domenica 30 dicembre 2012

E se questi sono i nostri salvatori... AUGURI per il 2013 e BUONA FORTUNA ITALIA !!!

Alcide Monti
"Se mi permette, non sono qui per far piacere a lei".

Ed era sincero, quando lo diceva a Bruno Vespa, magari senza saperlo !!! 
* "Se io e i ministri del mio governo faremo molto bene il nostro lavoro, non credo vi siano molte probabilità che ci chiedano di rimanere in carica."
Che ridere, o forse sarebbe da piangere!!
Quello di cui allora non si rendeva conto era che, tecnico o politico che fosse, ciò che diceva sarebbe rimasto scritto nero su bianco a testimonianza del suo modo di gestire il timone di un relitto alla deriva. Frasi che al momento avevano un tono enfatico da primo della classe, da salvatore della Patria, da professorino tecnico, da economista senza macchia e paura di sbagliare, un essere con la schiena diritta come se avesse ingerito un manico di scopa, un uomo tutto di un pezzo, la fisionomia della persona retta di cui avevamo dimenticato le fattezze, ma che dopo un anno di governo, alla luce dei nuovi fatti, delle sue attuali decisioni, sembrano gli si stiano rivolgendo contro. Eccone solo alcune
* "Eravate paralizzati. Se no non ci avreste chiamati. Spero che in futuro non abbiate bisogno di tecnici e sappiate voi eletti fare le cose che servono".
* "Ho letto stamattina che Monti e' disperato: ho fatto un rapido esame di coscienza leggendo quel titolo e per un attimo mi sono sentito colpevole perche' non mi sento assolutamente disperato, poi svegliatomi un po' meglio e avendo riflettuto un po' di piu', quella parvenza di colpevolezza e' svanita del tutto perche' non ho nessun motivo di disperazione".
Vedo...vedo...un lumicino giù in fondo
* " Che monotonia avere un posto fisso per tutta la vita".
* " Quasi sempre quel che giova ai giovani giova al Paese".
* " Uno degli intervenuti questa mattina mi ha detto: «Scusi se la chiamo ancora professore». Vi prego, continuate pure a farlo perché quello di Presidente del Consiglio è un altro mio titolo che durerà poco e quindi, come diceva una volta un mio eminente predecessore, il senatore a vita Giovanni Spadolini, i presidenti passano, i professori restano".
 * "Gli uomini politici possono essere all'altezza del compito oppure scadenti e corrotti, anteponendo il bene proprio alla prosperità degli altri. Il nostro sforzo è quello di favorire il miglioramento del personale politico operando con efficacia per recuperare il valore di quell'attività".
Le risposte, ognuno le può trarre dai risultati ottenuti fin ad oggi, e dalle scelte attuali optate dal Prof.
Ecco che infatti, ad "un un tratto", il giorno (è da un anno che ci aveva fatto la bocca!!) dell'Avvento : la sua entrata, salita o discesa in politica (la si chiami come lui vuole), nelle file della Nuova Democrazia Cristiana con la benedizione della C.d.V. attraverso la voce del Cardinale Bagnasco, ci ha scosso e riportato alla realtà e nella consapevolezza che dovremo tenercelo e sopportarcelo ancora per un po' di tempo.
Questo è il bello della Politica, ma non come la solita frase fatta, bensì come la realtà con cui dovranno confrontarsi tutti gli italiani.
Alcuni infatti (soprattutto la casta degli economisti, quella che ha sempre una teoria da spolverare, sempre infallibile per far restare le cose come stanno) saranno felici che Alcide Monti, Amintore Casini, Silvio Montezemolo, Anonino Fini, proseguiranno questa strada perigliosa.
4 amici al bar
Il bello, si fa per dire , di coloro che non vedono di buon occhio questo nuovo partito scrollatosi dalle palline di naftalina, non è che siano più simpatici e con idee meno nebulose.
Si definiscono da una parte di centro destra, dall'altra invece, di centro sinistra, poi ci sono quelli amorfi, che ricusano il termine politico e si autodefiniscono "movimenti". Movimenti destinati a durare, ottimisticamente guardandoli, alla durata di una sola legislatura, schegge impazzite come quella del dimenticato "Uomo Qualunque" di Giannini memoria.
In quello che si sentono tutti accomunati è lo scopo principe che li portano a partecipare a questa tenzone politica: Il Bene degli italiani, l'Amore per questo nostro Paese, la Pinocchiabilità di queste affermazioni!
A parte poi che si legge, quando non li si ascolta, sempre da parte della maggiorannza di questi candidati, termini quali correttezza, onestà, rispetto per l'aversario, equità, lavoro, lotta all'evasione, problemi dei giovani, ecc...
Ma a parole. Perchè poi vediamo insospettatibili personaggi della Magistratura (quanto meno a livello di correttezza, educazione, bon ton), che non appena entrati in tenzone, si scambiano frasi non di certo signorili.
Si continua a vedere lacrime di coccodrillo supportate dal ricordo del nipote, come fa nonno Grasso, che anzichè commuovere rivelano la falsità e il ruolo patetico della sua messa in scena non appena messo piede nel nuovo impegno, usa la figura del nipotino per raccattare voti.
Altro elemento patetico, dalla parlata "guzza", ma che non sa che cosa vorrà fare da grande è il Dott. Ingroia, che come Gesù Cristo ha il dono dell'ubiquità... magistrato in Sicilia, poi in Guatemala, ora in politica ... e per il bene di chi? ma di "Noi" e chi se no? 
Non dimentichiamo poi gli atteggiamenti educati, democratici, di Federale Grillo, che forse è l'unico che non lo fa per "Noi", ma per un posto sul balcone di Piazza Venezia.
Poi dall'altra parte c'è il ritorno del resuscitato faraone Silvio Tutankamon richiamato in vita dalla preghiere del popolo, dopo che il suo Fede Alfano, più che rivelare la sua "mosciezza" non è riuscito a far di più.
la bella il brutto ed il ...cattivo
Il carro dei vincitori del cavaliere però sembra essersi allegerito, La Russa, Meloni, Crosetto, sono scesi in un momento di rallentamento e ne hanno raffazzonato un altro, tutto loro posizionato a destra e targato Fratelli d'Italia. Erano partiti con il dire basta con  Silvio, ma disposti, post elezioni, a "convergere".
Ma il bello è che alla fine il PD, non piace Monti ma guarda la sua nuova DC facendogli l'occhiolino tentatore. Il PDL ha sparato fino ad ieri contro il Professore, poi sarebbe stato disposto a prenderlo tra le sue file, per poi ricusarlo nuovamente. Poi c'è la Lega che dell'Italia non gliene frega nulla ed il suo interesse è solo per la Padania. Comparsata quella degli "Arancioni" formata da un tavolo con tre amici magistrati al bar impegnati in un  tresette con il morto, la cui posta è sempre il bene dei "Cittadini".
Poi ci sono il gruppo dei trombati, dei dimenticati, degli sfigati, dei impegnati in tribunale, degli scansafatiche, degli incapaci, dei peones, pronti a scendere nel girone dei senza dignità, che non fanno testo, ma che comunque, si guardi bene, lo fanno sempre nell'interesse dei cittadini. 
Ed allora, viene da pensare, anche questa volta, che le scelte del popolo pecorone, sarà o quello di turarsi il naso e votare per il gruppo che sarà risultato più abile ad abbindolare con il "suo programma", o rinforzare il gruppo degli assenteisti anonimi, populisti di quel "Intanto anche per questa legislatura non cambia nulla".
Facendo così non si cambia nulla, è vero, ma quantomeno non si passa da fessi!!
Franco Giannini

