di Dario Petrolati
MAURIZIO, L'EDICOLANTE DI PIAZZA MAZZINI
A Padova, in vero, Piazza Mazzini non è. Il nome corretto sia agli angoli che sui muri ed anche sulla toponomastica risulta sempre Piazzale. Ma la gente forestiera ed i patavini insistono nel chiamarla piazza e non è grave o importante il fatto, solo che per loro è sempre la stessa cosa anzi in parecchi elidono pure piazza. Chissà forse per far prima o l'abitudine di non leggere manco le lapidi suggerisce a 'sta gente cocciuta e poco simpatica, continuare in tutto come se fosse un salvaguardare artistico od anche storico. Io che sono precisino ed anche pignolo chè mi arrovello e piace sapere anche il colore dei sassi, mi infastidisco anche per poche benedette "cose". Non succede mica qualcosa. Succede solo che anche se sono oltre trenta anni che abito quassù, non riesco, e nemmeno desidero, capire il dialetto-lingua che sento pronunciare sia fuori che vicino le tantissime chiese. In questo bellissimo Piazzale Mazzini sorgono alberi frondosi sempre colmi di foglie che allagano coi loro colori stagionali, pare quasi vedere uno dei tanti quadri dell' impressionismo francese. E sia la civica amministrazione che i privati nulla fanno per preservare le facciate delle antiche case. Hanno fretta chi ancora non è in là con gli anni e gli studenti caciaroni del Maldura che sempre pare più grande ed ospitale. Le suore che sbucano dai portici della lunga, come biscia, Via Beato Pellegrino, restaurata nei portoni antichi colmi di borchie ottonate, non si fermano mai. Hanno la scusa del pregare, che a due passi sorge la stupenda Basilica del Carmine, ove è vietatissimo nei paraggi chiedere la carità anche ai morti di fame ed agli storpi. Vanno queste tantissime suore di vari ordini avanti ed indietro con mete segrete forse, ma molte, le più ben messe si fermano da Claudia, all'angolo con il Piazzale, per sapere, vedere le ultime novità librarie. Altre le più coraggiose chè vogliono essere sempre informate anche sulla politica, non per altro sono fedeli seguaci di Zanonato, a sua volta ubbidiente sempre alla Diocesi che gli porta voti anche di anarchici, dicevo delle più avvedute suore che attraversano tutto il Piazzale sino a prendere i loro quotidiani senza pronunciare quali, chè ormai Maurizio sa e mentre ritira la moneta porge a ciascuna il desiderato quotidiano. Ho detto Maurizio chè in tutto il Quartiere sanno chi è, come e quando arriva anche al portone delle vie traverse. Scarica e carica la enorme bici con due cassette una anteriore e l'altra dietro, pedala anche con la neve in mezzo alla nebbia o sotto il sole a seconda delle stagioni. Lascia chiusa la edicola sino alle 7. Fa viaggi continui per fornire i clienti ormai abituati alla sua puntualità. A fine mese passa a raccogliere i soldi che ripone e chiude in due borse piene e pesanti. Negli uffici, negozi, i tanti bar, passa il padre a piedi, con un pezzetto di carta ove Ana, colombiana moglie di Maurizio, ha segnato i nomi e le somme da riscuotere. Sempre di ottimo umore e sveglio l'Edicolante di Piazzale Mazzini soddisfa e conosce gusti ed esigenze di tutti i suoi clienti e qualche amico. Con me Maurizio confida la sua delusione politica e quando siamo soli mi racconta vita, morte e miracoli di mezza Padova. La ex Federazione di quello che fu “il Partito” trova i quotidiani già oltre il cancello scorrevole. Io che sono mattiniero esagerato, sento il fischio in strada e vado a raccogliere il pacco, ove trovo anche i miei, che poi divido, chè non desidero sia fatta confusione tra la mia stampa e quella di chi conosco, ma non condivido idee siano esse politiche che altro. Ma da Maurizio, anche se porta i giornali bisogna assolutamente passarci la mattina. Magari prima o dopo la visita alla Wiennese, chè ci sono novità non scritte, ma sentite tra le strade e i luoghi seminascosti della Padova sempre apparente. Si servono della sua edicola e della fiducia dei Quaglia, tale è il suo cognome, persone che decidono o eseguono ordini. Gente che studia, insegna in Facoltà, commercia in strane faccende. Maurizio sa bene chi sono e quando siamo soli sicuri di non essere sentiti allora ci scambiamo i nostri pensieri e quanto altro. Spesso mi regala opuscoli o libriccini fuori commercio, chè sa la mia passione per la poesia ed altre fisime. A Maurizio mancavano pochi esami per laurearsi in farmacia. Ha preferito proseguire il lavoro ereditato dal padre, chè gli permette sentirsi più libero, indipendente. Nonostante la nostra vicinanza, tra il mio ufficio e la sua edicola, dobbiamo faticare per poter sfogare i nostri comuni pensieri-ideali. Io ho la mia attività che mi ruba l'intera giornata e lui sempre fermo, fatti i giri per i signori che desiderano il giornale a casa, lo trovi in mezzo a momtagne di giornali e gente che brontola, brontola. Maurizio ha sempre un sorriso per tutti, ma non si fa fregare, conosce la vita, chè il padre oltre all'edicola gli ha fatto anche scuola delle persone che sanno, contano e di quelle che bisogna diffidare. Oltre Ana, la moglie colombiana, a volte Maurizio porta la bianca enorme gatta che tiene chiusa in macchina accanto l'edicola. Non hanno figli. Credo di avere nell'edicolante del Piazzale Mazzini un referente per i miei tanti, troppi dubbi. Sono ormai 5 anni che ci conosciamo e tra noi non esistono segreti. A Padova naturalmente lo chiamano "giornalaro" e ciò mi irrita naturalmente. Maurizio ha capito benissimo il mio carattere uterino e assieme ridiamo dei nostri difetti. Da amici. Leggiamo naturalmente la stessa stampa e politicamente senza dare spettacolo dai nostri volti traspare un’ amara delusione.
1 commento:
Caro Franco,
sei al solito più che bravo e la tua prefazione è molto bella -tu mi fai quasi sentire in debito sia con te che con gli amici che leggono il tuo bel caldo blog.(affettuoso e ricco di sentimenti)
La edicola di Maurizio si trova dove ha messo i piedi il fotografo chè l'angolo del palazzo che si vede è stato preso proprio dove sta Maurizio.
Cosa volevi fare di più e di meglio non immagino.
Mi fai pensare anche che quasi ti complico il lavoro ma fin che ho te da sfruttare così bene ne approfitto.
Sono anche vanitoso oltre che complicato sognatore-
Grazie per la compagnia che sempre mi fai per il peregrinare in Padova e per gli angoli.
dario.
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