C/C ti potrà restituire la tranquillità che abbiamo perso e l’abbiamo persa il 3 di Maggio tutti insieme. Dopo quella tranquillità dobbiamo tentare di trovare una speranza ed allora dobbiamo rilavorare assieme per cercare di ricostruire una collettività che è stata segnata è stata provata ma che può avere la forza di potercela fare. Io mi scuso con i Consiglieri Comunali, con i cittadini, non ho ricostruito non ha funzionato, non hanno funzionato le nostre schede, ma in quella foto dei nostri figli…dei nostri figli (qualche fischio dal pubblico. NdR) in quella foto dei nostri figli c’è forse il futuro e noi lavoreremo per i figli di tutti… e noi lavoreremo per quei figli come abbiamo sempre fatto, ognuno con le responsabilità ed ognuno con le proprie colpe, E siccome c’è la Magistratura che indaga ognuno di noi sa quello che ha fatto, sa quello che doveva fare e sa come l’ha potuto fare e finchè ci sarà continuerà a lavorare a testa bassa come abbiamo sempre fatto.

Franco Giannini
Pubblicato Venerdì 6 giugno, 2014 su SenigalliaNotizie.it 

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