sabato 29 novembre 2008

DARIO PETROLATI A SENIGALLIA PRESENTA "LUOGHI"


di Franco Giannini


Giovedì 4 Dicembre, alle ore 18,30 presso la saletta TV dell' Albergo-Ristorante Bice in via Leopardi, 105, Dario Petrolati, rientrerà nella sua Senigallia, da Padova dove da anni risiede, per presentare il suo primo volume di poesie dal titolo "LUOGHI" edito a cura del Centro Studi Luccini di Padova http://www.centrostudiluccini.it/. Edizione con una tiratura di seicento copie, che in pochi giorni sono andate esaurite, tanto che si parla, di già, di ristampa.
L' autore, dopo la presentazione del volume, sarà ben lieto di offrirne una copia in omaggio, a tutti coloro che ne faranno richiesta, sempre compatibilmente con il numero di copie in suo possesso.
Coloro che fossero interessati poi, a continuare l'incontro con l' autore, volendo partecipare alla cena che seguirà, sempre presso il ristorante Bice, sono pregati di mettersi in contatto con l' organizzatore Franco Giannini, per prenotare, contattando con una e-mail
brontolone42@yahoo.it
o inserendo la richiesta come commento a questo post.

giovedì 27 novembre 2008

PROVE DI NATALE... MA NATALE PER CHI ?


di Dario Petrolati

Ieri sera per fare 5 km., dall' ufficio a casa, ho impiegato più di un' ora.
Strada diritta, tutta in città, lavori in corso perenni per la nuova tranvia, eppure sono stato fermo, dietro una interminabile colonna, a respirare questi gas che anche se non si vedono arrivano prima o poi a colpire le nostre vie respiratorie.
I mezzi pubblici tanto pubblicizzati fanno un servizio da schifo, sempre colmi e cari e senza orari fissi, sarà che non mi fa di sentirmi un pacco, ma diffido viaggiare accanto a persone che non troppo si lavano e spingono e spingono e noti meglio come tutti siamo indifferenti al vicino chiunque esso sia, i ragazzi con le orecchie tappate da auricolari e fili intrecciati per isolarsi ed ascoltare altro, cose per loro, seduti indifferenti al precario equilibrio di qualche anziano e via ancora poche simpatiche cose da vedere.
C' è sui bus un mondo ineducato, che preferisco non giudicare anche perchè fare il moralista è brutto e sa di falso. Bisognerebbe dare l' esempio noi più anziani, genitori, nonni, scuola, ma allora il discorso diventa lungo e difficile, e se questa è la società in cui viviamo la responsabilità di un qualcosa l' abbiamo un poco tutti ed allora il resto sono anche comode scuse.
Comunque il blocco automobilistico di ieri sera aveva una ragione: un'incidente automobilistico tra più auto, una fuga dopo una rapina, e tante macchine di carabinieri e croce rossa relativa. Succede allora che i famigliari, a casa, vedendo il ritardo dei congiunti, cominciano ad agitarsi si preoccupano e si usa il cellulare per dire sono vivo, sono quì.
Allora chiuso dentro la vettura ascolto un poco la radio per farmi compagnia, penso e vedo i negozi che si truccano per le vendite di Natale.
Si lamentano tutti, ma disordinatamente: i negozianti chè dicono di non vendere, noi-molti a chiederci come e cosa poter comprare per regalare, far contenti almeno i bambini e le persone care.
Regali utili non quelli che luccicano , io di solito sono monotonissimo regalo sempre e solo libri o dischi, chi mi è vicino o si aspetta un regalo da me sa già che arriva il prevedibile "mattone", cominciano allora a prevenirmi e raccomandarsi: niente libri per favore ( non abbiamo posto ).
Che disagio cado allora in uno stato antipatico a me stesso, chè il posto per un libro almeno per i bambini ci deve essere sempre per forza, a meno che la terribile umiliante parola non prenda il sopravvento : povertà. E' triste tristissimo assistere alle liti della nostra classe politica che per TV urlano cifre fanno calcoli e danno ricette per risolvere i problemi dei poveri, cosa significa essere tali e quando si comincia a toccare il confine tra chi può e chi non può.
Alcuni gridano che dobbiamo essere ottimisti, comprare-comprare, altri provano che adesso si sta avvicinando un periodo assai disdicevole, anzi ci siamo già dentro e forse manco ci accorgiamo.
Il brutto deve ancora venire, se per radio si ascoltano consigli di luminari dell' economia allora si va in tilt.
E' un momento disdicevole, antipatico, aleggia ovunque paura e disagio nascosto, eppure a Cortina, quassù nei locali, già cominciano ad essere esauriti i posti per i cenoni di Natale e Capodanno.
Ho amici compagni che vestono come me, fanno la mia vita, ma quando si va alla Wiennese o in un bar qualsiasi se aprono il portafogli hanno carta moneta viola -rossa, fogli di euro i cui colori io ho solo visto in mano ad altri.
Ma come fanno?.
Secondo lavoro, in due su due che lavorano anche la domenica, insomma io qualcosa non ho capito, le banche le finanziarie, insomma io non sono stato ai tempi, non mi sono adeguato.
Mistero, c' è però qualcosa di poco chiaro ed ognuno ha diritto ad avere i propri segreti.
Comunque auguri a chi se li merita.




