... e donazione dell' opera: l' appuntamento per l' inaugurazione della tela è per il 2 Aprile.
Era da tempo che ogni qualvolta mettevo piede nel suo Atelier-Studio d’Arte di via Cavour, 34 a Senigallia per un saluto, vedevo la Sig.ra Brunella Romyo che
 mi guardava con un certo imbarazzo principalmente quando 
inevitabilmente lo sguardo mi cadeva, seppur con fare disinteressato, a 
quel “qualche cosa” di rettangolare nascosto sotto un lenzuolo bianco. 
Seppur fosse intuibile che di quadro si trattasse, le mie seppur scarse 
ed elementari nozioni di buona educazione mi hanno sempre evitato di 
chiedere in che cosa di nuovo e di tanto segreto stesse lavorando, dal 
momento che tutto era così accuratamente ben celato all’occhio del 
visitatore. Fintanto che, però, giorni fa, sono entrato casualmente a 
farle visita fuori dell’orario solito in cui normalmente la passo a 
visitare e l’ho trovata, come si è soliti ironicamente dire, con il 
“topo in bocca”.
In camice bianco, tutta indaffarata ed accaldata per l’operazione che
 stava facendo. E ci si può figurare come sia rimasta quando ho aperto 
la porta del suo Atelier.
Stava sistemando angoli protettivi di cartone su di una cornice di un
 quadro di ben 2 metri e 30 di lunghezza per 0.90 di altezza, tenuto in 
precario equilibrio tra le sue esili braccia. Un lavoro più da manovale 
che da pittrice. Lei che, al macro, preferisce immergersi nel micro 
delle sue miniature. Di conseguenza, all’apertura della porta un suo 
naturale motto di sorpresa, prima ancora del suo solito educato 
buongiorno. Scoperta, ha immediatamente fatto seguire delle scuse che 
assolutamente non necessitavano (ma lei è una donna gentilissima) per 
non avermi reso partecipe prima, di questo suo lavoro segreto.
 I perché di tanta segretezza e della immediata cortese richiesta (il 
suo bagaglio di educazione è da scuole alte, ben lontano dal mio) di 
tenermi tutto per me quello che avevo visto, ma che mi ha lasciato poi 
fotografare e filmare, almeno fino al giorno dell’inaugurazione. Da qui,
 è stato come se l’essere stata colta in flagrante l’avesse resa più 
libera.
Ed allora ecco che con il riposizionamento del lenzuolo immacolato 
sul quadro, simile ad una slavina, ha cominciato a raccontarmi la 
gestazione e la nascita di questa sua nuova ed inusuale creatura 
artistica che in questa particolare occasione, racchiude in una tela 
macrocontenitrice, tantissimi micro particolari.
Ma andiamo per ordine.
Ma andiamo per ordine.
La Sig.ra Brunella Romyo
 alla fine del novembre scorso viene convocata dal Presidente della 
Fondazione Casa dell’Accoglienza Federico Marulli di Ostra Vetere, il 
Dott. Sandro Sabbatini, per sottoporle una proposta di incarico per eseguire un’opera pittorica,
 dietro rimborso delle sole spese vive, che rappresentasse la visione 
panoramica del paese di Ostra Vetere. Con l’accordo, che una volta poi 
terminata la tela, la donasse in via definitiva alla Fondazione. Il tema
 suggerito dal Presidente era quello di riprodurre su tela i luoghi del 
paese di Ostra Vetere, poiché la prossima manifestazione avrà come 
titolo “Paese Mio” con uno degli obiettivi principali, la 
presentazione alle Comunità, sia degli Ospiti della Casa di Accoglienza 
che dell’intera Ostra Vetere, della panoramica del paese a livello 
pittorico.
Era la fine di novembre, come si diceva, quindi con una stagione 
invernale senza foglie, senza colore, con una visione mesta ed 
abbastanza piatta. Una stagione con i suoi colori, belli anch’essi sotto
 certi aspetti, ma sicuramente poco allegri. Ed allora la Sig.ra 
Brunella ha pensato bene che a monte di questa richiesta formulata da 
parte del Presidente ci fosse anche una sua aggiunta, un suo tocco di 
fantasia, un’iniezione di colori più consoni all’età degli Ospiti e che 
con la loro visione fornissero gioia e calore.
Un quadro che amalgamasse in qualche modo sia la visione del Paese attuale con i ricordi di gioventù degli Ospiti di questa Fondazione. Una sapiente miscela di realtà e fantasia che rendesse ragione alla richiesta vera e propria da parte del Presidente ed alla singolare funzione della della motivazione che questa Opera d’ Arte dovrebbe muovere negli animi di questi amabili Ospiti.
