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domenica 9 dicembre 2018

Vite spezzate !!

... fiori recisi in una notte, prima che l'alba facesse dischiudere i loro petali...

Il fatto che sia qui a scrivere, mi fa pensare a quanto la fortuna mi abbia favorito. 
Si perché, di fortuna se son qui, si è solo trattato.
Analizzandomi a freddo ed a distanza di tanto tempo, posso dire che non sono mai andato in discoteca, non ho mai assunto droghe, ne pesanti e neppure leggere, non ho mai fumato, non mi sono mai ubriacato, ma con questo non mi reputo di certo un santo, tutt'altro, anzi nell'eventualità di un analisi fatta oggi, posso dire che allora ero un emarginato del mondo giovanile, un rincoglionito Però che posso dire, ad esempio, che ho fatto "cazzate" con le auto, mi tuffavo dagli scogli del Passetto per fare il "bello" e se sono qui a raccontarlo non è perché ero un "bravo ragazzo", ma solo perché la fortuna ha girato sempre a mio favore. Avevo timore dei miei genitori, come lo avevano  un po' tutti i miei coetanei, perché i tempi erano diversi e certi principi dovevano essere seguiti, perchè ancora non c'erano i psicologi o telefono azzurro a difenderci e le sberle arrivavano frequenti. Ma  ripensando che a scuola andavo male eppur non avevo paura delle sberle che prendevo, mi fa dire che se non andavo in discoteca o che bevevo, non era dovuto al timore delle rappresaglie casarecce. Quindi era solo una mia scelta e non un merito esclusivo dei miei genitori.
Oggi dopo la disgrazia di Corinaldo, dove in discoteca hanno perduto la vita cinque giovani il cui più "vecchio" aveva 16 anni più una mamma di 39 che aveva accompagnato con il marito, la figlia undicenne ad un concerto (che concerto poi noi non era se non una comparsata di pochi minuti), le colpe vengono analizzate approfonditamente sulle pagine (almeno io ho veduto quelle degli "amici" locali) del solito Facebook, dove centinaia di persone salgono sulla balconata dei giudici minacciandola di farla crollare (anche questa) con il peso delle stupidaggini contenute in post di tre righe (quelli più acculturati). 
Italianamente i tuttologi si schierano nelle solite due curve da tifoseria che come queste sono solitamente, poco obiettive o meglio spesso affatto obiettive. Non si analizza serenamente, con il cuore e la testa, bensì con il solo obiettivo che è quello del record del numero dei like, 
Le maggiori cause della disgrazia credo di poter pensare siano ben evidenti, sono state due, a cui poi si possono anche aggiungerne altre di carattere più sociale e colpiscono purtroppo i nostri tempi : la prima, l'imbecillità o meglio la delinquenza da ladri di galline (perché altro non sono che ladri) di chi ha creato il panico con lo spruzzare dello spray al peperoncino allo scopo di rubare telefoni, portafogli, oggettini preziosi, magari da scambiare poi con dosi di droga. La seconda, il problema della mancanza di sicurezza. Punto !
Se non ci fosse stato inizialmente l'atto dello stronzo, scusatemi se uso un termine troppo nobile per un simile individuo e se la sicurezza avesse funzionato a dovere, queste sei vite ancora sarebbero tra noi. 
Leggo invece su FB che invece di mettere alla gogna principalmente questi responsabili primari ci si arrischia in pericolose arrampicate su specchi unti, atteggiandosi in novelli psicologi umilmente dotati di quel dono dell'infallibilità che oggi mette in dubbio anche il Papa, che nulla hanno a che fare con la tragedia.
Le colpe sono quasi di quei ragazzini che a quindici anni vanno in discoteca da soli, il che porta a criticare i genitori che non li accompagnano. Se poi ci vanno accompagnati la colpa allora è dei genitori che ce li accompagnano. Il che cosa concedere ed il che cosa proibire. Non parliamo poi quando si arriva a giudicare (a voler giudicare!) la tipologia di musica o dell'artista. 
Oddio, anche io potrei asserire che la musica che si sarebbe dovuta suonare in quel locale, è lontana dai miei gusti personali, ma non faccio testo, anzi mi chiedo se non lo sia perché è distante dai loro 14 anni che questi ragazzini hanno rispetto la mia di vecchio rimbecillito. 
Se poi andiamo a leggere ed analizzare le parole volgari (anche io non condivido la volgarità, il sessismo, l'esaltazione alle droghe) contenute nelle canzoni che il rap-trapper e vogliamo farle passare per colpe della disgrazia, beh, credo che qualcuno dei commentatori, debba ricorrere, lui si, a qualche strizzacervelli, ma bravo eh ! Altro discorso è proibirne la pubblicazione, ma il discorso porterebbe fuori del tema a cui si potrebbe legare allora quello del costume...
Anche ai miei tempi c'erano le discoteche e ricordo se non vado errato che il Piper di Roma era degli anni '60 e la cantante del tempo che ivi si esibiva era Patty Pravo. Anche allora si beveva, si fumava, si faceva altro... ed anche allora erano i "vecchi" che criticavano preannunciando(ci) "... ma de stu passo in du andremo a finì!". Ecco ... appunto qui dove siamo arrivati oggi, cari signore e signori. Un mondo dove etica, educazione, buon senso, rispetto, onestà, gentilezza, modestia e potrei dilungarmi, sono termini sconosciuti, che rendono, ogni giorno che passa, più difficile vivervi.
Però tutt'altra cosa è fare un' analisi del mondo incivile in cui nuotiamo ed altro è incolpare di queste morti in cui i veri  responsabili possono contarsi sulle dita di una mano. 
Responsabili, che nel mondo purtroppo corrotto e nel contempo "buonista" (mi chiedo se non sia un altro difetto odierno)  egoista e legato al Dio quattrino, cui sopra parlavo come principali colpevoli, eviteranno le patrie galere, perché il loro non verrà considerato un omicidio volontario (nessuno ha sparato mirando al cuore), bensì come già si sussurra (seppur il processo, mettiamo la solita formuletta che ci fa tutti più obiettivi, si fa nelle aule giudiziarie e nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio) bensì preterintenzionale o colposo. Da sperare è solo che abbiano una coscienza che fino al resto dei loro giorni li perseguiti ricordando il loro reato.
Sarebbe ciò, veramente biasimevole, come lo sarebbe se malgrado il ripetersi delle frasi di circostanza "che non si debba ripetersi ancora simili morti", nessuno controllasse, a partire da oggi, se nei luoghi di ritrovo "sicuri" dove l'abitabilità è di 100, in caso di concerti o interventi di Vip, il numero di presenze dovrebbe essere ridimensionato, in nome della Sicurezza, fregandosene di quello dell'interesse, a 50.
Vogliamo poi parlare di Controlli e di Controllori... ma meglio di no, sappiamo tutti del resto come funzionano oggi... speriamo solo, è l'unica cosa che ci resta, che domani siano "più" migliori.








