venerdì 9 novembre 2018

Noooo !!!! tra 45 giorni è già Natale un'altra volta !!!

... ma che palle !!! 

Sarà meglio, vista la particolare religiosità della festa, che precisi che esse sono solo intese rigorosamente come primario addobbo natalizio annunciatore di tanta serena felicità.
Però poi se penso che mancano solo 45 giorni a Natale (festa esclusiva che dovrebbe essere sentita nel suo vero valore effettivo che è quello religioso dai soli Credenti VERI e PRATICANTI), non me se ne voglia, ma io mi intristisco. Per fortuna però che io, con il passare degli anni e divenendo sempre più scorbutico ed insofferente, ho imparato a contare solo (al momento della scrittura ancora 58)  quelli che restano per riportarmi alla normalità di tutti i giorni... che visti i tempi che viviamo, non è che sia poi una gran cosa, ma almeno, lasciatemelo dire, non c'è la falsità pressoché obbligatoria (quasi a discolpa per non sentirti fuori corso) del buonismo e consumismo obbligatorio ad orologeria !!
Il Natale da Festa religiosa, nel corso dei secoli, si è mutata in una corsa consumistica, valida se non per risollevare le anime di tutti noi poveri peccatori, almeno quella del motore economico. 
Oddio, per un Paese come il nostro, abitazione di tutti noi componenti della sua famiglia, con le pezze al culo e pieno di debiti (salvo l'eccezione di alcuni fortunati venuti al mondo con la camicia), questo consumismo dovrebbe essere ben pensato e gestito per le necessità della sopravvivenza.
Invece con l'andar dei secoli (del resto noi siamo stati e continuiamo ad esserlo un popolo di sfigati  e masochisti) l'unica cosa che siamo riusciti a modificare è stata quella di credere che  il significato del termine necessità e quello di esigenza siano gli stessi.
Ecco che allora il Natale da festa Sacra è divenuta Profana, da un consumismo atto a soddisfare impellenti necessità si è passati a quello voluttuario dell'esigenza del non essere, bensì dell'apparire.
E si che le tredicesime erano state a suo tempo, una conquista dei lavoratori, affinché potessero almeno a Natale, acquistare un paio nuovo di pantaloni passando i vecchi con le pezze, ai figli minori, con l'intervento di un sarto che allora "rigirava" le pezze ed anche a lui la festività riempiva il piatto. Poi, qualcuno ha pensato che scimmiottando i nati con la camicia di cui parlavo sopra, avrebbero raggiunto gli agi di questa classe sociale. Allora su richiesta dei creatori del consumismo (gli industriali) supportati sulle ali di una Pubblicità sempre più assillante, venne coniata la parola esigenza. Ed allora non fu più sufficiente cambiare i pantaloni, ma questi dovevano portare il marchio  del momento decantato dalla Pubblicità. Oggi non si parla più neppure di marchio (sa di vecchio, di stantio, di superato ecchecavolo), bensì di Griffe, e solo perché il termine straniero fa più "figo". 
Ma la colpa di tutto questo, alla fin fine, lo sapete di chi è ?? Nooo... allora ve lo dico io!
La colpa è dei bambini... Si perché la Festa di Natale è loro (VERO o meglio DOVREBBE essere la loro!!). La festa di Natale del resto non la si fa per loro? Che rispondere se non con un patetico SI giusto perché è festa, ed è la festa che ci porta ad essere tutti più buoni (o Falsi ?).
Si acquistano giocattoli super accessoriati e dal costo esorbitante, solo perché piacciono ai genitori che sanno a priori che ci giocheranno loro vista la difficoltà dell'uso e che magari s'incazz.... se i piccoli glieli dovessero rompere per vedere quello che c'è dentro. 
Si fa festa facendo le orine, ma i bimbi alle 22 devono andare a nanna, perché questa è la regola (giusta nei giornali normali... ma una eccezione...), ma in verità perché scassano quelle famose palle (degli addobbi di cui accennavo a priori). 
Si, i bimbi vorrebbero i dolci, ma fanno male, seppur li si comprano ma perché i genitori sono adulti e loro si lavano poi i denti senza fare storie.
Si potrebbe andare tutti al ristorante, ma invece i bimbi, uno dorme, l'altro ha la diarrea, uno vuole il giocattolo che solo il papà può far partire ed il genitore attualmente sta analizzando il nuovo Smart che gli ha regalato mamma e che a sua volta è impegnata a studiare all'uso del Tablet che il compagno le ha consegnato nella scatola legata con il fiocco rosso.
Si, si fa per loro l'Albero di Natale, seppur si implora poi di stare alla larga, perché se cade un addobbo, si rompono poi sempre quelle già menzionate "palle festive" impegnate a dover spazzare i cocci...
Si, sempre per loro si fa anche il Presepio, ma stanno sempre lì a toccare le statuine e ... noi a rimetterle a posto, mentre magari suona il telefono e arriva il selfie  di qualcuno che ci ha anticipati, con il viso sorridente, la linguaccia e nello sfondo l'albero...
Si, la festa è dei bimbi, che però avendo anche quell'altra della Epifania, che lasciassero ai grandi (papà mamma e i loro amici) di godersi almeno la Festa dell'ultimo dell'anno... in cui giungi al cenone ed al trenino brasiliano di mezzanotte, come uno zombi, stanchi come solo può esserlo chi ha fatto stressanti acquisti di fine anno curando l'abbigliamento per la notte del 31 non dimenticando le mutande rosse, poi le corse dai coiffeurs, le telefonate importanti con gli amici con la frase storica :" ... ohh allora? Cosa si fa? Dove andiamo? Ahh...c'è anche lia... (siamo sotto le feste di Natale !!) ... noo mejo sto a casa allora e me sopporto i mj soceri con i mj fioli...). Due consigli per un Natale sereno (?), pensate quello che volete, ma democrestianamente tenetevelo per voi e scegliete come interlocutori possibilmente i bambini !! Io, intanto, per evitare di essere più falso di quello che mi sono già imposto a tutt'oggic, il giorno prima del fatico 25, spengnerò il telefono. Però qui, come faccio a non sussurrare "Evviva il Natale" ?? !!!







di Franco Giannini

lunedì 5 novembre 2018

Piove,... Governo voglio sperare da...

