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martedì 11 dicembre 2018

E se partissimo da questa foto...

... prima di dire che " Siamo Tutti Colpevoli ?? "

Prima di cominciare a scrivere queste mie osservazioni, mi sono chiesto se non stessi facendo cosa sbagliata, dal momento che ancora le vittime di questa tragedia giacciono su di una piana di marmo in attesa di un probabile esame autoptico. Sarà anche un errore il mio, ma in verità è che poi a funerali avvenuti, l'esperienza mi insegna, che questo caso verrà archiviato (come altri di cui non ricordiamo neppure nomi, fatti e condanne) in quel voluminoso tomo del dimenticatoio come è usa purtroppo fare la nostra editrice: l'Italica Abitudine.  
Ed i sintomi di questo mio dubbio è dettato dal fatto che già sul dramma se ne sta sovrapponendo un altro che se non gravissimo è altre sì preoccupante: quello di affibbiare la colpa generica a tutti, con lo scopo finale che non lo sia (o possa sembrare) di nessuno.
Da uomo della strada, consapevole di non possedere di certo la chiave per la risoluzione definitiva di certi drammatici episodi, a stento riesco a condividere che la colpa sia di tutti o quanto meno della stessa gravità per tutti. Come pure mi sembra assurdo dover ascoltare personaggi pubblici e con responsabilità sulle loro spalle che ci vengono a dire che i controlli (forse) non hanno risposto alle procedure come la Legge prescrive. Evidentemente costoro erano assenti allora, come lo sono anche oggi. E' un po' mettere le mai avanti nel timore di battere il viso sul selciato. Riconoscere tacitamente le proprie colpe, senza però ammetterle.
E sembra quasi che costoro confermino il detto "chi si scusa si accusa" quando si leggono  le loro solite patetiche frasi di circostanza quali "dico ciò, perché simili episodi non si abbiano a ripetere", oppure "servono delle nuove leggi".
E forse quest'ultima richiesta, nuove leggi, uscita poi dalla bocca di parlamentari, indigna ancora maggiormente.
Se non si possono far partecipare o presenziare dei minorenni dopo la mezzanotte a programmi televisivi, al coperto, con un servizio di prevenzione di ogni tipo, mi domando e domando a chi ne sa sicuramente più di me, a quei signori che con tanto di titolo di On. o Sen. o di qualsiasi altro previsto dalle Amministrazioni locali, perché sia possibile farlo fare a figli e nipoti in queste roulette russe mascherate da spettacoli e gestite da individui che rocambolescamente cavalcano la legalità in equilibrio sulla lama di coltello. La mia carta d'identità mi permette di ritornare indietro negli anni 60/70 quando a Senigallia i giovanissimi andavano a ballare al Karibù o al Maurizius se non perfino alla Rotonda, ma di pomeriggio, subito dopo appena pranzato. Ed alla sera era difficile staccarsi dagli amici ed ancor più dalle amiche, ma si ritornava a casa per cenare, evitando ai nostri genitori nottate in bianco attendendo, come oggi, quella chiave che venga inserita nella toppa. E non mi si venga a dire che oggi sono altri tempi e che la colpa è dei genitori che non sanno dire o non vogliono dire di no. Così non fai. Se solo si facesse rispettare quella legge che i minorenni non possono partecipare a trasmissioni televisive oltre le 24. Non conosco ad litteram la legge, e se c'è qualche scappatoia da togliere per renderla più ferrea. Ma che quei personaggi che richiedono nuove leggi, sappiano che già esiste ed al più sarà da perfezionare, anche perché potrebbe aiutarli a dormire (si anche a loro) sonni più tranquilli sia che abbiano o non abbiano figli. Difficile, allora, nascondere in famiglia che avevi bevuto, perché dalle 14 alle 19 la sbornia non faceva a tempo a passare, cosa più facile al giorno d'oggi quando cominciano a bere (seppur 14/15enni perché per il gestore pecunia non olet e non lo vieta come invece dovrebbe) alle 23/24 per terminare alle 3 del mattino e se le gambe reggono infilarsi a letto ed alzarsi magari per l'ora di pranzo adducendo che il viso affranto è dovuto solo al "quanto ce semo divertiti".
Troppo facile e falso, per quei adulatori del siamo tutti colpevoli, quando ci si imbatte in questi casi dolorosi, cercare una spalla pietosa che mescoli un po' le carte come quelle di psicologi, psichiatri, sociologi che giustamente da studiosi del problema, lo prendono assai alla larga, partendo da Adamo ed Eva, toccando gli insegnamenti che la famiglia dava ieri e da oggi, la valutazione genitoriale del proibire o del concedere, la richiesta sociale del tutto e subito, del come non far sembrare un ragazzo inferiore al suo coetaneo perché privo di motorino o telefonino. Che poi alla fin dei conti mette sempre in esame l'abilità educativa del genitore. 
Giunto a questo punto, qualcuno si chiederà, ma tu che faresti ? Io sono anziano e non certo psico qualche cosa, ma ritengo che le cose devono essere modificate seguendo le esigenze dei tempi, seppur non di certo stravolte o cancellate. Se un genitore dice NO oggi è (può apparire!!) un genitore cattivo; ieri non discutevi, mettevi la coda tra le gambe ed accettavi in silenzio. Oggi dire di NO implica problemi che solo, a quel che sembra, la psicologia e Telefono Azzurro, possono risolvere. Ed allora avere una Legge che vieti di fare le "orine" a chi ha neppure 16 anni ( che rischiano quello che rischiano) affianchi così il NO dei genitori, credo che sia un rafforzativo salutare per tutti. Ma, attenzione, il mio è solo un giudizio di  un vecchio !!








di Franco Giannini

domenica 9 dicembre 2018

Vite spezzate !!

... fiori recisi in una notte, prima che l'alba facesse dischiudere i loro petali...

