venerdì 23 ottobre 2015

Un libro scritto da e per chi ha cancellato dal dizionario il termine “arrendersi”

Secondo testo di Emily Iavasile, dedicato al figlio Christian ed a tutti quelli che lottano. Con l' annuncio della partenza.

Se il primo impegno di EmilyChristian, il nostro senso della vita” aveva come filo narrativo principale le vicissitudini, le angosce, le difficoltà in cui si imbattono le persone con disabilità dovute a malattie rare (entrambi – madre e figlio – sono malati di leucodistrofia il cui nome preciso è Malattia di Pelizaeus-Merzbacher), questo secondo lavoro è una speciale autobiografia composta da un elaborato e sapiente cocktail descrittivo composto da sensazioni spesso contrastanti tra loro.
In cui però non si troverà mai le parole “rinuncia” o “rassegnazione”, i termini quali “odio” o “rancore”. Forse perchè la famiglia è credente e la Fede ha sempre offerto loro un bastone d’appoggio morale assai importante. Del resto il contenuto dei due libri, invito a leggerli entrambi, potrebbe essere un aiuto disinteressato per quanti si trovano nelle loro condizioni colpiti da malattie rare.
E’ un libro meditativo dove Emily vuole, desidera ed alla fine riesce a portare il lettore ad una riflessione e all’invito a sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica attraverso i suoi messaggi interiori ed i valori concreti suggeriti. Inoltre è anche un profondo arricchimento morale, psicologico e pratico, dove all’interno c’è uno “svolgimento di una vita” da leggere tutta d’un fiato, magari anche rinunciando, per una giornata, a scorrere le pagine di Facebook o ad assistere alla visione di qualche “giornalista” intrattenitrice di uno dei soliti pomeriggi televisi con le sue taroccate vicissitudini strappalacrime.
E l’occasione mi è ghiotta per poter rivolgere un invito alle nostre “Eccellenze” parlamentari dei politici locali, che vista la loro vicinanza in Parlamento alle inavvicinabili (per noi miseri mortali) personalità quali la ministra Beatrice Lorenzin, o la presidente della Camera Laura Boldrini, a far loro dono di una copia di entrambi i libri. Visto mai che oltre che politiche sono anche entrambe mamme, qualche spigolo morale abbia ad arrotondarsi!
La copertina del libro di Emily Iavasile, mamma di Christian CialonaMalattie rare, dicevo, che in Italia, i nostri medici e ricercatori conoscono bene, ma che invece sono volutamente “sconosciute” dalla parte burocratica ed amministrativa della nostra Sanità. Un Ministero che si gestisce alla stessa stregua di un’impresa economica che deve dare utili (il solo imperante Dio guadagno!) e non servizi che salvaguardi la salute e la vita dei cittadini.
Ed è, infatti, sotto gli occhi di tutti come il nostro Governo sia insensibile e sordo alle grida di dolore che si alzano da coloro che, colpiti dalla disgrazia, vogliono avere la libertà e la possibilità di “staccare la spina”. A questo punto allora si potrebbe pensare che Stato sia ben disposto a tutelare chi invece vuol curarsi e guarire. Invece anche qui lo Stato è sordo ed insensibile. Uno Stato che vergognosamente rifiuta quel minimo sindacale di dignità ai suoi cittadini più deboli, sia che scelgano la strada della rinuncia che quella della speranza.
Nel nostro Paese, l’unica speranza che rimane a chi disgraziatamente si trova a combattere con i meandri del menefreghismo governativo è, sempre che poi si riesca a trovare dei canali economici di qualche amico, di qualche volontario mecenate, di staccare un biglietto ed andarsene dai lidi nativi visto come oramai in certi casi, come quello di Christian ed Emily, ci si sente ugualmente stranieri e di peso in terra natia. A fine novembre, infatti, anche la famiglia Cialona abbandonerà l’Italia, avendo deciso di approdare e questa volta definitivamente, alle Isole Canarie (perchè oltre a tanti benefici di natura di servizi, il clima è ottimale per Christian). E si guardi bene che non si tratta di una rinuncia, la loro, ma è il continuare nella lotta di Davide contro Golia, dell’orgoglio contro la vergogna. Andandosene, si lascieranno alle spalle tanta nostalgia, non certo per questa Italia che ci governa, ma solo e principalmente per i parenti e gli amici che qua lasceranno e che pochi non sono.
Buon viaggio cari amici, che la costanza, la determinazione, la speranza non vi abbandonino mai, mai rinunciare, perchè poi il rimpianto di dire “forse, se avessi provato…” vi perseguiterebbe ogni istante.

