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sabato 19 luglio 2008

MI PARE SEMPRE TARDI


di Dario Petrolati


Anche stamane sento il rimorso di essere arrivato tardi.
Come se fosse alla stazione, Senigallia o Strasburgo, non importa.
All' appuntamento convenuto anche tacitamente arrivo col fiato in gola , mettendo in difficoltà il mio amico Franco.
Nessuno parte nessuno arriva, le ferie costano, le case non si spostano ed i negozi , oggi che è sabato se ci sarà fila o ressa , ciò avverrà nel pomeriggio.
La mattina le pulizie di casa saranno più lunghe, ed allora resta il pomeriggio per andare al supermercato, quello del " serviti da solo " chè la roba pare costi meno.
A me quei negozi della catena tedesca, vendono gambali e formaggini, di tutto un poco ed hanno sapore interno di operai, gente che fa lavori manuali, la spesa globale settimanale e compra solo roba senza marca, ammucchiata in terra, senza personale che ordina per bene la merce da vendere, ci sono le casse che bloccano, con cassiere dall' aspetto sfatto, stanche e che tra gli stranieri, molti, e quelli che l'italiano poco lo masticano, anche loro parlano dialetti che io mi rifiuto di capire, quei negozi non sono mai piaciuti.
Sono anni che vivo a Padova ma non so distinguere la parola schei, dall'altra sghei, per dire soldi, e loro si arrabbiano anche se capiscono cosa intendo, dico danaro-soldi, sempre quello è il succo, ma il dialetto quassù ha un valore leghista e così come si va in chiesa anche senza pregare esigono si capisca la loro brutta parlata, diversa dal veneziano Goldoni.
Mi riferisco a quella che gira attorno all' alta padovana , ove tutti hanno terra da coltivare e la casetta ristrutturata, era in vero casa colonica con annessa stalla e barchessa, pertanto ora sono ville con ampi spazi e vivai con cagnoni da guardia per proteggere la roba loro.
Rimasi anche a bocca aperta, in senso figurato credo, quella volta che in sezione del Partito, quello che adesso non c' è più, quando i compagni rimasero stupiti che abitavo in un condominio, appartamento comperato con le mie fatiche ed i miei sacrifici, e non in una casa singola come si dovrebbe fare.
Ma come, pensai, i condomini allora perchè li costruiscono, per i meno abbienti no? ed allora in un partito proletario ci si meravigliò che abitassi in condominio, non comunità, ma in un palazzo ove abita gente comune.
E che vuol dire rubare ? , se non ho potuto comperare una casa singola con giardino, ma sto assieme ad altre famiglie che assieme dividiamo ingressi e giardino , tanto stupore, meraviglia e proprio tra noi che allora si predicava la onestà, l' uguaglianza e tante , tante altre belle parole, altro che dividere allora a chiacchiere, l' ambizione non troppo nascosta era cosa e sia ora suppongo, emergere-distinguersi, avere la macchina grossa e il doppio lavoro, con la serva , non l'aiuto, ma la serva alla quale rivolgersi dandole del tu e pretendere distanze.
Eh. si tutto gira attorno al soldo al capitale e chi è furbo cambia macchina spesso e quassù dicono, per esprimere abilità economica-i tanti ricchi fattisi da soli-, che con l' olio dei gomiti sono diventati quello che sono e giù le mani da quello che non è di proprietà privata.
Io non ho capito la differenza che passa tra quello che scrisse Gramsci o Turati e quanto poi i nostri realizzano dando la colpa ai fascisti, sempre.
C' era una volta la borghesia, leggevi Pavese o Vittorini, e se ti capitava di chiamare borghese qualcuno perdevi il saluto, ora il rispetto ed altro lo si ottiene se si " possiede ", se si ha , il capitale, non quello di Marx, ma il conto in banca e le varie tessere accreditate in banche che comprano e vendono tra oriente ed occidente.
Il volatile che non si vede e determina la ricchezza di individui, società, nazioni dai confini sempre più acquosi o difesi da armi invisibili, magari inesistenti,ma sempre giustificabili per fare guerre.
Come va il mondo ? , così, il resto è bugia.
Obbedire e non pretendere.