Ma dico io, almeno sulle montagne russe dopo le discese ci sono anche le risalite, ma in questi ultimi anni trovo sempre discese, sempre più ripide e veloci e con infidi muretti alla fine... ed allora...
Ricordo che mio nonno diceva ad "Ella"( lui la chiamava così ) :" Vieni avanti o Morte, non mi fai paura, perché mi trovi ancora vivo ." Ed io ho sempre creduto in questa sua massima (o spacciata come tale!) ed ho ritenuto che l'uomo dovesse tenere la mente lucida, vigile, atta al ragionamento fino alla fine all'esalare del suo ultimo respiro. Una maggiore attenzione alla mente che non al bel fisico allenato o palestrato.
Tanto che appena sono andato in pensione, memore di quello che mi riproponevo, con un antipatico fare di quello con la puzza sotto il naso, definivo i miei coetanei con il vizio del bar, delle carte o delle bocce, persone che avevano interessi leggeri che non implicavano abbastanza impegno, ma erano, i loro, solamente dei passatempo. Da cui deducevo, spocchiosamente s'intende e per ciò me ne scuso, che per costoro, quando "Ella" sarebbe sopraggiunta, li avrebbe trovati già "trapassati".
"Io", invece, che avevo scelto la "passione Politica", il piacere della lettura, della scrittura, avrei mantenuto una elasticità mentale che mi avrebbe portato a sputare in faccia ad "Ella", quando se ne sarebbe presentato il momento, il motto suggeritomi dal mio progenitore.
Evidentemente non ero predestinato e preparato per questo tipo acculturato di attesismo , perché se fossi stato almeno furbo, non dico intelligente, avrei dovuto allora, tentare gli approcci prima, quando il lavoro era sudore, fatica, incazzature e malgrado tutto... miseria. Avevo però capito una cosa, seppure in ritardo, non appena andato in quiescenza, che una cosa rispondeva a verità, che "Il lavoro nobilitava (forse) l'uomo, ma lo rendeva simile ad una bestia", salvo nei rari casi in cui l'occupazione scelta non corrispondesse a quella che si era sempre sognati di fare.
Sentivo dire da dei miei coetanei pensionati, che gli mancava il lavoro, che si alzavano ancora all'alba e non sapevano che fare per tutto il giorno, che quasi quasi, vegetavano. Io invece stavo benissimo. Avevo un sacco di impegni, di appuntamenti, di incontri, avevo cominciato a scrivere articoli su giornali online ed il tempo mi scorreva via piacevolmente.
La POLITICA era diventata la mia passione, i politici locali tanti miei conoscenti ed avevo imparato che chi la esercita per vera ed unica passione (mosche bianche, ehh!), non le doveva risultare come uno sforzo, ma bensì come un piacevole divertimento. Come del resto la cosa avrebbe dovuto essere per gli sportivi, per gli artisti, logicamente quelli arrivati in cima alla vetta con una posizione anche economica tranquilla.
Ma più stai in quel mondo, parlo della POLITICA, ( quella locale è solo una proiezione di quella NAZIONALE), più impari di quanto essa ti attiri. Ma poi ti accorgi che quando entri nelle sue spire o ti adegui ai suoi sistemi o ne muori stritolato.
Quello che a livello locale può essere la soddisfazione di una partecipazione di stare vicino ad un Amministratore, del piacere di potergli dare del "tu", della pacca ricevuta sulla spalla, del bersi un caffè al bar, sotto gli occhi di tanti, a livello nazionale, invece, può essere una spinta per un posto di lavoro, un appalto (quanto va bene, pulito) o...
Per chi la segue di riflesso, come ho fatto io per tanti anni, scrivendoci su, alla fine si ha un rigetto. Perché scopri che ti hanno preso spesso per i fondelli, infinocchiando te e di conseguenza chi ti leggeva, con le promesse da marinaio servite su di un piatto con contorno di infinita spocchia.
Ti ritrovi anche che la stessa minestra della mensa locale è la stessa che ti offrono i ristoranti stellati statali. Vedi che la tua situazione famigliare, rispecchia quella nazionale. Analizzi quanto non sia vero che lo Stato è come una famiglia. Almeno non come la mia.
