mercoledì 3 febbraio 2016
L' ISTAT che con quella sua telefonata ti esaspera ancor più la vita...
venerdì 5 luglio 2013
Turismo, arte, cibo, cultura. Ecco le nostre miniere di diamanti!
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I bronzi dorati di Cartoceto |
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bronzi di Riace in sala vuota |
Le immagini valgono sempre più delle parole. I politici che si potranno vedere dal filmato, hanno ancora il coraggio di farsi intervistare, parlare e sfoggiare senza ritegno il loro "Io...".
Un biglietto d'ingresso al museo delle cere di Londra, si paga dalle 35/40£st. Considerando che un museo delle cere si può sempre copiare, di Colosseo, come di mamma, ce n'è uno solo. Da noi l'ingresso al Colosseo solo 13€, non solo, ma degli 88 centri museali e archeologici laziali (ma in maggior parte romani de Roma!) , ben 44 sono con entrata agratis, ed ancora... tanti sono lasciati in abbandono, non aperti al pubblico, o al massimo affidati a restauratori, studiosi, studenti che lavorono trascinati da un lato dalla immensa passione e dall'altro affossati da sfiducia e da scoramento nelle istituzioni. Insomma, giusto per sdrammatizzare, rovine (de lusso) in rovina!!
Non c'è zolla d'Italia che non nasconda reperti archeologici. Del resto l'Italia è la patria del 70% (o almeno qualcuno afferma che questa sia la percentuale attendibile) delle "opere d'arte e patrimoni mondiali" da tutelare. Ogni città ha il suo "tesoretto" la cui sola punta, come gli iceberg emergono e sono disponibili, curati (e non sempre!) per essere ammirati, studiati. Tutto il resto giace in cantina tra umidità (quando non sono proprio nell'acqua), muffa, ragnatele, in attesa di essere catalogato (a volte non esiste neppure una catalogazione!) e restaurato. Quando? Boh... con i politici che abbiamo, credo mai. Ed è questa fonte di ricchezza!! Ma se non si comprende che la cultura è lavoro, che il turismo è lavoro, che l'arte è lavoro e che tutto è fonte di ricchezza, oserei dire a costo zero, da raccogliere naturalmente quasi come le banane o i datteri che crescono naturalmente nel loro habitat, credo, ed ogni giorno di più, che continuare a parlare di processi, di IMU, di F35, di Tasse, sia solo un modo per incancrenire un male che non si vuol estirpare, e , ripeto credo, non certo perchè non lo si sa estirpare, sarebbe sottovalutare un po' troppo certe intelligenze sopite, ma non fino a questo punto: la disoccupazione.
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f35 |
Qualcuno a suo tempo, in modo incosciente, invitò a non pagare le tasse. Altrettanto faccio io qui, non sul problema tasse, ma sul problema cultura e lavoro. Mi sarà facile poi dire, quando qualcuno mi riprenderà, che l'ho suggerito per "smuovere le acque".
Ecco allora il suggerimento ! Tombaroli d'Italia, se trovate qualche reperto di valore, vendetevelo, sicuramente voi ci guadagnerete e sicuramente andrà a finire sulle mani di chi sa apprezzare il bello di questi cimeli. Intanto il nostro stato, non saprebbe che farsene, non ha soldi per restaurarlo e finirebbe in cantina in una di quelle casse, contrassegnate anonimamente con un numero, fattosi anch'esso scolorito. Lo stesso dicasi a chi, esperto subacqueo, avrà la fortuna di rinvenire tra la sabbia dei fondali dei nostri oltre 3 mila Km. di costa, anfore di ogni foggia. Sempre meglio che giacciano in bella mostra in qualche villa patrizia o nel bagno di qualche critico d'arte, che nel dimenticatoio come i quadri della pinacoteca di Brera.
