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martedì 31 maggio 2016

Inquinamento, quella cosa di cui tutti parlano, ma che poi …

… per non rompere le balle alla “Finanza”, i più girano le spalle e se ne fregano.

"Inquinamento" il cui significato è alterazione, o meglio ancora contaminazione dell'ambiente o sostanza nociva che procura poi le cause esterne, è quello a cui, nella maggioranza delle volte, viene imputata la causa con falsa genericità dovuta "all'opera dell'uomo".
Opera, chiamiamola "manuale" da parte dell'uomo della strada che non utilizza il senso civico e la buona educazione per la gestione finale, e chiamiamola "Criminosa Intellettuale" per chi produce le sostanze infischiandosi, perchè poi così finirà, di lasciare ai suoi eredi oltre che i beni economici accomulati, anche un mondo avvelenato in cui quella " A livella" di Totò ritornerà a restituire l'ugualianza senza guardare in faccia nessuno.
Si sa che le cose semplici non piacciono a tutti e prendere decisioni immediate, a partire dalle più elementari, ancor più da questi uomini che hanno avuto ed hanno in mano le sorti passate, presenti e future del nostro pianeta, non piace. E comincio a credere, non perché non ne siano capaci, ma perchè gli interessi propri o di chi li supporta mantenendoli saldamente ai loro posti di comando prevalgono su tutto e su tutti. Anche sui loro figli. Ed allora il primo loro compito non diventa il dover risolvere, ma il prendere tempo, lanciando argomenti di eloquenza fumogena, nel corso dei colloqui a livello internazionale, barricati, riservati quanto inutili, che servono a distogliere l'attenzione dal nucleo centrale del problema per frazionarlo in innumerevoli schegge di argomenti. Tanti temi di cui parlare. Parlare appunto.
Ed allora ecco che l' Inquinamento lo si analizza in base al sito : ed allora si parlerà di inquinamento Atmosferico, Idrico, del Suolo, Urbano, del luogo di Lavoro, Domestico, ecc.
Oppure in base all'agente Inquinante, suddividendolo in : Chimico, Fotochimico, Biologico, Acustico, Elettromagnetico, Luminoso, Termico, Radioattivo, Industriale, ecc...
Quello che non troverete mai, se non in maniera generica, sarà di chi sono le colpe.
Strano è, che quegli stessi che in Politica chiedono con forza che non si faccia di tutta l'erba un fascio, poi in questi frangenti, i soliti Politici, che son sempre loro a gestire questi problemi, in fase di denuncia, generalizzano che la colpa è dell'Uomo.
Ma chi c'è a capo di una Chimica, della gestione del Nucleare, dell'Industria, ecc... sicuramente un uomo si, con tanto di nome, cognome e ragione sociale, che non corrisponde a quello della strada che è l'ultimo anello della lunga catena (che sicuramente avrà anche le sue colpe, ma mai grandi quanto uno sversamento di carburante in mare!), poiché come dice anche il proverbio, il pesce puzza sempre dalla testa.

A confermare questa mia teoria populistica (e l'aggettivo non mi offende, tutt'altro) sono gli Stati come gli USA, la CINA, l' INDIA, (per dire solo i maggiori e più importanti economicamente) che ad ogni incontro salottiero (e non c'è altro aggettivo con cui definirlo se non scendendo nell'offesa) sono pronti, nel corso di quelli che loro chiamano “Trattati” - “Accordi”, a trovarsi concordi sui “Protocolli”, che la situazione è drammatica, che non c'è più tempo da perdere, ma poi magari sono recalcitranti nei tempi e nei modi di agire. E solitamente quello che chiedono è proprio "Tempo" per attuare.
Prendiamo il Protocollo di Kioto relativo all'Ambiente ed al Surriscaldamento Globale : si comincia a parlarne nel 1997, entra in vigore nel 2005. Se ne riparla ancora nella conferenza di Doha, perché visti che gli sforzi che si erano fatti (molto relativi senza che alcuna loro ernia avesse a soffrire) per contenere il surriscaldamento si è deciso di prolungare i tempi (appunto) di entrata in vigore fino al 2020. E si guardi bene, che detta Conferenza sui mutamenti climatici (la 18°ma!) si è conclusa con un' insoddisfazione di molti dei Paesi intervenuti. 


La causa principale del malcontento, non lo si crederà, l'aspetto economico : ovvero il confronto si è arenato sull'entità dei finanziamenti da devolvere, da parte dei Paesi sviluppati, a quelli in via di sviluppo onde possano affrontare le conseguenze del surriscaldamento globale; che poi sarebbero loro stessi ad influenzare maggiormente, con le loro industrie e la produzione di CO2 (Anidride Carbonica).
Ma comincio a pensare che in queste organizzazioni e le loro “sottopanze” con un numero sempre maggiore di occupati, sedi sparse per il mondo ed incontri annuali, abbiano scoperto l'elisir del posto fisso, del lieve lavoro e dei lauti guadagni.

Si pensi che la sola ONU sotto le sue direttive ha 27 altre sigle. Sotto il suo Segretariato, un altro organo dalla stessa costituito (il più importante), gravitano a sua volta, come tanti satelliti, ben 14 Enti creati a sua volta. Al Segretariato, hanno affiancato un Consiglio Economico e Sociale, il quale ha partorito altre 28 sigle, tra cui la famosa FAO che solo a mo' di esempio ha alle sue dipendenze 8 Dipartimenti dove lavorano oltre 1600 funzionari e 2000 impiegati impegnati nei servizi generali.
Ecco perché ritengo che le conferenze, le riunioni, la stesura di trattati, la partecipazioni alle giornate mondiali, internazionali, europee, saranno anche noiose ed inconcludenti, ma purtroppo è uno “sporco lavoro” (alcuni dicono anche pagato male! Ma sempre meglio di una Cassa Integrazione o una Messa in Mobilità!) che le grandi potenze economiche e finanziarie impongono e pretendono.
Avete mai sentito parlare male delle famose 7 ricche sorelle benzinaie, malgrado i danni procurati all'ambiente? Pagano in silenzio le loro multe che sembrano "salate" per l'uomo comune della strada quello (fortunato!) che campa con 500/1200 € di stipendio. Mentre invece per questi colossi della Finanza e del degrado ambientale, sono solo dei bruscolini. 
Avete mai sentito parlare della chiusura di qualche fabbrica di sigarette. Gli Amministratori statali spalleggiati dai legislatori, fanno finta di proteggere la salute del cittadino, con la proibizione di fumare nei luoghi pubblici. Ecco che allora vedi questi poveri fumatori (e da ex fumatore mi fanno anche una certa pena vederli fuori dalle porte dei locali commerciali, degli uffici come dei cani - anzi oggi ai cani è permesso entrare - fumare al freddo o sotto al sole la sigaretta. 

