sabato 27 febbraio 2010

PRESENTATE LE LISTE...VIA ALLA CAMPAGNA....

Sabato mattina dopo una lunga ed estenuante nottata trascorsa nella nostra sede di via Testaferrata 39 per il completamento di tutte quelle pratiche burocratiche richieste dalla legge per l’iscrizione di una candidatura all’elezione di Sindaco di questa città, abbiamo presentato quanto richiesto. Ad ogni modo il nostro primo pensiero ora è quello di rivolgere alcuni doverosi ringraziamenti.

Un primo grazie, va a tutti quei cittadini che hanno sottoscritto le nostre liste, poi a tutti coloro che si sono prestati nella loro capillare raccolta, nonché a tutti i nostri candidati e al personale tutto dell’Ufficio Elettorale Comunale che si è prodigato con estrema gentilezza, malgrado il pesante lavoro da risolvere per di più in tempi limitati.

Si diceva “le nostre Liste” perché il nostro più grande risultato, prima ancora di quello che sarà l’esito dell’urna, è stato raggiunto attraverso la costruzione di una nuova lista civica “PROGETTO GIOVANI” creata in neppure 72 ore e sottoscritta in ancor più breve tempo. Una lista composta da giovani tutti con età che va dai 19 ai 35 anni e suddivisa quasi in parti uguali tra uomini e donne. Una dimostrazione questa, che abbiamo voluto dare a quanti dicono che oggi i giovani non si interessano ai problemi politici del paese.

Un sincero “largo ai giovani ed alle quote rosa” in cui crediamo e che con questa nostra lista civica sottoscriviamo concretamente e non con sole parole.

LISTA INSIEME PER SENIGALLIA
Marcheselli Leonardo
Sgreccia Vittorio
Laudisio Paolo
Mercuri Giovanni
Ricordi Andrea
Alfonsi Alfio
Antonelli Marco
Barchiesi Alessandro
Belbusti Sergio
Bellone Felicia
Bernardini Stefano
Betti Lorenzo
Bevilacqua Letizia
Bora Adriana
Bugari Claudio
Chitti Fabrizio
Curzi Danilo
Del Priore Patrizio
Filipponi Andrea
Gasparini Massimo
Giannini Franco
Lasca Angelo
Marchetti Sandrino
Monticelli Fabrizia
Perini Angelica
Petrolati Paolo
Pierucci Francesco
Procaccini Mario
Sabbatini Roberta
Silvestri Guido

LISTA PROGETTO GIOVANI
Lavatori Laura
Ghattas Annie
Donati Davide
Zampa Giulia
Piangerelli Andrea
Fiorentini Lorenzo
Procaccini Matteo
Cappuccio Maurizio
Catalani Laura
Marcellini Filippo
Brugiatelli Mattia
Tomassoni Serena
Priori Pietro
Quaglia Gianluca
Bernardini Michele
Ciccarelli Giulia
Barucca Daniele
Giorgi Paloma
Spadini Francesca
Tomassoni Alessandra
Fraboni Roberto

venerdì 19 febbraio 2010

"SARDONAVO..."ma intanto OSSERVAVO... e RIFLETTEVO !!!


di Franco Giannini
già pubblicato su Vivere Senigallia e su 60019

Da questa sera, all'azzurro ed al Rosso dei colori cittadini, si dovrà aggiungere il "TURCHINO" del pescato del nostro mare.

Il riprendere quegli appunti che avevo vergato durante la serata e notando le impronte di unto lasciate sui fogli, sono ritornato in quella sala del Ristorante - Pizzeria "da Bano" dove fino a poco prima ci eravamo "gustati" piatti semplici, preparati da persone semplici e capaci, per gli amici, simpatizzanti di "Insieme per Senigallia".

E nel mentre osservavo arrivare i primi "invitati a pagamento", cominciavo con le riflessioni, che sono tipiche di noi osservatori incalliti ed inguaribili sognatori a cui appartiene anche il sotto scritto.

La prima a cui ho dato spazio, è quella diversità che mi è balzata subito agli occhi, che ci appartiene come fosse un raro materiale umano dei giorni di oggi difficilmente reperibile sul mercato: classi sociali diversificate ed unite nel contempo da quella dote naturale che o l'hai oppure il volerla avere forzatamente fa si che permetta di classificare, poi, per i suoi atteggiamenti artefatti, un tale individuo come "rifatto", "taroccato", "ritoccato" o "costruito su commissione".

