....continua
Capitolo 20°
Le cure di una volta
ANGELA A.: C'era un tipo d'erba che era miracolosa, se la mettevi nella ferita te la guariva, se chiamava la rapetta, curava anche i calli!
DELIA : Anche la malva s'usava...per il mal di denti.
ANGELA A.: Se ti tagliavi con le piante, ce mettevi sopra l'esprania.
ERSILIA : Ce la spremi sopra, te leva lo spino delle piante che te c'era entrato.
ANGELA A.: La camomilla invece quando era secca.
NELLA : Io me ricordo la malva che la usavamo quando s'ammazzava le bestie.
DELIA : Latte e miele per il freddo, quando avevi il mal di gola.
NELLA : 'Na volta no il miele, mica c'era! Io non ce l'avevo!
ERSILIA : Quando s'ammalava mio fratello a casa ci ammalavamo tutti! Per il mal d'orecchio se metteva qualche goccia d'olio caldo nel cotone e ce se sfregava l'orecchio.
ANGELA A.: Si, ce mettevi qualche goccia d'olio.
Se faceva anche il brodo d'esprania, ce se facevano i gargarismi per il mal di gola.
DELIA : Bisognava stare attenti che non scottava troppo!
NELLA: Per la gola se facevano i gargarismi de aceto e sale, si L'acetella che disinfettava.
ERSILIA : Per il mal de gola bisogna mettere uno scialetto di seta intorno al collo, è portatore di elettricità e mantiene il caldo. Se tiene finchè il dolore non passa. E' importante perchè la gola è difficile che guarisce.
ANGELA A.: E poi col freddo de quella volta! Con la creta, una qualità di terra, si faceva l'impasto per chiudere le fessure e non far passare l'aria fredda.
ERSILIA : Se disinfettava anche con la saliva le ferite.
ANGELA A.: Ve la devo dì 'na roba sporca...ce n'erano di contadini che se tagliavano, andavano dietro una pianta e ci facevano sopra la pipì!
DELIA : Anche per i geloni ce se fa la piscia.
ERSILIA : I geloni viene che se sta al freddo.
ASSUNTA : Bisogna proteggersi coi guanti di lana!
ANGELA A.: Quando non c'era la crema per le mani screpolate se usava l'olio.
NELLA : L'olio d' oliva faceva la crosta sulle mani, poi se crepava e se toglieva. 'Na volta non c'erano i guanti, si lavorava a mani nude!
ERSILIA : Mamma buttava la glicerina sulle ferite e io ce soffiavo sopra perchè bruciava! Una volta mamma m'ha detto: " medico pietoso fa la piaga verminosa."
NELLA : 'Na volta venivano i boccaroli grandi così!
DELIA : Sono dei taglietti che vengono sulle labbra.
ASSUNTA : Si, per il freddo.
ANGELA A.: Ce se metteva acqua e aceto, pizzicava, ma guarivano.
NELLA : Venivano col freddo, col vento.
ERSILIA : Era brutto il freddo.
DELIA : Quando uno aveva i boccaroli, non poteva nemmeno baciare perchè s'attacavano!
ANGELA A.: Le foglie d'ortica, guarivano i brescioi, le irritazioni sul collo. Ce la mettevi la notte e la mattina trovavi le foglie piene de 'ste irritazioni, de 'sta sporcizia del sangue. Una volta mio marito aveva il collo tutto rosso, e io gli ho chiesto se era caduto dalla bici tanto era infiammato. Invece no, e gli ho messo l'ortica.
MICHELINA : L'ortica non va bene se il brufolo è aperto, lì ce vuole la rapetta.
NELLA : Io sapevo della foglia di moro da mettere sui briscioli (foruncoli) per asciugarli.
ERSILIA : Invece per le scottature se metteva il sapone, quello di Marsiglia, quello per lavare i panni.
FAUSTINA : Io una volta mi sono scottata con l'acqua bollente e me s'era staccata la pelle! Vicino a casa mia c'era un'infermiera e mi ci ha fatto mettere le garze.
MICHELINA : Per far passare il dolore si scaldava un coperchio e si metteva dove faceva male, tipo la pancia. Quando si aveva la febbre si prendeva un panno bagnato d'acqua fredda e si metteva sulla fronte.
Preghiera senigalliese
Un giorno Sante ci rende partecipi di una preghiera in dialetto senigalliese di sua conoscenza.
DELIA : Anche la malva s'usava...per il mal di denti.
ANGELA A.: Se ti tagliavi con le piante, ce mettevi sopra l'esprania.
