... quale nave scuffiata dalle ventate dei tanti governi succedutesi è sempre più ingovernabile comandata com'è da capitani di acqua dolce.
Più vado avanti nel tempo e più mi accorgo quanto sia bello possedere un blog.
C'è stato un tempo che possederne uno era diventata una moda alla quale non potevi sottrarti. E devo dire che anch'io ne fui colpito e mi lasciai trasportare dalla corrente. Solo che io, nel bene o nel male, ho continuato per mia ambizione (forse!) o egoismo (di certo). A molti altri è rimasto il gusto del commento telegrafico twiteriano o anche meno con il cliccare un "Mi piace" su FB.
Dicevo, ambizione, perché, seppur come scrivevo nel mio sottotitolo del blog :" Lo Scrivere, non deve essere una ricerca forzata di consensi..." fa sempre piacere essere letti e magari anche contestati. Egoismo di certo perché proseguo con :"... bensì uno degli antidoti più efficaci, per combattere quel
"rododen"T"ro, che la vita quotidiana non lesina di offrirci. Un po' come
il "canta che ti passa". Ed è questo, forse, il lato più curativo che prediligo, perché me la canto e me la suono come voglio e mi serve come valvola di sfogo. Un parafulmine personale con tanto di scarico a terra. Che cosa ne ottengo? Assolutamente nulla. Ma la rabbia accumulata, pian piano che scrivo, mi si scarica. Se dovessi esprimerla a parole e di fronte ad un pubblico, grande o piccolo che sia, credo che oggi non lo farei scrivendo da casa, ma qual "Silvio Pellico de noialtri", da qualche "Piombi" locale.
Le offese potrebbero piovere incontrollate e non avendo io semplice cittadino quella "Immunità" simbolo di potere della "Casta" che da tempo casta non lo è più, sarei sottoposto ad una pioggia di querele. Invece, sul "Blog", scrivi, offendi, usando quei bei termini esplicativi (magari anche volgari) che il buon dialetto a volte ci fornisce e poi quando la buriana ti è passata, rileggi, cerchi di sostituirli con altri più perbenisti, ma tanto più falsi e ti rimetti in pace con te stesso e con coloro che avevi attaccato.
pianta di rododendro |
Ieri sera, ad esempio, stavo cenando con mia moglie e guardavo il TG dove il solito "incantatori di serpenti" in trasferta nel paese di Casatchok (quello del ballo della steppa) ci raccontava di quanto lavoro porterà in Italia, malgrado le sanzioni europee nei confronti della Russia. E mia moglie, come un sottofondo, mangiando mozzarella ed insalata, borbottando sottolineava :"... ma che bravo... intanto oggi è il 17 del mese e la pensione mia è già finita". Ed allora mentre lei si sfogava, io pensavo, sempre relativamente a questo personaggio tanto arrogante quanto buffo e senza alcuna decenza morale, che alcuni giorni prima in un incontro con i commercianti aveva detto che gli italiani con quegli 80 € che avevano trovato nella loro busta paga di 1000 € erano potuti andare a farsi una pizza o a mangiarsi un gelato. E' in casi come questo che si perde la luce dagli occhi quando emerge in maniera spudorata la limitatezza di pensiero e l'apertura mentale di coloro, che hanno la fortuna di possedere " il budello grasso". E sono convinto che non lo fa neppure apposta, ma solo per l'inconsapevolezza che ha costui (e di chi lo ha preceduto) di come una famiglia deve gestire 1000 (e già sono "fortunate") e spesso anche meno € e che quindi quegli 80 € a tutto serviranno fuorché, credo, alla pizza o a leccarsi il gelato. Una possibilità più reale è che invece essi siano resi allo Stato Creditore, (perché non tutti noi "mortali" siamo come lo Stato che paga a babbo morto), un esattore senz 'anima che pretende il pagamento immediato dei suoi balzelli, alla scadenza!
