venerdì 29 marzo 2013

Che sia segno di buon auspicio anche per l'Italia ! Il Bar Italia si rinnova

Uno dei più rinomati e datati bar di Senigallia, il Bar Italia, rinnova la gestione, i suoi locali, gli arredamenti, mentre resta la vecchia affezionata clientela  rafforzata nel numero delle nuove presenze.                  
I tempi come le esigenze sono destinati a mutamenti lenti e costanti. Cambiamenti necessari che a volte, seppure ragionati, per i primi tempi lasciano un po' spaesati ed orfani delle vecchie abitudini.
Sparita la vecchia saletta biliardo dove nelle festività natalizie di anni or sono ci si giocava a tombola il panettone o il torrone "offerto dalla casa". Anche i volti dietro la macchina del caffè sono cambiati. O meglio ancora, la macchina del caffè non fa più da barriera tra il o la barista ed il pubblico, ma è divenuta un oggetto lucente e d'arredamento posto alle spalle di chi ci sorride accogliendoci ed offrendoci i loro servizi.
Erano altri tempi quando la scelta degli arredi era affidata al gusto del "padron'", oggi essa è affidata a dall' "Imprenditore-Gestore" ad un professionista che ne cura ogni dettaglio, dopo studi e ricerche dettagliati.
A rinverdire i vecchi locali del "Bar Italia" ci hanno pensato gli Architetti Matteo Carli, Anna Bonvini, Ilaria Arcangeli  del "Mai Studio" su commissione dei nuovi proprietari : Benedetta Mattei e Alessandro Mengucci.

Si signori, Benedetta è la stessa del Roxy Bar, stesso sorriso, stessa cortesia, stessa passione per questo tipo di lavoro.
Non so se oltre le qualità sopra descritte,  Benedetta possiede anche quella dell' ubiquità, perché da oggi dovrà vedersela con il far fronte a due clientele che le permetteranno però di rubare, modificandola solo in parte, la celebre frase di Carlo V : " sul mio regno non tramonta mai il sole", con il suo :"nei miei bar la stagione turistica non finisce mai!".  Dal sole estivo, dal profumo della salsedine, dallo struscio serale estivo, si passerà alla più rilassante quiete del centro storico. Nel periodo invernale invece, sarà il ribaltamento delle occasioni: la bellezza del Mare d'inverno, con i suoi pregi e difetti, mentre "in città" il locale darà maggior senso di accoglienza, sicurezza e calore. 
Quelli che resteranno immutati, per tutta questa stagione turistica interminabile che ha avuto inizio con il taglio del nastro ed auguriamo senza fine, saranno i servizi alla clientela, raffinati e sempre al top.
Nel prezzo dei servizi alla clientela non sarà calcolato il sorriso che Benedetta ed le sue collaboratrici, offrirà ai suoi fruitori indistintamente. Con i tempi che corrono non è cosa da poco, credetemi. Alzarsi il lunedì mattina, prima di andare al lavoro, passare al Bar Italia, chiedere ancora assonnati un caffè e vedervelo porre sul banco da un viso sorridente, può evitarvi di zuccherarlo risparmiando di ingurgitare calorie e nel contempo prendere la strada del lavoro con un po' più  di buon umore.
Evidentemente ad apprezzare la mossa coraggiosa di questi due giovani : Benedetta ed Alessandro, è stata anche l'Amministrazione Comunale, che non è voluta mancare dal partecipare all'inaugurazione dei locali, con la presenza del Sindaco Maurizio Mangialardi, del suo vice, Maurizio Memè, nonché dell' assessore all'ambiente, mobilità, trasporto pubblico, sport, politiche giovanili e frazioni Gennaro Campanile. Una nota particolarmente elegante e piacevole, il sottofondo musicale di un duo composto da Arpa e flauto. Chissà che non sia stato ad un auspicabile preludio per la creazione di giornate a tema dedicate alla cultura : musicale, letteraria, di poesia...potrebbe essere un'idea !

Invitato dai due proprietari, al consueto taglio del nastro, non poteva essere che il Primo Cittadino.

Questo il video della cerimonia

                 


Franco Giannini

                                                                                                                                                                    

martedì 26 marzo 2013

Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta n° 21: Maurizio Liverani

Maurizio Liverani
Adottato da Senigallia, celeberrimo, forse al più un po' schivo... 

Ad accompagnarmi in questo incontro, un altro “mio” volto e nome celebre : Ermanno Tarli, che, amico di Liverani, si è adoperato perché potessi conoscerlo ed apprezzarne le sue qualità di giornalista. Me lo aveva decantato più volte con parole che ritenevo dettate, in verità, più dalla sua immensa affettuosa amicizia, tanto che come un San Tommaso ero andato a documentarmi in rete anche per prepararmi un po’ a questo incontro.

