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lunedì 6 luglio 2015

Ostra Vetere, alla fondazione Marulli si è parlato di movimento e alimentazione…

... vegana e vegetariana con l'illustrazione, ma anche con la degustazione dei vari piatti.

L’ultima volta che ci eravamo lasciati è stata quando la pittrice Brunella Romyo aveva donato la sua opera pittorica alla comunità della Casa dell’Ospitalità, con la promessa di ritrovarci alla sua prossima mostra, ovvero quando ci avrebbe presentato i suoi vicoli, riveduti e corretti di “Paese Mio”, alias Ostra Vetere.
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Ma l’accavallarsi di alcuni eventi importanti e “succulenti” ci ha portato ad anticipare la data promessa. Infatti, non si poteva mancare al taglio del nastro per la consegna dei letti elettrici acquistati dalla Fondazione F. Marulli con il contributo concesso attraverso il bando “Rispetto e decoro, anziani più sicuri” della Fondazione Cariverona.
A questo evento non potevano mancare i componenti del consiglio di amministrazione con in testa il suo infaticabile presidente Sandro Sabbatini, che si è assunto l’onore del taglio del nastro. Dopodiché don Mauro Baldetti ha impartito immediatamente la benedizione sia dei nuovi letti che degli ospiti, nonché del personale tutto.
Ospiti d’onore della giornata gli amici dell’ASP Martelli di Figline Valdarno. Una delegazione guidata dal direttore di questo centro residenziale nella persona di Daniele Raspini.
Dicevo amici, ma sono invece molto di più. Infatti è quasi un tacito gemellaggio quello che unisce le due “case”, che per facilità comunicativa, chiameremo più brevemente “di riposo”. Una specie di gemellaggio anche tra due paesi, Ostra Vetere e Figline Valdarno, dal quale è nata, oltre a una sincera amicizia, anche un promettente ed interessante scambio di studi e di esperienze relative al mondo dell’anziano: siano esse legate alle sue esigenze motorie, di alimentazione, nonché di occupazione del suo tempo libero.
Tante del resto sono le problematiche che accompagnano l’anziano ovunque esso risieda, vero è però che i due centri sono in incessante studio, sempre pronti a fornire continue, intelligenti e simpatiche soluzioni, quali, ad esempio ed una per tutte: l’ortoterapia.
Ostra Vetere, alla fondazione Marulli si è parlato di movimento e alimentazione per l'assistenza agli anzianiMa il pomeriggio doveva ancora essere lungo. Infatti Paolo Marabese fisioterapista di Merano (TN) ha preso la parola per illustrare ai presenti, in primis al personale addetto alla cura degli ospiti, il metodo di lavoro Kinaesthetics che può essere definito come lo studio del movimento umano e della sua percezione. Abbiamo saputo poi come si rivolga alle persone che vogliono confrontarsi con la propria competenza in fatto di movimento, con la salute e con il tema dell’apprendimento. Marabese ha sottolineato, infatti, come “il movimento” sia alla base della vita, continuando a spiegare come la qualità del nostro movimento nella quotidianità abbia un influsso determinante sui nostri processi interni quali respirazione, digestione, tensione muscolare e così via.
La competenza sul “movimento” degli operatori sanitari e assistenziali ha, di conseguenza, anche un effetto sulle persone assistite, anziani, disabili, pazienti. Personale che, sperimentando attraverso il riconoscimento e la percezione delle proprie esperienze acquisite e archiviate nel proprio bagaglio professionale, si senta pronto ad offrire un maggiore autocontrollo, autonomia ed efficacia nella partecipazione attiva con gli ospiti. Ed è attraverso la promozione di questi processi di apprendimento e di sviluppo, che viene raggiunta una maggiore e migliore qualità di vita per tutti gli interessati.
Intanto si era fatto sera ed a parlare di alimentazione, imbandendo virtualmente una seconda tavola rotonda, era Chiara Picardi, nutrizionista, che ha fatto del tema dell’alimentazione dell’anziano, uno dei suoi studi approfonditi.
Ad entrambi gli eventi, va ricordato, come abbiano partecipato, portando le proprie esperienze, anche gli amici toscani di Figline. Questo perché la realtà toscana è ben nota a livello europeo, proprio nell’ambito di questo tipo di assistenza, nel quale anche la Fondazione F. Marulli sta investendo, per la finalità prioritaria che è il benessere degli ospiti, proprio l’introduzione di un nuovo sistema alimentare. Si è discusso di come questa innovazione abbia prodotto benefici sull’anziano e sul miglioramento della sua qualità di vita in struttura.
Le diete consigliate e studiate già da tempo dal centro residenziale Martelli, con discreto successo, sono quelle vegane e vegetariane per i motivi pratici che tutti conosciamo, quali mancanza di grassi e digeribilità.


Ma è anche vero che quando si parla di vegano e di vegetariano si pensa che si tratti più di una moda piuttosto che di una specie di necessità, considerando l’età e lo stato di salute di alcuni degli ospiti. Quindi per ognuno di loro sarebbe quasi indicata una dieta personalizzata. Ma alla base di tutto questo i termini vegano e vegetariano trascinano sempre con loro un qualche cosa di triste e di scarsamente invogliante ad avvicinarsi a questi menù.
Ecco che allora qualche suggerimento per rendere la vita un po’ più allegra: ad esempio non parliamo più di succhi di frutta, monotoni ed anonimi nel loro imballo di cartoncino, esaltiamoci quindi parlando di “spremute”, con il loro frutto in primo piano, il bicchierone ed il colore naturale ed allegro che solo la natura sfoggia.
Mai detto fu più errato il definire, nel nostro caso e vista oramai l’ora, “signore e signori ed ora cavoli a merenda”. Visto che l’ora della merenda era stata abbondantemente superata e qualche languorino incominciava a farsi sentire non si poteva andare troppo per il sottile. E va bene adattiamoci al vegetariano o vegano che sia!
Ma fintanto che non siamo entrati nel cuore della fase finale, quella del reale assaggino della degustazione, molti erano i visi perplessi. Poi invece, gli innumerevoli mini-assaggini tutti saporiti, piacevoli e deliziosi al palato, ci hanno portato a ricrederci sulle nostre primarie tesi troppo cariche di un prevenuto sciocco scetticismo. Ed il termine “reale” non stava più per concreto, bensì come quello di regale, sontuoso, per palati sopraffini.
La serata, come si diceva, si è conclusa quindi con questa conviviale vegana offerta a tutti i partecipanti della giornata di lavoro, tutta preparata interamente dalle sapienti ed esperte mani del personale della cucina interna della struttura nonché sotto la super visione del cuoco Gianluca Calcagnile esperto in cibi vegetariani e vegani.
Un grazie sentito ai relatori che si sono succeduti, all’anfitrione della giornata nella persona del presidente della Fondazione Marulli, alla Cariverona, agli amici di Figline V. e alla coop. sociale Alma che ha contribuito all’organizzazione dell’evento.

Franco Giannini
Pubblicato Sabato 4 luglio, 2015 su Senigallianotizie.it

Questi i commenti dei lettori di Senigallianotizie.it :
Mario Rossi
2015-07-05 14:19:51
Ma allora il presidente Sabbatini sta bene, no perché allo sportello asur di Ostra Vetere è da un po che manca, dicono che si è preso un mese di malattia ............ povera Italia ...........

lunedì 23 marzo 2015

Mostra della pittrice Brunella Romyo alla Casa dell’Accoglienza di Ostra Vetere…

... e donazione dell' opera: l' appuntamento per l' inaugurazione della tela è per il 2 Aprile.