Il fatto che sia qui a scrivere, mi fa pensare a quanto la fortuna mi abbia favorito. 
Si perché, di fortuna se son qui, si è solo trattato.
Analizzandomi a freddo ed a distanza di tanto tempo, posso dire che non sono mai andato in discoteca, non ho mai assunto droghe, ne pesanti e neppure leggere, non ho mai fumato, non mi sono mai ubriacato, ma con questo non mi reputo di certo un santo, tutt'altro, anzi nell'eventualità di un analisi fatta oggi, posso dire che allora ero un emarginato del mondo giovanile, un rincoglionito Però che posso dire, ad esempio, che ho fatto "cazzate" con le auto, mi tuffavo dagli scogli del Passetto per fare il "bello" e se sono qui a raccontarlo non è perché ero un "bravo ragazzo", ma solo perché la fortuna ha girato sempre a mio favore. Avevo timore dei miei genitori, come lo avevano  un po' tutti i miei coetanei, perché i tempi erano diversi e certi principi dovevano essere seguiti, perchè ancora non c'erano i psicologi o telefono azzurro a difenderci e le sberle arrivavano frequenti. Ma  ripensando che a scuola andavo male eppur non avevo paura delle sberle che prendevo, mi fa dire che se non andavo in discoteca o che bevevo, non era dovuto al timore delle rappresaglie casarecce. Quindi era solo una mia scelta e non un merito esclusivo dei miei genitori.
Oggi dopo la disgrazia di Corinaldo, dove in discoteca hanno perduto la vita cinque giovani il cui più "vecchio" aveva 16 anni più una mamma di 39 che aveva accompagnato con il marito, la figlia undicenne ad un concerto (che concerto poi noi non era se non una comparsata di pochi minuti), le colpe vengono analizzate approfonditamente sulle pagine (almeno io ho veduto quelle degli "amici" locali) del solito Facebook, dove centinaia di persone salgono sulla balconata dei giudici minacciandola di farla crollare (anche questa) con il peso delle stupidaggini contenute in post di tre righe (quelli più acculturati). 
Italianamente i tuttologi si schierano nelle solite due curve da tifoseria che come queste sono solitamente, poco obiettive o meglio spesso affatto obiettive. Non si analizza serenamente, con il cuore e la testa, bensì con il solo obiettivo che è quello del record del numero dei like, 
Le maggiori cause della disgrazia credo di poter pensare siano ben evidenti, sono state due, a cui poi si possono anche aggiungerne altre di carattere più sociale e colpiscono purtroppo i nostri tempi : la prima, l'imbecillità o meglio la delinquenza da ladri di galline (perché altro non sono che ladri) di chi ha creato il panico con lo spruzzare dello spray al peperoncino allo scopo di rubare telefoni, portafogli, oggettini preziosi, magari da scambiare poi con dosi di droga. La seconda, il problema della mancanza di sicurezza. Punto !
Se non ci fosse stato inizialmente l'atto dello stronzo, scusatemi se uso un termine troppo nobile per un simile individuo e se la sicurezza avesse funzionato a dovere, queste sei vite ancora sarebbero tra noi. 
Leggo invece su FB che invece di mettere alla gogna principalmente questi responsabili primari ci si arrischia in pericolose arrampicate su specchi unti, atteggiandosi in novelli psicologi umilmente dotati di quel dono dell'infallibilità che oggi mette in dubbio anche il Papa, che nulla hanno a che fare con la tragedia.
Le colpe sono quasi di quei ragazzini che a quindici anni vanno in discoteca da soli, il che porta a criticare i genitori che non li accompagnano. Se poi ci vanno accompagnati la colpa allora è dei genitori che ce li accompagnano. Il che cosa concedere ed il che cosa proibire. Non parliamo poi quando si arriva a giudicare (a voler giudicare!) la tipologia di musica o dell'artista. 
Oddio, anche io potrei asserire che la musica che si sarebbe dovuta suonare in quel locale, è lontana dai miei gusti personali, ma non faccio testo, anzi mi chiedo se non lo sia perché è distante dai loro 14 anni che questi ragazzini hanno rispetto la mia di vecchio rimbecillito. 
Se poi andiamo a leggere ed analizzare le parole volgari (anche io non condivido la volgarità, il sessismo, l'esaltazione alle droghe) contenute nelle canzoni che il rap-trapper e vogliamo farle passare per colpe della disgrazia, beh, credo che qualcuno dei commentatori, debba ricorrere, lui si, a qualche strizzacervelli, ma bravo eh ! Altro discorso è proibirne la pubblicazione, ma il discorso porterebbe fuori del tema a cui si potrebbe legare allora quello del costume...
Anche ai miei tempi c'erano le discoteche e ricordo se non vado errato che il Piper di Roma era degli anni '60 e la cantante del tempo che ivi si esibiva era Patty Pravo. Anche allora si beveva, si fumava, si faceva altro... ed anche allora erano i "vecchi" che criticavano preannunciando(ci) "... ma de stu passo in du andremo a finì!". Ecco ... appunto qui dove siamo arrivati oggi, cari signore e signori. Un mondo dove etica, educazione, buon senso, rispetto, onestà, gentilezza, modestia e potrei dilungarmi, sono termini sconosciuti, che rendono, ogni giorno che passa, più difficile vivervi.
Però tutt'altra cosa è fare un' analisi del mondo incivile in cui nuotiamo ed altro è incolpare di queste morti in cui i veri  responsabili possono contarsi sulle dita di una mano. 
Responsabili, che nel mondo purtroppo corrotto e nel contempo "buonista" (mi chiedo se non sia un altro difetto odierno)  egoista e legato al Dio quattrino, cui sopra parlavo come principali colpevoli, eviteranno le patrie galere, perché il loro non verrà considerato un omicidio volontario (nessuno ha sparato mirando al cuore), bensì come già si sussurra (seppur il processo, mettiamo la solita formuletta che ci fa tutti più obiettivi, si fa nelle aule giudiziarie e nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio) bensì preterintenzionale o colposo. Da sperare è solo che abbiano una coscienza che fino al resto dei loro giorni li perseguiti ricordando il loro reato.
Sarebbe ciò, veramente biasimevole, come lo sarebbe se malgrado il ripetersi delle frasi di circostanza "che non si debba ripetersi ancora simili morti", nessuno controllasse, a partire da oggi, se nei luoghi di ritrovo "sicuri" dove l'abitabilità è di 100, in caso di concerti o interventi di Vip, il numero di presenze dovrebbe essere ridimensionato, in nome della Sicurezza, fregandosene di quello dell'interesse, a 50.
Vogliamo poi parlare di Controlli e di Controllori... ma meglio di no, sappiamo tutti del resto come funzionano oggi... speriamo solo, è l'unica cosa che ci resta, che domani siano "più" migliori.








di Franco Giannini

domenica 16 febbraio 2014

L’Italia patria di pizza, sole, mandolino e pasta

O almeno, una volta eravamo conosciuti solo per questo... 