Allegati

Chi fosse interessato all’acquisto del/i libri può contattare direttamente l’autrice Emily Iavasile al numero 339/1468406

Franco Giannini
Pubblicato Giovedì 22 ottobre, 2015 su Senigallianotizie.it

giovedì 15 ottobre 2015

Ben 204 candeline sulla torta di “fine estate” della Casa dell’Ospitalità di Ostra Vetere

Due le Ospiti che hanno superato la soglia dei fatidici cento anni !

Che sia tutto merito dell’aria di Ostra Vetere? Sicuramente anche quella. Ma credo che l’elisir di lunga vita di queste due centenarie sia da ricercarsi in varie componenti, quale anche il cibo, l’affetto dei loro cari, le cure a loro rivolte dalla fondazione Casa dell’Ospitalità F. Marulli attraverso le proprie maestranze, che, a quanto pare, oltre che curare tutti gli “ospiti”, li “viziano”, inventandosi giornate festose prendendo a scusante qualsiasi pretesto.
Poi, come si vede, queste festività occasionali divengono appuntamenti fissi nel corso degli anni. Tant’è che sabato 26 settembre ospiti, familiari e tutto il personale socio sanitario, infermieristico ed amministrativo, si sono ritrovati per il “4° barbecue – festa di fine estate“, quello che ormai è divenuto un appuntamento tradizionale.
Festa di fine estate e compleanni alla Casa dell'Ospitalità di Ostra VetereQuest’anno poi ancor più festaiolo, perché oltre al barbecue c’erano da festeggiare due compleanni: uno della signora Agata Bordi e l’altro della signora Teresa Ortolani. In verità, per educazione, non si dovrebbero mai rivelare le date di nascita delle signore, ma in questo caso, me ne assumo tutte le colpe, sono costretto a farlo per dimostrare che sono effettivamente entrambe centenarie: la prima, la più giovane, è nata infatti il 28 agosto 1915; la seconda, diciamo più adulta (ben 104 anni!), ha visto la luce il 14 settembre 2011.
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Ad aprire la giornata, prima di dar inizio ai programmi festosi, il parroco don Mauro Baldetti ha celebrato la messa, alla presenza delle istituzioni comunali di Ostra Vetere nelle persone del vicesindaco, Luigina Brocanelli, nonché dell’assessore ai servizi sociali e pari opportunità, Martina Rotatori.
Il menù è stato semplice, gustoso, ottimo ed abbondante tanto che tutti, sia ospiti che invitati, si sono detti soddisfatti ed hanno sinceramente gradito ed apprezzato. Sicuramente motivati anche per il fatto che alcuni degli ingredienti provenivano dall’orto (non a Km bensì a metri zero!) della stessa struttura Marulli. Ma non solo coltivati nella terra interna alla struttura, ma anche coltivati dagli stessi ospiti (ovvero, dal produttore al consumatore o meglio “e” consumatore), quali, ad esempio ed uno su tutti, il basilico con cui le cuoche di “Casa dell’Ospitalità” hanno dato vita ad un pesto a dir poco fa-vo-lo-so. Ma non si sono fermate qui, se si pensa che hanno anche servito delle ottime, ma forse gli aggettivi più appropriati sarebbero “superbe”, “celestiali”, lasagne con verdure di stagione.
Ma le cucine, grazie anche alla collaborazione dei ragazzi della pro loco di Ostra Vetere hanno continuato nel loro certosino e professionale lavoro sfornando anche ulteriori pietanze luculliane a cui hanno fatto seguito squisiti dolci, preparati anche questi dagli ospiti con l’aiuto e la supervisione degli operatori dell’Alma Consulting.
Festa di fine estate" della Casa dell'Ospitalità di Ostra VetereSaziati i piaceri della gola, la giornata è poi proseguita con lo spettacolo offerto a tutti i presenti sia dal gruppo folcloristico de “La Damigiana”, composto da stornellatori e musicanti, sia da un altro gruppo composto da volontarie e volontari tutti agghindati nei loro abiti folk, che hanno regalato agli intervenuti una giornata piena di allegria.
Come consuetudine, ad ogni evento della Casa dell’Accoglienza, non poteva mancare una delle colonne portanti del volontariato: il Gruppo U.N.I.T.A.L.S.I di Ostra Vetere e Pongelli, sempre in prima fila quando si presenta l’occasione per regalare un sorriso ed un aiuto agli ospiti della struttura.
Era sera quando si spegnevano le luci e si gettava la cenere sulla brace del 4° barbecue, ma già gli organizzatori, salutandosi con un “arrivederci” si davano appuntamento per porre le basi e programmare quello futuro. Il tutto, eventualmente, sempre alla Casa dell’Accoglienza F. Marulli in quel di Ostra Vetere. Ed allora come salutarci, se non con un … arrivederci!