La navigazione non è stata delle più facili, ma alla fine trovare il suo sito e leggere il suo Curriculum Vitae, mi ha procurato come una specie di blocco, facendomi per un momento sorgere il dubbio se declinare l’invito.
Ermanno, non aveva infatti esagerato, quando mi diceva: ”… vedrai che personaggio, un uomo di cultura…”. Effettivamente il solo abito di “giornalista”, scorrendo il suo Palmares, ho notato subito quanto gli andava stretto, molto stretto! Oramai però non potevo far macchina indietro, perché sarei apparso, oltre che persona impreparata, quale poi effettivamente sono, a dialogare con un personaggio di tale calibro, anche quella di imperdonabile individuo ineducato.
Ad accoglierci una gentilissima padrona di casa. Ho appreso poi, anch’ella un’eccellenza del mondo della cultura, più precisamente nel campo artistico dell’immagine ed ancor più dettagliatamente nel linguaggio-immagine : la Sig.ra Chiara Diamantini.
Finalmente dopo i soliti preamboli da persone civili, ho avuto il piacere di conoscere Maurizio Liverani. Già alla prima stretta di mano, mi sono sentito più a mio agio. Non certo per merito mio, ma perché appena ho fatto accenno ad un mio timoroso “Dottor Liverani…”, ho ascoltato la sua sincera e sorridente controfferta: ”ma che dottore e dottore, diamoci del tu…”.
Un onore che invece di sciogliermi dal mio imbarazzo, mi ha raggelato ulteriormente, ma lui non se n’è accorto o quanto meno ha finto, perché da questo momento Liverani si è tramutato, per circa due ore, in un “fiume” in piena.
Diciamo che il nostro colloquio nasce non dall’inizio, bensì dalla fine delle sue esperienze lavorative: la pubblicazione dei suoi libri che è iniziata pochi anni fa, quando ha conosciuto la sua “musa” letteraria nella curatrice delle sue opere, colei che ha scritto le prefazioni : Barbara Soffici. E’ così che parlando di queste sue opere mi fa dono di due volumi che sono sul tavolo di lavoro del salotto: ”Disamore” e “Le fuggevoli nuvole del divismo si dissolvono con Audrey”.
Senza attendere una mia domanda, comincia a raccontare: ”Senza l’incontro con questa Barbara Soffici che sa usare internet in maniera straordinaria, non ci sarebbe stata questa pubblicazione di “Disamore” che era stato pubblicato, ma non distribuito per il fallimento dell’editore. Quindi sono rimasto con casse di questi libri… poi si sa gli editori come sono, tu gli mandi i tuoi scritti e loro neppure ti rispondono. Fino a che un giorno non incontro questa Barbara che mi dice io ho letto una tua cosa bellissima… e così poi lei ha trovato il modo di ristamparlo attraverso internet”.
E continua con il raccontandomi come essendosi occupato per tantissimi anni di cinema, sia come critico che come inviato per “Tempo Illustrato”, “Settimana Incom”, aveva tutta una serie di ritratti di attori che oggi solo lui può conoscere per via dell’età e così dicendo fa l’elenco di quelli che ha conosciuto: Richard Burton, Liz Taylor, Tatì, Fellini… e qui quasi che parlasse dell’inquilino della porta accanto aggiunge: ”la mia amicizia con Fellini, sa, sono stato il primo ad intervistarlo…” Si ferma un attimo e su suggerimento di Ermanno comincia a raccontarmi i retroscena de “I Vitelloni”.
“Lui voleva fare questo film però siccome era un’epoca in cui da una parte si voleva i film realistici che guardassero la società, dall’altra parte c’era il moralismo dei cattolici, quindi c’era una specie di congiura contro questo film che praticamente da alcuni veniva considerato che usciva dai canoni di un realismo socialista e dall’altro dai canoni di un moralismo cattolico, Ed invece è attualissimo anche oggi. Poi un film non è che deve aderire a certe ideologie, devi sostenere qualsiasi cosa purché sia bello. Se è bello puoi anche non condividere. Insomma posso andarlo a vedere, ma non ne voglio sentir parlare. Chaplin, quando io l’ho incontrato (e così dicendo ci mostra la foto di lui tra Chaplin e la moglie Oona O’Neill) l’intervista con lui è stata una cosa inusuale perché mi diceva – se io avessi Cinecittà chissà quanti film potrei fare – e poi parlava sempre di soldi e di donne. Non voleva sapere nient’altro.”
E così parlando di Chaplin collega il discorso ad un fatto recente: “… quando ho sentito quel candidato della Cancelleria Tedesca che ha detto che noi abbiamo due clown (Grillo e Berlusconi), noi non dimentichiamo che l’umanità è stata guidata spesso da dei clown. Hitler, Mussolini, Stalin stesso era un clown, più clown di Napoleone che prende la corona e se la mette in testa da solo, che prende la Gioconda e se la mette nella stanza da letto… Ma perché Grillo ha successo, uno che si presenta e dice “Arrendetevi” ad una classe politica che ha rovinato il Paese, però lo fa da clown, tu gli credi, perché il paradosso diviene credibile. Il nostro è un paese che quando mai è stato mai unito… un Paese che è la patria dei clown, dai preti ai grandi intellettuali. Io ti posso dire dire che tutti quelli che ho conosciuto, facevano ridere in Parlamento, infatti Flaiano mi diceva – a De Gasperi gli puoi dar credito perché è un cattolico, ma non democristiano, perché se uno dice che è democristiano vuol dire che è un imbroglione, invece dice che è cattolico ed allora va bene. Ma a suo modo anche lui era un bugiardo perché faceva parte del Parlamento che approvò la fucilazione di Cesare Battisti…-”