di Franco Giannini

lunedì 5 novembre 2018

Piove,... Governo voglio sperare da...

... ladro a furbo, meglio ancora se intelligente... mahhh...!!!


Vi ricordate i famosi “Nevoni” contrassegnati dall'anno in cui sono avvenuti? Ebbene io rammento come immediatamente (o quasi) i Sindaci organizzavano squadre di spalatori per pulire le strade dal ghiaccio.
Ricordate il crollo della diga del Vajont, in cui immediatamente scattavano i soccorsi basati oltre che sui soliti VF (osannati ogni qualvolta al bisogno e dimenticati il giorno a seguire per non rispolverare il problema economico!) sulle truppe di Alpini locate nelle caserme confinanti quel territorio.
Devo ricordare il Polesine o l'alluvione di Firenze per far presente come fossero intervenute le forze armate sia nel numero che velocemente, perché allora dislocate dentro le caserme in modo più fitto di quello attuale nel lungo stivale ?
Bene, anzi male, visto i morti ed i danni di quest'ultima settimana ed ancora le ferite non rimarginate dei vari terremoti. Ecco che allora mi augurerei che questo GOVERNO si facesse furbo ed approfittasse di questa catastrofica sfiga, in un evento economicamente fortunato per far ripartire l'economia con nuovi posti di lavoro.
Immediatamente, i sindaci delle località colpite dovrebbero quindi, richiamare tutti i disoccupati e dare loro opportunità di lavoro: dallo spalare il fango, togliere i detriti, a lavori più qualificati a seconda delle loro specifiche mansioni come il sopralluogo e la possibile abitabilità o meno (per ingegneri e geometri) delle case accidentate.
Stilare una lista di ditte (immediatamente e possibilmente non grosse escludendo drasticamente i Sub-appalti) per i lavori a breve e medio termine (e per medio intendo sei mesi al massimo!). Contributi attraverso buoni di acquisto alle famiglie per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici, nelle ditte con cui lo Stato abbia stipulato accordi con prezzi vantaggiosi sia per l'acquirente che per chi acquista (Ditte straniere escluse se queste non operano in Italia). Per gli interventi come il MOSE, iniziato nel 2003 e che ancora non è terminato e che si pensa non risolverà nulla, stendiamo un velo pietoso e i credenti preghino sperando in miracoli. Seppur sembra che anche il Padre Eterno si sia stancato di intervenire.
Sparare milioni, facendoli passare attraverso Regioni, province e comuni, significa che o questi non arriveranno mai e si perderanno negli innumerevoli meandri della politica amministrativa... o se nella migliore delle ipotesi dovessero arrivare, gli attuali neonati, saranno, nel frattempo, diventati maggiorenni.
Io lo voglio sperare, ma credo che invece, ancora per l'ennesima volta, si tornerà a parlare, parlare, parlare ancora di prevenzione come della scoperta dell'acqua calda e magari, nel mentre se ne parla, si torni a rituffarsi nell'acqua bollente, seppur timorosi di quella fredda.
E si, perché l'Italia, il famoso Bel Paese, altro non è che una nazione in cui la cosa che sappiamo realmente fare con indiscussa velocità è la sostituzione delle terminologie. Dopo il “geniale” Petaloso, ecco che la Treccani conia lo “stupendo” termine di Tottilatria.
Ecco che allora, i poveri intellettuali politici messi lì a salvaguardia delle strade (ed anche male in arnese viste le buche incolmabili) e non solo, hanno sostituito via via al termine “Intense precipitazioni” quello più allarmistico di “Bomba d'acqua”, allo “straripamento” di un corso d'acqua, quello più esotico e meno conosciuto da molti di “Esondazione”. La frana è divenuta smottamento, inondazione è diventata allagamento, le raffiche violente di vento sono cambiate in trombe d'aria o marine se queste si spostano sulla costa o sul mare, la valanga può prendere l nome di slavina, il terremoto di sismicità, ma alla fin fine se non è zuppa è pan bagnato. Per chi vi è coinvolto fisicamente è e resterà sempre una tragedia, mentre per coloro che lo sono, ma in maniera amministrativa, il cambiamento del termine è opportuno in quanto potrebbe fungere da “parafulmine” in merito alle loro responsabilità.
Poi oggi tutto è diventato “Eccezionale”, “Inaspettato”, “Improvviso”, ed effettivamente non è che non lo sia, ma il piangersi addosso sempre mentre si piglia la pillola del giorno dopo, lascia schifati e con l'amaro in bocca.
I comunicati stampa che dovrebbero avere lo scopo di salvaguardare le popolazioni dai cambiamenti meteorologici previsti 24 ore prima e classificati con un colore che va dal giallo al rosso suonano spesso come l'urlo di “al lupo al lupo”, perché poi l'evento non si verifica, o se si verificasse l'avviso è “rosso”, l'alternativa sarebbe (per chi crede) pregare raccomandando l'anima a Dio o sperando che i meteorologi, per l'ennesima volta, si sbaglino ancora.






