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di Franco Giannini
di Franco Giannini
LUCIANA & LIDIA - Un Binomio di Buoni Sentimenti
Se non fosse per il luogo in cui ho realizzato questa sequenza, se non fosse per le persone fermate nelle immagini, se non fosse per quello che esse rappresentano, se non fosse per la sincerità ed onestà che traspirano dai loro pori, mi verrebbe quasi da dire che le ho spudoratamente "rubate" senza che nessuno se ne accorgesse, insomma uno SCOOP. Invece non è stato così...Tutto nasce, comunque, da un mio furto, anche se favorito dalla complicità della fortuna di essere al posto giusto nel momento giusto. La persona che appena si intravede alle spalle delle due signore, è mia madre, a cui, due volte al giorno, provvedo a dar da mangiare, perché ormai 93enne non è più capace di svolgere questo primario atto da sola. Non è né onesto e neppure educato, ascoltare e sbirciare di nascosto, ma a volte ti porta ad impossessarti di gioielli che nulla hanno a che fare con la materialità. Ed io ero li dietro e non potevo che allungare l' orecchio ed arrafare quello che potevo. Ed è da questo "Furto", che è nato questo post e questa mia riflessione. Leggevo, come si usa dire, in tempi non sospetti, che per una prostituta, l’errore più grave nella sua professione, sia quello di innamorarsi del suo cliente. Forse piacevole per lui, ma sicuramente doloroso, umanamente parlando, per lei. Mi chiedevo allora, e non me ne vogliano le OSS per il tipo di paragone usato, ascoltando e vedendo ciò che accadeva alle mie spalle, se anche per le operatrici socio sanitarie, potesse valere lo stesso pericolo (di altro tipo di affezione) nei riguardi di un Ospite. Il perché di questo quesito lo si deduce anche dalle foto e me lo sono posto osservando Luciana, (il nome è reale, non inventato), quando una delle ospiti, con una vocina leggera, quasi temesse di disturbare, l’ha chiamata : “ Scusi signora…mi hanno dato le medicine…?? io non ricordo…!!". Intanto, gli altri ospiti, terminato il pasto, in fila indiana, chi con passo incerto, chi in carrozzina, ma tutti con un’ impensabile fretta come se il treno dovesse partire tra qualche secondo, si avvicinavano all’ascensore…per andare poi chi ad occupare il solito posto nella sala di socializzazione (?) chi per ritornare in camera per il riposino pomeridiano. Allora ho visto la Luciana che ha lasciato la carrozzina con uno degli ospiti, si è portata vicino alla Lidia (questo è un altro nome vero) e le ha risposto :” Si... tesoro, te l’ha date l’infermiera…stai tranquilla l’ho visto io!!”. Allora la Lidia tutta soddisfatta le ha risposto :” Grazie signora…!! Che Dio la benedica…!!”. Ho visto di nuovo la Luciana, come folgorata da quella risposta educata e pacata rilasciare le impugnature della carrozzina, fare mezzo passo, fermarsi e ritornare di nuovo verso la Lidia :” Scusami Lidia, mi permetti di farti una domanda molto personale ?? Se vuoi mi rispondi, altrimenti non ha importanza…ma che lavoro facevi quando eri giovane ?? Sei sempre così gentile, ben educata…Scusami, ma sai che mi sorprendi, perché vedi... devi sapere che non tutti gli anziani sono come te, alcuni diventano arroganti, sgarbati ed egoisti, …tu invece… sei sempre così educata e carina con tutti...” E la Lidia, sempre con quel filino di voce quasi timorosa di disturbare o di essere ineducata nei confronti dell’interlocutrice :”…Ho...ho fatto la commessa in un Generi Alimentari e bisognava essere gentili con il pubblico. Poi sono andata a lavorare in albergo, a “La Vela” che era di mia cognata. ....C’era tanto da fare. ...Poi c’è stato il terremoto in Ancona e l’albergo ha ospitato allora i terremotati…Così aiutavo mia cognata e aiutavo anche a chi aveva perduto tutto…poi sono stata anche al bar…” Il tutto detto con la massima semplicità e un senso di invidiabile soddisfatto appagamento personale. Se avesse pronunciato quest’ultima frase a quei tempi, l’avrei potuta archiviare come la solita frase retorica-adulatoria-opportunistica, non oggi però, quando la vecchiaia si riappropria di quell’onesta ingenuità classica, appartenente solo ai bimbi in età prescolare e che poi con il crescere andranno, inesorabilmente, perdendo. Ecco che allora ho veduto la Luciana rimettersi diritta, regalare una carezza alla Lidia, prendere un tovagliolino di carta e portandoselo a quei suoi occhi celesti di Giunonica vikinga, aperti e sinceri, esclamare, andandosene con quel suo "rollio" caratteristico :“ Lidia…m’hai fatto fa proprio du lagrime de core.” Sicuramente erano due lacrime “fuori busta paga”. Ma il vedere questa donna dalla corporatura massiccia, dal volto enigmatico, non spesso propensa al sorriso ma sempre disponibile al colloquio ed al consiglio e con in bocca ormai la sua immancabile parola “tesoro” da regalare a tutti, mi ha stimolato a vergare sul tavagliolino di carta alcuni "fermi immagine". Che dire allora della sua difficoltà nel dare del lei, che dopo un paio di volte precipita in un amichevole “tu” sempre però rispettoso, per non parlare e non ne parlerò, dei guai che tutte queste sue qualità le hanno sicuramente procurato in ambito lavorativo, felicemente superate almeno a livello personale; una donna che vista da lontano definiresti per il suo portamento, più che una OSS, una camionista. Non posso certo dire di conoscerla a fondo, perché non sono ne un parente stretto e neppure un amico (l'amicizia facile la si trova solo su Facebook), ma penso di cominciare a capirla...sa che le porto il più profondo rispetto e so anche che esso mi è gentilmente contraccambiato e per queste ragioni presumo che giunta a questo punto, dopo aver letto tutto questo, sicuramente alzerà gli occhi azzurri e guardandomi in faccia mi dirà :”Franco…ma vaffa…!!” Il che detto da lei, con il suo modo genuino non volgare, per me non avrà il valore di un 'offesa bensì il valore di quel suo modo tutto personale di dirmi grazie. Prezioso come quelle due lacrime spese per l'ascolto di quella lezione di umiltà, educazione e bontà, impartiteci dalla Lidia. Occhio però Luciana...non montarti la testa...perché non sei la sola portatrice sana di tali virtù nella Casa...però di certo l'emblema, l'esempio! Ecco che allora, scritto questo "pistolone", ho chiesto ad entrambi di mettersi in posa, ma di non guardare a me...ma entrambe oneste come sono, non ci sono riuscite. Insomma le foto sono venute come son venute, ma ecco il perché il redattore-fotografo è dovuto rientrare, grazie a loro, nei forzati panni della "persona onesta"...