E continua a raccontare senza fermarsi mai passando da fatti di carattere nazionale, per andare magari a ricordi locali sulle famiglie più altolocate di Senigallia dei tempi passati. Rievocando episodi di vita cittadina gli torna alla memoria un altro aneddoto quando: ”Zazzarini e Mussolini erano seduti qui davanti al Centrale. Mussolini era venuto a Senigallia per radunare un po’ di adepti da portare alla Marcia su Roma, se non ché mio zio passa di lì e Zazzarini gli fa – vieni qui che ti voglio presentare Mussolini –, ma no sai voglio andare al mare, non mi interessa – era l’agosto del 22 e nel settembre facevano la Marcia su Roma. Ma poi mio zio fece carriera (ministro delle comunicazioni della Repubblica di Salò e venne fucilato – NdR) e ricordo quando mi portò a Salò per farmi conoscere Mussolini, erano allora gli ultimi giorni, ed andammo. Ricordo che c’era una lunga tavolata e lui stava da una parte con già scolpito in faccia questo presentimento della fine. Ad un certo momento, ricordo, che mio zio mi disse – vieni che ti presento Mussolini – e rivolto a lui tutto un pezzo – Duce ti presento mio nipote Maurizio – ed allora Mussolini gli rispose – bel nome di anarchico! – Perché quella volta i fascisti erano anarchici. Poi quando presi la cittadinanza qui a Senigallia, venne fuori Maurizio Benito Liverani, – e ridendo ci dice – pensa se prevaleva il Benito”.
Mentre stiamo piacevolmente conversando ecco che arriva, ad hoc, la giovane Signora Barbara Soffici che Liverani, non tralascia cortesemente di presentarmi: “Questa signora è quella che ha praticamente scoperto la mia possibilità di esprimermi, una musa e non solo, ma è una specie di editrice, una scopritrice di talenti… oggi siamo arrivati a questo terzo libro che è da prima di Natale che ci stiamo lavorando.”
E sempre parlando si riprende il discorso su Fellini e racconta come dei primi tempi ed i rapporti amichevoli che aveva con Aldo Fabrizi che lo prendeva sempre in giro, a volte trattandolo anche un po’ male. Il primo sempre compassato e pensieroso e l’altro allegro, pacioccone, che borbottando e riprendendolo per il suo aspetto serioso lo costringeva coinvolgendolo in amichevoli quanto abbondanti spaghettate.
Ermanno trovandoci a parlare di Fellini, gli chiede se rispondessero a verità, le dicerie di un Federico un po’ bugiardo e che “prendesse” qualche idea dagli altri. “Beh lui deve tutto a Flaiano – risponde Liverani – anche perchè i famosi Vitelloni, non erano i perdigiorno di Rimini, ma erano i perdigiorno di Pescara, perchè è a Pescara che li chiamano Vitelloni, come pure i paparazzi che sono dei granchietti che al mattino andavano invadendo e disturbavano le passeggiate sul lungomare di Rimini. Io del resto questa storia l’ho spiegata diverse volte, ma la gente continua a pensare che i Vitelloni erano di Rimini… E devo aggiungere anche che contrariamente a quanto si crede, a Rimini non è che vedessero di buon occhio Fellini e questo fino alla sua morte! Non era in sintonia con la mentalità politica del posto e poi per il fatto che collaborava anche con Flaiano che non tralasciava battute ironiche nei confronti dei comunisti.”
E così parlando racconta anche della morte di Flaiano, del suo arrivo all’ospedale immediatamente dopo che era morto e della sua celebre frase in punto di morte che disse alla moglie: “Come sono contento”, frase di cui Maurizio Costanzo invece si appropriò con il dire, pur non essendo vero, di averla raccolta lui, in punto di morte e non la moglie. Un individuo, che da quel che posso intuire, anche per questi comportamenti, Liverani, non è che nutra gran simpatia.
Maurizio Liverani e Chiara Diamantini
Maurizio con la Sig.ra Chiara Diamantini
La discussione cade anche, e così non poteva che essere, sul degrado della nostra politica attuale, sul M5S, su Berlusconi e viste le sue innumerevoli argomentazioni sul personaggio, mi porta ad esclamare: “Ma conosce, ha conosciuto anche lui?”
“Sì lo conosco. E’ una persona generosissima. Pensi che se va a Murano, in una delle vetrerie, gli raccontano questa che non è una storia è verità. Era una annata che non avevano ordinazioni e lui, venutolo a sapere, dal momento che era Presidente del Consiglio, ha pensato che dal momento che doveva fare dei regali ai capi di stato, allora ha ordinato alla ditta in questione, vasi, lampadari ecc. fornendo lavoro a questi operai per un anno. Neppure dirlo se lei va lì c’è un 100% di berlusconiani perchè convinti che lui gli ha salvato la vita. Poi ha indubbiamente ha altri fattori meno positivi e comunque si è circondato da gente che lo ha rovinato. Una delle sue pecche è che non conosce ad esempio il materialismo dei comunisti. Il loro fine giustifica i mezzi.”