Il nostro candidato, Massimo Marcellini, non era di certo "ingessato", ma "fresco" dal ritorno della giornata lavorativa, nei suoi abituali abiti, senza impomattature particolari, che ce lo hanno reso molto "Nature".
Niente giacca, niente cravatta, ma semplicemente maglione con zip, capelli pettinati alla "dove li porta il vento", fermati non certo da calcolati spruzzi di lacca, ma fermati dalla simpatia che sempre scaturisce dalla sua naturale semplicità.

Questo è il Massimo Marcellini di sempre... e da oggi, almeno lo si spera, di tutti "noaltri"...un uomo del popolo al servizio del popolo.

Un incontro, il nostro, non progettato per folle oceaniche da ospitarsi in saloni delle feste di "hotel stellati", i cui costi, noi, non possiamo permettercerli, ma in una sala di una pizzeria pagata inoltre, con il contributo degli stessi partecipanti che sono così divenuti nello stesso tempo, invitati paganti, sostenitori, sottoscrittori, firmatari e mi voglio augurare, nostri elettori.
Non solo singole persone, ma gruppi famigliari, perché altro nostro punto di forza su cui costruiamo i nostri ideali è quello della famiglia. Si... la Famiglia, perché è sulle basi di questa che si formano poi, tutti gli altri concetti di "governo" intesi come conduzione cittadina.

Pensavo anche alla nostra piccola sede, che avevo lasciato poco prima, senza tanti fronzoli e luci psichedeliche, ma riscaldata dall'entusiasmo di individui che seppur provenienti da esperienze politiche le più diversificate si sono ritrovati uniti in questa lista che di partitico non ha nulla, ma il cui unico desiderio ed aspirazione è quello del cambiamento.
Dunque non lista di "ex", come qualcuno la vuol definire con acredine e disprezzo, ma persone che si sono ravvedute, constatando che la scelta che avevano inizialmente fatto era sbagliata. Ma come si suol dire, solamente gli imbecilli si ostinano a non cambiare idea, quando si rendono conto che essa è sbagliata. Persone, ed anche questa è una conferma della nostra diversità, che sfruttano gli errori comportamentali altrui per riconvertirli in virtù di cui beneficiano e fanno beneficiare, poi, tutto l'intero gruppo, con una coesione impensabile per quei partiti esposti a continue lotte di "correnti" in cui la voce solista ci rimanda ad altri tempi.

A mascelle volitive da divi Holliwoodiani, noi si risponde con il viso pacioccone. dispensatorie di serenità ed inculcante fiducia.

Tutto ci è utile per valutare accuratamente il nostro avversario più agguerrito, almeno sulla carta, che va dalla componente umana, ai comportamenti intesi in senso lato che si possono classificare con la conduzione di una campagna pubblicitaria fatta di scopiazzamenti di slogan da noi usati in precedenza (indice, e recidivo, della pochezza di idee) o da ridicoli ritornelli di canzonette patetico-mielose.

E nel mentre ero seduto al tavolo, guardando attraverso i vetri che davano sulla cucina, dove campeggiavano sulle ratrelliere e mensole, mestoli, padelle, pentole, pensavo a quale pochezza tattica si sia costretti ad accettare, quando la certezza di una vittoria viene sopraffatta dal dubbio che questa possa svanire e si viene costretti a raschiare il fondo del pentolame.
Scimiottare un candidato, cercando e trovando una sua "Dolly" che possa contrastare le sue stesse mosse, lo ritengo strategicamente errato ed anche strumentalmente offensivo per chi si assume di interpretare la parte della "Dolly", sempre tenendo presente che tutti gli uomini, o donne, hanno un prezzo.....

Questo ci incoraggia, però, a vivere nel nostro piccolo quotidiano fatto di minuscoli, lenti, ma continui progressi con cui cerchiamo di recuperare quei ritardi dovuti a quella che era la nostra "novità" . La nostra lista, in ogni caso, si è prefissa, oltre che quello che è lo scopo principale di tutti i "gareggianti": la vittoria, quale secondo obbiettivo, il raggiungimento di quello che è lo scopo contradaiuolo del Palio di Siena...si vince e si gioisce anche e comunque con la sconfitta della contrada avversaria, chiunque sia colui che la procuri.

Ma quello che più ci ha incoraggiato, è stato il numero di partecipanti, che è inutile comunicarlo, perché come avviene in tutte le manifestazioni questo viene sempre contestato a seconda di chi ha fatto il conteggio. Però posso solo affermare che la serata oltre che conviviale è servita per raccogliere quei consensi di cui abbiamo bisogno e che fortunatamente, grazie al personaggio Massimo Marcellini, non sono mancati nè nell'immediatezza in sala nè a livello di promesse in prossimi incontri.