7 commenti:
Ciao Franco,
come al solito ti fai fregare dalla onestà e sincerità che pare non esistano più
invece nascoste e nei posti meno sospettabili se ne trovano ancora
Ma scusa Franco io che ti voglio bene e stimo posso farti una domanda forse fastidiosa ma che subito mi è venuta a mente leggendo la tua storia
l'avventura di gente-gente o cose?-
che scopri andando li dalla tua mamma pensi che a chi non è direttamente interessato il fatto colpisca commuova o faccia sentire un peso come se prima quando si poteva e doveva quasi ci si dovesse nella vita "lucida" comportare da brave persone senza avere interessi
credi che ora con questo caldo col tempo che fa insomma chi sta bene e non ha problemi diretti non si rompa di te quando ti metti a parlare delle persone non UTILI
intendo dire che le disuguaglianze o ingiustizie ed i bisogni dovrebbero sempre per tutta la nostra vita tenerci attenti svegli
Provvedere sempre al prossimo anche laicamente prima di diventare "cose"
Pensi che dietro allo spettacolo commovente di cui ci hai parlato qualcuno non ci guadagni?
In tutti i sensi Franco in tutti i sensi e senza tanti scrupoli ora vanno di moda le exort non so come si scrive ma tu sai che in giro laggiù e quassù c'è un giro di soldi che manco immaginiamo-
Pensa al povero Obama non riesce a convincere che la salute di chi non può è un diritto
Le finanziarie gli intrighi hanno convinto che chi è povero non deve accampare diritti e se capita un capo nero per difendere chi subisce allora son dolori e si rischia anche di cadere
La guerra le armi son altra cosa
Avere pietà prestare aiuto ai simili finisce per essere reato.
Siamo arrivati in fondo e più di li non c'è più nulla.
Non dico altro Franco anche perchè fare il moralista non sta bene.
Bravo comunque tu.
dario.
Vedi Dario,
non bisogna mai perdere di vista e restare consapevoli, che questo blog è letto si e no da 30/40 persone. Quindi non voglio e neppure lo potrei fare, curare con i miei pensieri, le mie osservazioni, i mali di questo mondo. Però, almeno permittimi di essere libero, dentro le quattro mura di questo monolocale virtuale, crederlo, quanto meno di poterlo urlare...è quel famoso rododendro del sottotitolo del Lo Spigolatore. Lo descrivere questi mali che vivo ed osservo mi fa sentire meglio, egoisticamente, con me stesso, che poi qualcuno li legga mi fa enorme piacere, ancor di più se li concorda, ma assolutamente, in ugual misura, non provo alcun dispiacere ne se non lo condividono e neppure se passa inosservato. Lo so, la gente prova piacere per le frivolezze, è insito nell'animo umano, non vuole essere rattristata dai mali che affligono questa terra, che vuoi farci. L'essenziale però è il non abbattersi e continuare, scioccamente, a voler sperare che l'uomo cambi.
Continua cosi Franco....tu non cambiare mai!!!!! Fede.
Ecco, Dario, l'eccezione, che ti aiuta a sperare che oltre a soddisfare un hobby, a scaricare i malumori, forse riesce ad essere anche utile...forse!!??
Comunque le due righe di Fede (sei sempre troppo buona!!!), mi aiutano a ritrovare "fede" nel prossimo....
oh. ragazzi mica avete frainteso quello che intendevo!
Logico Franco che meriti encomi hai ragione ma non sopportare il peso del mondo sulle tue spalle così sensibili.
Sempre dalla parte tua,
dario.
A Fra....mio figlio quattordicenne leggendo il brano mi ha detto:"Ma è un amico, sembra che ti conosca da sempre".Hai carpito un attimo di reale comunicazione, anzi oserei dire di rispetto reciproco, sai spesso in questo frenetico mondo si perdono di vista le piccole cose del quotidiano.Mi vien da lasciarti una frase ( non ricordo l'autore) che mi accompagna da un pò di anni :" Non è necessario vagare alla ricerca di nuove terre, basta solo osservare con nuovi occhi" GRAZIE Luciana
Grazie Luciana per le tue parole, ma credo che tutta la storia che ho raccontato in un modo così logorroico è forse sintetizzata in quell'azzurro dell'ultima di copertina del libro di Danielle Steel, Il Miracolo,:" Non c'è miracolo più grande delle piccole cose quotidiane...".
La vita è fatta di queste quotinianità, solamente che non le si osserva o per superficialismo, o perchè si pensa più a correre che ad osservare, o per timore di essere accusati di una stupida piaggeria buonista.
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