Era da tempo che ogni qualvolta mettevo piede nel suo Atelier-Studio d’Arte di via Cavour, 34 a Senigallia per un saluto, vedevo la Sig.ra Brunella Romyo che mi guardava con un certo imbarazzo principalmente quando inevitabilmente lo sguardo mi cadeva, seppur con fare disinteressato, a quel “qualche cosa” di rettangolare nascosto sotto un lenzuolo bianco. Seppur fosse intuibile che di quadro si trattasse, le mie seppur scarse ed elementari nozioni di buona educazione mi hanno sempre evitato di chiedere in che cosa di nuovo e di tanto segreto stesse lavorando, dal momento che tutto era così accuratamente ben celato all’occhio del visitatore. Fintanto che, però, giorni fa, sono entrato casualmente a farle visita fuori dell’orario solito in cui normalmente la passo a visitare e l’ho trovata, come si è soliti ironicamente dire, con il “topo in bocca”.
In camice bianco, tutta indaffarata ed accaldata per l’operazione che stava facendo. E ci si può figurare come sia rimasta quando ho aperto la porta del suo Atelier.
Stava sistemando angoli protettivi di cartone su di una cornice di un quadro di ben 2 metri e 30 di lunghezza per 0.90 di altezza, tenuto in precario equilibrio tra le sue esili braccia. Un lavoro più da manovale che da pittrice. Lei che, al macro, preferisce immergersi nel micro delle sue miniature. Di conseguenza, all’apertura della porta un suo naturale motto di sorpresa, prima ancora del suo solito educato buongiorno. Scoperta, ha immediatamente fatto seguire delle scuse che assolutamente non necessitavano (ma lei è una donna gentilissima) per non avermi reso partecipe prima, di questo suo lavoro segreto. I perché di tanta segretezza e della immediata cortese richiesta (il suo bagaglio di educazione è da scuole alte, ben lontano dal mio) di tenermi tutto per me quello che avevo visto, ma che mi ha lasciato poi fotografare e filmare, almeno fino al giorno dell’inaugurazione. Da qui, è stato come se l’essere stata colta in flagrante l’avesse resa più libera.
Ed allora ecco che con il riposizionamento del lenzuolo immacolato sul quadro, simile ad una slavina, ha cominciato a raccontarmi la gestazione e la nascita di questa sua nuova ed inusuale creatura artistica che in questa particolare occasione, racchiude in una tela macrocontenitrice, tantissimi micro particolari.
Ma andiamo per ordine.
La Sig.ra Brunella Romyo alla fine del novembre scorso viene convocata dal Presidente della Fondazione Casa dell’Accoglienza Federico Marulli di Ostra Vetere, il Dott. Sandro Sabbatini, per sottoporle una proposta di incarico per eseguire un’opera pittorica, dietro rimborso delle sole spese vive, che rappresentasse la visione panoramica del paese di Ostra Vetere. Con l’accordo, che una volta poi terminata la tela, la donasse in via definitiva alla Fondazione. Il tema suggerito dal Presidente era quello di riprodurre su tela i luoghi del paese di Ostra Vetere, poiché la prossima manifestazione avrà come titolo “Paese Mio” con uno degli obiettivi principali, la presentazione alle Comunità, sia degli Ospiti della Casa di Accoglienza che dell’intera Ostra Vetere, della panoramica del paese a livello pittorico.
Era la fine di novembre, come si diceva, quindi con una stagione invernale senza foglie, senza colore, con una visione mesta ed abbastanza piatta. Una stagione con i suoi colori, belli anch’essi sotto certi aspetti, ma sicuramente poco allegri. Ed allora la Sig.ra Brunella ha pensato bene che a monte di questa richiesta formulata da parte del Presidente ci fosse anche una sua aggiunta, un suo tocco di fantasia, un’iniezione di colori più consoni all’età degli Ospiti e che con la loro visione fornissero gioia e calore.
Un quadro che amalgamasse in qualche modo sia la visione del Paese attuale con i ricordi di gioventù degli Ospiti di questa Fondazione. Una sapiente miscela di realtà e fantasia che rendesse ragione alla richiesta vera e propria da parte del Presidente ed alla singolare funzione della della motivazione che questa Opera d’ Arte dovrebbe muovere negli animi di questi amabili Ospiti.
Lascio l’autrice, la Si.ra Romyo, illustrare l’Opera con le sue stesse parole: “Quindi mi sono premurata di studiarla in maniera personale fino a realizzarla in versione estiva tanto da aiutare le persone Ospiti della Fondazione a rivivere in qualche modo, quelle situazioni che erano a loro familiari e quotidiane ai tempi della loro gioventù. Ho quindi aggiunto alla foto panoramica in mio possesso della visione del paese reale com’è oggi, aggiungendovi una chiave di lettura molto più personale. Ho quindi reso il paesaggio estivo con colori caldi e vivaci, affinché offrissero una sensazione più vicina ai loro ricordi, più belli di quelli che sono i ricordi del Paese d’oggi, proprio perché più vicini alla loro gioventù. Ho quindi aggiunto anche dei particolari che sicuramente in Novembre non ci sono, come uno spaventapasseri e un carrettiere con il carretto che si avvia lungo una strada ciottolosa verso il paese o le oche sull’aia di una casa che ancora oggi c’è, ma è disabitata. Di conseguenza la chiave di lettura per chiunque veda il quadro – vale a dire nessuno o pochissimi, prima del 2 di Aprile, aggiungo io – in qualche modo si ritrova nel periodo precedente al nostro, molto precedente, vale a dire nei tempi del primo periodo del ’900, ma diciamo in pratica dal ’900 in poi. Ma la cosa non finisce qui, perché unitamente a questa tela, abbinerò anche una prima presentazione della mia attività che come tutta la mia arte in particolare, ha una chiave di lettura ottocentesca. A cui faranno seguito successivamente nel tempo, altre mie presentazioni sempre con visioni dello stesso paese, o meglio dell’interno dello stesso paese, dei suoi vicoli in particolar modo, tratti da fotografie reali dei posti, ma sempre abbinati allo sviluppo aggiuntivo di quello che la mia fantasia mi suggerisce. Vicoli reali che saranno quindi trasformati, seguendo anche i discorsi delle persone che li abitano o che li frequentano aggiungendo quei particolari, come sono solita fare, di situazioni che ci riporteranno indietro nel tempo, ma sempre legate in funzione della prima opera ceduta in donazione. Voglio sperare che questa presentazione offra un sintomo di una continuità nella vita di questi Ospiti, molti dei quali ancora vivaci, mentalmente vivi e pronti a recepire qualsiasi tipo di manifestazioni siano esse culturali, siano esse folcloristiche o gastronomiche che servono a vivacizzare un po’ questo loro ambiente attuale e che fino ad ora è stato un pochino chiuso. Voglio sperare si possa dire che questa presentazione sia la chiave per aprire le porte alla Comunità tutta del Paese, confidando che possa utilizzare al meglio queste iniziative, cercando di rendere con la loro vicinanza, anche gli Ospiti della Casa di Accoglienza, ancora partecipi e vivi nell’attività del Paese. Si guardi bene che l’evento si chiamerà “Paese Mio”, ma sarà non soltanto mio, sarà, anzi dovrà essere, di tutta la Comunità ed è per questo che avrà anche delle iniziative culturali, funzionali, gastronomiche, tenendo presente e non dimenticando, mai, che anche gli Ospiti della Fondazione fanno parte di questa Comunità. Bisogna anche dire che l’iniziativa è partita da una visita occasionale del Presidente ad una Comunità molto simile alla nostra in Toscana, più esattamente Figline Val d’Arno. Una iniziativa raccolta e proiettata nella nostra realtà, che non dovrà essere da meno. Che altro dire? Vorrei che questa iniziativa potesse forse essere di stimolo e ripresa da altri artisti pittori in altre realta simili. Perchè poi, si sa, da cosa nasce sempre cosa”.
Aggiungo io, a conclusione, che l’appuntamento per il taglio del nastro e la visione delle Opere della Sig.ra Brunella Romyo, è fissato per il 2 di aprile alle ore 15,30 nei locali della Fondazione Casa dell’Accoglienza Federico Marulli di Ostra Vetere (ex Ospedale), sito nella Circonvallazione del Paese.

Franco Giannini
Già pubblicato Domenica 22 marzo, 2015 su SenigalliaNotizie.it

sabato 9 luglio 2011

I consiglieri, diffidati ma non domi, di nuovo alla Casa Protetta di Senigallia


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it


Pazzani e Paradisi: ispezione pubblica sul suolo pubblico di una struttura pubblica…

Questo è quanto ha tenuto a precisare Paradisi nella conferenza stampa che si è tenuta nel giardino della Casa Protetta. Avvisato in ritardo ho potuto assistere non alla visita, bensì alla sola completa conferenza. Primo a prendere la parola il Consigliere Roberto Paradisi che ha tenuto a sottolineare come questa visita sia stata dettata dal fatto di aver avuto una diffida da parte del Presidente Guzzonato, oltre che a lui ai suoi colleghi Pazzani e Marcantoni in seguito ad una precedente ispezione.

Proprio perchè diffidati, hanno sentito la necessità di approfondire il perchè di tale divieto: "… perchè probabilmente ci fosse qualche cosa che il presidente Guzzonato voleva tenere nell’ombra…".

