giovedì 30 giugno 2011

Non con i fondi, ma con un po' più di buona volontà e spirito d'osservazione…


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Piccoli problemi, con il tempo, destinati a crescere…

Venire etichettati di essere la solita Cassandra, non è che risulti piacevole. Come pure lo è il sentirsi dire "…se me lo dicevi prima!". Ecco che allora lo dico prima, evitando la seconda citazione, ma beccandomi sicuramente e antipaticamente la prima. E’ di pochissimi giorni fa la notizia di un incidente stradale in Via Cellini all’altezza dell’ EuroSpin, conclusosi fortunatamente con danni solo ai mezzi coinvolti.

"Non rispettato un divieto di svolta a sinistra", sostengono alcuni lettori, "l’alta velocità con cui si percorre questa via", la tesi di altri.
Ma oltre a questo luogo divenuto non d’incontro, ma di scontro, logicamente tra automezzi, abitando in zona, posso dire di averne individuato un altro potenziale: luogo che, ancora, ringraziando la buona sorte, è vergine di tali problematiche, ma che potrebbe crearne a breve ed ancor più pericolosi trovandosi sul rettilineo di Via Cellini e non in vicinanza di una curva che dovrebbe fare da freno all’incoscenza, o almeno lo si spera. Sulla sinistra di questa via, superato il Seminario, è stata costruita, un anno e mezzo fa, una strada senza nome, che doveva facilitare le opere di carico scarico dei mezzi del cantiere della complanare e che oggi invece è divenuta di transito, anche se modesto, solo da parte di autovetture… si, perchè di camion, dopo un anno e mezzo e pur continuando ad esserci il cartello blu posto dal cantiere, non se ne vedono… boh?

Le auto che vengono da sud e che vanno verso Pesaro si fermano, pericolosamente, al centro carreggiata per poi girare a sinistra. Non ci sono però né segnali verticali né orizzontali che regolino o vietino la svolta a sinistra. Dico questo, perchè una volta la via era segnata, almeno, dalla striscia bianca continua (o doppia? non lo ricordo più!) che rendeva comprensibile quali erano le manovre regolari o meno.
Oggi le strisce sono impossibili a "trovarsi", neppure con l’ausilio dei cani molecolari.
Tutto questo allora per dire semplicemente… rifacciamo la segnaletica orizzontale? Mettiamo un cartello di divieto di svolta a sinistra oppure, un tratteggiato se ciò è permesso? Le spese poi le si addebiti a carico della Complanare, dal momento che le centinaia di loro camion che giornalmente percorrono la via sono quelli che maggiormente la sciupano in tutto quel poco che c’è ancora rimasto da sciupare!

Non voglio sindacare, poi, sulla scelta della dislocazione delle bancarelle della frutta (solo quelle son rimaste!), poste al centro del Foro Annonario. Ma voglio puntare l’indice sui particolari che dovrebbero essere controllati: igiene, pulizia, ordine, decoro.
Non sono tante le bancarelle. Individuabili subito quindi quelle in difetto.
Un esempio: un’anguria tagliata in terra, di cui una parte è stata consegnata al cliente e l’altra è rimasta lì dove era stata tagliata. Cassette buttate alla rinfusa, scarti delle verdure gettate in terra… e non è che vi sia una ressa di pubblico, purtroppo, che non permetta quella precisione, che comunque sia, in materia d’igiene, dovrebbe avere la precedenza su tutto e su tutti.

Bancarelle al Foro Annonario di SenigalliaBancarelle al Foro Annonario di SenigalliaBancarelle al Foro Annonario di Senigallia

Da quel che so, diverse sono state le lamentele inviate bonariamente alle orecchie di chi dovrebbe intendere. Forse si attende la solita burocratica denuncia scritta? Io credo che sarebbe sufficiente un sopralluogo, una ramanzina la prima volta e poi perdurando l’incivile comportamento, il provvedimento che il caso prevede.
E questo va visto non solo nell’ottica di punire il colpevole, ma per una riconoscenza verso coloro che le leggi le osservano. Se scendiamo poi sui particolari, ogni bancarella ha il suo stile di presentazione delle merci e della sua particolare tenda parasole, con i suoi colori e la sua foggia, che se da un lato esprime una "libertà d’espressione", dall’altra denota, dalla parte dell’acquirente o del visitatore, confusione ed inesattezza.

Mangialardi e Campanile reggono la Bandiera Blu 2011Per ultimo. Le bandiere blu sono assolutamente ed indiscutibilmente un merito, ma è anche vero che il buongiorno lo si deve vedere dal mattino e le "eccellenze" che esse rappresentano dovrebbero essere confortate da piccoli particolari.
Gli stilisti di moda, tengono a precisare, in maniera ossessiva, che il successo di un abito griffato è si dettato dal prodotto del designer, dalla qualità del taglio e da quella dei tessuti, ma soprattutto dalla cura che viene messa nei particolari.
E mi sembra di comprendere, dalle ingiuste critiche ancor più che dagli elogi, che Senigallia riceve ad ogni assegnazione della Bandiera Blu, che il successo di tale riconoscimento non è dovuto alla sola limpidezza delle suo mare o alla sofficità della sua sabbia, ma da innumerevoli fattori.
Quella di quest’anno è l’ennesimo Vessillo che viene concesso a Senigallia. Credo anche, che nel bene o nel male, al fine della pubblicità che esso ci regala, l’importante è che se ne parli. Poi le critiche o gli apprezzamenti, si sa, non vengono quasi mai espressi con cuore, ma il più delle volte dalle appartenenze politiche e dai giochi che esse creano.

Quello che il vessillo di quest’anno mi ha suscitato, non è né uno sdolcinato apprezzamento, ma neppure una critica. E’ una semplice osservazione, un pensiero che esprimo a "voce alta" che mi è stato suggerito, pensando ad un probabile turista che abbia saputo di questa bandiera ed abbia optato di passare le sue vacanze in quel di Senigallia, motivato da questa scelta.
Ponte II Giugno a SenigalliaEcco che allora mi sono augurato che questo signore o questa signora, non abbia mai a fissare un appuntamento amoroso, commerciale o semplicemente amichevole per andarsi a mangiare un gelato o che so io, su uno dei nostri Ponti. Andrebbe sicuramente in "bianco" o resterebbe a digiuno, qualunque fosse il programma fissato.

Certamente, e questo lo capisco anche io, chiedendo informazioni ad uno del luogo, la cosa sarebbe superata. Ma ve lo immaginate uno o una di Canicattì o Bordighera, che ha ricevuto un appuntamento e solitariamente si prefigge di rintracciare Ponte Garibaldi, o Ponte 2 Giugno, o Ponte Portone o Ponte Zavatti, volendo passare inosservato e quindi senza chiedere nulla a nessuno, magari aiutandosi con una piantina?

Agli inizi dei ponti, ci sono aste con una miriade di frecce multicolori che indicano di tutto, ma mancano quelle con il semplice nome del nostro ponte, quasi che fosse un segreto di stato. E questo è solo uno, di quei famosi particolari di cui si parlava all’inizio, che non costano nulla, ma creano pregio, aumentando quella Eccellenza di cui c’è a volte, tanta inflazione, ma solo a livello letterale.


Questi i commenti dei lettori di 60019.it :

Scritto dall' I.P. 88.48.255.114 il 28/06/2011 ore 13:29
La strada senza nome a cui fa riferimento il Sig. Giannini, serve, almeno credo, a raggiungere "Associazione Primavera Sostegno Disagio Psicocomportamentale" perchè il vecchio accesso da Via Camposanto Vecchio è stato definitivamente interdetto per la realizzazione di uno svincolo di uscita della complanare. Rimango d'accordo sulla completa mancanza della segnaletica, ma via Cellini attualmente vessata dal passaggio di automezzi di cantiere presenta un fondo stradale indecente che non vedrà il ripristino prima della fine dei cantieri della complanare. Forse in quell'occasione verrà rifatta pure la segnaletica. se qualcosa si muove prima è forse dovuta la fatto che via Cellini è la via in cui abita il nostro primo cittadino.
@ I.P. 88.48.255.114
Scritto da Franco Giannini il 28/06/2011 ore 17:21
Mi permetta di spezzare una lancia nei confronti del Sindaco, perchè se c'è un tratto di strada malcurato è proprio quello di fronte alla sua abitazione. Quindi, le posso garantire che per quanto concerne la strada, almeno fino ad oggi, non ha mai usato il potere per privilegi personali. Posso anche dire che questa mattina all'alba hanno rinfrescato le strisce dell'attraversamento pedonale davanti al Seminario ed hanno posto una segnaletica verticale, proprio dal lato e all'altezza della strada anonima, che avverte coloro che vengono da nord, di un attraversamento pedonale...Ma era una semplice manutenzione che a suo tempo avevo indicato mancante ed auspicato che venisse fatta. Non di certo quindi una miglioria per scopi personali, come sembra che dubiti. Spero solo (non ho ancora controllato) che lo abbiano posto anche sulla corsia di coloro che provengono da sud. Il manto stradale non so fino a quanto può tenere e se resisterà fino alla inaugurazione della Complanare. Attualmente si va mettendo le "pezze" che se da una parte chiudono i buchi, dall'altra aumentano i decibel di rumorosità. Il risistemare il manto di questa via, divenuta arteria, comunque, non sarebbe di certo, un privilegio per un solo numero civico (a buon intenditor), ma una necessità per l'intera comunità che vi abita...(ed abitandovi anche io, mi si consenta di essere di parte), non perdendo di vista il fatto che Via Cellini è anche abbastanza lunga...

