mercoledì 30 agosto 2017

Con 2 Euri al giorno non campi, al più puoi raccontare una bufala e postarla su qualche social...

L'Italia,  infatti è oramai una ex-repubblica democratica fondata su spot,  su promesse pre-elettorali , sul cavalcare malcontento o esaltazioni gratuite, spesso per meri interessi politici, ma sempre più sovente "affondata" su bufale a scapito dei creduloni di turno.


Solo che se leggi la bufala su FB ed ancora non sei rincoglionito del tutto, dopo aver preso visione dal pulpito da cui proviene la predica, ci fai su un sorriso su ed al più li mandi a quel paese.Solitamente purtroppo, questo immenso pubblico viene incuriosito dal titolo posto da un redattore furbastro, poi è la foto che lo accompagna a spingere a proseguire nel sottotitolo, ed allora ecco che ci si clicca su, ma quando si scopre che l'articolo supera le cinque righe, si rinuncia alla lettura, si mette un like o magari un commento credendo di aver capito l'argomento di cui si parla, prendendo pure una posizione e con tre parole si stigmatizza, quello che altri hanno sviluppato in due pagine formato A4. 

Dicevo che fortunatamente non tutti fanno così. Io, per mia natura ficcanaso a prescindere, scendo ancora dopo il sottotitolo per andare a vedere la fonte della notizia, che se proviene da qualche nome strano mi fa mettere sul chi vive, ma che approfondisco con il proseguimento della lettura dell'articolo, se a "lanciarla su mercato" è un giornale con tiratura nazionale. Non ti vuoi fidare di una testata che ha una notevole tiratura? Certamente si !

Vero è però, che mi sento preso e non poco, per il naso, quando la bufala, anziché da giornali virtuali e cartacei di piccola tiratura o da chi vende solo bufale, che solitamente vivono e sopravvivono sul numero dei click che ricevono, mi viene ceduta come vera, dalla testata di prestigio che a pubblicare certe notizie, offende solo l'intelligenza di chi legge.


Il caso da cui prende spunto questa mia riflessione è la storia di moglie e marito (o compagni) che hanno rilasciato un'intervista ad un quotidiano nazionale in cui affermano che loro con 2 euro al giorno (180 all'anno) riescono a vivere. Non ci credo, ma loro giustamente sono liberi di volerlo far credere a chi legge. Quello che non riesco invece a mandar giù è che un giornale come quello che riporta il servizio e chi lo scrive, te lo infiocchetta quasi a sottoscriverne la veridicità. E tu dovresti anche berla!
Ed allora mi vien da ribattere che c'è qualche cosa che evidentemente chi ha scritto l'articolo ha dimenticato o non ha voluto approfondire, a discapito della chiarezza, quale il fatto che  il marito ha uno stipendio a mesi alterni, ma lei in qualità di non udente (non viene spiegato), percepirà o meno una pensione d' invalidità. Non abitando in una città, ma in un paese di appena 10 mila abitanti (Asola) e in campagna con tanto di orto ed alberi da frutta, possono mettere in atto quello che illustrano con una infinità di particolari, ma che un normale abitante di un condominio non se li potrebbe permettere (o se lo potesse, lo potrebbe fare solo in parte). Produrre poi latticini, detersivi, frutta, ecc... e barattarli con altro, se da una parte è riscoprire una vecchio  e sempre valido costume di commercio, da l'altra è da annoverare quale utile di azienda familiare.
Affermano di non pagare o pagano poco le bollette perché non hanno il televisore, non pagano l'elettricità perché hanno sul tetto i pannelli solari, l'acqua immagino berranno quella del ruscello che passa vicino alla loro casa da mulino bianco.  Ma cribbio, che sono esenti anche dalla Tari, dalla Tassa sulla casa, sul terreno? Se la signora scrive libri e dipinge quadri, non mi vorrà far credere che lo faccia con il gesso sul muro o con i colori ricavati dalla terra. Non si acquista nulla, dicono, ma poi sulle ricette alimentari divulgate sul blog compaiono ingredienti quali Farina 0, Farina 00, Olio di Girasole, Fecola di Patate, Lievito, che non posso credere che siano tutti "autoctoni" e quindi qualche cosa acquistate, al che i vostri 2 € si fanno sempre meno credibili. Mi si vorrà perdonare se cado in facile ironia, ma non ce l'ho con voi che mi risultate anche simpatici, perché avete rilasciato la vostra esperienza (forse il blog aveva bisogno di un incentivo?), ma con chi ha raccolto ed elaborato le vostre scelte. 
Scelte che qualora fossero anche vere e un elisir di buona vita per tutti, mi chiedo se poi i 7 miliardi di individui che occupano questo mondo, avrebbero tutti la possibilità di attuazione avendo a loro disposizione gli stessi spazi coltivabili come quello che avete in vostro possesso.
Ahh !!! In città, molti anziani a fine mattinata vanno nei mercati rionali o fuori dei supermercati e per poter non vivere, ma sopravvivere, fanno la stessa opera da certosini che fate voi, recuperando verdura e frutta sfatta, scarti di sedano, patate con getti... ed il bello, o meglio, il brutto, è che non rilasciano alcuna intervista perché a nessuno interessa, anzi, si vergognano per la situazione in cui sono caduti e per la dignità, che credono, che così facendo hanno perduto.
La testata ? qualcuno si chiederà,... ma basta cercare la notizia su internet e si trova tutto, anche il blog.








di Franco Giannini

sabato 26 agosto 2017

La Sanità va letta con la A, di Assistenza, non con quella di A come Azienda...