Franco Giannini
Pubblicato Lunedì 12 ottobre, 2015 su Senigallianotizie.it

giovedì 8 ottobre 2015

Fischio d’inizio per il IV memorial di volley Giuliano Pierangeli

Anche quest'anno numerose le squadre partecipanti divise tra le palestre Leopardi e Corinaldesi.

Come annunciato, dal parquet fin sugli spalti della palestra dell’istituto Corinaldesi è risuonato, domenica 4 ottobre 2015, il fischio d’inizio del torneo amatoriale di volley in ricordo dell’indimenticabile quanto solare e sorridente figura di Giuliano (per tutti gli amici Sauro) Pierangeli che ci ha lasciato quattro anni fa.
Come oramai abitudine, a farsi carico di tutta l’organizzazione e della direzione delle partite, è sempre il solito Francesco Bramucci, supportato, non dimentichiamolo, dal suo braccio destro Gianfranco Pacenti: oltre a svolgere il compito di arbitro delle partite, lo affianca nelle tante altre incombenze dei fine partita, dei pre e fine memorial, che poche non sono.
Nove le squadre a contendersi il trofeo del memorial 2015: Anche no – Center Shopping – CLT Autotrasporti – Do Brasil – G.E.A. – Ristorante il Casale – Ristorante Il Pomodoro – T9 – Terzo Tempo. Qualcuna è una vecchia conoscenza! Ogni settimana, a turno, una squadra osserverà una giornata di riposo.
Finali e finalissima sono previste per il giorno 13 dicembre a partire dalle ore 15 nella palestra dell’Istituto Corinaldesi, la stessa in cui si è alzata tradizionalmente la prima palla. A scendere in campo, dando così ufficialmente vita al torneo, sono state le squadre Center Shopping e Ristorante Il Casale.
Il pre-incontro del IV Memorial Giuliano PierangeliA fare gli onori di casa Daniela Pierangeli, sorella di Giuliano, unitamente a Ernesto Murenu vice presidente della sez. di Senigallia dell’ANFI: con il loro lancio del pallone hanno decretato l’apertura degli “incontri”. Perchè, come spesso ho avuto modo di sottolineare, in questo torneo amatoriale non si usa il termine “scontri”. Anche perché non ci sono neppure contestazioni sull’operato arbitro e se può esserci umanamente una sua possibile svista, il tutto si risolve con un’arrendevole alzata di braccia da parte di chi obiettava ed al massimo un suo benevolo comprensivo sorriso.
Come sempre sarà possibile seguire risultati e classifiche sul sito http.//memorialvolley.blogspot.it/
Che altro dire se non augurare buon divertimento a tutti gli atleti e a chi vorrà assistere alle partite che si disputeranno nelle due palestre degli istituti Leopardi e Corinaldesi: gli orari sono le ore 15 per la prima partita ed le 16,45 per la seconda e sempre nelle giornate di domenica.
Da parte di chi scrive, l’augurio che vinca il migliore e l’appuntamento per la finalissima e le consuete premiazioni.

Allegati 
Franco Giannini
Pubblicato Mercoledì 7 ottobre su Senigallianotizie.it

lunedì 5 ottobre 2015

La Lorenzin, ovvero la ministra che con quella bocca può dire ciò che vuole...

... non li perse quando ancor una giovincella di 40 anni li aveva legati con il fil di ferro, figuriamoci oggi da ministra della sanità.

Solitamente rifuggo dal chiedere l'aiuto in quello che spesso sulle pagine di FB considero come la Catena di San Antonio" del "Condivi se sei d'accordo". Ma questa volta, mi cospargo la testa di cenere e invito gli amici, per una volta, ad aiutarmi, perché questo mio grido, che non è più di dolore, ma di rabbia ed esasperazione, riesca, visto mai, ad arrivare alle orecchie della ministra o di qualche suo lecchino sottopanza. Ho fatto già una lettera aperta, che non ha avuto seguito, come del resto non ne avrà questa. Sono del resto codardi nel rispondere, quanto in egual misura della loro alterigia, arroganza e spocchiosità.