sabato 22 dicembre 2012

Un giusto meritato riconoscimento

Quest'anno il Sindaco e la Giunta per augurare a tutti i cittadini un Buon Natale e un Sereno 2013 ha scelto uno scatto del grande artista Bont tratto dalla collezione "Ricordi".
Grazie per la gentile concessione e Complimenti!
"La ragione e la passione
sono per chi deve affrontare la navigazione
come il timone e la vela:
senza il primo nn si governerebbe la direzione,
senza la seconda si rimarrebbe fermi."

Sfrutto l'occasione, salgo sul carro ed approfitto del passaggio per formulare anche io, come,  "Lo Spigolatore" gli Auguri di Buone Feste e Sereno 2013 ai  miei pochi ma assidui lettori-amici!! (FG)

lunedì 17 dicembre 2012

Francesco Bont Buontempi e le Le Navi di Senigallia

Quando anche il degrado diventa arte. Fotografica


Siamo nel periodo natalizio, tutti scrivono libri. Ed ecco allora che Francesco Buontempi, in arte “Bont”, ha pensato bene non di scrivere, ma di visualizzare, a suo modo, l’argomento di cui più si parla in questo periodo, nella marineria senigalliese e non: l’addio alle cinque navi dell’ex cantiere del Navalmeccanico. Un monumento alla burocrazia italiana, che dopo trent’anni di onorato servizio quale testimonial di degrado, abbandonerà definitivamente l’area portuale della nostra città.

“Bont”, forte del suo innato ed acuto spirito di osservazione e della sua sensibilità fotografica, ha voluto fissare per i posteri, in nove immagini questi mostri d’acciaio lasciati arrugginire alle intemperie climatiche, economiche, ma in principal modo politiche e quindi umane. Una specie di “cadeau” destinato ad appassionati della fotografia dai palati sopraffini. Una dimostrazione della veridicità del motto che afferma (io qui lo ingentilisco perché parliamo d’arte!) che “è dai rifiuti che nascono i fiori“.
Buontempi infatti è riuscito a ricavare da questo obbrobrio trentennale una testimonianza artistica, già di per se stessa di grande valore e che continuerà ad accrescerlo nel tempo, quando i ricordi, solitamente, tendono a sbiadirsi.
Anche il testo introduttivo posto sulla foto di presentazione della raccolta (vedi sopra), è stato scelto in modo centrato. E si guardi bene, non è stato scritto per l’occasione, ma è il testo (appunto anch’esso dal titolo Le Navi) di una canzone di Daniele Silvestri: “Che salpino le navi, si levino le ancore e si gonfino le vele, verranno giorni limpidi e dobbiamo approfittare di questi venti gelidi del Greco e del Maestrale, lasciamo che ci spingano al di là di questo mare, non c’è più niente per cui piangere o tornare“.
Francesco "Bont" Buontempi - Le NaviCome dicevo, nove foto, dunque, che vanno dalle morbidezze dei toni di grigio, alla decisa scelta dei bianchi e neri per soffermarsi, negli abili morbidi colori sfumati, ottenuti con un’abile distribuzione di tonalità pastello ed usati per una sola immagine. Definirla però foto è forse troppo riduttivo, ha sapore troppo di tecnica e meno d’arte. Meglio, quindi donarle il reale valore, classificandola come acquerello realizzato su carta fotografica attraverso l’uso di pennellate di luci ed ombre, sapientemente filtrate dall’obiettivo di una camera fotografica, regolato dalla mano artistica di Francesco.
A sottoscrivere la garanzia della qualità di quest’opera, è il fotografo, Nevio Arcangeli, che se ne è sobbarcato la distribuzione, conoscendo a priori le virtù di questo artista, a cui non possiamo che associarci nell’augurargli ambiziosi traguardi.

Franco Giannini
Già pubblicato Sabato 15 dicembre, 2012 su Senigallia Notizie. it  

Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :

giuseppe barrali
2012-12-15 12:06:18
Bellissime foto ma siamo sicuri di non aver usato qualche programma di foto ritocco ???? Anche io come tanti altri " vecchietti" come me ne ho fatte diverse per questo evento che aspettavo da una vita e mi sono divertito ad invecchiarle con PICASA con buoni risultati ma non per questo mi sento un artista. Andiamoci piano con l'arte con perche'qualcuno di quelli veri si potrebbe offendere
quilly
2012-12-15 15:15:11
1) Usare programmi di fotoritocco non è reato da codice penale. E' ammesso anche dalla convenzione di Ginevra e anche l'Onu ha dato il suo benestare... 2) Secondo lei Giacomelli e gli altri grandi della fotografia soprattutto digitale ma anche su pellicola non ritoccavano le loro foto? Magari non usavano Picasa ma agivano direttamente sulla pellicola eppure mi sembra vengano annoverati tra gli artisti allo stesso modo. Io non credo che l'amico Bont si senta un artista. Lo dico perchè lo conosco bene essendo suo compagno di scorribande. Francesco non è un artista ma ama la fotografia. E' un dilettante molto modesto. Addirittura più modesto di quello che invece le sue indubbie doti potrebbero permettergli di essere. E poi chi definisce chi è un artista e chi non lo è? E inoltre è proprio sicuro che gli "Artisti" si potrebbero offendere leggendo questo articolo del caro amico Franco? Secondo me gli artisti se ne sbattono altamente. Io e il Bont andiamo spesso in giro per le campagne a fotografare. Proprio ieri siamo andati nell'officina di un fabbro a fare foto agli operai al lavoro e agli attrezzi e ci siamo divertiti moltissimo. Questo conta per noi, essere dietro la macchina fotografica al momento dello scatto e vivere le situazioni che fotografiamo. Nessuno di noi vuole diventare famoso e nessuno di noi lo diventerà. Siamo due delle centinaia di fotografi dilettanti senigalliesi che amano la fotografia ed esercitano questa "arte" o meglio questa disciplina appena hanno un attimo di tempo libero. Comunque mi creda ci sono molti fotografi definiti artisti che (secondo me) sono ben peggio del Bont.... Saluti
Walter
2012-12-15 16:22:20
Preciso subito che conosco il Bont e non sono un intenditore di fotografia, in fatto di tecnica. So però la passione che mette in quell'attimo che corre tra il vedere il soggetto e il premere il pulsante del fermo immagine con l'impressione "finale" del risultato; un volta avveniva nella pellicola, oggi nella memoria di quella tanto cara macchinetta che permette a noi di seguirlo nei suoi viaggi: ora lungo il nostro fiume o sulle occasionali abbondanti nevicate sui monumenti e vie cittadine o le nostre colline durante i cambiamenti delle quattro stagioni. Basta fermarsi e vedere Francesco come si rapporta con il suo vero lavoro e da lì si comprende che l'arte si apprende anche dai gesti di tutti i giorni. Poi ognuno l'arte la definisce come meglio crede. Questo almeno per me, poi ognuno di noi la vede e la esprime a suo modo. Posso immaginare però che l'arte sia anche quella cosa che ti provoca sensazioni particolari. E spesso sono tanti che credono di possederla e che nella loro vita, sono alla continua ricerca di un'affermazione che non viene. Bravi comunque che s'impegnino! Fra... vedendo le foto ho provato quella sensazione di cui sopra che non è quella di Briatore,...si perchè tra un gelato alla fiamma e una foto passa tutto quello che metti in ciò che fai. In ciò che hai realizzato passa un pò quello che vorrebbero tutti ottenere dai propri hobby. Continua cosi.
guido calamosca
2012-12-15 16:40:38
concordo pienamente con quello che ha scritto simone
BONT
2012-12-16 01:59:55
Caro amico Giuseppe, Se lei mi conoscesse di persona penso che ritratterebbe quello che ha scritto ,perchè,come ha detto il mio Amico Quilly,io non mi sono mai definito ne un'artista ne tantomeno un fotografo professionista! MI piace fotografare!! Per fortuna non devo 'campare' con la fotografia.....schiatterei ben presto!Ho solo voluto mettere in mostra, cosi come le vedo io, le navi del Navalmeccanico, che hanno accompagnato la mia crescita da trent'anni ad oggi,essendo state parte integrante di questa città, questa magnifica città , e l'ho fatto per me, per i miei amici, per chi ha saputo e voluto apprezzarmi fino ad oggi, per chi ha voluto spronarmi nel metterMI in mostra, e per chi continua a farlo!Perche vede,caro Giuseppe, quello che per me conta in una fotografia...è quello che riesce a comunicare, sia essa tristezza, felicità,orrore,rabbia...e via dicendo,e capisco che non tutti la pensiamo alla stessa maniera,e non tutti abbiamo lo stesso scopo nel momento in cui fotografiamo !.....quando guardo una mia fotografia,vecchia di qualche anno e vedo che mi trasmette le stesse 'emozioni' della prima volta....behh...quello è il mio scopo ! Caro Giuseppe la saluto con una frase emblematica che ho appreso questi giorni: "La vita è come una fotografia...se sorridi, viene meglio".....anche senza fotoritocco !! @ QUILLY Grazie ! @Walter...quando mi verrai a trovare il gelato alla fiamma ...te lo offro io !!
Cristina Sbarbati
2012-12-16 13:14:22
Grazie Bont! Commossa e toccata da quanti ti conoscono e ti vogliono bene. Commossa e toccata dal modo in cui ti fai voler bene, da come sei. E le tue foto...be' sai quello che penso...è sempre un brivido lungo la schiena.
PAGO
2012-12-16 20:11:44
Conosco Francesco da anni e fin da quando eravamo poco più che adolescenti il mitico "Bont" fotografava dettagli o situazioni che a noi ragazzi rimanevano invisibili ma non al suo occhio che era già molto sensibile, e quando ce le faceva vedere rimanevamo colpiti!!!! Grande Bont continua così!!!
LorenzoMan
2012-12-17 08:04:44
Esiste una cosa che si chiama talento. E' quella dote particolare che permette di fare semplicemente e naturalmente cose che per altri sono difficili se non impossibili. Se vi capita di andare con Bont in giro in montagna, in campagna, sotto una nevicata o al molo durante un temporale, anche se comprate la sua stessa macchina fotografica, i suoi stessi obiettivi e qualunque programma di elaborazione di immagini vogliate, alla fine le sue foto saranno più belle delle vostre. Perchè lui ha talento.
paolo pierpaoli
2012-12-22 11:25:34
bont sei un grande punto e basta.... brutta cosa l'invidia.......

bobo landi
2012-12-26 19:49:07
beh!sicuramente non hai niente da invidiare a nessuno,le tue foto trasmettono qualcosa oltre l'immagine e che solo tu sai fare, immortalando la nostra senigallia. complimenti e grazie

venerdì 14 dicembre 2012

Il 1° Torneo di Volley Giuliano Pierangeli va alla squadra “Comunque Contro”

la finalissima
A loro il Trofeo, a Giuliano il commosso ricordo di tutti i presenti. FOTO e VIDEO

Quello che mi ha colpito a fine partita è stata la battuta che si sono scambiati due avversari, stringendosi la mano sorridendo e facendosi i complimenti. La domanda di colui che giunto secondo rivolgeva a quello che aveva vinto chiedendo “Contenti, vero??“. La domanda era forse amichevolmente ironica dal momento che la partita si era conclusa al Tie-Break con un punteggio testa a testa, dopo i due set pari, altalenante sempre di un punto fino al fatidico 16-14 che decretava la vittoria di una delle due formazioni, come vuole che sia del resto la legge nello sport.