Una volta il fumare la sigaretta era un piacere, un gustarsi cinque minuti di beato rilassamento, oggi è diventata sofferenza, lo stress della tirata!! Ma allora se tutto ciò è pericoloso per la salute (e lo è!!), sia di chi fuma che di chi lo aspira passivamente non ne si vieta drasticamente la produzione da oggi al domani? Non dove e come usarlo. Le industrie del settore di questa legislazione ringraziano, sempre ben disposte a lasciare una mancia sotto forma magari di “grossa” multa.
Vogliamo parlare di prodotti chimici in cui racchiudo pesticidi, concimi, detersivi, farmaceutica ecc. per non tralasciare quello del settore volgarmente chiamato della “Plastica”.
Chi non ricorda o fa finta di non ricordare la battaglia dei sacchetti di plastica (gli shoppers) che dovevano essere messi al bando ed eliminati dalla faccia della terra? 
Era il 2007 quando la Legge Finanziaria aveva previsto il divieto, a decorrere dal 1 Gennaio del 2011, della commercializzazione di sacchi non biodegradabili per l’asporto delle merci che non rispondessero, entro quella data, ai criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario. 
Dal canto suo, per l'occasione, la Federazione di questo settore fece sapere che :” NON ESISTE NESSUNA NORMATIVA EUROPEA CHE PREVEDA IL DIVIETO DI PRODUZIONE E COMMERCIO DI SACCHETTI NON BIODEGRADABILI. La EN 13432 (spacciata per direttiva comunitaria) è, in realtà, uno standard tecnico volontario, quindi non una direttiva! Al contrario, proprio la direttiva europea sugli imballaggi vieta espressamente l’introduzione di norme atte a creare distorsioni di mercato.”. 
Ed infatti a tutt'oggi nulla è cambiato o se qualcosa è mutato, questo è ben poca cosa. Oggi queste buste o portano la dicitura che il sacchetto è composto con materiale degradabile oppure biodegradabile da riusarsi per la raccolta dei rifiuti dell'”umido”. Cosa che induce a chi non è del ramo a cadere in errore perchè: il degradabile dopo 36 mesi si deteriora frantumandosi in minuscoli frammenti, ma il prodotto non si annienta, resta mescolato al terreno, vola nell'aria, ma non si distrugge! Il biodegradabile invece si.
Il terreno, come pure il mare, gli oceani sono la discarica di questi polimeri. Il Pacific Trash Vortex è un accumulo di spazzatura galleggiante dell'Oceano Pacifico delle dimensioni della Spagna e non è il solo, perché sembra che se ne siano formati altri quattro nei vari oceani. Oggetti in plastica che occupano i fondali, le medie profondità e la superfice.
Ma anche in questo caso, gli industriali e politici ambientalisti con il portafoglio pieno e lo stomaco con il pelo, ce la danno nuovamente a bere. Hanno creato la giornata a tutela dell'ambiente dove le varie associazioni ambientaliste, si prodigano nella raccolta dei rifiuti nelle spiaggie, nelle profondità del mare, per poi scandalizzate evidenziare la quantità di rifiuti recuperati e che la mano dell'Uomo (sempre questo sconosciuto) ha abbandonato incivilmente. Poi magari sono le stesse organizzazioni che concedono attestati all'Amministrazione amica per la cura delle acque, della spiaggia, della raccolta dei rifiuti, del riciclaggio degli stessi. Ma detto questo c'è anche da dire (e c'è da chiedersi il perchè la tipologia della raccolta, per dirne una, varia da comune a comune già dal solo colore dei contenitori). 

Basterebbe ad esempio, una legge da applicare da oggi a domani, che tutti i contenitori di plastica per detergenti siano messi al bando. I detergenti vengano venduti in polvere e non più sotto forma di liquido. Ecco che miliardi e miliardi di oggetti galleggianti non si troverebbero più in mare. Ehhh... si lo so, si andrebbe a pistare i piedi delle industrie di polimeri ( e delle 7 sorelle benzinaie da cui i polimeri derivano) che venderebbero di meno, delle imprese di rigenerazione e di riciclaggio, che con la pubblicità e l'invito alla raccolta differenziata oltre che lauti guadagni mostrano il volto sorridente di chi ci vuole bene e lavora per noi. Loro con la raccolta differenziata si stanno arricchendo, ed i cittadini per contropartita si sono ritrovati la tassa dei rifiuti più pesante ed il mondo che li circonda più sporco e non solo di immondizia, ma anche moralmente parlando.
Ed anche qui verrebbe da farsi una domanda. Ma perchè anche per la plastica non viene richiesto di riciclare tutti gli elementi, ma solo alcuni, ad esempio le bottiglie dell'acqua minerale si e, che so, una sedia da giardino (in plastica!) no? 

La spiegazione sarebbe lunga. Alro ci sarebbe da dire sulla raccolta e l'inquinamento che produce il riciclo cartaceo, ma mi dilungherei ancora e so che a non tutti pace leggere ed approfondire. Poi ci sono quelli che preferiscono non sapere per ... non soffrire. Ed a questa tipologia di persone l'avvertimento è che così continuando a fare può succedere di ritrovarsi nella situazione del volatile di quest'ultima foto.  







di Franco Giannini

PER SAPERNE DI PIU' :






lunedì 28 aprile 2014

S. S.O.S. : Solo Sigle Organizzazioni Sensasenso

La principale, la più altisonante, la più importante, la più conosciuta, l' ONU, è anche quella che ritengo la più inutile.

L'articolo 1 e 2 dello Statuto delle Nazioni Unite riassumono gli scopi e i principi che l'organizzazione internazionale si è prefissata:
1 - mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
   2 -  promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le situazioni che potrebbero portare ad una rottura della pace;
   3 -  sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del principio di uguaglianza tra gli Stati e l'autodeterminazione dei popoli;
   4 - promuovere la cooperazione economica e sociale;
   5 -  promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti gli individui;
    6 - promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
    7 - promuovere il rispetto per il diritto internazionale e incoraggiarne lo sviluppo progressivo e la sua codificazione.

