giovedì 30 aprile 2015

1° Maggio 2015 - Una Festa che non c'è

... e non solo. Ancora per quest'anno, quindi, non si festeggia.

Sappia però che chi non festeggia, come del resto fa il sottoscritto, sarà schedato nella lista dei "GUFI", che non sono adepti appartenenti ad una immaginaria Gioventù Universitaria Fascista Italiana, ma solo dei semplici iettatori (dicono loro) che non pensandola come i nostri governanti, sono da questi, a dir poco, mal visti. Comunque loro dicono che tra breve (conoscete se esista per caso un misuratore che analizzi la lunghezza del loro "breve"?) questo nostro Paese pieno di pezze al culo, diverrà opulento per tutti. Si vedono già i primi lumicini in fondo a quel tunnel inaugurato due anni fa circa da un certo Monti e che poi ci ha lasciato invece in un mare di guai portando agli onori degli altari governativi una sconosciuta Elsa Fornero fatta poi santa e protettrice dei disoccupati, precari ed esodati. Con tale ascesa al soglio governativo, la festa del 1° Maggio veniva per forze di cose, tacitamente soppressa.
Al momento però non sono per tutti periodi economicamente catastrofici, perchè a quel che sembra, per pochi privileggiati, corrotti, concussi e comunque quasi sempre amici degli amici, le cose vanno a gonfie vele. Ed anzi in un momento che di lavoro ce n'è poco per molti, c'è chi è costretto a del super lavoro come le F.O. e le Magistature italiane. Le carceri, casualmente invece no, perchè gli implicati in questo processo di involuzione all'italiana, sono quasi sempre composte da individui malaticci che vengono posti, per ragioni di salute, quasi tutti, agli arresti domiciliari nelle loro magioni.
Quest'anno però a confondere le acque di questi festeggiamenti del 1° Maggio, ci sarà fortunatamente (?, bohhh... staremo a vedere!) il taglio del nastro dell'EXPO di Milano, sempre che si trovi in tempo, visto l'andamento dei lavori e di quelli giudiziari, un nastro ed un paio di forbici. Sicuramente i chi dovrà tagliarlo sono pronti ed in abbondante numero, tanto che si stanno spintonando senza ritegno e forse si dovrà ricorrere all'estrazione estrarre a sorte del "baciato dalla fortuna" o dello "sputtanato dell'occasione", che vedrà apparire la sua foto sui giornali di tutto il mondo. Quale sarà il titolo che sarà riservato al tagliatore del nastro dipenderà solo da quanto EXPO sarà pronto il 1° Maggio e da quanto lo sarà "a breve" dopo l'inaugurazione.
Ed allora io per non farmi il sangue amaro e non pensarci su a come era il 1° Maggio tanti anni fa, anni di speranza seppur non di certezze, mi sono divertito a spolverare vecchie vignette satiriche di puro stampo GUFIano, che fino ad oggi, non sono risultate iettatrici, bensì verità anticipate e che butto lì sensa una calendarizzazione (parola che piace tanto ai politici!) precisa. Divertitevi anche voi.









venerdì 24 aprile 2015

IL 25 APRILE ancora per molti questo sconosciuto !!

Quando il silenzio è più rumoroso delle parole :


....perchè di lavoro, Poletti dice un milione di posti, non sembra, ma ce n'è da fare !!!Guarda qua....


e qualora non fosse sufficiente ci sono altre ore di straordinario da fare ...

sabato 18 aprile 2015

Conclusi gli eventi a Senigallia per ricordare il gesto eroico dei due finanzieri

Svolta la cerimonia dove sbarcarono gli austriaci, chiusa la mostra : ecco un ultimo "tour" - VIDEO

