giovedì 1 settembre 2016

Quando in Italia la terra trema, le prime a tremare dovrebbero essere certe coscienze...

questa è Amatrice...
... dovrebbero, ed invece, quelle sembra che siano l'unica cosa più antisismica che possediamo.

Ehhh nooo... cari i miei “Signori” !!!! E' ora di farsela finita con le vostre orazioni funebri fatte di belle parole commoventi, falsi abbracci e baci che al vostro cospetto Giuda lo fate risultare come l'ultimo dei dilettanti. Basta con quei vostri urlati “Basta, mai più il ripersi di simili situazioni”, come basta anche il sentirmi dire che questo è il momento del fare, ma non del fare polemica. Come pure basta affermare, falsi come monete da tre €, che “nessuno verrà lasciato indietro e dimenticato dallo Stato”. E' troppo comodo il vostro modus vivendi da pusillanimi. Se la polemica non vi piace, se le critiche dei vostri oppositori non vi soddisfano, dovete sapere che nessuno vi ha imposto di mettervi in lista per essere votati ed occupare quei posti di “prestigio”. Come nel momento del bisogno non potete neppure chiedere alle “Opposizioni”, come se foste su FB l'amicizia di costoro per il semplice fato che vi trovate con la merda fino al collo. Fare così politica credo che sia troppo facile. Avete ottenuto in regalo quella bicicletta che tanto sognavate ed ora per restare in equilibrio e dimostrare che la fiducia che i cittadini hanno riposto in voi è stata ben riposta, l'unica cosa che vi resta da fare è dimostrare le vostre capacità in quella che è non è più un'emergenza, bensì un evento che si ripete periodicamente. E lo dovete fare in silenzio e con la massima modestia, pedalando a testa bassa. Gli onori vi saranno dovuti se assolverete ai vostri oneri con onestà e competenza. E se qualora decideste di non essere all'altezza di assolvere a questo pesantissimo compito, perché le vostre spalle sono troppo limitate a sopportare tali responsabilità, potete sempre dare le dimissioni da tale incarico. E tra questi oneri, purtroppo per voi, ci sono anche quelli dell'essere contestati da gente stanca che per oltre un secolo (108 anni), dopo simili catastrofi, si sente ripetere le stesse cose, si sente fare le stesse promesse, sente i soliti comizi retorici il giorno dei funerali di Stato, di quello Stato che terminata la cerimonia li abbandona a se stessi dimenticandoli totalmente fino a riesumare le loro presenze, dotate di facce di bronzo, nelle mandate elettorali.
Questa è Messina. Dove sta la differenza?
No, io, che vi piaccia o meno, seppur senza poter fare nulla , polemizzo, eccome, anche con termini cattivi, sia in qualità di cittadino, che di ex terremotato e per dare voce a coloro che da sotto le macerie, dall'aldilà esigono qualche cosa di più di semplici, pietosi, discorsi retorici.
Messina, il Belice, l'Irpinia già da soli dovrebbero insegnarci. Ma anche tutti gli altri sisma che si sono succeduti non è che siano stati risolti in modo migliore. Fa eccezione forse solo quello del Trentino, ma non certo per la bontà delle azioni che lo Stato avrebbe dovuto promuovere, ma perché questa Regione ha affidato la Ricostruzione (termine sconosciuto a tutti i governi che si sono succeduti da Messina in poi), seguendo la tesi di Montanelli, più al buon senso, alla buona volontà, al genio degli italiani presi singolarmente, che a quelli dell'Italia sciatta delle limitate intelligenze governative.
In Italia, e credo solo da noi o in altri pochi paesi bananieri, non sono solo i colpiti dai crolli a tremare, ma dovrebbero esserlo anche quelli che spesso sono complici nel procurare quelle macerie. Delinquenti dediti allo sciacallaggio morale ancor prima che materiale, che il più delle volte, diciamo sempre, riescono invece a farla franca senza finirci mai, sotto quelle macerie da loro stessi procurate, come invece sarebbe auspicabile e che ogni qualvolta si verifica un evento, auguriamo loro. Ma seppur la mia è una maledizione di un malvagio non credente, resta ogni qual volta solo un pio desiderio ed un motivo di rabbia in più. Nei processi sembra che costoro, posseggano un dio loro protettore, un paracadute per faccendieri-sanguisughe, che, a quel che sembra, riesce sempre ad evitar loro rovinose ed irreparabili cadute, ed il toglierli dai guai, sempre con le mani pulite, come pure le loro coscienze, solo perché impossibilitati a sporcarsele, essendone privi.