Alle una, ci si è ritirati ma dal momento che per giovani di una certa età, la "Notte è piccola per noi" o perchè sentivo la pesantezza delle prelibatezze caserecce (niente caviale del Caspio) ingurgitate qualche ora prima, gli ultimi pensieri, prima del giusto russare, sono stati a quei manifesti elettorali tutti con le stesse immagini di visi sorridenti, tutti dello stesso formato, tutti stampati in quadricromia, tutti (almeno lo voglio sperare) sottoposti alla stessa tassa di affissione, ma posizionati, almeno a mio giudizio, con una locazione che sembra rispetti la "par conditio" in un modo molto personale: In luce i candidati "in Luce", in "ombra" quelli che sono l'ombra di quelli in luce,... il che inDuce a pensare non poco.
Ma l'ultimissimo quello antecedente il K.O. finale è stato positivo: dal momento che la speranza è sempre ultima a morire, il pensiero mi è caduto sul miracolo di David su Golia e ho rivisto il suo ripetersi, questa volta in terra senigalliese.

giovedì 18 febbraio 2010

Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta n°4: Massimo Marcellini






di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Ancor prima che un candidato, una persona sensibile...



… che è in primis un uomo e per di più medico, con l’”aggravante” di una sua particolare sensibilità verso tutti quei problemi quotidiani che lo circondano, da quelli della salute a quelli della città.

Lo conosco ormai da più di una decina di anni. E la sua conoscenza la dovevo, fino a pochi giorni fa, solo a motivi inerenti la sua professione di medico oncologo. Professione, che almeno ai miei occhi, scinde questi professionisti in tre categorie:
- i “sensibili” (o più teneri) che restano influenzati anche da quei problemi che esulano dalle competenze mediche, ma che purtroppo sono inscindibili da esse,
- i “professionali”, che invece sono strettamente ligi (ed un po’ più duri) alle regole che il mansionario loro detta ed obbliga,
- le baronie, territorio che si libra al di sopra delle normali intelligenze e quindi impossibili dall’essere giudicate da noi comuni mortali.

Il DNA comportamentale di Marcellini fa si che ci indichi il suo girone di appartenenza alla prima categoria di medici: appunto...i sensibili cosa questa che già da sola dovrebbe di per sé indicare le qualità morali e di pensiero dell’individuo preso in esame.

Ma quando si dice “il caso”! La manomissione (si fa per dire...), a suo tempo, alla sua auto, per cause ancora non del tutto ben chiare, ed un commento che mi sembrò non del tutto centrato, su un articolo pubblicato da questo giornale on-line, di cui mi onoro di essere collaboratore, ha fatto si che potessi esprimere il mio parere sul caso e contemporaneamente fargli sentire tutta la mia solidarietà per l’increscioso atto con il quale vigliaccamente lo avevano colpito.

Gesto e parole, le mie, che evidentemente sono rimaste nel cuore del Dr. Massimo Marcellini, che da persona sensibile quale è, a distanza di tempo si è ricordato del sottoscritto, del mio interesse per le vicende Senigalliesi ed ha pensato così di invitarmi ad entrare in questo suo progetto di sensibilizzazione concreta dei cittadini per i cittadini.

Dimostrando, prima ancora di sentirsi un candidato, di essere: un uomo, un medico, un padre di famiglia, un marito, una persona impegnata nel volontariato, nel sociale, tra i giovani e tra chi soffre fisicamente e moralmente, ed infine, sperando che non me ne voglia, un individuo che forse proprio per il suo carattere bonario, anche un po’ ingenuo.

Un’ ingenuità che i neofiti della politica, da verginelli appena entrati nelle stanze del Palazzo, qualunque esso sia, si trovano a dover pagare, prima o poi, attraverso gli assalti degli “squali professionisti” o ad umilianti “inginocchiamenti” ai voleri del gruppo, o alla rinuncia dei loro sogni utopistici di veri, sinceri, onesti, Amministratori al servizio della città e dei suoi cittadini e non certo del proprio, con l’abbandono della POLITICA.

Attenzione però, lo definivo ingenuo si, ma non certamente fesso. Infatti, da persona intelligente e sensibile qual’è, intravisto il burrone in cui stava per precipitare, ha scelto la seconda strada, dopo aver superato un attimo di smarrimento, di ritrovato controllo, ma comunque in tempo sufficiente per non “ambientarsi” finendo con l’adeguarsi ai pirateschi costumi di quella che un giorno si definiva nobile politica.

