giovedì 17 luglio 2014

Un Robero Paradisi senza alcun burqa politico, ...

...disposto, come sempre, a parlare senza peli sulla lingua! 

Non lasciatevi ingannare dal sorriso del Consigliere Roberto Paradisi in questa foto! L’aperitivo di quello che sarà il resto dell’”intervista” immagino lo avrete già visto e ascoltato nel video. Cosa che consiglio di fare sempre ai lettori prima di partire con la lettura per il proseguo delle chiacchierate. Una pepata risposta alle prime due semplici domandine mi portano ad introdurre la prossima con un po’ di suspense.
GIANNINI – Nel 2010 Mangialardi ha avuto 13.127 voti pari al 50, 71% contro tutti i suoi concorrenti, che se si fossero coalizzati ne avrebbero accaparrati solo 366 in meno. Oggi, come ti dicevo, “Radio Strada” dice che i tempi sono cambiati, perché le “turbolenze” dei fatti avvenuti in questo ultimissimo periodo fanno vacillare la solidità di questa Giunta. Ma non sa che sono in tanti coloro della così detta opposizione che, con il cappello in mano, sono pronti a bussare alla porta del convento, confidando nel dono di un assessorato o un prestigioso incarico, in cambio, anche in questa mandata elettorale, di una manciata di voti. Che mi dici?
PARADISI (sorridendo NdR) – Una domanda che contiene una serie impressionante di domande. Partiamo allora da un dato di fatto. Io ho un lavoro di cui sono assolutamente soddisfatto, che faccio con passione e lo faccio anche, devo dire, con quel piglio che lo caratterizza anche nella mia vita politica. Ho interessi oltre la professione e la politica che sono sportivi e quindi ho una vita di cui mi ritengo assolutamente pieno, soddisfatto, anche con uno sfogo universitario che in qualche modo mi dà una soddisfazione intellettuale, quindi io, a differenza di molti altri, non ho bisogno di un assessorato per sentirmi soddisfatto. C’è qualcuno, anche in questa città, che per un assessorato sarebbe disposto, non dico a vendere la madre, ma senza dubbio un paio di zie, si. Ecco, io credo che sia bene che in politica si facciano avanti persone che hanno già una propria vita – professionale, sportiva, sociale – perché se in politica si fanno avanti quelli che la vita professionale e magari una vita piena non ce l’hanno, davvero si rischia che si entri in politica per vivere di un assessorato. Ecco, questo credo che sia il rischio più alto nella vita politica attuale. Premesso questo e quindi in parte ho risposto a questa domanda, ci sono persone che sono disposte a tradire le bandiere di sempre, per una presidenza del consiglio comunale, o per un assessorato magari, ai servizi sociali o all’ambiente. D’altra parte però ritengo che ci siano stati dei movimenti importanti in questi ultimi tempi, che hanno in qualche modo fatto scricchiolare quello che è il senso granitico che aveva questa maggioranza. Non mi riferisco soltanto alle diatribe interne che il PD ha avuto. Basti pensare allo scontro importante tra alcuni settori all’interno della Giunta, tra Volpini ed il Sindaco e tra alcuni settori del PD ed altri, ma anche all’interno della stessa maggioranza con SEL, pensiamo alla figura di Girolametti ed altri, con SEL che sta tentando di recuperare un rapporto privilegiato di servilismo con la maggioranza, perché ha paura che qualcuno dall’ex-centrodestra possa arrivare in soccorso della maggioranza. Cioè, se da una parte c’è, da parte di qualche movimento d’opposizione, la voglia di assessorato, dall’altra parte, quella della maggioranza, c’è una voglia di attaccarsi alle poltrone che fa scricchiolare alcune certezze della maggioranza. In questi movimenti le persone serie possono avere, a mio avviso, uno spiraglio di entrata, una via dove entrare e magari fare una proposta che sia corretta, ma che sia alternativa, non interpretabile in modo ambiguo, appunto chiara nei confronti della cittadinanza. Io credo che in quella zona noi dobbiamo cercare l’alternativa all’attuale sistema di governo.
G – Devi sapere, Roberto, che parlare con te, mi mette un po’ in imbarazzo. Tu hai tre doti che io non posseggo, ma che vorrei avere e che sono: l’intelligenza, il dono della sintesi e l’oratoria. Come ti avevo accennato all’inizio, la domanda su Liverani: hai timore di questa nuova lista civica? Ritieni Marcello all’altezza del compito che si è prefissato? Vuoi sapere perché ho scelto di fare questa domanda a te solo ora, per il semplice fatto che, sempre attraverso quella “Radio Strada”, ti si immagina quale terzo incomodo nella corsa al posto di Sindaco. E’ vero che sarai dunque il terzo candidato?