Poi gli "stranieri" hanno, aggiunto "meritatamente", gli stereotipi di Mafia, Camorra, Corruzione. 
Ed in questi ultimi anni, onde non farci mancare nulla, si potrebbe aggiungere anche la voce "Miseria".
Anzi, sicuramente, il vocabolo Miseria, ha rubato quel primo posto occupato inizialmente dal termine "Pizza".
Anche se ritengo che non erano veri nè le prime tre classificazioni, come non lo sono neppure i tre stereotipi.
Oggi, di sicuro, almeno per il 40% della popolazione, il termine più riconiscibile con cui si identificano gli italiani è: "Miseria".
Parliamo di miseria e non ci rendiamo conto che siamo dei Cresi. Non ci rendiamo conto che la vera ricchezza del nostro Paese rientra nelle sconosciute parole, almeno a quanto pare, di : Arte, Cultura, Turismo, Culinaria, Enologia, di cui il Paese è sfacciatamente ricco ed altrettanto sfacciatamente sottovalutato. 
Le tre uniche parole alle quali dovremmo affidarci, per poter cancellare e debellare la parola Miseria, che racchiude in se i tanti mali italiani che ci afflige, quali la disoccupazione, la sfiducia, la rabbia, il malcontento. 
Gli economisti, coloro che poverini, perennemente e voglio credere inconsapevolmente, siedono sulle assolute verità, dispensando certezze, ci danno le loro pillole di placebo, sciorinandoci teorie di Smith, di Marx, di Keiness, liberiste, liberali. Ma poi i risultati sono sempre sotto gli occhi di tutti. Si è provato a ridurre i mali con "governi tecnici", a cui dopo il loro fallimento, si sono avvicendati quelli così detti "governi politici". Entrambi vedevano, ed alcuni continuano a vedere, lucine in fondo ad un tunnel che poi visti i risultati si è appurato che fossero solo degli evanescenti miraggi. Le industrie hanno delocalizzato, le banche sono gestite da individui con le mani guantate professionalmente come i migliori avari, foraggianti l'alta finanza, trascurando gli operatori del lavoro manuale, i politici perdono tempo in tavole rotonde a discutere di processi, di poltrone, di leggi elettorali, rimandando tutto ciò che è più importante, ma a cui non sanno porre rimedio. La corruzione dilaga in tutto il paese. Gli Amministratori delle regioni, tolte due o tre, sono indagati. Ma vero è, che ogni tanto, anche per un puro calcolo di probabilità, si è costretti a leggere anche qualche notizia incoraggiante. O almeno, cerco di vederla con questa ottica positiva, anche se con un leggero sorriso ironico sotto quei baffi che non ho mai posseduto. 
E' di pochi giorni fa, la notizia che la Corte dei Conti ha aperto un' istruttoria su delle decisioni di declassamento che le tre agenzie di rating (Standard & Poor's - Moody's - Fitch) aprirono nei confronti dell'Italia nel Luglio, Maggio e Dicembre del 2011, nonchè nel Gennaio del 2012 , non tenendo conto, però, del valore dei capitali artistici che l'Italia possedeva e possiede. Un novello scontro tra Golia e Sansone. La pulce che affronta l'elefante!
E ci si è pure divertiti a fare un elenco di monumenti con a fianco il loro valore. Valore poi stimato  in base a quali parametri. Questo non si sa. Insomma tanti Totò seriosi, questi ricoperti da ampie toghe, ma altrettanto poco credibili! E credo che anche questa sarà destinata a scoppiare come la classica bolla di sapone... ma per lo meno ci invita a sognare in un periodo di sonni non certo tranquilli.
Il nostro è un un po' come un guasconeggiante minacciare le "tre sorelle" : "Voi non sapete chi siamo noi. Se volete, siamo in grado di incartarvi,  tutti e tutto, con banconote da 500 € ".
Ma in verità, nel nostro "Bel Paese", non c'è una regione, che una, che non possa affermare di avere tesori artistici, nascosti e visibili a tutti : dalle profondità marine, ai magazzini (magari non visibili dal pubblico ed in mezzo all'umidità!!), dai musei, alle piazze, sotto forma di chiese, palazzi, mausolei. Un patrimonio composto da un numero considerevole (credo milioni di reperti, ma non sono riuscito a trovare su internet il numero esatto totale) di "pezzi" custoditi in circa 3.500 musei e 5.000 siti culturali. Oltre a questi, 45.000 beni architettonici, 12.000 biblioteche. E se vogliamo inserire, come del resto è doverosi inserirli, il teatro, il cinema (visto infatti che la Corte dei Conti ha preso in carico, come bene artistico, anche il film la "Dolce Vita" di Federico Fellini!), non possiamo dimenticare anche di inserire nella lista gli oltre 30.000 luoghi dove si fanno rappresentazioni e si esalta l'arte del "Bel Canto". Non chiedetemi come versano tutti questi luoghi: risponderei, moltissimi con disagi, altri con notevolissime difficoltà per non usare il termine "degrado" che la dice lunga parlando di reperti "datati".
E sembra che i nostri parruconi, vista la loro età non più verde, se ne siano accorti solo ora. Ben venga comunque. Sempre meglio tardi che mai. Anche perchè, gli unici che non se ne sono ancora accorti, sono invece i "famigerati politici". Siano che essi si autodefiniscano tecnici o politici di "professione" (che brutta parola, visto il significato che sarebbe : mestiere che richiede una particolare competenza, una specifica abilità!) .
Costoro, tutti, non si sono resi conto, che il non sfruttare (facendoli fruttare come dovrebbero) queste immense ricchezze, è da incoscienti, incapaci, culturalmente impreparati. E visto il loro prevalentemente orientamento clericale-cattolico-beghino  li definirei colpevoli di un "peccato capitale". La loro cecità, la loro noncuranza è un po' fare quel simpatico dispetto alla moglie che tutti conosciamo. Abbiamo tolto a scuola, anche lo studio dell'Arte e quello della Geografia. Del resto a che serve l'arte, la cultura, dal momento che non danno da mangiare, come affermò a suo tempo uno "sprovveduto" (educato eufemismo, anche troppo!!) per non parlare poi di geografia : a chi serve se nessuno oggi ha più i soldi per spostarsi??
Ma quello che è più grave, la maggior parte di questo ben di Dio, giace nei magazzini in attesa di essere restaurato, da restauratori che a loro volta attendono l' ordine ed i mezzi economici per farlo, attrezzati della sola loro passione, competenza (loro si!) e ... pazienza. Non solo, ma spendiamo risorse per debellare, attraverso i Carabiniedri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, il commercio abusivo di opere d'arte che magari una volta recuperate, finiscono in quei magazzini di cui parlavo sopra e li rimangono in attesa della "manna". Altra cosa da conoscere è che attualmente l'Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista mondiale dei Patrimoni dell'Umanità (con 49 siti), seguita dalla solitta Cina (con 45 siti) che anche qui ci alita sul collo, pronta a superci. E se da una parte ciò è cosa che ci rende, o ci dovrebbe rendere, particolarmente orgogliosi, dall'altra colpevolizza maggiormente chi non fa nulla per tramutare "cocci", "intonaci", "mura", "pitture", "monumenti", ecc.. ecc.. in "lavoro", economia", "benessere", ecc... ecc...  I fondali dei nostri mari, sono pieni di reperti ed anche qui si evita di recuperarli, perchè non si sa che poi che farci. Magazzini senza nome con reperti ancora da schedare, quindi non classificati per importanza e non classificabili per valore, abbandonati a se stessi con una parvenza più di rifiuti che di opere d'arte. Quasi che fossero più una specie di peso, che una ricchezza da mostrare e su cui far legalmente ed economicamente conto, con lo stesso impegno con cui altri lo hanno fatto illegalmente con i loro fottuti "Derivati".  Ed allora ritornando ai nostri "parruconi", credo che siano stati gli unici a comportarsi come Cornelia, che rivolgendosi alle matrone romane che esibivano le loro ornamente esclamava, con il massimo orgoglio mostrando i suoi figli :"Questi sono i miei gioielli !". In ritardo e sicuramente senza che nessuno li ascolterà. O magari li ascolteranno facendoci su dei sorrisolini di autosufficienza, lasciando che i miliardi di € richiesti come risarcimento restino solo una pia illusione. Ma quanto meno, costoro, sono da elogiare per aver fatto sentire una voce, quella dell'Italia, che oggi (o forse sempre!) nessuno ha mai ascoltato.
Siamo una nazione in miseria, che si alza il mattino (almeno per il 90%), e si deve inventare un lavoro, per poter far fronte ai bisogni giornalieri che per qualcuno diviene anche strettamente di carattere alimentare, di sopravvivenza. Siamo divenuti in pochi anni, dal 5°, poi 7° paese industrializzato al mondo, al "terzo mondo" di questa tanto decantata Comunità Europea. Una EU tutta impegnata a pensare ai bisogni di pochi privileggiati dimenticandosi della maggior parte dei popoli di questo vecchio continente. Siamo una nazione in cui il 10% delle famiglie detiene il 50% dell'intera ricchezza del Paese. 
Sembra quasi una maledizione, che gli abitanti dei paesi più ricchi non abbiano la consapevolezza di stare seduti sopra delle immemse ricchezze. Salvo pochi. Quei pochi che poi speculano, sfruttano, schiavizzano, tutti gli altri.
I paesi arabi  stanno seduti e gallegiano sul loro sottosuolo che trasuda oleosa ricchezza. E mentre gli emiri aprono i loro rubinetti in oro, l'uomo della strada "fortunato" trascina con la corda il somarello o vende datteri.  Il sottosuolo del Sud Africa è tempestato da ogni sorta di ori, di diamanti. La Russia poggia i piedi su di un immenso gasdotto, poi ci sono altri che hanno immense foreste di alberi dal legno pregiato, hanno parchi e spiaggie da favola e tutti, sempre appartenenti alla casta di quei pochi, sanno come farli fruttare. Noi no! Non abbiamo neppure quei pochi !!
Ci incolpano bugiardamente di essere un popolo tutto Pizza, Sole e Mandolino? Beh, cari amici, credo che sia ora di svegliarci ed applicarci questa etichetta alla lettera, solo che lo volessimo, che ne fossimo consapevoli e che di questo si facessero interpreti, principalmente, i nostri politici ed Amministratori.
Figuratamente, ma poi mica più di tanto, non dovremmo far altro che alzarci il mattino, ed aprire la biglietteria, per far entrare le file di turisti anziosi di vedere il "nostro" patrimonio artistico. Dovremmo alzarci ed aprire i "nostri" ristoranti per preparare i "nostri" manicaretti preparati dai "nostri Chef", quando al termine delle visite, costoro, si riverseranno affamati sulle tavole imbandite, dove ad attenderli ci saranno i "nostri" vini delle "nostre" vigne sapientemente preparati dai "nostri" viticoltori.  Il tutto sapientemente "Tutelato", non certo da un timbro, da un bollino, da una stampigliatura. Ma da leggi capestro. Se ti becco che sgarri, ti spezzo le gambe, perchè "Caino" è stato avvisato!! E questo sia per noi italiani che in egual misura per quelli che italiani non sono!
Ogni regione, dovrebbe preparare e rinnovare periodicamente un programma variegato di pacchetti di itinerari turistici, artistici, culturali, siano brevi (giornalieri) che più impegnativi (settimanali), suddivisi anche per livelli di prezzi. Un riguardo particolare agli studenti ed agli studiosi!! Gli italiani dovrebbero beneficiare di sconti, logicamente più congrui per gli indigeni. Il campanilismo, neppure dirlo, dovrebbe andare sotterrato, mentre dovrebbero essere studiati viaggi itineranti di mostre contenenti il "migliore esistente" della regione. In modo che tutti possano, prima o poi, usufrire della notorietà che questi portano.
Le opere d'arte anche fotografate dai naviganti su Internet dovranno pagare un obolo (una SIAE alla memoria degli artisti ed a favore del Bel Paese che la deve custodire!) ad ogni clik, studiando una formula che permetta l'incasso : attraverso la pubblicità che appare al clik??.
Le opere d'arte potranno girare solo all'interno del Paese. Andrà loro ritirato il passaporto così che mai più dovranno superare i confini di Stato. Se le vuoi vedere, caro Turista, vieni a casa mia e visto che è di mia proprietà, che ho il compito di curarle e custodirle come è giusto che sia, che l'ospitalità è sacra e deve essere fatta a regola d' "arte", la visita ce la paghi "pro fu ma ta men te". Anche il petrolio costa caro, eppure, malgrado puzzi, inquini e certamente non è bello da vedersi, magari mugugnando, ma lo si paga. Altrettanto allora lo si può fare per le opere che tutti ci invidiano.
Del resto se pagano profumatamente le Ferrari ? le BMW ? Le Mercedes ? Il diamante Rosa? Il soggiorno in Polinesia ? non comprendo perchè si debba pagare soli 15 € per entrare al Colosseo, mentre per andare a Disney Land devi pagare dagli oltre 50 a 100 € (divertimenti compresi!) ?
Non fidandomi più delle capacità imprenditoriali dello Stato, affiderei i pacchetti di cui sopra, in appalto a dei privati. In modo che li gestiscano pagando un affitto allo Stato che si impegna a sorvegliare che il patrimonio non subisca danni e ad effettuare opere di restauro al bisogno.
Mi chiedo quanto personale, oltre agli addetti propriamente ai lavori, sarebbe movimentato ? Agenzie di viaggio, trasporti, manutenzioni, assicurazioni, banche (purtroppo queste sono come i cinesi, le trovi dappertutto!). A questo punto, lasciamo pure che la nuova nata FCA (ex FIAT) porti le sue quattro lamiere all'estero, che si delocalizzi le nostre ditte in Cina, in Turchia, in Polonia, in Romania.  Voglio vedere a delocalizzare i quadri esposti alla Galleria degli Uffizi ? Anche qui i prezzi di 7 € per l'ingresso gridano vendetta? Cari signori... è' finita la pacchia!!
Se Della Valle restaurerà il Colosseo, dovrà ricavarne qualche cosa o no? E se la Merkel scenderà a Capri, dovrà venirci ben imbottita di € o no??
La parola Miseria dovrebbe, potrebbe, scomparire dai dizionari italiani ... 
Ma... ohi, hoi...!!!! Quanto dormivo bene e che bel sogno stavo facendo, e come sempre quanto è angosciante certi risvegli, tanto più che dalla poltrona in cui ti eri appisolato vedi e torni a riascoltare la TV che parla di scandali... di nuovo... e questa volta sento che parlano di Quirinale... Questa volta che cosa avrà combinato???!!!
 



di Franco Giannini 

venerdì 22 novembre 2013

La senigalliese Francesca Maria Gambelli in tournée con il suo “Dale-Dale”

Il fischio di partenza da quel di Marotta... poi tappa nella Spiaggia di Velluto e a Londra ! 

