Il paese com'è oggi, riveduto e corretto del com'era "al tempo delle mele" degli Ospiti residenti.
A seguito delle festività pasquali solo ora sono a riportare la suggestiva cerimonia della donazione
avvenuta il 2 aprile. Solitamente tutti questi tipi di cerimonie si è
soliti etichettarle, con un filo di retorica, come appunto ho definito
suggestive, commoventi, toccanti, coinvolgenti e chi più ne ha più ne metta.
Ma in questo caso, l’uso di tali aggettivi, non è certamente
un farsi prendere dal facile uso dell’enfasi, perchè si è trattato
veramente non di un semplice scoprimento di una tela. In quel gesto atto
a far cadere quel drappo bianco consegnando un’opera d’arte ad una
Comunità particolare, c’era molto di più.
Arte, ricordi, umanità, rispetto, nonchè l’invito ad
sempre maggior fusione della Comunità anziana e non solo, interna alla
Casa, con quella più giovane del Paese: il tutto racchiuso e custodito gelosamente
dentro quegli appena due metri quadri di tela tenuta assieme da una
leggera cornice, poco appariscente, in modo tale da non distogliere
l’attenzione dal suo più importante contenuto.
Avrei voluto scrivere che alla cerimonia presenziavano anche Josè Feliciano o i Ricchi e Poveri che con le parole e la musica della loro canzone sanremese “Che sarà”, avrebbero potuto darla ad intendere che erano state pensate e scritte proprio per questa occasione e per questo quadro: “Paese
mio che stai sulla collina – disteso come un vecchio addormentato – la
noia l’abbandono il niente – son la tua malattia paese mio ti lascio e
vado via…” ed ancora proseguiva con: “… gli amici miei son
quasi tutti via – e gli altri partiranno dopo me – peccato – perche’
stavo bene in loro compagnia – ma tutto passa tutto se ne va – che sara’
che sara’ che sarà…”.
Infatti questo evento ha casualmente come titolo “Paese Mio”.
Infatti questo evento ha casualmente come titolo “Paese Mio”.
Un velo di malinconia dovuto a quel po’ di rimpianto
che abbiamo tutti per i tempi trascorsi, ma che è durato solo una
frazione di secondo, perchè l’autrice di quest’opera, la Signora Brunella Romyo,
è riuscita a scacciare in un batti baleno, giusto il tempo della caduta
del drappo. Poi osservando l’opera, ci si è ripresi e con l’apporto dei
festosi caldi colori e l’aggiunta di immagini vive,
seppur fantasiose (oggi scomparse e divenute inesistenti) di quei giorni
passati, gli Ospiti della Casa, si sono sentiti riportare ai tempi della loro gioventù,
quella di cui sono intessuti i loro discorsi quotidiani. Infatti gli
Ospiti ricordano spesso e sempre con allegria, i ricordi della loro
infanzia, della loro adolescenza: quell’età giovanile che proprio per
questo rimarrà sempre bella nella loro memoria.
E questo quadro sarà lì, ogni mattina proprio quale stimolo per rammentare loro piacevoli momenti della loro gioventù.
A togliere il drappo sancendo così il definitivo dono dell’opera, due
Ospiti della Fondazione, l’autrice Sig.ra Romyo ed il Dott. Sandro Sabbatini Presidente della Fondazione Casa dell’Accoglienza Federico Marulli accompagnati simbolicamente in quel gesto dalle principali autorità istituzionali e religiose del Paese.
Dopo
la benedizione dell’opera a completarne la presentazione anche un
puntuale e preciso intervento del nostro concittadino nonchè critico
d’arte Dott. Michele Garbin, che ne ha spiegato le difficoltà tecniche di esecuzione nonchè le qualità artistiche dell’autrice.
Ed ora attendiamo i prossimi lavori dell’artista, che come promesso si cimenterà nella rivisitazione dei vecchi vicoli di Ostra Vetere e che saranno presentati in una nuova mostra.
Ed ora attendiamo i prossimi lavori dell’artista, che come promesso si cimenterà nella rivisitazione dei vecchi vicoli di Ostra Vetere e che saranno presentati in una nuova mostra.
Prima di chiudere, io invece mi scuso per la scarsa qualità delle mie
foto e del mio video, fatte all’interno dell’atelier, che vista la
limitatissima abilità del sottoscritto aggiunta alla fretta per i motivi
già spiegati, ha portato ad un risultato poco entusiasmante (L’opera meritava molto di più!). Quelle invece relative all’interno della Fondazione, sono di altra mano e la cosa del resto ben visibile e palese.
La donazione del quadro: GUARDA il VIDEO su Facebook
Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta n°18: Brunella Romyo
Già pubblicato Domenica 12 aprile, 2015 su SenigalliaNotizie.it
Nessun commento:
Posta un commento