E se poi pensiamo che il nostro governo, non riesce più a difendere neppure i nostri prodotti alimentari, come che so, i formaggi, il latte di bufala, il pomodoro, il grano, la pasta, il vino, l'olio, come volete che riesca a comprendere l'importanza dell'arte e della cultura, che qualcuno, un laureato definì, neppure troppo tempo fa, come qualche cosa che non ci offre da mangiare? Oggi si invitano i nostri giovani a trovarsi lavoro fuori, all'estero, viviamo nella globalizzazione, si dice, quindi che non facciano i mammoni o gli "choosy" (lo hanno affermato altre "scienziate" del bon ton e dalla verità in tasca!), quando io credo, che invece, il lavoro sotto casa lo avrebbero anche, non certo in una catena di produzione industriale, ma forse, è una esasperazione quella che uso ovviamente, a staccare biglietti d'ingresso ai turisti stranieri nei musei, ed il tutto a pagamento (anche in Grecia hanno soppresso il nome di Teladogratis !). Oppure come ciceroni nelle visite guidate, come gestori di ristoranti, alberghi, come restauratori, come imprenditori agricoli delle nostre ghiottonerie doc o anche, ohhh !!! se servirebbero e serviranno, come controllori intransigenti in porti, areoporti e frontiere, affinchè i paesi d'oriente, o quelli emergenti in generale, non vengano ad "imbastardire" contraffacendo le nostre merci, con la loro "immondizia commerciale".

Questo il commento pervenuto attraverso una mail alla redazione di SenigalliaNotizie.it da parte del Sig. Ritaldo Abbondanzieri, Presidente dell'Associazione Culturale PERGOLA NOSTRA ed alla mia successiva replica.
"Egregio Direttore,
mi scusi se faccio sapere attraverso Lei , credo al signor Franco Giannini,
così è scritto alla fine dell'articolo, ma non vorrei confondermi con un
commentatore,la mia opinione sull'articolo, per molta parte condivisibilissimo.
Procediamo con ordine.
1°) devo ringraziarlo per aver pubblicato l'immagine dell'unico gruppo in
Bronzo dorato di epoca romana esistente al mondo ovvero i BRONZI DORATI DI
CARTOCETO DI PERGOLA , conservati nel museo dei Bronzi dorati e della Città di
Pergola
. A Pergola e non a Cartoceto Comune confinante con Fano che non centra nulla
con i Bronzi . Quindi attenzione quando si scrivono le cose devono essere
scientificamente non contestabili altrimenti si fanno delle brutte figure !
2°) IL MUSEO DEI BRONZI DORATI E DELLA Città DI PERGOLA che conserva come ho
detto ll'unico gruppo bronzeo dorato di origine romana al mondo, nonostante
che sia pubblicizzato con il solo contributo del Comune di Pergola e
completamente dimenticato dalla Regione e dagli organi di informazione, (
esempio la disinformazione dell'estensore dell'articolo e debbo dire anche, non
me ne volete , della vostra redazione ). ha avuto nel corso degli anni una
media costante di ca 8.500 visitatori annui.
Certamente troppo pochi per il valore del Gruppo bronzeo e per le altre opere
veramente uniche conservate ottimamente nel Museo e per lo sforzo che sostiene
la Città di Pergola. Peraltro vorrei chiederVi se conoscete un Albergo o un
operatore turistico che oltre a pubblicizzare il proprio esercizio metta tra i
luoghi visitabili e consigliati il MUSEO DEI BRONZI DORATI E DELLA CITTA' DI
PERGOLA ?
3°) Non ritenete Voi che l'unione faccia la forza e che gli operatori della
costa pesarese e anconetana debbano suggerire percorsi volti a pubblicizzare
l'entroterra e la montagna che danno acqua e pane per mangiare tutti i giorni
?!? Qualche anno fa nel mese di agosto tre volte a settimana partiva un pulman
da Pesaro passando per Fano Marotta e Senigallia portava gratuitamente i
signori bagnanti a Pergola a visitare il Museo. era quasi sempre con pochissime
persone. Nessun albergatore consigliava la visita . Mi sia consentita
un'affermazione un poco semplicistica : la costa vuole, ma non da nulla !
4°) Lo sforzo che fa l'articolista per accostare i Bronzi di Riace ( origine
greca ) con il Gruppo Bronzeo dorato di Cartoceto di Pergola ( origine romana)
e' commovente. Egli fa riferimento al servizio della 7. Quelli hanno il museo
in restauro e sono esposti coricati nella sede della Regione Calabria, i
nostri ben in vista ben conservati in un ambiente ottimale unico forse nel suo
genere in Europa !