E allora, signore e signori, l’invito è di prendere posto, ma non in carrozza, perché la vostra partecipazione non sarà solo gradita, ma indispensabile di persona.
Infatti, gli eventi del tour della nostra Francesca Maria saranno si delle master class che si terranno principalmente in palazzetti dello sport. Ma altre date sono più legate allo spettacolo e quindi si svolgeranno in locali da ballo come ad esempio la serata del 22 novembre al Miù Latino che lancerà il suo “Dale Dale” Italy (and not only) tour.
Gli Zumba Fitness hanno lanciato Dale Dale nelle loro compilation raggiungendo 185 paesi, facendola diventare un tormentone nelle classi di mezzo mondo.
Queste le date e le tappe dell’Italy tour:
22 novembre Marotta (Marche)
24 novembre Padova (Veneto)
30 Novembre Napoli (Campania)
1 dicembre Londra (Inghilterra)
7 dicembre Senigallia (Marche)
14 dicembre Bergamo (Lombardia)
15 dicembre Livorno (Toscana)
11 gennaio Palermo (Sicilia)
12 gennaio Priverno (Lazio)
18 gennaio Roma (Lazio)
19 gennaio Sassari (Sardegna)
A noi senigalliesi non resta che incrociare le dita e formulare a Francesca Maria, nostra ambasciatrice dell’arte del canto e del ballo, ormai balzata agli onori internazionali, i più vivi e fervidi auguri di un “Buon viaggio” e di una tournée costellata di tutti quei successi che sicuramente merita, per l’impegno che contraddistingue i suoi lavori pieni di amore, costanza, caparbietà e pignoleria.

Franco Giannini
Pubblicato Giovedì 20 Novembre 2013 su SenigalliaNotizie.it 
Questi i commenti dei lettori di SenigalliaNotizie.it :
Mary
2013-11-21 11:37:13
E in pugliaaaaaaaaa????? Non verrààà? :(
Mary
2013-11-21 12:46:04
Se verrà vorrei sapere la data e in quale città così mi preparooooo e chiedo al mio zin di prenotarsi :-)
Franco Giannini
2013-11-21 13:46:03
@ Mary : Francesca sulla sua pagina di FB https://www.facebook.com/FrancescaMariaG?fref=ts sul post dell'articolo di cui sopra, fa sapere che sarà nelle Puglie a Marzo 2014. Credo che la data precisa del giorno ancora non sia stata stabilita.
Paul Manoni
2013-11-21 15:26:38
Conosci una persona al Liceo, la perdi di vista, ed a distanza di oltre 20 anni te la ritrovi tra gli artisti più importanti ed a girare dei video strepitosi. Brava Fra. Brava e sempre bellissima. Complimenti per tutto quanto. Le fatiche ed i sacrifici, quelli fatti letteralmente col sudore della fronte, alla fine pagano sempre. Fabrizio Tarducci, Matteo Fraboni ed ora Francesca Maria Gambelli...Direi che a Senigallia non mancano certo i giovani talenti che hanno successo.
Franco Giannini
2013-11-21 15:33:09
Aggiunta, all'ultimo minuto, qualche ora prima della partenza, un'altra tappa in terra straniera. Questa in Francia e più precisamente il 21 Dicembre a Loriol-sur- Dro^me.
Latin Staff
2013-11-21 16:51:00
Mi raccomando, domani tutti al Miu a festeggiarla!!!!! ;)
 

lunedì 12 agosto 2013

S, come Senigallia e Summer Jamboree

Scrive chiudendo Francesco : Il Summer Jamboree è finito !!.....viva il Summer Jamboree!! 

Ma sai Francè dove sta il problema? Nella sincerità della gente. Allora devo dire che anche a me il SJ non mi è simpatico, ma non perchè non "me piace". Ma perchè so vecchio e come tutti ai rompiballe dei vecchi piace la tranquillità, il silenzio, la pace. Qualcuno ha giustamente suggerito... educatamente (perchè si poteva suggerire anche qualche cosa di più sconsigliato, ma sarebbe stato poco educato) di andare in qualche paesotto dell'entroterra. Ma anche la risposta è da immginarsela, sempre nel limite del rispettoso corretto di un discorso tra persone civili : "Se avessi i soldi per il trasferimento, l'avrei già fatto". Allora, considerando che Senigallia è una cittadina vocata al turismo e che per richiamare gente qualcosa bisogna pur fare, perchè altrimenti senza mangiare, sul lato B ci crescono le ragnatele... ecco che allora ben venga Carterpiller, SJ, la Notte Bianca, Rumori, strombazzi, tutto fa brodo. Conosco anche quelli che sono i rischi... ma chi bello vuole apparire, un poco deve pur soffrire. Del resto tre mesi son corti da passare! Suggerirei solo di lasciare da parte i sogni sugli alberghi a 5 stelle, che non si nutrono di queste cose da pora gente normale. Anzi neppure la vogliono. I miliardari hanno altre esigenze, eliporti, boutique di alta moda, areoporti "veri", porti turistici con pescaggi non per batane, ma per yacht veri, casinò, spiagge riservate per le portatrici di veli (e di milioni), Escort di classe (non parlo di modelli di auto). Ecco che allora bisognerebbe si continuare a fare questi di eventi "internazionali" per gente comune, però cercando anche di regolamentare il tutto con più servizi, quei servizi di cui la gente (bisogna ogni tanto ascoltare anche i non addetti ai lavori) lamenta la mancanza. E questo va organizzato a partire da domani, senza attendere il mese di Aprile, quando magari si pubblicizzerà il nuovo SJ come la nuova Eccellenza del 2014. Intanto io mi sono organizzato, ho trovato il metodo per evitare la calca, i rumori, a costo zero, non è l'elisir di lunga vita, ma aiuta a vincere almeno temporaneamente un po' lo stress : una visita al cimitero, oh... ritornando indietro però!! Lì c'è pace, tranquillità, silenzio, quello che cercano gli anziani o che ragionano come gli anziani. Garantisco per la mancanza di rumore, non per le zanzare, non per la pulizia, che anche qui lascia a desiderare (soprattutto in taglio erba) e neppure per il traffico. Ma non si può avere tutto dalla vita. Comunque da questa sera consiglio, messa al duomo, recita del Rosario, cena leggera ed ai più viveur un filmetto in TV, ai più stressati la nanna subito dopo "Carosello".... ed ora apriti cielo... 

Franco Giannini

venerdì 21 giugno 2013

Volti e nomi della Senigallia celebre, ma modesta n°22: Gabriele Tesfa-Guma

Ancora un artista (ballerino, musicista, chitarrista) che ha trovato lavoro non proprio sotto casa!