ERSILIA : Ce la spremi sopra, te leva lo spino delle piante che te c'era entrato.
ANGELA A.: La camomilla invece quando era secca.
NELLA : Io me ricordo la malva che la usavamo quando s'ammazzava le bestie.
DELIA : Latte e miele per il freddo, quando avevi il mal di gola.
NELLA : 'Na volta no il miele, mica c'era! Io non ce l'avevo!
ERSILIA : Quando s'ammalava mio fratello a casa ci ammalavamo tutti! Per il mal d'orecchio se metteva qualche goccia d'olio caldo nel cotone e ce se sfregava l'orecchio.
ANGELA A.: Si, ce mettevi qualche goccia d'olio.
Se faceva anche il brodo d'esprania, ce se facevano i gargarismi per il mal di gola.
DELIA : Bisognava stare attenti che non scottava troppo!
NELLA: Per la gola se facevano i gargarismi de aceto e sale, si L'acetella che disinfettava.
ERSILIA : Per il mal de gola bisogna mettere uno scialetto di seta intorno al collo, è portatore di elettricità e mantiene il caldo. Se tiene finchè il dolore non passa. E' importante perchè la gola è difficile che guarisce.
ANGELA A.: E poi col freddo de quella volta! Con la creta, una qualità di terra, si faceva l'impasto per chiudere le fessure e non far passare l'aria fredda.
ERSILIA : Se disinfettava anche con la saliva le ferite.
ANGELA A.: Ve la devo dì 'na roba sporca...ce n'erano di contadini che se tagliavano, andavano dietro una pianta e ci facevano sopra la pipì!
DELIA : Anche per i geloni ce se fa la piscia.
ERSILIA : I geloni viene che se sta al freddo.
ASSUNTA : Bisogna proteggersi coi guanti di lana!
ANGELA A.: Quando non c'era la crema per le mani screpolate se usava l'olio.
NELLA : L'olio d' oliva faceva la crosta sulle mani, poi se crepava e se toglieva. 'Na volta non c'erano i guanti, si lavorava a mani nude!
ERSILIA : Mamma buttava la glicerina sulle ferite e io ce soffiavo sopra perchè bruciava! Una volta mamma m'ha detto: " medico pietoso fa la piaga verminosa."
NELLA : 'Na volta venivano i boccaroli grandi così!
DELIA : Sono dei taglietti che vengono sulle labbra.
ASSUNTA : Si, per il freddo.
ANGELA A.: Ce se metteva acqua e aceto, pizzicava, ma guarivano.
NELLA : Venivano col freddo, col vento.
ERSILIA : Era brutto il freddo.
DELIA : Quando uno aveva i boccaroli, non poteva nemmeno baciare perchè s'attacavano!
ANGELA A.: Le foglie d'ortica, guarivano i brescioi, le irritazioni sul collo. Ce la mettevi la notte e la mattina trovavi le foglie piene de 'ste irritazioni, de 'sta sporcizia del sangue. Una volta mio marito aveva il collo tutto rosso, e io gli ho chiesto se era caduto dalla bici tanto era infiammato. Invece no, e gli ho messo l'ortica.
MICHELINA : L'ortica non va bene se il brufolo è aperto, lì ce vuole la rapetta.
NELLA : Io sapevo della foglia di moro da mettere sui briscioli (foruncoli) per asciugarli.
ERSILIA : Invece per le scottature se metteva il sapone, quello di Marsiglia, quello per lavare i panni.
FAUSTINA : Io una volta mi sono scottata con l'acqua bollente e me s'era staccata la pelle! Vicino a casa mia c'era un'infermiera e mi ci ha fatto mettere le garze.
MICHELINA : Per far passare il dolore si scaldava un coperchio e si metteva dove faceva male, tipo la pancia. Quando si aveva la febbre si prendeva un panno bagnato d'acqua fredda e si metteva sulla fronte.
Preghiera senigalliese
Un giorno Sante ci rende partecipi di una preghiera in dialetto senigalliese di sua conoscenza.
"Vagg' a letto sa tre angiuli nel pett': un da cap', un da pia, un in mezz al lett' mia. Un me dic' che durmissi, che paura nun avessi, nè d'i morti, nè d'i vivi, nè d'i spiriti cattivi. La Madonna ch' è 'na madr' S.Giusepp' ch'è un padr' S. Giuvann' m'ha a parent', stanott' durmirò siguurament' !"