E se ritornassimo, per contenere i costi, a questo servizio?
… e credo che non si tratti di una mia pignoleria, ma un pensiero basilare da cui partire per poter risolvere!

Un Servizio sociale come un'Assistenza sanitaria, sono cose ovvie che producano costi e non utili, almeno subitanei. Si perché gli utili ci sono e si potrebbero dividere in due tipologie: quelli immediati, vale a dire a livello umano (quale salvare una vita umana facendogli magari ripartire il cuore quando esso si ferma ) e quelli prodotti nel tempo, che non si leggono subito su quel virtuale e vergognoso “libro mastro aziendale”, ma a lungo andare (Come riportare un infartuato in ditta, inserendolo nuovamente nel suo primario lavoro permettendogli di continuare a produrre ricchezza) . Vedo di spiegarmi meglio con un banale esempio.
Se chiamo i Vigili del Fuoco per un qualsiasi intervento d'urgenza, so di creare per la collettività un costo, ma devo anche tener conto che se vengono salvate delle vite umane o delle cose (leggi case, industrie, paesi, per non dire Opere d'Arte) queste dovrebbero, o no ?, essere considerate come futuri utili recuperati e riconsegnati alla Collettività?.
E proseguo nel mio esempio ritenendo immorale che il primo burocrate politico, invogliato a ridurre le spese perché (questo avviene in Italia, all'estero non so!) a fine anno si vedrà riconosciuto un congruo Premio per il raggiunto traguardo di economizzazione di spesa, si ritenga autorizzato ad assegnare ad un comando dei VF, anziché una pala meccanica una pala manuale. 
Invece questo esempio che ho portato con un tono esasperato, avviene nella realtà di tutti i giorni e sempre più spesso in quella Sanità Nazionale, dove trascinati per il giusto entusiasmo dell'aver risolto il problema del costo della siringa, ora identico per tutto il territorio nazionale, il nostro Ministero della Salute (il primo malato grave – e sembra essere incurabile - di tutta la filiera) affiancato da un infinito stuolo di Dirigenti, politicamente scelti da una indecente Politica Nazionale, stanno accentrando tutte le tipologie di Assistenza Sanitaria in pochi Ospedali, al grido entusiastico di “razionalizziamo i servizi, contenendo i costi”. Costi che vengono analizzati sempre a livello di tagli ai servizi, escludendo i lauti compensi che lor signori percepiscono, le spese di trasporto delle ambulanze che fanno la spola tra i veri ospedali e che quando ne serve una per un intervento grave, non se ne trova la disponibilità, o la creazione di eliporti anche dove non necessitano quali cattedrali nel deserto.
Ma per fare questo, non ci si è basati su ponderate scelte di carattere qualitativo dell'offerta data dall'Ospedale e prolungato nel tempo, dalla qualità dei Sanitari, dal numero degli “Utenti” (altra parolaccia derivante dal loro lapsus freudiano pensando sempre a quel maledetto Utile Aziendale quali che stessero parlando di allacci di Luce – Gas – Acqua – Telefonia e non di Pazienti) bensì su ordini che verticistiche gerarchie politiche hanno imposto ai loro subalterni locali per scalate elettorali e spartizioni di poltrone.
L'Italia intanto è stata di nuovo divisa come quella dei ducati, all' interno di ogni regione, in tante Aree Vaste. Le Marche ne ha 5 e per ognuna di queste hanno ulteriormente sfasciato sezionandoli più che da esperti manager da assaltatori addestrati allo smembramento di qualsiasi cosa abbiano sotto mano. E nel nostro caso lo stanno facendo con gli Ospedali Locali, delocalizzando le specializzazioni e mescolandole tra loro.
E Senigallia, che viene spesso descritta dal Potere Locale quale una “Eccellenza” in qualunque cosa in essa venga fatta, non ne è rimasta indenne. Anzi, è quella che più grande delle altre tre, ha dovuto cedere alcune delle sue professionalità di cui andava fiera ed orgogliosa. Del resto anche la nostra Spiaggia di Velluto fa parte dell'Italia, al cui Governo siede una forza di Centro-Sinistra, che, guarda caso è la stessa che governa la nostra Amministrazione Locale. Uno più uno, fa due. 
Già fin dall'era Spacca, con i suoi colpi di timone, fece portare la direzione Amministrativa a Fabriano, dando forza al suo Ospedale locale (e gliene avrebbero dovuto dar atto i suoi concittadini e la sua Fabriano gliene avrebbe dovuto essere riconoscente). E' da quel momento che è iniziato lo smantellamento del nostro nosocomio senigagliese. Tutti gli esponenti di allora silenti e complici, di quei risultati demolitori della Sanità Locale, hanno avuto in premio un avanzamento politico e non solo. Ed oggi, dopo il nulla di ieri, che prosegue con un niente di fatto oggi, si coprono scaricando le colpe su Spacca, che figuriamoci se di colpe non le ha avute, ma che loro appoggiandolo, si sono resi suoi complici. Ed oggi ci si scusa (come avvenuto nel corso della IV commissione Sanità comunale) trincerandosi dietro un pusillanime “Allora erano altri tempi”.