Sono trascorsi, senza accorgermene, quasi 4 anni da quando nel 2009 iniziai la carrellata di “chiacchiere” con i personaggi celebri, ma modesti della nostra città. Ricordo che la prima con cui parlai fu Luisanna Gresta alla quale, anche oggi, va tutta la mia riconoscenza perché mi ha messo a disposizione quel suo magnifico parco di suoi ex allievi, alcuni dei quali divenuti oggi, celebrità nel loro campo.
Andando a rileggermi il vecchio articolo che riporta il n°1 ed a lei dedicato ho trovato nell’accenno che faceva della lista di alcuni dei suoi allievi, alcuni sparsi per il mondo, proprio quello di GABRIELE GUMA, che qualificava allora, con un involontario e riduttivo: “… danza a Filadelfia…“.
Si, involontario e riduttivo perché nel frattempo le cose sono cambiate e l’operatività artistica di “Gab” si è non solo estesa, ma pure affermata in maniera esponenziale ed internazionale.
In molti, a questo punto si chiederanno chi sia questo Gabriele Guma, ma qualcuno già lo conosce per averlo ascoltato anche via radio, mentre altri lo ricorderanno come amico studente o come frequentatore del vecchio “Nirvana”. Per coloro ai quali poi fossero sfuggite queste occasioni, vengo io a soddisfare le loro eventuali curiosità, con ricordi scritti e foto.
Gabriele Tesfa-Guma con la mamma NinaGabriele Tesfa-Guma, chiamato Gab Guma, è nato in Etiopia, ma è cresciuto a Senigallia. E’ quindi un Senigalliese, come dire… di adozione. Infatti si trasferisce qui alla tenera età di tre anni dove è poi risieduto con sua madre fino all’età di diciannove anni.
Causa dell’abbandono della sua patria nativa, la rivoluzione che aveva devastato l’Etiopia ed aveva portato a questa dolorosa decisione, sia la mamma che tutta la sua sua famiglia, costringendoli a trasferirsi altrove. Dopo una breve residenza in Sud Africa, Gab e sua madre, Nina Simegn, una bellissima signora dal portamento regale, cosa innata nel popolo etiope, arrivarono in Italia per cominciare una nuova vita.
- GAB in Italia
Da bambino, Gab è stato sempre un po’ timido, ma ha sempre avuto un amore verso ogni tipo d’arte. Mi racconta che la sua prima passione fu il disegno, ma successivamente Calliope, la musa della poesia, gli fa volgere il capo verso di lei, perché è quest’arte che attira al momento la sua attenzione. Ma i suoi interessi non si interrompono qui, perché Gab, giovane adolescente, proseguendo nelle sue ricerche artistiche, scopre un suo innato talento ed un profondo interesse per altre muse quali Tersicore della danza, Calliope del canto ed Erato della musica.
Gabriele ricorda come, da giovane, abbia sempre coltivato dei sogni speciali, come un po’ tutti nella nostra gioventù, ma lui mi sottolinea come i suoi sono stati sempre portati avanti con uno spirito un po’ contro corrente. Ricorda con nostalgia i tempi in cui studiava danza con Luisanna Gresta e con Andre De La Roche al Nirvana e come nel giro di pochi anni diventò un “discreto” ballerino jazz e di hip hop in compagnia di altre ballerine di talento tra le quali le sue amiche Valeria Chiarini, Debora Formica e Francesca Gambelli (oggi in arte Francesca Maria, ballerina e cantante di livello internazionale che vive da molti anni a New York e con la quale Gab è rimasto grande amico).
Non può fare a meno di svelarmi che è di questo periodo la sua partecipazione in una produzione del musical “Jesus Christ Superstar” nel ruolo principale di Giuda e ciò successivamente lo portò a far parte del cast di danza di Mirabilandia nonché per varie sfilate di moda.
Gabriele Tesfa-Guma, in arte "Gab" Guma ai tempi del Nirvana di SenigalliaGabriele Tesfa-Guma, in arte "Gab" Guma ai tempi del Nirvana di SenigalliaGabriele Tesfa-Guma giovane ballerino a Senigallia
A questo punto lo interrompo per chiedergli quand’è che la musica fece la sua irruzione nei suoi già tanti interessi. E resto un po’ stupito quando mi rivela che “scopre” la musica a tredici anni, innamorandosi subito della chitarra.
Ed il pensiero va allora al periodo nel quale sotto la guida e l’insegnamento del rinomato batterista jazz ed amico Massimo Manzi nonché dei chitarristi ed insegnanti straordinari quali Andrea Conti e Andrea Celidoni, imparò velocemente, non a strimpellare, ma a suonare discretamente, tanto che nel giro di due anni, ricorda Gab, “formai vari gruppi e cominciai a suonare professionalmente. Allora frequentavo le scuole geometri Corinaldesi ed è lì che incontrai altri musicisti con la mia stessa passione per il rock. Tra loro rammento con piacere Francesco Veroli, un bassista che faceva parte di un gruppo di musica rock originale di San Lorenzo chiamato D.E.N.O.S. (Direzionare Energia Non Ostruibile Semplicemente). Francesco mi invitò a far parte del suo gruppo e insieme iniziammo ad esibirci e in poco tempo mi sembra di sovvenire, che il gruppo diventò molto popolare a livello locale. Pensa Franco, che arrivammo secondi ad una competizione regionale (scusami, mi spiace, ma non ricordo più il nome) di gruppi rock, non solo, ma il nostro gruppo, i D.E.N.O.S. suonarono, in quel bel e fortunato periodo, anche in uno spettacolo televisivo (di cui mi sfugge anche qui il nome) mandato in onda dalla RAI e presentato dalla famosa Rita Pavone. Grazie a questa positiva esperienza televisiva, suonammo poi in varie città italiane“.
Volantino di uno spettacolo con la scuola di danza di Philadelphia "Philadanco"La strada artistica di GAB GUMA possiamo dire che era stata tracciata. Serviva qualche cosa che amplificasse le sue chance. Ed ecco che l’occasione arriva poco prima che Gab si diplomasse sotto forma di opportunità. La possibilità di un trasferimento negli USA dove suo padre viveva. “Questa notizia mi ha cambiato la vita – confessa – era un sogno che si realizzava con la possibilità di poter andare a studiare nel paese nel quale erano nati o quanto meno vivevano sia gli stili musicali che gli artisti a cui facevo allora riferimento“.
- GAB negli USA
Gabriele, come anche ricordo che fece la nostra Francesca Maria Gambelli, appena diplomato dalle scuole superiori, lascia l’Italia e si trasferisce negli States. Comincia a studiare e seguire subito quelle che erano le sue maggiori passioni. Vive prima nella capitale Washington DC, poi va a New York dove studia danza, mentre oggi la sua residenza, ma con lui non si può usare il termine “definitiva”, è la città di Filadelfia (in inglese: Philadelphia).
La prima decisione che presi, ricordo – continua con la sua narrazione – fu quella di concentrarmi per un po’ sulla danza. Anche se bruciai subito le tappe, perché ricevetti quasi subito, delle borse di studio da varie e rinomate scuole di New York quali la David Howard Dance School, la Joffrey School e la Ballet Academy East“.
Infatti GUMA, grazie a questi suoi risultati, diviene un ricercato ballerino professionista. Questo lo porta a lavorare con varie e famose compagnie di New York, tanto da ricevere un importante contratto che lo porta ad esibirsi in Giappone, con un musical dal titolo “Aladdin in New York”, in qualità di ballerino, nel ruolo principale di Aladino, su coreografia del rinomato Takashi Watanabe (Osaka). Ma altre sono le compagnie internazionali che se lo contendono, come la Compagnia Classica Joffrey II e poi la rinomata Compagnia Contemporanea Filadelfiana “Philadanco”, con la quale ha viaggiato per tutto il mondo per vari anni.
Gabriele Tesfa-Guma, in arte "Gab" Guma, durante uno spettacoloGabriele "Gab" Guma, durante uno spettacolo in piazza Roma a SenigalliaGabriele "Gab" Guma, durante uno spettacolo
Evidentemente però – prosegue nel suo racconto - dopo seppure una bellissima carriera nel campo della danza, mi accorgo che questo mondo mi andava un po’ stretto ed ecco allora il ritorno alla mia prima passione: la musica“.
Oggi infatti “GAB” non è solo un musicista molto conosciuto e rispettato nella scena musicale filadelfiana, bensì è anche un quotatissimo insegnante, si è guadagnato una buona reputazione come chitarrista solista, compositore e produttore grazie al successo di vari gruppi indipendenti che ha avuto negli ultimi dieci anni, tra i quali la sua band rock/neo-soul GAB GUMA & Tangible Truth (qui nel live at Sputnik, Brooklyn NY) composta di musicisti tra i migliori di Filadelfia. Ha raggiunto il successo su radio internazionali con la canzone “Saturday”. Altri gruppi, quello hip-hop Tangled Thoughts, molto popolare, a cui si è aggiunto, negli ultimi tre anni l’altro gruppo hip hop/hard rock Grind City (qui nel live @ SilK City -Phila.PA), una banda carismatica dal suono unico ed energico, che ha procurato innumerevoli fans.
Ma Gabriele Tesfa-Guma è un artista, uno a cui piace sperimentare, uno che ha cancellato la parola “sedentarietà”, non solo fisica ma anche mentale, dal dizionario, uno a cui quindi piacciono continuamente i cambiamenti e legati a questi i momenti di crescita e di sviluppo artistico: ed ecco allora prefiggersi un nuovo itinerario artistico, una missione più grossa di tutto quello che aveva fatto fino qui. Ora che è un artista affermato e con esperienza ed una forte identità artistica, si è voluto cimentare nella carriera di solista impegnandosi a registrare i suoi “progetti solisti”, a filmare una serie di video di lezioni di chitarra (è anche un insegnante di chitarra nella rinomata scuola musicale School of Rock) nonché a formare una cover-band del grande Jimi Hendrix, con la quale andrà in turnèe esibendosi in tutta l’America.
Ma troviamo un GAB anche come Session man, ovvero il “turnista”, che – per i digiuni in materia musicale – altro non è, che un musicista assunto per suonare su commissione, in appoggio ad un artista o altro gruppo musicale di cui non fa però parte. Artisti e band affermate, che cercano, logicamente, altrettanti artisti affermati.
Gabriele "Gab" Guma, durante uno spettacolo a SenigalliaDa quando è nato non ha fatto che viaggiare e la vita del turnista non era per lui quindi una cosa nuova ed impossibile.
Seppure durante il lungo periodo di lavoro con “Philadanco” fosse in turnèe per la maggior parte dell’anno, questo non gli proibisce di provare questa nuova esperienza. Ecco che allora, nel 2011 Gab indossati gli abiti di “turnista”, parte al seguito della turnèe internazionale, suonando la chitarra solista, per la leggendaria cantante e rapper Hip hop/soul Ms. Lauryn Hill (Fugees, Sister Act) chiamata anche “L-Boogie” e “La regina dell’Hip Hop” considerata da tutti come una delle migliori del mondo. A fargli compagnia nella turnèe il suo caro e mitico amico, la star bassista Doug Wimbish (Tuckhead, SugarHill Gang, LIVING COLOUR). A dire il vero anche in passato Gab era andato in turnèe, come gruppo spalla, per artisti vincitori dei Grammy come il gruppo rock Living Colour e il gruppo hip hop N.E.R.D..
Gabriele, infatti, è sempre stato musicalmente molto versatile e questa sua prerogativa gli ha offerto l’opportunità di condividere il palco con altri artisti di livello mondiale nei vari generi musicali. Opportunità che non si è mai lasciato scappare. Ed infatti tra questi ricordiamo alcuni di quelli con cui ha lavorato come: Method Man, Nas, Mob Deep, Ciara, Jarule, The Roots, Kindred, Take 6, Wayna, Syleena Johnson, Eric Gales, Silvertide, Marc Rizzo (dei Soulfly), Carol Riddick, Bryant Pugh e Floetry.
- GAB in studio
Dicevamo che è anche un compositore, produttore, direttore, molto prolifico e con uno spassionato amore per la creatività che lo spinge ad imparare, ricercare ed assimilare suoni nuovi e diversi con le prospettive diverse che magari sorgono attraverso gli altri artisti che incontra e con cui lavora. E’ forse anche per questo, che Gab continua a collaborare con artisti di vari stili musicali, nazionalità e culture. Registrare è un’altra passione di Gab. Lo dimostra il fatto che non appena mise piede negli States una delle prime cose che fece fu per l’appunto quelle di registrare brani di chitarra per la cantante jazz etiope Hana Shenkute. Logicamente poi vivendo a Filadelfia, Gab si immerse nella scena musicale, artistica e sociale durante gli anni mitici del movimento Neo-Soul portandolo a lavorare con tanti artisti indipendenti di grande talento più o meno famosi. Inoltre ha registrato per vari artisti come la cantante R&B etiope Waina (nominata per un Grammy), cantanti soul come il legendario Freddie Jackson e la rinomata Carol Riddick,cantante e violinista jazz/soul Owen Fiidla Brown, DJ e poeta Rich Medina e vari produttori conosciuti come Sean Bryant, Tekneek, Bonnie Milner, Danny Bernini e molti altri.
Gabriele "Gab" Guma con il suo gruppoL'articolo su uno spettacolo a SenigalliaGabriele Tesfa-Guma, in arte "Gab" Guma, durante uno spettacolo
- GAB l’insegnante
Mi dice anche: “Ho sempre avuto anche una forte passione per l’insegnamento e per condividere quello che so ed ho imparato. Sono un insegnante “anziano” sia nei campi della danza che in quelli della musica e dopo la carriera di ballerino, ho insegnato balletto e danza jazz nella rinomata accademia di danza classica Rock School for Dance Education, al Kimmel Center, al Mann Center for the Performing Arts e molte altre. Inoltre sono un mentore per tanti studenti di chitarra ed istruttore dell’arte dell’esibizione dal vivo. E questo sia con studenti privati che quando insegno alla famosa scuola di musica School of Rock. Altre scuole includono le scuole superiori Frerie Charter School (Phila.PA), Eastern University Charter School (Phila.PA)“.
E’ anche un uomo al passo con i tempi se si pensa che sfrutta anche l’informatica per offrire i suoi servizi con video attraverso lezioni per studenti di vari livelli, utilizzando Skype.
Gabriele Tesfa-Guma, in arte "Gab" Guma, premiato dopo uno spettacolo- GAB e il suo stile
Sapete come è conosciuto Gab? Come “the guy with the big afro” il ragazzo con un grande afro e anche con l’accento italiano. Però a Cesare quel che è di Cesare! E lo afferma lui stesso: “Si, la mia formazione musicale è iniziata veramente proprio a Senigallia negli anni 90, quando ho studiato sotto la guida di mentori come il conosciutissimo batterista Jazz Massimo Manzi che spese molto tempo suonando per me i dischi di Miles Davis, Charlie Parker e John Coltraine. Come posso non menzionare anche i grandi chitarristi e miei insegnanti quali Andrea Conti e Andrea Celidoni di Senigallia che mi hanno insegnato la teoria, la tecnica essenziale ma anche la disciplina e la versatilità. A tutti va la mia stima e ringraziamento, perché è con loro che debbo condividere i successi che ho fino ad oggi maturato. In America poi ho proseguito negli studi per un po’ di tempo nella chitarra classica con Jad Azkul al’ American University (Washington DC) e successivamente ho continuato a perfezionarmi da autodidatta“.
La stampa di Filadelfia lo ha definito: “Gab’s a guitarist who uses the guitar as his second language” Gab è un chitarrista che usa la musica come un’altra lingua. Da giovane era un ragazzo come gli altri, ascoltava la musica di Vasco Rossi, Ligabue, Pino Daniele e Jovanotti, ma Gab l’ha esplorata maggiormente. Iniziò ad ascoltare anche i Pink Floyd e i Led Zeppelin e gli AC/DC, però quando lui sentì Jimi Hendrix, il mondo della chitarra si aprì per lui. Tra i vari musicisti che hanno ispirato Gab ci sono Jimi Hendrix senz’altro, Steve Vai, Stevie Ray Vaughan, Carlos Santana, Eddie Van Halen, Slash, Tom Morello e anche musicisti jazz come Miles Davis e John Coltraine, compositori classici come J.S. Bach e Nicolò Paganini e artisti di varie culture.
La dedica di Gabriele Tesfa-Guma, in arte "Gab" Guma, ai lettori di SenigalliaNotizie.itCon l’innata passione nel fare concerti, Gab si trova molto a suo agio sul palco ed è conosciuto per la sua energia, fisicità atletica, carisma ed abilità tecniche, suscitando nel pubblico quelle sensazioni e quelle esperienze che poi restano indimenticabili nel tempo. Gab è in una costante evoluzione artistica ed ha un forte desiderio di raccontare la sua storia unica attraverso la musica che lui compone e suona. E’ per questo che lui lavora costantemente per portare la sua musica a nuovi fans di tutto il mondo.
E questo mio scalcinato sunto del suo lungo e piacevole racconto, me lo ha voluto regalare affinché lo trasferissi agli amici senigalliesi conosciuti duranti i suoi circa vent’anni di permanenza in questa città, che ricorda sempre con immenso affetto. Da qui la foto con dedica riservata a tutti i lettori di SenigalliaNotizie.it e quelle di quando “era più giovane”. Si perché un artista come Gab rimane, nella sua arte, sempre un giovane.

