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mercoledì 7 gennaio 2015

Io Vorrei.... un Presidente della Repubblica che...

... ma l'erba voglio non nasce neppure nel giardino del re, figuriamoci in quello di un "ex-re"!!

Poche sono le parole che ho messo io, il resto è solo un collage di "ruberie" tratte dal Web, da interviste di penne illustri o da frasi enunciate dallo stesso Presidente Pertini, che questo si, il mondo ci invidia!
Il perché abbia fatto tutta questa ricerca, risiede nel fatto, o almeno io credo, che noi Italiani abbiamo la memoria corta. Stiamo cercando di trovare un nuovo candidato a Presidente della Repubblica, alcuni criticano quello che sta "abdicando" (tra cui anche io!), ma i nomi che purtroppo escono fuori dal cappello a cilindro quali candidati a questo "Incarico", mi intimoriscono e neppure poco. Evidentemente le esperienze insegnano poco!

Ecco allora come vorrei il nuovo  Presidente. Ma il problema è solo dove e come trovarlo! L'impressione che provo a pelle, e qui sta la gravità della cosa, è che non fanno, i politici preposti, alcuno sforzo per cercarlo, visti i nomi dei gettonati che altro non sono che mezze cartucce della politica, rigenerate, ma sempre avanzi di Befana. Tutti Individui anziani, assai lontani dai quei 50 anni di età richiesti per ambire a detta carica. Tutti però ambiziosi del poter concludere la loro carriera politica, quale ultimo loro canto del cigno, partecipando alla Kermesse più importante, per soddisfare l'appetito del solo piacere ed orgoglio personale. Seppur diranno, l'indomani, una volta eletti, che hanno accettato per fare solo ed esclusivamente il bene del Paese. Già così potenzialmente, sarebbero dei falsi, vigliacchi e bugiardi a prescindere dall'insediamento.
Ed ecco come invece io lo vorrei!

C'è chi vola basso andando a Courmayer con un "volo di stato" e invece io lo vorrei che, come Sandro Pertini, il solo, unico, vero, irripetibile, "Presidente", ogni mattina si recasse, con l'auto di servizio, "in ufficio" al Quirinale senza quei grandi apparati di sicurezza che oggi sono considerati obbligatori da coloro che la cui coscienza perde colpi.
Vorrei che a chi lo riconoscesse e lo salutasse, soprattutto i bambini, che il "Presidente" sorridesse e contraccambiasse il saluto in modo spontaneo, come sapeva fare "Sandro". Con quella spontaneità in dotazione a chi ha il piacere di convivere tra la gente. Non certo come coloro che invece lo hanno solo programmato, come solo programmati sono i rituali di visita, dai selfie, agli inni, alle falsità oratorie contenute nei propri discorsi.
Questione di stile! Che volete, qualcuno ci nasce, qualcun altro prova a scimmiottare, ma solo scimmia resta!

Vorrei un Presidente il cui pensiero politico potesse essere efficacemente espresso come in alcune frasi tratte da una intervista a Sandro Pertini nell'agosto del 2008 concessa alla CESP:
« Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. [...] »

Vorrei un Presidente ateo, o credente, che senza alcun timore, dichiarasse la stessa motivazione per cui nel suo studio al Quirinale anche lui, aveva il Crocifisso: sostenendo infatti, anch'egli, di ammirare la figura di Gesù come uomo che ha sostenuto le sue idee a costo della morte.

Vorrei un Presidente che avesse la stessa determinazione con la quale, come descrisse a Enzo Biagi in un'altra intervista, il periodo della sua detenzione al confino, seppur amando in modo sviscerato la madre che aveva chiesto la grazia per lui al Duce :"Qui, nella mia cella, di nascosto, ho pianto lacrime di amarezza e di vergogna".

Vorrei un Presidente per cui un Montanelli odierno potesse scrivere nuovamente la frase a suo tempo usata per definire Pertini :"Qualunque cosa dica o faccia odora di pulizia, di lealtà".

Vorrei un Presidente che un suo antagonista politico lo descrivesse come fece Malagodi (non certo socialista) con Pertini definendolo :" Un uomo politico senza macchia di equivoci e di sotterfugi".