di Franco Giannini

martedì 24 ottobre 2017

Le bugie bisogna saperle raccontare, come del resto le barzellette...

... e se non permettiamo di dirle ai bambini, cara ISTAT, tu allora, quantomeno, raccontacele in un modo più "credibile".

Il caso più recente è quello sui dati raccolti, che vi impongono di affermare che i decessi sono calati  ancora di un -5% e da cui emerge che l' aspettativa di vita si è ulteriormente allungata di ben 5 mesi, rispetto al rilevamento del 2013. 
Per cui, è qui la cosa da semplice dato statistico, diviene un servizievole marciume da inciucio politico, diviene elemento indispensabile per far confermare che l' età pensionabile va portata a 67 anni.
Concordo, con chi potrebbe ora dire, che i dati statistici sono forniti da noi cittadini sia in modo cartaceo che utilizzando la rete. E quindi come tali fornitori di una verità. Ma vero è anche che la gestione dei numeri viene poi elaborata e potrebbe variare con la messa a confronto del nudo dato con il variare della storiografia delle indagine che essa ha nei propri archivi ed con cui viene successivamente analizzata e messa in rapporto.
Vedo di spiegarmi meglio.
Partiamo allora, come ci spiega Wikipedia, con la data di nascita dell' ISTAT : nel "ventennio" quando "...fu istituito come Istituto Centrale di Statistica nel 1926 (legge 9 luglio 1926, n. 1162), durante il Fascismo, per raccogliere, in forma organizzata, alcuni dati essenziali riguardanti lo Stato. È stato in seguito riorganizzato, con il decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322 che ha istituito il Sistema Statistico Nazionale (SISTAN) e ha dettato norme sui compiti e l'organizzazione dell'ISTAT, cambiandone tra l'altro la denominazione in Istituto nazionale di statistica...". Due date :1926 e 1989.
Evidentemente, diciamolo onestamente, quel - raccogliere in "forma organizzata" alcuni dati essenziali riguardanti lo Stato - è stato riorganizzato nell'89,  un po' "all'italiana" e forse mantenendo quell'essenzialità tanto cara agli scopo governativi.
Dal 1926 a tutto il 1943 posso pensare che quei dati fossero, come dire, un po' manovrati a secondo di quanto facesse comodo allo "Stato" di allora, (ricordo il milione di baionette o il numero degli iscritti al Fascio) che proprio democratico e trasparente non era ? O no ?
Posso pensare che dal 1943 fino al 1945 (o anche '46/'47) ci fossero delle priorità ben più importanti ed impellenti che raccogliere dati per l' ISTAT.
Ecco che allora, i dati sulla mortalità, sulle aspettative di vita, avendo un periodo di tempo molto più breve e limitato, potrebbero non risultare, alla fine, così veritiere, come vogliono farci credere per poter poi confermare che gli italiani sono tutti belli, alti, con gli occhi azzurri, godono buona salute e muoiono quando si ricordano. Appunto, quanto si ricordano, ma dal momento che non diventano  mai "vecchi" ma solo anziani e con l'anzianità si dimentica, ecco che una delle cose che si scordano,... è proprio quella di morire.
Per via di questa storicità che manca o la si ha a singhiozzo e sporadicamente, scherzi a parte, quei dati relativi alla mortalità-aspettativa, dovrebbero essere rivisti tutti e ben suddivisi in due trance: una relativa a chi è nato nei primi del '900 (centenari) e un altra a partire dal 1950.
So che potrebbe far comodo, ma non si possono fare le somme utilizzando le pere e le mele facendo di tutta l'erba un sol fascio. 
Sono solo i "vecchi" di una volta che campano tanto e si "scordano" di morire. I nati dal '50 in poi lo sapremo a suo tempo negli anni 2050 o giù di lì. Gli immortali di oggi  sono quelli che non sapevano che cosa fosse il "sushi" o il "sashimi" al più conoscevano la sardella o l'arringa affumicata,  che mangiavano pane (fatto e cotto in casa dalla vergara) e cipolla dell'orto (concimato con letame di stalla e di casa. Gente che beveva l'acqua del fiume e non ancora quella del "Cervino" imbottigliata nella plastica, quella che solamente nelle feste più "importanti" mangiava la polenta sulla spianatoia con una salsiccia al centro destinata a chi ci arrivava per primo, che beveva un bicchiere (ma anche due o tre) di vino rosso della sua vigna o di quella di chi si conosceva senza postare su FB l'etichetta della bottiglia ed il suo prezzo, che si spostavano con il somaro e che non conoscevano che cosa fosse un SUV, che se tuonava non temevano di essere colpiti dalle "bombe" d'acqua, che la carta di giornale la riciclavano nelle latrine, che la nebbia era nebbia e no smog (non sapevano che cosa fosse), che il verde e gli alberi erano salute e non impedimenti... e potrei continuare . 
Polenta e salsiccia