A questo punto, immagino le parole con le quali, gli “squali” ed i loro “sottopancia”, che leggeranno queste righe, sottolineeranno questa mia riflessione sul personaggio Marcellini. Le più benevoli mi definiranno populista, altri “retorico”, terminando con la classificazione di “ruffiano”. Da democratico quale sono, le debbo accettare, anche se non posso certamente condividerne il giudizio, ma anche perchè immagino da chi potrebbero provenire.

Ma se “retorica” significa constatare semplici verità, allora si, la mia è retorica e ruffianismo.

A questo punto, qualche voce, lettrice di miei commenti, dei miei post o delle mie piccole inchieste, forse potrà rinfacciarmi il mio ripetuto affermare, come la vicinanza alla politica ed ai suoi politicanti, mi procurasse una sorta di orticaria, di senso di prurito che stava ad indicarmi preventivamente tali presenze. Hanno ragione....è una sensazione che provo anche oggi e che non mi ha mai abbandonato. Ma la sera dell’incontro nella sede di INSIEME PER SENIGALLIA, nel non provare questo sintomo che immaginavo mi avrebbe colpito ancora, non lo nascondo, mi sorprese e neppure poco. Il perchè della mancanza di questo sintomo, però l’ho immediatamente compreso subito dopo.

In quell’invito, la prima cosa che tenni subito precisare era che se entravo in questa lista, da persona apolitica e libera di agire e pensare liberamente, come il mio hobby ed il mio modo di ragionare mi obbliga a fare e che per questa ragione la mia presenza avrebbe potuto più che aiutare, nuocere, perchè non avrei mai e poi mai rinunciato a scrivere su cose o comportamenti che non dovessi condividere.

Ricordo, anche perchè è appena trascorsa una settimana, che Marcellini condividendo, accettando ed assicurandomi questa mia richiesta di “libertà”, mi porse alcuni fogli spillati, che contenevano la bozza del programma, invitandomi a leggerli.

Nel primo foglio tre righe, che qui riporto, mi colpirono immediatamente folgorandomi sulla strada di Damasco con una immediata guarigione, appunto, di quel sintomo di cui ho in precedenza parlato: ”...Garantiamo la nostra più completa libertà e autonomia sia da partiti che da interessi economici; questo renderà possibile governare nel bene di tutti, non per favorire determinate categorie di persone e specifici gruppi di affari.” Quindi niente simboli di partiti, nessun colore, nessuna bandiera. Da valido medico qual’è, evidentemente aveva trovato il sistema per immunizzare quel luogo dal virus che io da profano ho classificato “scientificamente” come PP, che tradotto qualunquisticamente si legge “Peste Politica”, che non è letale, ma non ha antidoti se non la frequentazione della Sede di Via Testaferrata, 39.

A convincermi ulteriormente sono stati poi i temi del programma, che non sono costruiti sulle solite promesse elettorali , ma di proposte sviluppate con valenti tecnici di settore ed ulteriormente possibili di perfezionamenti che i cittadini possono suggerire. Ed i principali temi riguardano:

* il diritto alla salute,
* la tutela dell’ambiente,
* la lotta agli sprechi,
* lo sviluppo economico sostenibile,
* il diritto al lavoro con concreto supporto ai lavoratori,
* il sostegno alla disabilità ed agli anziani,
* le vere opportunità ai giovani.

Non saranno politici quindi, ma principalmente tecnici preparatissimi in ogni settore, le persone che affiancheranno il Dr Massimo Marcellini nel suo lavoro, prima come semplice candidato...e poi si vedrà.

Del resto lo sperare, è ancora, a costo zero!

domenica 14 febbraio 2010

La raffinazione dei rifiuti: se n'è parlato al San Rocco di Senigallia


di Franco Giannini
già pubblicato su 60019.it

Vista, o meglio ascoltata, dalla parte di un cittadino qualunque


Marco Scaloni e Gianluigi Mazzufferi di Popinga, non potevano organizzare e pubblicizzare meglio questo convegno. A loro quindi il ringraziamento per questa iniziativa altamente di utilità civica ed al Dott. Plescia per le sue pratiche spiegazioni.
Il pubblico non era numerosissimo, ma di qualità in quanto composto in prevalenza da addetti ai lavori, cosa questa che già di per sè ha indicato, l’interesse che il relatore in questione, il Dott. Paolo Plescia nonché la sua “creatura” il Thor, hanno suscitato nei confronti di chi interessato in prima persona.