Poi parla della lettera di dimissioni da rappresentante dei familiari degli ospiti della Casa Protetta, da parte della Sig.ra Oriana Scarponi, che non è solo una lettera di dimissioni, ma un elenco delle problematiche irrisolte nella Casa. Lettera che datata 6 giugno non è stata mai presa in esame dal presidente.

Altro punto il problema della direttrice, con la quale ha modo di scambiare anche un battibecco durante la conferenza e che definisce un: "… problema su cui riteniamo l’Amministrazione debba in qualche modo pronunciarsi… problema che andrà affrontato sia in sede politica che istituzionale".

Poi parla del problema della carenza del personale in principal modo durante i turni di notte. Conferma che ci sono state migliorie, rispetto all’estato dell’anno scorso, sia a livello di pulizia dei locali che di servizi. Il personale, lo ribatte ancora una volta, è sempre disponibile, gentile e professionale. Anche se emerge, come avvenuto, anche questa mattina (martedì 5 luglio, Ndr), parlando con due familiari, sempre secondo Paradisi, la carenza del servizio di fisioterapia, un vero nodo: "… che ancora non viene eseguita, ma che viene fatta pagare ai degenti anche se non viene garantita…".
Conclude il suo intervento facendo presente che fin quando la struttura resterà pubblica, sarà loro dovere di rappresentanti dei cittadini, osservare, controllare e riferire all’opinione pubblica: "… Sia chiaro: non è questa un’azienda privata. Se qualcuno pensa che qui c’è un’azienda privata ha sbagliato a fare i propri conti. Investa con i propri soldi, investa con il proprio denaro e poi agisca come una Casa Protetta di natura privata".

E’ la volta poi di Tiziano Pazzani, che vuole immediatamente far presente come: "… io questa mattina sia venuto da privato cittadino. Mi sono presentato, come faccio sempre, alla sig.ra direttrice… non ho interrotto nessun servizio, non ho distratto il personale, quindi penso di essermi comportato correttamente come un qualsiasi privato cittadino".
Anche Pazzani tiene a sottolineare come la lettera del 6 Giugno della Sig.ra Oriana, sia preoccupante perchè elenca una lunga serie di problemi irrisolti che sono stati presentati in Consiglio Comunale e che il Sindaco ha rimandato in Commissione e nella quale verranno discussi in data 12 luglio alle ore 18. Presente il Presidente Guzzonato.
E conclude con: "… si parlerà delle varie problematiche ma soprattutto di una maggiore presenza del Presidente e dei Consiglieri e quando dico Consiglieri intendo sottolineare la presenza non solo dei consiglieri di maggioranza ma anche dell’opposizione, perchè ci è stato riferito dai familiari, quando c’è bisogno di loro, purtroppo non ci sono…".

A questo punto la conferenza termina. Però mi sembra più che giusto ascoltare la campana dirimpettaia e che fino ad allora era rimasta ad ascoltare in silenzio: il Vice presidente della Casa Protetta il sig. Salvioni, che mi dice di essere lì presente per puro caso. La domanda che faccio è quella di chiedere che cosa ne pensi su tutto ciò: "… Io intanto contesto tutto quello che ha detto il Consigliere Paradisi: tutte le cose di cui lui ha detto, il Consiglio di amministrazione se ne è fatto carico. Allora adesso penso che si rafforzerà il turno di notte, abbiamo modificato un po’ la pianta organico…".

Chiedo conferma allora sul fatto che qualche cosa sta maturando e la risposta che mi dà è questa: "… non lo pubblicizziamo, ma è evidente che ce ne facciamo carico. Non c’è bisogno di mettere i manifesti, ma non è vero neppure che ci nascondiamo. Il vero è che siamo oberati da una serie di problemi… tra due mesi inizieranno i lavori di ampliamento della struttura, quindi non ci possiamo perdere nelle polemiche che non portano da nessuna parte".

Chiedo allora se non ci sia stata forse una mancanza di dialogo: "… questo potrebbe anche essere vero, comunque in merito al comitato dei familiari, stiamo pensando anche a quello… noi si pensava che nel giro di una decina di giorni si risolveva tutto, invece…".

L’unica speranza è che le parti possano incontrare un punto d’incontro il 12 di luglio soddisfacendo le aspettative dei più interessati a tutto questo trambusto e che spesso, anzi molto spesso, non vengono neppure citati: gli ospiti

domenica 22 maggio 2011

Senigallia, "casa protetta un anno dopo"


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Riemergono i problemi irrisolti: fisioterapia, carenza di personale, assenza del Presidente…


Anche oggi (giovedì 19 maggio, Ndr), come quasi un anno fa, i Consiglieri Comunali Fabrizio Marcantoni, Roberto Paradisi e Tiziano Pazzani, dietro sollecitazione di una lettera di lamentele presentata loro nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale da parte della rappresentante dei familiari degli Ospiti, hanno voluto sincerarsi delle reali condizioni dell’ex Irab. E per vederci più chiaro, hanno suonato nuovamente al cancello della struttura di Via Cellini.

Hanno così potuto parlare sia con il personale in servizio che con alcuni familiari degli Ospiti al momento presenti. Da quello che i Consiglieri hanno potuto appurare e che è poi emerso nel corso della seguente conferenza stampa tenuta nel giardino, sono tornati i vecchi problemi della mancanza del servizio di fisioterapia, dell’esiguo numero del personale OSS (Operatore socio sanitario) e dell’assenza del presidente - Dr. Michelangelo Guzzonato - in struttura.

Roberto Paradisi e Fabrizio Marcantoni con alcuni familiari degli ospitiCome ha tenuto a sottolineare il Consigliere Paradisi, il personale è presente e fa quello che può, con diligenza e senso del dovere, quindi va a loro la massima stima, ma ancora non riesce a fare, purtroppo, quei miracoli che si vorrebbero, con un numero di addetti così risicato.
In alcuni turni 2 operatori suddivisi su tre piani, quando poi non vengono impiegati in lavanderia, posta nel sotterraneo. Si comprende bene che non possono dare quell’assistenza o controllo che gli anziani dovrebbero invece avere.

Il problema della carenza del servizio di fisioterapia poi, non è che sia migliorato, tutto è rimasto com’era. Ed allora Paradisi è a richiedere che Guzzonato intervenga nei soli due modi possibili: o aumentando il numero di fisioterapisti o rimborsando agli Ospiti, il quantum relativo, per quel servizio che non viene erogato.

Punta anche il dito sul mancato rinnovo del Comitato di rappresentanza dei Familiari degli ospiti, che da sei mesi, con l’uscita di uno dei componenti, doveva essere rinnovato. Ancora Paradisi si chiede: Guzzonato non lo ha ancora rinnovato perchè tale Comitato è forse un pò "scomodo" per l’ex IRAB?

Roberto Paradisi con alcuni familiari degli ospitiRicorda anche come, ai tempi della precedente presidenza Paci, la presenza di costei non è che fosse sempre continua, ma come affermato dalle stesse maestranze, qualche volta si faceva vedere. Oggi con l’era Guzzonato, sono diverse le voci degli stessi operatori che "vivono" nella casa, che lo indicano come "sconosciuto ed assente". Paradisi tende a sottolineare come Guzzonato dovrebbe tener presente che: "… il suo compito non è solo quello di gestire il patrimonio della Casa Protetta, ma anche quello di curare ed accudire i "Nonni dei senigagliesi". Questo se lo ricordi Guzzonato, se non è in grado di farlo faccia le valigie e ritorni a casa…".

Alla fine della conferenza è stato confermato, dai tre consiglieri comunali presenti, che al prossimo Consiglio Comunale presenteranno un’interrogazione in merito a quanto emerso e riscontrato.

domenica 8 maggio 2011

I GIOVANI DI IERI RACCONTANO - Capitolo 1° - 3° puntata


"MACHI' NON PIOVE, CHI' NON VENTA!"