Ed oggi ancora qualcuno di costoro, seppur con due guerre mondiali sulle spalle (e le guerre segnano e neppure poco sia sul fisico che sull'anima), forse proprio per quegli antiquati motivi sopra elencati, ancora gode ottima salute alla faccia dell'INPS e della Lorenzin. Non è di certo la stessa cosa per chi è figlio del post-guerra, fritore di tutte le bellezze e le comodità della "così tanto cantata MODERNITA' che però fa fregarsi le mani all'INPS e sorridere la Lorenzin.
Anche i dati raccolti relativi alla mortalità dei bimbi dovrebbero essere riveduti e forse corretti. Una volta, è vero, morivano per gli stenti, di malattie debellate con i vaccini o di parto ancor prima di vedere la luce. Oggi, fortunatamente, non è più così. Ma sarebbe anche giusto conoscere quanti di questi piccoli esseri muoiono colpiti da malattie che il progresso con le sue "modernità" ci ha regalato: in primis i Tumori. Ed allora qual'è il saldo di questi due aspetti? Era meglio prima o è meglio oggi.
Ma si, facciamo finta di crederci, quanto e quando ci raccontano malamente queste panzane ed in maniera poco credibile.
Perché qualora avesse ragione il sottoscritto, il progresso sarà stato anche bello, ma forse è stato troppo repentino, difficile da controllare e da comprenderne il giusto livello di utilizzo e senza quegli eccessi (come invece avvenuto!). Ora tornare indietro non si può (dicono i più) o meglio non si VUOLE (penso io) ecco che quindi, molti, per non essere costretti a rinunciare a tante comodità superflue oggi ritenute indispensabili, preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia, bevendosi quello che viene raccontato. E la sintesi che ne viene fuori è questa: facciamo finta di credere ancora alle favole, stiamo silenziosamente a meditare su che cosa sia meglio se morire comodi o scomodi, se lavorare fino al raggiungimento del 40° anno di servizio o finire la propria esistenza a 67 anni sdraiati a terra, magari in fabbrica, in cantiere, in miniera o sopra un camion. L'ISTAT, l' INPS e la LORENZIN  soffiano sulle virtuali candeline poste sulla torta (anch'essa virtuale, costoro non regalano nulla) dei vs. (ve lo auguro) cento anni mentre, con il sorriso di circostanza da presa per i fondelli, ringraziano.







di Franco Giannini

lunedì 4 luglio 2016

Lettera aperta al Principe Antonio De Curtis in arte " TOTO' " !!

Passa il tempo ed evidentemente cambiano gli atteggiamenti dell'uomo nei confronti degli aspetti che la vita quotidiana ci offre.

"Caro PrincipeTotò,
Ma si, diamoci del tu. Considerato che il finale della poesia, tra le tue forse la migliore, 'A livella, me ne da l'autorizzazione decretando che con il sopraggiungere della morte si diventa tutti uguali.
Si, in verità tu mi hai preceduto nel viaggio, ma io nel frattempo quaggiù, ho raggiunto quell'età che ti porta a sederti nella sala d'attesa delle partenze munito del solo biglietto di andata, e per "ammazzare" il tempo (e ti giuro che non è cosa difficile visto il mondo in cui si vive), vede, legge, s'informa ed alla fine tutto questo m' impone di formularmi un' infinità di interrogativi.
Mi sono riletto proprio ieri la conclusione della tua poesia di cui sopra :
'A morte 'o ssaje ched'e".... e una livella.

'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt' 'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme
tu nun t'he fatto ancora chistu cunto?

Perciò, stamme a ssenti... nun fa' 'o restivo,
suppuorteme vicino - che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie... appartenimmo â morte!"