Ed è così che continuando a parlare, mi racconta che la sua mamma di era una personalità artistica di Senigallia in quanto affermata cantante lirica, un soprano di nome e di successo che ebbe modo di recitare anche nel nostro allora bellissimo teatro “La Fenice” del tempo. E sottolinea come non abbia mai avuto il coraggio di dirle quale mostruosità fosse stata poi ricostruita sulle rovine del tempo.
Ritornando alla sua vita di giornalista, mi permetto di rammentare la sua medaglia d’oro del giornalismo, sentendomi rispondere con modestia e non certo con la falsa: “Sono quelle cose che si conquistano, più che per merito, con l’età!”. Azzardo allora a chiedergli, come sia riuscito ad entrare nelle redazioni di tantissimi giornali, partendo dai sinistroidi di Paese Sera, per arrivare al Borghese, che era di corrente nettamente contraria. Anche qui mi dice che è solo il frutto di un lavoro maturato in quarant’anni di servizio, quando nei giornali invece basterebbe starcene 15 e l’unica cosa di cui si può vantare è che non si è mai asservito alle redazioni per cui nessuno è stato mai disposto a raccomandarlo e quindi è stato sempre e solo richiesto.
Ed è Ermanno, che lo conosce bene, che con il suo vocione da fuori campo, gli rammenta l’epoca della gavetta di quando dormiva dentro una vasca da bagno e si scambiava tale giaciglio con i colleghi turnisti montanti o smontanti.
Sollecitato nei ricordi mi rivela anche come ai fatti dell’Ungheria, allora era a Paese Sera ed era titolare della terza pagina, ingenuamente manifestò il suo rincrescimento per la cosa, che non piacque a Pajetta che immediatamente gli telefonò per dirgli di occuparsi di cinema e lui libero come si è sempre sentito, prese e se ne andò. Si definisce, in questa occasione, come un povero ingenuo, perchè tutti poi quelli che invece rimasero, i Gad Lerner, i Santoro ed altri hanno fatto la strada che hanno fatto.
Parlando di questo si lambiscono anche ricordi sportivi e si finisce con il parlare di sport, di calcio, di Juve, e chi mi tira fuori? Carosio, il Radiocronista, l’uomo che è passato alla storia per quel famoso “Quasi rete”. E dove si poteva trovare Liverani in quell’occasione, in quel preciso momento, se non alle spalle di Carosio. Ricorda allora che la postazione del radiocronista era dietro le righe che delimitavano il campo. Ma il bello è che non ti dice io ero lì o meglio ancora io conoscevo Tizio o Caio, ma semplicemente ti spiega i fatti che si svolsero e magari vi aggiunge allora un “gli ho detto”, o “ci siamo detti” pronunciati quasi sovrappensiero.
La stessa semplicità che usa quando mi narra di Mario Tedeschi direttore de “Il Borghese”, un giornale anarchico di destra, che lo volle con lui, quando uscì il suo film “Sai cosa faceva Stalin alle donne” presentato al XXX Festival di Venezia-Sezione Informativa. E parlandomi di questa assunzione mi racconta della telefonata, appunto di Tedeschi a cui fa seguito la successiva conoscenza con Almirante e l’assunzione al giornale. Fa presente a Tedeschi che non ritenendosi nè uomo di destra nè di sinistra scriverà sotto il pseudonimo di Ivanovic Koba, che per lungo tempo i lettori credettero che fosse un giornalista iugoslavo che scriveva in italiano.
Ma concatenato a quell’aneddoto fa seguito questo di quando scriveva con un altro pseudonimo, Mauro Lirani, su Paese Sera. Questa la sua riassunta spiegazione. Semplicemente per poter scrivere, dietro invito di Pallavicini, il direttore di “Settimana Incom”, anche su questo giornale oltre che su Paese Sera. E sempre legato al discorso Mauro Lirani, ridendo ricorda come nessuno ne sapeva nulla, ma una volta arrivato a Senigallia, questo risultò come il segreto di Pulcinella, lo sapevano tutti.
Potrei e vorrei dilungarmi ancora narrando tutti gli aneddoti, le storie, le verità ascoltate, però per la sola etica del rispetto che conosco, quella del buon senso, non certo quella del giornalista che non conosco non essendelo, non posso per due motivi: uno l’ironia di Maurizio Liverani, che io invece non possiedo, e l’altra, perchè quello che qui non racconto è contenuto tutto dentro il suo ultimo lavoro.
Anticipo solo il fatto, per invogliarvene alla lettura, di quando sedicenne, iscritto al PCI, partì partigiano e la mamma lo volle mandare in montagna non con la maglietta di lana, ma vestito con un Principe di Galles. O ancora il più esilarante incontro, a Venezia, per una specie di armistizio tra un ufficiale tedesco ed uno inglese, in cui lui faceva da terzo incomodo, mentre i due ufficiali, un colpo di fulmine, incontrandosi mettevano le prime basi alle “unioni di fatto”. Non una storiella, ma la pura verità.
Questi i primi tre libri già in vendita, mentre il quarto a cui facevo appunto riferimento sta per uscire, se non già uscito al momento di andare in pubblicazione. Comunque libri da non perdere per le verità narrate con la chiave ironica che è da sempre appartenuta a Maurizio Liverani.