Un fortunato slogan pubblicitario ricorda che “Un diamante è per sempre“. La stessa cosa, immagino, deve essere ritenuta da chiunque indossi una divisa militare. Nel caso in questione, quella della Guardia di Finanza.
Dopo quasi cento anni, per ricordare con orgoglio questi due loro commilitoni e il loro corpo di appartenenza, sono riusciti a completare la storia della GdF dalla fondazione fino ai giorni nostri: il tutto è contenuto in due grossi libri. Ed è da questi due volumi, dopo una lunga e meticolosa ricerca, che sono state tratte le foto che hanno poi permesso lallestimento di questa mostra. Un lavoro certosino che ha richiesto tanto tempo, ma anche posto in primo piano la preparazione tecnica, per scannerizzare il vecchio materiale, operare le azioni di restauro utilizzando le risorse del computer ed infine per l’egregio lavoro di allestimento della mostra e la continua presenza, ogni giorno, di almeno uno di loro.
Inaspettatamente ed immeritatamente, mi è giunto un invito personale a visitare la mostra da parte del presidente e vicepresidente dell’ANFI, rispettivamente il generale di brigata Roberto Boccolini e il sig. Ernesto Murenu. Onorato ed incuriosito ho orgogliosamente accettato. Non dimenticando, anche, che verso questo corpo, noi senigalliesi tutti, in primis, dobbiamo rispetto e riconoscenza, essendo stati loro, casualmente presenti, i primi ad intervenire in quel fatidico 3 maggio 2014, riuscendo a salvare dalle acque tante vite umane.
Ad accompagnarmi personalmente nel percorso lungo i corridoi della Expo-Ex, che seppur più moderni, ricordano quelli della Mole Vanvitelliana, il gen. Boccolini che con la sua precisa, minuziosa illustrazione, piena di aneddoti e spiegazioni ad ogni sosta davanti a ciascuna immagine, mi ha fatto rivivere quel gesto quasi che fosse una semplice avventura. Una risposta che gli austroungarici volevano dare all’italica “Beffa di Buccari” e che invece, si concluse per gli austroungarici con una ulteriore “Beffa di Ancona“. Ma per loro, comunque sia andata, ci fu il nostro massimo rispetto.
Ed il perchè di questo rispetto, va ricercato anche analizzando un episodio contenuto nel racconto del generale, da cui si possono vedere come i tempi siano mutati in peggio, a livello comportamentale, s’intende: si pensi, mi racconta sempre il generale, che quando gli austriaci occuparono una casa di campagna al “Barcaglione” prendendo in ostaggio una mamma con il proprio figlio che l’abitavano, l’indomani riprendendo la loro strada, gli ufficiali austriaci, rilasciarono una ricevuta per il cibo che avevano consumato ed il disturbo che avevano arrecato, in modo che la donna potesse avere un un qualche risarcimento. Uomini, signorilità e rispetto di altri tempi.
Come se un’improvvisa macchina del tempo mi avesse catapultato agli anni della mia adolescenza. Mi sono rivisto quando la notte, sotto le coperte, spenta la luce, dopo aver letto i libri di Verne o di Salgari, mi ritrovavo a vivere quelle avventure in prima persona.
Invece d’avanti alle foto del bassorilievo bronzeo che compare sul vertice di uno degli angoli della Mole Vanvitelliana (o come veniva anche chiamato al tempo Zuccherificio e da qui la presenza delle GdF in guardia amministrativa al deposito e non prettamente militare), e più esattamente quello rivolto verso i binari ferroviari, finalmente dopo quasi sessanta anni ho scoperto a chi fosse dedicato.Ricordo che ogni qualvolta, da ragazzino, prendevo la “Corsetta” (il treno locale di terza classe, quelli che i miei coetanei ricorderanno, in legno per intenderci, riservato ai bagnanti e che partiva dalla stazione Marittima per arrivare a Falconara M.ma, con sosta intermedia a Palombina), questa giunta in quel preciso punto, poiché si aveva la sensazione di cadere in acqua, vista la vicinanza dei binari al molo, sembrava darci la possibilità di toccare con le mani quel grosso medaglione bronzeo. Il che invitava noi ragazzi a sporgerci dal finestrino simulando di toccare il militare
 che con il petto in fuori ed il braccio aperto sembrava volersi immolare.
Poi la mia deprecabile ignoranza ha avuto vita facile con il piacere della conoscenza, almeno fino ad oggi, quando ho scoperto quanto si celasse dietro a quelle scritte incise nella lapide: “Le Guardie di Finanza Grassi Carlo e Maganuco Giuseppe, vigili scolte devote al dovere e alla Patria osarono opporsi con le armi a 59 militari della marina austriaca qui giunti di sorpresa nella notte del 6 aprile 1918 per impadronirsi dei MAS ormeggiati nel porto e sostennero da soli un conflitto cruento finché accorse alla testa di una pattuglia il brigadiere dei Carabinieri Reali Guadagnini Anarseo che audacemente intimò ed ottenne la resa dei nemici. I cittadini di Ancona memori questo ricordo posero. XV Nov. MCMXXVII – Anno VI – E.F.