E mentre i titoli continuavano a scorrere tutti con notizie poco allegre, i bocconi stentavano a scendere. Ed ecco che si parlava, guarda caso, di malasanità. L'ennesimo caso di una mamma (questa volta di due gemellini) che per un motivo non ancora chiaro, aveva reso orfani per, si dice, (anche perché si attendono i risultati delle solite autopsie che si fanno in questi casi ordinate dalle Magistrature), per un errore, ripeto il si dice, medico. L'ospedale, ancora una volta, quello del profondo sud : Reggio Calabria. E nel mentre la rabbia saliva al solo sentire di come la Sanità Italiana continui a fare danni, guidata com'è in modo pietoso da quell'incompetente ministra senza alcun titolo accademico (se non quello solito di una vergognosa politica) ed incapace di distinguere un'iniezione intramuscolare da un' endovenosa, raccontavo a mia moglie come la Casta della politica romana, malgrado continuino a parlare di tagli dei privilegi, hanno una assistenza ambulatoriale all'interno del Parlamento e che ci costa 2 milioni di Euro l'anno.
E nauseato dall'insieme di queste nefande notizie e dai più umilianti (per noi ascoltatori) comportamenti politici, mi alzavo da tavola masticando un vaffa indirizzato a..., indovinate voi, ripromettendomi di rilassarmi, almeno, con il vedere la partita di calcio tra l' Italia - Svezia, e con lo sfogliare il quotidiano nel quarto d'ora d'intervallo che è solitamente occupato dalla immancabile pubblicità (come se non pagassimo già il canone di abbonamento!).
Ma devo convenire che la scelta non è che sia risultata poi una delle migliori. Si, lo so, come ha poi esclamato il Zenga nazionale mondiale ed il commentatore RAI dopo il gol italiano alla fine del secondo tempo :"... Si, non avremmo giocato bene, ma per una volta diciamocelo pure, chissenefrega, abbiamo vinto.". Ma ho dovuto attendere quasi 80 minuti!!
Ma non è forse quello che avranno pensato i più, come sono la maggior parte degli italiani, propensi a nascondere la testa sotto la sabbia e gridare "abbiamo vinto" con la stessa facilità del "hanno perso"!! Ma io che nell'intervallo mi ero soffermato nella lettura del quotidiano e mi ero fermato a leggere un trafiletto che riportava i premi partita dei nostri nazionali, sarò uno sfigato, ad onor del vero ci sono rimasto invece veramente male. Infatti, udite, udite, i premi che verranno consegnati ai nostri eroi, saranno in ragione di 267 mila €. Ma non da dividere tra tutti i partecipanti, 267 mila pro capite. O meglio così ripartiti: 27 mila € se si toccheranno i quarti, più altri 40 mila se raggiungeranno le semifinali, più ancora 70 mila se l'obiettivo toccato sarà quello della finale ed infine altri 130 mila se si apriranno le porte dell'Olimpo con la vittoria del titolo europeo.
Ed il bello è che il redattore, quasi a scusarli, definiva tale cifra "contenuta". Solo perché la Germania e la Francia ne darebbero 300 mila e la Turchia, ma per me questa nazione non fa testo, anche perché i bookmakers la darebbero 5000 a 1, ne concederebbero "appena 750 mila". Il tutto, miei cari signori, non per un'operazione a cuore aperto, ma per due calci in un pallone e come si sta vedendo in questo europeo, neppure dati (dal più delle squadre, con eccelsa professionalità, tecnica ed impegno.
Sintomo, quello dei premi, di una mancanza di rispetto nei confronti del valore del denaro ed ancor più verso il modo in cui questo viene guadagnato. Un' incapacità di chi lo spende e spande con tanta facilità confondendo Necessità con Esigenze. Un fregarsene di offendere chi guadagna certe cifre (e sono già fortunati ad avere un lavoro seppur con uno stipendio da fame!) sempre che tutto vada bene, con 20 anni di lavoro e magari alzandosi alle 5 del mattino e questi pochi privileggiati se le possono portare a casa con 20 giorni di ferie facendo un lavoro che "una volta" forse amavano e che oggi considerano "stancante". E questa non è invidia, assolutamente, è solo una valutazione di quanto certe cattive valutazioni potrebbero alimentere, ogni giorno che passa ancor più, le disuguglianze. Aggiungo anche, neppure per cattiveria, ma proprio per non conoscere (e spesso per essersene dimenticati!) di quelle che sono le necessità, a volte vitali, dei meno fortunati. Ecco che allora ritorno da dove ero partito da lì ritorno, non quindi una pizza o un gelato, meglio un paio di scarpe al bimbo più piccolo...