ed ho provato la sensazione che come quelle vecchie case patrizie, aristocratiche, ma oggi cadenti, seppur vissero giorni opulenti tra stucchi, arazzi e dipinti, dopo anni di gloria, hanno necessità di un restauro. E così anche la tua poesia credo abbia necessità di una rinfrescata. Ed in questo caso non certo per renderla più bella, sicuramente solo più attuale
Si lo so la pubblicazione è, sempre che non vada errato, del  1964 e tu uomo credente e che in punto di morte lasciasti detto ai posteri : «Ricordatevi che sono cattolico, apostolico, romano» non potevi che vedere che un animo umano che a questa ramanzina e confidando che questa avrebbe aperto la mente e portato il novello aspirante alla soglia di San Pietro, si sarebbe pentito e ravveduto.
Invece, caro Principe, dopo oltre 50 anni dalla tua lezione di vita, le cose ho l'impressione che vadano peggiorando. E non certo lentamente!!
La TV ci mostra ogni giorno documentari cruenti, dove il colore dominante è il rosso del sangue ( tu, fortunato, hai conosciuto solo quella in B/N), dove da sottofondo c'è la voce del pietoso velinaro/a di turno che avverte lo spettatore, che le prossime immagini saranno dure da vedere per gli animi più sensibili. La morte è entrate nelle nostre case e non fa più paura, anzi crea curiosità. Ed è per questa curiosità, che definisco morbosa, che le TV mandano previo l'avvertirti e quindi il loro lavarsi le mani, quello che l'utente desidera vedere e che quindi la TV intervalla sistematicamente con i loro minuti di pubblicità che definiscono "tassativa".
Poi c'è INTERNET, con i loro social network (anche questi te li sei perduti, fortunatamente!), dove puoi vedere le scene più scabrose, quelle che la TV si autoimpone di non farti vedere (figurati) e che invece i naviganti dei network, hanno registrato con i telefoni cellulari (anche questi te li sei perduti!!) in foto-video-audio da chiunque ne possieda uno. Cioè da tutti coloro che oggi abitano la faccia della terra. Ed allora, e la cosa è tragica, vedi come durante un terremoto ci sia quello che riprende le scene di palazzi che crollano e la gente che resta sotto, o quello che in attentato in un aeroporto, non corre a mettersi in salvo, ma riprende l'attentatore di turno che spara, la vittima che cade e il sangue che la circonda. Quasi un sadico sentire il piacere nell'assistere al dolore o alla morte Oggi la chiamano invece "immagini cruente di cronaca". Morti che poi il giorno dopo vengono avvolte in frasi gocciolanti di retorica, di falso pietismo, ma sempre con il sottofondo di scorci (quelli più crudi) dell'avvenimento.
Ma veniamo a te ed alla tua ristrutturazione dell'animo in partenza per l' Aldilà. 
Queste morti non hanno la stessa valenza, lo stesso periodo di attenzione, le stesse parole (immancabilmente come dicevo, retoriche). Vanno classificate a seconda dove esse avvengono. Se avvengono nei paesi ricchi, hanno la giusta attenzione per conoscere chi erano le vittime, le loro biografie, le famiglie che queste lasciano. Non solo, ma essendo avvenute in pochi giorni una serie di attentati da parte dei fanatici dell' ISIS, in concomitanza dei campionati europei di calcio che si svolgono in Francia (altro paese colpito recentemente da questi delinquenti!), su quell'Internet di cui ti parlavo, si sono scatenati commenti non sulle morti, ma sul fatto di come essi siano stati ricordati in fase di manifestazione. Io mi chiedo allora se forse non sarebbe stato moralmente più giusto e conveniente fermarla del tutto e non fare solo i perbenisti per un minuto
Non solo, ma può sembrare il mio un razzismo alla rovescia, (e giuro che non lo sono ne al diritto e neppure alla rovescia!) ma è questa solo la mia sensazione, che se a rimetterci la pelle sono degli occidentali (figuriamoci poi se nazionali), il risalto che si da, è maggiore, rispetto a quello che si ha quando ad essere colpiti sono quelli di altre etnie. Per avere una conferma su quanto sto dicendo, è sufficiente accendere la TV.
Si veda quello all' aereoporto Ataturk di Istanbul, o quello di Dacca in Bangladesh con molte vittime occidentali (in quest'ultimo nove italiani) ed allora ci sentiamo tutti inorriditi.  La sensazione di malessere che si ha leggendo le loro storie, certo tocca maggiormente il nostro stato emotivo.
Ciò non toglie però che il giorno dopo, due scoppi contemporanei ad un Centro Commerciale di Baghdad fa oltre 200 morti e circa 300 feriti (coinvolti un numero imprecisato di bambini) e sia immagini che commenti, seppur ci siano stati, non sono stati però così coinvolgenti e commoventi come i precedenti. Nessuna biografia, nessuna storia commovente da narrare. Tutti dei perfetti anonimi. Dei numeri. Eppure, come portano alcuni giornali, molte di queste ultime vittime stavano guardando quando sono avvenuti gli attentati, grazie sempre ad INTERNET caro Totò, quegli stessi campionati europei di calcio sul cui "terreno polemico" si sono svolti commenti, che per risultare umani e buonisti, hanno assunto quello della pateticità o quanto meno un grado di puerilità mescolando il sacro (la morte) con il profano (lo sport).
E lo dico io, caro De Curtis, che non sono cattolico, apostolico, romano o se lo sono, è solo sulla carta. E neppure sono un pentito dell'ultima ora per motivo di interesse e rufianismo. Ma la morte per me, merita rispetto, qualunque essa sia la professione della vittima, che la sua cittadinanza, il colore della pelle, il suo grado di istruzione, l'ammontare del suo reddito, la sua religione, il suo credo politico, la sua appartenenza ad una squadra sportiva, ecc.
E quello che più mi spiace (perchè guardo con un certo compiaciuto egoismo chi ha la Fede, ma quella vera!) è che vedo che più ci s'inginocchia e si pronuncia il "mea culpa mea culpa mea maxima culpa", che si scambiano il segno di pace, ma poi al "ite missa est", appena fuori ritornano ad essere egoisti e pensare prima per se stessi.
Non so se riterrai opportuno modificare quei tuoi versi, la vedo dura, di certo va solo a te, il mio sincero Grazie, paziente Principe De Curtis, per aver avuto la bontà di ascoltarmi fin qui, permettendomi di scaricare una parte di quel veleno che certe situazioni mi creano in corpo.
Il tuo sempre affezionato ammiratore
FG  "




di Franco Giannini

giovedì 5 maggio 2016

Quale meglio ? La Politica estera da duri o quella da Boy Scout...

... ma forse questa era quella giusta. Buoni si, ma senza ricorrere alla vaselina...

