mercoledì 28 ottobre 2009

VISIONI, VOLTI, DESIDERI...INESAUDITI

di Franco Giannini
Certamente ci sarà qualcuno che dirà :“ Ma Franco…allora sei monotono…!!!” e non è detto che questo qualcuno sbagli! Però, come si dice, le veline si sposano con i calciatori perché entrambi praticano lo stesso ambiente, così come avviene per gli attori e come spesso capita a tutti coloro che bazzicano nello stesso ambiente. Ed a uno “sfigato” come il sotto scritto non può accadere che la stessa cosa, oramai sposarmi no, due errori sarebbero troppi, ma vivo la stessa vita di coloro che frequento giornalmente. Con l’aggravante per me che non so da che cosa possa dipendere, ma credo che sia la stessa cosa che colpisce i viziati, i drogati, gli abitudinari. Ecco che ad un tratto quel pensiero ossessivo contro il quale avevi lottato fino a quel momento si impossessa di te e ti ritrovi dentro al bar a consumare l’ennesimo caffè, ad accendere la ventesima sigaretta, a sniffare un’altra dose. Fino a ieri, anch’io avevo lottato per cercare di farmi i fatti miei, non volendo invadere la privacy di Michelina (il nome e la storia sono veri e l'autorizzazione alla sua pubblicazione mi è stata gentilmente concessa da entrambi i suoi figli), di questo scrigno umano che nell’arco dei suoi oltre ottanta anni, ha racchiuso nella sua memoria, ancora perfettamente lucida, innumerevoli ricordi. Ricordi, che come per quasi per tutti, sono fatti di aneddoti piacevoli, ma anche dolorosi. Poi, invece, il mio desiderio di scrivere si è impossessato ed io ho ceduto senza opporre resistenza a questo bisogno interno che sentivo.
Dicevo, fino ad ieri, perché poi, la sua ultima caduta l’ha costretta a letto non per gravi problemi, ma per semplice precauzione, fornendomi quella possibilità di avvicinarla, con una doverosa visita come Michelina meritava, che da tempo, per l’appunto, desideravo, anche se non proprio in questo modo. La sua cameretta è situata al secondo piano dell’edificio, all’inizio di un lungo corridoio e vede la porta aprirsi verso l’interno della stanza, nascondendo, quasi a proteggerlo, il suo letto. Entrando quindi non la vedi, ma con in mano la maniglia della porta, per trovarla sei costretto ad un curioso :“ Bubù…zacttt!!”, come si fa con i bambini piccoli quando ci si nasconde e si riappare all’improvviso. E così che ho anche fatto anch' io, come da manuale del perfetto imbecille, dimenticandomi che ho un' età che dovrebbe consigliarmi comportamenti più consoni. Ma lei, molto più lucida di me, non è rimasta affatto sorpresa, mi ha rivolto un sorriso assolutorio e compiacente, mi ha allungato una mano e mi ha invitato ad entrare con il suo :”Venite avanti…”. Si perché Michelina, strano no, ma mi da del Voi !
Appena mi ha visto, gli occhi gli hanno cominciato a sorridere e mi ha iniziato a raccontare le fasi dettagliate della caduta. Si guardi bene però, che non si è trattato di uno “coercitivo stupro verbale”, bensì di un volontario racconto in cui c’è stata la sua volontà di volermi rendere partecipe di quello che mi veniva narrato: aneddoti, pensieri, riflessioni, speranze. E spiegandomi della dinamica della caduta mi diceva che nella sfortuna il Signore ci aveva buttato uno sguardo e l’aveva protetta. Io conoscendo la sua devozione a San Padre Pio e sapendo che le facevo piacere, aggiungevo che forse c’era stato anche una Sua intercessione. A quel punto Michelina, mi ha rivolto il suo sguardo, ha fatto di si, con un cenno del capo e sollevandosi un po’ e con fatica dalla montagna di cuscini, cercando di girarsi meglio verso di me, con una voce sospirosa, quasi mistica, mi ha chiesto :”Anche voi siete devoto a Padre Pio ?”.
