E se ritornassimo, per contenere i costi, a questo servizio? |
… e credo
che non si tratti di una mia pignoleria, ma un pensiero basilare da
cui partire per poter risolvere!
Un
Servizio sociale come un'Assistenza sanitaria, sono cose ovvie che
producano costi e non utili, almeno subitanei. Si perché gli utili
ci sono e si potrebbero dividere in due tipologie: quelli immediati,
vale a dire a livello umano (quale salvare una vita umana facendogli
magari ripartire il cuore quando esso si ferma ) e quelli prodotti
nel tempo, che non si leggono subito su quel virtuale e vergognoso
“libro mastro aziendale”, ma a lungo andare (Come riportare un
infartuato in ditta, inserendolo nuovamente nel suo primario lavoro
permettendogli di continuare a produrre ricchezza) . Vedo di
spiegarmi meglio con un banale esempio.
Se
chiamo i Vigili del Fuoco per un qualsiasi intervento d'urgenza, so
di creare per la collettività un costo, ma devo anche tener conto
che se vengono salvate delle vite umane o delle cose (leggi case,
industrie, paesi, per non dire Opere d'Arte) queste dovrebbero, o no
?, essere considerate come futuri utili recuperati e riconsegnati
alla Collettività?.
E
proseguo nel mio esempio ritenendo immorale che il primo burocrate
politico, invogliato a ridurre le spese perché (questo avviene in
Italia, all'estero non so!) a fine anno si vedrà riconosciuto un
congruo Premio per il raggiunto traguardo di economizzazione di
spesa, si ritenga autorizzato ad assegnare ad un comando dei VF,
anziché una pala meccanica una pala manuale.
Invece
questo esempio che ho portato con un tono esasperato, avviene nella
realtà di tutti i giorni e sempre più spesso in quella Sanità
Nazionale, dove trascinati per il giusto entusiasmo dell'aver risolto
il problema del costo della siringa, ora identico per tutto il
territorio nazionale, il nostro Ministero della Salute (il primo
malato grave – e sembra essere incurabile - di tutta la filiera)
affiancato da un infinito stuolo di Dirigenti, politicamente scelti
da una indecente Politica Nazionale, stanno accentrando tutte le
tipologie di Assistenza Sanitaria in pochi Ospedali, al grido
entusiastico di “razionalizziamo i servizi, contenendo i costi”.
Costi che vengono analizzati sempre a livello di tagli ai servizi,
escludendo i lauti compensi che lor signori percepiscono, le spese di
trasporto delle ambulanze che fanno la spola tra i veri ospedali e
che quando ne serve una per un intervento grave, non se ne trova la
disponibilità, o la creazione di eliporti anche dove non necessitano
quali cattedrali nel deserto.
Ma
per fare questo, non ci si è basati su ponderate scelte di carattere
qualitativo dell'offerta data dall'Ospedale e prolungato nel tempo,
dalla qualità dei Sanitari, dal numero degli “Utenti” (altra
parolaccia derivante dal loro lapsus freudiano pensando sempre a quel
maledetto Utile Aziendale quali che stessero parlando di allacci di
Luce – Gas – Acqua – Telefonia e non di Pazienti) bensì su
ordini che verticistiche gerarchie politiche hanno imposto ai loro
subalterni locali per scalate elettorali e spartizioni di poltrone.
L'Italia
intanto è stata di nuovo divisa come quella dei ducati, all' interno
di ogni regione, in tante Aree Vaste. Le Marche ne ha 5 e per ognuna
di queste hanno ulteriormente sfasciato sezionandoli più che da
esperti manager da assaltatori addestrati allo smembramento di
qualsiasi cosa abbiano sotto mano. E nel nostro caso lo stanno
facendo con gli Ospedali Locali, delocalizzando le specializzazioni e
mescolandole tra loro.
E
Senigallia, che viene spesso descritta dal Potere Locale quale una
“Eccellenza” in qualunque cosa in essa venga fatta, non ne è
rimasta indenne. Anzi, è quella che più grande delle altre tre, ha
dovuto cedere alcune delle sue professionalità di cui andava fiera
ed orgogliosa. Del resto anche la nostra Spiaggia di Velluto fa
parte dell'Italia, al cui Governo siede una forza di Centro-Sinistra,
che, guarda caso è la stessa che governa la nostra Amministrazione
Locale. Uno più uno, fa due.
Già
fin dall'era Spacca, con i suoi colpi di timone, fece portare la
direzione Amministrativa a Fabriano, dando forza al suo Ospedale locale
(e gliene avrebbero dovuto dar atto i suoi concittadini e la sua Fabriano gliene avrebbe dovuto essere
riconoscente). E' da quel momento che è iniziato lo smantellamento del
nostro nosocomio senigagliese. Tutti gli esponenti di allora silenti e complici, di quei risultati
demolitori della Sanità Locale, hanno avuto in premio un avanzamento
politico e non solo. Ed
oggi, dopo il nulla di ieri, che prosegue con un niente di fatto
oggi, si coprono scaricando le colpe su Spacca, che figuriamoci se di colpe non
le ha avute, ma che loro appoggiandolo, si sono resi suoi
complici. Ed oggi ci si scusa (come avvenuto nel corso della IV
commissione Sanità comunale) trincerandosi dietro un pusillanime
“Allora erano altri tempi”.