Chi muore (non tutti!) giace e chi vi vive si da pace... Se dico Fausto Piano qualcuno saprebbe suggerirmi (senza ricercare su internet!!) a quale fatto vada collegato ? No, lo immaginavo, non che sia normale, però non parlo dei tempi delle Guerre Puniche ... Allora ne faccio un altro di nome : Salvatore Failla ... neppure questo dice nulla? Erano i due  operai italiani rapiti in Libia e di cui per un determinato lasso di tempo non si seppe più nulla...(seppur i nostri servizi segreti, rinomati in tutto il mondo per la loro eccellenza, li avessero cercato instancabilmente di riportarli a casa - almeno dicono-) poi la loro morte. La Farnesina che si adoperò per far rientrare i corpi in Italia (ma con calma... era, guarda caso, il periodo in cui l' Italia si accorse tutto ad un tratto, di essere "amico" della Libia!). Poi una delle due famiglie "sparò" contro il nostro Governo per il trattamento ricevuto e ritenuto modesto e scadente (l'altra invece fu più "comprensiva") e così come il caso immediatamente creò clamore, altrettanto velocemente non se ne seppe più nulla. Amen !
Poi ci siamo scoperti "amici" dell'Egitto, quando per tenerceli buoni alfine che cooperassero sul caso (non un caso!) della morte di Regeni. Dunque degli altri amici intimi (quasi una concorrenza sleale, la nostra, nei confronti di Maria De Filippi), ancor più di quella di due cu@@ in un paio di braghe. Ed anche questo un caso che si sta concludendo con un Amen !
Non vorremo dimenticarci degli "amici" indiani ? Si, va bene c'è quel Caso a cui non ci si fa più caso. Anzi, sembra che a parlarne dia fastidio a molti, anche perché si sta risolvendo, se già non è risolto. Il Tribunale Internazionale dell'Aia ha emesso il suo verdetto che deve essere rispettato e che loro gli Indiani rispetteranno - ne sono convinto - seppur facendo gli indiani già ci abbiano risposto (amichevolmente, s'intende!) che il marò ce lo manderanno a casa, ma lo rivorranno indietro, alla scadenza, perfettamente integro e funzionante, quando, come e nei modi e con le garanzie che a loro piacerà.Ma si mettiamoci su un altro Amen !
Vogliamo fare un passo indietro? Avevamo chiesto un'estradizione al Brasile (altro paese "amico", vista l'amicizia che legava Lula al nostro "Baffetto"!) di un certo Cesare Battisti ed anche allora ci fu  risposto che la loro Corte Suprema, aveva decretato un sempre amichevole, ma autorevole "nun se pò!". Amen !
Vogliamo ricordare la tragedia del Cermis, in cui un altro paese "Amico" (del resto in quale altro modo si dovrebbero chiamare gli USA?). Un loro aereo militare volando più basso di quanto consentito (ma loro appartenevano al corpo dei Marines e quindi Rambo può fare ciò che vuole!) urto un cavo della funivia provocando la morte di 20 persone. Ci chiesero subito scusa, ma gli "amici" statunitensi fecero rientrare immediatamente i suoi militari per processarli in casa.  E' da qui che  poi noi abbiamo imparato la lezione rendendoci conto che così non si fa, perché è una scorrettezza e fortunatamente ci si è presentato il caso Marò per dare dimostrazione di come invece ci si comporti. Amen!
A questo punto, la memoria mi abbandona, ma a naso sento di aver tralasciato altri "casi" verificatisi nei tempi trascorsi, ma per proseguire con gli Amen e con l'elenco degli "amici", sarebbe sufficiente avventurarsi su Internet.
Sono certo che dalla ricerca emergerebbero altri paesi "Amici" dell'Italia che ci farebbero sentire forse più amati all'estero, di quello che non lo siamo nel nostro Paese.
Per una volta però mi sento di spogliarmi dei panni di "gufo" e poter dire che non dipende solo dalla Politica governativa attuale. Infatti nel corso dei tempi, battendo il passo, più che marciare, la Politica si è passata il "testimone", ma gli italiani (brava gente) nel loro DNA hanno mantenuto il loro proverbiale permissivismo buonista e clericalista con la disponibilità a porgere sempre l'altra guancia e... non solo, che ad onor del vero, almeno per me, non è cosa di cui andare, sempre, troppo orgogliosi.
E se a qualcuno venisse in mente di chiedermi che cosa farei io, la risposta sarebbe quella di limitare la mia vigliaccheria almeno non definendo "Amico" a chi mi ha causato danni e lutti e senza proclami "pubblicitari" autoincensanti quali quelli di essere una Nazione che "non deve chiedere mai". Quando poi, invece, così non è ! 





di Franco Giannini

sabato 26 settembre 2015

Il mondo preso nella morsa degli scandali, degli inquinamenti e di una morale perduta...

... ma che non ritrova, perché forse non l'ha mai posseduta.