Oggi è arrivato un altro di Presidente Regionale, indossante la stessa casacca e con al fianco cortigiani scudieri paludati dello stesso mantello colorato di centro-sinistra.
E questo, politicamente, seppur sempre troppo sorridente, non è che sia meglio di Spacca, per la serie il peggio tarda a morire!
Gli Ospedali oggi in quell' “Area Vasta 2” in cui è stata censita Senigallia sono 4 : Fabriano-Jesi-Osimo-Senigallia, su cui spicca su tutto e tutti (giustamente) quello Regionale di Torrette di Ancona (con annessa Università di Medicina).
Ed allora, attenzione, e non parlo di interventi o cure complesse, ma semplici interventi di routine : per esempio per un intervento alla prostata devi andare a Jesi o altro ospedale fuori AV2, perché l'urologia è solo lì. Se devi sostituire un pace-maker prima lo facevi a Senigallia ed ora, se non fanno un passo indietro, dovrai spostarti in Ancona o in un Ospedale in cui alloggeranno la nuova UTIC, malgrado Senigallia sia quella che abbia al suo attivo un numero notevolmente più alto di operatività. Se ti va una scheggia di legno o altro in un occhio, di notte, bisogna che ti informi se nel PS di Senigallia sia di turno l'oculista, perché lo specialista svolge il servizio a rotazione nei vari ospedali sopra elencati. L' UTIC, sembra verrà spostato ad un altro ospedale, o in quello di Fabriano o quello di Jesi.Per il momento è stato tutto sospeso, ma non con uno scritto ufficiale, ma con semplici promesse del politico di turno (il che fatte da un politico e scritto da un populista, valgono ancor meno) Il personale medico manca in fisiatria e gastroenterologia, ma hanno promesso (l'unica cosa che sanno fare con perizia!) che arriveranno e che la colpa non è che non si voglia assumere personale, ma quello qualificato come in gastroenterologia, non lo si trova (Come se in Italia la disoccupazione non esistesse anche tra i laureati in medicina).
Il laboratorio analisi effettua solo i prelievi che poi vengono spediti a Jesi o non so altro dove, allungando notevolmente i tempi di attesa per le risposte. Se devi ricorrere al servizio di PS, avverti a casa che prima di 4/6 ore minimo (salvo i codici rossi) non ti vedranno ritornare, vista la carenza di personale. La TAC, poi funziona a singhiozzo , vista gli inconvenienti tecnici in cui è solita cadere. Ed allora si emigra... Ovvero come se in una barbieria si insaponasse il viso e poi la rasatura avvenisse in un altro salone posto a 50 km. L'Otorino è divenuto simile ad un ambulatorio. I medici primari (gastroenterologia e Cardiologia) che si sono permessi di obiettare con una lettera certi atteggiamenti, sono stati immediatamente “tacitati” (ho usato un eufemismo). Ed ora logicamente c'è paura a parlare! Tutti tengono famiglia.
C'è da dire però, che è a livello nazionale, che parte il tutto. Questo perché chi usa maggiormente questi servizi sono gli anziani e gli anziani oggi vengono decantati, con quella falsa bontà che da tremila anni di storia ci portiamo dietro, come portatori di risorse, di esperienze storiche, umane, ecc, ecc., ma che invece alla fine consumano solo per campare qualche anno in più a spese dei più giovani. Allora le attese nei centri di prenotazione (CUP) si allungano di mesi e se hai una misera pensione che non ti permette di rivolgerti alla sanità privata, muori. I medicinali che hai usato per 20 anni ad un tratto esigono un ticket che se non puoi permettertlo devi ricorrere ai medicinali generici. Che sono uguali a quelli di marca, dicono, ma poi il tuo medico di famiglia sorridendo ti fa capire che a volte qualche problema te lo procurano o potrebbero procurartelo.
Sarà che io sono una persona sincera e pretendo che anche il mio avversario, di qualunque settore, usi la mia stessa sincerità, che quindi vorrei che non mi dicessero che stanno facendo ed invece prendono solo del tempo, quel tempo che risulta sempre curativo per lasciar sbollire gli animi. Ma avessero il coraggio di dirmi a brutto muso ed in faccia a chiare lettere “sei vecchio, deciditi a morire”. Non sarebbe una cosa brutta, sarebbe solo sincera. Si, i nostri "politicanti", (i Politici, gli Statisti, sono cose di altri tempi) così facendo risulterebbero incapaci, ma almeno per una volta, sinceri.