Ma è stata la risposta del vincente quella che mi ha colpito. Quando termina un campionato, di qualsiasi sport si tratti, purché professionistico, solitamente l’atleta di turno intervistato, spesso lo si sente proferire con un quasi senso di sollievo: “Ora è tutto terminato, finalmente si va in ferie…“. Non come l’esercizio di uno sport, bensì quale un faticoso, monotono lavoro.
Il pubblico del 1° trofeo senigalliese Giuliano Pierangeli
il pubblico
Una frase che faceva a pugni, quindi, con quella del nostro orgoglioso dilettante che replicava al “Contenti, Vero??” con un “Felici si, ma anche dispiaciuti, perché è tutto finito!“. Per lui dunque, Non un lavoro, ma il sano, genuino piacere di condividere e convivere il divertimento che procura uno sport che è passione ed in questo caso specifico, un caro ricordo.
Sono certo che queste sarebbero state anche le parole di Giuliano, al termine di uno di questi tornei amatoriali a cui partecipava sempre con tanta passione. Come del resto sono certo che, microfono in mano, avrebbe a fine torneo, ringraziato tutti i presenti, seppur con voce timorosa, vista la riservatezza che lo distingueva, per aver dato visibilità a quello sport che tanto amava.
Un momento delle premiazioni del 1° trofeo senigalliese Giuliano Pierangeli
Daniela e Giuliano
Ad assumersi questo compito sabato sera, 8 dicembre, invece, è stato il deus-ex-machina di tutto questo lungo campionato dedicato a Giuliano, ovvero l’infaticabile, maestro di modestia e grande entusiasta del volley, Francesco Bramucci: organizzatore, arbitro, amministratore, presentatore, amico e… tifoso, ma si guardi bene, sempre imparziale.
Senza tante circonlocuzioni, ha colto doverosamente l’occasione, sempre con le parole quasi contate, come è suo solito, ringraziare in toto i partecipanti delle otto squadre, non dimenticando la Società A.S.D. ARCI VOLLEY di Senigallia per la collaborazione fornita un po’ in generale, inoltre i Proff. Vinicio Cerqueti e Daniele Sordoni, rispettivamente Presidi dell’Istituto Marchetti e dell’I.T.C.G. Corinaldesi, per aver messo a disposizione le palestre dei loro istituti, la Sena Service Immobiliare per aver offerto i trofei assegnati alle prime quattro squadre classificate. Poi, Cesti di prodotti alimentari agli otto gruppi e medaglie per tutti gli atleti.
Un momento delle premiazioni del 1° trofeo senigalliese Giuliano Pierangeli
Il Sindaco con il suo Vice
Un ringraziamento particolare, è andato invece sia al Sindaco Maurizio Mangialardi che al suo Vice Maurizio Memè, non solo per le figure istituzionali che rappresentavano, ma in principal modo per l’amicizia e la vicinanza che la tipologia di lavoro svolto da Giuliano lo ha legato a loro.
Infatti, entrambi, hanno voluto presenziare sia al via del campionato, sia alla premiazione delle squadre, con le quali hanno voluto dichiarare concluso questo 1° Torneo.
Conclusione entusiasta che non poteva che portare ad uno scoop. Da quello che ho potuto apprendere sia sugli spalti che durante la premiazione, forse vedremo ripetersi nel 2013 questa competizione con un 2° Trofeo Pierangeli. Quindi se non proprio un impegno ufficiale, quanto meno uno ufficioso, ma morale, che forse, visti i tempi, vale ancor di più.
Un momento delle premiazioni del 1° trofeo senigalliese Giuliano Pierangeli
Parenti ed organizzatori
Assente per impegni sopraggiunti all’ultimo istante il Preside Daniele Sordoni, che ha tenuto però a far giungere le sue scuse, per voce del Sig. Pacenti Gianfranco, presidente dell’Arci Volley. Un personaggio particolare, Pacenti, a cui va anche il merito di aver “usato” questa particolare giornata per prendere i due classici piccioni con una fava: mettere in vendita-benefica delle piantine di “Stelle di Natale”, il cui ricavato andrà alla Onlus “Terre Gemelle” che opera in Costa d’Avorio e di Cui la A.S.D. Arci Volley fa da sostenitrice.
Queste le prime quattro classificate: 4° posto BARETTO ROSSO – 3° TAVERNETTA SULL’AIA – 2° GLI AMBASCIATORI DEL VOLLEY – 1° COMUNQUE CONTRO. A premiarle oltre il Sindaco ed il suo Vice, il Preside Vinicio Cerqueti e l’ex Preside Prof. Mario Cavallari in veste anche di portavoce del Sindaco.
Presenti e Premiati anche la figlia ed il figlio di Pierangeli, come pure il fratello e le due sorelle Daniela e Roberta a cui Francesco ha consegnato la Targa.

Allegati

Il VIDEO delle premiazioni del Memorial Pierangeli
 

Franco Giannini
Già pubblicato Mercoledì 12 dicembre, 2012 su Senigallia Notizie.it

mercoledì 12 dicembre 2012

13 Dicembre 1982 - La Frana Barducci

nella foto di Omar Abbondanza il cartello che ti annunciava la frazione


Vissuta da un anconetano emigrato a Senigallia. Ovvero le ferite si rimarginano, ma lasciano il segno! Qui, quelle nei ricordi...