A partire dai terremoti di Messina, per terminare all'ultimo dell'Emilia-Romagna, in ogni evento è logica del momento oltre il dover pensare a come far fronte ai danni, a come asportare montagne di macerie, a come sistemare i terremotati, a quando far ripartire la “satira” sulla ricostruzione e le economie dei luoghi, anche e soprattutto a trovare un controllore onesto che eviti processi che solitamente fanno seguito alla concessione degli appalti sulla ricostruzione.
Qualcuno, nel penultimo terremoto, e non si tratta di un “si dice”, si vantava di ridere di gioia mentre la terra tremava perché faceva calcoli su quello che i danni avrebbe a lui fruttato, parlandone al telefono con un ugual “pezzente” moralmente parlando. Sciacalli che pur oggi continuano a ridere fuori dalle patrie galere. Non solo, ma è anche onorata, riverita e rispettata, da chi ha permesso loro di poter restare “fuori” e cavarsela con poco semplicemente nulla, in cambio di particolari favori di stampo politico ed economico. Fuori i nomi, qualcuno certamente caineggiante potrebbe gridare. Nomi che tutti conoscono e che sono stati riportati per qualche tempo sulle pagine dei quotidiani e che poi con il tempo sono passati dagli onori della prime pagine a quelli del dimenticatoio. Non si dovrebbe fare un nome, ma un elenco di nomi che si sono succeduti in oltre un secolo di mal governi, dovuti ad incapacità, o poca onestà. Ed oggi i capibastone attualmente sulla piazza, cercano di salvare la loro reputazione guardando al comportamento ed a quanto hanno ereditato dai loro simili del passato. E coperti da questo alibi proseguono in questa miserevole, oscena, insensibile, vigliacca tradizione. Si dice che anche i coccodrilli piangano, ma non per un dolore morale, bensì per favorire la digestione... quante attinenze con i coccodrilli.
Ma se non ci riesce Lui a porre un freno, la vedo brutta.
In oltre un secolo di sismi le colpe di questa gente immonda, si sono talmente sovrapposte , che i loro misfatti aggiunti a quelli ereditati, sono ingigantiti sia come spese che come incompiute, ed il bello è che non puoi incolparne una specifica, perché la capacità del “Malaffare” e l'incapacità nel “Saper o Voler Fare” si sono sempre incrociate, aiutate, surrogate, sovrapposte l'una all'altra, favorendo i “Marioli” ed assolvendosi in quella generalizzata dell ' “Amministrazione Politica” . Dal secolo passato, poco è cambiato e le previsioni per quello in corso e per il futuro, non è che suggeriscano una visione ottimistica: la gente ad ogni sisma, è rimasta a sopravvivere nelle baracche prima, nei contenitori poi (anzi moduli abitativi altrimenti si arrabbiano), finché non abbiamo avuto la svolta storica delle “CASE” dell'Aquila. Abitazioni che dopo pochi anni dal salto del turacciolo di spumante, svanite le ultime bollicine, si è vista cadere i balconi e non certo per un movimento sismico. Semplicemente per la cattiva qualità dei materiali. Ed a pagare ? Ma il sig. Nessuno o il solito Pantalone! O meglio gli italiani. Le colpe ? La cattiva manutenzione, anzi nessuna manutenzione. E qui a sputarsi addosso le colpe sono più di uno.
In questo abbondante secolo di storia, documentata purtroppo per “Loro”, oltre che dalle carte anche dalle immagini che non si possono correggere con i soliti “siamo stati fraintesi”, riportano come in questa Italia gattopardiana, nulla sia cambiato, se non i volti di quelli che si sono succeduti al potere. Sono tutti con le spalle al muro, seppure se ne fregano, perché quelli che li sostituiranno, a loro volta, li assolveranno per poter tramandare il cancro del malaffare.
Tolti i progressi della tecnica comunicativa delle immagini, quella politica amministrativa è rimasta invariata ed avviene sempre in questo modo.
I sismi italiani fatalmente, sono sempre classificati di 6° grado di magnitudo, decimale più o meno. E sembra anche esserci un perché. Non essendo un addetto ai lavori mi astengo dall'approfondimento potendo cadere in una bufala. Ma voce di popolo...
Dicevo che i primi minuti dopo il sisma, scatta la macchina dei soccorsi. Più o meno veloce a seconda, logicamente della località, accessibile o meno, dove il terremoto è avvenuto. Passano qualche decina di ore ed ecco che la visita del Ministro blocca per qualche decina di minuti la macchina dei soccorsi per permettere alla sua scorta personale di svolgere degnamente il suo lavoro protettivo. Il Lui di turno è lì a distribuire gli abbracci e le parole strappalacrime sempre pronte per ogni occasione, ed in primis con quell'immancabile “nessuno verrà lasciato da solo!”. Poi la riunione in Comune (sempre se non sia crollato) con il Sindaco, la richiesta di quello che maggiormente gli necessita con la promessa che la lista consegnatagli “sarà presa in esame” e “possibilmente soddisfatta”. Il che tradotto nella lingua di chi ha fatto le scuole basse, sta a significare :” chiesto 10, dato 2”.