5°) Ha ragione quando dice che con la cultura si mangia ! Un dato reso noto
dalla Confcommercio dice che ogni Euro investito in cultura fa rientrare
trentadue Euro in termini economici. L'Italia detiene oltre il 70% dei beni
artistici e culturali del mondo senza parlare dell'ambiente e del paesaggio
veramente unico al mondo. Basterebbe fare squadra e crederci !
6°) Le nostre specialità alimentari sono copiate e clonate in tutte le parti .
L'italia ha più DOC, DOCG, IGT e prodotti tipici unici garantiti di ogni altro
paese al mondo.I prodotti alimentari venduti in Italia sono i più controllati
al mondo! I disciplinari di produzione i più severi !
7°) Il suggerimento ai tombaroli si commenta da se ! Piuttosto invece
andrebbe fatta un'azione verso i tesori conservati nei depositi dei Musei :
Restituiteli alle comunità locali che possano rimettere i quadri al loro posto
oppure esporli nei musei locali !
8°) Sono stato a Monaco di Baviera , ho cenato nella piazza centrale in un
tipico locale Bavarese , il piatto unico che ci è stato servito ed un quarto di
birra , 13 (tredici ) Euro. Qui da noi nemmeno una pizza. Non sarebbe da fare
qualche riflessione !?!?
9°) I consumatori si chiedono mai di che origine è l'oggetto del loro
acquisto? I commercianti, al di fuori della frutta, espongono mai l'origine del
prodotto che vendono ?
10°) I giovani sono le vittime della nostra generazione. Abbiamo voluto e
dissipato risorse senza badare a niente.
L'Italia è il paese della fantasia, del gusto, del sapere, del far bene e
della moda. L'artigiano è l'espressione di tutto questo. Solo se ci sarà una
ripresa delle botteghe ARTIGIANE che producono pezzi unici irripetibili per i
nostri figli ci sarà un futuro, diversamente saremo i coloni dei paesi
emergenti che ci stanno surclassando ed umiliando.
Scusi per la lungaggine. Grazie per l'attenzione.
Cordialmente
Ritaldo Abbondanzieri
Presidente dell'Associazione Culturale
PERGOLA NOSTRA "
perchè è giusto che se imprecisazioni ci sono state, esse vengano chiarite.
"Gent.mo Sig. Abbondanzieri,
innanzi tutto un grazie, per aver avuto la pazienza di giungere fino alla fine del mio scritto e delle scuse per le mie imprecisazioni, dovute certamente prima alla mia ignoranza, secondo perchè, con vegogna, ammetto di non essere mai venuto a Pergola ed ancor più di non aver preso visione dei vostri "gioielli" di famiglia, qui motivo di discussione.
Non faccio come i politici che scappano non ammettendo le loro colpe. Mi sono scusato subito delle imprecisazioni in cui sono caduto , ma mi sembra anche giusto, detto questo spiegarne anche le ragioni che mi hanno spinto a cadere nella fossa di questi errori.
Punto primo. Ho preso lo spunto dei Bronzi (sia di Pergola che di Riace, solo per motivo di introduzione del resto del contenuto)
Punto secondo. Ho fatto una ricerca e sono caduto su una frase trovata su Wikipedia che riporto e che mi ha tratto in inganno :"Alcuni centinaia di frammenti di bronzo dorato, del peso 9 quintali, vennero scoperti casualmente nel sottosuolo il 26 giugno 1946 in località Santa Lucia di Calamello, da due contadini che stavano scavando nel proprio campo situato nella parrocchia di Cartoceto, all'interno del comune di Pergola (PU)..." Io, come ammesso non sono mai venuto in loco, per cui per brevità, ho indicato successivamente con Cartoceto.
Punto tre: Lei mi parla di 8500 visitatori, dato che, se lo riporta lei in qualità di Presidente dell'Ass.Pergola Nostra, non mi permetterei mai e poi mai, di contestare, ma anche qui i dati di cui ho riferito, non me li sono inventati, mi creda, ma anche questi li ho presi su internet (http://www3.istat.it/dati/catalogo/20121218_00/PDF/Cap8.pdf) e sono, come potrà vedere generalizzati alle varie regioni. Ed io parlavo in modo generalizzato di arte, non facendo uno particolarizzato nè ai bronzi di Pergola nè a quelli di Riace. Quello che volevo far comprendere a chi leggeva, era che con la Cultura si potrebbe mangiare, ed anche bene.