lunedì 24 novembre 2008

SAGGIO E' COLUI CHE TACE...


di Franco Giannini

Il servizio scorreva veloce, passando da immagini della cassa che conteneva la salma di Sandro Curzi, a quelle delle personalità politiche presenti, con in sottofondo le voci rotte da quel falso tono istituzionale che si usa abitualmente per rievocare i meriti di chi in quel momento non c' è più.
Velocemente come quelle immagini, fors'anche in modo anche più rapido, ho avuto un brutto pensiero di cui mi sono immediatamente pentito e vergognato per il solo fatto di essermi balenato: ...e se quel soffitto fosse caduto proprio lì, oggi, "per una tragica fatalità" ? L' indomani si sarebbe potuto parlare di "inquietante rischio sicurezza", oppure "...è una tragedia veramente incomprensibile." ?
Nel servizio prima della cerimonia nella camera ardente del Sandro Curzi, avevano mandato in onda quello molto più toccante e soprattutto dai toni più sinceri. Quello della mamma torinese che chiedeva solo una camera ardente, per quel suo figlio, che la scelleraggine di una incuria, la burocrazia, l' incapacità, l' ottusità, l'alterigia delle nostre istituzioni, gli avevano tolto per sempre e che almeno fino a quel momento, non avevano ancora consentito che la salma potesse essere trasferita al suo domicilio per un ultimo "riservato" saluto tra le calde mura domestiche anzichè dentro la fredda "pubblica" anonima stanza di un obitorio.
Non tutti amano la pubblicità a tutti i costi, i più, in queste occasioni, desiderano la riservatezza!
Se quel soffitto che menzionavo all' inizio, fosse crollato, sarebbe stata, però una duplice tragica fatalità, una, perchè ci sarebbero andate di mezzo persone innocenti e poi, perchè colui che di spada ferisce, in questo caso, vista la sua "allergia", non era presente.
Fino ad ieri, non ne condividevo politicamente l' operato, ma lo ritenevo persona, quanto meno in possesso oltre che di lusinghieri capitali e di successi imprenditoriali, dotata anche di una discreta intelligenza, anche se sempre usata per centrare solo quello che erano e sono obbiettivi personali.
Oggi però, certi individui, con le loro farneticanti dichiarazioni, oltre che farmi ricredere, mi preoccupano perchè non vengono presi giustamente in considerazione dalle persone a loro più vicine e non vengono "curati" come si dovrebbe. Sarà, anche questo, sicuramente colpa di quella Mala Sanità lasciata in eredità dal governo precedente
Mania di persecuzione ? Forse. Mania di grandezza? Forse.
Ho la sensazione, ogni giorno che passa sempre di più, di essere governato da un piccolo Napoleone, complessato per l' altezza, complessato dal mal della Russia da conquistare ad ogni costo e con qualsiasi mezzo, complessato dal male del toro...il vedere rosso ad ogni angolo, complessato di saper fare l' ironico con il risultato finale e scontato di dimostrarsi pessimo giullare, complessato di essere incompreso dalla stampa e quindi costretto a dover sempre rettificare che quello che aveva detto era stato frainteso.
Saggio è colui che ascolta ma tace, non certo colui che parla e che liquida un argomento indigesto come il crollo in una scuola che ha provocato un morto ed il ferimento gravissimo di un altro ragazzo, oltre a una decina di feriti, sia definito semplicemente come tragica fatalità.
E si che una volta le scuole erano ritenute, in caso di eventi naturali, sicuri luoghi di ricovero per le popolazioni bisognose di un tetto sotto cui ripararsi...questo una volta...
Sono certo che domani il tutto sarà ritrattato, saremo i soliti imbecilli che non abbiamo compreso. Ma oggi, così come il tutto è stato captato, suona però come una pesante offesa verso quei famigliari.
Qui, in questa occasione, sarebbe stato anche giusto affermare che la colpa non era solo di questo attuale governo, bensì anche di tanti altri che lo avevano preceduto, vista la vetustà dell' edificio (1934), ma il desiderio di voler essere in primo piano sempre e dovunque, lo ha portato a dire ancora un grossa, immensa, ridicola, imbecillagine, tanto da far apparire minuscole, quelle sussurrate dalla giovane-ingenua-timida-sprovveduta responsabile della scuola italiana, gettata lì, quasi a mo' di parafulmine, contro quegli strali che buona parte del popolo scolastico getta contro l' attuale governo per difendersi anche contro queste "tragiche fatalità".
Si potrebbe concludere con un semplice "vergona", che cadrebbe inesorabilmente nel vuoto, si perchè anche la vergogna è un sentimento, e bisogna possedere un' "anima" che faccia provare quel "brivido" interno. Per gli insensibili, la vergogna è "un sentimento" sconosciuto ed è inutile quindi l' urlarglielo, l' unica cosa è solo un cristiano compatimento.