Raccontandosi

AURORA

Da bambina avevo poche amiche, me ne ricordo una che si chiamava Maria e aveva un giorno meno di me, poi s'è sposata. Andavamo a zappà il grano e a scarpì l'erba, altro che diverticce ! Non c'erano tanti bambini che giocavano, si lavorava, io andavo la mattina a badà alle pecore, la sera mia sorella e io andavo sulla chiesa che c'era il rosario, avevo 7 o 8 anni, anche se ero piccola se lavorava. Facevamo anche il formaggio, le forme da un chilo, mamma era svelta, sia col latte di pecora che di mucca. C'era 'na mucca che se faceva il fiolo c'aveva le pocce fino a terra, allora papà le mungeva alla mattina e ci preparava la colazione col pane abbrustolito sul fuoico. Ce n'era troppo però, allora papà ha detto a mamma de facce anche il formaggio, la mamma lo faceva talmente liscio che non ce se credeva.
Io sono di Serra Sant'Abbondio in provincia di Pesaro, ne ha parlato pure Dante Alighieri. Una volta c'è venuto, passeggiava con una mantella nera sulle spalle e un cappello, i ragazzi del paese, che stavano badando alle pecore, l'han preso per uno zingaro e l'han preso a sassate ! E lui ha scritto:
"Valle che fai notte avanti sera Con gente da basto e da galera."
Fa notte prima di sera perchè è in mezzo a due monti, per cui il sole va via prima e la gente è da basto cioè bastone perchè lassù 'na volta c'era i montanari che facevano la legna e, per trasportarla, la mettevano sull'asino, un pò da una parte, un pò de là.
Da ragazza andavo a ballare a Frontone, c'era uno che suonava l'organetto, quella volta se diceva così. C'andavo con mamma e li m'ha imparato a ballà e quando eravamao più grandi ce portava dappertutto, bastava un pò di musica e si ballava.
Io so stata vedova di guerra, la mia prima figlia aveva sette o otto mesi quando è successo e tutti mi dicevano che dovevo risposarmi perchè poi, quando lei sarebbe cresciuta, io sarei rimasta da sola, ma a me non me ne fregava. Il primo marito è morto in guerra, un amico suo quando scriveva alla fidanzata metteva sempre un saluto o due parole per me da parte sua. Quella volta non me diceva niente, io non capivo e le chiedevo che c'è. Alla fine me l'ha detto che era morto. Per tre anni ho portato sempre il lutto, vestita di nero e col fazzoletto legato sotto il mento. Una volta mi han detto che tutto quel nero portava scarogna, ma mi avevavno costretto a metterlo, io dicevo che il lutto va tenuto dentro. Dopo ho conosciuto il secondo marito, era un gagarino, era sempre in mezzo alle donne e portava il cappello.
L'ho conosciuto una volta che so andata al mare. Lui faceva un pò il galletto in motorino e andava forte, me portava in giro, ma quella volta c'era le buche nelle strade e 'na volta so cascata e me so rotta tutta ! L'ho conosciuto al mare, ma non c'ero andata per lui, c'ero andata così, lui ha lasciato la fidanzata per me, io avevo un difetto, ero magra e avevo gli occhi all'infuori, me chiamavano occhialona !
Mia mamma mi ha insegnato che bisogna lavorà, la mattina ce diceva:"Alzateve che già i Pedaletti è pe i campi!", erano tre fratelli figli dei vicini di casa, e ai Pedaletti la mamma ie diceva:"I Caimai stan a lavorà e a cantà", i Caimai eravamo noi. Sai perchè ce chiamavano così ? Una volta Serra Sant'Abbondio e Frontone erano insieme, solo dopo han fatto i comuni separati e per decidere se San Secondo doveva far parte di Cagli o di Pergola han preso due vitelli, li han messi col tragino davanti a un incrocio e se andavano a destra era Cagli, a sinistra Pergola. Passati davanti a una casa co 'sti vitelli, una signora urlava "cai mai" che in dialetto significa Cagli mai. Quello è il posto dove poi ho vissuto io, allora a noi ce chiamavano i Caimai! E' 'na storia di casa mia!
Babbo era più vecchi di mamma, me lo ricordo poco, è morto presto, mi ricordo solo che quando è morto e c'è stato il funerale, c'era la neve e io camminavo ad occhi chiusi per il sole, mi ricordo solo questo.
I giovani d'oggi han più libertà, penso che i valori li avran pure, ma li omi soprattutto van troppo in giro, ma, se volen, se sta insieme lo stesso.

BIANCA

Da piccolina non c'era un cavolo, giochi non mancavano, ma non come adesso, meno giochi, meno tutto. Da mangiare non è mancato mai, a 9 o 10 anni si andava a ballare perchè sennò non c'era niente. Una volta, raccoglievamo il granturco e facevamo tutte le strisce e la gente veniva a pulirlo, le persone stavano attente a far presto che volevano andare a ballare. C'era il mese di Maria, allora si andava in chiesa e poi si stava con gli altri ragazzi e ragazze, mica si faceva niente di male, solo che ti divertivi con quelle cose quelle.
Una volta mia madre ha detto a mia sorella che, invece di venire dove pulivano le pannocchie a portarci da mangiare, la cena, dovevamo andare a casa a mangiare e noi le abbiamo detto che non avevamo fame altrimenti non potevamo andare a ballare.
A scuola c'era un maestro bravo, ma ho fatto fino alla terza elementare perchè poi c'era da lavorà.
Mia madre era brava, sapeva fare tutto, mi ha insegnato tutto, anche a fare il pane. Mia sorella invece era una dormiona e così lei chiamava sempre ma me, perchè il pane, dopo che era lievitato tutta la notte, lo faceva presto, fuori ancora era scuro. Mio padre è morto presto, mi ricordo si e no, io ero piccola.
Oggi è tutta un'altra vita, per un conto è meglio adesso, per un conto no. Una volta si facevano le cose quelle, ora si droganoi, è un macello. Quella volta si lavorava e basta, ammucchiavamo il grano poi c'era chi lo legava, capace che era mezzanotte e ancora eravamo tutti qui per il campo, poi dopo tornavamo a casa e giocavamo, mamma bronbtolava perchè facevamo tardi e dovevamo alzarci presto.
Nel mese di Maria, finita la messa, rimanevamo a giocare con gli altri amici e quando tornavo a casa con mia sorella, mamma ci brontolava e ci diceva:"tutto questo tempo?" e noi rispondevamo:"si perchè il prete è arrivato tardi!" perchè se dicevamo la verità non ci avrebbe più mandate. In qualche modo bisognava che l'aggiustavi, mica è come adè che non tornano neanche a casa!
Mio marito l'ho conosciuto quando si stava tra ragazzi e non è che tutti vanno bene, ne scegli uno, quello che ti piace di più. Tutto il divertimento è stato 'ste cose queste.
Mia sorella, e semo gemelle, non aiutava mai, dormiva come un ciocco, una volta c'è stato il terremoto, il tetto tremava e lei è uscita tutta nuda da quanto è fuggita veloce, quella volta s'è svegliata eccome!
Il rapporto con mia sorella era bellissimo perchè eravamo sempre tutte e due d'accordo perchè, una sola, mamma non ci mandava. Lei è morta di malattia poco prima che mi sposassi, allora ho aspettato e mi sono sposata dopo due anni, sempre sa quel eh!
Dopo sposata ho fatto due figli, ma abitavo vicino al fiume e avevo paura che, quando andavo a lavorare, si potessero fare del male. Così ho chiesto al maestro che faceva scuola a quello più grande, faceva la prima elementare, se poteva tenere anche il piccolo, lui ha detto di si e gli ha messo un banchetto anche per lui. Poi loro tornavano a c asa con due ragazzini che stavano proprio vicino a casa mia, gli facevo trovare da mangiare e loro mangiavano da soli, bravi bravi
Dopo ho imparato che andavano a giocare al fiume, era otto metri profondo e grande e ho avuto paura che s'affogassero.
Così gli ho detto che dovevano andare dalla nonna. Una volta ho sentito che due bambini erano stati presi nel fiume e stavano annegando, ho avuto tanta paura, ma per fortuna non erano i miei figli. Dopo mio marito ha iniziato a star male e non c'è stato niente da fare.