sabato 25 giugno 2011

Rigassificatore a Falconara: sicurezza, salute, pesca, lavoro, economia



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di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Svolto martedì 21 giugno un incontro organizzato dal Club Nautico e dalla Lega Navale di Senigallia


E’ proprio il caso di dirlo: "Quando il popolo si desta, Dio si mette alla sua testa". Anche se ad onor del vero, va detto che per popolo intendo più dei pasionari, pochi ma buoni, disposti a gettare il cuore oltre l’ostacolo, purtroppo, nell’indifferenza della gente. Ma anche qui, la parola indifferenza deve essere interpretata come un’ignoranza derivante da un crogiolarsi sul fatto di ignorare, derivante da una calcolata mancanza d’informazione da parte delle Istituzioni. O almeno da alcune di queste… altre invece, si comportano da cerchiobottiste, altre ancora stanno silenziosamente alla finestra in attesa di schierarsi definitivamente e salire al momento opportuno sul carro più conveniente.

I tre pasionari di questa serata (21 giugno) sono stati: Loris Calcina Presidente dell’Associazione Ondaverde Onlus di Falconara, Simone Cecchettini Responsabile Regionale Lega Pesca Marche, Luigino Quarchioni Presidente di Legambiente Marche. A regolare l’incontro Carlo Palestrini, Presidente del Club Nautico, e Marco Veglia, Presidente della Lega Navale di Senigallia.

Mi ha colpito subito l’introduzione di Calcina quando ha anticipato che il suo intervento si sarebbe basato su "poche opinioni, ma solo analisi dei documenti in mano…". Ed infatti la sua relazione è rimasta sempre ancorata su dati forniti dalle autorità preposte alle analisi o al sistema di controllo sicurezza e quant’altro.
Ha parlato della mancanza di bisogno di tutto questo gas, non esprimendo la sua idea, ma basandosi su quei dati che emergono dalle statistiche, dalle quali emerge che nel 2008/2009 la richiesta di gas è scesa, tanto che il rigassificatore di Panigaglia posto in terra ferma ne ha prodotto un 36% in meno. Malgrado ciò, si sta pensando di programmarne altri 13 nuovi.
Parla anche della pericolosità, continuando a non esprimere quelle che sono le sue opinioni, ma quel che scrive uno degli organi preposti al controllo in materia di sicurezza che giudica un eventuale scoppio possa potenzialmente arrivare a 7 Megaton di potenza. Spiega pure come si cerchi di tenere segreto il fatto che ad affiancare il rigassificatore dovrebbe intervenire anche una nave definita "allibo o gassiera", adibita al trasporto del gas.
Sottolinea anche come gli eventuali rigassificatori di Falconara e Porto Recanati siano stati analizzati utilizzando due pesi e due misure, pur restando le problematiche identiche per entrambi.

Cecchettini, pur definendosi personalmente e con grande onestà, contro il rigassificatore, qui rappresenta la lega Pesca, per cui si pone solo delle domande. In primis il perchè una voce autorevole quale quella dell’Università Politecnica delle Marche non abbia fornito un qualche suo contributo in materia, avvalendosi dei suoi quotati ricercatori.
Si chiede come mai non si ponga la dovuta attenzione che merita un Compartimento Marittimo che occupa oltre 500 addetti solo diretti, senza tener conto dell’indotto. Un dibattito in cui questi occupati sono dei dimenticati.
Si chiede il perchè non siano state prese in considerazione le esperienze attuali di altri rigassificatori e l’impatto che essi hanno lasciato relativamente a pesca e turismo.
E gradirebbe che qualche dubbio e qualche preoccupazione che vengono sollevati dal problema del ripopolamento ittico oltre le sei miglia, venissero tranquillizzati da studi fatti in materia.

Quarchioni di Legambiente invece, imposta il suo intervento chiedendo se abbiamo bisogno o meno di tutta questa energia. Ma a dire ciò (che di tutte queste nuove centrali non ve n’è bisogno) è proprio Terna SpA. Infatti l’azienda dice che in Italia abbiamo installato quasi il doppio di centrali energetiche rispetto a quelle che il nostro reale fabbisogno.
Volantino per la manifestazione di sabato 25 giugno ad AnconaSpiega anche le motivazioni, allora, per cui acquistiamo energia nucleare dalla Francia, la quale essendo impossibilitata a spegnere i reattori nelle ore notturne, avendo un minor assorbimento, essendo impossibilitata ad immagazzinare questa energia, si vede costretta a svenderla. Noi, che invece abbiamo fatto contratti ed a cui ora siamo costretti a sottostare, spegniamo le nostre centrali energetiche. Da qui compare la figura dell’italiano: cornuto e mazziato.
Il suo pensiero va anche a chi opera nello stabilimento Api, ai posti di lavoro di tanti padri e madri di famiglia, ma li invita anche a pensare a non svendere una dignità di cui dobbiamo andar fieri e di cui possediamo una sola copia, abbagliati da promesse che a qualcuno possono apparire disinteressate e convincenti, mentre magari invece camuffano canti da sirene.

Diversi gli interventi di alcuni cittadini presenti, alcuni pro ed altri, la maggior parte, contro il rigassificatore. Alcuni di questi dettati da passione, preoccupazione, timore derivante dal non conoscere e quindi con richieste di chiarimenti. Altri invece portatori di conoscenze perchè addetti ai lavori e ben documentati.

Ma la scena principale degli interventi del pubblico è stata occupata da un responsabile alla comunicazione dell’API, quando ha respinto al mittente, l’accusa che l’Azienda era stata invitata a partecipare all’incontro. Uno dei moderatori della riunione, il Sig. Palestrini, invitava allora al tavolo il responsabile, dicendo che forse per un motivo qualsiasi, l’invito era stato inviato alla persona sbagliata, ma che tutti avrebbero avuto piacere di ascoltare le tesi dell’Azienda. Il responsabile accettava, anche se diceva che non era preparato all’intervento, perchè era venuto a conoscenza solo nella giornata di questo incontro.
Le sue sono parole tranquillizzanti, logicamente all’oste non chiedere se il vino è buono, ma che vengono ribattute da un cittadino ricordandogli che sono sempre quelle del 2003, già ascoltate quando c’è stato il rinnovo della Concessione "Noi ci impegniamo…"

A chiudere la serata le parole del Consigliere Simonetta Bucari, che ha tenuto a precisare come il Consiglio Comunale di Senigallia abbia deliberato la sua contrarietà verso il rigassificatore, seguite da quelle dell’altro Consigliere, Roberto Mancini, che ha invitato il pubblico a presenziare alla manifestazione di sabato 25 giugno alle 18 in piazza Roma ad Ancona.

A conclusione, schierandosi anche lei contro il rigassificatore falconarese, è intervenuta anche l’Assessore Curzi, che tra l’altro ha portato i saluti e le scuse del Sindaco, che trattenuto in altro importante evento, non poteva essere presente.

giovedì 23 giugno 2011

La Senigallia dei parastinchi come parapetti e delle sfide per i disabili


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Le osservazioni dei Diversamente Giovani: solo petulanza da lana caprina o spunti di riflessione?


Nell’area del parcheggio di Campo Boario, quella attigua al muro di cinta del poliambulatorio, ci sono dei marciapiedi con scivoli riservati ai portatori di handicap, che sembrano posti lì, non certo per agevolare. Una cabina (credo Enel ???), un palo posto al centro del marciapiede, auto di incivili che parcheggiano infischiandosene dei problemi che vengono a creare facendo sporgere il vano motore delle loro vetture sopra il marciapiede, sembrano creare un percorso ad ostacoli. Tutte cose che impediscono di usufruire dello spazio utile (di quel poco) per far passare una sedia a rotelle.

Il percorso ad ostacoli riservato i disabili al parcheggio del poliambulatorio di via Campo BoarioEvidentemente qualche disabile, si è stancato di dover superare altri ostacoli, oltre al suo e si è fatto "giustizia" da solo, creandosi una via di fuga che da come si vede nelle foto, è abbastanza raffazzonata, tanto da farmi ritenere che non sia stata opera del Comune.

Infatti ha una pendenza che sarà sicuramente intorno ai 45° e che può essere superata solo se o a spingere la sedia c’è un palestrato o sopra vi sia seduto un peso piuma!

Il percorso ad ostacoli riservato i disabili al parcheggio del poliambulatorio di via Campo BoarioIl percorso ad ostacoli riservato i disabili al parcheggio del poliambulatorio di via Campo BoarioIl percorso ad ostacoli riservato i disabili al parcheggio del poliambulatorio di via Campo Boario

Oramai sono abituato ad ascoltare la solita musica, del resto però rispondente a verità, della mancanza di fondi, dei tagli governativi, per cui immagino a prescindere che si renderà impossibile uno studio per l’eliminazione del palo o della stessa cabina. Però credo che sia possibile con una minima spesa, allargare ed addolcire l’inclinazione di quella via di fuga, come il dissuadere di far sporgere i vani motore delle auto parcheggiate creando degli sbarramenti metallici, a mo di parapetto.