lunedì 17 novembre 2008

CONGO : LA GUERRA DEGLI ALTRI


di Franco Giannini


E’ proprio vero che non bisognerebbe pronunziare la parola “Mai”.
http://lospigolatore.blogspot.com/2008/11/guerre-dimenticate.html
Infatti mai, mi sarei pensato di usare parole di apprezzamento nei confronti di una comunità religiosa e nei confronti di quelle persone che la compongono.
Infatti, come ateo o meglio ancora ( forse per altri punti di vista peggio ancora) come agnostico,se pur distante da preconcetti, mai mi sarei aspettato di assistere con tanto interesse all’ incontro promosso da Padre Silvano Ruaro con l’ ausilio dell’ amico Gianluigi Mazzufferi
http://mambasa.blogspot.com/
, circa i mali in cui sta vivendo le popolazioni congolesi.
Dicevo, distante da preconcetti, perché se invitato mi sarei presentato per ascoltare quanto aveva da dire un mussulmano o un buddista, perché ritengo che nell’ascoltare, nel voler ascoltare, nel saper ascoltare, sta il vantaggio di chi vuol comprendere, analizzare e farsi una sua idea.
Padre Silvano, mi ha entusiasmato con la sua chiacchierata, proprio perché formulata in questo modo, una chiacchierata. Non una conferenza, non una predica, non una richiesta esplicita di fondi.
Una piacevole carrellata fotografica
http://www.flickr.com/photos/mambasa/show/
con un suo sottofondo verbale che ci illustrava le bellezze dei luoghi ma nel contempo con intelligente esperienza dovuta al suo “mestiere”, sottolineava quello che poteva sfuggire a prima vista.
Quante cose utili sono state costruite ed organizzate dalla missione a Nduye, quante se ne stanno facendo e quante se ne vorrebbero ancora fare, ma….purtroppo c’ è sempre un “ma” che ostacola, rallenta, burocratizza. Un semplice “ma” che in Congo si chiama semplicemente Guerra.
Padre Ruaro, riportava un passo di una lettera scritta dai vescovi congolesi in cui si parlava di una “Guerra degli Altri”.
Perché è giusto dire, che queste guerre non sono guerre volute dai congolesi, ma da noi bianchi, ed oggi anche dagli asiatici, per l’ accaparramento di quei minerali di cui è ricco il sottosuolo e non solo, dello stato congolese.
Padre Silvano ha tenuto a sottolineare con calore, quanto bugiarda sia l’ affermazione che, spesso si sente, circa il fatto che se questa gente acquista le armi è perché hanno evidentemente dei soldi.
Mai più bugirda e stolta fu questa osservazione. Le armi vengono passate dagli stessi interessati a che la guerra continui, distribuendole alle due fazioni in lotta, che fino “a ieri” avevano convissuto pacificamente e che sono state aizzate l’ una contro l’altra dopo che si è scoperto l’ “affare economico”.
Ci spiegava come si sviluppa il commercio, un esempio, a caso, del cacao: le multinazionali lo pagano pochissimo rispetto a prima della guerra, facendo giocoforza proprio perché c’è la guerra.
Ciò che acquistavano prima a 100, oggi lo acquistano a 40, forti del “prendere o lasciare” (ricatto ??), ma quando viene importato nei nostri “paesi civili”, viene rivenduto a prezzi esorbitanti perché “laggiù” c’ è la guerra, ed allora il prezzo che era prima di 200 si lievita fino a divenire 400.
Non parliamo poi come con sorrisolini accattivanti, come solo i cinesi sanno dispensare, unitamente alla costruzione di qualche strada in terra battuta di una decina, al massimo qualche centinaia di km. di un valore solo simbolico, sono sufficienti ad ammorbidire il despota locale o il dittatore del momento, per ottenere la prelazione su i benefici minerari su cui hanno posato i loro occhi a mandorla.
Dalla parte congolose, del resto, manca la scolarizzazione, l' istruzione.... E ben si sa quanto l’ ignoranza faccia male. Come una guerra, forse anche di più. Qualcuno pensa persino di voler frammentare il Congo, concedendo la parte mineraria ai paesi confinanti...sarebbe la fine del Congo!
Ed è qui che ho potuto ammirare, quanto di buono abbia fatto il creatore di questa missione con la sua immensa opera: Padre Bernardo Longo,
http://scaloni.it/popinga/wp-content/uploads/2007/08/padre-longo-e-la-sua-opera.pdf
trucidato in una di queste guerre, ucciso non dai congolesi, ma dalla loro involontaria ignoranza. Ora Padre Silvano Ruaro, ne sta continuando l’ opera. E vorrei dire che l’ onore di tutto ciò, non va ai vari personaggi intesi sacerdoti come tali, ma solo e semplicemente come donne ed uomini votati al bene di altri uomini.
Gente che crede fermamente che la guerra, le violenze, la fame, le si possono sconfiggere solo con l’ istruzione, e con l’ apprendimento delle varie arti lavorative, dell’ agricoltura, dell’ allevamento, della tessitura, della meccanica. Ed è in questo che è concentrato il loro sforzo.
E di bello c’ è anche che non tutti gli abitanti della comunità di Nduye sono cattolici, ma ci sono altre religioni eppure vivono tranquillamente tutti in pace.
Non posso dire certamente che questo incontro mi abbia portato verso una conversione, ma posso senz’altro dire ed affermare di essere rimasto piacevolmente sorpreso di si tanto lavoro, dove le preghiere sicuramente ci sono, ma è il lavoro fisico e mentale quello che occupa più tempo e la fa da padrone. Come il dire "Aiutati che Dio ti aiuta".
Sinceri e sentiti auguri Padre Silvano e buon lavoro, da uno che crede che non tutti gli uomini siano uguali (voi ne siete un esempio), soprattutto tra quelli dei paesi che si auto-proclamano (vergognosamente!!)civili.
http://www.progettomambasa.it/default.asp

