questa è Amatrice... |
... dovrebbero, ed invece, quelle sembra
che siano l'unica cosa più antisismica che possediamo.
Ehhh
nooo... cari i miei “Signori” !!!! E' ora di farsela finita con
le vostre orazioni funebri fatte di belle parole commoventi, falsi
abbracci e baci che al vostro cospetto Giuda lo fate risultare come
l'ultimo dei dilettanti. Basta con quei vostri urlati “Basta, mai
più il ripersi di simili situazioni”, come basta anche il
sentirmi dire che questo è il momento del fare, ma non del fare
polemica. Come pure basta affermare, falsi come monete da tre €,
che “nessuno verrà lasciato indietro e dimenticato dallo Stato”.
E' troppo comodo il vostro modus vivendi da pusillanimi. Se la
polemica non vi piace, se le critiche dei vostri oppositori non vi
soddisfano, dovete sapere che nessuno vi ha imposto di mettervi in
lista per essere votati ed occupare quei posti di “prestigio”.
Come nel momento del bisogno non potete neppure chiedere alle
“Opposizioni”, come se foste su FB l'amicizia di costoro per il
semplice fato che vi trovate con la merda fino al collo. Fare così
politica credo che sia troppo facile. Avete ottenuto in regalo quella
bicicletta che tanto sognavate ed ora per restare in equilibrio e
dimostrare che la fiducia che i cittadini hanno riposto in voi è
stata ben riposta, l'unica cosa che vi resta da fare è dimostrare le
vostre capacità in quella che è non è più un'emergenza, bensì un
evento che si ripete periodicamente. E lo dovete fare in silenzio e
con la massima modestia, pedalando a testa bassa. Gli onori vi
saranno dovuti se assolverete ai vostri oneri con onestà e
competenza. E se qualora decideste di non essere all'altezza di
assolvere a questo pesantissimo compito, perché le vostre spalle
sono troppo limitate a sopportare tali responsabilità, potete sempre
dare le dimissioni da tale incarico. E tra questi oneri, purtroppo
per voi, ci sono anche quelli dell'essere contestati da gente stanca
che per oltre un secolo (108 anni), dopo simili catastrofi, si sente
ripetere le stesse cose, si sente fare le stesse promesse, sente i
soliti comizi retorici il giorno dei funerali di Stato, di quello
Stato che terminata la cerimonia li abbandona a se stessi
dimenticandoli totalmente fino a riesumare le loro presenze, dotate
di facce di bronzo, nelle mandate elettorali.
Questa è Messina. Dove sta la differenza? |
No,
io, che vi piaccia o meno, seppur senza poter fare nulla , polemizzo,
eccome, anche con termini cattivi, sia in qualità di cittadino, che
di ex terremotato e per dare voce a coloro che da sotto le macerie,
dall'aldilà esigono qualche cosa di più di semplici, pietosi,
discorsi retorici.
Messina,
il Belice, l'Irpinia già da soli dovrebbero insegnarci. Ma anche
tutti gli altri sisma che si sono succeduti non è che siano stati
risolti in modo migliore. Fa eccezione forse solo quello del
Trentino, ma non certo per la bontà delle azioni che lo Stato
avrebbe dovuto promuovere, ma perché questa Regione ha affidato la
Ricostruzione (termine sconosciuto a tutti i governi che si sono
succeduti da Messina in poi), seguendo la tesi di Montanelli, più al
buon senso, alla buona volontà, al genio degli italiani presi
singolarmente, che a quelli dell'Italia sciatta delle limitate
intelligenze governative.
In Italia, e
credo solo da noi o in altri pochi paesi bananieri, non sono solo i
colpiti dai crolli a tremare, ma dovrebbero esserlo anche quelli che
spesso sono complici nel procurare quelle macerie. Delinquenti dediti
allo sciacallaggio morale ancor prima che materiale, che il più
delle volte, diciamo sempre, riescono invece a farla franca senza
finirci mai, sotto quelle macerie da loro stessi procurate, come invece sarebbe
auspicabile e che ogni qualvolta si verifica un evento, auguriamo loro. Ma seppur la mia è una
maledizione di un malvagio non credente, resta ogni qual volta solo
un pio desiderio ed un motivo di rabbia in più. Nei processi sembra
che costoro, posseggano un dio loro protettore, un paracadute per
faccendieri-sanguisughe, che, a quel che sembra, riesce sempre ad
evitar loro rovinose ed irreparabili cadute, ed il toglierli dai
guai, sempre con le mani pulite, come pure le loro coscienze, solo
perché impossibilitati a sporcarsele, essendone privi.