Allegati

Per chi volesse poi approfondire ancora la conoscenza ecco quanto mi ha fornito (lui stesso) per Trovare musiche video e lavori di Gab Guma, su Internet: Per musica e video: www.Reverbnation.com/GabGuma www.Reverbnation.com/GrindcityPhilly www.Soundcloud.com/GabGuma *Il sito di Gab è in via di costruzione. Gab sui social networks: www.Facebook.com/GabGuma www.Youtube.com/GabGuma www.Twitter.com/GabGuma (@GabGuma) www.Pinterest.com/GabGuma www.Myspace.com/TangibleTruth ______________________________________________________ CATALOGO VIDEO: * Con Ms. Lauryn Hill: - "Ex Factor" - live in Jamaica @ Shaggy & Friends Jam 2012 (With solo) - Lebron James' New Years Eve Bash 2012 (Miami,FL), Lauryn Hill Live @ the Shalborn Hotel, featuring Nas - Live at the Mohegan Sun "Could you be loved" * Con GrindCity: - GrindCity live @ SilK City -Phila.PA - GrindCity live @ Wimbash>>Hartford 2011- "Grindzilla" - Grindcity on tour with Living Colour, promo video-journal - Documentary A.I.R. (episode 2,part 3), GrindCity recording at Long View Studios * Col suo gruppo Gab Guma & Tangible Truth Live at Sputnik (Brooklyn NY)

Franco Giannini
Già pubblicato Martedì 18 giugno, 2013 su SenigalliaNotizie.it 
Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :
 
Gab Guma
2013-06-18 20:48:31
Grazie mille Franco! E anche Francesca Maria, Luisanna Gresta e la mia mamma! Bacioni e abbraccioni a Senigallia!!! Gab

domenica 24 febbraio 2013

Matteo Fraboni: dietro la batteria c’è di più!