Il parastinchi di via RossiniEcco, a proposito di parapetto. Giorni or sono, invece, passando sul tratto ghiaioso che c’è in prossimità del lungofiume di via Rossini (vicino al distributore) per imboccare il Ponte Garibaldi, sento un urlo di donna. Una mamma prende al volo il suo "piccolino" che sfuggitole di mano si era buttato tutto sorridente (lui!!) sul parapetto che delimita il fiume e che si lega ad angolo con quello del sopra detto ponte.

Insomma stava per cadere al di la del parapetto... che io il giorno dopo sono andato a misurare ed ho potuto constare che misura in altezza solo 42 cm. Vale a dire quella di un "parastinchi".

Il parastinchi di via RossiniMi è stato di già accennato che la competenza dei muretti sul lungo fiume è della Provincia... non lo metto in discussione.
Solo che credo che sia utile, da parte di chi può essere ascoltato, denunciarne quanto meno la pericolosità. Poi starà alla Provincia assumersene le responsabilità!

Anche io l’ho sempre veduto di quell’altezza e con tutta sincerità non ho mai pensato che potesse costituire un pericolo fino a che non l’ho constatato di persona. Ma ora qui lo denuncio allegerendo le mie responsabilità di semplice cittadino.

Da parte mia, da questo momento, saranno pure questioni di lana caprina, ma l’averle poste all’attenzione pubblica, mi aiuta ad augurarmi che qualcuno le possa far anche sue, porgendovi un gradito rimedio.

Questi i commenti dei lettori di 60019

Speraci
Scritto da Giorgio Ponzio il 20/06/2011 ore 21:14
Caro Franco sono un ragazzo diversamente abile di Senigallia, mi scuso per il titolo sarcastico del mio messaggio, ma troppe volte mi son trovato a superare gli ostacoli citati nell'articolo e anche altri... Vogliamo parlare della Coop delle saline? spsesso e volentieri lo scivolo grosso è occupato da una macchina impedendomi di accedervi e meno male che ora hanno asfaltato la strada così posso usufruire dello scivolino piccolo,cosa che prima mi risultava impossibile. Sul lungomare c'è un bar che in corrispondenza dello scivolo ha messo un tavolino, mi spiega il senso di tutto cio? Corso 2 giugno, quanti sono i negozi accessibili? Cordiali saluti.
siamo tutti cechi
Scritto da peppedepelo il 21/06/2011 ore 04:41
mi fà ridere il fatto che solo ora ci renda conto del problema....non solo in quella zona che a regola dovrebbe funzionare al 100% non solo x i diversamente abili ma anche x i NORMODOTATI SENZA CERVELLO. Di tutte quelle auto parcheggiate lì un buon 50% sono di dipendenti che lavorano alla USL gente di cultura che ha studiato(medici,psicologi,psichiatri,paramedici etc)ma IGNORANTI nell'educazione civica nel rispetto del prossimo. Per la questione dei manufatti Enel(Cabina trasformatori e box distribuzione)basterebbe che i progettisti pensassero col cervello alla qualità della vita.....

Scritto da cunegondo il 21/06/2011 ore 10:56
Condivido l’impegno e le osservazioni dei diversamente giovani. Però è giusto dire che lo scivolo a 45° si trova a meno di 5 metri da quello conforme per i disabili (in foto). Quello a 45° serve solo agli operatori della manutencoop per spostare i contenitori dei rifiuti. La situazione è ben peggiore sul lungomare Mameli (tra la concessione 11 e la 13) dove il marciapiede ogni sabato e domenica pomeriggio è sistematicamente occupato da 2 file di motorini o bici che non lasciano neanche 50 cm di spazio per il transito dei pedoni.
Per cunegondo
Scritto da Franco Giannini il 21/06/2011 ore 12:01
Intanto grazie per le condivisioni. Ma lo scivolo con pendenza "dolce" (ed io ho messo la foto proprio per far notare le due differenze), non per polemizzare ma solo per dovere di precisione, porta o verso il campo sportivo oppure, se lo si imbocca in senso inverso, poi non si può scendere se non da quello a 45° oppure proseguendo sul marciapiedi occupato dai cofani delle auto, dal palo...sempre che uno ci riesca!
per Giorgio Ponzio e peppedepelo
Scritto da Franco Giannini il 21/06/2011 ore 12:45
Io invece, caro Giorgio, voglio crederci, devo crederci, perchè il rinunciare ancor prima di battersi, il non denunciare, il non portare a conoscenza dei più distratti certi problemi è già un dichiararsi sconfitti in partenza. Io credo che, sempre educatamente,bisogna far sentire la propria voce Non mi piace invece il sentir borbottare senza una documentazione, senza l'esporsi in prima persona, l'attendere che altri si impegnino e ci mettano la faccia. Il famoso "Vai avanti tu che a..." Comprendo anche che a volte ci siano problemi che inducano a farlo o perchè si "ha famiglia" o perchè si hanno attività o altre ragioni similari. Ma asserrire a chi denuncia un problema, che ce ne sono ben altri ancora, credo sia troppo facile...Anche io so che di problemi ce ne sono altri ed a volte ancor più importanti, ma è compito del cittadino rivolgersi immediatamente alle autorità presenti o farle intervenire. Ci sono i motorini che occupano il lungomare... macchine che ostacolano i percorsi ai disabili,...telefonare ai VU e se questi non intervengono registrarsi la data e l'ora della telefonata...e così via dicendo, denunciando poi il fatto ad altre autorità. Se poi uno ha timore di...allora o avvertite chi non ha questi timori a scriverlo, o che dirvi??... se non un ... Behh !! Pazientate e senza lamentarvi!!
zona turistica
Scritto dall' I.P. 95.74.199.52 il 21/06/2011 ore 15:16
Se vi capita, andate a vedere davanti all'hotel "Turistica" ed al "Cristina", dove non so chi ha pensato bene che per agevolare gli amici albergatori, che fanno fatica ad arrivare a fine mese,ha disegnato le righe per il parcheggio esattamente sopra il marciapiede, e un po' anche sulla strada. Auto fatte parcheggiare di proposito sopra ai marciapiedi, dai gestori degli alberghi, con tanto di foglio A4 con scritto il nome dell'hotel. Non è una vergogna per i signori gestori degli alberghi, ma quanto per tutte le istituzioni comunali!!! Non dimentichiamoci anche della pista ciclabile dove ogni cento metri c'e un furgone o un camion che scarica. Eppure il signor Sindaco si vanta tanto che Senigallia è la città della bicicletta, ma forse intende di tutte quelle che sono parcheggiate sul marciapiede del lungomare impedendo il passaggio pedonale.

domenica 19 giugno 2011

Per la serie "Il fumo uccide"… ma non solo fisicamente

di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it


… anche l'occhio vuole la sua parte e se questo è il buon giorno per chi entra…

Se in una bacheca a fondo nero si appunta un avviso posto su un foglio di carta bianca, questo desterà sicuramente attenzione. Come pure attenzione si avrà ad un successivo secondo messaggio ed ad un terzo, ma quando questi si accavalleranno uno sull’altro, mutando il nero in bianco, difficilmente verranno notati, perchè la bacheca da nera è diventata a fondo bianco. Salvo da chi è alla ricerca del pelo nell’uovo o di quella perfezione che non troverà mai. Ed immagino che questa sarà la mia etichetta. Diciamo quindi che io sono uno di quei "Chi". Mi assumo a priori le "colpe" per l’eccessiva osservazione, meticolosità, forse, di quanto andrò a segnalare.

La mia, almeno mi si conceda questo beneficio a discolpa, è solo una segnalazione, fatta bonariamente a chi appunto, come detto sopra, avendo questa situazione sotto il naso tutti i giorni, può divenire difficile vederla come fastidiosa a chi invece la osserva per la prima volta.

Giardino del Perticari di Senigallia pieno di mozziconi di sigaretteSono capitato, casualmente per un servizio all’Istituto che ospita il Liceo Classico Perticari in occasione della 46a edizione di Senafil che quest’anno cadeva anche con l’anniversario del 150° dell’Unità d’Italia e guarda caso anche del Perticari.
Il Senafil ha richiamato espositori-commercianti da diverse regioni d’Italia ed inoltre dalla Repubblica di San Marino e dalla Slovenia.

In considerazione quindi di questo evento, dei suoi partecipanti, nonché delle date che questa manifestazione ci ricordava, ed al rispetto dovuto anche ai visitatori siano stati concittadini o turisti, forse si sarebbe dovuto "buttare" la stessa attenzione riservata agli spazi interni, anche a quella dell’area esterna: il giardino appena fuori dei porticati.

A me sono saltati subito agli occhi i mozziconi di sigarette, ma più in là, sul verde, vi erano anche accumuli di erbe e rami secchi, il che dava una sensazione di abbandono.