Anche le istituzioni, regionali e provinciali erano presenti, mancava solo quella cittadina!
Il convegno è stato interessantissimo, ma sarebbe superfluo, avendo Popinga nel suo Blog, pubblicato i Podcast dei vari relatori, dei candidati a Sindaco presenti e delle domande del pubblico, ritornare in argomento.

Allora penso, da uomo della strada, di esporre le mie impressioni agli altri miei consimili uomini della strada. Non parole tecniche, ma concetti popolani che potranno certamente far soffrire chi vive “in modo figurato”, (visto di che cosa si sta parlando non intendo offendere veramente chi vive per motivi di lavoro a contatto con i rifiuti), con la classica “puzza sotto il naso” questi argomenti.

Il dott. Plescia ha spiegato, che il Thor, questo macchinario, non è un inceneritore, non è un surrogato della differenziata che quindi questa deve continuare ad essere fatta, non brucia nulla, non crea quindi diossina, ma il suo principio è basato sulla frantumazione dei rifiuti non differenziabili, nessuno escluso, è trasportabile su camion, su navi, è possibile metterlo in funzione solo al bisogno.

Il suo costo rispetto ad un inceneritore è ridicolo. Inoltre un inceneritore deve lavorare 24 ore su 24 per ammortizzare costi e offrire un utile di esercizio all’impresa che ha in appalto la sua gestione.
Il Thor, invece si usa quando e dove serve.

A questo punto “l’uomo della strada” si è chiesto: ” ...ma allora perché non lo si produce questo macchinario, ma ancora si parla di sperimentazione, quando ha già dato notevoli conferme nelle prove effettuate a Capo D’Orlando?”.
Dagli interventi, chiamiamoli “dei politici presenti” è emerso, almeno alle orecchie del “populista” che scrive, che costoro sembra siano perennemente degli allievi di conservatorio, dove ivi studiano il più politico degli strumenti... il Violino, per poi terminare quello meno virtuoso del Trombone.

Il Thor, per costoro è come quella figlia zitella, che tutti la volevano, ma alla fine nessuno se la pigliava. Motivo… semplice, perché viviamo in un mondo dove la tecnologia va veloce e quello che oggi è una novità, domani è un qualche cosa di superato. Ed allora le Istituzioni attendono ed ancora attendono, che il progetto sia perfezionato nel timore che dal momento dell’acquisto alla sua entrata in funzione, già esso sia superato. Come dire che oggi nessuno dovrebbe acquistare un cellulare, o un televisore, o un computer o un’auto per le stesse ragioni.

Si è voluto sottolineare che non è possibile fare delle scelte uguali per ogni luogo, perché non tutti gli utenti hanno gli stessi identici problemi, tipologia e quantità del rifiuto, localizzazione, periodicità. Cose di indubbia verità, ma appunto proprio per questo, il Thor forse sarebbe ancor più un mezzo da provare. I tempi sarebbero più brevi, se si vanno a confrontare con quelli richiesti per il posizionamento di un inceneritore, che non da fastidio a nessuno, purchè sia posizionato, secondo la mentalità dell’italiano, distante da casa mia. Ed il costo poi? Si pensi che per le dimensioni non possono essere disseminati a pochi km uno dall’altro e che per l’inquinamento non possono neppure essere costruiti al centro di una città… Ed allora quanti km devono percorrere questi “benedetti” rifiuti…si “benedetti” solo per i soliti pochi, che sono poi quelli che sembra determinino certe scelte.

Si è quasi sorvolato, o toccato appena di sfuggita, il problema di ridurre le quantità degli imballaggi. Sembra cosa quasi impossibile, chissà che non sia per non toccare anche qui, gli interessi di pochi. Si dice “… ci sono oggi delle leggi che regolano obbligando a determinati tipi di imballo…”, come se delle leggi fatte male o resesi contro producenti non possano essere abrogate e modificate. Tonnellate di carta, pubblicità che nessuno legge, inserti di giornali ignorati dalla grande massa di lettori già a prescindere al momento dell’acquisto del quotidiano, perché consapevole dello scarso contenuto degli stessi, da riciclare e rimettere poi nel mercato per lo stesso inutile utilizzo. Una rotazione senza fine per quale utilità?
Non si è parlato assolutamente delle sigle con le quali si identificano i materiali da riciclare e differenziare, che sono diverse in alcuni paesi, perché non c’è ancora una leggiferazione europea che dia un’unificazione a queste simbologie.
Qualcuno ha detto che bisogna che la scuola se ne faccia carico per far sì che i giovani vengano sensibilizzati maggiormente a questi problemi di carattere ecologico.