Delle tre gravi calamità che ha colpito Ancona, posso dire "Io c'ero" solo nelle prime due. Fortunatamente ho evitato di dire "non c'è due senza tre", solo perché 10 anni prima, "Terry", sfasciandomi la casa, mi aveva "consigliato" di espatriare in quel di Senigallia. Ma, già da diciasettenne, avevo messo i piedi a bagno durante l'alluvione del 5 settembre del 1959. Quasi un apprendistato per la partecipazione (come militare) a quella, di ben diversa gravità, di Firenze.
Alluvione, terremoto e frana, tre eventi catastrofici, di eguale gravità, ma credo, con un impatto diverso nei confronti dell'opinione pubblica. Sarà perché l'alluvione portò via con la furia dell'acqua una decina di vite umane? Sarà che il terremoto stressò gli anconetani per oltre un anno con scosse continue? Sarà perché il raggio d'azione solitamente è più ampio e coglie impreparate molte più persone O sarà forse perché l'alluvione ed il terremoto, non si preannunciano, non bussano alla porta,...la sfondano senza concederti il tempo di pensare. Ecco che allora ne rimani più impressionato. Della frana, spavento si, ma riesci a metabolizzare tutto il giorno dopo, constatando la gravità dei danni e magari con le mani nei cappelli, ti ritrovi a ringraziare "la buona sorte" perché ti ha permesso di raccontare la storia.
Le frane solitamente, qualche avviso, magari piccolo, lo danno come crepe, scricchiolii, spostamenti magari millesimali. E qui in questi casi dovrebbe intervenire immediatamente il tecnico. Ma si sa come sono andate sempre le cose in Italia. Il tecnico interviene, ma poi la decisione spetta al politico del momento, che magari rimanda per non colpevolizzare decisioni prese magari avventatamente.
E questa infatti è anche la storia della Frana Barducci. Tutti gli abitanti dei quartieri di Palombella, Borghetto, Torrette e Posatora, conoscevano la storia di quel lembo di terra di circa 1700 metri di larghezza per oltre 200 ettari di estensione, che è stato da sempre denominato frana Barducci, per la sua instabilità. Eppure si continuava ad abitarci e a rilasciare nuove licenze edilizie, perché la gente era abituata a convivere con questi fenomeni. Ed anche l'attuale Ospedale di Torrette non è che sia stato edificato molto distante dalla frana !!
Ma quello che fu ancor più grave è che questi permessi vennero rilasciati anche per costruire in quei terreni, due grossi Ospedali, un pensionato per anziani di lusso come il Tambroni, il distaccamento della Polizia Stradale e la sede della Facoltà di Medicina.
La cittadinanza, invece in proprio, pagò (i dati sono disponibili in rete) con oltre 850 abitazioni distrutte e con l'evacuazione immediata di oltre 3500 persone.
E mentre scrivo mi salgono alla mente i ricordi sbiaditi dai 30 anni trascorsi, che via via però si fanno più nitidi.  Allora ricordo che il giorno successivo andai di persona a vedere i danni di cui parlavano tutti e che ritenevo fossero ingigantiti. Ricordo che alla visione della strada ribaltata, delle voragini venutesi a creare, delle mura dei palazzi spaccati, delle colonne di cemento armato spezzate in due, il primo pensiero che mi venne alla mente fu quello di una "immensa fortuna", se la frana non si fosse portata via delle vittime.
Ricordo che osservando come era ridotto l'Oncologico, pensai subito a quale immenso lavoro siano stati chiamati il personale degli ospedali, i volontari, i VF, e tutte le Forze dell'Ordine, tra i pericoli dei crolli da una parte e la tempestività delle operazioni nelle fasi concitate dell'evacuazione dei pazienti. Si guardi bene, non uno, bensì due gli Ospedali da evacuare nonchè un ricovero per anziani !!
Ricordo la caserma del distaccamento della Polizia Stradale, con finestre e pareti cadenti, come pure la Facoltà di Medicina con i suoi muri, le sue colonne oramai fuori squadro ed i pavimenti sollevati ed obliqui.
Ricordo lo Stabilimento Angelini senza più un vetro intatto nei finestroni.
L'autolavaggio-foto di Omar Abbondanza
Ricordo quell'autolavaggio all'ingresso del Borgetto, uno dei primi "spazzoloni" del tempo, "affogato" tra macerie e zolle di terra piovuta dall'alto.
Ricordo il gran numero di persone che sia aggiravano tra le macerie senza proferire una parola. Gli unici rumori quelli dei motori dei camion, che si adoperavano al salvataggio della mobilia di coloro che avevano, buon per loro, dove poterle custodire.
Ricordo le rotaie della ferrovia, che erano riuscite a mettere in pratica quel progetto politico di moda di cui si parlava in quel periodo (o giù di lì): quella famosa "convergenze parallele". Rotaie che la forza della natura era riuscita a piegare in tante esse continue.
Ma le conseguenze della frana, come per il terremoto,  non si fermarono e proseguirono ancora per lungo periodo. E tra i ricordi del post evento ricordo personalmente, abitando io a Senigallia ed avendo i miei genitori e parenti in Ancona, il giro che dovevo fare ogni qualvolta dovevo raggiungere la città. Perché  la Statale Adriatica s'interrompeva, a Sud, all'altezza del vecchio stabilimento ACRAF medicinali di Angelini, per ritornare ad essere percorribile, a Nord, dal ristorante Carloni. Si doveva allora passare dietro le spalle della frana, salendo verso Posatora, per poi uscire al Pinocchio e scendere in città. Finchè non vennero colmate le voragini, costruita una nuova strada sempre in continua manutenzione perché soggetta a "mòvese", come dicevano gli anconetani.
Ricordo come gli edifici pubblici (ospedale, pensionato, caserma) nel loro assoluto abbandono, divennero per lungo tempo, fino ad esaurimento merce, un supermercato gratuito, per il recupero di arredamenti, laterizi, infissi in alluminio, sanitari... C'era il rischio che qualche cosa potesse venir giù, ma c'era chi incurante rischiava per guadagnarci su qualche cosa.
Ricordo come in queste aree, il silenzio da quel  fatidico 13 dicembre del 1982, non si sia più interrotto.
Ora la zona di Posatora colpita dalla frana è stata destinata a parco, quella verso mare e stata messa in sicurezza. La frana, come si usa fare quando la stalla è stata aperta e gli animali sono usciti, viene costantemente monitorata 24 ore su 24.

Alcuni link utili per chi volesse saperne e vedere di più:

http://multimedia.quotidiano.net/?tipo=photo&media=48897
http://meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/Esclusivo-le-immagini-della-terribile-frana-di-Ancona-del-13-dicembre-1982/7236/
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Ancona
http://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/index.html?pg=1&idart=5229&idcat=3
http://digilander.libero.it/snowingtime/barducci.htm     (in questo link le foto di Omar Abbondanza)

e cliccando su video esplicativo i danni reali, attraverso un montaggio fotografico di Guidi Paolo.

Franco Giannini

venerdì 7 dicembre 2012

Dopo Lazzaro, ci prova Silvio !

-Ma è un refuso ??!!! Io sapevo che Stalin era morto !! 
-Si, si, hai ragione... ma non è un refuso, è solo una mezza bugia (o quasi)... ma intanto tu comincia a spargere la voce, visto mai! 
 