Franco Giannini
Franco Giannini
Pubblicato Domenica 24 marzo, 2013 su Senigallia Notizie.it 
 
 
Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :
 
e39
2013-03-24 23:27:21
Complimenti Sig. Franco, conosco personalmente il Dott. Maurizio Liverani ed ho sempre ammirato la sua modestia nonostante i tanti riconoscimenti ottenuti a livello nazionale. La nostra amministrazione comunale mai si è curata di riconoscere le sue svariate eccellenze, forse perché non si è mai riconosciuto nell'appartenenza politica che ci ha sempre governato Senigallia. Spero che quanto prima gli vengano dati i dovuti onori.
giuseppe di mauro
2013-03-25 10:44:24
Caro Maurizio,data l'Amicizia che ci lega,sapevo già un pò tutto,ma se se Tu non sapevi come sei, ora lo sai...a Te Chiara e Barbara un caro e affettuoso saluto e i miei sinceri complimenti al signor Franco Giannini...Beppe

martedì 19 marzo 2013

A Senigallia sabato di festa al Palazzetto dello Sport con il Giocagin 2013

Quasi tre ore di divertimento tra musica, balli e ...solidarietà! FOTO   

Non più una geniale idea, non più una trovata per divertirsi, non più un modo per far conoscere le varie scuole di danza o sportive.E neppure più un’escamotage per far vedere le proprie bravure acquisite ai propri genitori o parenti o amici ed ai più grandini di età – perchè no – ai fidanzatini e per quelli più avanti con il “programma famiglia”, magari il chilo in meno ottenuto andando in …palestra, ma si può affermare senza ombra di dubbio che è divenuto un appuntamento, anzi, l’appuntamento classico oramai imperdibile.
La sagra del buonumore, il festival dei colori, una mescolanza di balli che vanno dal classico al moderno. Un moderno a sua volta sfaccettato nei suoi vari stili e nelle sue varie scuole.
Una qualche cosa che richiama le tradizionali scuole di Samba brasiliane. Ed a fare da amalgama in tutto questo spettaccolo, da traduttrice del pomeriggio, la musica.
Giocagin 2013-esibizione atleti ataekwondoMa a conquistare il parquet anche quest’anno – e sono convinto anche quelli a seguire – sono state e sempre quindi saranno, le atlete e le ballerine più piccole, nei loro costumini variopinti e luccicanti di strass.
Il pallone che sfugge dalle mani, il nastro che s’impiglia sotto i piedi, il cerchio non addomesticabile che se ne va per suo conto, l’andare fuori tempo, fermarsi, guardare la sua compagna e ripartire a muso duro, questo è il vero spettacolo.
L’audacia, che gli dona solo la loro ancora intatta innocenza, al massimo può essere interrotta da due lacrimoni, ma poi si riparte di nuovo, orgogliosi di far parte del gruppo variopinto.
Ma quello che fa più piacere è vedere gli spalti pieni, la gente divertita, lo spettacolo riuscito e lo scopo principale centrato: una sorta di utile e dilettevole con un occhio particolare alla solidarietà.
L’UISP, organizzatrice di questa manifestazione, infatti devolverà parte dell’incasso al Ciofega Claun Senigallia (che opera in campo ospedaliero e non solo) ed ai progetti per i bambini del Senegal.
Ma tra i tanti colori, anche il bianco degli immacolati “dobok” della scuola di taekwondo fabrisenigalliese cinti dalle cinture di vario colore che indicavano il grado raggiunto dall’atleta. Scuola che sta ogni anno riscuotendo sempre più consensi.
Guidati dal loro allenatore Christian Magnoni, cintura nera terzo dan, i più piccoli si sono impegnati in una serie di “forme”, mentre le due “veterane” (per età e faccia tosta – e le due cose sono dette in senso meritorio!) Oriana e Paola che hanno dimostrato come uscire da uno spiacevole incidente oggi purtroppo neppure tanto inverosimile.
Giocagin 2013-esibizione atletiL’assalto da parte di un malvivente che inscena un borseggio, ma che grazie alle loro cognizioni di difesa personale riescono ad affrontare avendo la meglio su di lui. Una maniera autorevole per le donne, per cercare di contrastare, con un fai da te, il dilagante femminicidio.
Alla fine della loro dimostrazione di difesa personale, mi è rimasto solo il dubbio se ad emergere nei confronti del pubblico sia stata più la loro atleticità o se sia emersa maggiormente la loro predisposizione alla recitazione.
Ma a parte le battute, questa disciplina di seria arte marziale può senz’altro essere un’arma invisibile che fornisce alla donna quella sicurezza e freddezza necessaria in determinati momenti, anche senza essere delle cinture nere. Consiglio ai maschietti con idee malsane, di tenersi alla larga da quella donna…
A decretare comunque l’importanza di questa annuale manifestazione, che si ripeterà domenica 17 marzo in quel di Fabriano, la presenza del Sindaco Maurizio Mangialardi, accompagnato dal suo Vice Maurizio Memè e dall’Assessore allo Sport Gennaro Campanile.
L’appuntamento – visto il nuovo successo – credo che sia doveroso, di conseguenza, fissarlo per il 2014.









Franco Giannini
Già pubblicato Martedì 19 marzo, 2013 su

giovedì 14 marzo 2013

Un Consiglio Comunale, nutriente come un brodino di verdure

Vedendo gli argomenti in  Agenda, più che un qualche cosa di veramente necessario, un semplice atto quasi dovuto.

questa la frase che campeggia sulla pagina del sito del Comune di Senigallia dedicata alle sedute comunali :

"Seduta live del Consiglio Comunale in video streamingOgni utilizzo improprio delle immagini sarà perseguito a norma di legge".
Tranquilli, perché a quel che sembra il pericolo sembra proprio non esistere. Lo schermo, infatti anche questa volta è completamente in nero... logicamente anche per questa occasione la scusante sarà dovuta a motivi tecnici e magari con la specifica,  impossibili da risolvere per mancanza di fondi. Non vorrei che invece la telecamera fosse stata contagiata da "grillismo"...

La seduta come sempre si apre con il solito appello e con l'ora riservata alle interrogazioni ed interpellanze. Il primo a cui viene concessa la parola è il Consigliere SARDELLA. Non da lettura del testo perché già inviato a tutti i consiglieri e è stato discusso a suo tempo in altro Consiglio e riguarda il mantenimento dell'Ufficio del Giudice di Pace. Si conoscono quali che sono le situazioni di cassa del Comune, ma  anche la scadenza è pressante (29 Aprile) per decidere se mantenere questo Ufficio o meno. Comunque, fa presente Sardella, come mantenere a Senigallia questo presidio di giustizia, essendo l'ultimo rimasto, sia di vitale importanza. Per cui chiede al Sindaco di conoscere le decisioni di questa amministrazione. E' il SINDACO che risponde. La prende alla larga, dice di aver sentito anche gli altri comuni interessati, che l' Ufficio è una voce importante, ma... c'è sempre questo ma, abbiamo un costo a cui far fronte, che ci comporterà di dover sacrificare altri servizi. Sardella nel replicare, fa notare che sarà importante allora conoscere, quelli che saranno i servizi che saranno sacrificati.