A questo punto il bravo, rispettoso, distinto Luciano Rispoli avrebbe detto, educatamente sorridendo :" Ma che belle parole!!".
Appunto... parole. E così sono rimaste. E così, pensando alla Siria, alla Palestina, all'elezione dei Papi Buoni, di quelli meno buoni (ma non ce ne dovrebbero essere, salvo che non mi sbagli!!), della Russia e dell'Ucraina, dei fatti di casa nostra, i pensieri ti assalgono e guarda caso hanno solo e sempre un "sapore acido..."
Dopo la prima guerra mondiale, si sa che i vincitori "giocarono" a fare i buoni e gli ex cattivi, furono anch'essi costretti a farlo. Ed allora entrambi s'inventarono sigle, organizzazioni che dovevano servire a far si che ciò non dovesse più ripetersi. Ed infatti i nostri nonni diedero vita ad una organizzazione sovranazionale (la Società delle Nazioni) che salvaguarduasse la pace tra i popoli. Ma tutto fu vano. Sappiamo come infatti terminò. Le massime potenze in primis gli Stati Uniti "trasgredirono" le buone intenzioni, per la Germania la punizione impostale era dura da digerire, lo smembramento dell’Austria nonchè l’isolamento dell’URSS resero talmente fragile la pace mondiale. che si sa poi come andò a concludersi la vicenda.
Altra guerra, la Seconda, altri milioni di vittime, distruzioni ed uno che di nuovo si alza il mattino e pensa che la cosa migliore sia il prendere di nuovo manciate di parole e con la voce, non si sa se ancora impastata dal sonno o dalla finta emozione, recita nuovamente :"Mai più". 
Ed a questa prima fase si passa automaticamente alla seconda: La nascita di un nuovo Organismo.
E il 24 Ottobre del 1945 nasce infatti l' ONU : Organizzazione delle Nazioni Unite. 
Ed infatti la prima cosa che hanno fatto è stata quella di organizzarsi, creando tante "poltrone" da cui predicare bene e non dico razzolare male, anche se me ne verrebbe la voglia, ma sensa alcun senso, quello sicuramente.
Il primo punto era quello di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Ed infatti ecco, a mente, il risultato: I punti caldi dell'Africa: Egitto (rivolta popolare contro il Governo), Mali (guerra contro i tuareg e militanti islamici), Nigeria (guerra contro i militanti islamici), Repubblica Centrafricana (guerra civile), Repubblica Democratica del Congo (guerra contro i gruppi ribelli), Somalia (guerra contro i militanti islamici), Sudan (guerra contro i gruppi ribelli), Sud Sudan (guerra civile)...
Quelli dell'Asia : Afghanistan (guerra contro i militanti islamici), Birmania-Myanmar (guerra contro i gruppi ribelli), Filippine (guerra contro i militanti islamici), Pakistan (guerra contro i militanti islamici)... del M.O. : Iraq (guerra contro i militanti islamici), Israele (guerra contro i militanti islamici), Siria (guerra civile), Yemen (guerra contro e tra i militanti islamici)...
Ah!! E voi pensavate che i paesi civili, quelli che non fanno guerre, perchè il loro cervello si è aperto, dove si è compreso che la guerra e segno di inciviltà, risiedessero nel Vecchio Continente, nella cara Europa?? Tieh allora, ricredetevi : Cecenia (guerra contro i militanti islamici), Daghestan (guerra contro i militanti islamici), Ucraina (in Crimea la popolazione russa sta formando le Brigate Popolari contro il nuovo governo creato il 23 Febbraio 2014. Le truppe russe entrano in Crimea e Ucraina il 1 Marzo 2014.).
Ma poi ci sono le guerre contro la fame, la sete, le malattie, l'ignoranza, le battaglie per il lavoro, per la libertà, ecc, ecc, queste organizzazioni che cosa hanno fatto se non creare carozzoni che fanno spavento e che mangiano miliardi di $ senza risultato alcuno. I risultati non si vedono: Continuano ad esserci le guerre, c'è la fame, ci sono morti che continuano a cadere per qualsiasi tipologia di conflitto, sotto i colpi di mortaio, come sotto quelli della fame, della sete e della DISPERAZIONE!!
E costoro che fanno se non continuare a creare nuove sigle e sono più che certo di essermene saltata anche qualcuna : da non perdersi comunque, poi, la loro specializzazione;

Enti istituiti dall'Assemblea Generale

    UNCTAD - Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Ginevra, Svizzera)
    UNDP - Programmare delle Nazioni Unite per lo sviluppo (New York, Stati Uniti)
    UNIFEM - Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne (New York, Stati Uniti)
    UNV - Volontari delle Nazioni Unite (Bonn, Germania)
    UNEP - Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Nairobi, Kenya)
    UNFPA - Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (New York, Stati Uniti)
    UNHABITAT - Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (Nairobi, Kenya)
    UNHCR - Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Ginevra, Svizzera)
    UNHCHR - Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ginevra, Svizzera)
    UNICEF - Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (New York, Stati Uniti)
   UNODC - Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Vienna, Austria)
    WFP - Programma alimentare mondiale (Roma, Italia)
    INSTRAW - Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca e la formazione del progresso delle donne (Santo Domingo, Repubblica Dominicana)
   UNICRI - Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia (Torino, Italia)
    UNIDIR - Istituto di ricerca delle Nazioni Unite sul disarmo (Ginevra, Svizzera)
    UNITAR - Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (Ginevra, Svizzera)
    UNRISD - Istituto di ricerca delle Nazioni Unite per lo sviluppo sociale (Ginevra, Svizzera)
    UNHCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per i problemi sanitari (New York, Stati Uniti)
    UNSSC - Staff college del sistema delle Nazioni Unite (Torino, Italia)
   COPUOS - Commissione delle Nazioni Unite sull'uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (New York, Stati Uniti)
    UNAIDS - Programma delle Nazioni Unite per l'AIDS/HIV (Ginevra, Svizzera)
   UNOOSA - Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (New York, Stati Uniti)
    UNOPS - Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi ed i progetti (New York, Stati Uniti)
    UNU - Università delle Nazioni Unite (Tokyo, Giappone)
   UNCITRAL - Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale (New York, Vienna)
    ITCILO - Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ginevra, Svizzera)
    UNRWA - Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione

Tribunali istituiti dal Consiglio di sicurezza

    Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia (TPIJ): L'Aia Paesi Bassi Paesi Bassi
    Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda (TPIR): Arusha, Tanzania Tanzania
    Corte Speciale per la Sierra Leone (CSSL): Freetown, Sierra Leone Sierra Leone
    Tribunale Speciale della Cambogia (TSC): Phnom Penh, Cambogia Cambogia

Enti istituiti dal Segretariato

    OCHA - Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari
    UNODC - Ufficio delle Nazioni Unite per il Controllo della Droga e la Prevenzione del Crimine
    UNOHRLLS - Ufficio dell'Alto Rappresentante delle Nazioni Unite per i Paesi meno sviluppati, i Paesi in via di sviluppo privi di sbocchi marittimi e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo
    UNOIOS - Ufficio delle Nazioni Unite per i Servizi Interni
    UNOOSA - Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Extra-atmosferico
    OLA - Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Legali
    UNSECOORD - Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinatore della Sicurezza
    UNODA - Ufficio per gli affari del disarmo
    DESA - Dipartimento per gli affari economici e sociali
    DGACM - Dipartimento per l'Assemblea generale e la gestione delle conferenze
    DM - Dipartimento per la Gestione delle Nazioni Unite
    DPA - Dipartimento per gli affari politici
    DPKO - Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace
    DPI - Dipartimento di informazione pubblica