Andate a dirglielo voi, che io sono un inguaribile penitente, un agnosta prima ancora che ateo… Che potevo a quel punto risponderle se non con un :” Si Michelina…sempre stato!!!” Una bugia a fin di bene, che non sono riuscito a controllare. Però, forse, è proprio da questa bugia che è scaturita tutta la sua fiducia nei miei confronti ! Dopo un attimo di pausa, alza i suoi occhi chiari, me li punta in faccia e mi dice :” Dovete sapere che tempo fa…” e giù a raccontarmi un fatto molto riservato e personale che riguarda la sua famiglia e che non è né giusto né necessario riportare “…in questa triste occasione, avevo la morte nel cuore, non ricordo neppure se dormivo o me lo sono sognato, o ho avuto la visione di un Padre Pio che sorridente mi invitava a stare tranquilla che il tutto si sarebbe sistemato. Cosa che poi avvenne anche se non completamente. Ricordo che in questa visione, chiamiamola così, vidi al fianco di Padre Pio anche un uomo con una coppola che gli copriva per metà il viso. Io non sono riuscita a capire chi fosse. Solo più tardi mi sono resa conto che si trattava del mio marito defunto, che evidentemente ora era vicino a Padre Pio”.
Visto che di già una volta, Michelina, mi aveva fatto presente di un suo desiderio nel poter avere un’immagine del Santo nella Casa che ora la ospita, non ho potuto far meno di confessarle che mi stavo adoperando affinché questo suo desiderio si avverasse. Ed al che, mi rispondeva sorridendo felice :” …e chi volete che vi dica di no !!??”.
Non potevo certamente deluderla, a quel punto, dandole un dolore, confessandole che invece avevo ricevuto se non proprio una risposta negativa, un sibillino Ni.
Che le potevo dire allora, se non che nessuno avrebbe detto di no, ma che comunque io sono un “cappa tosta” e farò del tutto perché questo suo desiderio abbia a realizzarsi.
La struttura sarà anche laica, come laico è anche l’Ospedale, ma se nella Casa si è trovato spazio per una Chiesetta, per l’effige di Papa Giovanni Paolo II e per il Crocifisso in Sala da Pranzo, c’è da ritenere che con un pò di buona volontà, queste sante effigi si possano stringere idealmente e religiosamente parlando, facendo posto per aggiungere anche quella di Padre Pio. Cosa che ha fatto per l’appunto l’Ospedale aggiungendo addirittura una statua di questo santo a grandezza naturale.
A quel punto, non c’è due senza tre, ho buttato lì la terza bugia ed ho detto con la faccia più soave di cui disponevo al momento (cosa non facile per me…in qualsiasi momento) e le ho detto :“…fai conto già di poter pregare sotto l’immagine, non so di quale tipo, ma sicuro che ci potrai pregare…chi potrà dire di non volerla!!! Ma intanto prega affinché ciò si avveri !”
Chissà se quelle sue preghiere, che un giorno arrivarono in Paradiso, da Padre Pio, per una volta non colpiscano anche quei sentimenti di noi umani, a lei molto più vicini anche come distanza??Comunque sia, Michelina, io "so na capa tosta…" e se ci è andata buca questa prima volta, con la buona stagione, riandremo nuovamente all’attacco e chissà che questa volta sia quella buona e che la risposta, per intercessione di Padre Pio, non riesca a mutare quel NI in un definitivo SI !!!