Ma come si sa, il bilancio non è stato compilato, discusso e di conseguenza si naviga, come si suol dire, a braccio o a vista.

RIMINIcon il suo intervento, fa presente, che da aprile, a scuola, non più merende. Chiede allora al Sindaco se si tratta di  una scelta logica. Non si dica che questa è una scelta dovuta ai tagli. Dice che è umiliante parlare di questo in un Consiglio Comunale. Si sta creando un problema sociale. Chiede quindi una risposta a carattere locale e non  Nazionale. A risponde è SCHIAVONI perché dice che è sua, anche se dolorosa, la decisione. Non si tratta infatti di un servizio essenziale, ma si è reso necessario per non andare a toccare nient'altro di più importante. La Commissione Mense era informata e questa da tener presente è composta sia dalla maggioranza, che dalla minoranza, dai genitori stessi e dagli insegnanti. Fa presente come si è in un momento di massima difficoltà eppure abbiamo mantenuto una mensa qualificata e non abbiamo toccato questa qualità, ma qualche cosa si doveva pur toccare. Non intende dare quindi una risposta politica, ma molto pratica e tecnica. La merenda del resto era una scelta amministrativa che si era introdotta tempo fa e che oggi purtroppo, per le ristrettezze economiche, è diventa difficile da poterla mantenere. Del resto si sta ridimensionando molto e non soltanto nella scuola, nella cultura. Si cerca di tutelare il grosso dei servizi indispensabili con l'obiettivo principale di non aumentarne le tariffe, che ricadrebbero su tutti, magari, come in questo caso, tagliando quelli "meno primari". Rimini replica con il dire che non si ritiene per nulla soddisfatto e per nulla esaurito nella richiesta, perchéè pochi centesimi per un biscotto, uno yogurt o una fetta biscottata diviene una scelta politica non certo di natura tecnica. E l' Amministrativa comunale deve assumersene le responsabilità e purtroppo non se le sta assumendo. Questa, a detta di Rimini, è la grave responsabilità, perché le scelte vanno fatte con coerenza.

REBECCHINI rivolge la sua interpellanza a Ceresoni (e te pareva che i capponi di Renzo anche questa volta non si beccassero!) sul Piano riqualificazione delle ex colonie Enel.  Si prevedeva che la strada sul lungomare doveva essere interrotta e fatta passare dietro le colonie. Si decise di scaglionare il progetto e  l'interruzione doveva avvenire in una quarta fase, quando anche le colonie Milani avessero avutoanch'esse la loro riqualificazione. Chiede allora se si potesse creare almeno una pista ciclabile in modo tale da mantenere almeno una certa continuità, pur facendo passare la strada sul retro. CERESONI fa presente che  Rebecchini può star pure tranquillo (e precisa che è già a verbale) che nelle prossime estati potrà andare in macchina con il finestrino tirato giù e magari con il braccio fuori, perché si garantisce che il tracciato stradale rimarrà come lo vede attualmente. Rebecchini replica che evidentemente Ceresoni non ricorda bene che in commissione ha detto che per ora rimane così  però per la quarta fase non viene cancellata. La fase d quindi non è stata cancellata perché non la si è voluta cancellare. Se poi oggi non si parla più di spostamento perché non ci sono i soldi, allora è un'altra cosa...ma questo si era detto.

PARADISI con la sua interrogazione tira anch'egli in ballo Ceresoni a proposito della lottizzazione d'ufficio che ultimamente è stata assunta nel comparto Cesanella con sentenza del TAR (ricorso vinto da due cittadini) in cui si chiedeva l'annullamento di alcune delibere (44 del 2004). Il TAR con una sentenza annulla la delibera e tutti gli atti conseguenti, accoglie il ricorso ed ordina che la sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Sentenza notificata il 4 Marzo scorso. Viene inviata una diffida all'Amministrazione comunale, a questa mattina (il giorno quindi del Consiglio Comunale il 13 marzo NdR.) era aperto e questa mattina, sempre secondo Paradisi, si continuava a lavorare. Quindi, sempre secondo il Consigliere, un illecito. Chiede quindi il perché, per quale motivo non sono stati fermati immediatamente i lavori, per quale motivo non si è ritirato il permesso a costruire, per quale motivo non è intervenuta la Polizia Municipale per far bloccare i lavori in cantiere, per quale motivo l'Amministrazione sta in silenzio?  Ed a chiusura del suo intervento arriva a chiedere che immediatamente il Sindaco esca dall'Aula ed inviti alla Polizia Municipale immediatamente affinché provveda a far bloccare i lavori in cantiere e dulcis in fundo che qualora la Giunta decidesse di far ricorso al Consiglio di Stato, gli assessori si dichiareranno favorevoli al ricorso si dovranno assumere la disponibilità, in caso di sconfitta, a pagare di persona le spese di primo e secondo grado sostenute. CERESONI dice subito che  non mi sottrarrà alle due richieste formulate da Paradisi. Ricordando al Consigliere che già ci sono leggi che regolano il dolo e colpa grave da parte del personale delle Amministrazioni ed uffici pubblici. Le spiegazioni tecniche sono articolate e lunghe. Parla di scenari complessi e fa presente come si stia verificando gli effetti di questa sentenza che non è chiara e solo dopo questa valutazione si prenderanno le decisioni di blocco o meno dei lavori. In fase di replica Paradisi fa notare come le parole dell'Assessore siano di una gravità inaudita tanto che arriva a chiedere il verbale scritto di questa risposta perché crede che si dovrà agire in sede giudiziaria. Dice infatti che oggi si ha una Giunta che per bocca dell'Assessore Ceresoni dice che la sentenza non verrà eseguita. Quindi per lui, una gravità inaudita una sfida ad una sentenza della Magistratura, è un attacco alla sentenza dello Strato, una sfida alla Magistratura Amministrativa anconetana. Il Tar ha detto che vanno bloccati tutti gli atti conseguenti e non si dica che la sentenza non è chiara. Si legga bene gli atti. Il problema è che non si ha rispetto delle disposizioni della Magistratura.