di Franco Giannini

sabato 19 agosto 2017

Terminate le ferie, terminati i quattrini, per non avvilirvi, quindi, ritornate a giocare...

... si come fanno i bambini, anche se voi siete più cresciutelli !! Le iscrizioni al 6° Memorial di "SAURO" Giuliano Pierangeli sono aperte.

Si, siamo arrivati a quota n°. 6, ma la locandina che vedete a fianco ha oramai solo due scopi : uno quello dell'ufficialità delle date e l'altro avvisare che i giochi anche per quast'anno sono aperti e che essi ci porteranno dritti dritti quasi alla vigilia delle feste Natalizie.
Data di apertura della tenzone, quindi, sarà il 1° di Ottobre 2017, mentre le premiazioni vedranno salire sul nostro podio, oltre che i primi tre classificati, tutti gli altri partecipanti che saranno come si usa far da noi, tutti premiati, la sera del 10 Dicembre. con la solita pizzata di fine Memorial.
Le regole (e non regole) sono sempre le stesse, come il "deus ex machina" alias FRANCESCO BRAMUCCI da contattare per informazioni ed iscrizione.
Iscrizione che immagino già avrete fatto fin dall'ultimo memorial, tra un trancio di pizza e l'altro, nel timore di rimanere senza un posto libero.
Se qualcuno poi è ancora il ferie, beato lui ( ma senza invidia, visto che io lo sono oramai vitanaturaldurante,  e che non è che sia una fortuna, visto che con la pensione si entra come in una sala di attesa ), non trovi la scusa che si iscriverà al ritorno, perché volendo "una telefonata ti salva il posto". Ma poi ci sono gli SMS, Wath App, FB,  Messenger,Telegram... fatevi vedere che la vostra abilità non sta solo nello schiacciare a rete... ma anche nel saperla usare la RETE.
Intanto "Buon bagno" a tutti visto che oggi è sabato e domani quindi domenica. 
Da lunedì per qualcuno sarebbe, invece, una presa in giro, da cui quindi preferisco astenermi.








di Franco Giannini

lunedì 14 agosto 2017

In Italia, la "Regina degli sport", l' Atletica Leggera, declassata a "Cenerentola".

Da sinistra : Primo Nebiolo, Pietro Mennea e Carletto Vittori
...ed il male è che tale declassamento non è avvenuto oggi, ma si trascina di già da una decina di anni e nulla si è fatto per risollevare questo stato di torpore in cui si è caduti!!

E' solo un mio punto di vista, ma ritengo che come nella Politica Italiana, da tempo sono venuti a mancare uomini con doti innate, statisti o comunque sia, uomini dotati di grande prestigio. Persone, un esempio vedi la foto, a cui non mancava quell' autorità in grado di costruire, organizzare, o le capacità, la volontà, ed il piacere in quel che facevano supportata da una notevole ambizione. Oddio, non è che a quelli dei giorni nostri, quest' ultima non manchi. Ma è la sola dote, a quel che pare, che essi posseggono. E l' ambizione, si sa, che venendo a mancare i risultati , assume non  più le vesti di una dote, ma si tramuta in difetto: la Vanità. 
Ritengo che al rientro da Londra, non si dovrà analizzare, come ho ascoltato preannunciare dal Presidente della Federazione, che cosa abbia inceppato il meccanismo organizzativo, ma quale prima iniziativa da prendere, sarebbe quella delle dimissioni dei Vertici FIDAL che dovrebbero far pervenire prima ancora che l'aereo tocchi il suolo italiano. Poi si potrà discutere, analizzare, studiare la cura. Il motivo logicamente sta tutto qui in questo medagliere, dove a chi cerca l'ubicazione dell'Italia consiglio di partire dal fondo: 1)USA 10 11 9 30  2)KENYA 5 2 4 11  3)SUD AFRICA 3 1 2 6  4)FRANCIA 3 0 2 5  5)CINA 2 3 2 7  6)GRAN BRETAGNA 2 3 1 6  7)ETIOPIA 2 3 0 5  8)POLONIA 2 2 4 8  9)ATLETI NEUTRALI AUTORIZZATI 1 5 0 6  10)GERMANIA 1 2 2 5  11)REPUBBLICA CECA 1 1 1 3  12)COLOMBIA 1 1 0 2  12)BAHRAIN 1 1 0 2  12)TURCHIA 1 1 0 2 12)AUSTRALIA 1 1 0 2  16)OLANDA 1 0 3 4  16)GIAMAICA 1 0 3 4  18)PORTOGALLO 1 0 1 2  18)CROAZIA 1 0 1 2  18)QATAR 1 0 1 2  18)VENEZUELA 1 0 1 2  18)NORVEGIA 1 0 1 2  18)TRINIDAD E TOBAGO 1 0 1 2  24)BELGIO 1 0 0 1  24)GRECIA 1 0 0 1  24)NUOVA ZELANDA 1 0 0 1  24)LITUANIA 1 0 0 1  28)COSTA D'AVORIO 0 2 0 2  29)GIAPPONE 0 1 2 3  30)BAHAMAS 0 1 1 2  30)UNGHERIA 0 1 1 2  32)UCRAINA 0 1 0 1  32)UGANDA 0 1 0 1  32)SVEZIA 0 1 0 1  32)MESSICO 0 1 0 1  32)BURUNDI 0 1 0 1 32)MAROCCO 0 1 0 1
38)SIRIA 0 0 1 1  38)ITALIA 0 0 1 1  38)TANZANIA 0 0 1 1  38)CUBA 0 0 1 1   38)KAZAKISTAN 0 0 1 1  38)BRASILE 0 0 1 1 e se le medaglie sono poche, non è che il numero dei finalisti sia stato maggiore. Le scusanti sono le solite: avevamo molti  giovani, la sfortuna, gli infortuni. Chi si scusa si accusa, non parliamo poi quando si parla di sport!
Non credo neppure che la colpa debba ricadere negli atleti, perché così dicendo arrecherei offesa ai vari Tamberi, Palmisano, Rubino, Giorgi, Trapletti, Fortunato, De Luca (facevo prima a scrivere, i marciatori in toto), Meucci, Tortu, Lingua e qualche altro di cui mi sfugge il nome. Mi chiedo se il faticoso lavoro della marcia e della maratona, oltre che far bene al fisico non insegni anche a soffrire, a temperare il carattere alla bellezza della modestia.
Quello che da molti dei nostri atleti, in fase di intervista post gara, alla domanda che la giornalista faceva loro, da che cosa fosse dipeso il sofferto risultato ottenuto, avrei voluto sentir rispondere :" Gli altri erano più forti!!" e poi magari lo sciorinare dei dolorini, degli infortuni da cui venivano e la consequenziale mancanza di allenamento. 
Tamberi con l'infortunio che ha avuto, ed il parziale allenamento ha superato i 2,29 evidenziando che la se classe non è acqua, volere è potere.
Lingua? Uscito dalla formazione delle Fiamme Gialle è ritornato ad allenarsi con una società privata. Chissà perché ?
Inizio a pensare e credo che dovrebbero farlo anche i vertici dirigenziali della Federazione, andando ad analizzare se il proliferare di tutte queste società con le "stellette", sia diventato per i giovani più un male che un bene, più il raggiungimento di un "posto di lavoro" che quello per emergere sportivamente. Del resto ad ognuno il suo lavoro!!
Da aggiungere, che mentre per tanti altri paesi che ci hanno superato nella classifica del medagliere, la globalizzazione ha portato medaglie, da noi seppur siano benvenuti tanti nomi stranieri, almeno al momento, di benefici non se ne sono visti. Evidentemente abbiamo pescato male. 
Ed allora, se per una volta, invece, si copiasse di sana pianta quello che fanno i college Americani ed Inglesi con i loro universitari, senza apportare alcuna modifica da "precisini" quali vogliamo sempre apparire ? E se si ritornasse a foraggiare maggiormente le piccole società di provincia ed una volta individuati in esse dei giovani promettenti li si sottoponesse al giudizio degli allenatori federali, che dovranno essere pochi, ma buoni ?? Attenzione, alcuni buoni già li abbiamo, quelli della strada "docet".
Invece da quel che ho letto e sentito, a Berlino, ai campionati europei, si vorrebbe attraverso l'autorizzazione della Federazione Internazionalel, "recuperare" la paralimpica Legnante solo perché nel 2006 superò i 19 metri, non considerando che gli anni passano per tutti e che a Londra hanno superato di gran lunga i 20 metri. Sarebbe un altro errore sia nei confronti dell'Atletica, ma ancor più di pochi riguardi in un'atleta addossandole una responsabilità che farebbe fatica a sostenere. Del resto, se non abbiamo gente competitiva, la si lascia a casa. Si risparmia e non si fanno figure barbine.
Se ciò rispondesse al vero, significherebbe, di già, partire con il piede sbagliato, altro che analizzare...