Conclusioni
Durante questo lavoro di gruppo lo stupore è stato un compagno di viaggio che ci ha affiancato giorno per giorno, ascoltando ricordi e avvenimenti che a me e Laura sono sembrati inizialmente così lontani e difficili da inserire nella loro raltà. A volte ci siamo guardate con meraviglia davanti alle loro immagini di vita, al loro vissuto, che condividevano con noi con quella chiarezza propria della fatica, della difficoltà di ogni giorno, di riuscire a sopravvivere a tante problematiche date dalla povertà, dalla guerra, dalla mancanza di sicurezze.
Per questo, abbiamo voluto riportare nel modo più preciso i dialoghi a cui abbiamo assistito, lasciando inalterate anche le parole in dialetto, le canzoni, le frasi che emergevano, le domande che si facevano l'un l'altro. Spero emerga questo, la loro voglia di farci entrare nei ricordi di ciascuno, di parlare insieme di una vita passata, ma sempre presente nelle loro menti, di condividerla con noi che ne siamo temporalmente lontane.
Il timore iniziale, ogni volta che decidevamo di organizzare i gruppi di lavoro, era quello di non dare loro i giusti stimoli, di non essere capaci di accompagnarli in questi racconti... invece poi la vera difficoltà era contenerli! E ci ritrovavamo immerse in tanti ed infiniti dialoghi, in cui ogni partecipante voleva dire la sua, sui quali tutti avevano almeno un'immagine da descrivere.
Da singoli individui diventavano gruppo, si staccavano dalla loro unicità, quella che li accompagna nella quotidianità, per diventare artefici di momenti di condivisione, di collaborazione. La comunicazione, in quelle giornate, diveniva un mezzo per conoscersi e scambiare un pezzo di vita con la voglia di essere ascoltati ed uscirne arricchiti.
Abbiamo cercato di coinvolgere anche coloro che solitamente partecipano meno alle attività, scoprendo che con lo stare in gruppo, la maggior parte poi si è trovata nella condizione di intervenire e di essere presente in questo libro: chi con filastrocche, chi con canzoni, chi mostrandoci foto custodite nella tasca e portate sempre con sè.
L'obiettivo era tentare di coinvolgere la maggior parte degli ospiti in un viaggio attraverso le tradizioni del loro passato e migliorare i loro rapporti in un contesto istituzionalizzato, dove, a volte, il dialogo e la condivisione sono piuttosto difficili. Il risultato è stato quello di aver ricevuto in cambio, in quei pomeriggi, una parte di loro, uno spaccato di vita che altrimenti non avremmo potuto conoscere e fare nostri.
Alessandra Durastanti
RINGRAZIAMENTI
In modo particolare vogliamo ringraziare tutti gli operatori e i volontari della Casa protetta che ci sostengono ampiamente nel nostro compito, spesso aiutandoci attivamente nell'animazione o nell'appoggiarci pienamente anche se a volte l'effettuazione dell'attività rende più complesso il loro lavoro.
Siamo molto grate anche alla Presidente della Casa protetta, Francesca Paci, e alla responsabile Maria Grazia Sciocco che agevolano le nostre richieste e facilitano l'organizzazione dell'animazione venendoci incontro nelle diverse esigenze lavorative.
Diciamo grazie anche ai familiari che sono stati presenti durante le attività aiutandoci e giocando assieme ai loro parenti e a tutti gli ospiti della Casa presenti in quel momento. Cogliamo anche l'occasione per invitare quanti volessero a partecipare alle nostre attività assieme ai loro cari.
Non ci dimentichiamo assolutamente del personale amministrativo, che è sempre disponibile durante tutto il periodo dell'animazione e soprattutto partecipa attivamente per la produzione di questo libro assieme ai volontari.
Laura Pedrinelli Carrara
Psicologa e psicoterapeuta, libero professionista, contrattista presso la ASUR Zt4 nella U.O.C. di Oncologia Medica e nella U.M. di Senologia. Si occupa da anni di formazione sia in campo sanitario che in altri settori e collabora con la Casa Protetta per anziani di Senigallia dal 2007.
Silvia Bernacchia
Assistente Sociale per la Cooperativa H Muta di Senigallia e Assistente Sociale e Operatrice Inserimenti Lavorativi per la Cooperativa Sociale Pro.ge.i.l. S.c.p.A. di Senigallia. Ha lavorato dal 2007 a maggio 2009 alla Casa Protetta per anziani nel progetto di animazione professionale.