martedì 27 ottobre 2009

N° 2 - VOLTI E NOMI DELLA SENIGALLIA CELEBRE, MA MODESTA: ANNALISA GRAZIOSI.

















FOTO : fornite da Annalisa Graziosi

La 1°foto in alto è con la sua allenatrice Sig.ra Sara Locandro


di Franco Giannini
(Articolo pubblicato anche su 60019.it )
La grazia di una farfalla, doti atletiche, musica di sottofondo ed il tutto posizionato su due pattini: questo signori è il Pattinaggio Artistico, il mondo di Annalisa!
Inizialmente l’appuntamento era previsto alla pista di pattinaggio delle Saline, ma l’inclemenza del tempo ci ha poi costretto ad optare per quel Palazzetto dello Sport di Via Capanna, un po’ tabù ed un po’ chimera, per chi del pattinaggio fa il suo sport del cuore. Il motivo ? La delicatezza del parquet…almeno così si dice!
Ecco che puntuale, me la vedo comparire : Bionda, minuta, carina il che non guasta mai, elegante-sportiva, con il borsone in spalla più grande di lei. Dopo gli usuali convenevoli, s’infila i pattini, indossa la tuta sportiva della società per cui gareggia, la Team Roller Senigallia e si scattano subito alcune foto che per sfondo hanno ragazzini che giocano a basket. Il passaggio successivo è il sederci sulle poltroncine rosse della gradinata per cominciare quello che solitamente viene denominata “ intervista”. Ma la mia non è un’ intervista, come le premetto subito, ma un ascolto attento di quella che sarà la sua storia e che io poi mi adopererò di ampliare con qualche richiesta di precisazioni magari intriganti.
Annalisa Graziosi nasce ad Ancona 27 anni fa e più esattamente il 2 febbraio del 1982. Il suo primo paio di pattini li calza, quasi ancor prima di imparare a camminare, all’età di quattro anni e mezzo. E qui il suo primo ricordo, quasi un aneddoto : la mamma, ex nuotatrice, la voleva mandare a nuoto, ma lei invece fu attratta dallo sport che praticava una sua amichetta, appunto il pattinaggio, e fu amore a prima vista fin da quel momento! Il suo periodo scolastico culmina con il conseguimento della laurea in Scienze della Formazione, in quel di Urbino, con un 110 e Lode (Lei però non vuole che lo dica, per via della sua modestia). Questo le procura un lavoro come Educatrice professionale nell’ambito della disabilità, presso l’Ex Casa della Gioventù “ARCHE’ “ di Senigallia, dove trova oltre che il giusto sostegno economico anche quello della disponibilità che le concedono per i tempi di pausa che la sua attività di Pattinatrice Artistica le richiede. Si perché nel frattempo Annalisa è cresciuta, di età, ma anche di livello sportivo con un incremento delle ore di allemamento. Rimane infatti legata alla sua prima società, la Società Montedago di Ancona, fino al 2003, quando sentendosi pronta e provando nel suo intimo, la necessità di dare una svolta alla sua carriera decide di lasciarla. Finalmente si sente convinta e fiduciosa di possedere quelle qualità e potenzialità per fare un balzo in avanti. Comprende infatti, che la struttura anconetana, malgrado la buona volontà, non riesce e non può offrirle quanto le necessita. Per quel balzo di qualità che si propone, per entrare nelle numero uno, ha necessità di essere circondata da uno staff che sia anch’esso un numero uno. E’ infatti il 2003, l’anno che contrassegna “la svolta” decisiva e quello da cui può partire per impinguare il prestigioso Palmares che poi sotto riporto.
Si trasferisce quindi a Senigallia, passa al Team di Mauro Guenci, un nome che già di per se stesso è anche una garanzia. Si affida completamente sia alla sua nuova allenatrice, la Sig.ra Sara Locandro, una celebrità nazionale ed internazionale nel campo del pattinaggio artistico, che a Luca Bernacchia, preparatore atletico, nonchè pattinatore ed inoltre suo compagno nella vita di coppia. A questi si aggiungono Angelo Lombardi fisioterapista, che dal suo nome trae evidentemente i flussi magnetici che trasferisce poi alle sue mani. Infatti sembrava che per via di un’ernia discale, la carriera della nostra Annalisa avesse a cessare anzitempo, ed invece le sue manipolazioni l’hanno rimessa in campo ”più competitiva che pria”. Solo “con un piccolo problema” che Angelo esercita la sua professione in quel di Pescara. Ed allora, essendo gli atleti esseri “robustissimi” ma anche facilmente “fragili” e soggetti a rompersi, si doveva trovare anche qualcuno bravo, ma più vicino e disponibile nell’immediatezza. La scelta è caduta allora su Fabrizio Agostinelli del Centro Futur Sport di Pianello d’Ostra che oltre alle indiscusse capacità professionali è anche un portatore sano di tanta pazienza e sempre pronta reperibilità. Ed a questi nomi, da due anni circa, si è aggiunta anche la figura di Luisanna Gresta che cura le linee, l’equilibrio, la postura in pista della nostra Annalisa, ma in principal modo sta curandone la sicurezza in se stessa, perché questa deve avere valori del 100% infatti a questi livelli il 99% non è sufficiente. Un altro nome di qualità, con un titolo di ex campione mondiale degli anni ’90 nei suoi trofei, è quello del coreografo Sandro Guerra, che oltre alle coreografie le sceglie anche le musiche. I fili della regia finale però è sempre nelle mani della Sig.ra Locandro che oltre seguire la tecnica, assembla e coordina il tutto e tutti. Il problema però è che anche lei è di Pescara ed il suo lavoro di allenatrice la porta sovente anche in altre città e ciò costringe Annalisa a continue rincorse ed a macinare non pochi km per raggiungerla ed allenarsi almeno un paio di volte a settimana, sotto la sua visione.