Giardino del Perticari di Senigallia pieno di mozziconi di sigaretteNon mi sento di imputare colpe a nessuno, segnalo solo che entrando in uno dei più importanti Istituti Scolastici della Città, da considerarsi come una delle Eccellenze culturali della città, onestamente ci si attenderebbe tutt’altra "accoglienza". Sono un ex tabagista, quindi l’ultimo a poter colpevolizzare chi fuma, ma anche perchè ritengo ognuno libero di fare le sue scelte. Non voglio neppure puntare l’indice accusatorio verso chi non ha notato e provveduto a pulire e neppure verso chi dovrebbe far rispettare l’osservanza che il "biglietto da visita" a chi entra non venga presentato "sgualcito", perchè la "colpa" è talmente piccola, come altrettanto piccolo è il provvedimento da prendere.

Sarebbe solo buona cosa, se domani, qualcuno, con calma, con una scopa su di una mano ed una paletta in un’altra, evitasse di scambiare l’ingresso di un Istituto Scolastico per una delle vecchie, oramai dimenticate, anticamere delle sale parto.
Grazie fin da ora a chi vorrà provvedere.

Questi i commenti dei lettori di 60019.it :

la non cura dell'ambiente
Scritto da maria pia il 17/06/2011 ore 09:30
Condivido appieno il suo articolo. Il rispetto per l'ambiente deve formarsi con l'educazione da parte della famiglia e di enti preposti come la scuola e a seguire una buona pratica. Bisognerebbe effettuare più volte all'anno giornate di raccolta di rifiuti abbandonati nelle città, nelle scuole (appunto), nei giardini e sulle spiagge.

venerdì 17 giugno 2011

Christian, Emily, Sergio Cialona: tre persone, una famiglia, una storia...


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

...che prosegue, superando tutti gli ostacoli che trovano sul loro cammino...

Sono circa le 15 di mercoledì 8 giugno quando apprendo da Sergio attraverso un avviso sulle pagine di Facebook: "Amici, finalmente possiamo dirvi che l’intervento che abbiamo dovuto rimandare da marzo in poi, è riuscito. Christian questa mattina è stato operato a Milano ed è andato tutto bene...". Non so quanti hanno seguito la storia di questo bambino raccontata su queste pagine, ma per quanti l’avessero seguita, questo è il suo proseguo. Un altro ostacolo superato e di cui ne ero anch’io all’oscuro, come, del resto dal tono del messaggio di Sergio ben si evince, tanti altri amici di Christian.

Essendo una storia che mi ha particolarmente toccato, mi sono affrettato a contattare Sergio, il papà di Christian per saperne di più. Infatti il non aver fatto trapelare minimamente nulla di quello a cui sarebbe andato incontro il piccolo Christian, nel corso della serata di cui ho parlato, rende ancor più onore a questa famiglia dotata di una grande dignità!

"L’intervento ci è stato consigliato (tanto per cambiare) in California dal Dr. Chambers un medico ortopedico del Rady’s Hospital di San Diego – mi spiega Sergio - che aveva un anno fa circa, operato un bimbo con la stessa malattia di Christian ed aveva notato in lui dei buoni risultati. Questo medico è stato molto gentile, in quanto ci ha dato l’indirizzo e il nome di un suo bravo collega, nonchè personale amico, di Milano (il DR. Motta) il quale dopo aver visitato Christian, ci aveva subito messo in lista per fare l’intervento.
Cosa che stata eseguita appunto oggi, dopo però un paio di tentativi andati male. L’intervento specifico è stato quello di applicare a Chri una pompa Baclofen che gli toglierà un pò della sua spasticità e rigidità degli arti
".

Gli chiedo allora i tempi dell’operazione ed il tipo di anestesia: "L’operazione – mi conferma - è avvenuta l’8 giugno, il pre-ricovero e il ricovero il giorno prima, nell’Ospedale Pediatrico "V. Buzzi" di Milano. La durata totale dell’intervento è stata di circa 45 minuti, in anestesia totale". A questo punto è logico che la domanda cada su Christian, su come sia stato il suo risveglio, se lo hanno riportato sulla sua cameretta, se sia con altri bimbi o da solo, o se lo abbiano messo in camera intensiva.
La risposta mi giunge rassicurante: "Lo hanno riportato nella sua cameretta (siamo soli in cameretta) ed il risveglio è stato tranquillo, dopo qualche ora dalla fine dell’intervento".

Rassicurato sulle condizioni del nostro piccolo eroe, chiedo allora come sono messi loro adulti, logisticamente parlando. Il modo di esprimersi è sempre quello pacato ed educato, ma è palpabile quel velo di amarezza che chiunque avrebbe e forse ancora più marcato e meno perbene del suo: "Ci siamo solo noi vicino a Chri. Gli infermieri vengono solo per cambiare flebo o portare medicinali e per vedere come procede il decorso. Emily (NdR: la mamma) dorme in camera con Chri, mentre io sono appoggiato ad una casa della Croce Rossa vicino l’ospedale".

Sono allora assalito dalla rabbia dell’impotenza e non sapendo come disimpegnarmi, preferisco ritornare sulle condizioni di Chri e chiedo se ha ripreso l’alimentazione, in quale modo o quando la riprenderà: "Ha ripreso a mangiare la sera stessa dell’intervento".
"Entro quali tempi, Sergio, i medici pensano di vedere i primi miglioramenti?". "I miglioramenti si inizieranno a vedere pian piano, ma già fin dalla prossima settimana".

E come vive Emily la degenza di Chri, sempre che tu voglia rispondere a questa mia domanda, considerando il suo essere mamma, ma nel contempo anche interessata al suo stesso problema come malata e quindi quanto è stressante per lei questa "duplice" attesa: "Emily in questo momento vive il dolore di vederlo sofferente per il dopo intervento, ma abbastanza bene e in maniera serena. Il sapere dei miglioramenti che ci saranno in Christian e tutto ciò la rassicura pensando che un domani dovrà fare lo stesso intervento".

Bhe!!! che fosse serena, nel suo dolore, non ne avevo il minimo dubbio. Una mamma doppiamente coraggiosa. Due genitori giovanissimi, che dovrebbero essere da esempio a tanti altri che in qualche caso dimenticano come svolgere l’antica arte di questo mestiere che si perde, realmente, nella notte dei tempi.
E la scusante che solitamente viene usata, è quella dello stress.

Ed allora che dovrebbero dire Emily e Sergio? Eppure con la loro compostezza morale, con il loro porgersi agli amici che tendono loro una mano, rivolgono sempre il loro dignitoso grazie facendo dono di un semplice, ma sincero sorriso. A cui si è unito sempre anche quello di Chri, ma che voglio augurargli ed augurarmi, da domani sarà ancora più aperto e gioioso.

Chi vuole intervenire per diventare amico di Chri, basta andare sul suo sito, giungere a fine pagina e mettersi una mano su quella coscienza, di cui, voglio sperare, ancora siamo tutti dotati...
Sono bene accette anche proposte di eventi sportivi, musicali (vedi il concerto di beneficenza a Senigallia o quello del 24 giugno al Chiostro di Chiaravalle, ore 21,30... ecc,) atti a raccogliere l’attenzione, ma non solo, verso queste malattie, che vengono definite "rare", ma che spesso il termine non viene inteso, bensì proprio "usato" per definirle dimenticate (e qui le virgolette non servono!).

Questi i commenti dei lettori su 60019.it :



Scritto da lorena il 14/06/2011 ore 20:57
Ho avuto il piacere di conoscere questa fantastica famiglia,prima virtualmente,e in un secondo tempo realmente.Nel mese di gennaio sono stati a casa mia,come sono arrivati c'è seubito stato ungrande feeling.Chry mi ha rapito il cuore.Il suo sorriso è penetrante.Ora ci siamo rivisti in occasione dell' intervento, sono contenta che tutto proceda bene.Spero con tutto il cuore che trovino aiuti concreti, se lo meritano.Sono una bellissima famiglia e Chry percepisce tutto l'amore..è un bambino sereno nonostante la malattia.lorena

giovedì 16 giugno 2011

Al via la 46a edizione a Senigallia di Senafil


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

… discreta l'affluenza di pubblico fin dal momento dell'inaugurazione…

Organizzata, come ormai consuetudine, in maniera sempre impeccabile, dall’Associazione Numismatica SenigallieseLuigi Zampini” presieduta dal Sig. Paolo Negri e dai suoi collaboratori. Tra un annullo ed un altro e la richiesta di qualche cartolina commemorativa, riesco ad avere qualche informazione dal Segretario dell’Associazione, il sig. Alfonsi Alfio.

Manifestazione SenafilI commercianti che hanno aderito all’iniziativa provengono da diverse regioni quali la Toscana, il Lazio, L’Emilia-Romagna, L’ Abruzzo, la Lombardia ecc.., con un tocco di esterofila che ci viene regalato dalla partecipazione della Repubblica di San Marino e della Slovenia.

Una mostra ed un convegno, tutto da archiviare negli annali, considerando che questo è l’anno del 150° dell’Unità d’Italia ed anche il 150° della fondazione del Liceo Classico Perticari, che ne ospita la manifestazione nei suoi locali e nel porticato.