BRUNA

Io c'ho 90 anni. Da bambina giocavo all'altalena, oh tanto! E più andavo in alto più mi piaceva, ce n'avevo una anche in casa più piccolina perchè papà mi toglieva tutti i desideri. Giocavo con molte compagne, ma a mio fratello non piacevano due mie amiche e se ci giocavo si arrabbiava.
Avevo 6 anni e andavo a scuola alle Comunali, lì ho tanti bei ricordi a parte la maeswtra che era cattiva, ma spesso ero io che la facevo sporca, mi aggrappavo alla striscia di legno dietro alle sedie e mi ci incastravo! La maestra per scastrarmi mi ha dato due scapezzotti! Era brava per carità, ma era cattiva come il diavolo e aveva due figli brutti come il diavolo!
Ero tanto legata a mio fratello e lui a me, anche stamattina mi ha portata a fare le analisi, è sposato e ha due figli.
Volevo più bene a mamma che a papà, lui fumava il sigaro e quando entravo era una puzza! Ma era bravo. Mamma ce l'ho qui (indica il cuore), faceva la maglierista e io così a 10 anni facevo la sarta, ho lavorato un bel pò mi svegliavo alle quattro della mattina. Ho guadagnato sì, ma ho lavorato tanto.
Non ho mai avuto un marito, ma tante dichiarazioni (sorride) ! A porta Fano ad ogni angolo c'era un ragazzo per me, ma mio fratello non voleva, voleva che prima andassero da lui, era geloso! Però di nascosto avoja se le avevo le storie, uno era un soldato. C'era la guerra, avevano bombardato Scapezzano, è venuti giù tutti i soldati. Io coi bombardamenti so andata via di casa e so andata a casa di gente che aveva una gran bella casa con un grande prato. Il figlio dei padroni di casa era questo soldato, aveva il padre severo e non voleva nemmeno spostà il fiasco del vino, glielo dovevamo fa noi. A me piaceva questo ragazzo, a lui piacevo io. Gli ho voluto bene, ma la guerra è andata avanti, poi si è ammalato ed è morto. E' stato un gran dolore per me e da allora nella testa ho avuto solo lui e nel cuore non c'è stato più amore. Lui è stato il più grande amore, era bello un bel pò! Ecco cos'è stato l'amore per me.
Di ricordi belli ne ho tanti ... mi ricordo un Primo Maggio, eravamo quattro donne e quattro uomini, qui vicino, a Fano o Pesaro non lo so, non mi ricordo bene. Ad un certo punto mi è uscito l'elastico delle calze, che poi faceva anche male, e io sai che ho fatto? Ho tirato su tutta la sottana (ride)! Oh poi quella volta avevo anche delle belle gambe, mica come adè che enne un casino!

sabato 23 aprile 2011

I GIOVANI DI IERI RACCONTANO - Capitolo 1° - 2° puntata



"MACHI' NON PIOVE, CHI' NON VENTA!"
Raccontandosi

ANGELA M.

Ho un ricordo da bambina, quando avevo15 anni, andavo a scuola ancora, ho fatto le superiori, c'era un uomo e, la verità, voleva far l'amore. Mia mamma voleva mettermi con questo, una volta ci siam messi dietro ad una porta, lui continuava che voleva baciarmi e io dicevo di no. Lui insisteva, dicendo che anche la mamma diceva che avrei potuto. La verità? lui mi ha detto vado via e ci vediamo quando decidi. Non si è fatto più vedere. Mia mamma voleva poer forza che prendessi quel ragazzo perchè era del nostro paese, io un bel giorno sono uscita, ho trovato una donna anziana che mi ha detto se volevo lavorare a Bari. Mi ha portato da un dottore bravissimo che mi disse: " Ti do 30.000 lire al mese per lavorare qui.". FFacevo che la mattina il dottore riceveva i pazienti ed io stavo davanti alla porta ed indicavo se potevano entrare. Ho vissuto tre anni a lavorare con quel dottore, poi ho conosciuto mio marito. Eravamo quattro amiche che andavamo a lavorare, si usciva solo la domenica, mio marito si affiancava a noi alcune di quelle sere. Poi, una di quelle domeniche, mi si avvicina da solo e mi dice che dovevo lasciar stare tutte le mie amiche e io gli ho risposto di no. Lui ha insistito, ha detto dobbiamo essere marito e moglie ... a venti annio eravamo sposati.
Da bambina non avevo un'amica, sempère da sola come qua. Abitavo in provincia di Bari, mi piaceva il silenzio come ora, che vengo in questa stanza e sto in silenzio o vo sopra e sto sola.
I miei genitori ... mio padre era bravao, mia madre invece mi sgridava spesso per via di quel ragazzo che vi dicevo prima. Io e mio papà eravamo che non ti dico, andavamo in campagna, sempre mi voleva, ero la preferita. Ho fatto una vita! Non mi posso lamentare e l'uomo che ho trovato era una meraviglia.
Il mio ricordo più bello è il mio papà, non lo posso dimenticare. Quando mi dovevo sposare è venuto solo lui, poi quando è morto, so io come ho sofferto.
I genitori devono volersi bene. Mio papà quando ho sposato questo uomo ha detto: "Voglio voi a casa. Se vuoi mangia sennò no, fai come vuoi, ma voglio che ci sei". Allora gli ho detto che saremmo andati il pomeriggio, io avevo già il primo figlio. Lui ha detto a mia madre che mi voleva aiutare e le ha fatto prendere il portafoglio e mi ha dato 600.000 lire e non l'ho mai dimenticato. Gli ho voluto tanto bene e ancora, se vieni in camera mia sul comodino, vedi che c'è la sua foto. Papà mi veniva sempre a prendere a scuola, non si dimenticava mai. Quando ero piccola ci siamo trasferiti a Roma con tutti, solo mamma è rimasta a Bari, papà lavorava, ha fatto la guerra.
La gioventù di oggi è diversa, ha cambiato.
Quando è salito al potere Mussolini ha detto: " Figli cari, voglio dire una cosa: la donna ha messo i pantaloni, peggio per voi, son cambiate le cose!" (fa il gesto delle corna) . L'uomo quando vuole bene ad una donna la deve portare nel cuore, oggi non è più così, oggi esce e ne trova un'altra. Lì bisogna chiudere il matrimonio perchè il marito deve volere bene alla moglie. Oggi secondo me la donna sta peggio.
Anche Mussolini diceva che aveva sia la moglie che la patacca. Ma quando è morto, l'amante moica è venuta, solo la moglie, la Rachele. Io l'ho conosciuta, una brava donna, bravissima proprio e a lui gli voleva bene, anche se lui si trattava con questa patacca. Io l'ho conosciuta durante le scuole.

ANNUNZIATA

D a bimba non giocavo, ero contadina. So gita imparà a fare la sarta sui 15 anni perchè a scuola si andava poco. A 8 o 9 anni givo a scola, poi a casa non c'era divertimenti. Le bambole ne avevo parecchioe, je facevo i vestiti, mi piaceva. Non c'era un bel pò di amiche, si andava alle feste per vedere gente, a piedi perchè non c'era neanche la bici, adesso hanno tutti la macchina.
Eravamo otto figli, io sono nata il mese di giugno ed ho un fratello gemello, sono gemella del segno dei gemelli, mio fratello è morto, eravamo tanto legati, ci volevamo bene, sai quando non c'è niente ci si vuole più bene. Eravamo tutti legati in famiglia, eravamo contadini, quel poco che c'era si divideva per tutti: pane e vino, l'olio ce n'era poco. La frutta solo se c'era per il campo e per andare ad una festa dovevi fare chilometri e chilometri a piedi per stare un pò in compagnia. Ho iniziato ad andarci che ero grande, in compagnia eh! Mica da sola! Il mio fidanzato non viveva distante, ero innamorata un bel pò, mi piaceva tutto di lui, era anche bello un bel pò.
Da ragazza se giocava a non giocà (ride), c'è poco da ricordasse! La campagna non era come la città, non vedevi la gente a spasso. S'andava a mietere e a battere anche perchè c'era compagnia, ma era faticoso, noi donne lo facevamo a gambe nude, te piccava tutto, eh quanto s'è tribolato!
Il ricordo più bello è quando mi sono sposata, ero felice e mio marito lo stesso. Ho avuto due femmine ed un maschio, che però è morto. La più grande sta bene, è sposata, l'altra pure, lavora, ma adesso col mutuo c'han da fa.
Con mio marito sono andata a vivere a Borgo Bicchia, ma sul più bello è morto, quando stavamo bene, la vita è così!
Quando mi sono sposata avevo un vestito bianco, c'erano i parenti. Con mio marito sono andata sempre d'accordo. Ogni tanto se stizzava e io, per farlo calmare, gli sistemavo la cravatta per andare alla festa!
I miei genitori mi han dato l'educazione, ero brava e li rispettavo. Erano severi tanto e quanto, ma poi cosa potevo fare di male ? Nemmeno la bici c'avevo!
I giovani d'oggi sono più svegli, vanno in giro, vedono di più, non gli do nessun consiglio, tanto poi fanno come je pare! Io solo dopo sposata mi son fatta il motorino, facevo i servizi, l'ho fatto per quindici anni, mio marito pescava. Si stava bene e ho sofferto tanto quando è andato all'ospedale, aveva mal di cuore.

continua....

mercoledì 20 aprile 2011

Massaggi Shiatsu al personale della Casa Protetta di Senigallia


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Una delle "colonne infermieristiche" lascia l'incarico con un piacevole dono e ricordo

Marina Galli, dopo breve permanenza nello staff infermieristico della Casa Protetta di Senigallia, per il concretizzarsi di un richiesto trasferimento, ritorna alla sua terra di origine, con un altro prestigioso incarico da assolvere. Però prima di ritornare alla sua città natale, ha voluto salutare tutti i suoi colleghi offrendo loro un dono particolare.