Enti istituiti dal Consiglio economico e sociale

    UNCCPCJ - Commissione per la prevenzione del crimine e la giustizia penale
    UNCHR - Commissione per i diritti umani sostituita nel 2006 dal Consiglio per i diritti umani non più sotto l'egida dell'ECOSOC
    UNCND - Commissione per le droghe narcotiche
    UNCPD - Commissione per la popolazione e lo sviluppo
    UNCSD - Commissione per lo sviluppo sociale (New York, Stati Uniti)
    UNCSTD - Commissione per la scienza e la tecnologia per lo sviluppo (Ginevra, Svizzera)
    UNCSW - Commissione per lo stato della donna
    UNSD - Commissione statistica delle Nazioni Unite
    ECA - Commissione economica per l'Africa (Addis Abeba, Etiopia)
    ECE - Commissione economica per l'Europa (Ginevra, Svizzera)
    ECLAC - Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi (Santiago, Cile)
    ESCAP - Commissione economica e sociale per l'Asia e il Pacifico (Bangkok, Thailandia)
    ESCWA - Commissione economica e sociale per l'Asia Occidentale (Beirut, Libano)
    FAO - Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (Roma, Italia)
    IBRD - Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (Washington, Stati Uniti)
    ICAO - Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (Montreal, Canada)
    IFAD - Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Roma, Italia)
    ILO - Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ginevra, Svizzera)
    IMF - Fondo Monetario Internazionale (Washington, Stati Uniti)
    IMO - Organizzazione marittima internazionale (Londra, Regno Unito)
    INCB - Organizzazione Internazionale per il Controllo degli Stupefacenti (Vienna, Austria)
    ITU - Unione internazionale delle telecomunicazioni (Ginevra, Svizzera)
   UNESCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Parigi, Francia)
    UNIDO - Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Vienna, Austria)
    UPU - Unione postale universale (Berna, Svizzera)
    WIPO - Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (Ginevra, Svizzera)
    WHO - Organizzazione mondiale della sanità (Ginevra, Svizzera)
    WMO - Organizzazione meteorologica mondiale (Ginevra, Svizzera)

E da qui a sospirare : "Quanta gente mangia, lucra e vegeta sulle spalle di tante formichine che ogni giorno camminano, corrono, dalla superfice ai loro formicai magari per procurare cibo e tranquillità anche a coloro che nell'allungare i loro piedi dall'alto delle scrivanie, inesorabilmente ed ignobilmente le calpestano" il passo è breve. Ma si sa, questo è semplice populismo!




di Franco Giannini

giovedì 12 aprile 2012

Pasqua: agnelli, messaggi, riflessioni, ma infine le solite lacrime da coccodrillo

Però a qualche cosa è servito...

Sarei un falso, che più falso non si può, se cominciassi con il dire, che il messaggio sulla “mattanza degli agnelli mi ha rovinato la Santa Pasqua, o la digestione stessa. Sarei stato ancor più falso, però, se mi fossi ritrovato qui a scrivere, dicendo di non aver toccato una bistecchina di sì simile tenera carne e magari ora sto sciogliendomi in lacrime da coccodrillo di forleana memoria.

Vero è però, che mentre centellinavo un divino Limoncello, fatto artigianalmente dalla compagna di mio figlio con limoni campani, onde favorire il processo digestivo un po’ impegnato, sprofondato in poltrona, sorseggiavo e sinceramente riflettevo sui contenuti ed i commenti che avevo prima letto, sul consumo di questa carne.

Dirò allora subito il mio pensiero in merito. “In medio stat virtus“, ovvero la virtù sta nel mezzo. Per cui la locuzione è un invito nel ricercare un equilibrio che ci ponga all’infuori di ogni esagerazione. Ed ho la netta convinzione che in questo caso un po’ di esagerazione ci sia. Una esagerazione che oggi tende a volte a farne anche una quasi “moda“, prima che ancora di un comportamento.

Libertà di pensiero quindi agli animalisti, ai vegetariani, a chi non la pensa come non la pensiamo noi. Cerchiamo però di non combattere, ma di controbattere quelli che sono gli altrui pensieri, senza però eccessive esasperazioni.

Tante sono oggi le cose che si fanno e che sappiamo non dovremmo fare.
Vorrei sapere quanti sono i Cristiani, che con la mano sul loro cuore potrebbero giurare di rispettare, clero compreso, quei dieci Comandamenti con i quali il Padreterno ci ha regolamentato la nostra vita. Figuriamoci poi quelli che non si sentono obbligati a questa regolamentazione.
Eppure oggi i NO sembrano prevalere sempre sui SI. Ma poi se si guarda bene in fondo è una mera illusione “ottica“, perchè non è così. Il SI solitamente è abilmente, furbescamente, malignamente mascherato da manovre dettate da interessi Politici, Economici, Egoistici e Colonialisti (anche se si vuol far credere che il colonialismo è cessato, ma è subentrata al suo posto la speculazione economica che compera tutto, come un nuovo Lucifero, anche le anime degli abitanti dei paesi poveri).

No allora alla carne di balena, no alla carne di agnello, no a qualsiasi carne, ed allora per par condicio neppure quella di pesce, perchè anch’esso è un essere vivo che ha diritto alla non sofferenza, ma anche vero allora neppure più l’uso del cuoio per le scarpe, la lana per i maglioni, i tappeti per le case signorili, NO alla caccia alle foche e No alle pellicce, ma NO neppure ai vari manufatti in Cashemire, NO all’uso di Delfini in campo militare, ma allora anche NO ai carburanti, NO al Nucleare, NO alle auto, NO Alla cementificazione, NO agli allevamenti intensivi, No alle disposizioni impartite dalla FAO per alleviare quella che dovrebbe essere la fame nel mondo e quindi NO anche alla FAO stessa.

Si potrebbe proseguire con i NO e se si creassero dei comitati, delle associazioni contro ognuno di questi No, si potrebbero inscenare manifestazioni giornaliere nelle metropoli, con lancio di volantini specificando che sono in carta riciclata (tanto per fare scena), con fiaccolate, sceneggiate a tette nude come usano fare nei paesi della EX Cortina di Ferro, o usando il corpo nudo giovane femminile di veline per la battaglia contro l’uso delle pellicce, sit in nelle piazze con blocchi ed intralcio del traffico e di quella poca economia rimasta. Folkloristici, ma indubbiamente anche utili, inutile negarlo.
Risultati encomiabili, come del resto quelli ottenuti dagli attivisti di Greenpeace nella lotta alla caccia alle balene. Risultati positivi, ma diciamolo francamente, anche in dosi omeopatiche.