sabato 15 novembre 2008

RICORDI DI IERI PENSANDO AD UN FUTURO


di Dario Petrolati


Di preciso quanto tempo sia passato non ricordo.
Qualche anno, ma di preciso non saprei, mi sembra fossi ancora in attività.
Quando una sera lo andai a salutare, prima di andare a casa, in Fabbrica naturalmente, Bepi, era sempre in fabbrica, dentro i capannoni, nella saletta del Consiglio, in Direzione per qualche trattativa o rogna che andava ad appianare, in giro per l' area ove provavano i vagoni, all' Assindustria, un salto e ritorno, ricordo che di sfuggita mi apparve meno sicuro del solito, mi sorrise come faceva con istrionica esperienza di vita e gli sfuggi che era sempre in attesa dei risultati delle analisi.
Ascoltavo, eravano soli in cammino pei lunghi corridoi e Bepi per un attimo brevissimo mi sembrò dubbioso preoccupato, ma senza lagna ed io, che non avevo altro e sempre ascoltato da lui come si deve ottenere quello cui si ha diritto, sia nel lavoro che nel sociale, intuii che mi parlava di se come padre, marito, uomo che non sta bene.
Analisi pensai, non della mente, che era sempre adorabilmente ed onestamente sveglio, analisi di urine-sangue quelle robe che zac! e ti condizionano tutto il futuro e devi subito prendere decisioni che non ci sono mediazioni, chè la verità il responso non guarda in faccia alcuno: ricco, povero, giovane, bello.
Superficialmente mi sembrava non saper altro dire, buttai la cosa in vacca e cercai di fare altro discorso, magari gli chiesi che pensava del Partito, ora che c' era sta proposta di Occhetto, così cercai di far deviare Bepi e lui deve aver capito che non avevo capito nulla, che era vano tentare un dignitoso sfogo con un impreparato come me.
Parlammo ancora un poco a vanvera, solo per arrivare ai cancelli ove mi compagnò: "ci si vede Petrolati, ci si vede uno di questi giorni" e mi diede la mano come si fa tra gente che non porta la tuta.
Le manifestazioni per rivendicare il giusto salario, cortei a biscia, acqua impietosa ed anche freddo, tamburi di latta, fischietti che laceravano l' aria mentre la gente guardava con poca simpatia chè s'intralciava il traffico, si ripetevano ormai come di prassi senza errori, mancava solo lui in cima al corteo civile chè per ragioni di salute ora era in ospedale, o a casa per le cure.
La cosa mi sembrava impossibile chè per il Partito ed il Sindacato lui era stato sempre presente, prima degli altri capiva e guidava.
I contratti i direttivi il giornale che sempre aveva in tasca, allora chiesi e mi indicarono dove stava di casa.
In bici lo andavo a trovare e mi faceva salire le scale sino in cucina, c' era il tavolo pieno di scatole confezioni di medicine e l' Unità aperta come se fosse la tovaglia.
La moglie mi faceva il caffè ed io stavo un pò a sentire quell' uomo-mito, che aveva la pelle sciupata giallastra di chi sta male, ma lui non si lamentava; era impietoso reale e non sognava, mi sorrideva come si fa con un compagno che si rifiuta o non sa capire.
"Vedi - mi diceva - ti impegni lotti, fuori piove e all'improvviso ti senti vecchio finito".
Ipocritamente ho sempre cercato di deviare discorso, oppure chiedere i particolari che poi capivo a fatica, che Bepi usava una terminologia medica da primario ed io certe parole non sapevo bene a cosa si riferissero,vedevo uno straccio che non mollava, ma con la testa sveglia manco dio riusciva ad ingannarlo .
Cure pesanti come richiede il male e fatica a parlare, fiacca, bisogno di riposo per Bepi seduto e curato, come se fosse un bambino.
Passò l'inverno, venne la primavera, ed un giorno davanti la farmacia sotto casa vidi il mio amico, che era anche un vanto essere suo amico, con la moglie sottobraccio come due sposini che cercavano, così mi parve, recuperare il tempo perduto in mezzo agli altri, sorridevano e scesi dalla bici; parlammo delle rondini, del futuro, del tempo, di cosa non ricordo poi, solo che mi parve sereno, sorridente.
Anche stavolta, seppure a fatica, Bepi era riuscito a non perdere; dissi come è mio solito qualche stupidaggine, chè si preparasse per le Feste almeno che al Partito uno come lui era tanto-tantissimo.
Vago sorrise, ed entrò a prendere medicine.
Continuai ad andare a trovarlo a casa, ogni tanto in bici, per cortesia-dovere-amicizia.
Venne la stagione del sole nel cielo e al solito i metalmeccanici di Padova accerchiavano il Palazzo della Confindustria, tra tante bandiere, tantissime le rosse, sempre rette con la certezza del diritto; uno mi chiese come stava Bepi Ferro ed io capii che c' era stata una ricaduta, qualcosa che mi era sfuggito. Pedalai sino all' Ospedale e salite le scale del reparto oncologico mi trovai davanti un lettino a ruote, guidato da un infermiere grosso come i contadini abituati a faticare.
Cercavo Bepi e stavo per chiedere, quando la mano del malato trasportato, da sotto il lenzuolo, accennò un "ciao" che voleva dire "addio".
Che schifo, nemmeno un vivente o morto si vedeva, pareva solo stoffa del bianco lenzuolo, se non fosse stata quella mano abbozzata, nemmeno lo avrei visto.
"Ma dai " -mi pare aver provato a dire- "che sarà breve" .
Non ricordo più nulla di Bepi vivente.
Morì subito, l' avevo visto così, per caso.
In cgil, nel cortile ove di solito parcheggiavano le macchine, ci fu una cerimonia tra gente che piangeva-piangevano tutti e l' oratore di turno che diceva due parole piangeva pure .
La città fu tappezzata di manifesti a lutto, tutta la città.
E' passato tempo, qualche anno, la "Fabbrica di Bepi" è stata chiusa, era la più grande ed orgoglio di Padova.
Ora ci sono i cinesi con un uno dei tanti centri commerciali, lavorano come matti, vendono, fabbricano, trafficano, tutta la zona industriale, la famosa ZIP con l' interporto del futuro, mucchi di container, strade e super strade veloci su cui corrono macchine e camion .
Asfalto ovunque e velocità, quando piove lamento generale, franano le strade, logicamente una pitturata di asfalto non regge.
Come le bugie di Pinocchio la verità viene a galla sempre, ma i soldi sono i soldi e questa casta è affamata sempre più.
I nuovi manager non sanno e se lo sanno se ne fregano dei sacrifici delle passate genti.
Bepi Ferro , e chi era costui !?
Noi del Centro Studi Luccini lo ricordiamo, come non possiamo scordare le memorie i sacrifici del mondo del lavoro.
Noi non possiamo : è il nostro mestiere.!