Una famiglia, quella statale, i cui componenti non sono tutti ugualmente partecipi delle sorti economicamente disastrose in cui versa l'apparato globale, bensì composta da tanti farabutti, che fanno dei loro privilegi una qualche cosa da distribuirsi tra i facenti parte della famigerata "Casta" debitamente tesserata.
E allora tu vedi spegnersi ad una ad una quelle fioche luci in cui avevi creduto e credevi fino a poco fa. Vedi le fabbriche locali chiudersi, le aziende che vengono delocalizzate, vedi esportare all'estero quel poco lavoro che c'era rimasto, gli stipendi impagati, e la politica locale farsi assente, sempre più assente. Ed ad ogni "cazzata" (mi si passi il termine!) intesa nel senso di piccola cosa, che un amministratore fa (che poi a volte sono delle vere e proprie cazzate anche nei risultati concreti ed inutili, o utili solo per facciata) te la vendono per delle "Eccellenze" che il mondo intero ci invidia. Quelle che si considerano le forze di opposizione, piagnucolano affermando che sono minoranza e che non possono quindi far nulla.
Essere preso per i fondelli non mi è mai piaciuto, figuriamoci poi oggi da vecchio. Ma che ho per far sentire il mio malcontento. Sono disarmato. Ho capito di aver perso non più le battaglie di quando scrivevo e magari venivo contestato perché mi lamentavo che la gente non leggeva e sapeva solo brontolare, ma ho perso, o meglio, abbiamo perduto la guerra.
Ma sembra che ai più stia bene così. Del resto questa è la denocrazia, ...almeno dicono!!
Con il mutare della famiglia in senso lato, anche quella in senso ristretto, per infiniti motivi legati alla prima, è stata costretta a modificare usi e costumi.
Oggi mi ritrovo, che sono passato dall'essere presente o dall'ascoltarmi dei logorroici consigli comunali, leggere un libro (costa anche quello), scrivere un pezzo (per scrivere ci vuole cuore ed il mio si è inarridito) al seguire le ospitate della Barbara D'Urso, o i film delle cineteche anni '30 spacciate al pubblico come opere d'arte, o alle storie fumettistiche dei nipoti che reclamano Masha e Orso, Topolino, I Pigiamini, Alvin, il tutto sempre intervallato da "giuste" pennichelle abituali e non di certo solo pomeridiane o estive. Rincoglionimento allo stato puro.
C'è chi sta peggio, lo so. Ma ugualmente so che c'è chi sta tanto meglio. Io vorrei rientrare, se mi fosse possibile, tra le due categorie, magari anche con un occhio verso il basso. Sapendo che ciò non mi è possibile però, che non ho più lo spirito di adattamento che avevo da giovane, mi sono messo l'anima in pace e da novello Giuseppe Garibaldi, mi sono ritirato non certo a Caprera (magari ne avessi una!Magari un misero scoglio), ma nella mia "sala di attesa" della stazioncina casareccia, dove il campanello suona preannunciando l'arrivo di un treno che spero sempre sia quello buono. Quello che mi spiace, nonno, è che come dice il proverbio, purtroppo quando uno sputa in alto, prima o poi gli ricade addosso. Sembra che io non ne sia esente ed oggi, viste come vanno le cose, prevedo che se andiamo ancora avanti per troppo tempo non potrò più gridare in faccia ad "Ella" quanto tu mi avevi suggerito.
C'è solo da sperare che l'attesa non sia oltremodo lunga.
Ma più stai in quel mondo, parlo della POLITICA, ( quella locale è solo una proiezione di quella NAZIONALE), più impari di quanto essa ti attiri. Ma poi ti accorgi che quando entri nelle sue spire o ti adegui ai suoi sistemi o ne muori stritolato.
Quello che a livello locale può essere la soddisfazione di una partecipazione di stare vicino ad un Amministratore, del piacere di potergli dare del "tu", della pacca ricevuta sulla spalla, del bersi un caffè al bar, sotto gli occhi di tanti, a livello nazionale, invece, può essere una spinta per un posto di lavoro, un appalto (quanto va bene, pulito) o...