Povera crista, le son piovuti addosso un sacco di rimproveri. Il primo che come ministra della sanità, non ha neppure in mano una laurea breve da infermiera. Vabbè, è vero, ma è anche vero che ha però un bel diploma di liceo classico. Che cosa ci fa? Del resto non è un pezzo di carta (come lo chiamava mio padre!) a fare intelligente un imbecille.  Agli altri mortali (intelligenti e capaci) solitamente serve quale buona preparazione per affrontare studi universitari, ma a lei non è servito perché conseguito il diploma è stata rapita. Rapita da chi o da che cosa? Sembra che sia stata folgorata nella via di Damasco e che la prima cosa che abbia abbracciato sia stata la politica. Una cosa che ti fa credere di divenire una specie di padreterno in qualsiasi cosa tu ti voglia cimentare. Vero però è, che lei anche dopo la scuola ha sempre continuato a studiare, tanto che oggi, arrivata dove è arrivata, con i risultati sotto gli occhi di tutti, si può ben dire che continua a studiare, ma sul come prendere per i fondelli i comuni cittadini, con un occhio di riguardo particolare a quelli con la salute a rischio ed a quelli meno giovani. Insomma, una specie di accanimento nei confronti dei più deboli. Un po' sadica, direbbe qualcuno. Ma no, è una ragazza che ha bruciato i tempi della carriera politica e si è ritrovata proiettata senza accorgersene dagli anni della dolorosa macchinetta dei denti agli anti estetici mandarini sotto gli occhi più difficili da curare (a pagamento, perchè il SSN non passa le cure estetiche).
Del resto, che volete, almeno una volta in una cosa siamo tutti uguali, negli anni (presi come spazio temporale, non certo di qualità di vita) che passano impietosamente nello stesso modo.
Non avrà ancora sostenuto gli esami per la qualifica d'infermiera, però non si può dire che di materia odontoiatrica non ne mastichi (battuta!) qualche cosa o che non potendola masticare ne sia completamente digiuna.
Se il nostro bravo premier "orzobimbo" ha creduto che le quote rosa dovessero essere rappresentate da questa mediocre tipologia intellettuale di signore quali appunto la Lorenzin, la Madia, la Giannini, la Mogherini, la Pinotti, la Guidi... per scendere al di sotto della mediocrità fino a toccare l'insufficienza e con tanto di tutore di sostegno, come la Picierno in primis, la Bonafè, la Moretti, la De Micheli ed altre di cui non mi sovviene il nome, certamente l'ha fatta fuori del vaso. Del resto non è la prima volta e neppure sarà l'ultima. Non politiche, non intelligenti o quanto meno non fanno nulla per dimostrarlo, solo forse delle piaccione (e poi mica tutte) intrattenitrici TV o ragazze da copertina nei giornali patinati.
Ma quello che mi lascia di sasso è che le donne, quelle intelligenti, lontane dalla politica (e ce ne sono tantissime e forse anche in maggior numero degli uomini), non si sentano offese da tali scelte che ledono l'intelligenza di chi la materia grigia l'adopera ogni attimo della giornata, non certo per giocare a fare la politica di turno, ma per mandare avanti la baracca (leggi famiglia!).  

Bisogna riconoscere che la Lorenzin conscia della sua limitatezza, ha scelto diversi tutori circondandosi di professionisti in materia. Medici e professori che lasciano in verità qualche dubbio sulle loro effettive conoscenze del problema Sanità.
Ricordo che quando ero militare, ci chiedevamo perché il medico della caserma (eccezion fatta per i Sten di complemento che erano di leva come noi) avesse scelto di vestire una divisa guadagnando quattro lire, rispetto a quanto avrebbe potuto racimolare lavorando in privato o in una struttura ospedaliera. E la risposta ci arrivava puntuale quando marcando visita questi ti prescrivevano, tanto chee avessi il mal di denti o il mal di stomaco o una influenza, la solita miracolosa supposta che guariva tutti i mali. I padri, delusi, immagino che dicessero "poveri quattrini miei".
E questo pensiero mi torna alla mente quando si parla di questi consiglieri, di questi esperti la cui preparazione, almeno vedendo i consigli che propongono a questa signora, è sotto gli occhi di tutti. Con i loro genitori accomunati nel dolore di quelli di cui sopra, con i figli in Sanità.
Ed oggi la Lorenzin, più che vederla come una valida, preparata, efficiente, ministra della Sanità, mi appare come una dolce, innocente, patetica sartina anni '30 a cui per ammodernizzarla, qualcuno le ha riservato uno stand al Salone della Moda di Milano. Ma lei  rimane un anticaglia identica a quella specie di antica immagine della Madia (che moderna non diverrà mai!), con le forbici in una mano e l'ago nell'altra ed alla quale di nuovo e moderno gli hanno solo cucito un sorriso governativo d'ordinanza a 42 denti che rispecchia tutte le falsità del suo partito e del suo premier. Quello stesso sorriso imposto per raffigurare l'emblema di quell'ottimismo con il quale si dovrebbero risolvere tutti i mali del paese, sempre che il paese ne abbia.