Marina si deve sapere, oltre che infermiera professionale, ha conseguito dopo quattro anni di corso, l’abilitazione alla pratica di Massaggi Shiatsu. La Shiatsuterapia altro non è che una pratica che i Monaci Buddisti praticavano in Giappone fin dal VI° Secolo e che è una forma di manipolazione che si esercita con i pollici, con le altre dita e i palmi delle mani senza però l’ausilio di strumenti, meccanici o di altro genere.

Invitato, ma un pò scettico, partecipo quindi da attento osservatore. Il clima che mi accoglie, appena entro nella sala massaggi improvvisata, riconosco immediatamente già di per sè rilassante. Un leggero sottofondo di musica orientaleggiante che ricorda un po’ i tempi buddisti abbinato a un soffuso delicato profumo d’incenso. Una operatrice OSS della Casa è distesa sul materassino, ben rilassata, mentre delicatamente la palma della mano di Marina, preme leggermente sulla schiena tra le scapole, quasi timorosa di fare male o di risvegliarla da quel suo rilassamento.

Massaggi Shiatsu alla Casa ProtettaA questo ci penso io e con la mossa da pachiderma in una stanza di cristalli, rompo il silenzio con un: "Marina, ma come ti è venuto in mente di organizzare questa giornata di Shiatsu alla Casa?". Lei, allora alza quel suo viso sorridente che non è una prerogativa di oggi, ma che ha sempre sfoggiato, durante tutta la sua permanenza, con tutti gli Ospiti, Colleghi e Famigliari stessi degli Ospitati, trasmettendo sempre un’infinito senso di serenità, e con un filo di voce appena impercettibile mi risponde. Però comprendo subito che ho fatto una gaffe... in quel momento non si parla al conducente... il silenzio più assoluto deve avvolgere sia chi riceve sia chi offre questa tecnica di rilassamento, ed allora con un cenno della mano la fermo. Rientro nei ranghi, accendo il PC, metto giù un breve cappello, scatto qualche foto ed attendo la fine del trattamento.

Ad aiutarla ha reclutato un suo giovane collega, Marco Vallorani, anch’egli diplomato, che l’ha raggiunta da San Benedetto del Tronto, in veste di volontario e c’è pure l’onnipresenza della Casa, Zamira Elbaba, che se non diplomata, ha ricevuto l’investitura di aiutante in seconda dopo con corso accelerato da parte di Marina.

Ecco che allora si rialza dal materassino e sempre molto rilassata e sorridente mi risponde: "Un giorno parlando così per caso con Zamira, le raccontavo del corso che avevo fatto per essere abilitata ad esercitare questa tipologia di massaggi e così ci è balenata l’idea di portare questa esperienza a beneficio del personale della Casa, anche se per un solo giorno. Abbiamo poi approfondito il progetto con la Responsabile del personale la Sig.ra Sciocco che a sua volta ha informato la Direzione e finalmente ci è stata data la possibilità di questo esperimento che oggi è divenuto realtà".

Massaggi Shiatsu alla Casa ProtettaMentre faccio questa chiacchierata, altri prendono posto sui materassini. Non si sottraggono all’esperienza, mettendosi in fila, anche il Segretario della Casa il Sig. Fazi, la stessa Responsabile del personale la Sig.ra Sciocco ed il Vice Presidente Sig. Salvioni, costretto poi a rinunciare per il prolungarsi dell’attesa e il sovrapporsi di un altro impegno precedentemente preso. Per tutti un trattamento di circa 15/20 minuti.

La difficoltà maggiore che mi sembra che tutti i sottoposti alla terapia incontrino è quella di rialzarsi e riprendere il lavoro. Una cosa però è certa, tutti riprendono la loro attività con visi più rilassati, con la mente più distesa. Il più soddisfatto sembra essere il Segratario Sig. Fazi, che dopo il trattamento, chiede informazioni a Marco Vallorani sui tempi del trattamento (per un eventuale studio da prendere in esame per i dipendenti...?).

Ma la risposta di Marco: "Per una forma curativa si dovrebbe iniziare con due/tre trattamenti settimanali, per poi scendere ad uno/due ed infine ad uno definitivo di mantenimento. Considerando che il tempo per ogni seduta, non dovrebbe essere come quello odierno, bensì di 50/60 minuti cadauno... Quello che abbiamo fatto oggi è solo a titolo dimostrativo ed il rilassamento logicamente è temporaneo".

E con questa sincera e professionale spiegazione di Marco, forse o anche senza il forse, viene a cadere quel punto di domanda che avevo posto tra parentesi e quel probabile desiderio che era temporaneamente balenato alla mente del Segretario sfuma ancor prima di nascere.

A Marco ed a Zamira, il ringraziamento dei beneficianti. A Marina oltre a questi, va un caro saluto, un augurio di buon lavoro e che la sorte le sia sempre benigna di successi in ogni campo, e per finire un semplice ma immenso e corale GRAZIE da tutti gli Ospiti dai loro parenti che ne hanno apprezzato e la ricorderanno per la sua professionalità, disponibilità e gentilezza.

domenica 10 aprile 2011

I GIOVANI DI IERI RACCONTANO.... Capitolo 1° - 1° Puntata


Senza seguire una ben definita data di pubblicazione, mi impegno fin d'ora, anche per questo nuovo lavoro, di renderne fruibile la lettura a tutti coloro che sono sprovvisti di questo "testamento" cartaceo che i nostri anziani, i giovani di ieri, vogliono consegnare ai giovani di oggi. (FG)
Terzo volume di ricordi raccolti da Laura Pedrinelli Carrara ed Alessandra Durastanti, alla Casa Protetta per Anziani.