 





di Franco Giannini

martedì 8 agosto 2017

Anche le notizie di cronaca seguono una specie di "Casta"...

foto ricavata da Internet " Il corriere del corsaro"
... Perché si preferisce seguire non la cronaca reale, ma un falso perbenismo.

Questa mia riflessione nasce nel leggere un articolo di vita cittadina. Una disgrazia come tante se ne leggono ogni giorno. Non ce l'ho assolutamente con il redattore della notizia, che logicamente si adegua a quelle che sono le esigenze dell'attuale informazione. 
Una "persona conosciuta" in una certa città, "cade" dal tetto della sua abitazione e muore. Età dell'uomo deceduto, "92 anni" con problemi di "depressione". Già questi pochi dati,  fanno si che solo con fatica, più di quella che avrà fatto il 92enne ad arrampicarsi sul tetto  per poi cadere al suolo, posso credere alla notizia come essa è stata venduta. Non credo che ci sarebbe stato nulla di male, in un mondo più sincero, se si fosse definito, sempre con profondo rispetto per quella scelta, la disgrazia come un incidente voluto. Ma oggi i termini vanno centellinati perché come dicono, a volte le parole fanno più male dei gesti. Io non lo condivido, pensando che se uno zoppo lo definisco claudicante, il male resta. Credo invece che le parole in entrambi i casi debbano essere pronunciate con un ugual rispetto. Quel rispetto che invece, spesso, poi viene a mancare quando si parla a livello assistenziale. Un discorso che però ci porterebbe fuori tema. 
Ma ne abbiamo tanti di questi ri-battesimi verbali, vedi ad esempio lo  scoppino, spazzino ed ora netturbino, fermo restando gli stipendi da fame. Ricordate il bidello ? ora operatore scolastico, ma è lo stesso che vende la pizza negli intervalli.
Ed allora ecco che la memoria mi riporta indietro di tanti anni quando "Barigelo", uno scoppino vero lui e senza ancora ri-battesimi, un vero filosofo, laureatosi nell' Ateneo che solo la strada gli poteva assegnare, un anconetano, (ma con sincerità devo dire, non avendolo conosciuto di persona, che se n'è sempre parlato e le sue filosofiche riflessioni tramandate da padre in figlio, dando per scontato che fosse un individuo reale e non una semplice maschera cittadina), riportava con il suo modo scanzonato, le cronache del giorno.
E c'è appunto tra le tante storie che si tramandano quella della buccia di banana. "Vedi, - diceva lui - se casca un "Signore" è de sciguro scivolato su di una buccia di banana, una disgrazia. Se la stessa cosa je succede a 'n "pureto" è de sciguro 'n imbriaghu ch'è s'è rutulato."








di Franco Giannini

venerdì 4 agosto 2017

LA BUROCRAZIA SANITARIA vissuta minuto per minuto...

disegno tratto da "la lingua batte dove il dente duole"
... se per l'asportazione o la cura di un dente... questo ancora però, non lo so.