Manifestazione SenafilQuindi gli amanti della filatelia potranno beneficiare oltre degli annulli delle nostre PT, anche quelli della Repubblica di San Marini e di quelli della Slovenia, a cui vanno aggiunti quelli dei 150 anni dell’Unità e del Perticari.

Come si diceva, discreto l’afflusso degli appassionati e dei curiosi e se ne attende ancor più domani (sabato 11) con l’arrivo già annunciato di ulteriori commercianti. Malgrado la crisi, mi si fa notare, che lo spazio a disposizione degli espositori è andato completamente esaurito.

Per chi volesse visitare la mostra, questa resterà aperta Venerdì 10 (orario 15-19) e Sabato 11 (orario continuato 09-19).

lunedì 13 giugno 2011

Consiglio comunale del 6 giugno: variata la geometria della Rotonda














di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

… a forza di parlarne ce l'hanno fatta diventare (non solo quella), non più Rotonda, ma Quadrata!

Per tutta la nottata, mi sono rintronate nei timpani le parole: "Presenti 24, votanti 24..." ripetute in maniera ossessiva per oltre 50 volte dal Presidente Monachesi. Un gregario di lusso, che unitamente all’Arch. Serenelli in qualità di tecnico illustratore, nella serata del Consiglio Comunale del 6 giugno, si sono sobbarcati il lavoro "manuale" maggiore, nella serata dedicata in maggior parte alla Variante al PRG per la trasparenza e la riduzione del consumo di suolo. E se Monachesi e Serenelli, si sono assunti il ruolo di gregari, quello dell’investitura di "campioni" è andato a Ceresoni, Mangialardi, Mancini, Battisti e Rebecchini.

Dicevo "campioni", non certo di "savoir faire", perchè se le son suonate, verbalmente parlando, in un clima acceso che da una parte veniva definito "nervoso" e dall’altra "influenzato dalla passione".

A fare da uditori, assente il pubblico in aula (i dati dello share radiofonico fortunatamente mancano!), da un lato i banchi semivuoti della minoranza (come oramai è d’abitudine) e dall’altra, quelli di una maggioranza "silenziosa", che a vederla sembra priva di emozioni, sentimenti, reattività, se non quando vengono invitati a premere il pulsante del voto. Solo allora, riescono a girare la testa verso il pannello dei risultati per vedere il risultato prodotto dal loro lavoro, poi ritornano nella loro abituale apatia.
Eppoi ci si chiede perchè i cittadini si allontanano dalla politica? Forse perchè questa è lontana dai cittadini? Mah! Eppure anche in questo gruppo non è che manchino le eccezioni positive, solo che per giungere al giusto "bollore" sembra necessiti ancora del tempo.

Ma andiamo per ordine.
Sono le 16,45 quando, come ormai uso, il Presidente Monachesi agitando la campanella dichiara aperta la seduta e con l’appello nominale controlla che le presenze raggiungano il numero legale. Il primo a cui viene concessa la parola è GIACCHELLA, promotore unitamente a Pergolesi e Girolametti di una interrogazione rivolta a Ceresoni, che riguarda Il tema dell’informazione al pubblico delle modifiche apportate all’arenile fronte Rotonda. Fa presente come la città sia in continuo movimento, una continua ricerca che porta a cambiamenti. Cambiamenti che non tutti apprezzano, che qualcuno ha definito come un o scempio urbanistico con nuove strutture che hanno procurato un oscuramento del panorama della costa anconetana. Molti cittadini si accorgono di questi restyling solo al momento che questi vengono attuati. Si chiede, quindi, se sia il caso di renderli più pubblicizzati.
Risponde logicamente CERESONI: "Questo è stato uno dei temi più dibattuti qui...Lei è stato gentile, ma da altri, sono stati usati altri termini...forse alcuni erano presenti-assenti in Consiglio, perchè qui se ne è parlato per due volte...". Si lancia poi nella descrizione dei lavori apportati con la demolizione delle "lamiere grigie" (edicola) e della "struttura rosa" (gelateria) ricollocate in altre aree. Del suggerimento di adeguare la propria attrezzatura alla "Terrazza Marconi" e parlando dell’accusa di disparità di trattamento: "Falso, perchè la normativa è uguale per tutti gli operatori di spiaggia..." ed ancora in merito alla vasca idromassaggio: "... non sarà il tipo di stabilimento che frequenterò, ma … per i cittadini che amano quel luogo".
Giacchella replica con il dire che il suo era solo una interrogazione per riportare in aula il problema.

Una seconda interrogazione viene promossa dalla BUCARI ad un Volpini però assente giustificato, relativamente alle difficoltà di accesso al servizio socio-sanitario, da parte di utenti stranieri. Il disagio agli sportelli derivante dal problema della lingua è evidente e si accentua maggiormente se a questo si aggiunge quello della modulistica da compilare. Chiede quindi l’agevolazione attuando l’introduzione di moduli tradotti in più lingue.
A darle risposta è il SINDACO che si dice disponibile ad accogliere il suggerimento, perchè l’adozione di moduli plurilingue rappresenta un atto di civiltà. Si dovrà trovare un modo per dar maggior respiro a questa iniziativa che non rappresenta solo un problema di Senigallia, ma anche a livello regionale: "Comunque un primo piccolo passo sarà l’impegno di sollecitare questa sua istanza".
La Bucari si dichiara soddisfatta della risposta ed attende che questi provvedimenti vengano attuati.

E’ poi la volta di PAZZANI che unitamente a Paradisi e Marcantoni al momento assenti, presenta la sua interrogazione circa la loro visita alla Casa Protetta ex IRAB. Tende subito a precisare che il loro: "Non è stato un blitz, ma siamo stati sollecitati da alcuni famigliari" e tende ancora a far presente come: "...Questi problemi non sono stati sollevati solo a noi, ma sono stati trasmessi anche ad altri consiglieri...". Fa anche presente come abbiano ascoltato sia i famigliari, ma anche il personale della Casa. Come sia emerso le carenze del servizio di fisioterapia e l’"assenza" del Presidente Guzzonato, come quella dei vari Consiglieri di Amministrazione. Tende poi a sottolineare come non abbia mai fatto nessuna irruzione violenta e quanto mai abbia mantenuto un comportamento offensivo nei riguardi delle persone con cui ha parlato. Cosa che invece viene riportata su uno scritto che uno dei Consiglieri (IDV) della Casa ha pubblicato e di cui legge alcuni passi. Al termine del suo intervento, Monachesi gli fa presente come il suo intervento abbia "sforato" di 4 minuti e 28 secondi, il che può far dire tutto, ma non che il Presidente del Consiglio non sia il Presidente di tutti.
A rispondere è il SINDACO: "... anche con i carabinieri si è entrati negli uffici comunali, ...sempre legali, ma che io non condivido...". Non si adentra su responsabilità tecniche e gestionali che non conosce. Se c’è stata poca presenza, invita il Presidente della Commissione, Sardella, a voler convocare ed organizzare un incontro con gli amministratori della Casa e i parenti degli Ospiti, al fine di trovare un punto d’incontro. Pazzani si dice disponibile a prendere contatto con Sardella.

Sulla lista di attesa è segnato a parlare MANCINI che chiede lumi sulla veridicità del fatto che a capo del progetto di lottizzazione dell’area di Via Cellini, compaia il nome dell’Arch. Colocci, che è anche Assessore ai Turismi: "...questo fatto mi fa sorgere qualche problema … ve ne chiedo quindi le ragioni".
Ad aiutarlo a risolvere i suoi dubbi interviene il SINDACO: "Per me sarebbe una sorpresa se non si sorprendesse... l’Amministrazione non ha dato incarico a nessuno... Il consorzio privato lo ha commissionato allo studio nel 2008 quando Colocci non era assessore nè tanto meno ai turismi... l’architetto è un valido professionista dalla massima integrità morale..."
Ribatte Mancini con il dire che il Sindaco è andato al di là, perchè lui non si riferiva alla professionalità di cui non esiste alcun dubbio. Solo che l’incarico è stato affidato nel 2008, ma il progetto è stato presentato e riporta la data del 7 Aprile del 2011, quindi sarebbe stato più opportuno che altri lo presentassero. Sarebbe stato opportuno, insomma, fare un passo indietro.

Prenotato per un’altra interrogazione c’è SARDELLA che prendendo la parola, si rivolge in primis a Pazzani, dicendosi disposto a dargli tutta la sua disponibilità per organizzare un incontro relativo al caso Amministratori-famigliari Casa Protetta. Poi rivolge la sua interrogazione a Campanile, relativamente al filmato apparso su un giornale on-line, in cui si mette in luce un comportamento, da parte di un operatore della raccolta differenziata, troppo disinvolto e molto più da indifferenziata. Chiede se l’Amministrazione ne è a conoscenza, se ha fatto indagini in merito, se intende promuovere indagini sulle ditte che vi operano.
Con quel velo di finta timidezza CAMPANILE comincia la sua risposta prendendola alla larga, come fa solitamente, partendo dai ringraziamenti per la domanda che gli è stata fatta, passando per la storia della vita della differenziata dalla nascita nel 2007, arrivando alla pubblicità per averla portata anche alla strada del Giardino e alla fine rispondendo alla domanda. Si, un dipendente arbitrariamente ha ritirato da un ristorante i rifiuti che si vedono nel filmato. Cosa grave. L’operatore è stato sospeso dal suo incarico e successivamente si farà conoscere i successivi sviluppi della cosa.
Breve replica, ma precisa, da parte di Sardella: "Soddisfatto, anche se non condivido che lei critichi la pubblicazione del video...importante la verifica nelle ditte che operano la differenziata..."