"MACHI' NON PIOVE, CHI' NON VENTA!"
Raccontandosi

ANGELA A.
Di quando erobambina ricordo i giochi, di quando ho mangiato tutta la colla di pane a mio fratello. Era il giorno di Sant'Antonio, il santo delle bestie, siamo andati alla messa e una volta davano il santino d'attacà nella stalla e per taccallo ci voleva la colla fatta con farina e acqua. Io l'ho vista, che mio fratello l'aveva preparata, avevo fame e l'ho mangiata tutta (ride)! E' venuto oltre, il barattolo era vuoto, ma non mi ha detto niente, anzi mi ha abbracciata e mi ha portata in cucina, ha trovato un pò di pane, me l'ha bagnato nell'acetella e me l'ha dato da mangiare perchè ha capito che avevo fame.
Della scuola mi ricordo di quando andavo alla prima classe, avevo tipo 5 o 6 anni. A quei tempi si andava per i campi a cercà le foglie da mangià, la Sulla si chiamava. I grandi avevavo meno fame di noi perchè andavano nella zolla a lavorà e loro lì mangiavano, magari quello che trovavano, ma dovevavno sta attenti che la dovevavo vendere questa roba, non ne dovevavo mangiare troppa. Noi più piccoli non potevamo andarci perchè c'erano le bisce.
Quella volta noi piccoli dovevamo vestirci con la divisa che voleva Mussolini, noi ragazze la gonna nera e la blusa bianca, mentre i maschi calzoni grigi e camicia bianca. Ma babbo non aveva i soldi per comperare 'ste cose, eravamo sette figli, poi stava anche male, sicchè non potevamo andare a scuola perchè senza la divisa non si poteva e avem tribolato anche la fame. Io ero la più brava a scuola e anche tra i miei fratelli, ma non potevo andarci perchè non avevo la veste di Mussolini. Da ragazza invece mi ricordo che non sono uscita tanto copn le amiche perchè le mie sorelle erano più grandi, io ero la più piccola e dovevo lavorare anche pere loro, mi mettevano a lavà i piatti.
Una volta mi ricordo che sono andata al cinema alla Fiera di Sant'Agostino ... adè vi faccio ridere! Un giovane voleva mia sorella, aveva i pantaloni bianchi e una camicia bianca a righe celesti. Era appoggiato n'te 'na bancarella, mio fratello aveva deciso di passare dov'è il Politeama così potevamo vedere tutta la fiera e poi arrivare a piedi fin giù a casa. Arrivati da piedi del porticato c'era sto giovane, un cane gli si è avvicinato e gli ha fatto la pipì nei pantaloni! Tutto un momento, tutti i cani sono andati intorno a lui, tutte le femmine a fare la pipì!
Mio freatello provava a cacciarli, ma rideva pure lui. Dopo c'ha portato al cinema e io avevo paura che mi venivano le macchine addosso mentre guardavo il film! Ero fiola ed era la prima volta che c'andavo e che vedevo queste cose, non sapevo cosa fosse, avrò avuto 12 anni e mi pareva una scena reale. Non ho detto niente, ma ho avuto paura davvero (ride). Ci sonoandata solo altre due volte col mio fidanzato, una volta c'è venuta anche un'infermiera, che era un'amica , e pure mio fratello. Poi quando sono tornata a casa e mi han chiesto com'era il film, io mica me lo ricordavo e nemmeno mio fratello perchè eravamo distratti, eravamo preoccupati per i nostri genitori che stavano male.
Mamma non era una che insegnava le cose, ma se uno di nopi parlava male c'era il granatello e se si tornava a casa dopo l'Ave Maria, che era verso le otto di sera, prima di buio, pam pam e ci punivano! E basta! Papà ci voileva bene, gli sono andati bene quelli con cui ci siamo fidanzate.
Il ricordo più bello è quando mi sono sposata. Mi sono fidanzata a 23 anni il giorno di Pasqua e a 27 mi sono sposata sempre il giorno di Pasqua. Siamo stati alla messa al Portone, mi ha accompagnato mio fratello anche se si era operato da poco; era ben vestito, aveva un vestito solo, ma lo teneva da conto, era bello lui. Invece la fidanzata aveva un vestito invernale col collo alto, ma non aveva i soldi per comprallo per l'estate e pure il prete la guardava. Quando sono uscita dalla chiesa, c'erano tutte le donne del Ciarnin che mi hanno baciato e a lui han detto che mi doveva tenere da conto perchè an'altra come me non l'avrebbe trovata. Prima mi han fatto il regalo, poi mi han dato delle buste con dentro 1000 lire o 4 soldi, così. Una bella festa e tutti ce dava la bustina col ricordino. C'era un amico che quel giorno ha chiesto a mio marito se mi poteva baciare, lui ha detto :" Va bene, basta che non la magni!". Mi ha dato un borsone con con 50.000 lire, che quella volta erano tanti. Il ricordo più brutto invece quando è morta mia figlia e non doveva morire. Il nome gliel'ho dato lo stesso, Giuseppina, non so perchè, mi è venuto così. Non l'ho voluta vedere in quel momento, ma poi con gli anni mi sono pentita (piange). E i piccoli giva nel limbo, non in Paradiso, il posto dove vanno i bambini piccoli piccoli. Al cimitero a trovarla mi ci hanno portato tardi, non ce la facevo.
Per i giovani d'idea mia, è uno scandalo perchè oggi sanno resistere più gli uomini che le donne. In tutti gli anni che sono stata fidanzata, se mio marito m'avrà dato dodici o tredici baci è tanto. Mi fermava e mi diceva che non voleva andare avanti. Mi voleva troppo bene, non voleva mettermi incinta per non ferire mamma e papà. Non so, ma mi sembrano meglio i maschi delle femmine, perchè oggi so le donne che chiedono agli uomini, so sfacciate.

continua...

lunedì 4 aprile 2011

"Machì non piove, chì non venta!" alla Casa Protetta Per Anziani di Senigallia


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

"Provare per credere": e sono stati in tanti a seguire il suggerimento…

Non vorrei che se ne avessero a male gli assenti, ma sono convinto, non è nè una battuta, nè una forma retorica, che qualche cosa di importante da assimilare ed altrettanto piacevole da vedere ed ascoltare, costoro, proprio, se la sono perduta!

Ad aprire il pomeriggio di festa, dedicato alla presentazione di questo libricino che racchiude tutto il lavoro svolto dal progetto di animazione nell’anno 2010, ci ha pensato il nuovo Presidente della Casa, Dr. Michelangelo Guzzonato, che prima di rivolgere i suoi saluti a tutti i presenti, ai volontari, a tutto il personale ed alla Sig.ra Maria Grazia Sciocco che lo guida, ha definito questa raccolta come "…un lavoro che diviene sostanza scritta…". Presenti anche diversi esponenti del Consiglio di Amministrazione, la ex-presidente Dott.ssa Francesca Paci, il vice presidente della Casa Ferdinando Salvioni.

Questo del 2011 è il terzo volumetto di ricordi che le animatrici Dott.sse Laura Pedrinelli Carrara ed Alessandra Durastanti hanno raccolto con certosina pazienza ed altrettanta professionalità. Si professionalità, perchè il loro, non è solo frutto di semplice trascrizione, bensì il "risultato derivante da uno studio approfondito", come ha avuto modo di sottolineare la Dott.ssa Pedrinelli, "…di teorie scientifiche circa il recupero mentale dell’anziano".
Presentazione di "Machì non piove, chi non venta!" alla Casa Protetta Per Anziani di SenigalliaQuesto ottenuto attraverso ragionamenti ed esercizi ben precisi. Si pensi solo che alla richiesta formulata agli "Ospiti" di parole che iniziassero con la F, gli anziani ne hanno trovate ben 105, tutte ricavate attraverso ragionamenti ben precisi. Ma anche altri componenti, come la manipolazione del DAS, o lavori di gruppo con la Tombola o il Mercante in Fiera, sono serviti per sollecitare la mente, ma anche per sviluppare la socializzazione e la sensibilizzazione verso un aiuto reciproco che non lesinano di darsi. Il tutto inteso, sempre, come "esercizio fisico" per la memoria.

Alla Dott.ssa Durastanti è andato il compito di illustrare un Video, con un montaggio delle foto raccolte durante il lavoro e assemblate con sottofondi musicali, suddivise per attività e laboratori creativi. "Un tracciato – come si legge anche in copertina – del primo novecento attraverso episodi di vita e foto degli anziani della Casa Protetta". Anche da parte sua è andato uno speciale ringraziamento alle volontarie che hanno supportato il loro lavoro, al personale tutto, sempre presente e alla segretaria amministrativa che ha curato la stampa e la rilegatura del libricino. Toccante il suo ricordo di quegli Ospiti che hanno collaborato a questo progetto, ma che non ci sono più. "… e questo libro è anche un modo per sentirli ugualmente qui, vicini a noi!!"

Presentazione di "Machì non piove, chi non venta!" alla Casa Protetta Per Anziani di SenigalliaPoi l’annuncio della lettura di brani da parte di due "attrici" e volontarie ANDOS "prestate" dalla loro Presidente Sig.ra Maria Antonietta Muzi, anche lei presente per l’occasione.
Una delle due, Luciana Rocconi, era viso già noto alla Casa Protetta, sia quindi agli Ospiti che ai loro famigliari, avendo prestato servizio fino a poco tempo in qualità di OSS, ma che calcasse (o vorrà calcare ??) i polverosi tavolati di un palcoscenico … beh… questa è giunta del tutto nuova.
L’altra "attrice", Elena Fiorani, entrata in scena invece, claudicante in maniera così straziante, quanto veritiera, per un ginocchio malandato, almeno così diceva, da accorgermi di essere passato da fesso solo al momento del finale, quando si è alzata per ricevere i meritati applausi dei presenti, diritta e pimpante. Entrambe avvolte in scialli di lana e coperte sulle gambe, benchè la giornata primaverile non ne facesse sentire la necessità.

La loro è stata un’interpretazione sentita e partecipata, da vere "artiste dilettanti", ma dal piglio "professionistico": ridevano tutti e loro invece, impassibili nella loro recitazione, talmente erano entrate nei loro personaggi.
Ilarità, ma anche momenti toccanti quando si sono ricordati episodi di matrimoni freschi di 22 mesi venuti a cessare perchè la sorte maligna ha fatto mancare uno dei due, colpiti dal male che l’amianto regalò agli operai dell’Italcementi. Oppure quello della ragazza che perse il "fidanzato segreto" diciottenne in guerra e che per tale motivo si vide costretta a portare come lutto una fascia nera anonima attorno ai cappelli, di cui solo lei conosceva la motivazione.