Vorrei un Presidente che non perdesse mai la dignità, neppure nei momenti più difficili, come lo ricorda il confinato Pertini, anche quando seppur con l'abito da carcerato, riponeva ogni sera i pantaloni sotto il pagliericcio per fargli mantenere la piega in modo che l'indomani fosse sempre vestito modestamente ma in modo inappuntabile come lo era il suo carattere.

Vorrei un Presidente che anche lui confermasse quanto dichiarò ad Enzo Biagi nel corso di una delle interviste : Biagi - Le doti che più apprezza?- e Pertini :"Lealtà, onestà e coerenza" e Biagi di nuovo - E le miserie più spregevoli? - e Pertini :"La superbia, la presunzione, l'invidia" ed ancora Biagi - Che cosa vorrebbe dicessero di lei? - Pertini :"E' stato un uomo che non ha tradito mai i suoi ideali, il movimento dei lavoratori e la democrazia".

Ma solo ora, rispolverando questi aneddoti di una gloriosa, irreprensibile, esistenza, comprendo che io non vorrei l'elezione di un Presidente della Repubblica, bensì che un miracolo si potesse avverare ancora una volta.   





di Franco Giannini

giovedì 5 gennaio 2012

La vigliaccheria di scrivere una lettera che non sarà mai letta dal destinatario


di Franco Giannini

con lo stupido orgoglio di dire sommessamente..."quante gliene ho dette"!

Il messaggio presidenziale di fine anno, e sempre identico, fatto di cartelle contenenti solo frasi retoriche, che sottolineano un'incapacità di governare una barca alla deriva, non certo da ieri, ma oramai da vari decenni.
Il fatto più irritante è che su quella barca, c'è sempre il solito equipaggio, salito sul "legno" con i pantaloni corti e che oggi, vista l'età non più verde, si ritrova attaccato ai sartiami di un'alberatura tarlata, fatiscente ed insicura, per cercare di restare in equilibrio, non potendo più far affidamento sulle proprie gambe tremolanti ed instabili.
In un Paese come quello in cui viviamo, anche quest'anno non si poteva parlare che di recessione, di coesione, di lavoro, di finanza, di economia, ma anche la supplica di vedere tutto ciò con ottimismo, perché ce la faremo a superare questi frangenti, in quanto siamo un popolo che sa rispondere sempre al momento dovuto.
Ecco, se il discorso fosse terminato così, avrei preso un bel bicchiere d'acqua ed avrei mandato giù, ben avvolto come si faceva una volta con un'ostia, il boccone amaro infarcito di retorica, come del resto fa l'italiano medio abitudinariamente, ma quando ho sentito ancora una volta pronunciare la parola SACRIFICI, allora non ci ho visto più.
Pronunciata poi da chi ? Se non da un ultra ottantenne, che non ha mai conosciuto cosa significhi la parola lavoro se non per averla esclamata ripetutamente nei suoi numerosissimi comizi politici. Sentir pronunciare la parola sacrifici, da certe persone, invitare gli italiani ad essere coesi, fa cadere eufemicamente proprio le braccia. Quando poi l'indomani leggi o ascolti che i suoi colleghi politici, quali il suo stesso vice Presidente del Senato, Renato Schifani o il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, o che so la Pdl Stefania Craxi, o l'ex sindaco romano Francesco Rutelli, hanno trascorso il loro ultimo dell'anno alle Maldive, e più precisamente Al Palm Beach Resort di Lhaviyanidi dove le suite costano tra i 2.550 e i 5.700 dollari a notte. Io mi sono sentito offeso, più che dagli atteggiamenti di costoro, per il non sentirmi tutelato da chi invece il suo scopo principale dovrebbe essere solo ed unicamente quello: La Tutela dei cittadini inermi. Ci sono leggi che impediscono di "mettere il naso" su simili comportamenti ? Bene le leggi si cambiano, come recentemente abbiamo imparato da "qualcuno" che ha si è "costruito" leggi ad personam. Ci vuole tempo ? Assolutamente no, ci vuole solo la volontà di farlo! Visto che se si aumenta l'accise sui carburanti in 24 ore, nello stesso tempo si potrebbero mettere in vigore anche leggi che penalizzino comportamenti fastidiosi e non EQUI (altra parola inflazionata) in un momento che in cui forzatamente (in modo quasi dittatoriale) però si richiedono ulteriori fori sulla cinghia dei pantaloni degli italiani "schedati" e solo quelli.
Sacrificio, non significherà andare a Pasqua, invece che alle Maldive, sulle spiagge della Croazia, o in quelle della Tunisia e neppure in quelle Riminesi, bensì proprio non andare in vacanza, perché questa in un momento come quello attuale sarebbe semplicemente un'ESIGENZA di cui si può fare totalmente a meno. Solo qualcuno, come si usa dire, dal "budello grasso" potrebbe anche interpretarla come un sacrificio.
I SACRIFICI, quelli veri, sono ben altri e per comprenderli bisognerebbe avere tanta sensibilità (ma a quel che sembra cosa difficile da trovare nel supermarket parlamentare) ed il coraggio di indossare gli abiti di Antonio Lasciale, di Roberto Manganaro, o di più anonimi come quelli dell' elettricista di Robecco sul Naviglio o dell' agricoltore cinquantaquattrenne di Montefiore dell'Aso o ancora del pensionato di Bari di 74 anni... Ah !!!...chi sono? Sono le 5 Persone con la P maiuscola le cui morti per suicidio dovute alla crisi economica nostrana, alla richiesta non equa di sacrifici, dovrebbero pesare sulle coscienze dei politici con la p minuscola come minuscoli sono i loro risultati. Queste morti sono il significato della parola SACRIFICIO e dell'altra altrettanto nobile di ONESTA'.
Un invito, allora, un consiglio, una preghiera!! Se non può o non sa fare in altro modo, almeno abbia la signorilità (quella gliela riconosco, ne ha sicuramente da vendere, ma come per Monti non basta!!) di non prenderci più per i "fondelli".... profanando e calpestando termini nobili che appartengono solo a tanti italiani con i piedi in terra.... Mi creda, mi è costato non poco, ma ho usato quella poca che io invece avevo, sufficiente però a non usare un altro termine sicuramente non retorico, ma popolano...!