I Cavalier serventi (meglio sarebbe dire le sgallettate "amazzoni serventi" visto il loro numero) del fantino "senese" (senese solamente perché a suo dire, lui, cavalca ancora a pelo...aiutami lingua!!) si stanno agghindando con i vestiti della festa di un anno fa. A qualcuno sembra vadano stretti ed allora si stanno guardando attorno nella speranza di trovare qualche occasione in qualche mercatino di oggetti parlamentari riciclati. LUI è al settimo cielo, sente (dice) voci mistiche che gli suggeriscono di tornare, ma non solo. In questi momenti di semi lucidità mentale assapora quegli attimi indimenticabili in cui la voce regale di Elisabetta chiedeva chi fosse il bifolco che urlava "Sig. Obama", oppure si rivede fare uno spassoso divertente CU-CU all'Angela, non dimenticando di etichettarla con il termine amichevole di "culona". Ora queste rimembranze gli sembrano possano ripetersi. Anche perché è trascorso un anno, ma i personaggi storici sono rimasti quelli, eccezion fatta per quel francese di cui non ricorda più quasi nulla, se non che aveva la moglie "bona" e per quel beduino che aveva il suo stesso hobby, quello di cavalcare a "pelo", ma che poi ha fatto una brutta fine. Intorno sente uno strano  profumo di Passera, che sembra avergli stuzzicato certi appetiti e rinverdito vecchi ricordi sopiti, ma mai dimenticati totalmente. I vecchi amori, del resto, non si dimenticano mai totalmente. Passera, un nome, una garanzia di peccato che ti irrita e ti sveglia certi richiami. Ecco che allora come per incanto torna a sognare un(a) Mora che con un po' di Fede, malgrado emani cattivi odori e non sia il massimo della bellezza, (ma ha dalla sua parte la spensierata esuberanza di una ancora minorenne gioventù), con l'autorizzazione del suo zio faraone, si è assunta il compito di organizzare  nella "dacia" dell'hinterland milanese, delle piacevoli serate fatte a base di gradevoli  cenette e spettacoli eleganti, come solo lei sa proporre. L' Anfitrione, perdurando quel cattivo odore, appurando di persona che deriva da una trascurata alitosi, si ricorda di avere tra le sue conoscenze chi potrebbe risolvere quel problema. Una giovane, prosperosa, bella e brava igienista dentale. Esperta in problemi dell'uso gestionale dell'apparato orale, che può aiutare la nostra minorenne ad una gestione più consona e meno disturbante del suo cavo faringeo nel corso delle eleganti serate.
Immagino che da questa mattina, dopo che una "nebbia" d'uomo, a mo di ambasciatore che non porta pena, è salita all'Alto Colle a minacciar mari e Monti, di chiudere bottega, ha iniziato a far rinfrescare le pareti delle cento camere e del salone dei Bongo-Bongo, in attesa che le danze (eleganti) ricomincino di nuovo.
Ma la senilità non lo aiuta a vedere oltre i suoi occhi a mandorla, che il botulino gli ha semichiusi, ha perduto il pallottoliere per fare i conti dei sudditi rimastigli al fianco, la scatola del Viagra è vuota, i suoi due amici di merende hanno altre cose a cui pensare. I gioielli di casa (quelli economici, gli altri riposano tra la pace dei sensi) hanno perso valore, ed il ragioniere del night-club ha altro a cui pensare. Solo le agenzie di statistica, finché qualcuno le paga, continuano a fornire dati a lui positivi ed incoraggianti. Ma tra un po' si sveglierà, e la fase del risveglio questa volta non spaventerà più di certo gli italiani, oramai dallo stesso vaccinati a queste situazioni,  ma solamente questo "ometto" (sosia dell' "Alieno" di Bonolis di Avanti un altro), ambizioso, a cui si augura tutto quello che lui non desidererebbe: in primis l'essere abbandonato e deriso. Destino, del resto, di tutti coloro che credono di dettare le proprie leggi (ad personam) e che vendono sempre come "democratiche" e per il bene del popolo!
Franco Giannini

martedì 4 dicembre 2012

Tanta acqua è passata sotto i ponti del fiume Misa…

Tornelli acquatici
... e tanta altra vorremmo che ci passasse ancora (un tronco non fa primavera)-FOTO

La spiegazione di tale speranzoso desiderio, è contenuta nelle foto che due lettori hanno inviato alla redazione di Senigallianotizie.it. In alcune si vede il fiume Misa dopo una situazione di piogge intense, con residui, rami e un grosso tronco. Nelle altre si vede come venga rimosso solo il grosso tronco, mentre il resto dei residui giace sotto il livello dell’acqua per tornare visibile d’estate e creare problemi d’inverno.

Come al solito, quindi, le pubblico, anche se credo di poter affermare che l’Amministrazione Comunale, in tal senso può far poco, in quanto la custodia, la pulizia degli alvei di scorrimento delle acque di torrenti e fiumi, dovrebbe ricadere, salvo cattiva informazione, sotto la giurisdizione delle Province.
I residui sul fiume Misa di Senigallia dopo alcune piogge
Il pilone "rafforzato"
Ma se penso che a Gaza i bambini muoiono come mosche mentre il mondo impassibile si “scansa” lavandosene le mani; se penso che c’è una UE che promette dei fondi ai terremotati dell’Emilia e poi non mantiene; se penso che i capoccioni del G8 riuniti a L’Aquila terremotata hanno fatto altrettanto; se penso che il nostro governo attuale sta “parlando” di sanare i danni del terremoto del Belice di 44 anni fa; se penso che ancora si sta decidendo sul taglio delle province e a quali compiti, le restanti, saranno destinate ad assolvere da “grandi”… mi sorge il dubbio che il desiderio sopra espresso, resterà come tale.
Lo Stato non ha soldi, eccezion fatta per interessi personali e di facciata; le Regioni non hanno soldi perché, dicono, lo Stato ha stretto i cordoni della borsa, ma anche perché, aggiungo io, come la cronaca ci riferisce, quei pochi sono anche spesi in modo disennato (eufemismo!); i Comuni, ultima ruota del carro, un po’ perché è vero, un po’ perché fa anche comodo giocarci sopra, si uniscono al comune pianto greco.
I residui sul fiume Misa di Senigallia dopo alcune piogge
la diga dei "castori"
Ed allora l’unica cosa che hanno escogitato, a tutti i livelli, dal nazionale al comunale, nei casi relativi alle foto, è quello dell’emissione del comunicato di routine divulgato dalla Protezione Civile. Ad ogni possibilità di pioggia, l’allarme: il “si salvi chi può“, ma “senza allarmarsi troppo“. Un modo di mettere le mani avanti nel timore che cadendo si batta la faccia in terra.
Se l’allarme va a vuoto, meglio così, era solo una forma di prevenzione. Se invece si dovessero verificare gli eventi catastrofici annunciati, che farci? Purtroppo sono eventi naturali contro cui nulla si può fare se non preavvertendo del pericolo i cittadini. E per fortuna che ciò è stato fatto, altrimenti quanto sarebbe risultato più grave anche a livello di perdite umane?
Rimozione del grosso tronco depositato sul fiume Misa dopo alcune piogge
rimozione tronco
E Senigallia fa parte di questo mondo, di questa Europa, di questa Italia, di questa Regione Marche, di questa Provincia di Ancona e, quindi, a livello di problemi sopra elencati, non è che noi siamo messi meglio di tanti altre Amministrazioni.
Ed allora, giusto è pubblicare queste foto, esternando i propri dubbi su una pulizia dei letti dei fiumi praticamente inesistente ed esprimendo un proprio desiderio: che la prevenzione non si fermi ad un comunicato o alla rimozione di un solo tronco.
Ma, credo, quello che ci resterà da fare è rimanere appoggiati alla spalletta del ponte, a controllare guardando giù, che l’acqua del Misa continui a scorrere sotto ponte 2 Giugno, suggerendo ed augurandoci che se l’Amministrazione non può ripulire l’alveo, perché non di sua competenza, ma quantomeno solleciti a farlo l’Istituzione demandata a tale compito!