I più orgogliosi di questo successo, e del resto non poteva essere che così, gli Ospiti, fieri del loro lavoro e delle foto che indicavano ai famigliari presenti, sfogliando delicatamente e ripetutamente il volume, quasi che fosse un cimelio.
La canzone di Toto Cotugno "L’Italiano vero" prima, ed in onore dei 150 anni dell’Unità d’Italia, l’ "Inno di Mameli", poi, concludeva il pomeriggio.

venerdì 4 marzo 2011

UN DONO ? MA VOCI BIANCHE PER I NONNI DELLA CASA PROTETTA!!!











































di Franco Giannini

Servizio Fotografico esclusivo di : Francesco “Bont” Buontempi

per ingrandire, cliccare sulla foto

un cadeau griffato Coro Voci Bianche “ Do, Re, Mi, Fa, Sol” di Scapezzano.


Ogni fine mese è ormai una consuetudine affermata, che alla Casa protetta, vengano festeggiati i compleanni degli “Ospiti” in un'unica giornata. Solitamente ad organizzare queste festicciole atte a rallegrare queste particolari giornate, pensano i volontari che seguono da sempre con infinita pazienza e bontà questi anziani. Ma ieri forse si trattava di un evento particolare, infatti se non vado errato, erano nove i festeggiati o meglio le festeggiate e quindi necessitava di un effetto speciale.

Effetto veramente speciale che è nato da un “gemellaggio” tra il Coro di Voci Bianche “Do,Re,Mi,Fa,Sol” facente parte dell'Associazione Culturale Giovanni Longarini di Scapezzano e gli Ospiti della Casa Protetta. Un coro composto da 11 elementi con età variabile che andava da Elena, la più piccina, di appena 5 anni, alla “matusa” del gruppo, Claudia, con i suoi 15, e guarda caso li compiva proprio ieri . In compenso, a dirigere il coro, non poteva che esserci un giovanissimo maestro, Davide Caprari, che più che il direttore del coro sembrava un loro fratello maggiore. Maestro ad interim, in quanto sostituiva la Direttrice ufficiale del coro: Ilenia Stella. Segretarie, presentatrici, accompagnatrici oltre alcuni genitori dei bimbi, del piacevole pomeriggio, le Sig.re Longarini Daniela e Pegoli Stefanella. Il concerto inizia e termina con l' Inno di Mameli, passando attraverso brani patriottici e montanari quale “Quel mazzolin di fiori”. Frutto della loro preparazione maturata per l'ultima loro esibizione il 12 febbraio nella Sala Consiliare del Comune di Senigallia, in occasione delle celebrazioni del 150° dell'Unità d' Italia. Ma non hanno tralasciato il solito impegnativo “Sole mio”, come pure l'allegra canzoncina de “La bella polenta”, rappresentata attraverso una simpatica coreografia composta da graziose mossette e piccoli salti.

A questo punto, venivano letti i nomi delle nove festeggiate, si scartavano i regali, si spegnevano le candeline sulle torte, mentre le voci bianche intonavano il “Tanti auguri a te”

Immancabili gli applausi ad ogni brano, ed uno più prolungato alla fine della recita come giustamente meritavano. Quale onorario per il lavoro svolto ... un doveroso quanto gradito rinfresco per tutti!


giovedì 20 gennaio 2011

CASA PROTETTA : LE VERITA’ SULLA SUA RISTRUTTURAZIONE.


di Franco Giannini

… è il vice presidente Ferdinando Salvioni che ci aiuta a scacciare ogni dubbio …

Nel mio articolo del 22 dicembre riportavo la cronaca della presentazione della ristrutturazione della Casa protetta di via Cellini nel primo dei suoi due stralci previsti.
L’indomani dell’uscita dell’articolo, ricevevo in forma anonima una documentazione riguardante una specie di “querelle“, ma forse sarebbe meglio chiamarla “diffida”, che il Collegio Costruttori Edili (AnceAncona) mediante A.R. datata 14/12/2010 anticipata via fax, aveva inviato alla Casa Protetta di via Cellini, seguita da una serie di dubbi che l’anonimo aveva sulla qualità dei lavori e sulla mia disponibilità ad accertare quello che stava realmente avvenendo.
Il nocciolo della questione stava tutto in questo passo che riporto :” … i prezzi unitari utilizzati, sono riferiti al prezziario Regione Marche 2008 ed i nuovi prezzi analizzati, sono stati ribassati del 16%, in contrasto con i principi fissati dall’art. 133 comma 8 del codice dei contratti vigente (163/2006) … chiediamo in via di autotutela di annullare la gara in oggetto, per bandirla, dopo avere adeguato i prezzi al prezziario regionale vigente. Ci riserviamo, in mancanza, di sottoporre la questione al nostro prossimo Consiglio Direttivo per valutare se ricorrere in sede giurisdizionale. … “
Immediata la risposta anticipata via fax e datata 21/12/2010 della Casa Protetta, che tra l’altro precisava che :” … - i tecnici progettisti, interpellati sulla questione, confermano che i prezzi riportati nel computo metrico estimativo sono in linea con quelli effettivamente praticati sul mercato e, come tali, sicuramente remunerativi;
- i ristretti tempi di consegna dei lavori imposti dal provvedimento regionale di concessione di un contributo a fondo perduto di circa 600.000 euro non consentono di accogliere la vs. richiesta di ritiro del bando d’asta e di emissione di un nuovo bando. …”.
Trattandosi di una questione importante, che poteva fermare la gara d’appalto previsto per il 23 dicembre, mi sono interessato ad avere dei lumi in merito. Però la neve, poi le feste natalizie e la disponibilità di chi mi poteva dare chiarimenti, mi ha portato ad un protrarsi nei tempi, cosa di cui mi scuso con il mio informatore.
Però alla fine sono riuscito a contattare il Vice Presidente della Casa Protetta, Sig. Ferdinando Salvioni, con il quale ho avuto un incontro chiarificatore.
“Intanto confermo che la gara di appalto c’è stata e che con sommo stupore di tutti è stata vinta con un 46% di ribasso. Ma non solo lo stupore sta in questo ribasso, ma anche su quelli degli altri partecipanti che hanno proposto percentuali oscillanti tra il 30 ed il 38%.”.
Chiedo allora se si siano presentate anche ditte di Senigallia o del nostro comprensorio. La risposta ricevuta è positiva, anzi con la sottolineatura, che avrebbe visto con favore la possibilità che qualcuna si avvicinasse a quei ribassi da favola, in modo anche di favorire la “gente del posto”, sia come azienda che come lavoratori.
Questo anche perché, prosegue Salvioni :”… questi ribassi da lasciare ad occhi aperti, in verità ci hanno creato delle perplessità, e non è detto che la ditta o le ditte che hanno fatto queste offerte vincano la gara. L‘ultima parola a chi affidare l‘incarico spetta a noi.”
E qui Salvioni mi spiega che, la Casa Protetta, non avendo esperienza in materia di gare di carattere prevalentemente tecnico, si è appoggiata, per questa, ad un ingegnere, una massima autorità di fama nazionale, in qualità di consulente della gara, il quale ha richiesto alle ditte partecipanti, visti i risultati impensabili, un’ulteriore presentazione di documentazione chiarificatrice dei loro fornitori, della qualità dei materiali, ecc. Anche perché determinate forniture di elementi altamente tecnologici, in Italia, si contano sulle dita di una sola mano. Quindi si vuol analizzare e comprendere fino in fondo come si possa essere arrivati a formulare certi prezzi.
Ho chiesto allora, quali siano le garanzie che queste ditte possano fornire oltre a quelle “cartacee” successivamente richieste. Mi è stato garantito che ci saranno, indubbiamente, quelle fideiussorie.
Chiedo quindi se la pratica vada avanti. La risposta che ricevo è affermativa ed aggiunge Salvioni :” … per non perdere quei 600 mila euro, dobbiamo iniziare i lavori entro giugno 2011. Dopo la nostra lettera di risposta, non abbiamo ricevuto repliche. Anche per la liberazione del padiglione che ospita il SERT, in questi giorni dobbiamo incontrare il Direttore dell’Ospedale Dott. Pesaresi, per accordarci affinché questo possa avvenire entro aprile. E tengo a precisare che anche qui esiste un documento depositato presso un notaio in cui si afferma che l’Ospedale s’impegna a lasciare i suddetti locali onde non incorrere a penali.”.
Ora la mia è solo una speranza, il poter vedere i lavori iniziare entro la data stabilita e, mi si permetta un po’ di campanilismo, mors tua vita mea, l’affidamento di questi a qualche azienda della zona.