A questo punto è BATTISTI a riportare l’attenzione sull’area della Rotonda, accentrando il discorso sul nuovo manufatto della "Terrazza Marconi" e chiedendo l’attenzione dell’Assessore: "Scempio visivo" lo definisce. Ed ancora: "...capanni che così posti non permettono di vedere al di là … non si vede più la punta del Conero per una decisione votata dalla maggioranza..., ma io non l’ho votata … anche sulla gelateria si può discutere...ora non c’è più un casotto, ma una fabbrica di gelati...".
CERESONI ribatte: "...le sue parole sono pietre, siamo stati accusati di essere dei palazzinari … quando poi scrive Re Mangialardi I … è offensivo. Io lo ascolto e lo leggo... parla di coni visivi ...ma questi variano con il variare della posizione di chi guarda..."
Breve la replica di Battisti che sottolinea che i suoi giudizi vengono dettati per quello che si fa e non da livori personali.

Terminano qui le interrogazioni e si passa al primo Ordine del Giorno presentato dai Consiglieri Pazzani, Paradisi, Cicconi Massi, Marcellini e Marcantoni per l’uso dei defibrillatori semiautomatici esterni (DAE) in ambiente extraospedaliero. A presentarlo è PAZZANI, vista l’assenza degli altri, eccezion fatta per Cicconi Massi. Evidentemente la lettura del suo intervento, non interessa a nessuno, vista la confusione che c’è in Aula, cosa che costringe Monachesi ad un richiamo ufficiale a cui fa seguito uno scarso risultato. Un defibrillatore ha un costo, corso compreso, di 1500 € : 1000 il defibrillatore e 500 per il corso. Con questa cifra non impossibile si potrebbero dotare stabilimenti balneari, luoghi pubblici, associazioni, campi sportivi. Nell’EU già vige la legge che li obbliga nei luoghi pubblici, ed allora perchè non iniziare ad adeguarci?
Interviene a parlare, l’unica che potesse dire qualche cosa al riguardo, vista la sua professione: la Dr.ssa ANGELETTI , che spiega le sue perplessità per la delicatezza del tipo di intervento, per il particolare tipo di professionalità richiesta, tanto che la formazione dello stesso personale viene regolata attraverso corsi organizzati dalla Regione. Quindi propone di portare e discutere la cosa in Commissione prima ancora di portarla in Aula. Proposta che viene passata ai voti e come tale viene approvata.

Dulcis in fundo, ma è solo un modo di dire, con le osservazioni e controdeduzioni per giungere all’adozione definitiva della Variante al P.R.G. per la trasparenza e la riduzione del consumo di suolo. Già è pesante il titolo, figuriamoci il resto. Ad illustrare l’operazione è di nuovo CERESONI. Parla della bontà della informatizzazione del Piano Regolatore che aumenta la trasparenza degli atti che i cittadini potranno visionare 24h su 24. La seconda parte, quella destinata alla riduzione del consumo del territorio è fatta di frasi come "Un atto che lascerà la città in un modo migliore", oppure, "un atto unico nella storia della nostra città", o ancora, "400 mila mq che verranno riconvertiti come terreni agricoli". Per poi far presente come tanta gente senza casa beneficerà di edilizia popolare, mentre non vogliamo più tante case senza gente. A Senigallia non servono più miniappartamenti. Si deve mettere mano su quello che già abbiamo, recuperando e restaurando.

Chiede la parola a questo punto MAGI GALLUZZI. Due le possibilità. O dire No su qualche cosa, ma non mi pare il momento, visto chi lo ha preceduto, o per chiedere un’interruzione. Infatti è la seconda delle due tesi. Per discutere il problema. Chiede così 10 minuti di sospensione per discutere con la sua maggioranza. Sono le 18,35. Intanto i cittadini o possono attendere o se vogliono, democraticamente, possono anche spegnere la radio.
L’incontro salottiero termina, alla faccia della buona educazione, alle 19,15 dopo 40 minuti di attesa.

A prendere la parola è il Presidente della Commissione che ha lavorato alla Variante, DONATIELLO che va sul tecnico illustrando la tipologia dei lavori svolti in commissione. Ma in Aula c’è disattenzione, brusio, gente che passeggia e gira le spalle a chi parla. Donatiello allora si ricorda di essere un insegnante e rivolgendosi chiede al Presidente Monachesi che venga rispettato il silenzio, altrimenti smette il suo intervento. A conclusione della sua lettura fa presente come delle 43 osservazioni, lui ne abbia condivise 42.

A CAMERUCCIO invece sta a cuore il problema di chi ha terreni di dimensioni ridotte ed inseriti in aree edificabili, che per la loro superficie minima vengono solitamente destinati ad orti, ma nel contempo sono soggetti al pagamento dell’ICI. Fa altresì presente che l’Atto non è arrivato a tutti i cittadini mentre si era prefissato che questo sarebbe stato pubblicizzato al massimo.

MANCINI definisce il consumo del suolo "Atto dovuto, doveroso" come con il ritorno da area edificabile a area agricola, comporti la soppressione dell’ICI. Questo è l’aspetto positivo, ma c’è anche quello negativo ereditato dalla giunta precedente. E porta l’esempio della Rotonda che ha fatto scomparire la veduta del Conero e del suo golfo.: "Molta credibilità di questa Amministrazione subirà delle crepe... E’ finito il tempo dei miniappartamenti? Ma del Cesano mi sembra che se ne sia parlato poco tempo fa..."
Interviene MAGI GALLUZZI per rassicurare Mancini sulle opere al Cesano a cui fa eco REBECCHINI con un "come fa a saperlo" ed ancora Magi Galluzzi "Perchè lavoro, ho il piacere di lavorare in un ente pubblico".

REBECCHINI
prende la parola per dire che il loro è un modo di governare diverso da questa maggioranza, perchè questo è il modo di amministrare alla Berlusconi, vale a dire senza confronto. Ed anche lui riporta la discussione sull’area della Rotonda, sulle file degli ombrelloni che davano fastidio alla veduta, oggi sostituiti da manufatti fissi o che sembrano fissi ma che stoppano maggiormente la visibilità del Conero. Una delle prime regole dell’Architettura (e prende a testimone Lorenzo Bernini) è quella di non costruire mai vicino a cose importanti.
Riprende la parola CERESONI per rispondere ai gruppi Partecipazione e Rifondazione, con "Voi non avete nulla da dire. Sulle osservazioni non avete detto nulla. Delle 43 osservazioni, Zero...avete parlato di tutto di Arceviese, di Rotonda, di complanare....Mi sarei atteso un sostegno pur mantenendo le vostre criticità..."
Gli ribatte MANCINI: "Rispondo come fatto personale, quindi non mi viene concesso nulla (rivolto a Monachesi e inteso come tempo di replica)... Un intervento pieno di sé, di arroganza e prepotenza...Tu non puoi dire che l’opinione diversa dalla tua è nulla...è il contrario della democrazia. Il nostro gruppo è quello che presenta più emendamenti … questo è un autoritarismo che fa male a te..."
Gli fa eco REBECCHINI: "Ceresoni, lei ci accusa che ci siamo lavati le mani. Oggi abbiamo più di dieci emendamenti, che non si fanno sulla teoria".

RIMINI dichiara: "Abbiamo una forte perplessità, sembra di chiudere la stalla quando i buoi sono usciti, o forse non c’è più neppure la porta...ci devono essere delle programmazioni in fase di alienazioni.... Una cosa una volta venduta è venduta".

Si sospende la seduta alle 20,30 con l’intenzione di riprenderla alla 21,15 e che avviene infatti come di consueto con 30 minuti di ritardo alle 21,45. Un balletto che dura 2 ore e 41 minuti fatto di letture e votazioni. L’unico punto in cui la seduta si ravviva, quando si parla dell’osservazione 41 che riguarda l’area Goldengas e la cui osservazione è stata fatta dall’attuale semplice cittadino Andrea Bacchiocchi, che fu però a suo tempo consigliere comunale nella giunta Angeloni. Quindi da una parte i favorevoli e dall’altra i contrari.

La chiusura della serata spetta a MANGIALARDI che termina con i ringraziamenti d’uso per Ceresoni per l’arch. Serenelli e a quanti hanno lavorato a questa variante. L’ultima stoccata la riserva al banco avversario della serata, a Mancini e soci con: "Presentate voi una proposta di variante...Via Cellini ad esempio...".
Sono le 24 e 48, quando Monachesi dichiara chiusa la seduta, saluta ed augura a tutti la buona notte.