Sorvolo sui tempi oramai superati e di conseguenza dimenticati da quelli della visita dal medico di famiglia a quelli per l'impegnativa ad una concessione di un appuntamento (Urgente), che poi sono giunti a 7 giorni tra attesa per festività e cure, con un medico del reparto odontoiatrico.
Il medico di famiglia che mi consiglia viste le mie rinunce alle cure in generale :"Vada all'Ospedale Franco... lei ha il Pace maker e come cardiopatico è esente da ogni spesa.. mi ascolti, ci vada e si faccia curare. Ora va bene, calmiamo il dolore, ma poi?". Alla fine mi lascio convincere  e con estrema franchezza ed ancor più vigliaccheria, più che da lui, dal dolore, ed allora ecco che comincia la fiaba, che però suona troppo elegante e gentile ed allora trovo più consono il termine "favola", stesso significato ma dal suono più rude: 
Appuntamento che viene fissato per le ore 10,30 del giorno X
Il fatidico giorno X, uno sfigato Venerdì. Poi leggendo si capirà perché sfigato, seppur non cadendo né del giorno 13 né del 17.
ore 09,43 preso il biglietto regolafila alla cassa per porre un  timbro di esenzione (malgrado nell'impegnativa sia già riportata e sottoscritta dal medico curante la sigla che attesta ciò)
ore 09,55 posto il timbro sull' impegnativa, si suona alla porta del reparto e si viene accettati in sala di attesa.
ore 10,10 l'infermiera chiama per la compilazione con tutti i dati della cartella personale, nonché richiede la firma sulle solite dichiarazioni d' informativa che come per i contratti di assicurazione o quelli bancari o le dichiarazioni dei redditi ti sottopongono in bianco con le crocette dove apporre la firma.
ore 10,20 arriva il medico (si guardi bene con 10 minuti di anticipo sull'appuntamento, cosa lodabilissima!) che dopo un primo esame della bocca opta per una lastra di raggi X. Mi fa l'impegnativa (anche questa sottolineando l'urgenza) e mi dice di andare subito in reparto, perché se mi fanno la lastra prima delle 12,30 posso ritornare in odontoiatria e vedere immediatamente il da farsi. Però, guarda caso, mi fissa anche un nuovo appuntamento per il lunedì prossimo, sempre alle 10,30, perché, sottolinea, loro il sabato sono chiusi. Ho pensato, subito che si trattasse di eccesso di precisione, perché in cuor mio davo per certo che oggi con tutte le Ecografie, le TAC, le PET, la scintografia, i vecchi e troppo semplici raggi X chi se le fa più ? "Invece - come canta quella pubblicità sul colesterolo - mi sbagliavo"
ore 10,30 Ascoltato quel "se gli danno la risposta prima delle 12,30 mi mette le ali ai piedi ed allora di corsa, alla bersagliera, giù in reparto radiologia. Nuovo ritiro del biglietto regolafila, con tre volontarie a fare capannello tra loro e che alzando gli occhi stanchi ed annoiati del fare nulla, sono a pregare i "signori" di andare in sala d'aspetto evitando di rimanere nel corridoio. E giustamente, che un po' di precisione in un immane caos come in quello che mi sto dibattendo, ci vuole. Quello che è un po' meno bene è bene che si parta quasi  sempre, con stupidaggini, dal basso. 
Quindi di nuovo un' attesa del proprio turno, per poi sentirsi dire, previa telefonata in reparto da parte dell'impiegata, che però "subito è impossibile", quindi di ritornare il giorno dopo (specifico che il giorno dopo, guarda guarda, è sabato !!).
Mi chiedo allora se questo "bingo" fosse scaturito dalla lungimiranza di un occhio clinico come quello di medico o quello di un semplice ateo che non ha mai creduto ai miracoli. Credo che forse sapesse troppo bene come funziona la burocrazia sanitaria.
Quello che non comprendo sono due cose. una è come una Organizzazione Pubblica come un Ospedale funzioni a scompartimenti stagni: un reparto osserva la semi festività del sabato ed uno no... Ma non sono entrambi, ma diciamo tutti i reparti, facenti corpo integrale di un unico Servizio Pubblico ?? La seconda, perché alcuni studi odontoiatrici privati (che parola brutta quella della privatizzazione) sono dotati di piccoli impianti di raggi x e ti fanno tutto seduta stante mentre il colosso della Sanità Pubblica, L' autodefinitasi Eccellenza in tutto, per farti la barba, t'insapona a Palermo e ti rasa a Rapallo ?? Vuoi scommettere che si tratta di questione di costi. Esclusi quelli delle autoambulanze va e vieni che magari sono gestite da qualche cooperativa oggi tanto di moda. I tempi ed i costi di trasferimento del paziente, che oggi la pazienza però l'ha terminata, non rientrano né nelle statistiche, Nè vengono prese in considerazione dai gestori della Cosa Pubblica. 
Quasi ascolto le loro voci :" Ma che cosa vogliono questi, li curiamo senza che spendano una lira e magari domani ci accorgiamo che sono soldi andati perduti "sotto terra"". Potrebbero anche aver ragione se non per il fatto che per 40 anni di lavoro o di chi lavora attualmente, questi soldi ce li siamo pagati e li paghiamo. Non sono soldi che escono dalle loro tasche, le proprie tasche.
ore 10,55 ritorno a casa senza aver concluso nulla. Fortunatamente l'ascesso con la cura degli antibiotici prescritti dal medico curante  è rientrato e l'unico dente che ora mi duole non è più quello del molare, ma quello della rabbia dell'impotenza verso certi atteggiamenti della burocrazia italiana e dei loro "gestori".
Tradotto : Le vere Eccellenze della Sanità sono i medici del servizio pubblico (salvo le mosche bianche, rare, ma sempre esistenti!) che ancora mantengono in piedi tutto l'apparato pericolante, mentre i veri olocausti di questa nostra italica sanità terremotata, sono i burocrati ... un' altra definizione sconfinerebbe nel reato e nel turpiloquio.
Per il momento fermiamoci qui, ma la storia continua e malgrado essa possa servire a pochi, vi terrò informati. 