Oltre 200 esami, tra analisi di laboratorio ed immagini,  che se li vogliamo, da domani, dovremo pagarceli. Ed in un certo qual modo devo dire che concordo nel fatto che fino ad oggi se ne facevano forse troppi ed in maniera incontrollata. E l'ho anche scritto a suo tempo. Il medico di famiglia non ti visita più. E' diventato un burocrate della Pubblica Amministrazione senza più il camice bianco, ma con le mezze maniche nere.
Ora entri nell'ambulatorio e dopo il saluto gli dici "Dottore, ho un dolorino qui..." e gli indichi il fianco, ed immediatamente ti senti rispondere "Faccio fare l'impegnativa per una TAC all'infermiera e poi vediamo! Arrivederci". Si sono dimenticati a come si fa una visita, al vecchio dica 33, faccia un bel respiro o ai vecchi raggi X per i dolori di stomaco o i fegati ingrossati. La vecchia visita a domicilio è rimasta solo quella dei giorni festivi se ti piglia un colpo e sei costretto a chiamare la solita, comprensivamente spaurita, guardia medica alle sue prime armi.
Ma vedi quante volte ho usato la parola vecchio? E' tutto lì l'arcano. Il progresso avanza, ma non è per tutti. Oggi a quel che sembra ci sono tecniche più moderne che ti garantiscono sicurezza e celerità superando anche le liste d'attesa. Come? Basta che paghi. Se non puoi, crepi! Anzi, poco prima di chiudere gli occhi ti fanno anche usare questi accorgimenti di ultima generazione, perchè magari avendo certezza che intanto sei sotto la pensilina in attesa dell'ultimo treno, puoi servire da cavia per qualche medicinale da testare che qualche casa farmaceutica in cambio di un bel viaggio ha promesso al primario.

Sordi, nel suo "Il medico della Mutua" ha preceduto i tempi. Una sua visita era arrivata a non superare i 3 minuti ed oggi abbiamo realmente raggiunto quel tempo. Quindi  controlli e non i tagli ci volevano. Tagli poi che chiamano con un altro termine: Razionalizzazione, ma non venite a prenderci per i fondelli.
I posti letto sono diminuiti, gli interventi sono oggi tutti ambulatoriali o in day hospital, le medicazioni poi anche per  quelle più dolorose, alzi le chiappe e te le vai a fare al poliambulatorio. E per i deficienti che ci governano invece queste sarebbero razionalizzazioni: ovvero si spende meno, perchè si offrono maggiori servizi. Ma a quel che mi risulta anche i servizi funerari fanno acqua ed hanno i loro problemi. Il fatto che non vi mandi a farvi benedire è perchè cerco di restare una persona educata. Non so però per quanto tempo ancora.
Un conto è un controllo sull'uso abuso di un qualche servizio, un conto è però usare l'arma del ricatto nei confronti dei medici minacciandoli che se l'esame non è indispensabile lo dovranno pagare loro.  Chi è che lo deciderà, un medico in frontiera o un rincoglionito medico ministeriale con le piaghe da decubito sotto il deretano dovute alle quantità di ore che passa in poltrona e che ha preferito quel posto perché allergico alla vista del sangue ed incapace di fare anche un'iniezione?
Ma invece oramai la dittatura ha occupato le stanze del Governo.

Ma la stronzata peggiore (e si scusatemi, sto diventando volgare, ma lasciatemi almeno sfogare ) che è uscita dalla bocca della Lorenzin (lei con quella bocca si può permettere di dire ciò che vuole grazie ai "fil di ferro" dolorosi, ma utili, usati nell'età giovanile), ha insinuato che la gente va dal dentista come fosse un diletto. Sarà inesperta, sarà ingenua, sarà consigliata male, ma oramai ha un'età adulta, ha due figli, occupa una carica importante, cose che non gli permetteno più di vomitare castronerie senza usare la materia grigia che ha  a sua disposizione. Prima ragioni e poi dai fiato alla bocca.