In concerto alla Piccola Fenice
Spentesi le luci della Piccola Fenice, torno a parlarne 

C’eravamo lasciati i primi di agosto del 2010 dopo il primo incontro-intervista in una panchina del Parco della Pace. Lui si stava arrotolando una sigaretta con la cartina, con la stessa abilità con cui usa le bacchette sugli elementi della batteria. Poi ricordo che ci eravamo sentiti quando aveva messo in cantiere il suo disco “This Is My Music!” e successivamente, quando Confindustria Giovani lo aveva scoperto e lo aveva nominato “Giovane Cavaliere del lavoro delle Marche“. Era il 15 aprile 2011. 
Al Cavalierato
 Giorni or sono ho saputo che il 12 gennaio, avrebbe finalmente suonato nella sua Senigallia, alla Piccola Fenice, in occasione della presentazione del suo primo CD e sarebbe stato un piacere rivederlo.
La Copertina del suo CD
Ci siamo dati così appuntamento e ci siamo ritrovati al mattino della vigilia dello spettacolo nella sala-bomboniera con le poltroncine in rosso della più accreditata Fenice.
- Ciao Matteo – gli faccio appena lo vedo. Lui si gira verso di me, si toglie gli occhiali e resta per un attimo disorientato.
- Va bene che son passati due anni e mi sono invecchiato ancora maggiormente, ma non mi riconosci? – Non termino la frase che mi si fa vicino e – Franco! - e mi abbraccia.
Così è iniziato il nostro secondo incontro, che ci ha tenuti vicini, per quasi tutta la giornata.
Lo incontro mentre stanno allestendo il palco su cui si esibirà. Stanno sistemando il pianoforte a coda, mentre dalla parte opposta ci sono le borse contenenti alcuni pezzi degli elementi della batteria che dovranno essere assemblati.
- Vedo che ora sei impegnato e non voglio intralciare il tuo lavoro, quindi mi siedo in un angolo, scatto qualche foto e quando hai terminato, parliamo un po’ di te! Ok!
Mi sorride ed un po’ timidamente mi fa – Se non hai fretta, sistemo allora qua e poi anche tu mi racconti un po’! -
Intanto che il piano viene posizionato e si controllano gli accordi, io, senza un preciso motivo mi ritrovo a contare il numero dei posti a sedere ed a constatare che sono 80. E subito mi chiedo se non siano pochi.
Matteo Fraboni alle prese con l'allestimento del concerto a Senigallia
Al m ontaggio della batteria
a 15 anni
Intanto, per ammazzare il tempo, così sovrappensiero mi ritrovo a scattare qualche foto: la panoramica della sala, il posizionamento del piano, Mat che dà istruzioni ed infine quando inizia a montare la sua batteria.
E da qui allora che piano piano, nel timore di disturbare comincio a muovergli qualche domanda.
“Chi ti ha aiutato Matteo a raggiungere i primi piani alti di questa carriera in due soli anni…?”
“Posso rispondere: NESSUNO!? Sicuramente l’attività musicale mi è cambiata molto dopo che ho iniziato a collaborare con tanti musicisti di livello nazionale nell’ambiente jazzistico che era quello che più mi interessava per suonare questo strumento che come vedi sto montando adesso e che è la batteria. In altri generi musicali è solo il motore d’accompagnamento, molto pesante come volumi sonori. Invece nella musica jazz il fascino di questo strumento è che dialoga, colora e improvvisa nella musica con gli altri strumenti come se fosse al pari di un pianoforte o di un fiato quale la tromba o un sax. Quindi le collaborazioni in tutta Italia sono state la chiave di volta anche dal punto di vista di presenza nel panorama italiano per avere un nome, se vogliamo, tra i giovani che si stavano facendo notare sul territorio nazionale. Nel mio primo ingaggio a Roma sostituii un batterista americano su trecento, quattrocento batteristi che potevano essere al mio posto, segno evidente che in qualcosa mi ero distinto. Poi dopo di questo io mi sono trasferito a Bologna, dove facevo il Conservatorio che ho terminato l’anno scorso e dove da allievo sono passato Professore, in quanto ho vinto ben due borse di studio. Ho collaborato con il conservatorio Martini per un progetto musicale di didattica ai ragazzi delle superiori con il mio professore di corso di Jazz Giampaolo Ascolese, un batterista romano. In seguito mi sono trasferito a Roma dove ci sono una miriade di musicisti, diversi spazi, anche se la vita è abbastanza complessa, però lì sicuramente ho avuto modo di incontrare tanti altri musicisti ampliando le mie collaborazioni e il mio bagaglio musicale. Sono tutte esperienze che ti fanno crescere per quanto riguarda l’abilità musicale, ma ti fanno crescere anche per quanto riguarda la sicurezza personale di sapere come suoni, per come sai fare tutto il resto. Roma mi ha portato anche ad avere la voglia di registrare questo disco a New York, perché io quando ho iniziato a suonare, fin da quando avevo iniziato a suonare a livello jazzistico, il mio sogno era quello di registrare un disco dove la musica era la mia, dove oltre suonare la batteria componevo anche la musica. Ed è quello che ho fatto, che ho registrato a N.Y e che presento qui questa sera. Nella musica Jazz è andata sempre di moda la ricerca del musicista sempre più bravo, spaventosamente più preparato a livello tecnico di un altro, ma a me la competizione della musica è una cosa che non mi ha mai affascinato, bensì invece mi ha attirato di più la ricerca di una identità musicale, di essere un musicista che suona con un determinato stile, che è riconoscibile sia per come suona uno strumento, ma anche e soprattutto per la sua visione musicale. Ovviamente questo è un approccio non dilettantistico né tanto meno commerciale. Comunque la musica Jazz è una musica che non è che ha accesso ad un grande pubblico, purtroppo o per fortuna, non so, come può essere vista. Con questo disco ho cercato, sto cercando e forse ci sono riuscito, a realizzare proprio questa componente qua. Ho firmato un contratto discografico con una delle etichette storiche che si chiama Via Veneto Jazz che racchiude la crema dei migliori musicisti italiani e questo l’ho fatto da solo, e da batterista con un disco che la critica internazionale ha messo il timbro di Modern Jazz.
Quindi un musicista che fa il jazzista, musica che per antonomasia prevede un’evoluzione, un arricchimento di altre musiche tradizionali, di altri posti e va avanti e non scrive come scriveva Charlie Parker, che era un innovatore degli anni ’50, ma scrive come Matteo che vive nel 2012 e quindi è immerso in una dimensione sociale, in una realtà che è diversa da quella degli anni ’50.
Ed è questo che adesso mi mette in una luce, come leader di un quintetto con una identità musicale con un proprio disegno della musica.
Questa sera al pubblico senigalliese chissà se questo modello di jazz sarà digeribile o sarà complicato, ma a me non interessa. Comunque già diversi biglietti sono stati venduti e considerando che il jazz è una musica molto raccolta ed i posti in sala non sono poi tanti, è di già di buon auspicio per la serata”.
Matteo Fraboni alla batteria ”Matteo, credo che avrai notato che il mio modo di colloquiare con te, fin dai primi tempi, non è quello di una intervista di natura tecnica, perché non ne sarei assolutamente capace e come vedi non chiedo nè nomi nè quantomeno scendo in terminologie specifiche della materia. Il mio è un interesse dell’uomo della strada, o se dovessi darmi un tono, di informarmi su notizie che potrebbero essere necessarie per costruirti una biografia su Wikipedia, perché oramai sarebbe ora. Allora tu mi hai parlato di essere andato a New York ad incidere un disco. Come se fosse la cosa più semplice di questo mondo. Ma come hai fatto, che difficoltà hai incontrato se le hai incontrate, chi ti ha finanziato… E come è nata la storia degli Awards…?”
Matteo sorridendo e prendendo un trepiede della batteria per continuare nel montaggio, mi interrompe proseguendo nel racconto e partendo dall’ultimo pezzo della mia domanda.
“No, Franco erano semplicemente dei soldi che mi ero guadagnato e che ho utilizzato per fare questo lavoro. A parte l’edizione, la pubblicazione del disco il resto ho fatto tutto io, tutto, dall’inizio alla fine, dal disegnare le pagine del sito per poi passare alla grafica, alla copertina del disco, a tutto quello che c’è scritto, l’utilizzo delle foto, a come è fatto il CD, l’ordine dei brani il perché di ogni brano che in qualche modo per me era una cosa intima dal momento che per me ogni brano era stata dono di una esperienza: che fosse stato il primo viaggio a N.Y. o l’esperienza in Africa quando sono stato per quasi due mesi piuttosto che una qualsiasi altra. Un brano ad esempio mi è venuto in mente quando in un anno ho fatto 88 mila Km con la macchina e quando passavo le ore in macchina oltre che ascoltare musica me ne canticchiavo altra che avevo in testa, perché i musicisti hanno un po’ questa tendenza, ripassarsi delle melodie, cose così, e quindi un brano è nato in questo modo. Ci sono state poi altre tendenze: un valzer molto più nostalgico che scrissi quando avevo 22 0 23 anni – ne parla come se parlasse della notte dei tempi, non tenendo conto che oggi ne ha solo 29! – che ho scelto di ritirare fuori per registrare questo disco, perché mi rappresentava, sempre per portare ad un discorso di identità musicale. E questo con il contratto discografico, la distribuzione all’estero del disco e tutto il resto, credo di aver fatto i passi giusti per iniziare a sviluppare questa dimensione qua, che per avere 29 anni credo che sia un lavoro abbastanza discreto e nel quale mi sono profondamente impegnato. Quindi mia intenzione è quella di avere la possibilità di continuare sicuramente a fare la cosa che più mi piace: fare musica ricercata e sempre con una mia impronta”.
“Vuoi, per dirla in breve, che chi ascolta la tua musica, un tuo disco, la identifichi immediatamente: questo è Matteo Fraboni,…giusto?”
“Esattamente, proprio perché sono consapevole che il linguaggio che utilizzo non è un linguaggio alla Madonna degli anni ’80, la cosa che mi interessa di più è quella lì senza per forza rifarmi ad un modello o alla tendenza del momento…”
“Si, perché le tendenze poi passano e la buona musica rimane…”
“…appunto e l’identità ugualmente. Poi dopo sono pienamente consapevole che ci saranno persone a cui può piacere ed ad altre no, questione di gusti, ma credo andare a vedere un concerto di Jazz, nelle sue multiforme, è un’esperienza per chiunque, appassionati e non.
Ahh mi chiedevi anche degli Awards. Posso dirti che mi ha informato della cosa il discografico, (in quanto avendo pubblicato un disco di un certo livello…), il resto, per arrivarci bisogna ‘fare’ il musicista, con le collaborazioni, le produzioni discografiche (CD prodotti ed editi da etichette discografiche vere…), concerti etc. … altrimenti non ha senso candidarsi. Per me, in più le gare lasciano sempre il tempo che trovano…a meno che non sei un velocista, un atleta, non un musicista! Come far fare una gara a Van Gogh e Gauguin, chi vince? Chi va più veloce con il pennello? Non credo proprio…..e comunque ancora non ho visto i risultati”.
“Comunque ritornando al disco, sei soddisfatto per come sta le vendite e per quanto ti sta portando a livello di notorietà?”
“La mia casa discografica è la migliore d’Italia. Per quanto riguarda la distribuzione del disco è stata fatta in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Giappone dal gruppo EMI (colosso dell’industria discografica mondiale), quindi per quello non ci lamentiamo, (!) per i concerti qualcosa si sta muovendo, sembra che ci sia un contatto per Sofia, per presentare il mio progetto lì e… ci diamo da fare, dall’estero mi contattano in tanti. Le vendite del disco sono ottime, aspettiamo di vedere i prossimi sviluppi dato che siamo appena partiti”.
“Questa sera, se non sbaglio, chi suona con te non sono gli stessi artisti che hanno inciso il disco a “Brooklyn”?”
“No non sono quelli Newyorkesi, sono tutti italiani, perché purtroppo qui in Italia non ci sono le condizioni economiche per promuovere le serate. Questi sono in effetti i due quintetti:
Matteo Fraboni con George Garzone 
MATTEO FRABONI QUINTET “USA” 
 George Garzone sasofono tenore
Logan Richardson sax alto
Aruan Ortiz piano/rhodes
Rashaan Carter contrabbasso
Io- drums, dirctions&compositions