Ed oggi invece, divenuto anziano, più riflessivo e meno coinvolto in quel processo che il logorio dell’assillante vita quotidiana ci propina, sono divenuto più curioso ed appunto sottolineavo con il presidente accompagnatore e “cicerone” personale, come fossero mutati nel corso di meno di un secolo di vita, tanti atteggiamenti: tra questi anche il modo di esprimersi. Nella targa infatti si legge quel “vigili scolte”, che mi ha portato a pensare più di una volta che cosa stesse a significare o se si trattasse di errore, poi ho legato (a)scolta quindi al nostro guardia, sentinella, colui che ascolta. Non parliamo poi per la scelta di certi nomi propri oramai in disuso come quello del brigadiere dei Reali Carabinieri Guadagnini, anche lui medaglia d’argento, Anarseo. Un nome che fino a ieri non sapevo neppure esistesse.
Una mostra nella mostra, direi per provocare invidia in chi se l’è persa (logicamente scherzo!).
Altre curiosità nelle pieghe della mostra, le variazioni che ci sono state nei vari campi, a partire dalla moda del vestire a quello nel campo della grafica, sia a livello di impaginazione che come scelta dei caratteri usati nella composizione dei testi come quella dei formati pagina dei giornali, sia nelle illustrazioni a colori con i personaggi in posizioni drammatiche e con le bocche quasi sempre aperte quasi a farci ascoltare i loro gridi.
Almeno per me lo è stato, l’ulteriore scoperta nel conoscere che l’artista che ha realizzato il monumento ai due finanzieri Grassi-Maganuco è opera del nostro concittadino Schiavoni, papà del nostro assessore alla cultura e pubblica istruzione. E che le tre lastre del monumento, stanno ad indicare la prima partendo dal fondo, il mare, la seconda la terra e la terza l’uomo, quegli uomini che hanno impedito che il gesto degli incursori si concludesse con un esito positivo per gli austriaci.
Insomma, una piacevole passeggiata, che una volta giunto al tavolo su cui poggiava il quaderno delle firme dei visitatori, mi sono trovato a mormorare inconsapevolmente, e guarda il caso a chiusura di un testo iniziato allo stesso modo, con un altrettanto fortunato slogan: “Già fatto?!?“. Però nel mio caso, questa volta, visto che non si trattava di siringa, ma di una gradevole esperienza giunta alla fine del percorso, pronunciato con vero dispiacere.

Allegati

Per saperne di più:
Ancona, 5-6 aprile 1918: la fallita ritorsione austriaca per la beffa di Buccari
L'approfondimento del Sistema Museale della Provincia di Ancona
L'evento su Wikipedia

Guarda il VIDEO

Franco Giannini
Già pubblicato Giovedì 16 aprile, 2015 su SenigalliaNotizie.it 

lunedì 13 aprile 2015

Ostra Vetere: donata la tela di Brunella Romyo alla Casa dell’Accoglienza – FOTO

Il paese com'è oggi, riveduto e corretto del com'era "al tempo delle mele" degli Ospiti residenti.

