...questa è la ricchezza
dell'Italia!
Si
guardi bene, è solo un titolo scherzoso!
Si,
perché mettetela come vi pare, ma l'Italia è, che vi piaccia o
meno, solo un paese di vecchi. Un peso altro che ricchezza!
Lo
so, nessuno vuole ammetterlo, sarà perché tutti sanno che è un
passaggio della vita che non si può evitare e quindi si cerca un by
pass per evitare di risultare dei pesi. Ci si illude di non essere
dei pesi calandoci magari l'età credendo di spostare in avanti la
scadenza del divenire un “gravume”.
Infatti
ogni qualvolta ne parlo in questi termini , i miei interlocutori mi
controbattono affermando che i vecchi non è vero che siano un peso
per la società, ma tutt'altro. E mi sciorinano i loro perché, con
una sequenza di termini retorici da cui emerge alla fine del
discorso, quasi sempre, che la vecchiaia è una ricchezza che rientra
tra quelle più grandi che l'umanità possieda. Ma cala roscio,
direbbero ad Ancona. Ma quanto o quando mai?? Andatelo a chiedere a
Tito Boeri attuale presidente dell'INPS.
Forse,
può darsi, dico io. Ma solo se sapessimo individuarla quando ancora
essa viene intesa interpretata come saggezza di cui farne un debito
bagaglio per poi utilizzare le sue esperienze maturate nel tempo ed
evitando di ricadere magari negli stessi errori.
Invece
quasi sempre, dopo l'incensazione al ruolo che ha la vecchiaia, si
viene però spesso anche additati, (uso il plurale perché anch' io
rientro in questa categoria) in maniera neppure troppo sotto intesa,
come dei pesi. Ci vengono rinfacciati gli errori (giustamente) e le
nostre esperienze sono definite superate, da rivedere, perché nel
frattempo il progresso è andato avanti. Come si potrebbe dare torto
a queste osservazioni?
Per
non usare il termine “vecchi”, “vecchiaia”, “pensionati”
“pensioni” (in politica ci sono dei geni nel trovare termini
nuovi, solo quelli!) si sono inventati, per risultare più eleganti e
meno invasivi nelle loro profonde elucubrazioni quello di quiescenti,
quiescenza, anzianità di servizio, ma addirittura sono andati a
operare la scissione dell'ultimo scampolo di vita che ci attende
classificandolo in terza e quarta età. Solo le sedie sono vecchie!
Diciamocelo
francamente, saranno anche più eleganti, ma il risultato è il
medesimo. Decantano tanto con infinita e mielosa compiacenza che la
scienza ha allungato l'aspettativa di vita, si vive meglio e più a
lungo, ma poi, quelli stessi che hanno scoperto questa fonte di
ricchezza, ci ricorda genericamente che il costo delle quiescenze (o
pensione come volgarmente la chiama chi parla come magna e che con
questa non riesce ad arrivare neppure alla seconda settimana del
mese) è una delle voci principali della spesa che lo Stato sostiene.
Ed
in Italia gli amici pensionati sono circa 14 milioni di cui il 70%
con questa sopravvivono cercando di non morire e magari aiutano anche
qualche familiare che il lavoro non l'ha trovato o l'ha perso. Ed
anche questa è la motivazione del perché cercano di sopravvivere.
Dell'altro
30% neppure conviene prenderlo in esame, perché si cadrebbe nella
solita facile esamina (che seppur vera) verrebbe definita con un
termine che oggi va di moda “populismo”.
Ecco
che allora, quando leggi queste cose, ti senti come i francesi
definiscono elegantemente una “merde”! Anche perché accostano
al nostro club di nulla facenti “, i 12 milioni e 500 mila circa di
lavoratori in attività che pagando i loro contributi Inps, ci
anticipano le nostre. Quindi al francesismo ti senti di dover
aggiungere il termine “parassita”.
E
pensando che al termine parassita si accosta quello di pidocchio,
pulce, zanzara, zecca e che queste ti riportano a quella di
sanguisuga, beh credo che saremmo in diversi a rinunciare a questo
titolo ed a quella sporca elemosina che dopo 40 anni di lavoro ci
hanno concesso, se non fosse per il fatto che quel titolo, almeno io,
lo rimando ai mittenti perché assolutamente non mi appartiene.
A
questo punto saranno diversi coloro che avranno già interrotto la
lettura con un sospiro seguito da un pensiero del tipo “...che
palle questo!”, altri invece concorderanno sul punto che siamo
effettivamente un peso ancor più se con una salute cagionevole, con
pensione sociale, petulanti e un po' rimbambiti. Forse più
disponibili alla sopportazione coloro che cristianamente ti giudicano
una “ricchezza”, perché ancora magari indipendente, con la testa
bene o male che ragiona e il bracino che corto non è.
Ciò
non toglie però che alla fine i nodi arrivano al pettine e ti trovi
che coloro che sono i benpensanti istituzionali, nelle loro
filippiche istituzionali, prima si dicono ammirati di quello che
ancora a 80/90 ed anche nei centenari di nascita, si sbrodolano in
ridicole retoriche sulla miniera di risorse che vedono in questi
poveri esseri, magari in carrozzina, in attesa nella sala d'aspetto
che il treno passi. Non si accontentano solo della retorica, ma
aggiungono controsensi come l'ampliare della spesa del sociale, come
se dipendesse da questi componenti della “quarta età” in odore
della quinta, il definire quanto e come.
Mangiata
la fetta di torta, spenta la candelina, consegnata la finta pergamena
con la medaglia, ritornati nelle loro sedi istituzionali, seduti
dietro i tavoli rotondi, ecco che immediatamente rinfacciano che
quegli stessi esseri, appena salutati, sono una “spesa”.
Numeri,
non più persone, dati di bilancio e non ricchezza, parassiti e non
persone che hanno a suo tempo anticipato, non dimentichiamolo mai, a
suo tempo i loro contributi ai loro genitori, Vengono definiti
approfittatori, per via di calcoli errati che uno Stato incapace ed
affamato di consensi ha elargito per comperare la loro simpatia e le
cui colpe oggi le si vuol far ricadere e scaricare non sulla vecchia
politica (qualche componente ancora in queste stanze), ma su di noi,
aizzando i figli contro i padri.
L'arma
che costoro hanno trovato (e che vogliono farci credere sia quella
giusta) per ristabilire l'equilibrio pensionistico e non solo, è
quella del taglio. Taglio delle pensioni, taglio sulle prestazioni,
taglio dei posti di lavoro, taglio alla spesa sociale, taglio a
quella sanitaria, con l'esito sotto gli occhi di tutti di aver creato
milioni di disoccupati, cassaintegrati, precari, imprese fallite,
delocalizate con l'esito che guardandoci attorno possiamo definire
inutile e dagli effetti catastrofici. La medicina salutare, oltre
quella fatta di parole retoriche e da Settimana Incon del ventennio
che fu e che vogliono farci prendere, è fatta di promesse, come il
taglio delle Province, quella del Senato, quella delle auto blu,
quella degli emolumenti ai politici, quella del finanziamento ai
partiti, quella dei vitalizi, quella delle Maxi-pensioni (queste si
da Parassiti). Ma si sa il popolo bue, ha la memoria corta, basta
promettere, allungare i tempi e...domani seppur sarà un altro
giorno, nulla cambierà, ma noi del ieri ce ne saremo scordati.
di Franco Giannini
Per chi vuol saperne di più :
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