Franco Giannini
Già pubblicato Domenica 2 dicembre, 2012 su Senigallia Notizie.it

Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :

Rachele
2012-12-02 15:57:41
Stavo guardando una trasmissione con dei politici presenti e si parlava dei soldi che mancano alla sanità. Poi il discorso passa sul finanziamento pubblico ai partiti. Il conduttore accenna alle ruberie dei varii Fiorito di turno e al fatto che forse i soldi alla sanità potrebbero venire facendo la cresta su qualcos'altro - chi voleva capire avrebbe capito che intendeva di trovarli dal finanziamento ai partiti. Ma naturalmente fra quei politici ce ne fosse stato uno che avesse speso una parola per dire: di questo tempi noi partito rinunciamo ad un pò di soldi per , per es, , la sanità- tristezza...
Marcello Liverani
Marcello Liverani
2012-12-02 16:33:22
Articolo a dir poco perfetto!
Niki Morganti
2012-12-02 18:17:26
Articolo a dir poco inesatto, e mi riferisco alla sola manutenzione dei fiumi; non entro negli altri aspetti di carattere politico-amministrativo. La manutenzione dei fiumi, per quanto riguarda Senigallia Misa, Nevola e Cesano vengono fatte, ogni anno, da ditte incaricate dalla Provincia e da volontari. Il problema non è se il letto del fiume è "pulito" o no; il problema è che è cambiato il regime delle precipitazioni e che si è, nel corso degli ultimi 50 anni, distrutto il territorio, andando soprattutto a impermeabilizzare il suolo e costruire vicino ai fiumi, i quali, è nella loro natura, possono straripare, specialmente dove sono sempre straripati. E sul Misa ci sono tante informazioni riguardo al passato: negli annuari di Senigallia sono riportate anche le alluvioni, in città e in campagna. E cosa si scopre? Che fino agli anni '60, quando i fiumi erano "puliti" (basta vedere le foto d'epoca, alberi zero!) quasi ogni anno il Misa esondava. Pensiamo ancora che sia la vegetazione il problema??!! O forse che si è costruito dove non si doveva?
Franco Giannini
2012-12-02 18:48:43
Per carità, non mi voglio mettere in polemica con un addetto ai lavori, ma il mio discorso riguardava il tratto cittadino del fiume. "Pensiamo ancora che sia la vegetazione il problema??!! O forse che si è costruito dove non si doveva?" Concordo sull'ultimo punto, come pure anche sull' " ... impermeabilizzare il suolo e costruire vicino ai fiumi.." ma spero che voglia condividere con me che il non pulire quelle "dighe" venutesi a creare (come ben si vede nella foto), non possano che creare un'ostruzione sotto le arcate non agevolando di certo il deflusso delle acque in caso di piene! Insomma, per dirla breve, tolto il tronco potevano pulire anche l'altro lato. Sono certo che tale azione non avrebbe procurato un danno. Per il resto del corso, intendo a monte, condivido con lei, che non sia la pulizia del letto quella che crea problemi, anzi la vegetazione (quella poca che ancora rimane) dovrebbe avere la funzione di freno per la velocità delle acque.
Paul Manoni
2012-12-03 03:47:31
Io dirotto il discorso sul "si salvi chi può...ma senza allarmarsi troppo". Tutte le volte che piove a go-go, che il livello arriva al limite, che le chiaviche non ricevono più e via dicendo, la Prot. Civile, il Comune o chi per loro, a mio avviso non avvisano mai in modo adeguato su ciò che devono fare i cittadini. Intendiamoci, non dico che questi non avvertano o non allarmino le persone. Parlo proprio di una sorta di decalogo sul da farsi. Tutte le volte, le famiglie non sanno se o come recuperare i loro figli a scuola. Centralini in fibrillazione. Gente che si mette alla guida e non sa dove andare a sbattere le corna, e via dicendo. Possibile che nessuno possa lavorare su una brouchure che fornisca informazioni su una serie di comportamenti da tenere in simili casi? Possibile che non si possa fornire istruzioni adeguate su un piano d'emergenza da seguire? Ecco, a prescindere dalla pulitura dei letti dei fiumi, o la rimozione dei detriti sotto i ponti, cosa che si dovrebbe doverosamente fare per scongiurare ogni possibile aggravamento delle situazioni pericolose, forse sarebbe un'ottima cosa, da parte degli organi competenti quali che siano, divulgare informazioni sul corretto comportamento da tenere in casi di calamità naturali.
Galuco Glaucoma
2012-12-03 10:33:27
Ciao Paul..lo dovresti trovare (purtroppo ho la rete lenta e non riesco a scaricarlo) qui : http://www.comune.senigallia.an.it/senigallia/Senigallia/cose_in_comune/protezione_civile/index.html esistono le brouchure anche se quella che ho visto io non era proprio dettagliata (ad esempio in questo caso si dice che non bisogna andare a prendere i figli a scuola ma non dice chi organizza con sicurezza il loro rientro a casa….da 25M forse si però..ripeto non riesco ad aprirla..) il brutto di queste cose è che…1) le persone non cercano e non si interessano fino a quando non subiscono il “danno” (nessuno chiede alla protezione civile informazioni sui terremoti, incendi, alluvioni , ecc ecc fino a quando non gli capita di persona il “disastro” ….e in genere è sempre troppo tardi chiederlo a danno avvenuto) 2) il comune la protezione civile ecc ecc non istruiscono mai in maniera efficace la popolazione…quando si tratta di elezioni vedi la città piena zeppa di volti e partiti ma quando si tratta di istruire le persone a trovare le brochure in internet oppure cartaceo …mai una volta che lo trovi scritto da qualche parte!!
Niki Morganti
2012-12-03 14:47:40
Ci sono prove scientifiche in materia che dimostrano che le canne non sono un problema per il deflusso delle acque, semplicemente si piegano e non offrono ostacolo. Le dighe che si formano sotto i ponti sono causati...dai piloni dei ponti!!! Basterebbe investire di più per rifare i ponti come Ponte Portone, poi nel lungo termine questo porterebbe un beneficio economico maggiore, perché si eviterebbero le inutili "pulizie" della vegetazione che, come ha detto lei, è un vantaggio e non un problema per il deflusso delle acque.
Franco Giannini
2012-12-03 15:53:32
@ Morganti : Le istituzioni non avendo i quattrini (almeno così dicono) per costruire per il momento una nuova serie di ponti, bisogna che utilizzino al meglio quelle che abbiamo in dotazione! Ed allora, senza girarci tanto sopra, diciamo che chi ci aveva fatto notare l'inconveniente, non è che poi sbagliasse più di tanto. Allora al fine di ottenere quel "Vantaggio", Ramazza, Sugo di Gomito e Pulizia... che non fa mai male !!
Paul Manoni
2012-12-03 19:18:33
@Glauco, quello che mi hai segnalato non lo conoscevo, ed è già un discreto passo avanti, nonostante sia una brouchere molto riassuntiva e striminzita. Andrebbe fotocopiata e distribuita, anzichè tenerla sul sito del comune, ma tant'è. Ti ringrazio per la segnalazione, ed aggiungo che concordo con te sui due punti che hai evidenziato.