Ed allora, sa che le dico Sig. Abbondanzieri, che quello che più mi dispiace, oltre alle imprecisazioni che ora entrambi abbiamo chiarito, è che non sono evidentemente riuscito a "sbattere in faccia" al lettore il mio messaggio, non certo circoscritto al giardino di casa mia, ma all'intera nazione. E quello che ancor più mi da da pensare, è che se non l'ha recepito lei (o almeno l'ha fatto in minima parte), figuriamocii politici addetti ai lavori, sempre molto volutamente distratti.
Mi parla poi di unione che fa la forza... ma ha sfondato una porta spalancata, quando ho detto di creare qualche cosa di unito per poi farlo girare in mostre itineranti. Mi fa una lezione sulle origini dei Bronzi di Pergola e quelli di Riace, che apprezzo e per questa ringrazio, ma che nulla a che vedere sul nocciolo della questione che volevo trattare.
Per tutti gli altri punti, che dirle? Concordo con lei!
Comunque a conclusione, onde evitare malintesi nei confronti di chi qui mi ha ospitato, voglio precisare che io sono solamente un collaboratore di SenigalliaNotizie.it e non sono un giornalista, Cosa che ha potuto ben vedere, solo un semplice (anche se sprovveduto) appassionato dilettante, molto dilettante.
Un cordialissimo saluto
Franco Giannini "
Cordialmente
lunedì 18 giugno 2012
La Fondazione e l’intento saranno pure nobili, il metodo però lascia a desiderare!
Solo a titolo di servizio Pubblico e di informazione! Qualche mattina fa ho fatto una ricarica telefonica di 20€. Dopo pochissimi istanti ho ricevuto con un trillo, un SMS che mi confermava che ciò era stato fatto.
Leggendo però l’SMS ho avuto questa sorpresa documentata dalle foto allegate ed il cui contenuto, per maggior chiarezza riporto: “Hai ricaricato 19E, donato 1E per la cura dei bambini. Fondazione Vodafone dona con te. Per rimborso invia SMS gratis al 47210 con NO DONO entro 24h“.

Neppure due secondi ed ecco un nuovo messaggio: “Ti informiamo che la tua richiesta è stata presa in carico e sarà gestita entro 48 ore. Riceverai un sms di conferma del rimborso una volta effettuato“.

Qualche ben pensante immagino ora dirà: “E tutto sto casino per 1 €? Tanto più devoluto per un’opera buona!!“.
Potrò risultare spregevole, senza cuore, diffidente, un orco a cui non piacciono i bambini, ma in realtà sono tutt’altro. Solo che mi piace, soprattutto di questi tempi, fare il San Tommaso e ballare quel Tuca-Tuca della mia giovinezza, onde evitare, almeno un’occasione su mille, di passare da fesso.

Ma poi, c’è da chiedersi, anche in quanti vanno a far caso che pago 20 e prendo 19. I più non leggono l’SMS con l’importo caricato, perchè ormai è prassi che l’importante è ricevere lo squillo di conferma.
Allora, non certo per sfiducia, ma per una maggior limpidezza, non sarebbe giusto mettere un bell’avviso, scritto con caratteri grandi nelle vetrine degli addetti alle ricariche, di quanto il Gestore di Telefonia vorrebbe prelevare (e qui si dovrebbe non solo usare, ma anche attuare il condizionale), lo scopo, ed il beneficiante?
Ed all'ultimo momento ecco una notizia interessante ed ancor più allarmante, basta cliccare QUI e leggere attentamente, per aumentare, quanto meno, se ancora ce ne fosse bisogno, qualche ulteriore dubbio...

mercoledì 7 dicembre 2011
A Senigallia presentato il primo rapporto del Parlamento Italiano su Rom e Sinti

di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it
San Rocco desolatamente semi-deserto per "Un Popolo di bambini", l'incontro del PD contro i pregiudizi
Del resto, come ha poi avuto modo di rimarcare la Sen. Silvana Amati, era da immaginarselo che gli spettatori non sarebbero stati numerosi, perché un argomento come quello toccato, già ispiratore di innumerevoli pregiudizi, non poteva di certo essere di gran richiamo. Devo dire, invece, che gli assenti, come sempre, hanno avuto ancora una volta torto e si sono perduti degli interventi utili, se non altro, atti a far riflettere, documentarsi e non cadere domani negli stessi sciocchi pregiudizi.