Ed io che mi sentivo un po' verme quando prendevo la mia "Punto Diesel" del '99, per fare un paio di volte al mese, una visita veloce al Cimitero, negli orari non ammessi dall'ordinanza che le "istituzioni" impongono per contrastare l'inquinamento atmosferico! Del resto era un'ordinanza che faceva ridere ai polli e che domani, alla luce di questi fatti, li farà ridere ancora maggiormente. Immaginate quante saranno le auto inquinanti che girano per Senigallia e che gireranno malgrado il divieto e paragonatele ai milioni di quelle nuove di pacca che il colosso tedesco (da ieri, con i piedi di argilla). I nostri stupidi ben pensanti avranno magari anche il coraggio (o la vigliaccheria!) di dire che anche queste ordinanze poco che fanno però qualche cosa fanno. Come del resto sputano a mo di sentenza, ogni qualvolta reclamizzano i loro mezzi passi avanti ed uno indietro.
Ma si sa, tra cani non si mordono. Ora sono con i capi cosparsi di cenere, angustiati, oh mica per il danno che hanno fatto all'ambiente, alla salute degli abitanti, per essere stati artefici di un disastro morale e non solo, ma più semplicemente, perchè sono stati colti con il topo in bocca.
Visto però che questi delinquenti, sono dei professionisti del delinquere e quindi persone scafate e pronte anche risolvere i problemi di una ciambella che esca dal forno senza il foro, si erano già parati il loro lato "B" creando dei fondi con cui sanare il danno chiudendo la bocca a coloro che hanno le coscienze meno sporche delle loro e che sicuramente accetteranno felici di questo pentimento.
L'inquinamento quindi ancora una volta verrà tirato via con il classico colpo di spugna del "Dio Soldo", mentre a pagare saranno sempre e solo loro, la "Gente", sia a livello fisico che a livello occupazionale.
E gli imbecilli di turno, a partire dalla testa del famoso "Pesce", pronti a sollevare quelli della coda, sollecitando la curva della tifoseria ad inalzare i cartelloni di W Noi ed Abbasso Voi.
E si perché noi non siamo i crucchi produttori della Volkswagen, della Skoda, della Seat, dell'Audi, noi siamo orgogliosamente italiani ed i nostri prodotti sono senza macchia... ed infatti è vero, perché le ditte di cui sopra acquistano (o forse acquistavano) da noi molti componenti che montano (montavano?) sui loro modelli, si anche su quelli chiacchierati. (Si pensi ai freni, alle gomme!)
E quindi esultare perché un concorrente è uscito maldestramente di strada, come un concorrente in meno, è un po' come l'esultare di quel marito dopo essersi tagliato il suo gioiello per far dispetto alla moglie. Sempre poi, si sa gli scandali sono contagiosi, che domani da controlli, non emerga che anche i più puliti hanno tracce di rogna. Io non resterei sorpreso!
Nel Mondo abbiamo o abbiamo avuto le Guerre Lampo che durano da vent'anni ed ancor più, lo scandalo della " Spazzatura dei Derivati" da cui non riusciamo ancora ad uscire (tolta l'Italia che vedeva una luce dentro il tunnel ancor prima che nascesse la crisi!), l' Emergenza (la chiamano così già dai tempi di Mosè!) dei Profughi-Emigrati-Clandestini e che il Papa ha liquidato (a parole! seguito da un lungo applauso e... magari un pensato, come diceva Rossella O'Hara, domani è un altro giorno ) e come dargli torto, un "Casa, terra e libertà a tutti". 
Nel Mondo sportivo, che è quello di cui la Governance pasce il popolino per tenerlo buono, le cose a livello scandalistico e di morale perduta (sempre che questi personaggi ne abbiano avuta una!) non è che vadano meglio. Dico ad esempio FIFA che oltre come acronimo di Fèdèration Internationale de Football Association, sta a significare nella nostra lingua, paura, timore, spavento. Ed ho appunto fifa che se dai diamanti non cresce nulla, dalla "merde" (che sia un francesismo casuale?) nascono i fiori. Ma qui dalla FIFA viene l'eccezione che conferma la regola, sembra che i fiori della morale perduta nascano da diamanti (manco uno poi, ma forse due). 
E sempre nello sport in quel mondo del pallone nel pallone, ci stiamo preparando al 2022 quando nel Qatar (che è un Paese non un materiale secreto delle vie respiratorie), composto da appena 1 milione e 700 mila abitanti (Roma da sola ne ha oltre 2 milioni e mezzo) con un PIL di oltre 104 mila $ (contro i nostri 34 mila $) che già dice tutto del perché lì si terranno i primi Campionati Mondiali di Calcio Invernali. No, non si tratta di una nuova specialità, sempre di calcio si tratta, ma solo che visto che d'estate lì le uova se le fanno toste sotto la sabbia con i loro 50°, hanno pensato bene di ribaltare i calendari di tutti i campionati del mondo, versando barche di quattrini a chi, bohhh! (o meglio si dice il peccato, ma non il peccatore!) perché il Qatar è il Paese più ricco del mondo e il denaro si sa, manda l'acqua per l'insù, anche in un Paese dove l'acqua non c'è se non quella minerale in bottiglia. 
Ma lo scandalo maggiore e di cui il mondo fa finta di non accorgersi, è che per eseguire i lavori di costruzione di tutte le strutture, saranno impiegati degli operai-schiavi che sotto le temperature menzionate, non assistono alle partite, ma stanno edificando gli stadi da mille ed una notte, con l'aria condizionata. Cattedrali nel deserto dove dopo i 15 giorni del campionato, andranno a giocare i campioni occidentali incerottati ed in disarmo per arrottondare le misere pensioni.  Si parla che per i disagi dovuti al caldo ed alle condizioni di vita già oltre 1300 "schiavi" siano passati a miglior vita (saranno da considerarsi morti bianche!) e per il 2022 questo numero potrebbe salire raggiungendo quota 4 mila. Del resto per loro non è un problema trovare mano d'opera.
A dirlo ed urlarlo è Amnesty International e non solo, mentre il Mondo tutto non ascolta ed anzi fa finta di non sapere o come nel caso della truffa delle auto inquinanti, perché di truffa si tratta, al più si chiede e si chiederà (nel 2022!) come mai possano accadere questi "disastri morali".
Semplice la risposta, perché siamo tutti cittadini di questo Mondo composto da comunità formate di gente falsa, egoista ed interessata. Nessuno escluso, sia esso appartenente all'elite del popolo o nella sua massa costituente il branco. Ho detto nessuno, comprendendomi in questa generale cloaca del genere umano, ma che oramai di umano non ha più nulla.






di Franco Giannini

sabato 25 luglio 2015

Cimitero di Senigallia: quando gli artigli della burocrazia toccano il caro estinto…

...Beh!! Allora c'è chi comincia a "preoccuparsi" (per il monento, solo i familiari...)