A partire
dai terremoti di Messina, per terminare all'ultimo
dell'Emilia-Romagna, in ogni evento è logica del momento oltre il
dover pensare a come far fronte ai danni, a come asportare montagne
di macerie, a come sistemare i terremotati, a quando far ripartire la
“satira” sulla ricostruzione e le economie dei luoghi, anche e
soprattutto a trovare un controllore onesto che eviti processi che
solitamente fanno seguito alla concessione degli appalti sulla
ricostruzione.
Qualcuno,
nel penultimo terremoto, e non si tratta di un “si dice”, si
vantava di ridere di gioia mentre la terra tremava perché faceva
calcoli su quello che i danni avrebbe a lui fruttato, parlandone al
telefono con un ugual “pezzente” moralmente parlando. Sciacalli
che pur oggi continuano a ridere fuori dalle patrie galere. Non
solo, ma è anche onorata, riverita e rispettata, da chi ha permesso
loro di poter restare “fuori” e cavarsela con poco semplicemente
nulla, in cambio di particolari favori di stampo politico ed
economico. Fuori i nomi, qualcuno certamente caineggiante potrebbe
gridare. Nomi che tutti conoscono e che sono stati riportati per
qualche tempo sulle pagine dei quotidiani e che poi con il tempo sono
passati dagli onori della prime pagine a quelli del dimenticatoio.
Non si dovrebbe fare un nome, ma un elenco di nomi che si sono
succeduti in oltre un secolo di mal governi, dovuti ad incapacità, o
poca onestà. Ed oggi i capibastone attualmente sulla piazza, cercano
di salvare la loro reputazione guardando al comportamento ed a quanto
hanno ereditato dai loro simili del passato. E coperti da questo
alibi proseguono in questa miserevole, oscena, insensibile,
vigliacca tradizione. Si dice che anche i coccodrilli piangano, ma non per un dolore morale, bensì per favorire la digestione... quante attinenze con i coccodrilli.
Ma se non ci riesce Lui a porre un freno, la vedo brutta. |
In oltre un
secolo di sismi le colpe di questa gente immonda, si sono talmente
sovrapposte , che i loro misfatti aggiunti a quelli ereditati, sono
ingigantiti sia come spese che come incompiute, ed il bello è che
non puoi incolparne una specifica, perché la capacità del
“Malaffare” e l'incapacità nel “Saper o Voler Fare” si sono
sempre incrociate, aiutate, surrogate, sovrapposte l'una all'altra,
favorendo i “Marioli” ed assolvendosi in quella generalizzata
dell ' “Amministrazione Politica” . Dal secolo passato, poco è
cambiato e le previsioni per quello in corso e per il futuro, non è
che suggeriscano una visione ottimistica: la gente ad ogni sisma, è
rimasta a sopravvivere nelle baracche prima, nei contenitori poi
(anzi moduli abitativi altrimenti si arrabbiano), finché non abbiamo
avuto la svolta storica delle “CASE” dell'Aquila. Abitazioni che
dopo pochi anni dal salto del turacciolo di spumante, svanite le
ultime bollicine, si è vista cadere i balconi e non certo per un
movimento sismico. Semplicemente per la cattiva qualità dei
materiali. Ed a pagare ? Ma il sig. Nessuno o il solito Pantalone! O
meglio gli italiani. Le colpe ? La cattiva manutenzione, anzi nessuna
manutenzione. E qui a sputarsi addosso le colpe sono più di uno.
In questo
abbondante secolo di storia, documentata purtroppo per “Loro”,
oltre che dalle carte anche dalle immagini che non si possono
correggere con i soliti “siamo stati fraintesi”, riportano come
in questa Italia gattopardiana, nulla sia cambiato, se non i volti di
quelli che si sono succeduti al potere. Sono tutti con le spalle al
muro, seppure se ne fregano, perché quelli che li sostituiranno, a
loro volta, li assolveranno per poter tramandare il cancro del
malaffare.
Tolti i
progressi della tecnica comunicativa delle immagini, quella politica
amministrativa è rimasta invariata ed avviene sempre in questo modo.
I sismi
italiani fatalmente, sono sempre classificati di 6° grado di
magnitudo, decimale più o meno. E sembra anche esserci un perché.
Non essendo un addetto ai lavori mi astengo dall'approfondimento
potendo cadere in una bufala. Ma voce di popolo...
Dicevo che i
primi minuti dopo il sisma, scatta la macchina dei soccorsi. Più o
meno veloce a seconda, logicamente della località, accessibile o
meno, dove il terremoto è avvenuto. Passano qualche decina di ore ed
ecco che la visita del Ministro blocca per qualche decina di minuti
la macchina dei soccorsi per permettere alla sua scorta personale di
svolgere degnamente il suo lavoro protettivo. Il Lui di turno è lì
a distribuire gli abbracci e le parole strappalacrime sempre pronte
per ogni occasione, ed in primis con quell'immancabile “nessuno
verrà lasciato da solo!”. Poi la riunione in Comune (sempre se non
sia crollato) con il Sindaco, la richiesta di quello che maggiormente
gli necessita con la promessa che la lista consegnatagli “sarà
presa in esame” e “possibilmente soddisfatta”. Il che tradotto
nella lingua di chi ha fatto le scuole basse, sta a significare :”
chiesto 10, dato 2”.