Un quadro che amalgamasse in qualche modo sia la visione del Paese attuale con i ricordi di gioventù degli Ospiti di questa Fondazione. Una sapiente miscela di realtà e fantasia che rendesse ragione alla richiesta vera e propria da parte del Presidente ed alla singolare funzione della della motivazione che questa Opera d’ Arte dovrebbe muovere negli animi di questi amabili Ospiti.
Lascio l’autrice, la Si.ra Romyo, illustrare l’Opera con le sue stesse parole: “Quindi mi sono premurata di studiarla
 in maniera personale fino a realizzarla in versione estiva tanto da 
aiutare le persone Ospiti della Fondazione a rivivere in qualche modo, 
quelle situazioni che erano a loro familiari e quotidiane ai tempi della
 loro gioventù. Ho quindi aggiunto alla foto panoramica in mio possesso 
della visione del paese reale com’è oggi, aggiungendovi una chiave di lettura molto più personale.
 Ho quindi reso il paesaggio estivo con colori caldi e vivaci, affinché 
offrissero una sensazione più vicina ai loro ricordi, più belli di 
quelli che sono i ricordi del Paese d’oggi, proprio perché più vicini 
alla loro gioventù. Ho quindi aggiunto anche dei particolari che 
sicuramente in Novembre non ci sono, come uno spaventapasseri e un 
carrettiere con il carretto che si avvia lungo una strada ciottolosa 
verso il paese o le oche sull’aia di una casa che ancora oggi c’è, ma è 
disabitata. Di conseguenza la chiave di lettura per chiunque veda il 
quadro – vale a dire nessuno o pochissimi, prima del 2 di Aprile, 
aggiungo io – in qualche modo si ritrova nel periodo precedente al 
nostro, molto precedente, vale a dire nei tempi del primo periodo del ’900, ma diciamo in pratica dal ’900 in poi. Ma la cosa non finisce qui, perché unitamente a questa tela, abbinerò anche una prima presentazione della mia attività
 che come tutta la mia arte in particolare, ha una chiave di lettura 
ottocentesca. A cui faranno seguito successivamente nel tempo, altre mie
 presentazioni sempre con visioni dello stesso paese, o meglio 
dell’interno dello stesso paese, dei suoi vicoli in particolar modo, 
tratti da fotografie reali dei posti, ma sempre abbinati allo sviluppo 
aggiuntivo di quello che la mia fantasia mi suggerisce. Vicoli reali che
 saranno quindi trasformati, seguendo anche i discorsi delle persone che
 li abitano o che li frequentano aggiungendo quei particolari, come sono
 solita fare, di situazioni che ci riporteranno indietro nel tempo, ma 
sempre legate in funzione della prima opera ceduta in donazione.
 Voglio sperare che questa presentazione offra un sintomo di una 
continuità nella vita di questi Ospiti, molti dei quali ancora vivaci, 
mentalmente vivi e pronti a recepire qualsiasi tipo di manifestazioni 
siano esse culturali, siano esse folcloristiche o gastronomiche che 
servono a vivacizzare un po’ questo loro ambiente attuale e che fino ad 
ora è stato un pochino chiuso. Voglio sperare si possa dire che questa 
presentazione sia la chiave per aprire le porte alla Comunità tutta del Paese,
 confidando che possa utilizzare al meglio queste iniziative, cercando 
di rendere con la loro vicinanza, anche gli Ospiti della Casa di 
Accoglienza, ancora partecipi e vivi nell’attività del Paese. Si guardi 
bene che l’evento si chiamerà “Paese Mio”, ma sarà non soltanto mio, 
sarà, anzi dovrà essere, di tutta la Comunità ed è per questo che avrà 
anche delle iniziative culturali, funzionali, gastronomiche, tenendo 
presente e non dimenticando, mai, che anche gli Ospiti della Fondazione 
fanno parte di questa Comunità. Bisogna anche dire che l’iniziativa è 
partita da una visita occasionale del Presidente ad una Comunità molto 
simile alla nostra in Toscana, più esattamente Figline Val d’Arno.
 Una iniziativa raccolta e proiettata nella nostra realtà, che non dovrà
 essere da meno. Che altro dire? Vorrei che questa iniziativa potesse 
forse essere di stimolo e ripresa da altri artisti pittori in altre 
realta simili. Perchè poi, si sa, da cosa nasce sempre cosa”.
Aggiungo io, a conclusione, che l’appuntamento per il taglio del 
nastro e la visione delle Opere della Sig.ra Brunella Romyo, è fissato 
per il 2 di aprile alle ore 15,30 nei locali della Fondazione Casa dell’Accoglienza Federico Marulli di Ostra Vetere (ex Ospedale), sito nella Circonvallazione del Paese.
 
                    
                        Già pubblicato Domenica 22 marzo, 2015 su SenigalliaNotizie.it 

 
 









 
                        
            
                     
                        
            
                    



 







 
 
 