domenica 18 settembre 2011

IL PRESIDENTE NAPOLITANO E L’ESPERANTO


E' un comunicato stampa che ricevo dalla FEI ( Federazione Esperantista Italiana) e che pubblico oltre che sul mio Blog esperantista, anche su questo Blog, perchè mi sembra un fatto, oltre che curioso, anche interessante. L'Esperanto come viene anche qui dimostrato, non sembra essere poi, un'utopia come spesso accade di sentir dire. (la foto è una di repertorio ricavata dalla rete)

IL PRESIDENTE NAPOLITANO E L’ESPERANTO

Il presidente Giorgio Napolitano in visita ufficiale in Romania ha risposto alla domanda del primo ministro rumeno, Emil Boc, se dovessero parlare in inglese o utilizzare le possibilità di interpretazione: “Come lei preferisce. Possiamo parlare in esperanto, inglese, italiano o rumeno.”

Il primo ministro rumeno dopo dei sorrisi di sorpresa alla proposta dell’esperanto ha risposto sottolineando che effettivamente italiani e rumeni si capiscono anche se parlano ognuno nella sua lingua, ribadendo così le comuni radici latine dei due popoli.

Il presidente Napolitano in effetti aveva voluto indicare la sua apertura ad un dialogo senza precondizioni con la Romania, mentre la stampa rumena ha strumentalizzato l’episodio come un tentativo di ironizzare contro il primo ministro Boc. Probabilmente questa reazione all’episodio va intepretata alla luce dei rapporti tra il primo ministro rumeno e la stampa del suo Paese, perche’ non vi sono tracce di ironia in quella frase, come puo’ dire chiunque conosca l’italiano ed il modo di scherzare degli italiani. Tutto l’episodio è stato ripreso e trasmesso dalla televisione rumena: http://www.antena3.ro/politica/premierul-boc-ironizat-de-presedintele-napolitano-i-a-propus-sa-vorbeasca-in-esperanto-136970.html

Comunque i rapporti tra il presidente Napolitano e l’esperanto datano da molto tempo. Sotto il suo Alto Patronato, si svolse il Congresso Mondiale di Esperanto a Firenze nel 2006, ed in quella occasione, ma anche successivamente, fu diffusamente informato sull’esperanto. Gli esperantisti italiani sono soddisfatti della menzione dell’esperanto da parte del presidente della Repubblica, che ringraziano per l’appoggio che da a questa come a tante altre giuste cause.
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Esperanto Italia - FEI
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