Per chi la segue di riflesso, come ho fatto io per tanti anni, scrivendoci su, alla fine si ha un rigetto. Perché scopri che ti hanno preso spesso per i fondelli, infinocchiando te e di conseguenza chi ti leggeva, con le promesse da marinaio servite su di un piatto con contorno di infinita spocchia.
Ti ritrovi anche che la stessa minestra della mensa locale è la stessa che ti offrono i ristoranti stellati statali. Vedi che la tua situazione famigliare, rispecchia quella nazionale. Analizzi quanto non sia vero che lo Stato è come una famiglia. Almeno non come la mia.
Una famiglia, quella statale, i cui componenti non sono tutti ugualmente partecipi delle sorti economicamente disastrose in cui versa l'apparato globale, bensì composta da tanti farabutti, che fanno dei loro privilegi una qualche cosa da distribuirsi tra i facenti parte della famigerata "Casta" debitamente tesserata.
E allora tu vedi spegnersi ad una ad una quelle fioche luci in cui avevi creduto e credevi fino a poco fa. Vedi le fabbriche locali chiudersi, le aziende che vengono delocalizzate, vedi esportare all'estero quel poco lavoro che c'era rimasto, gli stipendi impagati, e la politica locale farsi assente, sempre più assente. Ed ad ogni "cazzata" (mi si passi il termine!) intesa nel senso di piccola cosa, che un amministratore fa (che poi a volte sono delle vere e proprie cazzate anche nei risultati concreti ed inutili, o utili solo per facciata) te la vendono per delle "Eccellenze" che il mondo intero ci invidia. Quelle che si considerano le forze di opposizione, piagnucolano affermando che sono minoranza e che non possono quindi far nulla.
Essere preso per i fondelli non mi è mai piaciuto, figuriamoci poi oggi da vecchio. Ma che ho per far sentire il mio malcontento. Sono disarmato. Ho capito di aver perso non più le battaglie di quando scrivevo e magari venivo contestato perché mi lamentavo che la gente non leggeva e sapeva solo brontolare, ma ho perso, o meglio, abbiamo perduto la guerra.
Ma sembra che ai più stia bene così. Del resto questa è la denocrazia, ...almeno dicono!!
Con il mutare della famiglia in senso lato, anche quella in senso ristretto, per infiniti motivi legati alla prima, è stata costretta a modificare usi e costumi.
Oggi mi ritrovo, che sono passato dall'essere presente o dall'ascoltarmi dei logorroici consigli comunali, leggere un libro (costa anche quello), scrivere un pezzo (per scrivere ci vuole cuore ed il mio si è inarridito) al seguire le ospitate della Barbara D'Urso, o i film delle cineteche anni '30 spacciate al pubblico come opere d'arte, o alle storie fumettistiche dei nipoti che reclamano Masha e Orso, Topolino, I Pigiamini, Alvin, il tutto sempre intervallato da "giuste" pennichelle abituali e non di certo solo pomeridiane o estive. Rincoglionimento allo stato puro.
C'è chi sta peggio, lo so. Ma ugualmente so che c'è chi sta tanto meglio. Io vorrei rientrare, se mi fosse possibile, tra le due categorie, magari anche con un occhio verso il basso. Sapendo che ciò non mi è possibile però, che non ho più lo spirito di adattamento che avevo da giovane, mi sono messo l'anima in pace e da novello Giuseppe Garibaldi, mi sono ritirato non certo a Caprera (magari ne avessi una!Magari un misero scoglio), ma nella mia "sala di attesa" della stazioncina casareccia, dove il campanello suona preannunciando l'arrivo di un treno che spero sempre sia quello buono. Quello che mi spiace, nonno, è che come dice il proverbio, purtroppo quando uno sputa in alto, prima o poi gli ricade addosso. Sembra che io non ne sia esente ed oggi, viste come vanno le cose, prevedo che se andiamo ancora avanti per troppo tempo non potrò più gridare in faccia ad "Ella" quanto tu mi avevi suggerito.
C'è solo da sperare che l'attesa non sia oltremodo lunga.
di Franco Giannini
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