Questa mattina (ndr: 24 luglio) sono venuto casualmente a conoscenza di quello che non so neppure se chiamare disservizio, comunque sia di certo un atto governato da una legge nazionale (credo) che per qualche ragione arzigogolata “sequestra” la cara salma per un arco temporale che va da un minimo di 15 ore fino a raggiungere le 30.
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Transitando attraverso l’ingresso principale del Cimitero delle Grazie, ho notato ed ascoltato sulla destra un gruppetto di persone che di fronte alla Camera Mortuaria confabulavano ad alta voce con animi un po’”agitati” fintanto di suggersi a vicenda di contattare la stampa per rendere pubblica la cosa.
Ero con mia moglie, per cui ho preferito prima visitare i nostri defunti e solo a ritorno mi sono informato per conoscere quale era la “cosa” di cui la stampa doveva essere informata.
Ecco che allora, presentandomi, mi si sono fatte avanti le persone più a conoscenza dei fatti, anche perchè erano i familiari dell’estinto. Defunto che nel frattempo però era ritornato “libero”, ed anche i familiari si erano un po’ calmati e pacatamente mi hanno spiegato il loro problema. Che poi è un problema, speriamo il più tardi possibile con cui tutti, magari in differenti ruoli, dovremmo confrontarci.
Euro Franceschini e sua moglie (se pubblico nome e cognome è perchè lo stesso mi ha pregato di farlo cosa che gli fa solo che onore!) mi raccontano come ieri sera -23 luglio – il papà di Franceschini passa a miglior vita nella sua abitazione. A questo fa seguito il solito iter del trasporto tramite un’agenzia di pompe funebri (oggi i defunti non possono essere più tenuti in casa) nella camera mortuaria. E già qui, i due coniugi, sono a chiedersi come funziona la scelta della camera mortuaria cimiteriale e quella ospedaliera. Sembra una piccola cosa, ma tra le due c’è una grande differenza. In quella del cimitero non c’è un bar e neppure dei bagni decenti! E si sa che in quei momenti di dolore, c’è invece bisogno sia di un servizio che dell’altro. Non credo che debba spiegare che il servizio bar, non è quello di passatempo!
Poi la salma una volta giunta in camera mortuaria (nel caso in questione quella cimiteriale) viene chiusa (non si può essere visitata) nella stanzetta riservata alle autopsie e dove ci sono due celle frigorifere senza possibilità di vederla, di lavarla e vestirla, prima che il “medico necroscopo” preposto a questo servizio, non l’abbia visitata (http://www.soccorsosicuranza.it/leggi/circ24.htm). Cosa questa che come canta la legge non può avvenire prima delle 15 ore e comunque entro le 30. Non credo che debba spiegare, tutti abbiamo avuti dei cari che se ne sono andati. E si sa bene che i parenti vogliono stare con la salma fino all’ultimo minuto, fino alla chiusura della bara. Parenti che vengono da fuori. Anziani che si sono magari fatti accompagnare fin lì e magari non possono vedere il defunto. Le operazioni del funerale che vengono rimandate. Insomma le solite prassi, importanti e faticose emotivamente parlando, che invece di venir allegerite e sollecitate, sono rimandate a data da destinarsi.
E se è vero che questa è la dura lex, sed lex, la dura ed insensibile Legge che va rispettata, va anche da se che il problema affetti, sensibilità, rispetto, non deve essere tralasciato, dimenticato, accantonato, inosservato evitando di essere preso in esame, solo perchè frutto di una legge nazionale. Non lo so a chi spetti amministrativamente e istituzionalmente parlando, occuparsi di questo lato del problema. Non so chi si senta emotivamente portato a trovare una soluzione al caso. Ma qualcuno deve pur esserci e qualche cosa dovrà pur fare. Credo che si debba escludere che questo è il caso della famiglia Franceschini. No, assolutamente. E’ un problema di tutti e che questa famiglia, senza peli sulla lingua ha posto in evidenza in prima persona. Infatti, come mi hanno riferito alcuni addetti ai lavori è un problema che devono affrontare ogni giorno.
Suggeriva il sig. Franceschini, quindi non solo critiche da parte sua, di mettere in quella stanzetta, almeno una piana di marmo, magari separata da un vetro divisorio, su cui porre la salma seppur ancor svestita, ma coperta da un lenzuolo, che lasci intravedere il solo viso. Poi dopo le 15 ore, la visita deve essere fatta d’ufficio, senza il dover “avvisare” l’agenzia di pompe funebri che se non rintracciano il medico si chiameranno i Carabinieri o come già riferito sopra, la stampa.
Non voglio neppure pensare lontanamente, né sentirmi dire, che il problema è dovuto alla carenza di medici necroscopi, né che questi siano utilizzati per altri lavori o interventi. Perchè non sono certo i medici quelli che mancano in Italia.
Poi scorrendo la legge in questione, tra l’altro mi sono imbattuto in questo passo “…. In alternativa, è consentito dotare il medico necroscopo di apposite apparecchiature di ausilio per l’accertamento della morte.
In tal caso, dopo il decesso, anche prima delle 15 ore, ai sensi del combinato disposto dell’art. 4/5 e dell’art. 8, il medico accerterà la morte con registrazione, protratta per almeno 20 minuti prima, di un elettrocardiografo…”.
Ho cominciato allora a pensare (sicuramente in modo errato), che quello che possa mancare sia proprio un elettrocardiografo??
E se vorrei essere smentito in questo ultimo punto, altrettanto vorrei essere tranquillizzato, che qualcuno si sta interessando della cosa nella sua interezza.
Nel qual caso, a lui, un grazie anticipato.

Franco Giannini
Pubblicato Venerdì 24 luglio, 2015 su SenigalliaNotizie.it