mercoledì 12 novembre 2008

USCITO IL LIBRO DI POESIE DI DARIO PETROLATI "LUOGHI"


Sono felice di poter ufficialmente comunicare l' uscita del volume di poesie del mio-nostro caro amico Dario Petrolati, intitolato LUOGHI e che come da sua promessa verrà a Senigallia, quanto prima, per consegnarcene una copia con dedica.

Sarà mia premura contattare chi già prenotatosi e a chi non ancora fatto lo vorrà fare attraverso questo blog o via e-mail : brontolone42@yahoo.it , informandoli della data e del luogo dell' incontro.
Franco Giannini



"" Luoghi: sono il posto ove negli ultimi
sei anni ho scoperto una nuova vita, linfa
diversa dal mondo esterno alla stazione.
Quartiere che racchiude suore, studenti e la
vita del Piazzale Mazzini, con il Carmine che
si erge a guardia e vede da Ponte Molino a
tutta via Beato Pellegrino. Una Padova
speciale che sento sotto la pelle e dentro la
testa.
Se apro gli occhi vedo un mondo che amo... ""
Dario Petrolati


Un gran lavoratore, un amico, un compagno...
questo è Dario, che da sei anni presta lavoro volontario al Luccini tra libri e carte d'archivio. Sempre solerte ed attento, forse troppo... Il n. 16 di via Beato Pellegrino, la nostra sede, è per certi versi divenuto il suo secondo domicilio, o - meglio - la sua seconda casa. Solo che, tra un'incombenza ed un'altra, egli coltiva la sua passione di sempre, la poesia, spesso fermandosi oltre l'orario per fissare (all'inizio su un pezzo di carta, ora su foglio word) una immagine, una sen-sazione.
Uomo prezioso, Dario, sempre disponibile ad incarichi anche modesti, ma che assolve con dedizione, e con la passione che deriva dal trovarsi in un luogo "amico", ed a suo modo prestigioso.
Il Luccini, pur di risorse magre, ha deciso di - in qualche mo-do - ricompensarlo. E quale altro poteva essere il dono se non il pubblicare una sua raccolta poetica? per la quale egli ha in gran parte optato per i versi dedicati a ciò che cir-conda la sede del Luccini: via Beato Pellegrino, innanzitutto, e poi il vicino Palazzo Maldura, la chiesa del Carmine, la dirimpettaia Pasticceria Viennese, ed il di lì prossimo Ponte Molino, in uno spaccato di "piccolo mondo" che ben rende la sua cifra di poeta. E che ci riporta ad un mondo minuto, in parte omologo - pur nella sua contemporaneità - a quello che noi ritroviamo nelle carte che da più di vent'anni andia-mo raccogliendo nei nostri archivi.
Grazie, Dario, per ciò che ci hai raccontato con i tuoi versi, e grazie per la tua collaborazione!