Però, c’è sempre un però alla fine di ogni riflessione, tutto questo movimento per invogliare a fare un passo indietro che cosa ci comporterà? Se si tratta solo di adeguare un sistema di alimentazione, non è che sia poi una cosa tanto difficile da adeguare, sempre se parliamo a livello di un’ economia locale. Ma di posti di lavoro, ne vogliamo parlare? Quali saranno le novità, sapremo organizzarci e se si, in quali tempi? Non vorrei che scemassero il numero di manifestazioni degli animalisti, con l’aumento di quelle di padri di famiglia e giovani senza più lavoro in quei settori in cui il NO avrà avuto ragione.
La Sardegna, potrebbe insegnarci…oggi non più fabbriche, il turismo in mano agli arabi, l’allevamento già oggi ridotto, scomparirebbe.

Un motto della FAO invita a “Pensare globalmente, agire localmente“. Essendo un organizzazione “politica“, affidata furbescamente a personaggi di paesi sottosviluppati, più facilmente adomesticabili, dai suoi primi tentativi di fondazione risalenti al lontano 27 giugno 1905 per interessamento del nostro Vittorio Emanuele III, il quale,unitamente a 74 delegati di Stati partecipanti, sottoscrisse una prima bozza di quella che poi divenne la Fao. Sotto i ponti ne è passata di acqua, di tempo, di promesse e di denari in immense quantità, ma con scarsissimi risultati. Alcuni personaggi ci si sono arricchiti. Si sono costruite sedi faraoniche in tanti paesi, con decine di migliaia di persone che operano al suo interno, con risicati risultati (che però ai paesi evoluti sono più che sufficienti!!). Si continua a morire di fame e non solo.

Allora mi stanno bene tutti i no, con i buoni propositi, mi stanno bene coloro che si dichiarano vegetariani, mi stanno bene tutti coloro che si dichiarano disponibili a fare un passo, anche due, indietro, adeguandosi al “se mi mangi, sei tu che mi uccidi“, ma vorrei che anche alcuni di quei NO che alla fine silenziosamente producono sottobanco dei SI, venissero sputtanati con la massima sincerità all’opinione pubblica.

Allora è meglio uccidere un agnello o far crepare un umano dentro le carceri cinesi? Che cosa viene fatto per evitarlo? Qual’è la priorità da assegnare tra il benessere del criceto e quella del nonno ottantenne con l’alzheimer? Parlare solo dicendo che va bene il nonno ma anche il criceto, mi fa sorgere il dubbio, perchè per il nonno non vedo fiaccolate! Meglio che passeggiano indisturbate le vacche sacre per le vie di Nuova Delhi o che i Paria continuino silenziosamente a morire di fame? Anche di questo non si parla e non si combatte ! Chi è pronto ad armarsi ed andare a combattere i cinesi e gli indiani (tre miliardi di persone) che hanno cominciato a scoprire gli allevamenti intensivo, di tutti gli animali commestibili (i cinesi anche cani e gatti) assorbendo quasi totalmente le produzioni di mais, soia. Hanno scoperto che il riso non è più sufficiente al loro nutrimento, o quanto meno ci scimmiottano, non sapendo a che cosa andranno incontro. Altro allora e riprendo da dove ero partito, alla bistecchina d’agnello, ai 700 mila agnelli che vengono uccisi oggi in Italia…

Non aspettatevi neppure l’aiuto da parte dei nostri politici, impegolati con salamelecchi, genuflessioni, viscide e schifose, nei confronti di questi due paesi emergenti. Dietro lo scudo della globalizzazione, degli egoistici sistemi economici, a questi popoli tutto è permesso. Siamo, come dicevo sopra, colonizzati dalla loro potenzialità economica. E’ il dio quattrino che la fa da padrone. Siete troppo distanti perchè Il vostro urlo di “Se mi mangi, sei tu che mi uccidi“, giunga a destinazione. Se poi pensate che si potrebbe far meglio ma basta intanto con l’iniziare, allora chi si accontenta gode!

I vostri sentimenti sono condivisibili, ammirevoli, encomiabili, rispettabili, tutto quello che volete, ma non vorrei che alla fine risultassero anch’essi una “tradizione” del periodo pasquale. Una goccia sull’oceano.