60/70 anni
fa c'erano i documentari della Settimana Incom ad illustrarci quanto
era accaduto, a riportare (come allo Stato era più gradito) magari
rielaborando con enfasi i discorsi dei vari Parlamentari. Oggi, con
la TV, possiamo fare molto di più. Sappiamo creare, in diretta, dei
veri spettacoli pomeridiani e serali. Interviste a persone che
partecipano ai soccorsi o ai famigliari che hanno perduto i loro
cari, meglio se piangenti perché fanno più audience, magari avendo
la sfacciataggine di chiedere anche come si sentono e che cosa
provano in quel momento.
Fortunatamente
non sono tutti così. Ci sono alcuni cronisti che si commuovono, che
confessano di aver dei ricordi che preferiscono non rivelare, perché
a loro affidati e che come sacerdoti conserveranno nel loro intimo.
Cronisti che alla domanda di che cosa li ha più colpiti, è stata
quella della dolorosa quanto obbligata richiesta, ai famigliari, da
parte di imbarazzati soccorritori, di trattenere quei naturali urli
di dolore per non disturbare il silenzio necessario per poter
ascoltare i flebili segnali di chi si supponeva fosse ancora in vita
sotto le macerie.
Come si vede
l'animo malvagio non risiede solo nei politici. Lo hanno certi
cronisti, lo hanno certi produttori TV e sicuramente lo abbiamo anche
noi spettatori, a cui nel corso degli anni le immagini cruente dei
fatti documentati, ha indurito, abituato e foderato lo stomaco non di
semplice pelo, ma di setole. Il dolore, la morte, i crolli, il
sangue, i funerali in pompa magna, è diventato tutto uno spettacolo.
TV listate a lutto ed accompagno pubblicitario |
Nel corso di
questi show pomeridiani, s'informa il pubblico che il Consiglio dei
Ministri è in riunione per decidere e decretare quelli che saranno
gli aiuti immediati per far fronte alle prime esigenze. E' poi nei
seguiti delle “Edizioni Speciali” della prima serata, s'informa
il pubblico che il “Consiglio” è ancora in corso e solo verso la
fine (in modo che qualche ingenuo possa esclamare “ma quanto
lavorano anche loro”), quasi che si fossero accordati, ci si
collega per il Comunicato Stampa del Primo Ministro che con la faccia
sconvolta dalla fatica e per il dolore, informa che è stata
stanziata la classica goccia d'acqua per dissetare un cammello
assettato.
Se siete
sensibili, “E' poco”, direte. “Ma sono solo per le prime
necessità, anzi le primissime”, vi sentirete rispondere, perché
dicono sempre così ed aggiungendo, “poi a bocce ferme “vedremo”
di farne seguire altre più ad “hoc”. Il “campa cavallo!”.
Intanto si
allestiscono le tendopoli, il Volontariato (l'arma più potente
quando si ha uno Stato assente) prende in mano la situazione, ciascun
settore per ciascuna loro specialità.
Nel
Palazzetto si allestisce intanto la camera ardente, le bare
schierate, i funerali di Stato, quello Stato presente solo per alcune
ore: Il tempo della S.S. Messa, l'Omelia del Vescovo, gli abbracci
delle personalità ai famigliari in lacrime, una bambolina in regalo
da parte del Capo dello Stato, i corazzieri che portano una corona
con il nastro tricolore, un tocco perfezionista del Personaggio di
ruolo su quei fiori, le macchine blu che si allineano pronte a
raccogliere il peggio della società, appena terminato il tutto. Più
su intanto, nella zona classificata rossa, gli uomini, quelli si veri
uomini, non come quelli più in basso, continuano a lavorare con le
teste infilate sotto le macerie che di tanto in tanto sono mosse da
quelle che gli addetti ai lavori chiamano scosse di assestamento.