di Franco Giannini

mercoledì 2 agosto 2017

BOLOGNA una delle stragi italiane, che non si vuol far credere, dimenticata



Ed oggi, per l'ennesima volta, ancora i soliti discorsi retorici, le solite facce di bronzo, i soliti quattro stracci di gonfaloni, i soliti nastri tricolori portati a tracolla, i soliti quattro fischi, i PARENTI delle vittime, quelle si CHE RICORDANO E RICORDERANNO, che diserteranno la manifestazione, in segno di protesta verso una sordità vergognosa ed oserei dire complice di quell'atto rimasto "impunito", di questi nostri governi che si sono succeduti dal quel giorno a tutt'oggi.
Questa è l'Italia odierna, questa la fotocopia penosa di quella che era l'Italia di Ieri.

martedì 1 agosto 2017

Sarà solo per via del caldo e dell'età, che uno già brontolone, tende a perfezionarsi in questo suo difetto ?

di certo questi due fattori incidono, ma non credo siano i soli. Poche e semplici parole dedicate a chi vuol intendere...

Da che ho appeso la penna al chiodo, evitando di scrivere sull' "attualità" cittadina, perché per farlo occorre un' immediatezza che ho perduto, mi dedico alla lettura di quello che gli altri scrivono in merito.
E questo spesso, come avviene a noi vecchi, ci porta ad occhi aperti, senza più seguire il fatto di cronaca, a viaggi che, con quello che stavi leggendo, hanno ben poco a che vedere.
Spesso sono rimpianti che al risveglio di quell'istante di black-out  visivo, preferisci definire con la parola ricordi. Si, perché nel rimpianto è racchiusa una nostalgia, ma di sapore quasi sempre amaro. Per il non essere riusciti, non aver voluto, non essere stati capaci, magari a prendere quel treno che passava e che ti sei lasciato sfuggire.
Ma, qualche volta quel mancato treno perduto è anche derivato dal fatto che “altri” si sono lasciati sfuggire il favorevole istante e le conseguenze ora, magari le stiamo pagando tutti.
Sarà che i denti già mi dolgono e dovrò ricorrere proprio in questi giorni a quella Sanità Pubblica a cui da tempo ho rinunciato con rassegnazione forte di quel “il sarà quel che sarà”. Ma il dolore è dolore , e la lingua batte dove il dente duole. Infatti non è che abbia paura della morte, che oramai arriverebbe sempre come la benvenuta, ma è quella mia vigliaccheria nei confronti del dolore che la fa da padrone. Infatti quello che mi spaventa è il dolore e la sofferenza.
Ed è proprio tra il dolore di questo ascesso sul dente del giudizio, che leggevo, quindi più imbufalito che mai, le stupide, incomprensibili, egoistiche diatribe tra i vari partiti... ma che sto dicendo? I partiti... ma quali, che si sono mimetizzati quasi tutti dietro a liste civiche. Sarebbe meglio allora dire diatribe tra singoli, a volte patetici figure di personaggi politicizzati che come i capponi di Renzo si accapigliano nel mentre s'incamminano verso una triste fine : nel caso nostro la fine dell'Ospedale Senigagliese.
Non si comprende neppure più, dove finisca la Maggioranza e dove cominci l'Opposizione, tra tutti gli infiltrati che in essa si agitano, sbraitano, e che alla fine, seppur le loro buone intenzioni, lasciano il male che trovano.
E mentre leggevo i loro assurdi comunicati fatti di “Noi” majestatis, piuttosto che di singoli “Io” essendo magari gli unici rappresentanti di un Consiglio Comunale, che gli occhi mi sono scorsi su un mio articolo datato 12 Ottobre 2008.
Non riguardava di certo la situazione Ospedaliera, ma pensate un po' voi, nientepopodimeno che quella delle ragnatele centenarie nel sottopasso di Via Perilli: Viale di accesso alla Spiaggia di Velluto, alla Rotonda, agli alberghi Vip per la gente Vip.
Però quello che mi ha fatto perdere la connessione con la situazione ospedaliera non sono state né la polvere né le ragnatele, ma riportandomi alla mente di come la cosa la si riuscì a risolvere grazie ad un' idea di un uomo , un blogger, certo MADDECHE', alias Paolo Rincolvati, alias ... pieno di ironia quanto di civile partecipazione in qualsiasi cosa facesse e fa ed in questo caso specifico: costituire un' unione di intenti, di una cittadinanza unita e reagente, che definì Cittadinanza Fattiva.
Leggo tra i commenti di allora tanti nomi simpatizzanti di correnti politiche le più disparate, che s'incontrarono però, unite per risolvere tutto alla faccia di chi “non aveva fatto fino ad allora il proprio lavoro” a regola d'arte.
Costoro erano per di più blogger che ogni giorno scrivevano lottando e segnalando quello che non andava nell' amministrazione locale e non solo. Altri erano quelli che invece commentavano come giustamente vuole la democrazia, con le loro idee, le loro soluzioni, sarà perché forse impossibilitati, nel non poter mettere (non erano stati inventati ancora e fortunatamente) quegli stupiti “Mi piace” che oggi si trovano inflazionati immancabilmente sulle pagine di Facebook. 
Dirò di più, e qui ho un certo rammarico, che i blogger e quei blogger, sono spariti dalla circolazione mentre sono rimasti invece i commentatori del “Mi piace” facile, che il più delle volte neppure leggono attenendosi dal guardare la foto ed al più le due righe del titolo.