MANCINI intende far presente a Campanile, che però è assente giustificato per ragioni di lavoro, che la centralina per la rilevazione del controllo dell'aria è ancora "piatta", continua a non funzionare e che quindi a Senigallia non c'è nessun controllo dell'aria, allora intende passare l' informazione al  il Sindaco che invece è presente. La vera interpellanza invece è posta per conoscere meglio il controllo che viene esercitato alle innumerevoli sale da gioco aperte e che si aprono nel nostro comune. Alcune sale da gioco, da quello che risulta, sono frequentate da minorenni, cosa questa non ammessa dalla legge. Alcune, sempre per Mancini, non sono ubicate neppure troppo distanti dal Campus Scolastico. Nella precedente discussione e sul successivo regolamento si erano presi degli impegni sulla vigilanza, prevenzione degli abusi e delle patologie proprie dovute e connesse ad un uso smodato di queste macchinette. Pronti quindi ad operare precisi controlli . La domanda allora che pone è questa: sono state prese queste iniziative di prevenzione, che cosa intende fare questa l'amministrazione, quali provvedimenti intende assumere? CURZI fa notare come Mancini pone una questione che è stata completamente stravolta da quando inizialmente se ne era parlato. La delusione, il rammarico sono dovute perché il nostro regolamento è inutile, perché su tutte le sale "Slot" site nell'area comunale, il Comune non può intervenire, perché sono autorizzate solo dalle Questure e quindi sotto  competenza di questa. Da qui a dire che il censimento è cosa inutile può risultare spiacevole dirsi, ma reale: infatti il numero cresce in continuazione senza la possibilità di un controllo aggiornato sul loro numero effettivo . Sulla vigilanza, Mancini ha ragione, perché sappiamo che ci sono questi minorenni e quindi sarà opportuno incentivare maggiori controlli. Magari inteloquendo con la Questura alfine di avere quanto meno la conoscenza del numero e dove vengono aperte queste nuove sale gioco. Mancini in fase di replica fa presente come il manifestarsi dell'impegno Amministrazione sul problema, la risposta testimoni un po' un basso profilo rispetto ai problemi della città come è vero che gran parte di questi locali rispondono al questore, ma che cosa si aspetta ad intavolare un discorso negli incontri periodici che l'Amministrazione ha con i tutori dell'Ordine Pubblico, Questore, Prefetto. Di questo se ne parla o non se ne parla? Se l'amministrazione è attenta alla qualità urbana, deve porre verso dette autorità responsabili, questi problemi che devono essere affrontati e risolti senza nascondersi dietro il problema delle competenze. Se queste sono di altri si va ad interloquire con queste altre autorità e fare in modo che intervengano.

RAMAZZOTTI a chiusura del tempo riservato alle interrogazioni ed interpellanze rivolge la sua domanda a per Memè per esporre una sua idea di nuova viabilità del lungomare nei mesi estivi. Porre il senso unico anche in quel tratto di lungomare attualmente in doppio senso che porta fino a Marzocca. Questo perché con i parcheggi creati ai lati della carreggiata si crea un grande pericolo per pedoni e biciclette. Chiede di valutare, quindi, il senso unico, magari sperimentandolo per un breve lasso di tempo, esempio un mese. MEME' fa presente come il tratto di riferimento ha diversi sotto passi a cui hanno accesso anche i mezzi di soccorso per intervenire con rapidità e sicurezza, cosa che crea non pochi problemi. Anche lo sperimentare significherebbe rimodulare anche tutta la segnaletica orizzontale e verticale cosa che comporterebbe dei costi. Ed oggi parlare di costi non è possibile o quanto meno evitabile il più possibile. 

REBECCHINI a questo punto informa in modo ufficiale il Consiglio Comunale che non appartiene più a Rifondazione Comunista, non avendo rinnovato la tessera. Entrerà nel Gruppo Consiliare misto, non si assoccierà ad altri partiti, ma continuerà a fare opposizione, come fin qui fatto. 

CERESONI consegna di persona e per iscritto, al Segretario Comunale, le risposte che avrebbe fornito a Paradisi, qualora fosse stato presente (nel frattempo era uscito) affinché vengano messe agli atti .