Eh si, il pattinaggio e ancor più specificatamente quello artistico, è uno sport che viene denominato “minore”, dilettantistico, ma i cui costi non sono minori di tanti altri considerati “maggiori” e professionistici. Si pensi che uno di quegli abitini fatti di lustrini e paillettes ha un costo che parte da circa 400 € per salire verso l’alto, per non parlare poi di pedaggi autostradali, gasolio ecc. E mentre per i professionisti dei sport maggiori si parla di ingaggi di milioni di €, qui si pensi che si fanno sacrifici solo per giungere a medaglie che se d’oro e per un mondiale possono valere massimo 5000 €, ma se già si parla d’argento possono fruire economicamente un semplice zero.
Va da sé che a questo punto le chiedessi, il come si fa allora a mandare avanti questa macchina. La risposta è stata: I Sacrifici, la Famiglia, la Società e per quel che riguarda l’attrezzatura la Federazione. E qui mi racconta un altro aneddoto legato appunto al finanziamento. Già nel 2006, il padre dopo i complimenti per una gara da cui ritornava, gli aveva chiesto : “Allora Annalisa a quando i chiodi….? ” . Logicamente si riferiva alla cessazione della carriera sportiva della figlia, ma di conseguenza anche a quella di suo primo mecenate !
A questo punto per mettere un po’ di pepe nel colloquio, mi sono azzardato di fare la più classica delle domande, quella dei sassolini …nei pattini. La pronta risposta è stata :”Nessuno, anzi dirò di più che nutro una gran soddisfazione, in tutto l’ambito del pattinaggio a rotelle che mi ruota attorno, perché ho avuto sempre da tutti, tanta comprensione e non mi so spiegarne il motivo, forse perché hanno visto in me il brutto anatroccolo quasi divenire cigno…”
Ed alla mia richiesta se avesse allora qualche rammarico, sorridendo e guardandomi con quei suoi occhi azzurri quasi sussurrando :” Quello di non aver potuto partecipare ad una Olimpiade perché questo è uno degli sport ancora non inseriti nei Giochi!!”
Ma mi parla anche del rammarico del tempo perduto quando ancora non credeva nelle sue potenzialità, anche se…ritiene poi ripensandoci che perduto proprio non lo sia stato, infatti le è servito ad essere umile, ma nel contempo perseverante nel raggiungimento dei suoi traguardi. Allora il discorso lo porto sul futuro, e chiedo se sarà fatto di quei famigerati chiodi o di nuovi traguardi. Sorride ancora, e mi dice che fra una decina di giorni, la sosta che divide una stagione dall’altra, perché un più lungo periodo sarebbe sportivamente deleterio, riprenderà gli allenamenti. Infatti a Marzo è previsto un raduno collegiale della nazionale di tre giorni. Poi successivamente le Coppe di Spagna e di Germania la porterà a Luglio a partecipare ai Campionati Italiani in cui verranno selezionati gli atleti che parteciperanno agli Europei e Mondiali. Il 1°- 2° - 3° andranno ai Mondiali ed il 4° - 5° - 6° agli Europei. Lei punta di nuovo ad un mondiale. Io, nel mio piccolo, lo spero, come pure le auguro di trovare qualche persona disposta a farle da sponsor talmente intelligente da comprendere che con poco, potrebbe far conoscere la sua attività o il suo nome fuori dai confini italiani legandolo a quello dell’immagine di questa ragazza. Questione di fiducia. Un esempio? Eccolo!
Quest’anno lei era giunta agli Italiani 8° per un problema ad una scarpetta, la cui sostituzione le aveva procurato un grave handicap, negandole la qualificazione per gli europei. Però il CT della Federazione, usando un comportamento totalmente opposto a quello usato dal suo collega calcistico con il povero Cassano, credendo in lei, gli aveva dato fiducia ed offerto un’altra chance. E dopo questa nuova prova l’aveva selezionata alla fine ugualmente per gli europei, permettendole di aggiudicarsi la medaglia d’argento.
Annalisa, grazie anche al suo sapersi porre, alla fiducia che si è guadagnata anche nell’ambito sportivo in generale, oltre che in quello delle “Rotelle”, è stata eletta nella Giunta Provinciale del CONI quale Rappresentante degli Atleti.
Vuol concludere questo suo racconto, con un ringraziamento, rivolto a tutti coloro che hanno fatto si che il sogno si potesse concretizzare, per la struttura della pista di pattinaggio delle Saline, con un augurio che a questa si possano aggiungere in breve, sia gli spogliatoi che la copertura dell’impianto, magari facendo ricorso a quei contributi che la Comunità Europea potrebbe fornire. Questo perché renderebbe l’impianto appetibile oltre che per gare internazionali, anche come Centro Permanente della Federazione Italiana di Pattinaggio.