di Franco Giannini
E mentre i titoli continuavano a scorrere tutti con notizie poco allegre, i bocconi stentavano a scendere. Ed ecco che si parlava, guarda caso, di malasanità. L'ennesimo caso di una mamma (questa volta di due gemellini) che per un motivo non ancora chiaro, aveva reso orfani per, si dice, (anche perché si attendono i risultati delle solite autopsie che si fanno in questi casi ordinate dalle Magistrature), per un errore, ripeto il si dice, medico. L'ospedale, ancora una volta, quello del profondo sud : Reggio Calabria. E nel mentre la rabbia saliva al solo sentire di come la Sanità Italiana continui a fare danni, guidata com'è in modo pietoso da quell'incompetente ministra senza alcun titolo accademico (se non quello solito di una vergognosa politica) ed incapace di distinguere un'iniezione intramuscolare da un' endovenosa, raccontavo a mia moglie come la Casta della politica romana, malgrado continuino a parlare di tagli dei privilegi, hanno una assistenza ambulatoriale all'interno del Parlamento e che ci costa 2 milioni di Euro l'anno.
E nauseato dall'insieme di queste nefande notizie e dai più umilianti (per noi ascoltatori) comportamenti politici, mi alzavo da tavola masticando un vaffa indirizzato a..., indovinate voi, ripromettendomi di rilassarmi, almeno, con il vedere la partita di calcio tra l' Italia - Svezia, e con lo sfogliare il quotidiano nel quarto d'ora d'intervallo che è solitamente occupato dalla immancabile pubblicità (come se non pagassimo già il canone di abbonamento!).
Ma devo convenire che la scelta non è che sia risultata poi una delle migliori. Si, lo so, come ha poi esclamato il Zenga nazionale mondiale ed il commentatore RAI dopo il gol italiano alla fine del secondo tempo :"... Si, non avremmo giocato bene, ma per una volta diciamocelo pure, chissenefrega, abbiamo vinto.". Ma ho dovuto attendere quasi 80 minuti!!
Ma non è forse quello che avranno pensato i più, come sono la maggior parte degli italiani, propensi a nascondere la testa sotto la sabbia e gridare "abbiamo vinto" con la stessa facilità del "hanno perso"!! Ma io che nell'intervallo mi ero soffermato nella lettura del quotidiano e mi ero fermato a leggere un trafiletto che riportava i premi partita dei nostri nazionali, sarò uno sfigato, ad onor del vero ci sono rimasto invece veramente male. Infatti, udite, udite, i premi che verranno consegnati ai nostri eroi, saranno in ragione di 267 mila €. Ma non da dividere tra tutti i partecipanti, 267 mila pro capite. O meglio così ripartiti: 27 mila € se si toccheranno i quarti, più altri 40 mila se raggiungeranno le semifinali, più ancora 70 mila se l'obiettivo toccato sarà quello della finale ed infine altri 130 mila se si apriranno le porte dell'Olimpo con la vittoria del titolo europeo.
Ed il bello è che il redattore, quasi a scusarli, definiva tale cifra "contenuta". Solo perché la Germania e la Francia ne darebbero 300 mila e la Turchia, ma per me questa nazione non fa testo, anche perché i bookmakers la darebbero 5000 a 1, ne concederebbero "appena 750 mila". Il tutto, miei cari signori, non per un'operazione a cuore aperto, ma per due calci in un pallone e come si sta vedendo in questo europeo, neppure dati (dal più delle squadre, con eccelsa professionalità, tecnica ed impegno.
Sintomo, quello dei premi, di una mancanza di rispetto nei confronti del valore del denaro ed ancor più verso il modo in cui questo viene guadagnato. Un' incapacità di chi lo spende e spande con tanta facilità confondendo Necessità con Esigenze. Un fregarsene di offendere chi guadagna certe cifre (e sono già fortunati ad avere un lavoro seppur con uno stipendio da fame!) sempre che tutto vada bene, con 20 anni di lavoro e magari alzandosi alle 5 del mattino e questi pochi privileggiati se le possono portare a casa con 20 giorni di ferie facendo un lavoro che "una volta" forse amavano e che oggi considerano "stancante". E questa non è invidia, assolutamente, è solo una valutazione di quanto certe cattive valutazioni potrebbero alimentere, ogni giorno che passa ancor più, le disuguglianze. Aggiungo anche, neppure per cattiveria, ma proprio per non conoscere (e spesso per essersene dimenticati!) di quelle che sono le necessità, a volte vitali, dei meno fortunati. Ecco che allora ritorno da dove ero partito da lì ritorno, non quindi una pizza o un gelato, meglio un paio di scarpe al bimbo più piccolo...
di Franco Giannini
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