P – Se io dovessi decidere di fare il “candidato”, direi che sarei il primo, perché il terzo, (sorridendo NdR) io non sono il terzo di nessuno, Ovviamente è una battuta! No, Marcello è un amico, è una persona che stimo, è una persona che a mio avviso ha delle indubbie qualità, è una persona che ha fatto un grave errore: quello di mettersi a capo di una lista civica, di auto candidarsi a sindaco senza affrontare alcun tipo di confronto con tutte le opposizioni. Non ci si candida da soli a Sindaci. Ci si mette a disposizione di un progetto. Si mettono insieme non i programmi, questa retorica dei programmi francamente mi ha un po’ stancato, si mettono insieme le priorità, che una coalizione alternativa a quella attuale di rimettere in campo, sulla base di quelle priorità, si sceglie una strada da seguire e poi insieme si sceglie eventualmente il candidato a sindaco. Marcello, poteva e può essere una forza che può concorrere a questa operazione, però francamente, quando si scelgono i generali sul campo, i generali sul campo non si auto proclamano. Quindi io ho detto a Marcello privatamente, ma lo dico anche pubblicamente, Marcello, a mio avviso, deve mettersi in discussione e deve, se vuole, fare un progetto insieme a tutte quelle forze dell’opposizione, che sono pronte a dare l’alternativa a questa città. Se lui è pronto a fare questo si metta in discussione, si metta intorno ad un tavolo con tutte le forze alternative a questa maggioranza e si ragioni sulle prossime elezioni amministrative.
G – Questa risposta mi porta a formularti quest’altra anche se già hai espresso in un certo qual modo il tuo pensiero. Avete pensato di presentarvi in una unica lista?
P – La risposta c’è e secondo me è si. Ci può essere. E’ uno degli obiettivi. Più che un’unica lista direi un’unica coalizione. Una strada che secondo me vale la pena di battere. Ovviamente con tutte le difficoltà che questo comporta e quindi va valutata nei prossimi mesi, ma io non la escluderei.
G – Opposizione! Questa sconosciuta! Che cosa ne pensi? Non ti sembra che il gruppo misto sia quello più numeroso e anche il più inutile? Rebecchini, Perini, Rimini, Canestrari, il vecchio arco costituzionale racchiuso in quattro nomi. Sono tutti ex di un qualche partito. Non parliamo poi dei desaparecidos. Quindi se questa è l’opposizione, puoi comprendere perché io credo che la maggioranza avrà vita facile anche questa volta.
P - No, io invece non credo. Dobbiamo distinguere all’interno del gruppo misto ci sono persone e persone. Luigi Rebecchini è una persona seria…
G – L’ho solo citato perché, del resto, fa parte anche lui di questo gruppo…
P – … si però è è pregiudiziale pensare che il gruppo misto sia un marchio di fabbrica. A livello comunale conta in realtà come si fa politica. L’atteggiamento personale di chi fa politica. Si può stare anche nel gruppo Pinco Pallino e fare un’opposizione seria intelligente e tenace. Questo sicuramente lo fa Luigi Rebecchini che ha la mia massima stima e con il quale sui banchi dell’opposizione ho un rapporto addirittura privilegiato. Quindi la mia è una massima stima nei confronti di Rebecchini che sta interpretando il ruolo dell’opposizione come deve essere interpretata. Alan Canestrari è arrivato adesso. Ha fatto questa scelta, che io ovviamente rispetto, anche se devo dire che appena Canestrari è entrato in consiglio comunale, ho detto che quando vorrà, le porte di Coordinamento Civico sono aperte, anche perché lui è stato eletto all’interno della coalizione Marcantoni con cui tutti eravamo. Quindi per lui le porte sono aperte, per ora ha deciso di stare nel gruppo misto, ma devo dire che la prima uscita che ha fatto Alan Canestrari sulla Commissione d’Inchiesta è stata franca, corretta, di chiara scelta di opposizione e quindi mi pare si sia messo nella strada giusta. Per quanto riguarda Enrico Rimini, io credo che ci sia veramente ben poco da dire: ha fatto un suo percorso. Il percorso è chiarissimo. Enrico Rimini ha scelto di abbandonare la strada dell’opposizione, per ora, per avere la presidenza di una Commissione permanente del Consiglio e poi probabilmente, perché ha tutta l’intenzione di allacciare, di tenere buoni rapporti con Maurizio Mangialardi, con il Sindaco. Però devo dire che io non sprecherei troppe parole per Enrico Rimini in quanto non lo ritengo un Consigliere comunale che possa in qualche modo esprimere una qualche visione politica per cui vale la pena fare dei commenti.