IL PALMARES di ANNALISA GRAZIOSI:

Anno 1999 : 2° Coppa Europa (Juniores)
Anno 2000 : 3° Coppa Italia (Juniores)
Anno 2003 : 3° Campionati Italiani – 3° Campionati Europei
Anno 2004 : 1° Coppa Italia
Anno 2005 : 2° Coppa Germania – 2° Campionato Italiano – 3° Campionato Europeo –
3° Campionato Mondiale
Anno 2006 : 1° Campionato Italiano
Anno 2008 : 1° Campionato Italiano – 3° Campionato Mondiale
Anno 2009 : 2° Campionato Europeo –1° Coppa Italia

martedì 20 ottobre 2009

ALL’AQUILA E’ EMERGENZA UMANITARIA



I TERREMOTATI DEL L'AQUILA CI INFORMANO.

OTTOBRE 2009 - URGENTISSIMO....... dal blog di MISS KAPPA:

Facciamo appello a tutti coloro che in Italia hanno dimostrato sensibilità a quanto qui è successo e continua ad accadere. A chi ha mantenuto alta l’attenzione sul dramma che ha colpito il nostro territorio e sulla gestione del post sisma. Oggi, il 18 di ottobre, all’Aquila fa freddo. Siamo nella fase più drammatica, la notte già si sfiorano i -5°C ed andiamo incontro all’inverno, un inverno che sappiamo essere spietato. Le soluzioni abitative, promesse per l’inizio dell’autunno, non ci sono. Circa 6000 persone sono ancora nelle tende. Meno di 2000 persone sono finora entrate negli alloggi del piano C.A.S.E o nei M.A.P. La maggior parte degli Aquilani sono sfollati altrove in attesa da mesi di rientrare. Ora, con lo smantellamento delle tendopoli altre migliaia di persone sono state allontanate dalla città e mandate spesso in posti lontani e difficilmente raggiungibili. Noi, definiti “irriducibili”, siamo in realtà persone che (come tutti gli altri) lavorano in città, i nostri figli frequentano le scuole all’Aquila, molti non sono muniti di un mezzo di trasporto, altri possiedono terreni od animali a cui provvedere. Siamo persone che qui vogliono restare anche per partecipare alla ricostruzione della nostra città. Da oltre sei mesi viviamo in tenda, sopportando grandi sacrifici, ma con questo freddo rischiamo di non poter più sopravvivere. Se non accettiamo le destinazioni a cui siamo stati condannati (che sempre più spesso sono lontanissime) minacciano di toglierci acqua, luce, servizi. Oggi, più di ieri, abbiamo bisogno della vostra solidarietà.Gli enti locali e la Protezione Civile ci hanno abbandonati. Secondo le ultime notizie che ci giungono i moduli abitativi removibili che stiamo richiedendo a gran voce da maggio, forse (ma forse) arriveranno tra 45 giorni. Oggi invece abbiamo bisogno di roulotte, camper o container abitabili e stufe per poter assicurare una minima sopravvivenza. Visto che le nostre richieste alla Protezione Civile e al Comune non sono prese in minima considerazione chiediamo a tutti i cittadini italiani un ulteriore sforzo di solidarietà. E abbiamo anche bisogno di non sentirci soli. Per questo vi chiediamo di organizzare dei presidi nelle piazze delle città italiane per SABATO 24 OTTOBRE portando nel cuore delle vostre città delle tende per esprimere concretamente solidarietà a noi 6000 persone che viviamo ancora nelle tende ad oltre sei mesi dal sisma. Un altra emergenza è cominciata oggi. Non dettata da catastrofi naturali ma dalla stessa gestione del post sisma, da chi questa gestione l’ha portata avanti sulla testa e sulla pelle delle popolazioni colpite.
Alcuni abitanti delle tendopoli sotto zero.
Per donazioni e contatti:emergenzaottobre2009@gmail.com
339.19 32 618 - 347. 03 43 505
per ulteriori informazioni aggiungo il mio numero 348. 30 55 965

venerdì 16 ottobre 2009

PENSIONATI SENIGALLIESI...UNITEVI !!



di Franco Giannini
Pubblicato anche su 60019.it del 16 c.m.

Quando è giusto alzare la voce per farsi sentire.