Io, e si passo a darti del tu, perchè sono prima cosa più anziano e di tanto di te e poi sono uno dei 60 milioni dei tuoi datori di lavoro che ti pagano profumatamente per svolgere un lavoro che tu invece esegui in maniera arruffata e qualitativamente scadente. Devi sapere mia cara che io ho rinunciato a curarmi nel modo da te imposto. Ma non da oggi, solo perchè tu me lo imponi, ma da tanto tempo. Rinuncio a fare esami del sangue, delle urine, a quelle per immagini seppur sia cardiopatico e portatore di Pacemaker. Perchè ti chiederai ? (ma che fesso che sono. So che non te lo chiederai perchè della vita degli altri, tolti forse i tuoi cari, te ne può fregar di meno!). Semplicemente perchè quella che tu e quell'orzobimbo di quello che credi sia il tuo superiore (I tuoi superiori sono i cittadini! Ricordalo e non solo da accattoni quali siete voi politici, al momento delle elezioni), mi proponete, non è più una vita dignitosa, è una vita da pezzenti. Una vita a cui io preferisco rinunciare ancor prima di arrivare a darvi la soddisfazione di sentirmi negare anche di staccare la spina di una eventuale macchina che mi continui a tenere in vita. Perchè alla fine è quello a cui andremo incontro.

Ma quando parlavo di stronzata a cui avevi dato vita, mi riferivo alle cure odontioiatriche che la gente, secondo te, si divertirebbe a farsi fare.
Io anche qui ho rinunciato e da tanti anni, causa il costo di queste cure. Non avevo i quattrini prima quando avevo uno stipendio, figurati oggi con una pensione da operaio ed un affitto da pagare. E forse sarà perchè i costi sono salati che tu credi nella tua voluta ingenuità che la gente ne approfitta?
Ma sai quanto costa una sola pulizia dentale? Sai che cosa comporta la pulizia dentale a livello di  sicurezza per il fisico che non sia solo un igiene orale? Sai che cosa comporta la perdita dei denti e non parlo come fattore estetico? Bene anche in fatto di malattia orale, io mi sto "curando" da me e come puoi ben vedere dalle foto che mi sono scattato con un selfie puoi vedere in che condizioni ho la bocca. Ed io, tu non di certo e non perchè non hai uno straccio di diploma da infermiera, sono consapevole che ci sono tante persone con bocche in condizioni più pietose. Ma vedi i due denti, quelli me li sono estratti da solo o meglio sono caduti da soli, Molto probabilmente Piorea. E se così fosse, cosa di cui ho quasi una certezza, questi due sono solo i primi di una lunga serie.

Tra la tanta sfiga delle tante carie,  che fortuna, mi son caduti proprio i due che forse erano i meno peggio.
Gli altri però sono stati intelligenti e per non farmi trovare orripillante oltre a quello che già sono, anzicchè lasciarmi una finestra sopra ed una sotto, intelligentemente si sono spaziati. Un gran culo (pardon!). Il tartaro ha occupato quasi tutta la superfice dentale, una ciste di non so quale natura sta nascendo tra i due incisivi superiori e tu mi vieni a dire che la gente va dal dentista, così, quasi per divertimento. Paradontax, Listerin e spazzolino sono le uniche cure che mi posso permettere. Del resto tu le cure gratis le proponi alle persone economicamente disagiate (7 mila € annue?) ma ci fai o ci sei?
Però attenzione, con la bocca che mi ritrovo sono in possesso di un'arma impropria. Quasi da dencia alle autorità preposte. Con una mia espirazione incontrollata e di primo mattino potrei procurare dei guai irreparabili a chiunque mi si pari di fronte e la colpa se ciò dovesse avvenire, dovrebbe ricadere sulla tua persona.
 
Come dici? Le foto fanno un po' schifo? Condivido, hai ragione, ma vedi e credimi che non sono solo le immagini a fare schifo, ancor più sono i comportamenti.
A questo punto chiudere con un "Vergogna" sarebbe da populisti, ed allora io chiudo invece, anche perchè lo sento veramente, mi spiace, perchè provo per te una gran pena !







di Franco Giannini