G – Non so se mi riesce bene il fare la parte del cattivo. Ci provo! Vogliamo parlare del tuo “Libro Bianco“? Ad onor del vero avrebbe dovuto essere una vera black list delle “mal-fatte” di personaggi e cose. E’ comunque sia un blog che nasce nel settembre del 2011 con ben 8 post. Poi la spinta iniziale, con il trascorrere del tempo sembra esaurirsi, tanto che oggi è fermo a febbraio e dal luglio del 2013 ad oggi sono stati pubblicati solo 5 post. Segno questo che la volontà di fare ce n’è sempre tanta, ma è solo questione di disponibilità di tempo, oppure non ci sono più cose degne di essere segnalate?
P – (sorridendo NdR) Noo, ci sono tantissime cose degne di essere segnalate. Il problema è che io ho ovviamente fatto partire…ricordiamo intanto come è nato il libro bianco, il mio libro bianco, su internet. Il mio libro bianco è nato da una vicenda molto chiara. Cioè il Sindaco di Senigallia, nell’estate di tre anni fa si mise la fascia tricolore, andò presso l’ufficio anagrafe del Comune di Senigallia, improvvisamente senza avvisare, tenne un comizio dicendo che avrebbe riportato la fascia tricolore perché erano finiti gli stanziamenti dello Stato agli enti locali, accusando il governo Berlusconi di questo e dicendo “non ci sono più soldi, a questo punto io riconsegnerò la fascia al Prefetto. Non possiamo più amministrare, dobbiamo tagliare i servizi sociali”. La mattina dopo, io, allo stesso orario ed allo stesso sportello mi sono recato all’ufficio anagrafe, senza fascia tricolore ed ho portato quello che ho definito quel giorno il libro bianco. Cioè portai una serie di determine e dimostrai nel giro di dieci minuti, improvvisando un comizio, come esattamente aveva fatto il sindaco Mangialardi, da quello stesso sportello, improvvisai un piccolo comizio ai cittadini, dimostrando che in appena due ore avevo scoperto, nel pomeriggio precedente, circa 150 mila € di soldi buttati. Cioè fatti cadere a grandine su associazioni amiche, amici degli amici, parenti di alcuni assessori che erano nella maggioranza, mi ricordo ancora le consulenze date agli amici del Partito Democratico e dissi se non ci sono i soldi per i servizi sociali, se non ci sono i soldi per gli asili, se non ci sono i soldi per i meno abbienti, perché ci sono i soldi per il consulente del sindaco, per l’avvocato esterno vicino al Partito Democratico, per l’associazione degli amici di SEL e dei Verdi, perché i soldi per loro ci sono? Il libro bianco nacque da lì. Fu una risposta contingente a questo tipo di provocazione da parte del Sindaco. Poi è continuato ovviamente, perché in molti mi hanno chiesto di continuare a sfrugugliare, a guardare le delibere e quindi è andata avanti. Era però la risposta in quel momento, ovviamente. Poi dopodiché la politica non è soltanto la pubblicazione delle spese che fa il Comune di Senigallia, delle spese folli che fa Mangialardi, la politica è altro. Io, nel mio gruppo Coordinamento Civico, sono completamente da solo. Quindi faccio tutto io, dalle Commissioni, a cui decido di partecipare se ci sono cose interessanti, alle proposte, allo studio delle delibere, alla analisi di quelle che sono ovviamente le priorità in scadenza in consiglio comunale e quindi ovviamente il libro bianco è diventato un promemoria per i cittadini, e quando c’è qualcosa di interessante, ovviamente continuo a metterlo, tempo permettendo. Ed è un promemoria, perché deve ricordare a tutti “attenzione perché è arrivato comunque lo spesometro ad oltre 800 mila €, attenzione a tutti”: in tre anni ho scoperto anche con un impegno non totale 800 mila € di sprechi. Questo è il Comune di Senigallia. E quindi resti lì come promemoria. Quando c’è qualche cosa di interessante ovviamente lo pubblicherò.