sandro cesari, direttore del Centro
giorgio roverato, presidente

lunedì 10 novembre 2008

RELIGIONE E “NOBLE ARTE”


di Franco Giannini

Oggi è uno di quei giorni in cui il materiale di riflessione abbonda in modo sfacciato. Non so prendere una decisione su che cosa e su chi soffermarmi. Le cose che più mi avrebbero coinvolto sarebbero state, forse, l’anniversario della famigerata nazista “Notte dei lunghi coltelli”.
Mi sarei potuto soffermare, ricordare, riflettere sul come, perché, per che cosa, ed a cosa poi tutto ciò ci portò e così via. Ma leggendo le notizie riportate sui quotidiani ed ascoltando i servizi su radio e TV l’attenzione si è posata sulla tragica notizia dell’incidente automobilistico della squadra giovanile di pallacanestro casertana che ha portato via con se quattro vittime. Un'altra morte, perché anche le morti, pur non dovendolo, non sembrano tutte uguali, che ha suscitato tanto clamore, è quella della cantante sudafricana Miriam Makeba
, deceduta a Castel Volturno, all’ età di 76 anni. Fine della sua vita, che ha combacciato con la fine della sua esibizione al concerto dedicato allo scrittore Saviano: un' altra sua battaglia questa volta contro la "camorra". Era infatti conosciuta non solo per la sua voce, bensì per le sue battaglie contro il regime dell’ apartheid in Sudafrica e sempre im prima linea in ogni impegno civile. Se avessi voluto poi uscire da questo tunnel triste, bastava ironizzare sulla battuta della Carlà italo-francese…c’èra solo da chiedermi se si sarà laureata anche lei, come tutti gli altri "imbecilli" che la pensano come lei circa personaggi di italica nazionalità, a quell' Università dei Co…ni di "premieriana fondazione". Altro possibile quesito poteva essere quello del " Chissà che cosa si diranno i due nanetti”, quando s’ incontreranno e parleranno di Biancaneve ?". Ma io scommetto che diranno, in un politichese che tradotto risulterà anche più incomprensibile, che tutto è stato superato e che quella frase era solo una battuta fraintesa.
Avvenimenti tragici, comici, si sono succeduti, ce ne mancava uno tragi-comico e non ce lo siamo fatto scappare: Gerusalemme, scene da Far-West.
Si può pensare ai soliti scontri Palestinesi-Israeliani…nelle vie cittadine…nelle piazze…
No, nulla di tutto questo! Scazzottate tra monaci armeni contro greco-ortodossi; il ring della rissa, non certo la piazza cittadina, ma l’interno della Basilica del Santo Sepolcro tra altari, candelabri, offertori, ori, crocifissi e Madonne; arbitri dell’ incontro i poliziotti israeliani.
Come dire che le due curve della Basilica si sono scontrate ed una cinquantina di ultrà si sono insultati e se le sono date di santa ragione per una ventina di minuti, utilizzando i candelabri come bastoni e le tonache strappate come cimeli di vittoria.
Quello che mi ha sorpreso maggiormente, è che non si tratta neppure del primo caso e che ciò sembra quasi una normalità, perché a spartirsi questi spazi sacri ci sono, si, diverse confessioni, ma che cristianamente dovrebbero dividersi gli spazi, cristianamente dovrebbero convivere, cristianamente dovrebbero comprendersi, cristianamente dovrebbero sostenersi ed amarsi e che sono : Armeni, Greco-Ortodossi, Cristiani, Egiziano-Copta, Ortodossa Etiope.
Non ci penso neppure di andare ad approfondire di chi sia stata la colpa o di chi la ragione.
La violenza, da qualsiasi parte provenga, sportiva, politica, religiosa, ha sempre torto.
La ragione, non si sa quanto chi costa doverlo ammettere, l’ ha, però in questo solo caso, il nostro “premier” quando afferma che gli imbecilli sono in gran numero, più ampio di quello che si possa pensare.
E nel mentre nella Città Vaticana, la Chiesa, cerca di risolvere ed appianare il vespaio che sta creando la santificazione di Pio XII tra cristiani ed ebrei, ci si mettono ora anche le baruffe-armeno-ortodosse.
Il mondo sta proprio cambiando !!! Obama viene eletto e tutto il mondo è contento, D’Alema e Fini che trovano un punto in comune, comunisti e democristiani che fondano un unico partito, con la caduta delle borse anche i ricchi cominciano ad imparare a piangere, e chi invece esce dai giochi è proprio quella religione su cui molti intravedevano l’ unica speranza di fratellanza, equità, pace, sostegno. Che sia un' altra illusione che dobbiamo ingoiare controvoglia...?
Salvo che domani non si legga e non si ascolti, che tutto ciò che è avvenuto ieri nella Basilica del Santo Sepolcro, era solo una scena di un qualche film che si stava girando e di cui si è data una versione poi "fraintesa". Come si sa il popolo ignorante sovente cade nel fraintendimento.

