Oggi il consiglio è
sempre valido ma ho l'impressione di doverne aggiungere un altro
:”giovani costruite ponti, non muri”
Era
il 9 Novembre del 1989 quando sembrò, a noi quarantenni di allora,
che con l'abbattimento del MURO di BERLINO si sarebbero abbattute
tutte quelle ingiustizie, le disuguaglianze, i confini che la storia
dell'Europa ci aveva fin lì riservato. Si ritornava ad essere tutti
fratelli o quanto meno ci credevamo con convinzione. Poi con la
creazione dell' EU ci illudevamo che saremmo entrati nel giardino
dell'EDEN. Erano gli anni Novanta e più precisamente il 1 Novembre
del 1993. Era l'anno del trattato di Maastricht sull’Unione europea
a cui fa seguito, nel 1999 il trattato di Amsterdam. Eravamo entrati
in un decennio di trattati. Da novelli cittadini europei ci
preoccupavamo di “giocare a fare i verdi, gli ecologisti o a come
proteggere l’ambiente oppure eravamo tutti presi a come far si che
i paesi europei collaborassero anche in materia di difesa e
sicurezza. Come le mosche sul miele, ecco che nel 1995 aderiscono
all’UE altri nuovi Stati quali Austria, Finlandia e Svezia. In una
piccola località del Lussemburgo viene stipulato l' accordo di
‘Schengen’ che, gradualmente, consentirà ai cittadini di
viaggiare liberamente senza il continuo controllo dei passaporti in
frontiera. Oggi Milioni di giovani studiano all’estero con il
sostegno finanziario dell’UE, le comunicazioni sono sempre più
facili visto l'utilizzo del telefono cellulare di Internet di Skype.
Poi ascolti e le notizie e vedi
le immagini di cui i media ti sommergono attraverso i media e ad un
tratto ti cade il mondo addosso. La Francia chiude i confini, la GB
manda le navi nel Mediterraneo per recuperare, facendo il pesce in
barile, quelli di cui oggi si parla con termini come emigrazione,
clandestini, profughi, senza mai usare quello più idoneo di esseri
umani. L'occhio si è assuefatto dal vedere da prima un corpo umano
galleggiante a quelli di 800 esseri umani accatastati all'interno di
una nave negriera che oggi definiscono “carretta”. Tra i 28 paesi
che compongono questo patto che mi piace chiamare di “Fil di
Ferro”, termine ridicolo e che mi piace usare con disprezzo, visto
l'abuso che ne fanno, ancor più dopo che l' UNGHERIA o uno dei loro
vili pezzenti politici, ha esternato di voler costruire di un muro
per proteggere il paese dall'invasione di immigrati. E quello che più
mi spaventa e che si ritorna a parlare di Muri ed immagino che altre
nazioni prima o poi la seguiranno. Gente, e parlo dei politicanti,
perché la componente degli individui che compongono il popolo è
meno razzista dei propri governanti. Il popolo è come il bambino,
non conosce differenza del colore della pelle, al più puo' risultare
incuriosito di questa sola differenza, magari chiede il perché di
questa, ma poi il suo primo pensiero e quello di trovare l'amico con
cui condividere il gioco. Fintanto che non diventano grandi e vengono
sottoposti ai lavaggi del cervello dei loro governanti. E le
religioni ci mettono, qualora non fosse sufficiente, ad arricchire la
forma di odio e di egoismo. Mi chiedo, quasi a voler trovare loro una
scusante, se costoro abbiano esclusivamente “ingegneri” che al
massimo abbiano frequentato le scuole elementari e che il massimo
loro titolo sia quello di manovale : un po' di calce, due mattoni,
uno sopra l'altro ed il muro è bello che fatto. Si perchè un MURO e
facile da erigersi, anche con le parole, ben più difficile è l'
edificare PONTI, che sono invece quelli che aiutano a superare le
barriere della diffidenza aiutandoci nella conoscenza.
Ed
allora, il motto dei moschettieri di D'Artagnan, “uno per tutti e
tutti per uno”, non ha più ragion di essere pronunciato in questa
Europa il cui frutto dell'amore tra paesi si è cloncuso o quanto
meno si sta concludendo con un aborto, l'EU, che non è di certo
spontaneo, ma sicuramente organizzato e procurato.
I
paesi del nord se ne fregano vigliaccamente della situazione in
quanto protetti dalle distanze e da una prima copertura che offre le
intemperie, il mare, i paesi, come il nostro, che formano una
barriera ancor prima di quella dei documenti e della burocrazia. I
paesi ultimi arrivati nell' EU e con una povertà che rasenta quella
degli immigrati, pronti al pianto greco per ricevere qualche
elemosina dai paesi più abbienti in cambio di un filtro di
frontiera.
Ma
se fossero meno egoisti e più aperti, saprebbero che esodi biblici
si esauriscono non estraendo le spade, ma solo quando la teoria dei
vasi comunicanti si fermano sullo stesso livello. A quel punto ogni
cosa deve essere livellata con minimi scompensi, a partire dalla
ricchezza per terminare nei diritti civili.
di Franco Giannini
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