G – Immagino che se non ti formulassi la domanda di darmi il tuo parere sul come è stata gestita la situazione alluvione nei suoi pre, durante e post, magari andresti a riesumare lo spezzone di un film di Guareschi (di cui ora non rammento il titolo!), in cui Don Camillo rimprovera al suo cane che sotto il tavolo stava rosicando degli ossi che Peppone gli aveva gettato, con un lapidario “Venduto al Cremilino!” A te quindi la risposta.
P – Beh, sull’alluvione io credo che un Sindaco con un livello alto di etica politica, già si sarebbe dimesso. Dopo l’alluvione Mangialardi, avendo avuto la consapevolezza della totale inadeguatezza del suo ruolo, della sua persona in quanto politico in quella situazione, io credo che avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni. Inadeguatezza, perchè si è circondato di collaboratori che non hanno, non solo saputo prevedere un evento che eccezionale non era, tanto è vero che non è stato di una portata eccezionale, è un falso. E’ una falsità dire che ha piovuto in modo eccezionale. Non è vero. I millimetri di acqua caduta non sono eccezionali. E questo ormai credo che sia storicamente appurato. Quindi si è circondato di collaboratori che non sono stati in grado di prevedere e di prevenire, non è riuscito a mantenere il fiume e a mantenere gli argini del fiume e a garantire la sicurezza, non è stato in grado ovviamente nemmeno di capire che in quel momento c’erano tutte le popolazioni del centro cittadino che andavano avvisate, dal piano regolatore, via Capanna, il lungomare. Ha deciso di non avvisarle, quindi una gestione fallimentare del durante, una gestione fallimentare del dopo in cui nessuno sapeva che esisteva il COC. Hanno gestito l’alluvione con pacche sulle spalle, selfie e grandi sorrisi. L’immagine dell’alluvione credo sia il selfie di Gennaro Campanile che piange da solo in macchina, si fa scendere una lacrima e si autofotografa. Ecco questo francamente è stato lo schiaffo più pesante dato alla città. Io credo che onestamente, onestamente questa Amministrazione avrebbe dovuto dimettersi e rimettersi in gioco.
G – E proprio per continuare dimostrarti la mia assoluta indipendenza politico partitica, io pronuncio ancora solo questi nomi e parole: Italcementi-Sacelit-alberghi a 5 stelle-piazza-museo e tu come proseguiresti la discussione?”
P – L’avevo detto! Semplicemente l’avevo detto in consiglio comunale. Ricordo perfettamente. Mi alzai e dissi al sindaco allora Luana Angeloni, voi non realizzerete mai l’albergo a 5 stelle, voi non realizzerete mai il palazzo dei convegni, voi non realizzerete mai il Borgo delle Torri, sarà una enorme incompiuta, ci sapremo ridire tra qualche tempo. E puntualmente questo è successo, ricordo quello che avevo proposto io allora, io proposi allora di far fare agli imprenditori che vi avevano investito un progetto a misura d’uomo, cioè proposi di fare un intervento mooolto più ridotto, garantendo magari anche di fare anche degli appartamenti di monolocali, di mini-appartamenti, quindi di fare un un momento di grandissima crisi edilizia, far realizzare delle costruzioni più facilmente vendibili, ma dicendo, attenzione come opere pubbliche fate fare quello che a Senigallia manca. Cioè un grande impianto sportivo polivalente che valga per il turismo sportivo, magari non con un albergo a 5 stelle ma con un ostello sportivo vero, reale, per grandi avvenimenti sportivi, per il grande turismo sportivo. Avrà un costo molto minore, un impatto molto più forte in città, perché sul turismo sportivo noi dovremmo a mio avviso cominciare ad investire e probabilmente oggi non avremmo delle incompiute, avremmo un grande parco verde con impianti sportivi e magari con qualche mini appartamento venduto, con un imprenditore in meno in difficoltà, un’area interamente recuperata. L’avevo detto e puntualmente quella che era stata la mia previsione negativa è stata confermata.
G – E se a questo aggiungo piano Cervellati, che cosa mi racconti? Che cosa ci trovi di positivo o di negativo?
P – E’ un piano che ho già detto in consiglio comunale serve per fare coriandoli a Carnevale. E’ credo il piano Cervellati, la mannaia più grossa che hanno avuto i commercianti di Senigallia, che hanno avuto i cittadini del centro storico di Senigallia. Ma se noi dovessimo vincere le elezioni useremo a febbraio durante la sfilata del Carnevale il piano Cervellati.