Oggi
è arrivato un altro di Presidente Regionale, indossante la stessa
casacca e con al fianco cortigiani scudieri paludati dello stesso
mantello colorato di centro-sinistra.
E
questo, politicamente, seppur sempre troppo sorridente, non è che sia meglio di Spacca, per la serie il peggio tarda a
morire!
Gli
Ospedali oggi in quell' “Area Vasta 2” in cui è stata censita
Senigallia sono 4 : Fabriano-Jesi-Osimo-Senigallia, su cui spicca su
tutto e tutti (giustamente) quello Regionale di Torrette di Ancona
(con annessa Università di Medicina).
Ed
allora, attenzione, e non parlo di interventi o cure complesse, ma
semplici interventi di routine : per esempio per un intervento alla
prostata devi andare a Jesi o altro ospedale fuori AV2, perché
l'urologia è solo lì. Se devi sostituire un pace-maker prima lo
facevi a Senigallia ed ora, se non fanno un passo indietro, dovrai
spostarti in Ancona o in un Ospedale in cui alloggeranno la nuova
UTIC, malgrado Senigallia sia quella che abbia al suo attivo un
numero notevolmente più alto di operatività. Se ti va una scheggia
di legno o altro in un occhio, di notte, bisogna che ti informi se
nel PS di Senigallia sia di turno l'oculista, perché lo specialista
svolge il servizio a rotazione nei vari ospedali sopra elencati. L'
UTIC, sembra verrà spostato ad un altro ospedale, o in quello di
Fabriano o quello di Jesi.Per il momento è stato tutto sospeso, ma
non con uno scritto ufficiale, ma con semplici promesse del politico
di turno (il che fatte da un politico e scritto da un populista,
valgono ancor meno) Il personale medico manca in fisiatria e
gastroenterologia, ma hanno promesso (l'unica cosa che sanno fare con
perizia!) che arriveranno e che la colpa non è che non si voglia
assumere personale, ma quello qualificato come in gastroenterologia,
non lo si trova (Come se in Italia la disoccupazione non esistesse
anche tra i laureati in medicina).
Il
laboratorio analisi effettua solo i prelievi che poi vengono spediti
a Jesi o non so altro dove, allungando notevolmente i tempi di attesa
per le risposte. Se devi ricorrere al servizio di PS, avverti a casa
che prima di 4/6 ore minimo (salvo i codici rossi) non ti vedranno
ritornare, vista la carenza di personale. La TAC, poi funziona a
singhiozzo , vista gli inconvenienti tecnici in cui è solita cadere.
Ed allora si emigra... Ovvero come se in una barbieria si insaponasse
il viso e poi la rasatura avvenisse in un altro salone posto a 50 km.
L'Otorino è divenuto simile ad un ambulatorio. I medici primari
(gastroenterologia e Cardiologia) che si sono permessi di obiettare
con una lettera certi atteggiamenti, sono stati immediatamente
“tacitati” (ho usato un eufemismo). Ed ora logicamente c'è paura
a parlare! Tutti tengono famiglia.
C'è
da dire però, che è a livello nazionale, che parte il tutto. Questo
perché chi usa maggiormente questi servizi sono gli anziani e gli
anziani oggi vengono decantati, con quella falsa bontà che da
tremila anni di storia ci portiamo dietro, come portatori di risorse,
di esperienze storiche, umane, ecc, ecc., ma che invece alla fine
consumano solo per campare qualche anno in più a spese dei più
giovani. Allora le attese nei centri di prenotazione (CUP) si
allungano di mesi e se hai una misera pensione che non ti permette di
rivolgerti alla sanità privata, muori. I medicinali che hai usato
per 20 anni ad un tratto esigono un ticket che se non puoi permettertlo devi ricorrere ai medicinali generici. Che sono uguali a quelli di marca, dicono, ma poi
il tuo medico di famiglia sorridendo ti fa capire che a volte qualche
problema te lo procurano o potrebbero procurartelo.
Sarà che io sono una persona sincera e pretendo che anche il mio
avversario, di qualunque settore, usi la mia stessa sincerità, che quindi vorrei che non mi dicessero che stanno facendo ed invece
prendono solo del tempo, quel tempo che risulta sempre curativo per lasciar sbollire gli animi. Ma avessero il coraggio di dirmi a brutto muso ed in faccia a chiare lettere “sei vecchio, deciditi a morire”. Non
sarebbe una cosa brutta, sarebbe solo sincera. Si, i nostri "politicanti", (i Politici, gli Statisti, sono cose di altri tempi) così facendo risulterebbero incapaci, ma almeno per una volta, sinceri.
di Franco Giannini
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