All’incontro doveva partecipare anche il Sen. Pietro Marcenaro, Presidente Commissione Diritti Umani del Senato ed un po’ padre di questo rapporto, invece assente, purtroppo, per motivi di salute e sostituito all’ultimo momento dalla Sen. Silvana Amati.
Altri partecipanti all’incontro: Francesco Mele del PD di Torino, che ha contribuito alla realizzazione di questo documentario qui visionabile con un semplice click ”Mandiamoli a casa#2. I luoghi comuni: i Rom”; Elisabetta Allegrezza, Segretaria PD Senigallia; Stefania Pagani, Responsabile Forum Sanità e Sociale PD Senigallia.
Partendo dalla fine dell’incontro, la cosa più incoraggiante che a mio dire ne è uscita fuori, è stato l’interesse mostrato negli interventi del “pubblico”. Virgoletto perché le venti presenze che lo formavano erano costituite da “addetti ai lavori” o personaggi politici locali. Però coloro che hanno preso la parola, alla fine dell’incontro, e qui sta la positività, sono state delle insegnanti, che hanno portato le loro esperienze di lavoro maturate, nelle proprie classi, con questi bambini. Anche perché ritengo che è proprio dalla scuola, dalla ingenuità dei bambini, che si possa partire con una vera campagna di integrazione, in maniera involontaria, “indolore”, sotto il coordinamento di insegnanti sensibili verso questi problemi.
Questi telegraficamente gli interventi prima della proiezione del Documentario.
Ad assumersi il compito di presentare i partecipanti e di fare gli onori di casa, la Dott.ssa Elisabetta Allegrezza.
Per Stefania Pagani, il pregiudizio è solo frutto dell’ignoranza. Per molti di noi, Rom è sinonimo di zingaro, di nomade, di sporco, di reati. Non di rado si sente dire, per intimorire i nostri bambini, la frase: ”Ti portano via i zingari”. Ma pochi coloro, invece, che sono informati che la maggior parte dei Rom, di questa etnia, sono italiani in quanto migrati in Italia fin dal 1400. Sono erroneamente definiti genericamente nomadi anche se la maggior parte di loro, oggi, non lo è più. Sono chiamati genericamente Rom (ma non tutti lo sono), Sinti( ed è il nome di una delle etnie), oppure in modo totalmente erroneo anche Rumeni o Slavi a causa della cittadinanza di molti di loro.
In realtà non c’è alcuna connessione - neppure etimologica - tra il nome "rom" e il nome dello stato di Romania, il popolo di lingua neolatina dei rumeni o la lingua rumena, né teoricamente con le popolazioni slave, in quanto i rom e i sinti sarebbero etnicamente di origine indiana.
La Sen. Silvana Amati, ci ricorda invece come i Rom siano in Italia, solo uno sparuto numero di 140/170 mila unità e come essi siano definiti “Un Popolo di Bambini”. Non certo per via del numero dei figli che hanno, ma perché la loro speranza di vita è molto bassa. E ci fornisce dei freddi, ma illuminanti dati: il 60% di essi hanno meno di 18 anni, il 30% sono quelli che vanno dai 0 ai 5, il 6% raggiungono i 50/60 e solo il 3% riescono a superare i 60 anni. La vita media è sui 45 anni. Frutto, logicamente delle loro condizioni di vita. Un’etnia che si tira un po’ da una parte, cercando di “nascondersi” sapendosi visti con un occhio diffidente da noi “civili” come essi ci chiamano, facendo risultare difficile la raccolta di dati statistici. Nell’Olocausto i Rom hanno subito uno sterminio ed è anche per questo, che un partito come il PD che si occupa di Diritti Umani non poteva dimenticarsi di questa etnia. Le Emergenze legate ad essi sono tante, come quella abitativa, quella legata alla sicurezza, al lavoro ed alla scuola e proprio per questo bisogna cercare di ridurle.