Quanti nickename ricordo con piacere e nostalgia, quanti di loro ne ho conosciuti, quanti di costoro hanno portato avanti battaglie con successo : wese, Valeria, tuttofare, serola, Riccardo_Pizzi, Renato_Pizzi, quilly, pasquino, Pablo, Obelix, mescalino, melgaco, marinelli, MariangelaParadisi, mancio, malih, malavida, lucaborella, LoStrillone, LorenzoMan, leotex, kit_carson, JimmiFontana, Intruso, GianlucaMaracchini, ghost, Gelopolare, Gaspa4, gallosenone, didimi, dariopetrolati, danielzone, Daniele_Sole, cosmoblog, celticus, Bucaniere, Brenno, babel-zeta e tanti altri di cui non ricordo e non sono stato in grado di rintracciare i nominativi. Una di queste iniziative, fu appunto la tinteggiatura del sopra detto sottopasso, che ebbe un successo cittadino che ci sentimmo quasi obbligati a ripeterlo con quello dell'altro sottopasso della Curva della Penna.
Non ricordo in quale altra occasione mi permisi, visti i facili successi, di riproporre l'intervento della macchina di Cittadinanza Fattiva, mi sembra la pulizie delle aiuole dalle erbacce. E da qualcuno dei nomi sopra riportati mi sentii rispondere grosso modo “... per 'na volta ce prova gusto anche 'na vecchia”, ovvero non abusiamo del nostro buonismo, perché a lungo andare si abituano alle cose fatte, si adagiano ed  alla fine facciamo il gioco di coloro che così facendo vivono alle nostre spalle .
Non so fino a che punto avesse ragione o meno... però in questi anni vero è che il menefreghismo l'ha fatta da ragione, sia dalla parte del cittadino (non assolvo, anzi) che da quella dell'Amministrazione (situazione incancrenita di carattere politico locale e nazionale), però chi gode di tutto questo e in un certo modo il permesso di continuare a governare, è la classe dirigente locale che ora guadagnato tanto terreno nei confronti del popolino, lo sghignazza facendo il bello e il cattivo tempo.
Viste le foto e lo streaming degli intervenuti per assistere all'ultima seduta della IV° Commissione Comunale Permanente, il cuore si mi è di nuovo allargato. La gente (seppur la maggioranza tutta anziana !) ha risposto indignata, ma ha risposto! E questa risposta, guarda caso, è quella che ha fatto stizzire i "gallonati partecipanti" che con un nervosismo incontrollato (alcuni) si sono lasciati andare a comportamenti spocchiosi e strafottenti da prime donne abituate a calzare il palco del ridicolo. Con loro doveva essere Vietato parlare e senti, senti, vietato applaudire. 
Voglio sperare, cari miei concittadini, che con voce ampia, di presenza, di impatto, anche per l'Ospedale, quale che fosse una prima virtuale  tinteggiatura in via Perilli (leggi presenze al IV° Commissione), si possa riproporre il bis, come lo fu per la Penna. Logicamente riportato nei confronti del nosocomio cittadino e delle sue specializzazioni.
Invece ai “Capponi Consigliari” e non solo, un caldo invito, che però suppongo sarà destinato a cadere nel vuoto per i soliti egoismi politici. La gente sembra vi stia sostenendo. Ed allora non rifate l'errore dell'ultima campagna elettorale per l' elezione del Sindaco in cui vi presentaste come dei separati in casa. Sappiate che battaglie di un giorno si possono anche perdere, ma Uniti e da alleati, le Guerre alla lunga (e questa sulla Sanità è una guerra!!) si vincono, Sempre. Il tempo per le lotte intestine e la spartizione degli onori, che non dovrebbero mai esserci, se è vero che si fa tutto come si dice per il bene della cittadinanza, (anche se poi la politica è falsa e altrettanto è quello che dice), esse dovrebbe avvenire eventualmente, sempre dopo aver tagliato il traguardo da vincitori. Perché, come il proverbio insegna, per dire gatto, lo dovete avere prima nel sacco.








di Franco Giannini