… ed invece era solo
come mia nonna se solo avesse avuto le ruote.
Il PartitoDemocratico nasce
il 14 Ottobre del 2007 da
una fusione del centro sinistra,
composta dai Democratici di Sinistra e di Democrazia è Libertà - La Margherita (centristi).
Questo essere che nasceva, poteva essere considerato come l'erede del
progetto politico de L'Ulivo,
riveduto e corretto, ideato a suo tempo, da Prodi.
Guardando i dettagli con una chiave di lettura più
comprensibile, credo di poter spiegare tale nascita con un semplice
esempio, ma assai aderente alla realtà dei fatti.
Diciamo che allora
(al momento della creazione delle basi del novello partito) fu come
prendere un grosso frullatore in cui furono introdotte le
liste collegate a Walter Veltroni (padre di questo frullato)
comprendenti i
Democratici con Veltroni, Ambiente,
Innovazione,
Lavoro, A
Sinistra per Veltroni ed
altre liste locali
ed inoltre i
delegati Rutelliani eletti nelle liste: Con
Rosy
Bindi democratici, i Davvero
Democratici
per Enrico Letta,
le liste in appoggio di Adinolfi (Generazione
U)
e quelle in appoggio di Gawronski (Il
coraggio di cambiare e Noi
per il Partito Democratico).
Poi
giù una bella frullata, una delicata shakerata e si credette che la
brodaglia offerta ai futuri elettori altro non sarebbe stata che l'elisir di
lunga vita di un Partito con la P maiuscola.
Confesso
che anche io ci avevo creduto al momento e l'avevo successivamente anche votato,
seppur non mi sono mai iscritto, non certo per preveggenza, bensì per una mia allergia nel
possedere tessere di qualsiasi tipo. Infatti nella mia vita sono stato iscritto,
scolasticamente obbligatorio al tempo, alla Dante Alighieri, alla
Lega Navale e poi sportivamente, successivamente alla FIDAL
(Federazione Italiana Dilettanti Atletica Leggera).
Invece
era semplicemente nato un matrimonio tra il Diavolo e l' Acqua Santa,
che non fu mai consumato, neppure il primo giorno dopo le nozze.
Infatti
in quasi dieci anni, si è cercato di convivere, da separati in casa.
Con una “Sinistra” che forse sarebbe stato meglio denominarla
mancina, dal momento che ha imparato ad usare anche la destra (e
sicuramente troppo ed in poco tempo!!) imbarbarendo i suoi vecchi
ideali e con un Centro democristiano (che non ha mai cessato di essere
tale), cercando di usare il falso volto clericale per far
finta d' andare d'accordo con tutti, ma in realtà aprendo porte e
finestre per generare infinite correnti.
E qui ricorro, ancora una volta per semplificare, ad un banale esempio, ma che
ritengo più esplicativo di tante parole. Il PD di oggi, che doveva
essere come una calamita con due poli DS e Margherita, che si
attiravano per unirsi e formare un unico blocco, si è ritrovato ad
essere una calamita ma con due poli opposti che, come invece come in fisica ci insegna,
si respingevano e si respingono. Ed essendo il polo della calamita "Centro", più potente e supportato anche con l'uso di armi improprie (basta
ricordarci l'ultima usata con il “stai sereno Enrico”) , sta
respingendo quello della calamita "Sinistra" fuori del cerchio di
confine, dove lo sta attendendo a braccia aperte il popolo
aspiratutto del Movimento 5 Stelle.
Fintanto che come segretari si sono succeduti le “anime buone”
del “volemose bene” come il Veltroni l'uomo del “si, ma anche”,
o il Franceschini il "politico dai mille volti", o Bersani il "politico
smacchiatore", fino ad arrivare ad Epifani il Caronte che ha
trascinato dentro quello che nessuno sapeva che fosse un cavallo di
Troia con dentro nascosto il suo vero cuore che nulla aveva di Sinistra, ma neppure di Centro:
Matteo Renzi, era il personaggio simpatico più ad una destra (Verdini poi docet) che ad un centro da cui
proveniva. Figuriamoci alla sinistra!
Un
uomo che sarebbe riuscito a prendere per i fondelli anche ad un
navigato come Berlusconi, che credeva in lui e lo aveva quasi definito suo erede politico. (e malgrado quello che oggi dice, non credo abbia mutato la sua idea!)
Un
uomo che diceva che non aveva necessità di una scorta, perché la
sua era composta non da agenti, ma bensì dal popolo che per i primi
mesi effettivamente lo osannava e che oggi invece lo ha premiato come lui
aveva fatto con il povero Enrico Letta (ed il brutto è che non se ne chieda il perché). Poi si è circondato di falsi
amici tutti toscani, che per un posto nella prima fila della notorietà, lo hanno sempre gesuiticamente incensato speranzosi di
restare avvinghiati per chissà quanto tempo ancora al carro dei vincitori, ma che dopo la batosta del 4 dicembre sembra si stia alleggerendo.
E lui così piano piano ha cominciato a credere veramente a quelle
parole, auto convincendosi di essere preparato, infallibile,
simpatico, sincero e indispensabile, talmente tanto, che non si è
reso conto che invece si stava abituando ai riflettori sempre accesi, che
quel suo primario “risultare simpatico e modesto” abilmente
pilotato, lasciava il posto alla consuetudine (come avviene ai
concorrenti del Grande Fratello) dell'effettivo suo essere : un
politico da 610 (rubo il titolo a Pio IX) quando invece credeva di
essere uno statista, un impreparato ma furbo, disattento o cieco ai
reali problemi del Paese pur di risultare ottimista, un arrogante (e
già quel suo nuovo modo di camminare ondeggiante assunto dopo
l'incarico e con le mani in tasca lo evidenziava abbondantemente),
supponente, un po' (tanto!!) bugiardo, un po' guascone, tutte cose
che alla fine hanno fatto emergere quello che invece è sempre stato
: solo un antipatico, un bugiardo, un pallone pieno di sé stesso che i voti di quest'
ultimo referendum ha fatto scoppiare.
La
notte degli esami, appena saputo di essere stato bocciato, ha ripreso il
microfono in mano, cercando di riacquistare quel tono dei primi
giorni da Premier, da bravo ragazzo della porta accanto, gli occhi
umidi, un rigurgito di modestia, quel suo ricordare i sacrifici verso
i figli un po' dimenticati e verso la sua Agnese. Ma ha beneficiato di un sentimento di clemenza solo il tempo di una foto, perché l'uomo è quello che è e che resterà.
Infatti come ho detto sopra, si può mantenere un atteggiamento costruito per
un breve lasso di tempo, perché poi a lungo andare emerge quello
che effettivamente siamo. Ed il suo essere spavaldo è riemerso nella
sede del PD in occasione dell'ufficializzazione delle sue dimissioni
da Premier, ritornando a parlare con la solita arroganza, la solita immodestia, usando un
plurale maiestatis tanto da far presumere che il suo non sarà un
addio, bensì un arrivederci. Non so se subito o quando sarà, non so
se nella barca del PD battente ancora bandiera Centro-Destra (o se
sarà solo di Centro) oppure in qualche altra battana (sarebbe la
27esima a solcare l'attuale mare della politica italiana) con un vessillo per lui
più familiare di Centro-Destra.
Ai
posteri l'ardua sentenza !
di Franco Giannini
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