Per Francesco Mele, uno dei realizzatori anche del documentario "Mandiamoli a casa #1", (entrambi con il n°2, girati nel quartiere di San Salvario di Torino) da questi documentari emergono tanti luoghi comuni: i Rom, popolo delle discariche, ruba i bambini, il popolo dei "campi" (autorizzati e non che essi siano), vivono di furti e così dicendo!
I Rom invece non sono nomadi (di loro solo il 3% lo sono) e se si spostano lo fanno per i nostri stessi motivi: per affetti, per lavoro (giostrai). Oltre tutto è un popolo con la cittadinanza italiana. Nessuno nega l’esistenza poi che esistano dei problemi come quello dei piccoli furti, ma non dobbiamo farne di un’erba un fascio. La maggior parte di loro lavorano come giostrai, raccolgono il ferro, si adattano a lavori occasionali. Del resto poi le interviste nel documentario sono abbastanza esplicative.La Sig.ra Elisabetta, di cui mi spiace, ma mi è sfuggito il cognome, ci ha relazionato, da persona che si occupa direttamente in prima persona di queste problematiche, delle difficoltà che ha incontrato nell’ambito territoriale di Falconara. Le sue esperienze sui Rom le fanno dire che hanno terrore del "Condominio" per la loro necessità di vivere la vita di "Famiglia", intesa nel senso più ampio di più famiglie. Infatti sono soliti posizionare le loro Roulotte (intese come abitazione fissa e non per girare) con un determinato modo (una adibita a cucina, una a camera da letto... una vicina all’altra, tutte ben tenute e precise come del resto ha potuto constatare di persona avendoci vissuto direttamente appunto per poterli conoscere da vicino). Non sono sporchi, perché l’interno delle loro roulotte o delle loro baracche, sono precise e ben tenute. Si deve tener conto che sono sempre baracche, che non hanno acqua corrente.
Ma hanno un senso dell’accoglienza molto sviluppato.
E ricorda così dicendo, quando ha abitato per un periodo con loro ed al mattino gli portavano il cornetto con il caffè. Però sottolinea anche come quando un loro ragazzo che voleva fare il meccanico, malgrado l’intervento economico della Regione che supportava il suo inserimento in un’attività lavorativa, veniva rifiutato dal datore di lavoro non appena veniva a sapere che era di etnia Rom. Ecco che allora questo li induce a nascondere la loro etnia, ad isolarsi. Anche se è vero però che alcuni di loro si stanno invece adeguando al nostro modo di vita. Alcuni sono andati ad abitare in case di muratura, le donne hanno smesso le lunghe gonne ed ora indossano i pantaloni, i figli vanno a scuola, li seguono da vicino ritenendo che sia il modo giusto per integrarsi.
Anche la Sig.ra Simonetta Bucari, qui semplicemente in veste di insegnante e non di Consigliere, porta una sua significante esperienza maturata in una ventennale esperienza di insegnamento. Aveva da prima avuto contatti con bambini Rom figli di giostrai, che per l’attività lavorativa dei genitori, rimanevano nelle classi per brevi periodi di due o tre mesi e poi se ne andavano. Difficili quindi da poter analizzare e instaurare con loro, un rapporto educativo di lungo periodo. Fino al giorno in cui un ragazzino Rom, non nomade, è entrato a far parte della sua classe e con il quale è riuscita nel tempo, a stabilire un rapporto molto bello, di grande empatia, successivamente allargato anche alla famiglia del ragazzino a cui ha fornito anche una abitazione in una sua casa di campagna. Successivamente poi, con l’aiuto della Caritas, si è riusciti ad inserire in un condominio, altri due nuclei familiari con 3 bambini al seguito. Ritenendo infatti, che è forse questo il modo giusto per creare integrazione, senza far perdere loro la propria identità. Il lasciarli nei loro campi è un po’ come limitarli.
Per un’altra insegnante, il fatto che si dica che i genitori snobbano la scuola, dipende dal fatto che molti di questi, come le hanno riferito, non vanno, ad esempio, ai colloqui, perché la maggior parte di loro sono analfabeti. Le ragazze a 12 o 13 anni vengono tenute in casa perché sono ritenute adulte e quindi da adibire ai lavori di casa.