60/70 anni fa c'erano i documentari della Settimana Incom ad illustrarci quanto era accaduto, a riportare (come allo Stato era più gradito) magari rielaborando con enfasi i discorsi dei vari Parlamentari. Oggi, con la TV, possiamo fare molto di più. Sappiamo creare, in diretta, dei veri spettacoli pomeridiani e serali. Interviste a persone che partecipano ai soccorsi o ai famigliari che hanno perduto i loro cari, meglio se piangenti perché fanno più audience, magari avendo la sfacciataggine di chiedere anche come si sentono e che cosa provano in quel momento.
Fortunatamente non sono tutti così. Ci sono alcuni cronisti che si commuovono, che confessano di aver dei ricordi che preferiscono non rivelare, perché a loro affidati e che come sacerdoti conserveranno nel loro intimo. Cronisti che alla domanda di che cosa li ha più colpiti, è stata quella della dolorosa quanto obbligata richiesta, ai famigliari, da parte di imbarazzati soccorritori, di trattenere quei naturali urli di dolore per non disturbare il silenzio necessario per poter ascoltare i flebili segnali di chi si supponeva fosse ancora in vita sotto le macerie.
Come si vede l'animo malvagio non risiede solo nei politici. Lo hanno certi cronisti, lo hanno certi produttori TV e sicuramente lo abbiamo anche noi spettatori, a cui nel corso degli anni le immagini cruente dei fatti documentati, ha indurito, abituato e foderato lo stomaco non di semplice pelo, ma di setole. Il dolore, la morte, i crolli, il sangue, i funerali in pompa magna, è diventato tutto uno spettacolo.
TV listate a lutto ed accompagno pubblicitario
Nel corso di questi show pomeridiani, s'informa il pubblico che il Consiglio dei Ministri è in riunione per decidere e decretare quelli che saranno gli aiuti immediati per far fronte alle prime esigenze. E' poi nei seguiti delle “Edizioni Speciali” della prima serata, s'informa il pubblico che il “Consiglio” è ancora in corso e solo verso la fine (in modo che qualche ingenuo possa esclamare “ma quanto lavorano anche loro”), quasi che si fossero accordati, ci si collega per il Comunicato Stampa del Primo Ministro che con la faccia sconvolta dalla fatica e per il dolore, informa che è stata stanziata la classica goccia d'acqua per dissetare un cammello assettato.
Se siete sensibili, “E' poco”, direte. “Ma sono solo per le prime necessità, anzi le primissime”, vi sentirete rispondere, perché dicono sempre così ed aggiungendo, “poi a bocce ferme “vedremo” di farne seguire altre più ad “hoc”. Il “campa cavallo!”.
Intanto si allestiscono le tendopoli, il Volontariato (l'arma più potente quando si ha uno Stato assente) prende in mano la situazione, ciascun settore per ciascuna loro specialità.
Nel Palazzetto si allestisce intanto la camera ardente, le bare schierate, i funerali di Stato, quello Stato presente solo per alcune ore: Il tempo della S.S. Messa, l'Omelia del Vescovo, gli abbracci delle personalità ai famigliari in lacrime, una bambolina in regalo da parte del Capo dello Stato, i corazzieri che portano una corona con il nastro tricolore, un tocco perfezionista del Personaggio di ruolo su quei fiori, le macchine blu che si allineano pronte a raccogliere il peggio della società, appena terminato il tutto. Più su intanto, nella zona classificata rossa, gli uomini, quelli si veri uomini, non come quelli più in basso, continuano a lavorare con le teste infilate sotto le macerie che di tanto in tanto sono mosse da quelle che gli addetti ai lavori chiamano scosse di assestamento.