Una volta,
ricordo, si faceva le raccolte di fondi pro terremotati-alluvionati
ed altre calamità, nelle scuole. Ognuno dava quello che voleva o
poteva. Oggi a livello di partecipazione nulla è mutato, se non lo
sfruttare il più velocemente, possibile, con gli strumenti tecnici
attuali l'onda del fermento dei sentimenti quando la terra ancora
trema e le vittime sono ancora la sotto in procinto di essere
intercettate ed estratte. Sentimenti toccati maggiormente quando
magari ad essere estratto è un minore che non sa che è rimasto
l'unico vivo della sua famiglia. Ed ecco che allora si usano le nuove
tecnologie: non più file davanti alle Poste, agli Istituti di
credito, bensì tutto più velocemente e senza fatica tramite
accrediti attraverso PC, Cellulari, Telefoni fissi e ben si guardi
che il tutto (sottolineano) è a costo zero. Ad organizzare e gestire
il tutto sono le Banche, i Gestori delle telefonie mobili, Giornali e
TV, fino a giungere anche ad un apparato dello stato, la Protezione
Civile. Si chiedono “Offerte” che però non devono essere
inferiori ai 2 € e magari seguite dalla preghiera di sospendere la
raccolta di alimenti, seppur in scatola o a lunga conservazione,
prodotti igienici, giocattoli per i bambini, perché non è di quello
che sia ha necessità... bensì quello che è sempre invece un
gradito regalo sono gli EURI !!! Miserabili... e non parlo degli €!!
Passate le
esequie, superato questo momento di solidarietà assoluta e sentita,
proveniente dal basso, quella che viene dall'alto è fatta di sole
riunioni, delle decisioni unilaterali del dove mandare gli sfollati
senza casa “convincendoli a spostarsi per il loro bene” dove
meglio aggrada ai signori ministri, per motivi di logistica dicono,
con la promessa che i paesi e le case saranno immediatamente
ricostruiti. Nei giornali cartacei e TG, intanto più passa il tempo
e più diminuisce il corpo del titolo ed aumenta il numero della
pagina in cui leggere la notizia. Identica sorte anche nelle giornate
e nelle decisioni parlamentari. Altre notizie più fresche e
altrettanto gravi si accavallano ed essendo quasi sempre esse di
natura politicamente, economicamente, di sicurezza, preoccupanti,
prendono il posto di coloro che non dovevano essere lasciati soli.
"mai più lasciati soli". Vorrei crederci ma non posso... |
Ed è da
questo momento, che la parte del sisma inesorabilmente passa nel
dimenticatoio, non prima di aver proferito l'ultima bugia che le
prime volte suonava con : Non avverrà come l'ultima volta, poi
rielaborata in “faremo il possibile, perché ciò non si ripeta”.
Un non impegno
Intanto si
sa che i vecchi muoiono nell'attesa della ricostruzione. I giovani
invece se ne vanno non potendo diventare vecchi nell'attesa. I
terremotati più furbi comprendono l'antifona e si “adattano” a
vivere in albergo a costo zero (e vorrei vedere!), altri stanno in
albergo puntando ad avere una casa, dove, quando non importa, ma la
vogliono e prima o poi la otterranno, i più fessi (io sono stato uno
di quelli!) per quella famose parole quali “dignità, onestà,
senso civico” che ti fanno sentire un uomo vero, ma non riempono le
tasche, si rimboccano le maniche, prendono una casa in affitto e con
il nulla in mano si ricostruiscono un'ulteriore vita di sacrifici in
qualche comune limitrofo. E quei paesi demoliti dalla furia della
natura, vengono dimenticati dalla memoria di quegli uomini, che fino
a pochi giorni prima si erano barricati dietro le loro spudorate
promesse non mantenute.
Ed anche in
questo terremoto credo che non potremmo dire come Rossella O'Hara
domani è un altro giorno. Da noi nulla cambia se non per mutarsi in
peggio. Ma la mia si sa, è la visione di un pessimista incallito. Ed
io invece vorrei godere, per una volta, nell'essere smentito in
questo senso, solo che visto il tempo che mi resta ancora per vedere,
non credo che potrò assistere al seguito della vicenda di questo
sisma e come andrà a finire la “Rinascita” di Amatrice (seppur
credo che questo comune proprio grazie alla sua conosciuta
amatriciana in tutto il mondo non sparirà). La vedo invece molto più
dura, per i paesi di Accumuli, di Arquata del Tronto e Pescara del
Tronto e per tutti quelli loro confinanti, più piccoli e
sconosciuti, inerpicati tra le montagne, che seppur danneggiati
materialmente, non hanno avuto vittime, in cui il solo provvedimento
sarà quello di togliere le macerie (sempre che lo si faccia!) e in
silenzio, a differenza del sisma che lo ha fatto con fragore,
cancellarli dalla viabilità e dalle carte geografiche.
di Franco Giannini
Molto chiaro condividibile da tutti gli italiani... e non, poiché anche all'estero scrivono e pensano ciò che con estrema convinzione hai scritto. Complmenti!!!
RispondiEliminaGrazie Ernesto,
RispondiEliminaper la tua condivisone. Del resto solo gli ippocriti
possono negare quello che è sotto gli occhi di tutti
dal terremoto di Messina e che si ripete in ogni occa-
sione.
Un caro saluto.
Franco