FOTO panoramiche di efFeGi

Questi i commenti dei lettori di 60019.it

PRECISAZIONE
Scritto da EMMA B. il 09/06/2011 ore 09:46
Vorrei, in primo luogo ringraziare il sig. Franco Giannini, per la sua cronaca attenta e puntuale di quello che succede in Consiglio Comunale. Solo una precisazione. Il Consigliere della Lega Nord Pazzani ha detto che non si sente rappresentato dal Presidente del Consiglio, Enzo Monachesi, perchè quest'ultimo non si è dissociato dalle dichiarazione false e infamanti di un consigliere IDV della Casa Protetta, non perchè lo ha richiamato per avere sforato il tempo a disposizione per l'interpellanza.
Pura disattenzione...
Scritto da Franco Giannini il 09/06/2011 ore 10:55
Gent.ma Sig. EMMA B. Confermo il suo appunto. Ho effettivamente saltato nello trascrivere dagli appunti presi in Consiglio il passo da lei accennato. Ringrazio lei per la segnalazione (che però ha modo di constatare come si cada facilmente in errore, quando definisce la mia una "cronaca attenta e puntuale" :-)) e me ne scuso con il Consigliere Pazzani.

Scritto da EMMA B. il 09/06/2011 ore 16:14
Gent.mo sig. Giannini, La ringrazio per la Sua risposta e le rinnovo le stima per il lavoro che svolge.

domenica 12 giugno 2011

Volti e nomi della Senigallia celebre, ma modesta n°14: Riccardo Gambelli

di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it


Solamente otto anni dedicati all'arte della fotografia, poi l'intera vita alla famiglia…



"Senza titolo", 1956. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiSolamente dopo aver letto le note biografiche e critiche di due "Penne" quali quelle di Silvano Bicocchi e di Marcello Sparaventi, che accompagnano la raccolta di fotografie dal titolo "Niny, del gruppo Misa - Riccardo Gambelli fotografie dal 1952 al 1960", ho compreso immediatamente in quale avventura mi ero cacciato. Difficile competere con loro, se non addirittura impossibile, nell’usare termini più consoni e lusinghieri atti ad illustrare la sua figura.

Che cosa dire di più di quello che loro già non hanno rivelato, per come lo hanno fatto e senza correre il pericolo di cadere in inutili ripetizioni. Ma del resto mi sono assunto questo impegno, ho fatto pressione per conoscerlo, per fargli domande, conoscere i segreti che avevano influenzato la sua arte. Non potevo, alla fine, tirarmi indietro.

Riccardo Gambelli, "Provino", 1953. Foto di Mario Giacomelli. Tutti i diritti riservatiAvevo poi, due buoni motivi che ritenevo e ritengo, fossero più che validi: il primo, perchè Riccardo Gambelli, il 7 giugno ha tagliato il traguardo delle sue prime Ottanta primavere, portate con un invidiabile spirito giovanile. Di conseguenza ritenevo giusto porgli in questo modo, gli Auguri di tutta una città, la sua; che seppur nel corso di un breve periodo, l’ha immortalata nei suoi lati più artistici, fissando sulla pellicola dei suoi rullini fotografici, usi, costumi, paesaggi, personaggi e tradizioni di un tempo, che sarebbero andati perduti, restando così, sconosciuti alle nuove generazioni.

Secondo, perchè nei giorni antecedenti questo suo compleanno, si è fatto un gran parlare di fotografia. Si sa bene, che quando a Senigallia si parla di "foto", è assolutamente impossibile non parlare di Mario Giacomelli. E’ anche vero però, che se oggi Senigallia è considerata come "Città della fotografia", questo merito è da si imputarsi tutto, al grande Giacomelli, ma è anche vero che diversi sono i tasselli del mosaico, che hanno contribuito a foggiare questo appellativo.
E credo che Riccardo Gambelli rappresenti, per l’appunto, uno di questi.

"Colline", 1954. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiInfatti il suo interesse ed i suoi primi scatti, nascono nel lontano 1952, quando, come mi dice durante il nostro incontro: "… a quei tempi la fotografia era ritenuta cosa da ricchi, se non proprio da snob. E non è neppure che così non fosse, almeno per quel che riguarda i costi. Infatti non è che si fa come oggi, nell’era del digitale, che si spara una serie di click in successione a mitraglia… quella volta si centellinavano gli scatti… il rullino costava non poco, relativamente allo stipendio di quei tempi. Allora prima si doveva studiare lo scatto dentro la testa ed era lì che nasceva l’immagine. Poi si valutava la luce, il soggetto… insomma si costruiva la foto e se tutto non quadrava come si voleva, magari si ritornava il giorno dopo…
Devi sapere che Ferroni (altro fotografo del gruppo, Ndr) voleva fotografare la "Fontana delle Anatre" e per via della luce ci è andato avanti per un mese e poi alla fine non so neppure se l’abbia fatta
".

"Mietitori", 1956. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiIn quei tempi conosce vari personaggi che faranno poi la storia della fotografia a Senigallia, siano essi locali o forestieri. Tra i locali, conosce appunto il Mario Giacomelli ancora più "tipografo" che fotografo. Anch’egli era alla ricerca ed alla scoperta di quest’arte che sarebbe entrata poi come droga nel loro sangue giovanile.
Mi racconta, ma ormai questa è storia risaputa, della foto che campeggia sull’ultima di copertina del suo citato libro, dove Mario immortalò un giovane Riccardo nei panni di precursore di quelli che sono i nostri "modelli" d’oggi.
"… era la stessa cosa che poi facevo anch’io con lui – dice Gambelli – ci serviva per provare la luce, le ombre, le pose… ".

"Nei vicoli di Castelvecchio", 1953. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiIl personaggio però che li ha indirizzati, influenzati, arricchiti nel e per fare il balzo di qualità è un avvocato forestiero che passava il periodo estivo nella "Spiaggia di Velluto": Giuseppe Cavalli, che fa comprendere loro come l’Arte ha la necessità che l’artista possieda anche un bagaglio culturale variegato e come questa non fosse da confondersi con la semplice tecnica. E solo quest’ultima si poteva insegnare. L’arte era un qualche cosa di più nobile che nasceva dentro.

"Nomadi", 1956. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiParlando mi avventuro a domandargli, come gli è venuto in mente, dopo anni di silenzio, di pubblicare questa raccolta di foto: "Devi sapere che nel 2006 o 2007, non ricordo con esattezza, mi dicono che su Internet ’giravano’ una decina di mie foto. Allora per pura curiosità mi sono messo alla ricerca di chi le avesse pubblicate. E così sono risalito al fatto che a Fermo, c’era un fotografo, un certo Crocenzi, che scriveva, anni addietro, sul giornale di fotografia "Ferrania" e possedeva un archivio con migliaia di foto. Quando ha cessato l’attività, l’archivio è stato acquistato dalla CRAF (Centro Ricerca Archiviazione della Fotografia). Tra queste, ce n’erano diverse anche mie, una decina, scelte da non so da chi, perchè o come. Poi a sua volta un editore di Lestans (PN), ne ha pubblicata una sul suo catalogo che ha fatto, senza esagerazione, il giro del mondo".

E già di per sè, che questa scelta su migliaia di foto, fatta da chi se ne intende, sta ad indicare come la ’classe di Gambelli, come si usa dire, non fosse acqua’!

"Imbro", 1952. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiOsservando le foto contenute nel libro, l’occhio mi era caduto sulla loro didascalia, che la maggior parte delle volte riporta come descrizione "Senza titolo" seguito dall’anno ed infine "provino". La mia curiosità mi spinge allora a chiedergli delle spiegazioni. Sorridendo mi risponde "Semplicemente perchè sono effettivamente dei provini, nient’altro che la stampa del negativo. A pensare che li avevo giudicati come degli scarti, che avevo dimenticato in una scatola, ed oggi, dopo tanto tempo li ho recuperati e me li hanno pubblicati… ma sai quanti altri ne ho…??"

E’ sempre difficile creare una graduatoria di preferenza su delle opere d’arte, tanto più per uno come me che non è di mestiere e ancor meno un critico. Quindi la mia attenzione è stata attratta solo dalla curiosità di conoscere, sapere, stuzzicare una risposta.

"Poveri alla finestra", 1953. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiUna di queste foto, appunto, titolata "Poveri alla finestra" del 1953, agli esordi quindi della sua carriera, mi suggerisce la domanda: "Se dovesse fotografare la povertà d’oggi, che certamente è cambiata rispetto quella di ieri, come o dove andrebbe a scegliere il soggetto?"
Con la pacatezza che distingue le persone sagge: "A Senigallia non vedo più una giusta inquadratura, forse in qualche vecchio paese, forse un qualche ritratto particolare di persona… sicuramente sarebbe più facile fotografarla, che so, in India o in altri paesi del terzo mondo".

Chiedo ancora: "Gambelli che cosa ne pensa delle nuove tecnologie del mondo della fotografia moderna? Secondo lei, sviluppano o frenano la fotografia intesa ovviamente come Arte dell’immagine?"
"Vedi, ho come la sensazione che l’Arte della fotografia, con questi potenti mezzi, come arte, ben s’intenda, vada avanti piano, quasi che facesse un passo indietro!"