... ladro a furbo, meglio ancora se intelligente... mahhh...!!!


Vi ricordate i famosi “Nevoni” contrassegnati dall'anno in cui sono avvenuti? Ebbene io rammento come immediatamente (o quasi) i Sindaci organizzavano squadre di spalatori per pulire le strade dal ghiaccio.
Ricordate il crollo della diga del Vajont, in cui immediatamente scattavano i soccorsi basati oltre che sui soliti VF (osannati ogni qualvolta al bisogno e dimenticati il giorno a seguire per non rispolverare il problema economico!) sulle truppe di Alpini locate nelle caserme confinanti quel territorio.
Devo ricordare il Polesine o l'alluvione di Firenze per far presente come fossero intervenute le forze armate sia nel numero che velocemente, perché allora dislocate dentro le caserme in modo più fitto di quello attuale nel lungo stivale ?
Bene, anzi male, visto i morti ed i danni di quest'ultima settimana ed ancora le ferite non rimarginate dei vari terremoti. Ecco che allora mi augurerei che questo GOVERNO si facesse furbo ed approfittasse di questa catastrofica sfiga, in un evento economicamente fortunato per far ripartire l'economia con nuovi posti di lavoro.
Immediatamente, i sindaci delle località colpite dovrebbero quindi, richiamare tutti i disoccupati e dare loro opportunità di lavoro: dallo spalare il fango, togliere i detriti, a lavori più qualificati a seconda delle loro specifiche mansioni come il sopralluogo e la possibile abitabilità o meno (per ingegneri e geometri) delle case accidentate.
Stilare una lista di ditte (immediatamente e possibilmente non grosse escludendo drasticamente i Sub-appalti) per i lavori a breve e medio termine (e per medio intendo sei mesi al massimo!). Contributi attraverso buoni di acquisto alle famiglie per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici, nelle ditte con cui lo Stato abbia stipulato accordi con prezzi vantaggiosi sia per l'acquirente che per chi acquista (Ditte straniere escluse se queste non operano in Italia). Per gli interventi come il MOSE, iniziato nel 2003 e che ancora non è terminato e che si pensa non risolverà nulla, stendiamo un velo pietoso e i credenti preghino sperando in miracoli. Seppur sembra che anche il Padre Eterno si sia stancato di intervenire.
Sparare milioni, facendoli passare attraverso Regioni, province e comuni, significa che o questi non arriveranno mai e si perderanno negli innumerevoli meandri della politica amministrativa... o se nella migliore delle ipotesi dovessero arrivare, gli attuali neonati, saranno, nel frattempo, diventati maggiorenni.
Io lo voglio sperare, ma credo che invece, ancora per l'ennesima volta, si tornerà a parlare, parlare, parlare ancora di prevenzione come della scoperta dell'acqua calda e magari, nel mentre se ne parla, si torni a rituffarsi nell'acqua bollente, seppur timorosi di quella fredda.
E si, perché l'Italia, il famoso Bel Paese, altro non è che una nazione in cui la cosa che sappiamo realmente fare con indiscussa velocità è la sostituzione delle terminologie. Dopo il “geniale” Petaloso, ecco che la Treccani conia lo “stupendo” termine di Tottilatria.
Ecco che allora, i poveri intellettuali politici messi lì a salvaguardia delle strade (ed anche male in arnese viste le buche incolmabili) e non solo, hanno sostituito via via al termine “Intense precipitazioni” quello più allarmistico di “Bomba d'acqua”, allo “straripamento” di un corso d'acqua, quello più esotico e meno conosciuto da molti di “Esondazione”. La frana è divenuta smottamento, inondazione è diventata allagamento, le raffiche violente di vento sono cambiate in trombe d'aria o marine se queste si spostano sulla costa o sul mare, la valanga può prendere l nome di slavina, il terremoto di sismicità, ma alla fin fine se non è zuppa è pan bagnato. Per chi vi è coinvolto fisicamente è e resterà sempre una tragedia, mentre per coloro che lo sono, ma in maniera amministrativa, il cambiamento del termine è opportuno in quanto potrebbe fungere da “parafulmine” in merito alle loro responsabilità.
Poi oggi tutto è diventato “Eccezionale”, “Inaspettato”, “Improvviso”, ed effettivamente non è che non lo sia, ma il piangersi addosso sempre mentre si piglia la pillola del giorno dopo, lascia schifati e con l'amaro in bocca.
I comunicati stampa che dovrebbero avere lo scopo di salvaguardare le popolazioni dai cambiamenti meteorologici previsti 24 ore prima e classificati con un colore che va dal giallo al rosso suonano spesso come l'urlo di “al lupo al lupo”, perché poi l'evento non si verifica, o se si verificasse l'avviso è “rosso”, l'alternativa sarebbe (per chi crede) pregare raccomandando l'anima a Dio o sperando che i meteorologi, per l'ennesima volta, si sbaglino ancora.






di Franco Giannini