Io non sono razzista, né pensavo di avere pregiudizi a prescindere: l’occasione dell’incontro ha portato a ricredermi o quantomeno a sapere di non esserne completamente indenne. Non posso certo dire che nei confronti dei "nomadi" fossi molto "aperto" e ben "disposto". Certa era una cosa, non conoscevo l’etnia Rom e come tanti ero ignorante in materia e quindi con almeno una punta di pregiudizio.
Se dicessi che dopo essere uscito dal San Rocco, oggi vedo tutto rosa, direi solo una falsità. Sicuramente posso però affermare che d’ora in avanti sarò in grado di analizzare con una critica più obiettiva e forse con un pelo di "pregiudizio" in meno, certi loro atteggiamenti, raffrontandoli con i miei.
Anche perché mi si è acceso l’interesse per la storia di questa etnia che mi spingerà a saperne di più. Cosa del resto facile oggi con Internet!
mercoledì 20 ottobre 2010
INVIDIOSO ?? NO...SOLO SCANDALIZZATO ED ....AZZATO!
mercoledì 23 settembre 2009
PANE NOSTRUM... O PANE LORO ???









E’ questa la domanda-chiave che potrebbe introdurre l’argomento.
Anche quest’anno infatti si è tenuto Pane Nostrum, classica manifestazione di fine estate dedicata all’arte bianca. Sulla tematica dell’evento assolutamente nulla da dire. Anzi, si potrebbe elogiare pure la scelta del periodo, ottimo per indicare l’arrivo dell’autunno e la riscoperta di prodotti caldi appena fatti, lasciando angurie, meloni e gelati alle spalle.
Come al solito però c’è qualcosa che stona in tutte le iniziative senigalliesi. Si tratta dell’aspetto meramente commerciale che accomuna ogni festa cittadina. Prezzi alle stelle e nulla di accattivante.
Nonostante le segnalazioni, le raccomandazioni, gli inviti, le critiche costruttive sollevate in largo anticipo da cittadini e personaggi noti, pare che anche questa volta siano rimaste del tutto inascoltate.
Esaminiamo comunque al dettaglio l’evento.
Inizia la manifestazione alle ore diciotto di Giovedì 17 Settembre con il taglio del nastro delle autorità. Chi non ha fatto attenzione agli orari si è ritrovato in piazza di mattina credendo che fosse già tutto operativo. In realtà alle ore dodici altro non v’era che un cantiere aperto con operai che attaccavano persino il programma con i chiodi. Sarebbe stato più opportuno iniziare dal mattino magari anche del giorno seguente.
Nell’euforia generale degli amministratori giunti per l’inaugurazione si sono registrate varie dichiarazioni: “Pane Nostrum conclude con onore la nostra stagione turistica" (Angeloni); “Una stagione turistica densa e produttiva, in controtendenza con la crisi che stiamo vivendo (…) Una stagione turistica ben avviata (…) Una manifestazione intelligente che riesce ad unire, non solo metaforicamente, sapori, cultura, arte e tradizioni di questo territorio (…) In un momento di crisi che coinvolge tutti i settori, il turismo è l'unico che ha margini di crescita e Senigallia, con i suoi dati in costante aumento negli ultimi anni ne è la riprova ed è dalla spiaggia di velluto che le Marche devono prendere esempio” (Solazzi – Ass.Reg.Turismo); “Non poteva essere altrimenti, ero certo già dalla prima edizione che con il tempo avrebbe acquistato un successo internazionale" (Guzzonato). Il sindaco di Nicolosi (CT) invece scambia uno pseudo-gemellaggio per la fiera del turismo e tenta di promuovere ampliamente la propria cittadina.
Durante le nostre visite abbiamo notato una ventina di stands di varia natura neppure troppo attinenti. Solo pochissimi infatti erano dedicati direttamente al protagonista. Tre li abbiamo definiti “del nulla”…uno con hostess e stewards di Ostra che reclamizzavano la città, altri due in piazza Manni di cui uno relativo a qualche cosa sul risparmio energetico. Allora sarebbe stato meglio proporre dei punti con macchinari per fare il pane, o per esempio, un museo sulla impastatura con vecchie foto e vecchi strumenti relativi al forno. Ma non finisce qui. C’è stata anche la vaga sensazione che la maggior parte degli stands fossero presenti più per tappare il vuoto e racimolare denari per il suolo pubblico che per il tema stesso.