"Senza titolo", 1956. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiMi avventuro allora in un’altra domanda che vuole essere tecnica, ma come quella del fotografo della domenica: "Una foto da sbandierare poi l’indomani come "artistica" è meglio realizzarla in Bianco e Nero o a colori… non sarà mai artistica se a scattarla non è un artista, come diceva Cavalli… ma un suo consiglio per farsi belli l’indomani?"
"Certamente, senza dubbio, il B/N. L’effetto del colore è più immediato e d’impatto. Ma il B/N non si creda che sia facile da realizzare. Io preferivo usare il tono più delicato e morbido del grigio, senza le prevalenze di neri o di bianchi: un esempio? la foto "Incendio alla Cascina" (1952)".

"Il Principe", 1956. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiChiacchierare con Gambelli, più passa il tempo, più fa si che gli argomenti si allontanino da quelli che vertono sulla "sua fotografia". Diventa un ripercorrere le tappe della sua vita, che lo hanno portato da giovane e semplice fattorino di telegrammi, ad artista, responsabile capofamiglia, impiegato ai telegrafi ed infine dirigente di Poste e Telegrafi nella sede senigagliese.
Orgogliosamente, e ne ha più di un motivo, mi dice: "Vedi, in tutto quello che ho fatto nella mia vita, ci ho messo entusiasmo e passione e sono riuscito a farlo nel migliore dei modi".

"Provino", 1955. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiOtto anni nel mondo del bianco e nero, con risultati più che soddisfacenti, che ha saputo però abbandonare perchè la famiglia che voleva crearsi, chiedeva giustamente la precedenza. Poi la precedenza più assoluta la ebbero i due figli adolescenti, quando l’immatura scomparsa della moglie Vittoria, lo rese vedovo.
Figli di cui mi parla con l’orgoglio di un padre felice dei risultati da loro raggiunti: Anna a suo tempo laureatasi e Luigi, oggi al "Timone", mi si permetta il gioco di parole, dell’azienda che ha vinto tante "regate" nel mondo commerciale e tante altre si appresta a vincerle. Figli di cotanto padre, tanto generosi e riconoscenti anch’essi, da dedicargli e curare l’edizione del volume di cui si è parlato sopra.

E mentre mi racconta tutto questo, facciamo quattro passi e mi porta sul molo dove è attraccata la sua barca a vela e con la quale ha vinto, realmente, diverse regate. Quattro posti letto, un bagno, motore ausiliario… con un solo rammarico: vorrebbe usarla più spesso! Eh si, perchè Riccardo Gambelli, è stato anche un abile velista.

"Tre barche sul greto", 1956. Foto di Riccardo Gambelli. Tutti i diritti riservatiNon so valutare, per mia ignoranza in materia, le qualità di Riccardo Gambelli artista-fotografo. Mi sarebbe anche facile, buttare giù degli aggettivi, magari copiandoli, che però suonerebbero falsi ed irriverenti, nei suoi confronti, proprio perchè artefatti ed espressi da uno che non è un addetto ai lavori. Altri, ben più preparati, hanno assolto questo compito descrivendone i giusti suoi meriti artistici.
Mi si permetta, però, di spendere, da semplice uomo, due parole sul Riccardo Gambelli, anch’esso uomo, marito e padre. Con lui ho parlato per quaranta minuti circa di fotografia, ma per ben oltre un’ora, sul molo del porto turistico, si è discusso di giovani, di famiglia, di figli, di barche, di politica. E la scoperta che ho fatto, almeno ai miei occhi, è stata quella di aver incontrato più che un amante della fotografia, ma non un fanatico, un uomo entusiasta della sua famiglia, della vita che lo circonda, di tutto quello che ha fatto e soprattutto per come lo ha fatto.


Testo di Franco Giannini

Foto in B/N tratte dal libro "Niny, del gruppo Misa - Riccardo Gambelli fotografie dal 1952 al 1960" a cura di Anna e Luigi Gambelli e Omnia Comunicazione Editore. Ottobre 201

giovedì 9 giugno 2011

DIVERSI SI NASCE ? O SI DIVENTA ? OPPURE ...SI MUORE?!!

di Franco Giannini

... Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"

Eppure sembra che l'opera del grande Totò, vada riveduta e corretta.
Il tempo passa e con "isso" anche gli insegnamenti dettati dalla buona creanza. E non certo per i personaggi raffigurati nella poesia, ma per quelli meno seri che appartengono al regno dei vivi.
Di questi giorni, sei morti sul lavoro in 24 ore. E l'attenzione sui giornali per costoro è relegata a ritagli di spazio, quale costretto adempimento che va fatto, al pari di una semplice pratica burocratica. Ci sarà qualcuno che dirà che non è vero. Allora posso affermare che se lo si è fatto lo si è pubblicizzato, ma certamente con una minore risonanza di quella allora riservata agli operai caduti nel lavoro nella fabbrica della Thyssen Krupp, o in altre occasioni in cui il plurale e ferale avvenimento avveniva in uno stesso stabilimento, o impresa. Non sono stati neppure pronunciati i soliti falsi "Basta...". O se c'è stato forse, solo un silenzioso "basta", inteso come "...che non se ne parli...più di tanto!". Morti erano quelli della Krupp e morti sono questi, anche se dislocati in province diverse, ma ugualmente degli operai, sempre dei padri di famiglia, certamente dei figli. Ma gli ultimi sembrano ancor più sfigati, sempre che anche in una morte si riesca a trovare un indice superiore di disgrazia. Ma questo è solo la conseguenza che a tutto ci si fa il così detto callo. E finché questo cresce nelle dita delle mani è un apparato di difesa per la pelle, ma quando cresce dentro le coscienze di ognuno di noi, diviene un apparato di offesa per la pelle...quella degli altri. Offesa intesa non certo come difesa, ma come insensibilità ai problemi che viviamo ogni giorno, tutti i giorni, 24 ore su 24.
Abbiamo fatto il callo nel vedere il sangue sulle strade per gli incidenti, lo abbiamo fatto con quello dei partigiani che lottano per avere la democrazia nei loro paesi, lo abbiamo fatto nei riguardi delle morti per overdose, lo abbiamo fatto per le morti dovute alla fame, alla siccità, agli affondamenti delle carrette del mare, ai nostri militari impegnati in una guerra pacifica(?) in terre straniere, ai terremoti, ai tsunami, alle radiazioni delle centrali nucleari sicure fin a quando non si verificano problemi, ai morbi quali quello della mucca pazza, o la peste dei suini o a quello del cetriolo....grande pericolo questo, per l'intera umanità, il cui vero accorgimento per salvaguardarsene e il non girargli mai le spalle, tenendo sempre la mascherina sulla bocca... E la lista si potrebbe allungare all'infinito.
Fortuna vuole, per chi reputa il non parlarne una fortuna, che un nuovo argomento, ma senza morti e senza sangue,subentri a qualcuno di questi e disorienti il pubblico spettatore, cittadino e nel contempo bue: ecco che allora si parla di Bunga-Bunga, di evasione fiscale(ma appena un poco...ehh!!), di elezioni amministrative, di Magistratura sottoposta a chemioterapia, dei militari che dichiarano guerra all'immondizia, delle nozze del secolo a cui si possono corredare disquisizioni su quanto è costato l'abito (chi lo ha pagato non interessa allo spettatore), del fondoschiena di pippa, per giungere poi allo scandalo attuale, corsi e ricorsi della storia: quello sul mondo del calcio e delle scommesse. Anche qui la mente del pubblico è corta...tutti scandalizzati per le scommesse e nessuno che legga le quotazioni di certi calciatori e le rapporti con le promesse e gli intenti che si erano ripromesse le società di contenersi (si fa per dire) su quotazioni sopra cui l'etica (che strana parola per certi figuri...) esigeva che non si andasse. Ma ora siamo in estate, le argomentazioni che interessano l'opinione pubblica, sono innumerevoli...ed allora se dovesse accadere, tocchiamoci quel che si deve e facciamo i debiti scongiuri, si dovesse scrivere o parlare di qualche disgrazia sul lavoro, ecco gli argomenti "sfolla-lacrima": che cosa devono mangiare gli anziani con il caldo...e giù a parlare di frutta e verdura in abbondanza (detto da chi al mercato non ci va e non sa neppure l'importo medio delle pensioni!) e tanta acqua. Ma è pronto, fin da ora, anche un "nuovo inedito comunicato" quello che a luglio nelle autostrade ci sono 9 milioni di automobilisti che si stanno muovendo per raggiungere i luoghi di villeggiatura, altri 3 milioni hanno optato per il treno, per 2 milioni la scelta è caduta sull'aereo. Gli stessi comunicati logicamente, verranno riproposti ad agosto. A settembre sarà invece la volta del piagnisteo delle statistiche che vedrà da una parte i soddisfatti (i governativi del momento!!) dall'altra quelli che in vacanza non ci sono stati e prepareranno, come si fa ormai usualmente il Settembre Caldo, a parole ben s'intende, o gli evasori di turno con le lacrime del "è stata una stagione da dimenticare". E per i martiri del lavoro, purtroppo, neppure più un pensiero!!