Franco Giannini
Già pubblicato Martedì 10 aprile, 2012 su Senigallia Notizie.it

Questi i Commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :
Marco
2012-04-10 16:01:08
Be better, go vegetarian!
Paul Manoni
2012-04-10 17:49:39
Concordo pianemanete con quanto viene espresso in questo ottimo articolo. Già il “In medio stat virtus“, facilita oltremodo una convivenza civile, che sarebbe altrimenti impossibile tra uomini che senza ombra di dubbio, sono diversi l'un l'altro in tutto e per tutto. Ma e' proprio l'attacco (pacificatore, ovvio) velatamente espresso nell'articolo, agli estremismi di qualsiasi genere che apprezzo. Primo perchè agli animalisti difensori dell'agnellino, direi che alla fine, ognuno mangia un pò ciò che ritiene più opportuno mangiare. Secondo perchè a certi CATTO-FONDAMENTALISTI che citano la Bibbia (un libro obsoleto e pieno di atrocità, contraddizioni, ipocrisie e falsità storiche e scientifiche) per motivare il loro pranzo di Pasqua, onestamente direi non solo di aggiornarsi un pochino, ma di essere loro stessi coerenti con la Bibbia in primis. Conoscete un cristiano cattolico che sia completamente in lineea con i suoi stessi testi sacri? Conoscete un cristinao cattolico che si comporti e viva esattamente come dicono vivesse Gesù?...IO NO. Mai visto uno, dico uno solo. Non a caso, F. Nietzsche diceva che l'unico Cristiano vero, lo hanno ammazzato in croce tanto tempo fa. Motivare con la propria convinzione religiosa, certe barbare paratiche come lo sterminio di 700.000 agnelli (io sapevo che erano di più...Evidentemente c'e' la crisi!), o la macellazione Halal, e' piuttosto difficile da "digerire". E' vero che se l'agnello non muore oggi, sicuramente muore domani, ma c'e' modo e modo per procurarsi il cibo. Farlo con metodi discutibili e tribali come quelli usati da pastori mediorientali, onestamente lo trovo un insulto allo sviluppo ed al progresso umano, oltre che al buonsenso. Una piccolissima critica all'ottimo Franco Giannini: Non serve arrivare fino in Cina per vedere crepare gli esseri umani nelle galere. L'Italia purtroppo e' all'avanguardia in fatto di violazione di Diritti Umani nelle carceri, ed i risultati che riusciamo ad ottenere qui, in proporzione sono tragicamente migliori di quelli della Cina. Il 25 Aprile a Roma alla "Marcia per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà. ;)
Roberta
2012-04-10 20:43:04
Leggendo qua e là l'animata discussione scaturita sul carne-sì-carne-no-soprattutto-se-non-è-agnello (e non nascondo di essere per il no) una cosa mi ha infastidito: l'uso della religione e delle sue tradizioni per giustificare il consumo di agnello. Non ci sto perchè sono cristiana il che non vuol dire consumare per forza agnello a Pasqua. Ho letto il ricorso alle Sacre Scritture, dove peò leggiamo un sacco di cose che dovrebbero avere valore per i cristiani. Vi è scritto di astenersi dal sesso al di fuori del matrimonio e di praticarlo solo con la propria moglie o il proprio marito. Ma questo precetto non è evidentemente rispettato (e, senza che nessuno si offenda) fra chi non lo rispetta non ci sono solo atei. Non si dovrebbero usare contraccettivi, ma meno male che ci sono. E non vedo levate di scudi su questo. I cattolici dovrebbero praticare la carità cristiana e andare a tutte le funzioni della loro religione e invece per lo più vanno in Chiesa a NAtale, PAsqua, per il battesimo e per il matrimonio perchè "se no sta brutto" o "usa così". Per i cattolici non si dovrebbe divorziare e invece i cattolici divorziano e vorrebbero pure fare la comunione. Fatemi capire, della religione prendiamo solo quello che ci fa comodo ma del significato della PAsqua o del Natale? Per tornare alle Sacre SCritture, all'ultima cena di Gesù Cristo mangiarono forse carne? No, pane azimo e vino e il Signore disse: "Fate questo in memoria di me". Cos'era "questo"? Se volessimo informarci VERAMENTE sull'origine di TRADIZIONI del cattolicesimo avremmo delle sorprese perchè scopriremmo che molte delle cose che abbiamo sempre fatto in nome della religione NON HANNO VERAMENTE NIENTE A CHE FARE COn LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO STESSO, ma sono un medly di esse con tradizioni niente-po-po-di-meno-che-pagane.
Barone d'Holbach
2012-04-10 21:40:45
al di là della polemica sugli agnelli, rimarco che i cristiani (e i monoteisti in genere, non perdono occasione per far trapelare la loro supponenza e arroganza supportata dalla fantasiosa credenza di essere i figli (vziati) della loro divinità (i cristiani si sentono un po' i Trota del loro Geova) perciò a loro tutto è dato e dovuto e il mondo con tutto cio' che contiene sarebbe fatto a loro uso e consumo... che dire a una tale arroganza? buon rutto cari talebani finché non si smetterà di plagiare i bambini a credersi figli di dio con tutto il male che ne deriva (guerre di religione, psicosi religiose, perti pedofili, alienazioni varie ecc. e investimenti in inutili pratiche di culto invece che in ricerca medica e scientifica) perderemo sempre l'occasione di migliorare davvero l'unica vita che abbiamo quella su questa Terra.
Andrea Vercellik
2012-04-10 21:48:26
L'uomo è un brutto aninale onnivoro e ghiotto che si lava la coscienza con l'ipocrisia o la retorica!
Giovanni Gregoretti
2012-04-11 00:06:17
Quante parole per nascondersi dietro un dito! Sono tantissime le "cose" che fanno male alla salute, oltre alla carne. Io non ne mangio dal 1981 e ancora sono vivo. Qualche volta mangio del pesce, ma purtroppo quello di acquacultura, che è il più diffuso, a mio parere, non sa di mare. Perchè ho smesso di mangiare carne? Semplicemente perchè non mi piaceva più. Successivamente mi sono ben documentato ed ho capito il perchè. Comunque Auguri a tutti per ogni cosa e.... cercate di documentarvi..... in maniera seria.


lunedì 16 maggio 2011

Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta n°13: Carlo Ponzio

di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

"Tuttologo dell'ambiente" più conosciuto forse all'estero che nella sua stessa città, eppure…

Cominciavo con il temere di vivere una manzoniana vicissitudine del tipo "questa intervista non s’ha da fare" per i continui rinvii a cui siamo stati costretti a ricorrere sia io che Carlo. Il nostro primo contatto mail, risale nientemeno che al 26 Ottobre del 2010. Attesa tanto lunga che nel frattempo ci ha permesso di passare dal formale "lei" all’amichevole "tu". E solamente pochi giorni fa, finalmente, il rendez-vous al parco della Pace, in un scenario che involontariamente avevo scelto, ma in tono con gli argomenti che avremmo trattato.

Dicevo, che non riuscivamo ad incontrarci per gli impegni che avevamo, ma meglio sarebbe il dire, che aveva, dal momento che i miei sono stati causati, per una volta, da motivi di salute. I suoi invece, mi avevano cominciato ad insospettire… mi diceva che era sempre in partenza per l’estero… ero però il solito maligno!
Da fine ottobre ha "visitato" l’India, la Palestina, la Siria, la Serbia e "girovagato" per l’Italia.

Qualcuno dei lettori, però, a questo punto si chiederà: "ma chi è sto Carlo Ponzio?"

A Senigallia è un semplice ed anonimo laureato in Scienze Agrarie e Dottore Agronomo. Forse non tutti sanno, come del resto il sottoscritto, chi sia esattamente un agronomo e quali siano le sue specifiche mansioni ecco allora qualche nota esplicativa.
Dal termine si comprende che esso è legato all’ambiente, alla terra.
Ed invece andando a documentarmi sono venuto a conoscenza che l’agronomo è come una specie, detto in modo molto grossolano e riduttivo, di "tuttologo dell’Ambiente".
Sì perchè accentra su di sè competenze tecniche per guidare gli interventi dell’uomo sui fattori che determinano qualità e quantità della produzione agricola e zootecnica, ma in una forma tutta particolare, quasi un ingegnere sui generis, o meglio, una specie di economista, ma no, certamente un biologo, un chimico.
Insomma una persona conscia di operare in un elemento estremamente versatile ed imprevedibile come la terra, la natura, ma anche nell’ambito urbano.

In un’azienda agricola in Kurdistan, IraqE la molteplicità di questi suoi "ruoli" fa sì che una buona professionalità gli imponga di interessarsi di materie che vanno dall’agronomia alle industrie agro-alimentari; dalla difesa del territorio e dell’ambiente agli allevamenti; dalla progettazione, programmazione e pianificazione territoriale all’estimo e da questo a tutta una serie di consulenze.

E mi chiedo se di ciò non abbia bisogno Senigallia… e pensare che noi ci "serviamo" a Bologna, quando di simili luminari ne abbiamo a casa a km zero. Questo veramente a km zero! Mi si permetta di assolvere schiettamente, anche in questo caso, al ruolo di Brontolone.
E… visto mai che a qualcuno possa interessare, metto qui (dietro sua autorizzazione!) anche il suo indirizzo di posta Carlo Ponzio, agro_studio@libero.it.