E questo potremmo definirlo solo l’inizio.
L’attore principale doveva essere il pane concepito come alimento popolare. Il pane nostrum, quello che già oggi si fa fatica a comprare senza tanti "intrugli", quello uso famiglia, con la pezzatura grossa, quello che una volta era un alimento povero che serviva a tamponare i voraci stomaci, è ben distante da quello pubblicizzato che serve invece a solleticare maggiormente quella moda del pane alla Verdone...”famolo strano”, che ci vogliono poi far passare per tradizionale. A questo punto non s’intende neppure questa grande invasione di biscotti, dolcetti o addirittura companatico sotto forma di formaggi, salumi, olio, marmellate e persino miele e vini. Sembra che ogni evento del centro debba per forza trasformarsi sempre in una fiera dell’artigianato.
Ma la nota dolente arriva con la commercializzazione sulla piazza dietro il laboratorio all’aperto. Un bancone lungo una ventina di metri, tanti prodotti da forno di nicchia, belle commesse, quattro casse con i registratori fiscali, ma…nessuna bilancia. Sin da piccoli ci hanno insegnato nei primi anni di scuola che il pane, la frutta, la verdura, la carne possono essere venduti solamente per misurazione del peso dal momento che non si generano tutti uguali. A Pane Nostrum di Senigallia invece si può. Ecco allora una pizza al formaggio “piccola” che costa sette Euro ed una “grande” che ne costa dieci. Ecco panini alle olive del diametro di sei-sette centimetri a settanta centesimi l’uno. Ecco minuscoli maritozzi venduti esclusivamente in coppia a un Euro e cinquanta centesimi. La vendita al pezzo singolo era vietata. Insomma chi ha acquistato qualcosa ed ha voluto vederci chiaro, è stato costretto a fare la prova del nove a casa, con la bilancia della propria cucina. Sperando con ansia di non essere stato derubato. E se i prezzi e le modalità di vendita sono del tutto discutibili, è forse facile anche risalire agli organizzatori di questa trovata a giudicare dai bigliettini accanto ai prodotti con i nomi di quasi tutte le più rinomate panetterie senigalliesi e provinciali. Se la regola è quella di vendere due pasticcini solo in coppia evidentemente qualcuno l’avrà decisa a tavolino per ovvii motivi di convenienza. Naturalmente risulta alquanto strano che la miriade di istituzioni che di solito patrocinano questi eventi non si pongano mai dei dubbi su certe “maniere”.
Assai rare le opportunità gratuite e le degustazioni. Qualche assaggio c’era pure allo stand distaccato di due forni cittadini, ma nulla di che. In tutto il resto della manifestazione…vietato toccare. Per lo meno durante le nostre visite in vari momenti delle giornate non abbiamo incontrato alcuna offerta.
Il successo della manifestazione appare dunque leggermente dubbioso. Da più parti sulla stampa è stata sventolata l’internazionalizzazione della festa e nelle ultimissime ore persino un boom di visitatori (dichiarate oltre quarantamila presenze). Parlare di risonanza internazionale francamente sembra piuttosto azzardato. Non che non ci fossero Francia, Germania e Inghilterra, ma rappresentavano con le loro città proprio quello che potevano fare: un semplice gemellaggio. Strano pure questo record di partecipanti. In vari momenti delle giornate di venerdì e sabato abbiamo potuto intravedere solo poche decine di persone.
Lo stand più affollato era (le foto lo dimostrano) quello dove non si vendeva nulla, si spiegava e si insegnava ai bambini e non solo a farsi il pane da se in modo elementare fatto di teoria, storia ed infine con la pratica. Non abbiamo visitato invece i corsi per adulti.
Un’altra festa cittadina purtroppo lontana dalla popolarità e dall’interesse pubblico che merita senz’altro più attenzione.
Intanto per onor di cronaca le quotazioni del grano calano di parecchio ma pane e pasta aumentano. Nell’euforia delle manifestazioni, si sa, non è una notizia interessante.
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-indagine sul posto
-interviste varie
Fotografie: eFfeGi