Alessandra Durastanti
Sociologa, lavora ad incarico come educatrice professionale in comunità per anziani e tossicodipendenti. Collabora con l'associazione "Compagni di Specie" in un progetto di Pet Therapy e con la Casa Protetta per anziani di Senigallia dal settembre 2009.
Il timore iniziale, ogni volta che decidevamo di organizzare i gruppi di lavoro, era quello di non dare loro i giusti stimoli, di non essere capaci di accompagnarli in questi racconti... invece poi la vera difficoltà era contenerli! E ci ritrovavamo immerse in tanti ed infiniti dialoghi, in cui ogni partecipante voleva dire la sua, sui quali tutti avevano almeno un'immagine da descrivere.
Da singoli individui diventavano gruppo, si staccavano dalla loro unicità, quella che li accompagna nella quotidianità, per diventare artefici di momenti di condivisione, di collaborazione. La comunicazione, in quelle giornate, diveniva un mezzo per conoscersi e scambiare un pezzo di vita con la voglia di essere ascoltati ed uscirne arricchiti.
Abbiamo cercato di coinvolgere anche coloro che solitamente partecipano meno alle attività, scoprendo che con lo stare in gruppo, la maggior parte poi si è trovata nella condizione di intervenire e di essere presente in questo libro: chi con filastrocche, chi con canzoni, chi mostrandoci foto custodite nella tasca e portate sempre con sè.
L'obiettivo era tentare di coinvolgere la maggior parte degli ospiti in un viaggio attraverso le tradizioni del loro passato e migliorare i loro rapporti in un contesto istituzionalizzato, dove, a volte, il dialogo e la condivisione sono piuttosto difficili. Il risultato è stato quello di aver ricevuto in cambio, in quei pomeriggi, una parte di loro, uno spaccato di vita che altrimenti non avremmo potuto conoscere e fare nostri.
Alessandra Durastanti
RINGRAZIAMENTI
In modo particolare vogliamo ringraziare tutti gli operatori e i volontari della Casa protetta che ci sostengono ampiamente nel nostro compito, spesso aiutandoci attivamente nell'animazione o nell'appoggiarci pienamente anche se a volte l'effettuazione dell'attività rende più complesso il loro lavoro.
Siamo molto grate anche alla Presidente della Casa protetta, Francesca Paci, e alla responsabile Maria Grazia Sciocco che agevolano le nostre richieste e facilitano l'organizzazione dell'animazione venendoci incontro nelle diverse esigenze lavorative.
Diciamo grazie anche ai familiari che sono stati presenti durante le attività aiutandoci e giocando assieme ai loro parenti e a tutti gli ospiti della Casa presenti in quel momento. Cogliamo anche l'occasione per invitare quanti volessero a partecipare alle nostre attività assieme ai loro cari.
Non ci dimentichiamo assolutamente del personale amministrativo, che è sempre disponibile durante tutto il periodo dell'animazione e soprattutto partecipa attivamente per la produzione di questo libro assieme ai volontari.
Laura Pedrinelli Carrara
Psicologa e psicoterapeuta, libero professionista, contrattista presso la ASUR Zt4 nella U.O.C. di Oncologia Medica e nella U.M. di Senologia. Si occupa da anni di formazione sia in campo sanitario che in altri settori e collabora con la Casa Protetta per anziani di Senigallia dal 2007.
Silvia Bernacchia
Assistente Sociale per la Cooperativa H Muta di Senigallia e Assistente Sociale e Operatrice Inserimenti Lavorativi per la Cooperativa Sociale Pro.ge.i.l. S.c.p.A. di Senigallia. Ha lavorato dal 2007 a maggio 2009 alla Casa Protetta per anziani nel progetto di animazione professionale.
Alessandra Durastanti
Sociologa, lavora ad incarico come educatrice professionale in comunità per anziani e tossicodipendenti. Collabora con l'associazione "Compagni di Specie" in un progetto di Pet Therapy e con la Casa Protetta per anziani di Senigallia dal settembre 2009.
Fine
Prima di chiudere definitivamente questo racconto fatto di semplici cose e di tanti nomi, una piccola doverosa nota da parte mia...un giusto pensiero a coloro che ho conosciuto personalmente, che ci hanno trasmesso i loro ricordi, ma che nel frattempo, purtroppo, ci hanno lasciato. Grazie "ragazze", grazie "ragazzi" (Questo è il temine con cui vengono chiamati benevolmente gli ospiti dal personale).(FG)
1 commento:
Solo molto più semplice,altrimenti siamo quasi alla pari con Giovanni Verga, Grazia Deledda,ecc. come letteratura.Complimenti.
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