G – Maurizio Perini nel corso della precedente intervista, mi ha illustrato ed ha cercato di convincermi sul suo turismo religioso e sulla utilità del gemellaggio Senigallia-Lourdes. Tu invece in Consiglio hai caldeggiato quella del turismo plein air. Io sono la persona meno indicata per dire la mia su che cosa sia meglio o peggio, dal momento che in 72 anni in vacanza non ci sono mai andato, quindi sono digiuno di turismo. Ma quello che posso comprendere è che entrambe le vostre proposte, seppur utili, non sono gli elisir di nuova vita per il turismo senigalliese. Ed allora come si può curare un malato terminale, oltre che con le vostre aspirine?
P – Intanto se Perini andasse personalmente a fare un pellegrinaggio a Lourdes, intanto potrebbe chiedere al Santuario di farsi comprendere quando parla. Perché io ho letto l’intervista a Perini e non c’ho capito nulla. Perciò, magari intanto cominciasse lui a fare il pellegrinaggio a Lourdes e probabilmente riuscirebbe a far comprendere ai cittadini quello che lui ha in testa. No, perché nessuno ancora ha capito che cosa abbia in testa Perini, a parte il votare sempre compatto con la maggioranza. Per quanto riguarda invece il turismo plein air non è, io non ho mai detto che sia un elisir di lunga vita….(interrompo NdR)
G – faccio solo presente, per dovere di precisione, che è un termine che ho scelto io!
P – … si, si, va bene, ma comunque non credo che nessun turismo debba essere un elisir di lunga vita. Il turismo plein air è un turismo, io ho portato i dati di questo turismo e il turismo movimenta centinaia di migliaia di mezzi ogni anno in Europa e guardando i dati delle nostre zone, nelle località balneari ogni estate arrivano nelle città balneari qualche migliaia di “Camper”. Qualche migliaia di camper significa poter incrementare l’afflusso del turismo di circa, in una stagione estiva, di circa dieci, dodici, quindici mila presenze. Beh io credo che forse non sarà un elisir di lunga vita, ma avere 15 mila presenze in più durante una stagione estiva credo che porti ricchezza. Dobbiamo domandarlo al ristoratore, all’artigiano, al commerciante, all’ambulante che vende in piazza nel mercato. Dobbiamo domandarlo a questi e allo stabilimento balneare se effettivamente può essere utile avere un turista in camper oppure no. Io credo di si. Non capisco perché qualcuno possa pensare che ci sono turismi di serie A e turismi di serie B. Il turismo plein air è un turismo ricco, una città intelligente sfrutta il turismo plein air, una città miope lo allontana e noi lo stiamo allontanando.
G – Io immagino già la risposta che mi darai, ma devo fare l’avvocato del diavolo (il che con te non è che sia cosa facile), ma è la “gente” che me lo chiede: “Paradisi in Consiglio ci va poco, quel poco che ci va, ci sta poco, fa la sceneggiata con voce grossa e poi se ne va! Esibizionismo il suo o solo il piacere per un’arte drammatica influenzata anche da una deformazione professionale?” Che cosa rispondi?
P – Con la gente di strada ci parlo anch’io. Voglio dire, non c’è una sorta di esclusiva per parlare con la gente della strada. Anzi io parlo solo con la gente della strada. Solitamente non parlo con la gente del “Palazzo”. I ritorni che ho io sono altri. Se per sceneggiate intendiamo dire Paradisi fa opposizione, qualche volta alzando la voce, ben vengano le sceneggiate. Se per stare poco in consiglio comunale significa avere l’80% di presenze in consiglio comunale, ben venga stare poco in consiglio comunale. Se poi qualcuno volesse pretendere la mia presenza in aula quando si parla di diritti delle minoranze in Azerbaigian, oppure di unioni civili con il registro delle unioni di fatto, oppure ancora di pace nel mondo, oppure ancora di disarmo unilaterale, oppure ancora di scemenze di questo genere, non ho tempo per stare in consiglio comunale. Se poi i cittadini riterranno che il mio dovere era stare in consiglio comunale a parlare di diritti umani nell’Azerbaigian, ha uno strumento fondamentale che è quello che alle prossime elezioni non mi vota. Io senz’altro ogni volta che in consiglio comunale si parlerà di queste cose, io sarò da un’altra parte. Non sarò in consiglio comunale! Ed aggiungo solo questo e ci tengo a dirlo. Quando si parla di queste cose in consiglio comunale io a differenza di molti altri consiglieri comunali e di qualche assessore, io ho un lavoro, porto a casa reddito e produco reddito anche per lo Stato, non sono un nulla facente e non sono un ministeriale che viene pagato con i soldi pubblici. Io i soldi al pubblico li do, perché ho partita IVA e fatturo. Quindi piuttosto che parlare di diritti umani nel mondo e di spese militari, io lavoro, perché un lavoro ce l’ho. Questa è la garanzia dei cittadini quando eleggono un consigliere comunale. Eleggano un consigliere comunale che un lavoro ce l’ha, che una propria vita ce l’ha. Stiano attenti ad eleggere chi magari in consiglio comunale presenzia anche quando si parla del sesso degli angeli, ma poi magari vive di denaro pubblico o addirittura vive di rendita.