E’ bene sì che i giovani vengano sollecitati in tutti i modi, ma bisogna anche riconoscere con la massima sincerità, che forse chi assolve in maniera ridotta al loro dovere civico, siamo proprio noi adulti: i più anziani, per le motivazioni più disparate, che vanno dall’apprendimento delle nuove normative, che come dicevo poc’anzi non sono sempre facilitate, ma poi alla pigrizia, alla mancanza di senso civico.

Complice di questi comportamenti deprecabili e non giustificabili, però, c’è anche chi non si impegna, come dovrebbe, a far sì che il cittadino venga motivato ad assolvere a questo suo impegno. Come? Ma con una raccolta più celere, un non vedere ancora cumuli di sacchi neri accatastati su cassonetti colmi o pile di cartoni al volere del vento, cestini di rifiuti dimenticati di vuotare…e poveri noi, a sentir parlare del Thor, macchina utile sì… ma in attesa di tempi migliori.

giovedì 4 febbraio 2010

Senigallia: Sfaccettature di un porto...rifatto






































































































di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Due segnalazioni sui punti critici bisognosi di un intervento: sposta, dipingi, ma i ritocchi si vedono!

E’ arrivata in redazione da parte di un lettore questa e-mail, che riporto, corredata di foto: “Invio in allegato le foto scattate al porto di Senigallia dove si sono utilizzati i bidoni della spazzatura per valorizzare la statua di S. Andrea e per invitare i viandanti a rilassarsi sulle panchine: non c’era altro posto dove piazzarli??? Chissà quanto sarà costata la consulenza per il posizionamento accurato dei suddetti bidoni. Come potete notare vicino la statua di S. Andrea c’è anche il rinforzo, (che squallore)! Un saluto. N...”
Ho voluto sincerarmi, andando sul posto, ma qualche cosa in breve tempo era stata cambiata. Intanto vicino a S.Andrea si è fatta più pulizia, alcuni cestini sembra abbiano mutato posizione.
Dovevo però compiere, un altro accertamento su indicazione di una signora, che mi segnalava che alcune luci poste sul molo si stavano rovinando. Ho potuto rilevare, infatti, che i lampioncini a muro posto sul lato del molo nuovo lato Misa, sono di già arrugginiti. L’inaugurazione del nuovo porto, se non vado errato è avvenuta il 15 di novembre del 2009. Una cerimonia sfarzosa, tanto che ancora sul casottino dei manovratori della passerella sul Misa, ancora ne campeggia la locandina, quasi a perenne ricordo. Vero è che però la ruggine la fa già da padrone in neppure 80 giorni dal taglio del nastro. Nessuno ha pensato che l’acqua di mare, con la sua salsedine, corrode più di quella dolce e che in quel punto quando ci sono mareggiate, le onde arrivano sulla passeggiata? Saranno anche belle queste luci, ma il progettista evidentemente o era digiuno di problemi marini o ha errato il posizionamento o la scelta: forse la Plastica Autoestinguente sarebbe stata più consona.
Alzando gli occhi al cielo, e neppure di tanto, ho potuto vedere la serie di nuovi lampioni che sono andati ad arricchire il campionario cittadino. Non sto qui a giudicare se essi siano di aspetto più o meno gradevole, perchè definire il bello è del tutto personale. Però, se permettete, mi viene da chiedere: ma quando si progetta, non si stende un piano di lavoro omogeneo nel tempo, nei materiali, negli acquisti dell’oggettistica da posizionare?Ritornando a casa, guardavo appunto l’illuminazione: ogni via ha i suoi lampioni. Via Verdi ne ha in questo momento tre tipologie di lampioni: i nuovi che stanno piazzando nel tratto nord, i classici a metà percorso, a palle nel tratto finale verso la città. Quelli del lungomare sono a palla, quelli di Via Piave a stelo alto e di forma spigolosa, quelli dei ponti e di Via Carducci richiamano i vecchi lampioni a gas dell’ ‘800, alcuni a stelo alto, altri basso, una sensazione di scoordinamento, altro che architettura d’avanguardia! Come la pavimentazione del porto: un caleidoscopio di colori, con varie intensità di arancio, rosso, giallo, lastricato con mattonelle o asfaltato, nuovo e vecchio, tutto mescolato.
Le foto non sono come le parole, parlano e restano nel tempo.