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sabato 10 maggio 2008

Eolo : la storia di un auto mai nata

Seconda ed Ultima Parte

Terminavo la prima parte dicendo che qualcuno arrivò a pensare che....., ma erano forse i soliti...si dice...ma come diceva Andreotti "...a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca !"
Potrebbe essere che....? Ma la mia è solo Fantascienza economico politica...Forse, però...
E' l' anno 2005 quando viene stipulato un accordo di collaborazione tra la Fiat e l’ indiana Tata Group. Un’ industria nata, nella lontana India, in un ancor più lontano 1868, come industria tessile e che via via si è andata modificando ampliando le sue linee merceologiche. Nel 1932 entra nel settore aeronautico, nel 1945 in quello ferroviario, nel 1984 in quello della precisione con la fabbricazione di orologi. Nel 2004 la Tata Motor comincia farsi largo sul settore motoristico con l’ acquisizione della Tata Daewoo Commercial Vehicle, che altro non era che una ex divisione della GM Daewoo veicoli commerciali. Il 07 Febbraio del 2007, la Tata annuncia di aver fatto un accordo con la MDI per realizzare un’ auto i cui movimenti sono affidati ad un motore ad aria compressa ideato dalla casa progettista francese, che a quanto sembra non ha smesso di lavorare e studiare sul progetto presentato alla Eolo Auto Italia.
Non solo ma si rendono pubblici anche le migliorie fatte con l’ apporto di un tipo di accensione mediante una scheda magnetica, nonché la dotazione tecnologica di un telefono GSM viva voce incorporato .
E per come accaduto in terra italiana se ne preannuncia già la possibile data di vendita, in India, indicandola entro il 2008.
Intanto l’ anno 2008 è anche quello della nascita della Tata Nano, un’ auto super economica destinata a mutare il popolo indiano da ciclista ad autista. Visto però il reddito pro capite della maggior parte degli indiani, si è dovuta crearla talmente spartana che il costo sarà attorno ai nostri 1700 €, ma sarà alimentata con normale carburante, con immensa felicità di chi con i carburanti…si è creato immensi capitali e forza politica. Allo stravolgimento delle problematiche legate all’ energia che potrebbe causare sui mercati petroliferi una improvvisa richiesta fatta da centinaia di milioni di nuovi automobilisti, ritengo abbiano pensato in pochi.
Quei pochi che però hanno voluto immediatamente provvedere a riparare al danno creato, concedendo l' autorizzazione a procedere intorno ad un progetto rimasto congelato, che, ora, seppure verrà avanti, sarà super controllato nella sua realizzazione, magari badando bene che non ne vengano troppo accelerati i tempi di esecuzione.
La FIAT fiutando l’ affare, senza correre grandi rischi, si affianca, controlla ed attende.
In Italia si parlò poco di questa vettura mai nata, si disse che il motore era alimentato a “bufala” ma ora comincio a pensare che se il Sig. Tata si è imbarcato in questa impresa, visti i precedenti della sua Industria, non debba essere proprio uno sprovveduto, e la mossa della FIAT, se ce n’ era ancora bisogno lo sta a confermare.
Intanto saranno macchine un po' economiche ed un po’ ecologiche, legate però alla legge commerciale dei grandi numeri: più di 2 miliardi di potenziali acquirenti che consumeranno anche poco ma consumeranno ancora per tanto tempo. Si, perché non va dimenticato il mercato dell’ altro colosso mondiale confinante ed in continua espansione che è la Cina.
Intanto dalle nostre parti, l' Occidente, composto da persone, tecnologicamente preparate, culturalmente all' avanguardia, civilmente vocate alle problematiche ambientali, non "resta altro" che continuare per gli spostamenti cittadini, l' uso di auto con alti consumi di carburante, con motori sempre più spinti, con leggi sempre più restrittive circa le velocità sulle strade (di cui però tutti se ne fregano altamente, perchè così qualcuno"vuole che sia"), instupiditi dal bombardatiamento della pubblicità incessante "che il Grosso (SUV) è bello"......Si, però attenzione, fin che dura....ed ho l' impressione che siamo ormai all' osso: Redditi, Tassa di Bollo, Assicurazioni, Carburanti, Parcheggi, Pedaggi, Multe, Tiket di Ingresso in Città....
Ecco allora, che ci converrà seguire il decorso della EOLO indiana e cominciare a farci sopra un pensierino, anche se io penso che in città, sia meglio l' uso delle due....gambe.