Alberto DIAMBRA
2012-12-04 12:35:37
Un sacco di consigli dati a sproposito ,di broushere ce ne sono anche troppe,quello che manca è la competenza tecnica,la voglia di applicare con equità le varie disposizioni tecniche e le prescrizioni in fase di urbanizzazione e non dare per scontato che tutto vada bene tanto c'è sempre l'evento eccezionale e per chi si lamenta che siano adottate le misure previste dai vari D.P.Regionali e prescrizioni di licenze edilizie esiste l'intervento del Sindaco Mangialardi che cataloga quelle persone come INTOLLERABILI in quanto non sa cosa sia convivere con acqua e fango atendendo che accada anche qualcosa di irreparabile

Galuco Glaucoma
2012-12-04 18:12:51
ora voglio fare un po il provocatore di turno...sai cosa penso io Alberto? che quando un uomo..sceglie casa e decide di farsi una bella casa tutta sua...è consapevole di quello che compra oppure è impulsivo e compra a casaccio? quando si vendono le case alla cesanella e in tutte le zone a rischio esondazione…. il fiume misa viene nascosto ?? come fanno a nascondere il fiume misa quando si compra una casa a 40 metri dal fiume?? Cosa si pensa che se un giorno il fiume getterà le acque oltre l’ostacolo la casa magicamente verrà risparmiata? Si pensa che ha un dispositivo che ..grazie ad un complesso sistema di carrucole e pali …la casa si alzerà da terra e farà passare l’acqua sotto?? ….Costruiscono case vicino il fiume? Sono dei matti a farlo? Ok concordo..ma vedo la stessa pazzia nel vedere persone comprare case in zone pericolose…..io non ho mai visto in vita mia comprare una casa con il venditore che punta la pistola alla tempia del cliente!! Io ho lasciato 4 case (pure molto belle) perché vicine al fiume e in zone a rischio…uno compra casa (oppure eredita) a 4 cm dal fiume e poi se la prende con il mondo perché si allaga?? Questo a me sembra molto ipocrita e troppo comodo!! Detto questo concordo che i piani regolatori e il comune hanno fatto errori (chiamiamoli così…) che vanno rimediati al piu presto!! Scusate la provocazione.

lunedì 3 dicembre 2012

Bersani riesce a "perdere" le Primarie anche con il 61,98%

Forse non sapremo mai chi di loro due era il migliore nello sport...
di loro, invece oggi, sappiamo solo, che il montaggio vede un altro "toscanaccio", ma nella posizione sbagliata.

Dopo i risultati di questa notte, ho la sensazione di vedere il PD raffigurato come un grosso boccale di birra, per intenderci, quelli dell'Oktoberfest...pieni fini all'orlo e traboccanti di schiuma, che innavertitamente lasciati sul tavolo, appassitasi la schiuma, lasciano poi, il bicchiere mezzo vuoto per gli assetati e mezzo pieno per i non.
Ho sempre visto, fin dall'inizio della competizione, un Bersani "moscio", che più che confidare nelle sue forze, ha cercato di succhiare la ruota di un qualche gregario di lusso che lo portasse fino al traguardo. L'ho visto, come dicevo, "Moscio", ma spinto (immeritatamente) dalla squadra del Partito come ai "vecchi tempi" e per questo non ho dubitato mai della sua vittoria. 
Ho tifato, quando ha deciso di entrare in competizione, Vendola. Non perché credessi in lui come il "Salvatore della Patria", ma forse come un possibile compattatore di una sinistra oramai sempre più annacquata dagli spettri della vecchia DC. Tabacci e la Puppato erano solo dei figuranti, messi lì per fare numero. Quello che più poteva impensierire era quel Matteo Renzi, che unitamente a Bersani, si contendevano il primato più che come politici, come imitatori, loro, di quel Crozza che è servito anche lui, caricatturando le loro immagini e le loro voci, a propagandare entrambi nella campagna elettorale.
A dire il vero, Renzino, non mi è mai piaciuto. Giovane, Simpatico, con una spiccata oratoria, buontempone come tutti i fiorentini, ma politicamente, oserei dire, senza "sesso". Comunque non certo uno di sinistra, per lo meno come la intendo io. Anche lui, quasi certamente, con un'anima scudo crociata, un po' restaurata, ma sempre DC. 
Però, devo dire, che ieri sera ascoltando il suo discorso di ammissione di sconfitta, con un viso sorridente, aperto, forse con un filo di commozione quando ha toccato il tema dei suoi famigliari e dei suoi collaboratori, mi sono ricreduto su alcuni punti della sua campagna. Non parlo di programma, parlo del suo modo di compontarsi, politicamente parlando, di fronte ad una sconfitta. Ha fatto gli auguri pubblicamente al Vincitore, si è assunto in prima persona la sconfitta, lo ha dichiarato apertamente (forse la prima volta nella storia della politica nazionale!) ed ha rinunciato al probabile "posto" che solitamente viene concesso come "Onore delle Armi". Ha invogliato i giovani a provarci, sempre, anche se c'è timore di non farcela. Un incoraggiamento a vedere un futuro, per lo meno a continuare a credere. Bersani, da parte sua, ha anche lui ringraziato tutti, invece, quasi scocciato per una vittoria a cui non è abituato (o meglio noi di sinistra non siamo più abituati!) ed impacciato come sempre nell'esprimersi, anche alla donna delle pulizie, lasciando solo alla fine, un cenno di saluto al suo antagonista. Una caduta di stile, cosa del resto che non possiede e che non cerca in alcun modo di celare!
Però, anche da parte del "ragazzetto", qualche cosa continua a non quadrarmi. Quando, ad esempio, ho sentito dirgli che continuerà a fare il Sindaco di Firenze. Ho provato come l'impressione che è in attesa che quella schiuma sul boccale di birra svanisca,  e  una volta sparita, faccia intravedere quel suo 38% quasi "minaccioso" di consensi "particolari", un pò azzurrati e porti a considerare il vertice del PD quel bicchiere se esso sia  mezzo pieno o mezzo vuoto. Un po' il "Capisci a me" della situazione. Allora l'ho visto furbescamente chiudere il portone di Palazzo Vecchio, dicendo che ha da fare il Sindaco, attendendo però che qualcuno gli suoni al citofono, chieda di lui, con un regalo natalizio più pesante di quello che potrebbe essere il riconoscimento che solitamente si da per addolcire la pillola della sconfitta.
Ero partito in modo "sportivo" ed altrettanto voglio fare per concludere: certo è che la scelta del viaggio odierno intrapreso da Bersani in terra libica (a fare che??), non mi aiuta di certo di vedere in lui, positivamente, "un uomo solo al comando!!" piuttosto un imbarazzato uomo, con un seguito di suoi coetanei (Berlinguer il vecchio, D'Alema, Veltroni, Bindi, ecc.) sul viale del tramonto, intento a trastullarsi con il "pettinare bambole".