Con tutta sincerità, era da tantissimo tempo (diciamolo francamente, da quando avevo ancora tutti i capelli ed il profumo di “borotalco” accendeva desideri ormai sopiti), che l’invito ad un incontro non mi faceva provare una tale emozione. In questa occasione, però, non si trattava di un incontro “galante”, ma un invito che l’editore di questo giornale mi aveva gentilmente formulato a mo di commento, sotto un mio articolo a cui aveva concesso benignamente lo spazio.
Più che articolo era una stesura di una mia idea su come gli amministratori locali, potrebbero utilizzare i tempi liberi di noi pensionati. Creando controllori che seguissero da vicino i lavori cittadini, che segnalassero le disfunzioni, che richiedessero un occhio di attenzione a qualche necessità dei cittadini passata magari inosservata o cose similari. Come dicevo sull’articolo, nulla di polemico o di antipatico, ma solamente partecipativo e fattivo di positività sia verso la cittadinanza, sia verso la stessa Amministrazione. La cosa evidentemente è stata considerata come semplicemente ed eufemisticamente parlando “priva di utilità e di fondamento” e di conseguenza volutamente trascurata. Ma forse anche trascurata visto che è coincisa con il periodo preelettorale relativo alle elezioni del nuovo Sindaco. Programmi, elenchi di quello che si è fatto, seguiti da quello che si vorrà fare. Insomma cose grosse, priorità che non lasciano più una briciola di tempo per null’altro. Chi termina il mandato, sta preparando i pacchi per il trasloco ed ormai è troppo impegnato in questa attività, ed i nuovi inquilini sono troppo in lotta tra loro nel timore di perdere quell’unico appartamento per una stupida svista. Figuriamoci quindi, quanta attenzione possono aver dedicato a questa mia piccola idea. Forse mi chiedo se ciò non sia anche perdonabile! Chi invece ne ha abbracciato subito la causa ed è convinto della sua utilità e bontà, è stato il Sig. Massimo Mariselli, l’editore appunto, che ha voluto incontrarmi per unificare le sinergie atte a portare in porto questa iniziativa. Non voglio parlare del come sono stato accolto in redazione, del come tutti i presenti si sono prodigati per farmi sentire uno di loro, dell’offerta formulatami di andare in redazione ed usufruire di tutte le attrezzature, perché ciò interesserebbe a ben pochi. Ma le due ore che ho trascorso con tutta la redazione sono state proficue, per gettare le basi, anche se in modo abbozzato, di quello che vorremmo fare: dei volantini o dei cartoncini in cui andremo a spiegare i nostri intenti, corredandoli con numeri telefonici, mail, ecc, a cui il cittadino potrà rivolgersi, per avere qualcuno che lo ascolti e che gli offra il megafono per poi ampliare la sua voce. Logicamente, essendo attualmente io solo, chiedo l’aiuto di altri PENSIONATI VOLONTARI che si sentissero di voler aderire a questa iniziativa. Non è importante il saper scrivere, l’importante è il saper segnalare con obiettività, saper documentare con foto (basta già il telefonino!). Per il redigere i comunicati poi le persone non mancano certo. L’intento che ci proponiamo è quello di far sentire sempre il fiato della cittadinanza sul collo dell’Amministrazione, con l’intento di far comprendere si, che deve esserci una collaborazione tra la stessa ed il cittadino, ma anche che non si dimentichi mai che essa è al suo servizio e per tale motivo controllata in ogni suo processo amministrativo, anche se questo può risultare antipatico in quanto comportamento da malfidati. Ma la cura migliore è la prevenzione, anche se questa ha volte ha i suoi costi. A chi volesse, dunque, mettersi in contatto con il sottoscritto per un’adesione o segnalazione questa è la mia mail brontolone42@yahoo.it e a chi non avesse la possibilità di contattarmi in rete, questo è mio numero di cell.: 3473572600 Non si può e non si vuol garantire nulla circa il risultato della segnalazione, se non la sicurezza che esso venga divulgato piccolo o grande che sia, purchè sempre documentato. I “si dice”, di conseguenza, non saranno presi in considerazione.

mercoledì 14 ottobre 2009

IL CAFFE’ CORRETTO E’ SERVITO….!!


Certezze, dubbi, meriti, demeriti o…cos’altro?