Ritornando a Carlo, egli nasce a Roma, ma da buon cittadino del mondo si laurea in Scienze agrarie a Firenze, nel ’96 consegue un master in agricoltura ecologica in Olanda a Wageningen, poi un dottorato di ricerca iniziato nel 2006 e terminato nel 2011 all’Università Politecnica delle Marche ad Ancona. La mamma di Senigallia ed il babbo di origine siciliana, vissuto nel periodo degli studi in Maremma e ritornato a Senigallia nel ’96.
Qui partecipa ad una selezione per un posto di lavoro in un’associazione regionale di produttori biologici (AMAB), e l’ottiene. Per tre anni e mezzo, coordina le attività di numerosi agricoltori che hanno scelto l’agricoltura biologica come metodo agricolo a ridotto impatto ambientale, ed ivi esercita la sua professione. Convive con Monica, la sua compagna, anche lei di Senigallia, che tre anni e mezzo fa gli ha regalato lo splendido Giulio.

Con i contadini in Kurdistan, IraqA questo punto la domanda mi sorge spontanea: "Mi spieghi Carlo come ti è venuto in mente di scegliere la Facoltà di Agraria, rispetto a che so… una più attinente ai giorni nostri… fisica, o qualcuna di queste ingegnerie proiettate verso il futuro. Ho l’impressione che l’Agraria richiami più il passato che un futuro…".
Mi fissa e dall’altra parte del tavolo, semidisteso sulla panchina di legno, rilassato, tranquillo, con la gamba allungata, dopo un attimo di riflessione esordisce con un: "Devo sinceramente dirti che ero attratto verso Biologia, ma quello che maggiormente mi interessava non era tanto lo studio di queste scienze, lo studio delle cellule o altro, quanto l’applicazione concreta e diretta di questi studi sull’ambiente. Da qui la mia scelta della Facoltà di Agraria".

"Dicono che le distanze sono quelle che solitamente rendono difficili i contatti. Con te, malgrado abitassimo a km zero, non è stato così, perchè eri e sei "perennemente" all’estero. Quali sono i Paesi che hai visitato fin qui per i tuoi impegni di lavoro?"
"Permettimi di fare un attimo mente locale… allora vediamo: partendo dalla zona asiatica… sono stato in Bangladesh, India, Iraq, Libano, Siria, Palestina. In Africa invece ho potuto ammirare paesi come la Tunisia, l’Egitto, l’Eritrea, la Somalia, l’Uganda, il Mozambico e lo Swaziland. Poi in Europa sono stato in Serbia e Croazia e nell’America del sud sono stato in Argentina".

Allora sorridendo gli chiedo: "Scusa la mia profonda ignoranza, mi hai detto che sei stato in Swaziland… intanto dimmi come si scrive … ma dove si trova di preciso? Con tutta sincerità, non l’ho mai sentito nominare".
Guardandomi, anche lui sorride e di rimando: "Ma non sai neppure che cosa ti sei perduto! E’ un piccolissimo paese incastonato tra i monti che dividono il confine tra il Mozambico ed il Sudafrica. Un Paese povero, scarsamente abitato, ma pieno di verde e di parchi… veramente bello".

Con i contadini in Syria per il tè"Scusami per la domanda un po’ personale… ma la tua compagna, con quale occhio vede il tuo lavoro, con i continui viaggi che esso comporta e neppure sempre in paesi del tutto tranquilli… Comprendo che sia costretta a conviverci, ma non le è di peso?".
"Nei miei primi viaggi veniva con me, poi sono venuti anche i suoi impegni di lavoro, così ha dovuto rinunciare, ora poi anche con l’arrivo di Giulio, la cosa si è fatta quasi impossibile, finchè lui non crescerà ancora un pò. Devo dire però che anch’io ho ridimensionato i tempi di permanenza ed attualmente le missioni sono più brevi e non durano mai più di poche settimane, magari vengono ripetute, quello sì".

"Tu vai in questi paesi, per conto di chi, come privato professionista o come consulente di qualche ente, associazione o che so io?".
"Sia in Italia che all’estero, io lavoro come un libero professionista che offre le sue consulenze a chiunque gliele chieda. Collaboro ad esempio con l’Università Politecnica delle Marche ad Ancona, e con uno studio di Ingegneria di Padova che opera in costruzioni di opere di irrigazione in medio-oriente; ho contribuito a scrivere un progetto rurale in Egitto con la società di sviluppo della Regione Marche, SVIM, tutt’ora in attesa di finanziamento. Dal 2006 sono consulente delle Nazioni Unite, per la FAO. Ho tuttavia lavorato anche per diverse organizzazioni non governative italiane ed europee.
Il mio lavoro consiste maggiormente in consulenze, ma anche come supervisore di progetti in corso, per relazionare i miei clienti sui progressi raggiunti o per segnalarne i ritardi o le anomalie riscontrate. In Siria, attraverso un programma di sviluppo istituzionale sto diffondendo le modalità per l’incremento dell’agricoltura biologica formando divulgatori agricoli ed istruendo i dirigenti che poi costruiranno le future politiche agricole del loro Ministero. In Palestina, invece ho il compito di valutare il sistema di qualità agroalimentare di prodotti quali olio d’oliva, mandorle, datteri della Valle del Giordano e cuscus, nell’ambito di programmi di commercio equo e solidale
".

Con i contadini in SyriaQuesta sua ultima descrizione mi porta ad una riflessione che faccio ad alta voce: "il fatto che tu mi parli di ’sistema qualità’ in questi Paesi, dove ancora l’asino è il più diffuso mezzo di trasporto… con tutta sincerità, mi dà un pò da pensare".
E lui di rimando: "Ohi Franco… ma guarda che sono sì piccoli agricoltori, imprese a carattere familiare che utilizzano gli asini per il trasporto, ma nelle loro città ci sono laboratori ed università accreditate in grado di compiere un lavoro egregio. Il difficile sta nel far entrare nella loro mentalità le elevate esigenze di igiene alimentare di noi europei: standard di qualità che sono da noi ormai legge da molti anni. Ti assicuro che è un’autentica soddisfazione vedere un gruppo di un centinaio di piccoli agricoltori, magari analfabeti, che in pochi anni fanno grandi progressi, impegnandosi tanto! Il mio lavoro diventa quindi più semplice e non impossibile".