G – Ho chiesto anche ad altri, ma non certo per fare il verso a Crozza con la sua macchietta di Razzi, me ne guarderei bene ancor più con te, ma qual è la domanda che aspettavi che ti facessi e che invece non ti ho fatto? Ed eventualmente, anche la risposta.
P – No. Io a differenza, a differenza di Maurizio Mangialardi o di altri, io le domande le faccio fare ai cronisti. Non ho alcuna domanda da auto farmi. Quindi io rispondo alle domande che mi fanno i cronisti e altre domande magari le faccio io agli altri, ma non me le faccio da solo, insomma. Ho rispetto dei cronisti. So che soprattutto all’interno dell’Amministrazione Comunale, spesso le domande vengono concordate, perché vengono fatte da chi vuol sentirsi fare determinate domande… (interrompo NdR.)
G – Posso scriverlo?
P – (sorridendo NdR.)… senz’altro!
G – L’ultima che faccio a chiusura è a scopo di rilevamento dati statistici. C’è qualcuno in giunta che apprezzi per le sue doti professionali o umane. Puoi darmi un numero o anche fornire il nome. Come preferisci!
P – Faccio una premessa. Io non ho alcun tipo di problema personale con nessuno. Io non intendo la politica in termini personalistici. Quindi non ho motivo di avere risentimenti da un punto di vista umano personale nei confronti di chicchessia. Io ho rispetto di tutti. Se invece la domanda è, se ho politicamente stima di qualcuno (confermo con il capo in segno di assenso NdR.) all’interno della Giunta, la risposta è, avrò stima all’interno della Giunta il giorno che dirà apertamente, me ne vado, perché in questa Amministrazione, non si può più mettere piede mantenendo una onestà intellettuale. Il giorno che un assessore mi dirà questo, io gli darò pubblicamente la mia stima. Ad oggi la risposta è, assolutamente no! Un grande rispetto personale di tutti.

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Franco Giannini
Pubblicato Mercoledì 16 luglio, 2014 su SenigalliaNotizie.it 
Questi i Commenti dei lettori di SenigalliaNotizie.it :

ilbianconiglio
2014-07-16 20:22:02
Ma perche' mi fa difendere il sindaco, avvocato? La PROVINCIA deve mantenere il fiume e gli argini: se ha i soldi. Chiunque sta in campagna come me poi le dira' che addirittura non ce' un regolamento chiaro nemmanco per pulire i fossi! Bella idea avvisare la gente del Portone quando arrivava il fiume: io c'ero in citta' e tutte le macchine erano bloccate gia' da un pezzo: mettiamoci pure le persone che si mettono a salvare le cose e finiscono affogate in casa o in garage o dentro la loro macchina. Ma poi l'idea di buttare in coriandoli quel famoso piano cervellati: tutte le battaglie per non buttare via i nostri soldi e poi butta nel cesso una cosa gia' pagata?Eddai che basta sistemarlo un pochino: oppure i soldi spesi dagli avversari politici si possono sprecare? E basta parlare di turismi a recinti chiusi, o uno o l'altro: fa tanto schifo fare a Senigallia TUTTI i turismi possibili?
Gnagnolo
Gnagnolo
2014-07-16 22:44:38
In che lingua è scritto il commento precedente?
maria garbini
2014-07-16 23:04:58
Sulla regalia a lanari di via mamiani c'è stato l'OMERTA' di tutti anche dell'opposizione e della stampa servile; certo non illudetevi di vincere FACILE con il ricciolone-&, dovranno andare a votare molti più elettori. Ricordate-riflettete che 22 giorni dopo il disastro dell'alluvione i compagnucci hanno attenuto a Senigallia la percentuale più alta di voti rispetto a tutto il resto delle Marche! Dubito che si riesca in commissione-alluvione a far emergere le responsabilità dell'amministrazione; anche sulla magistratura ci conto poco-niente...... suddito n.d.

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