di Franco Giannini
Già pubblicato su 60019.it del 13.10.2009



A volte basta un semplice input per farti rimuginare pensieri che poi vanno e vengono nella mente per giorni e giorni. Solo il fatto di leggere che a Senigallia, si apre o si dovrebbe aprire un caffè con la prerogativa di chiamarsi “Letterario” solo perché l’intenzione è quella di mescere “Cultura” oltre che servire caffè, mi ha dato da riflettere non poco. Infatti il locale dovrebbe essere alla moda (il che di già offre delle riflessioni), non vi si berrà il solito caffè o le solite bevande, non vi si degusterà solo pasticcini accompagnati da tè esotici, non ci saranno solo sfiziosità gastronomiche, ma in principal modo in questo suggestivo ambiente, almeno così io deduco e mi raffiguro, dovrebbero venire a rifocillarsi tutti gli “assetati ed affamati” di cultura. E sono quasi certo, a Senigallia sarà un’ iniziativa che farà successo. Che allora se ne sentisse il bisogno ? Non saprei dirlo, ma so quasi per certo che, almeno nei primi giorni, sarà sempre affollato. Solo che se da una parte ho quasi questa certezza assoluta (ed è cosa strana per me, persona sempre piena di dubbi), dall’altra mi sorge il dilemma: ma da chi sarà composta questa “clientela”: più da modaioli che da intellettuali, predominerà più l’apparire o più l’essere ?
E codesta riflessione, me ne fa nascere un’altra. “Letterario” è come dire cultura, cultura è come dire interesse, interesse come dire partecipazione. Ed uno dei termometri della partecipazione fanno parte anche le letture delle testate giornalistiche, televisive ed ancor più quelle on-line. Si perché quest’ultime hanno inventato i famosi “commenti”. Ma è anche vero che al discreto numero di lettori di questi giornali on-line non risponde mai un altrettanto congruo numero di commentatori. E questi quando appaiono, sono sempre firmatari con gli stessi nomi, cognomi, nick-name di cui poi tutti i navigatori hanno scoperto le reali paternità. Si leggono a volte anche infinite partite di batti e ribatti tra due o tre commentatori, ma il loro numero, malgrado la quantità dei commenti, è sempre irrisorio. Mi viene da chiedere allora, se tutta questa sete di cultura, di bisogno di conoscere, di sapere, di partecipare, sia dettato da un bisogno interiore reale o invece generato da una sola morbosa modaiola curiosità, una sfacciata necessità di scovare un gossip magari inaspettato anche all’interno di impensabili argomentazioni. Dico questo, perché allora mi spiegherei le innumerevoli letture al verificarsi di eventi luttuosi, o di cronache delittuose cittadine, che salgono notevolmente e che se vengono affiancate da commenti, essi risultano sempre lapidari, brevi e privi di contenuto. Alle letture di argomenti politici, rispondono poi quei pochissimi preparati in materia a cui si frappongono battute che a volte nulla hanno a che fare né con essa e neppure con altro, semplicemente senza senso. Tutte le altre argomentazioni sembrano ridestare noia, sia come letture e figuriamoci come commenti. Ma allora vien da chiedersi perché c’è interesse a leggere e poco a scrivere. Per incapacità nello scrivere ? Per questioni di tempo ? Per tenersi fuori dalla mischia timorosi di sbilanciarsi ? Per mancanza di cultura ? Eppure in quell’evento mediatico odierno che è Facebook, sembra che la moda di commentare abbia invece preso piede. Tutti sembrano che nel corso della giornata non facciano altro che pubblicare link, sottoscrivendoli con telegrafici messaggi. Sembra che il boom di questa moda non faccia più dormire sonni tranquilli al Brunetta e non solo a lui. Qualcuno mi suggerirà, che ci sono anche degli articoli interessanti, utili, ben fatti. Concordo con costoro, ma sono casi molto sporadici che più salgono con il loro contenuto, meno commenti hanno. I commenti su Facebook, se posso dirlo, con i loro contenuti, sono il più delle volte, non voglio dire demenziali, ma molto limitati nella loro telegraficità e forse rappresentano la difficoltà dell’italiano medio nell’esprimersi, in principal modo tra i giovani. Con questo non voglio dire che il commentare debba essere un’arte, che il commentatore debba avere una conoscenza grammaticale da Accademia della Crusca. Tanto più non lo posso pretendere io orfano di entrambe le qualifiche, ma dimostrazione che se lo faccio io lo possono fare tutti. Ma quantomeno un minimo di capacità che vada oltre al solito TVB. Ecco allora che ritornando ai commenti sui giornali on-line, credo siano carenti di questo “interesse” perché, primo, i lettori, hanno il timore a scrivere. Timore inteso come sinonimo di “sporcare” il foglio di carta, quel timore che ha il disegnatore nel porre il primo tratto sulla pagina bianca. Secondo, perché la Rete è un mondo sconosciuto ai non più giovanissimi o se appena conosciuto, si hanno remore di sbagliare, di non saper fare, di fare cattive “figure”. Terzo, i giovani hanno scarso interesse a ciò che viene riportato su detti giornali, salvo coloro che in Rete navigano abitualmente, possiedono dei blog, e che sono poi alla fine quelli che commentano.
Ed ecco che qui quel cerchio che avevo aperto inizialmente si chiude. I più leggono, almeno io così suppongo, perché pruriginosi dello scoop, qualunque esso sia, discreto il numero di quelli della toccata e fuga sul solo titolo per esigenze di tempo, Buono anche quello di chi legge attentamente, ma si sente impreparato per diverse ragioni ad intervenire, pochi infine i reali lettori partecipanti. Mi vien allora, quasi da risvegliarmi da un sogno, e di vedere quel caffè letterario come una stanzetta con le pareti adorne di autografi, foto, locandine di chi di cultura fu maestro, un grande tavolo coperto da un drappo, una platea di sedie, dei tavoli stile Belle-Epoque, qualche avventore che con attenzione segue un conferenziere….ma le altre sedie sono vuote! Perché forse manca l’interesse ? Spero proprio di no, mi auguro solo di essermi risvegliato da un incubo!

lunedì 12 ottobre 2009

INVITO AI LETTORI

L'importanza dell'informazione per l'indirizzo delle politiche di prevenzione e sanità pubblica scaturisce sia dalla rilevanza sociale dell'insorgere dei tumori negli adolescenti e nei giovani adulti, sia dal fatto che, a fronte di una diminuizione della mortalità, si riscontra un aumento dell'incidenza di alcuni tumori: per il papilloma virus nelle ragazzine è necessario somministrare il vaccino. L'adolescenza è il periodo in cui, con maggiore frequenza, si fa esperienza di fumo, di alcol, droghe o altre sostanze stupefacenti, ma ancora la prevenzione delle dipendenze e l'assistenza agli individui più a rischio sono ancora carenti. L'incontro previsto per giovedì 15 ottobre alle ore 21,15 presso il centro sociale Vallone tenuto dalla dott.ssa Maria Milkowski, ostetrico ginecologo presso l'Ospedale di Senigallia, e Presidente della sezione FIDAPA di Senigallia verterà su questi temi. La cittadinanza è invitata ad intervenire.