Una volta, ricordo, si faceva le raccolte di fondi pro terremotati-alluvionati ed altre calamità, nelle scuole. Ognuno dava quello che voleva o poteva. Oggi a livello di partecipazione nulla è mutato, se non lo sfruttare il più velocemente, possibile, con gli strumenti tecnici attuali l'onda del fermento dei sentimenti quando la terra ancora trema e le vittime sono ancora la sotto in procinto di essere intercettate ed estratte. Sentimenti toccati maggiormente quando magari ad essere estratto è un minore che non sa che è rimasto l'unico vivo della sua famiglia. Ed ecco che allora si usano le nuove tecnologie: non più file davanti alle Poste, agli Istituti di credito, bensì tutto più velocemente e senza fatica tramite accrediti attraverso PC, Cellulari, Telefoni fissi e ben si guardi che il tutto (sottolineano) è a costo zero. Ad organizzare e gestire il tutto sono le Banche, i Gestori delle telefonie mobili, Giornali e TV, fino a giungere anche ad un apparato dello stato, la Protezione Civile. Si chiedono “Offerte” che però non devono essere inferiori ai 2 € e magari seguite dalla preghiera di sospendere la raccolta di alimenti, seppur in scatola o a lunga conservazione, prodotti igienici, giocattoli per i bambini, perché non è di quello che sia ha necessità... bensì quello che è sempre invece un gradito regalo sono gli EURI !!! Miserabili... e non parlo degli €!!
Passate le esequie, superato questo momento di solidarietà assoluta e sentita, proveniente dal basso, quella che viene dall'alto è fatta di sole riunioni, delle decisioni unilaterali del dove mandare gli sfollati senza casa “convincendoli a spostarsi per il loro bene” dove meglio aggrada ai signori ministri, per motivi di logistica dicono, con la promessa che i paesi e le case saranno immediatamente ricostruiti. Nei giornali cartacei e TG, intanto più passa il tempo e più diminuisce il corpo del titolo ed aumenta il numero della pagina in cui leggere la notizia. Identica sorte anche nelle giornate e nelle decisioni parlamentari. Altre notizie più fresche e altrettanto gravi si accavallano ed essendo quasi sempre esse di natura politicamente, economicamente, di sicurezza, preoccupanti, prendono il posto di coloro che non dovevano essere lasciati soli.
"mai più lasciati soli". Vorrei crederci ma non posso...
Ed è da questo momento, che la parte del sisma inesorabilmente passa nel dimenticatoio, non prima di aver proferito l'ultima bugia che le prime volte suonava con : Non avverrà come l'ultima volta, poi rielaborata in “faremo il possibile, perché ciò non si ripeta”. Un non impegno
Intanto si sa che i vecchi muoiono nell'attesa della ricostruzione. I giovani invece se ne vanno non potendo diventare vecchi nell'attesa. I terremotati più furbi comprendono l'antifona e si “adattano” a vivere in albergo a costo zero (e vorrei vedere!), altri stanno in albergo puntando ad avere una casa, dove, quando non importa, ma la vogliono e prima o poi la otterranno, i più fessi (io sono stato uno di quelli!) per quella famose parole quali “dignità, onestà, senso civico” che ti fanno sentire un uomo vero, ma non riempono le tasche, si rimboccano le maniche, prendono una casa in affitto e con il nulla in mano si ricostruiscono un'ulteriore vita di sacrifici in qualche comune limitrofo. E quei paesi demoliti dalla furia della natura, vengono dimenticati dalla memoria di quegli uomini, che fino a pochi giorni prima si erano barricati dietro le loro spudorate promesse non mantenute.
Ed anche in questo terremoto credo che non potremmo dire come Rossella O'Hara domani è un altro giorno. Da noi nulla cambia se non per mutarsi in peggio. Ma la mia si sa, è la visione di un pessimista incallito. Ed io invece vorrei godere, per una volta, nell'essere smentito in questo senso, solo che visto il tempo che mi resta ancora per vedere, non credo che potrò assistere al seguito della vicenda di questo sisma e come andrà a finire la “Rinascita” di Amatrice (seppur credo che questo comune proprio grazie alla sua conosciuta amatriciana in tutto il mondo non sparirà). La vedo invece molto più dura, per i paesi di Accumuli, di Arquata del Tronto e Pescara del Tronto e per tutti quelli loro confinanti, più piccoli e sconosciuti, inerpicati tra le montagne, che seppur danneggiati materialmente, non hanno avuto vittime, in cui il solo provvedimento sarà quello di togliere le macerie (sempre che lo si faccia!) e in silenzio, a differenza del sisma che lo ha fatto con fragore, cancellarli dalla viabilità e dalle carte geografiche.





di Franco Giannini

2 commenti:

  1. Molto chiaro condividibile da tutti gli italiani... e non, poiché anche all'estero scrivono e pensano ciò che con estrema convinzione hai scritto. Complmenti!!!

    RispondiElimina
  2. Grazie Ernesto,
    per la tua condivisone. Del resto solo gli ippocriti
    possono negare quello che è sotto gli occhi di tutti
    dal terremoto di Messina e che si ripete in ogni occa-
    sione.
    Un caro saluto.
    Franco

    RispondiElimina