Solita votazione dei verbali delle sedute precedenti

Solita richiesta da parte della Ramazzotti per una breve interruzione, per una mini riunione dei gruppi di maggioranza prima di affrontare la discussione del punto 3

Si riprende quindi con la relazione del SINDACO circa  il regolamento comunale per l’istituzione del registro delle unioni civili. Diversi gli interventi pro e contro : iniziano così la BUCARI a cui fa seguito PERINI poi RIMINI ed ancora il Consigliere Straniero MD ABDUR KAIUM, che bene avrebbe fatto, come in due anni in cui ha scarsamente partecipato alle sedute dei consigli comunali, a continuare a starsene zitto e regalarci solo il suo sorriso contagioso. Comprendo bene la difficoltà che può trovare nell'uso della nostra lingua (unica striminzita scusante), ma a quanto pare ha iniziato con l'imparare i termini meno adatti ed eleganti. Mi è sembrato più che un intervento farina del suo sacco, una battuta frutto di un' imbeccatura esterna di natura ironica. Spero solo che qualcuno, a lui vicino gli abbia spiegato, poi a posteriori che quel suo " questo OdG mi fa proprio schifo" a lui sarà anche risultata una battuta simpatica, ma non alla totalità dei presenti in aula e dei cittadini. Ultimo intervento quello di GIROLAMETTI, almeno per radio, perchè poi l'elezione di Papa Francesco ha preso il suo posto interrompendo il collegamento con l'Aula Consiliare.  Ma credo che oramai il più era stato detto e fatto.

di Franco Giannini

lunedì 4 marzo 2013

Domenica 3 Marzo parte a Senigallia il 3° Memorial di Volley “Daniele De Duonni”

Volley, moto, famiglia, Arma...le sue passioni
A questo punto da considerarsi in città come la "classica" annuale degli amatori del "sottorete" ! 

Riportata nelle giuste dimensioni, non montiamoci la testa, è un po’ come la Milano-Sanremo del volley, il primo saluto alla primavera in arrivo, o meglio ancora un modo amichevole per ritrovarsi tutti riuniti, per il terzo anno consecutivo, a ricordare con parenti ed amici il volto sorridente ed indelebile di Daniele.

Un volto che è sempre e continuerà a restare in mezzo a tutti noi.
Ho scritto “in mezzo a tutti noi” perchè chi scrive, due anni fa, venne coinvolto dal “deus ex machina” di tutta questa organizzazione, Francesco Bramucci, affinchè stendessi un  semplice comunicato stampa onde propagandare la manifestazione che nasceva allora. Poi c’è stata una seconda volta ed ora siamo per il terzo anno qua a riparlare di questo avvenimento.
Francesco anche questa volta mi ha chiamato per il solito scopo: quello di pubblicizzare l’avvenimento. Ma devo confessare con la massima sincerità, mai avrei potuto pensare che potesse accadere, che anche per me non si trattasse più di stendere un semplice comunicato stampa.
Mi sono invece trovato moralmente coinvolto a ricordare attraverso queste righe un volto che seppur non ho avuto il piacere di conoscere, ho imparato, attraverso questo Memorial, ad apprezzare e comprendere di che pasta d’uomo fosse Daniele. Sarà che ho conosciuto la sorella, la sig.ra Roberta con le sue figliolette, ho veduto i suoi cari genitori, ho compreso il perchè dell’affetto dei suoi amici che ogni anno crescono di numero e senza nulla fare così, mi sono ritrovato a far parte di questo gruppo di amici sportivi, io unico sedentario… e per di più a riposo! Tutti amalgamati da questo ingranaggio fatto di sensazioni, come la passione per questa disciplina nonchè l’immenso affetto e vicinanza sia nei riguardi di Daniele che per tutta la sua famiglia.
Il torneo si svolgerà anche quest’anno con la solita formula molto amatoriale, costruita su misura per far divertire tutti, grandi e meno, uomini e donne, atleti e … qualcuno in odore di scarpette al chiodo per sopraggiunte kilocalorie in eccesso. Quello che non sarà mai in eccesso è la voglia di partecipazione, di allegria, il tutto mascherato da una vera volontà di apparire, nel dilettantismo di queste giornate, più professionali di quanto uno non pensi. Come? Semplicemente mettendoci impegno e sudore.
Campanile e la famiglia De Duonni
Si parte il 3 Marzo alle ore 15 e terminerà con la finalissima alle ore 17 del 28 di Aprile: in entrambe le occasioni sarà presente l’Assessore allo Sport del Comune di Senigallia Gennaro Campanile, per aprire ufficialmente la manifestazione e per premiare i vincitori finali. Due le palestre in cui si disputeranno gli incontri : Marchetti e Corinaldesi. Alla Marchetti una sola partita alle 15. Alla Corinaldesi sempre due incontri di cui il primo alle 15 ed il secondo alle 17.
Su Facebook è possibile trovare il calendario dell’intero Memorial, con orari, palestre, semifinali e finali. E’ stato creato un sito eventi su FB 3°Memorial di volley “Daniele De Duonni in cui il Vostro “parteciperò” risulterà indubbiamente gradito. Le squadre partecipanti saranno 7 cosa che ad ogni giornata, una sarà obbligata al riposo. Queste le compagini sportive partecipanti : Amici di Daniele, Amici del volley, Cantina verde Carmine, Serra de’ Conti, Comunque contro, Terzo tempo, Beach bar.
Ritengo sia inutile dirlo… ma lo faccio ugualmente a scanso di equivoci e qualche presenza in meno: INGRESSO LIBERO e se non avete nulla di meglio da fare, intervenite numerosi. Il Divertimento è assicurato o il biglietto sarà rimborsato.

Franco Giannini
Pubblicato Sabato 2 marzo, 2013 su Senigallia Notizie.it