venerdì 2 maggio 2008

Eolo : la storia di un auto mai nata

Prima parte:

Eolo, re dei venti, nipote di Eolo figlio di Elleno, tutti personaggi della mitologia greca.
Eolo, (auto) – progetto di un motore ad aria compressa.
Ed ecco che da una ricerca di carattere ambientalista, in cui mi volevo cimentare, sull’ utilizzo dei venti, involontariamente mi sono imbattuto su questo nome, che mi ha fatto aprire uno dei cassetti della mia memoria.
Si, mi sembra di ricordare di questa macchina, che non costava molto e che consumava aria, tanto che a suo tempo ci avevo fatto una battuta di spirito: “…lo stato è riuscito a farci pagare in un modo o nell’ altro anche l’ aria che respiriamo!”.
Poi, invece, più nulla.
Ecco che però spinto dalla curiosità, ho iniziato a leggere quanto c’ era da leggere ( quello che non è stato oscurato sulle pagine Web).
Il più informato è sicuramente il blog
http://attivissimo.blogspot.com/2006/03/eolo-auto-scomparsa.html
Se si va sul sito http://www.eoloauto.it/ ci si imbatte in pagine pubblicitarie e in domini in vendita.
Allora ho incominciato a ricercare innanzi tutto l’ ideatore, un certo Guy Negrè, ingegnere nonché progettista di motori di Formula 1, che ha anche lavorato per il Team Williams.
Nel 2001 presentò a Bologna al Motor Show, questa vetturetta straordinaria, che con il contenuto di aria compreso in uno starnuto, non so quanti Km prometteva di fare, oltre tutto, con costi microscopici.
Subito fu un successo, pochi i metri percorsi, ma sufficienti ad incantare chi assisteva alle dimostrazioni. In breve tempo si realizzò anche la fabbrica in quel di Broni, con l’ assunzione di una settantina, ottanta persone in modo di entrare in produzione nel 2002.
Poi, come avviene spesso in Italia, qualche borbottio, un po’ di bandiere, qualche fischietto e un definitivo silenzio coperto da quella Cassa Integrazione che non si nega a nessuno, la Eolo Auto Italia, non parte.
Un mare di si dice : ed allora si dice che il Negrè non rilascia dichiarazioni in merito, non si conosce esattamente il perché del blocco, come non si conoscono i problemi tecnici, che si dicono abbiano fermato l’ inizio della produzione, ne, si dice, se siano stati di natura prettamente tecnica o di natura diplomatica. Insomma un vero “giallo” industriale
Intanto Giuseppe Bussotti, presidente della Eolo Auto Italia, non vedendo novità che preludessero l’ inizio della produzione e sentendosi abbandonato dalla ditta francese MDI, che si dice di proprietà del Negrè , la quale doveva fornire il supporto tecnologico, la cita in tribunale. Si parlò allora di un processo da svolgersi in Lussemburgo e di cui però non sono riuscito a rintracciare nulla.
Sembra, si dice, che l’ euforia incontrollata, perché dai risultati ottenuti altro non è, sia costata alla Eolo Auto un qualche cosa, come almeno 6 milioni di €, senza che sia neppure uscito un parafango dalla catena di produzione.
Ora quello che chiedo perchè mi suona strano e mi procura una serie di dubbi, è il come faccia una persona, se non di più, a cadere in situazioni simili; persone che dovrebbero possedere uno spiccato senso degli affari, che invece hanno edificato ed assunto ancor prima di comportarsi come dei San Tommaso, richiedendo disegni, macchinari e soprattutto collaudi definitivi con migliaia di Km di percorrenza.
Dal 2002 si è atteso al 2005 per prendere la decisione di chiudere la baracca, dare le dimissioni e mandare a casa i dipendenti.
Qualcuno arrivò a pensare che ci fosse lo zampino delle sette sorelle, ma sono i soliti "si dice…"
(continua)