GIOVEDI' 15 OTTOBRE 2009 ORE 21,15
CENTRO SOCIALE VALLONE - SENIGALLIA

Incontro sul tema:

La salute dei giovani:
quale prevenzione possibile ?

Relatrice:
Dott.ssa Maria Milkowski
ostetrico ginecologo, dirigente medico presso l'ospedale di Senigallia
Presidente della Sezione FIDAPA di Senigallia

giovedì 8 ottobre 2009

ED ORA, PERCHE’ NO,…. PENSIONATI DI QUARTIERE


PREMESSA:Troverete, anche, questo mio suggerimento, sulle pagine del giornale on-line 60019.it, che puntualmente e gentilmente mi ha concesso lo spazio, per dare la massima leggibilità a questo mio suggerimento.
di Franco Giannini

Come si potrebbe passare da classici e semplici ”rompiballe” a civici segnalatori dei problemi cittadini.
E’ un suggerimento, una proposta, che se può dar fastidio la potrebbe dare solo ai quei sordi che si protendono con la mano all’orecchio per sentire meglio, ma alla fine non ascoltano, o almeno fino ad ora non mi hanno ascoltato.
Non ci sono problemi di vergogna per un eventuale fallimento di tale iniziativa, perché eventualmente ci affiancheremo a quelle precedenti iniziative che tanto hanno fatto rumore, ma poi alla fin fine sono cadute in un anonimato silenzio: Vigilanza di quartiere, Ispettore ecologico, Bollini dal mutabile colore, ecc.
Dalla parte del Pensionato di Quartiere, ci sono prerogative che lo differenzierebbero da tutte le altre: assoluta mancanza di divisa, di remunerazione, di orari, di uffici. Le uniche doti richieste dovrebbero risiedere in una capacità di osservazione, una pazienza nel saper ascoltare gli altri, un senso spiccato di critica obbiettiva ed inoltre il possesso di un comodo paio di scarpe e il piacere di vivere all’aria aperta, unitamente a quello del camminare.
In questi giorni, i “potenti locali”, sono chini sulle loro scrivanie in ufficio, sui loro scrittoi negli studi di casa, o sui tavoli di cucina mentre l’arrosto si cuoce sul forno, intenti a redigere le bozze dei loro programmi. Quindi era assolutamente necessario che bruciassi i tempi e promuovessi anche quest’altra mia proposta, oltre a quella sulla Cultura. Sicuramente resterà anch’essa senza risposta, sicuramente non ci sarà nessuno che mi dirà che è una stupidaggine, semplicemente nessuno mi dirà che potrebbe essere interessante, semplicemente verrà lasciata cadere nel solito silenzio, o al massimo mi attendo un “…si, però…” seguito dal tocco geniale dell’artista politico che accetterei ben volentieri, pur che si dimostrasse interessato.
Ho bruciato, come dicevo i tempi, perché di quello che mi frulla in testa ne avrei dovuto prima informare l’editore di questo giornale o quanto meno la redazione. Mi scuso con loro, che ne prendono visione solo ora, ma io son fatto così. Da che sono andato in pensione ho perduto il collare ed il guinzaglio.
Se la cosa fosse, (ma anche se non lo fosse lo si potrebbe attuare ugualmente) accettata dagli amministratori, riterrei interessante che il Pensionato di Quartiere segnalasse il disguido incontrato, lo spiegasse dettagliatamente su queste pagine e successivamente si pubblicasse la risposta ricevuta dalla controparte, con i NO, i SI oppure i NI. Abbiamo, se non vado errato la consulenza di un avvocato, di una psicologa, quindi la cosa potrebbe avere una valenza maggiore rispetto a quella della solita diceria del solito rompiballe, con i loro apporti tecnici, i loro consigli e quant’altro . Non ne servirebbero neppure molti di costoro che “non si fanno i fatti loro”, ma non vorrei continuare con i si dice, vorrei che costoro attraverso il colloquio con gli abitanti del loro quartiere (con il loro vicinato), portassero dati conoscitivi, certi, concreti, documentati e fotografati. Contropartita?? Il far sapere a chi ci dovrebbe, non comandare, bensì dirigere, che qualche cosa sta cambiando in città, che sta nascendo un senso civico fatto da persone che da un hobby stanno forse traendo un beneficio per la cittadinanza, con un assiduo controllo sui loro operati, ma non segreti, fatti alla luce del sole da persone che non hanno nulla da perdere. Non spie, bensì efficienti controllori, ed in più a costo Zero.