mercoledì 5 novembre 2008

QUANDO NON (…?) RESTA PIU’ CHE LO SPERARE….



di Franco Giannini

Gli speranzosi stanno proprio in quei punti racchiusi tra parentesi.
Io mi pongo subito tra questi, ma credo che sia tutto il mondo a sperare, che con l’ elezione di Obama a Presidente degli Stati Uniti D’ America
http://it.wikipedia.org/wiki/Barack_Obama , si sia giunti a quel cambiamento radicale che tutta l’ umanità responsabile attende da parecchio tempo. Un trionfo della speranza !!
Qualcosa indubbiamente sta cambiando, se solo si pensa che questa elezione è piaciuta a tutti i governanti ed ha messo d’ accordo i popoli di tutti i continenti.
Gli europei, perché da sempre legati ad interessi politici-economici-militari, almeno dalla fine della “guerra fredda” e con la caduta del “muro di Berlino”, gli asiatici, soprattutto i paesi arabi nella speranza che le guerre in loco subiscano una “svolta” radicale, i paesi africani perché sperano che la identica pigmentazione della pelle e le Sue origini keniote diano di conseguenza i loro frutti, l’ Oceania (continente progenitore hawaiano) pure nutre anch’ essa sopite speranze, avendogli dato i natali e successivamente ospitato ad Honolulu dall’ età di dieci anni in poi, dove si diplomò, prima di iscriversi alla Columbia University.
Quindi Barack Obama, il Presidente USA, l’ uomo “più potente del mondo”, il primo presidente americano di colore, è, almeno seguendo le dichiarazioni degli altri uomini politici del pianeta, gradito a tutti. Sempre che, le dichiarazioni siano del tutto sincere….ed è qui che la mia speranza comincia ad incrinarsi.
Chi invece avresti pensato che esultasse, in quanto a lui più vicino politicamente, di questa elezione, lo trovi che il primo invito post-elettorale lo rivolge ad un personaggio della corrente perdente: infatti Putin “sarà felice di accogliere”, in una visita ufficiale, la sig.ra Sarah Palin
http://it.wikipedia.org/wiki/Sarah_Palin , la vice dell’ antagonista di Barack, John McCain http://it.wikipedia.org/wiki/John_McCain . Ma si sa che chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Forse che il russo, frequentando assiduamente gli amici italiani, pur non perdendo d’ occhio la politica, non voglia mettere in atto quegli insegnamenti acquisiti da noi da insigni docenti, in materia di galanteria. Ma anche lui spera e confida su Obama, che i problemi sorti negli ultimi tempi con Bush jr. il terribile, abbiano a risolversi.
Anche il nostro di “leader”, a labbra aperte, ma denti serrati, ha condiviso la sua felicità con Veltroni…è evidente che qualche beneficio, l’ elezione di Obama, già a noi italiani l’ ha portato: o è un disgelo, o una pista di bugie che gelano !
Il dato per me più esaltante di questo successo, però, deriva dalla data di nascita del personaggio Barack: Honolulu 4 Agosto 1961, vale a dire 47 anni.
Questo, già di per se stesso, la dice lunga sulla sconfitta morale di chi gerontologicamente, è ad anni luce distanti dalla moderna mentalità americana, che però essi, tra un colpo di tosse ed un altro, si auspicano di poter mettere in atto,… partendo sempre dalla poltrona confinante e non dalla loro.
Se solo la si attuasse da noi, da domani saremmo senza parlamentari….

