COMUNICATO STAMPA che ricevo con preghiera di pubblicazione.
Cosa che mi appresto a fare immediatamente vista la sua importanza in questo particolare momento, per quella parte di Senigallia, ferita dall'alluvione.
"La
Chiesa di Senigallia, vicina e solidale
“Quest’anno
celebriamo la festa del patrono in una situazione di emergenza dovuta
all’alluvione che ha colpito la nostra città e altre località
dell’entroterra”. Lo ha sottolineato, ieri, monsignor Giuseppe
Orlandoni, vescovo di Senigallia, nella Messa per la festa di San
Paolino. “È in una calamità come l’attuale - ha osservato il
presule - che noi sperimentiamo il senso del limite. A volte ci
sembra di essere così potenti da poter risolvere con le nostre sole
forze tutti i problemi”. Peraltro, “anche se la scienza e la
tecnica fossero in grado di risolvere tutti i problemi esse non sono
sufficienti a spiegarci il senso della vita, del dolore, della
sofferenza e della morte”. Ecco “perché abbiamo bisogno di un
patrono, di un punto di riferimento, di qualcuno a cui possiamo
rivolgerci con fiducia anche per andare oltre quelle che sono le
necessità immediate”.
“San
Paolino - ha sottolineato monsignor Orlandoni - ci insegna
l’importanza della fede e l’importanza dell’amore verso il
prossimo da vivere attraverso una carità concreta e fattiva. Di
fronte alle difficoltà e alle disgrazie del suo tempo san Paolino
non rimase con le mani in mano, ma si diede da fare”. Nella
circostanza della calamità naturale che si è abbattuta in città e
nel circondario, “vorremmo tutti sentirci vicini e solidali verso
coloro che hanno subito gravi danni dall’alluvione - ha affermato
il vescovo -: vicini e solidali verso le due famiglie che hanno perso
i loro cari, vicini e solidali verso coloro che hanno dovuto lasciare
la loro casa e cercare riparo in altro alloggio o che comunque hanno
perso i loro beni sotto l’acqua”. Poi ha ricordato: “La nostra
Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali si sono da subito
prodigate per assistere gli sfollati; il nostro Seminario si è
aperto per dare ospitalità e accoglienza ai senza tetto e ai
volontari”. Sempre, ma particolarmente di fronte a una calamità,
ha concluso, “tutti dovremmo sentirci vicini e solidali; tutti,
cittadini e istituzioni, dovremmo cercare di dare il nostro
contributo per il bene comune. È in questo che si riconosce la
civiltà di una comunità: quando si mettono da parte i conflitti e
le ideologie e si riesce a dare il meglio di noi stessi e vogliamo
essere una comunità coesa e solidale”.
La
Cei stanzia un milione di euro per Senigallia
Un
milione di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille. È quanto
disposto dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana “come
prima risposta solidale” all’alluvione che ha colpito le Marche.
“La zona maggiormente colpita - si legge in una nota diffusa
dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei -
coincide con la diocesi di Senigallia, dove alle due vittime si
aggiungono oltre 300 sfollati; ingenti i danni alle attività
produttive con fabbriche, laboratori e campi allagati. La Caritas, su
indicazione del vescovo, monsignor Giuseppe Orlandoni, e d’intesa
con le autorità locali, ha attivato in città due punti di pronta
accoglienza e preparazione pasti: a nord presso il Seminario
vescovile, a sud nella Casa San Benedetto. Caritas Italiana, in
costante collegamento con la Chiesa locale, si è prontamente messa a
disposizione per un pieno supporto e ha destinato un primo contributo
per gli interventi immediati in favore della popolazione colpita”. "
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