… erano
Italiane ed ora con un nuovo lifting si sono fatte fare gli occhi
(speriamo solo quelli) a mandorla !
Premetto
subito, onde evitare malintesi di carattere sportivo, che di calcio
non mi interesso, non tifo per nessuna squadra e se solo potessi
anche rinnegare la mia origine nazionale, mi dichiarerei anche
apolide.
Ma
vivendo qui mi devo forzatamente adeguare, seppur non condividendole,
alle scelte che i VIP di ogni settore nazionale prendono per mio
conto.
Nei
miei 74 anni di vita ho visto prendere corpo tante cose buone ed
altre meno, ma in quest'ultimo trentennio le cose brutte ed
incomprensibili si sono fatte sempre più numerose ed inconcepibili.
Ma
proseguendo in questa riflessione andrei fuori tema. Quello di cui
intendevo parlare era infatti il vendersi di due squadre di calcio :
l' INTER fondata il 9 Marzo 1908 ed il MILAN fondata nell' ancor più
lontano 13 Dicembre 1899 tanto che se fossero state delle bottiglie
di liquore sulle loro etichette sarebbe comparsa la scritta “premiata
ditta fornitrice della Casa Reale” con il seguito delle infinite
medaglie ricevute per meriti “sportivi”.
Ed
invece dopo più di un secolo di storia, ecco che le due società
sportive, come tante altre note industrie (forse le migliori), non
sono riuscite a non imitare quelle economiche con l' entrata nel
mondo finanziario della quotazione in Borsa, la vendita di parte del
capitale sociale per far entrare fresca moneta straniera ed infine
nel cedere tutto il pacchetto azionario accoltellando alla schiena i
suoi sostenitori.
Che
c'è di strano? Si chiederà qualche ben pensante.
In
un mondo industrial-finanziario dove la “finanza”, l'Utile, ha la
priorità, di strano non ci sarebbe assolutamente nulla.
Ma
si da il fatto che queste si definiscono “Società Sportive”,
dove lo sport invece è passato in secondo piano, per far passare al
primo il “Business”.
Il
comportamento di queste due squadre (ma non sono le sole, perché
altre le stanno scimmiottando) sembra si sia dimenticato di alcune
definizioni ad esse legate, ai suoi affezionati sostenitori, alla
loro italianità, quali in primo luogo:
SPORT
: che è l'abbreviazione della parola inglese disport che
significa divertimento
SPORTIVO
: colui che pratica uno sport o gli sport in genere o s'interessa di
uno sport particolare seguendone con assiduità gli incontri relativi
(e non il gioco in borsa!)
TIFO
SPORTIVO : che è un fenomeno sociale per cui un individuo o un
gruppo di individui si impegnano a sostenere con vivo entusiasmo la
vittoria di un concorrente o di una squadra in una disciplina
sportiva per cui a volte si viene contagiati e ci si ammala (per il
resto dei nostri giorni) di questa particolare tipologia di tifo (che
non sarà mai intesa come febbre gialla!).
ULTRAS:
si definisce un tifoso organizzato di una determinata società
sportiva, più frequentemente di tipo calcistico, ma anche di
pallacanestro ed altri sport.
Ed
infine l' ITALIANITÀ : che il vocabolario Treccani definisce
“...l’essere e il sentirsi italiano; appartenenza alla civiltà,
alla storia, alla cultura e alla lingua italiana, e soprattutto la
coscienza di questa appartenenza.”.
Non
essendo io un tifoso, ne tanto meno un Ultras, vien da chiedermi
perché uno di questi affezionati dovrebbero ancora perdere l'uso
delle corde vocali per il grande urlare nel sostenere una squadra che
li ha abbandonati, il cui Presidente, un cinese dal nome
impronunciabile, è anche il nuovo proprietario, con l' 11% su 11 di
giocatori, componenti la squadra che scende in campo, tutti
stranieri, con una quotazione in Borsa anch'essa spostata in di
quelle loro nel Sol Levante e magari con degli sponsor sulle
magliette in cui non si possono neppure leggere la ragione sociale
perché scritti con ideogrammi cinesi? D' Italiano, quindi, che cosa
resta e perché Interisti e Milanisti dovrebbero continuare a tifare
per i vari Sig.ri Wang, Hu, Chen, Zhou ecc. che magari di calcio non
gliene frega nulla?
quello che del resto sanno fare !! |
Una
mossa che con lo Sport non ha assolutamente nulla da condividere e
che invece ha tanto di manovra per l'affermazione di una Economia
di Mercato, come del resto lo dimostrano gli articolisti dei giornali economici.
Visto
come siamo messi in Italia economicamente ed ora anche sportivamente
parlando, credo di essere un fortunato (almeno in questo!) a non soffrire la domenica per
una vittoria che magari non arriva, o per non sentirmi accapponare
la pelle quando la Nazionale si schiera e canta l'inno e tanto meno
se essa, malauguratamente (e spero di no per coloro che invece ne
soffrirebbero) dovesse essere eliminata (anche "grazie" alle scelte,
per me scellerate, che questi club stanno prendendo!).
di Franco Giannini
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