lunedì 3 novembre 2008

GUERRE DIMENTICATE

di Franco Giannini

In quel lontano 1960, io raggiungevo la maggiore età e l' allora Congo Belga, credeva di aver raggiunto l' indipendenza. Un' illusione che durò solamente poche settimane. Ricordo che allora, come molti ragazzi del tempo, facevo collezione di francobolli di tutto il mondo, e ricordo che contrariamente a quanto si può immaginare, erano più facilmente reperibili di quanto possano esserlo di questi tempi. Oggi è vero, il progresso ci ha reso più pigri nello scrivere, di quanto lo fossimo allora e c' erano più flussi migratori dai paesi così detti evoluti, verso i paesi sottosviluppati o meglio sarebbe dirsi colonializzati. E ricordo che attraverso questi francobolli, vissi questa guerra atroce. Patrice Lumumba http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761559104/Lumumba_Patrice.html , colui che aveva lottato per il raggiungimento di questo traguardo, dovette renderse immediatamente conto, andando incontro ad una cruenta guerra civile. A Lumumba, successee il colonnello Mobutu, che lo fece arrestare e condannare a morte. Ma sotto, come sempre accade e continuerà ad accadere, c'era chi soffiava sul fuoco. Lumumba vedeva di buon' occhio la Russia che lo sosteneva, (erano i tempi della "guerra fredda"), dall' atra parte c' erano gli USA che simpatizzavano per Mobuto ed in mezzo c' era un esercito composto da congolesi però con comandanti belgi. Mobuto, oltre tutto aveva fatto amicizia con un altro esponente che avemmo poi modo di conoscere in seguito anche noi europei, certo Nicolae Ceausescu http://it.wikipedia.org/wiki/Nicolae_Ceau%C5%9Fescu. Come a dire che le idee di quest' uomo erano poche, e per di più quelle poche erano anche confuse. Un dittatore che seppe solamente essere tale e che sarà ricordato solo per i suoi misfatti, per aver cambiato nome alla nazione dandole quello di Zaire e per aver cambiato anche il suo che, tradotto, suonava con infinita modestia come "Mobuto il guerriero che va di vittoria in vittoria senza che alcuno possa fermarlo". Era evidente che si sbagliava. Le dittature infatti, tutte, sono destinate prima o poi a cadere, ma sono anch' esse, nella loro infinita ottusità, spesso lacerate da guerre intestine per l' ambizione di assaporare quel piacere che evidentemente da il potere quando serve per sottomettere. Ecco che, per farla breve, compare un altro generale che sostituisce al potere Mobuto. Costui è un certo Laurent-Désiré Kabila che quale vincitore di altra guerra civile, si proclama Presidente. Mobuto scappa e si rifuggia in Marocco dove cessa di vivere nel 1997. Nel 2001, però anche Kabila passa a miglior vita, in quanto assassinato, ma gli succede il figlio Joseph jr. Da quel lontano 1960, le cose non sono mutate. Il Paese, uno dei più ricchi dell' intero continente africano, ha uno dei redditi pro capite più bassi del mondo. Difficile riuscire a definire i ribelli e le truppe governative. Difficile potersi schierare con uno degli schieramenti investendolo dei panni del giusto, mutevoli ogni giorno. Solo facile è poter asserire che non c' è guerra civile, perchè tutte le guerre sono incivili a prescindere. Un paese produttore tra i primi al mondo di rame, di diamanti (2° al mondo), cobalto (1° produttore al mondo), a cui si aggiungono importanti estrazioni di minerali quali l' uranio, lo stagno, l' oro, lo zinco, il manganese, il tungsteno, il cadmio, mentre al largo delle sue coste ci sono giacimenti di petrolio, c' è da chiedersi come faccia ad avere un PIL pro capite di solo $ 140,90 ed un tasso di inflazione del 2000%. C' è solo da chiedersi il perchè tanto silenzio su queste guerre distanti dai "popoli evoluti", mentre su quelle a noi più vicine subito scattano congegni che se non le annullano, almeno le fermano. Quella della Georgia-Russia, non se ne sente più parlare. In quei giorni si erano mobilitati tutti i capi di stato europei...paura di un conflitto che si potesse allargare e potesse toccarci da vicino! Qui in Congo invece, "si pensa" di fare consultazioni, ci "si impegna" ad inviare aiuti , tutti sono "ben disposti" a fare qualche cosa per risolvere i problemi di questo, come di tanti altri a noi lontani, con quella "giusta calma" che accompagna sempre queste popolazioni dei paesi climaticamente caldi. Insomma ci adeguiamo. Si legge che sono stati inviati una ventina di carri di aiuti (Viveri-acqua-medicinali ecc.) atti al sostentamento di una popolazione di 50-60 mila persone. Poi si legge magari più avanti, che c' è un esodo di 1 milione e mezzo di persone che vagano nella foresta equatoriale senza sapere esattamente da che parte andare. Un esodo che a lungo andare, quelli che almeno riusciranno a sopravvivere, si riverserà poi sulle nostre coste. Ecco quindi la dimostrazione, che alla stupidità dei dittatori locali, si unisce quella altrettanto mastodontica dei governanti dei paesi evoluti. Il loro punto debole è che mentre io 48 anni fa facevo collezione dei francobolli e si sentiva solo parlare alla televisione di questi fatti, magari in modo pilotato, come pure pilotato potevano essere gli articoli di giornale, oggi tutto ciò, con l' avanzare della tecnica è visibile, giudicabile e senza più tante censure. L' inciviltà dei civili, da quello che si vede, è macroscopica ed il menefreghismo e l' egoismo è dirompente. Ed anche la Chiesa che non è esente da questi mali (potrebbe e dovrebbe fare molto di più) cerca di salvarsi "la coscienza" affidandosi alle iniziative di pochi coraggiosi missionari e volontari.