negli studi di registrazione
MATTEO FRABONI QUINTET “ITA”
Massimo Morganti trombone, effects
Simone Lamaida sax alto,effects
Emilio Marinelli, piano/rhodes
Gabriele Pesaresi, contrabbasso
Io – batteria, direzione, composizione.
“Altre serate, altro lavoro, progetti …?”
“Dopo questa serata io continuerò a lavorare per la promozione sempre di questo progetto in Italia e all’estero perché suonare all’estero è una cosa che mi fa sempre molto piacere”.
Matteo Fraboni presenta il suo disco alla Piccola Fenice di Senigallia
ancora durante la serata alla Piccola Fenice
A questo punto un lungo rullare dei tamburi, un battere di piatti interrompe il suo parlare, ed appena le note svaniscono, Matteo guardando la sua batteria, ad un tratto esclama:
“Bella eh, vero, Franco?”
Io guardo prima la batteria, poi rivolgo un’occhiata alle poltroncine rosse, dove è seduta tranquillamente intenta ad osservare il suo telefonino, la sua ragazza che poco prima mi aveva presentato. Poi comprendo che l’esclamazione è rivolta alla sua batteria e visto il mio attimo di imbarazzo mi spiega:
“Io ora ho solo questa qua, ma sai questa qui è un gioiellino. Ce ne sono meno di 100 pezzi in tutto il mondo. Comperata in Arkansas pochi mesi fa ed è una delle migliori prodotte nella storia. La Gretsch è un marchio storico. E’ una batteria che fai conto che sia una Stradivari delle batterie. E’ americana, è tutta originale, non è una batteria pesante e questo oramai è diventato il mio set. Quando andavo a Roma mi è capitato spesso di portarmi solo i piatti perché sono legato come sai ad una sponsorizzazione con la ditta turca.
Questa sera sto curando tutto il progetto nei minimi dettagli, dal pianoforte, contrabbasso, tastiera elettronica, poi i due fiati in mezzo composti da un trombonista con gli effetti, perché mi piace sperimentare proporre la musica elettronica però fatta dai musicisti in acustico che mi affascina troppo, il sassofonista contralto e logicamente io alla batteria”.
Altro rullo di tamburo, la batteria è a posto, allora si porta al piano e con una scorsa veloce delle dita sulla tastiera una scala a controllare l’accordo, ma anche a chiudere questa chiacchierata.
Così facendo ci diamo però l’appuntamento per lo spettacolo serale.
Io come al solito giungo un pò prima, la sala si sta riempiendo, ma quello che noto subito si stanno aggiungendo altre sedie ed alla fine vengo a sapere che neppure quelle sono state sufficienti ed alcuni spettatori sono rimasti in piedi.
Degli 80 posti disponibili, si è arrivati alle 130 presenze circa e addirittura alcune persone sono rimaste fuori. Un vero successo se si pensa che questo tipo di musica si potrebbe osare il dire che è riservata a degli intenditori dall’orecchio sopraffino, come quello dei famosi occupanti dei “loggioni” scaligeri e del “Regio” di Parma. Anche il pubblico della Piccola Fenice è stato attento, coinvolto ed estremamente Caloroso. Ha infatti chiesto ed ottenuto il bis e tutto l’insieme dello spettacolo offerto dal quintetto è stato di altissimo livello e quindi apprezzatissimo. Quello che ha fatto oltremodo piacere è il vedere che sono stati venduti anche diversi dischi insomma un vero ‘successo’… come si suol dire.
E credo che la macchina si sia solo messa appena in moto e Matteo mi fornirà quanto prima, altre interessanti occasioni per ritornare ad informare ed aggiornare i suoi concittadini sul suo percorso che ci rende tutti orgogliosi del suo lavoro.

Franco Giannini
Gia pubblicato Venerdì 22 febbraio 2013 su Senigallia Notizie.it 
 
Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :

Dario Petrolati
2013-02-22 11:41:01
io Franco non ho parole per esprimere il mio stupore per l'articolo appena letto.Che tu sia bravo è ormai noto, ma la tua umiltà e capacità di cercare capire anche nei particolari sia la figura che come tutto l'attorno del mondo musicale è veramente commovente pure.Sei riuscito nell'intervista a far capire tante di quelle cose che io mi ero scordato e pure non sapevo. Sei stato bravo anche perchè il tuo spirito curioso ti ha portato oltre a quanto pensavi, tutto il mondo musicale detto nei particolari mi ha fatto capire che esiste tanto che io non so ma è parte di un mondo affascinante.Bravo Franco per quanto spieghi e sei capace di non commuoverti bensì scendere nei particolari che sono inerenti il mondo dell'artista da te fattoci conoscere. Ho visto il video che mi è servito, resto in attesa del seguito dell'avventura musicale del nostro geniale cittadino.Complimenti a te ed a Fraboni.....ciao caro , il tuo amico dario. www.dariopetrolati.it dario petrolati-
Paul Manoni
2013-02-22 14:09:44
Matteo sei un fenomeno, continua così! Un caro abbraccio
Franco Giannini
2013-02-22 15:06:53
Proprio ora apprendo tramite una nota su FB di quanto comunica Matteo Fraboni ai suoi amici: "Ciao a tutti, oggi ho il piacere di comunicarvi che un brano del mio disco, 7 on 4 (Exit Whole), è stato scelto come colonna sonora di "UNCONFORTABLE SILENCE", Short Film diretto da Gabriele Altobelli, Official Entry at the 2013 SOHO International Film Festival of New York City. ENJOY! " Uno dei pochi in Italia che vede una luce, ma intensa, in fondo al tunnel... e non è un treno che venga contro, ma un successo sempre più a portata di mano!!