A seguito delle festività pasquali solo ora sono a riportare la suggestiva cerimonia della donazione avvenuta il 2 aprile. Solitamente tutti questi tipi di cerimonie si è soliti etichettarle, con un filo di retorica, come appunto ho definito suggestive, commoventi, toccanti, coinvolgenti e chi più ne ha più ne metta.
Ma in questo caso, l’uso di tali aggettivi, non è certamente un farsi prendere dal facile uso dell’enfasi, perchè si è trattato veramente non di un semplice scoprimento di una tela. In quel gesto atto a far cadere quel drappo bianco consegnando un’opera d’arte ad una Comunità particolare, c’era molto di più.
Arte, ricordi, umanità, rispetto, nonchè l’invito ad sempre maggior fusione della Comunità anziana e non solo, interna alla Casa, con quella più giovane del Paese: il tutto racchiuso e custodito gelosamente dentro quegli appena due metri quadri di tela tenuta assieme da una leggera cornice, poco appariscente, in modo tale da non distogliere l’attenzione dal suo più importante contenuto.
Avrei voluto scrivere che alla cerimonia presenziavano anche Josè Feliciano o i Ricchi e Poveri che con le parole e la musica della loro canzone sanremese “Che sarà”, avrebbero potuto darla ad intendere che erano state pensate e scritte proprio per questa occasione e per questo quadro: “Paese mio che stai sulla collina – disteso come un vecchio addormentato – la noia l’abbandono il niente – son la tua malattia paese mio ti lascio e vado via…” ed ancora proseguiva con: “… gli amici miei son quasi tutti via – e gli altri partiranno dopo me – peccato – perche’ stavo bene in loro compagnia – ma tutto passa tutto se ne va – che sara’ che sara’ che sarà…”.
Infatti questo evento ha casualmente come titolo “Paese Mio”.
Ostra Vetere: donazione alla casa per anziani del quadro "Paese Mio" di Brunella Romyo Ostra Vetere: donazione alla casa per anziani del quadro "Paese Mio" di Brunella Romyo Ostra Vetere: donazione alla casa per anziani del quadro "Paese Mio" di Brunella Romyo
Un velo di malinconia dovuto a quel po’ di rimpianto che abbiamo tutti per i tempi trascorsi, ma che è durato solo una frazione di secondo, perchè l’autrice di quest’opera, la Signora Brunella Romyo, è riuscita a scacciare in un batti baleno, giusto il tempo della caduta del drappo. Poi osservando l’opera, ci si è ripresi e con l’apporto dei festosi caldi colori e l’aggiunta di immagini vive, seppur fantasiose (oggi scomparse e divenute inesistenti) di quei giorni passati, gli Ospiti della Casa, si sono sentiti riportare ai tempi della loro gioventù, quella di cui sono intessuti i loro discorsi quotidiani. Infatti gli Ospiti ricordano spesso e sempre con allegria, i ricordi della loro infanzia, della loro adolescenza: quell’età giovanile che proprio per questo rimarrà sempre bella nella loro memoria.
E questo quadro sarà lì, ogni mattina proprio quale stimolo per rammentare loro piacevoli momenti della loro gioventù.
A togliere il drappo sancendo così il definitivo dono dell’opera, due Ospiti della Fondazione, l’autrice Sig.ra Romyo ed il Dott. Sandro Sabbatini Presidente della Fondazione Casa dell’Accoglienza Federico Marulli accompagnati simbolicamente in quel gesto dalle principali autorità istituzionali e religiose del Paese.
Michele Garbin parla dell'opera "Paese Mio"Dopo la benedizione dell’opera a completarne la presentazione anche un puntuale e preciso intervento del nostro concittadino nonchè critico d’arte Dott. Michele Garbin, che ne ha spiegato le difficoltà tecniche di esecuzione nonchè le qualità artistiche dell’autrice.
Ed ora attendiamo i prossimi lavori dell’artista, che come promesso si cimenterà nella rivisitazione dei vecchi vicoli di Ostra Vetere e che saranno presentati in una nuova mostra.
Prima di chiudere, io invece mi scuso per la scarsa qualità delle mie foto e del mio video, fatte all’interno dell’atelier, che vista la limitatissima abilità del sottoscritto aggiunta alla fretta per i motivi già spiegati, ha portato ad un risultato poco entusiasmante (L’opera meritava molto di più!). Quelle invece relative all’interno della Fondazione, sono di altra mano e la cosa del resto ben visibile e palese.


La donazione del quadro: GUARDA il VIDEO su Facebook
Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta n°18: Brunella Romyo

Franco Giannini
Già pubblicato Domenica 12 aprile, 2015 su SenigalliaNotizie.it