Lui non lo dice, ma emerge dal tono delle sue risposte: dimmi la verità, tra Paesi sottosviluppati e noi, ’civilizzatori’, quelli a portare ’la sveglia al collo’ siamo proprio noi? Loro se la sono tolta e noi ce la siamo messa? Loro puntano al biologico, la coltura del futuro, noi abbiamo abbandonato le campagne per abbracciare l’industria e non siamo stati capaci di mantenere in piedi neppure quella. Mah…

Corso di agricoltura in KurdistanPermettimi un’ultima domanda, alla "portoghese": "Che cosa suggeriresti per veder crescere "l’orticello di casa nostra" a Senigallia? Una medicina in due righe, che aiuti a dare in parte una boccata di ossigeno all’economia, da affiancare a quel pò di turismo che ancora ci resta, sfruttando le terre un giorno abbandonate con il miraggio di diventare tutti ricchi, industriali e senza calli nelle mani".
Sembra che qualcuno quasi gli abbia suggerito che gli avrei posto questa domanda, perchè senza pensarci su due volte mi risponde: "La provincia di Ascoli Piceno ha avviato un progetto a cui avevo anch’io partecipato nella sua fase iniziale: si tratta di Filiera-Corta-Picena. Anche Senigallia potrebbe sviluppare un progetto analogo che organizzi con efficienza una filiera locale corta, sostenendo i Gruppi di Acquisto (GAS) esistenti e aiutando a crearne di nuovi. Una vera operazione di rieducazione al consumo alimentare, che potrebbe entrare anche nelle scuole della nostra città; alimenti freschi, biologici, a prezzo di costo, prodotti a pochi chilometri dalle nostre case. Certo, anche i consumatori dovrebbero rivedere le loro esigenze ’istantanee’ ed armonizzare le loro richieste con i tempi e le esigenze dei contadini. In tal modo sarebbe favorita una sana nutrizione biologica, una nascita reale di una mentalità ecologista, un risveglio di un settore economico sopito. Ma del resto, non scopro nulla, le Marche già sono tra le prime regioni a vantare il maggior territorio nazionale per produzione biologica e Senigallia ha già delle realtà in tal senso, che però per crescere devono essere ulteriormente aiutate".

venerdì 20 novembre 2009

FAO: SPENTE LE LUCI MA NON CERTO LA FAME

di Franco Giannini

La Festa è appena terminata, gli amici se ne vanno mentre su quel tavolo dove si è parlato di FAME, gozzovigliando, non rimangono che le solite misere briciole di parole infarcite di retorica. Solamente una notizia buona, sempre però che sia confermata, è la promessa del Direttore della FAO che non ripresenterà più la sua candidatura. Quando in quel 1994 entro a dirigere la FAO il poco c'era, e quando se ne andrà lascierà dietro di lui questa serie di numeri statitistici che da soli parlano dell'insuccesso dell'uomo come dirigente, degli uomini come capi di stato, delle loro capacità nel voler NON fare, della mancanza di sensibilità, di tatto, di buon gusto.

Durante il vertice sono stai chiesti 44 miliardi di $ a cui si è risposto con il silenzio.

Come nel silenzio è caduta quella promessa dei G8 dell'Aquila in cui i Big si eranno impegnati per versare 20 Miliardi di $. Il nostro Silvio per salvarsi e per salvare la faccia dei suoi compari si adoperrerà per "decidere tempi e modalità".

Nel 2008-2009 dei 784 milioni di $ stanziati solo circa 90 sono andati per la lotta alla fane, perchè circa 42 sono stati destinati all'Ufficio del direttore, 20 per i servizi, 32 per informazione e tecnologia. Poi ci sono gli stipendi per i dipendenti che vanno dai 31 mila € ai 73. Logicamente un dirigente deve guadagnare di più ed allora si va da 157 mila ai 177 mila $, tenendo conto che un direttore però ne percepisce oltre 200. Oltre a questi stipendi da "fame" ci sembra sia lecito affiancare dei benefit quali ad esempio: scuole private per i figli, viaggi aerei, vacanze pagate, traslochi gratuiti, corsi di yoga, massaggi, corsi di degustazione, scuole di danza, di gioco di carte, di golf. Eppoi per chi viene spedito all'estero la diaria ammonta a sole 450 € al giorno.

Del resto, come ci si poteva attendere risultati diversi da quelli ottenuti, da individui che per parlare di fame, inscenavano uno sciopero appunto della fame e poi terminata la sceneggiata siedevano a tavola degustando questo menù:

Foie gras su toast con kiwi - Aragosta in vinagrette - Filetto d'anatra con olive - Composto di frutta alla vaniglia - Vol au vent con mais e mozzarella . Verdure di stagione - Pasta con crema di zucca e gamberetti - Vitello alle olive con pomodorini e basilico - Macedonia di frutta con gelato alla vaniglia - Orvieto classico Poggio Calvelli del 2005.

Per i poveri delegati, appena 3000, non restava che accontentarsi di un semplice Risotto alle arance e zucchine, Salmone, Crepes di Funghi, Dolci.

E paragonando la degustazione con il risultato ottenuto con il vertice, mi vien da dire...UN INSUCESSO VOMITEVOLE.
(Per i dati, mi sono avvalso della consultazione dell'articolo di Lorenzo Sani pubblicato sul RdC.)

martedì 17 novembre 2009

GUITTI AL VERTICE DI ROMA: SI MANGIANO ANCHE LE PAROLE

di Franco Giannini

Mentre c'era chi predicava bene che un pezzo di pane è un diritto vitale dell'uomo, altri razzolavano male magari supportati dal dire che con questa occasione bisognava soddisfare esigenze personali in nome del detto "l'uomo non vive di solo pane". Questa potrebbe essere la sintesi finale del risultato che verrà raggiunto dalle delegazioni di capi di stato, di governo, di dittatori accertati ma accettati, una sessantina, riuniti attorno al tavolo indetto falla FAO. Si doveva parlare di fame e si doveva parlare tutti, indipendentemente da quello che si diceva ed allora ecco che ad ognuno sono stati assicurati i suoi 5 minuti a testa di celebrità. Poi tutti chi a mangiare, chi impegnati in incontri salottieri, chi presi da pseudo lezioni mistiche a cui potevano partecipare "solo donne belle-alte" a dimostrazione che la religione propagandata vede la parità nelle donne (quelle bruttine chissà che destinazione hanno?), chi intenti a raccontare barzellette ritendosi valenti declamatori, ma che alla fine hanno fatto ridere solo l'artista del momento, o impegnati nello shopping che Roma è sempre pronta ad offrire. Mi chiedo se questo tipo di buffonate siano esaurite o dovremmo sopportarcele ancora e per tanto tempo, facendo anche finta di credere che il loro primario scopo sia sempre e solo il bene di questa povera gente e di questi paesi. Tutti affermano di voler fare il bene dei paesi dell'Africa, dell'Asia, dell'America Latina, affamati dalle carestie, ma in verità, a questi buffoni che partecipano a questi incontri salottieri, della fame e della povertà non gliene frega nulla a nessuno. O meglio, sono invece interessati a che il tutto resti così com'è, perché le loro potenzialità personali di potere ed economiche abbiano a svilupparsi maggiormente, lasciando invariata la situazione catastrofica esistente o meglio ancora aumentandola. Devo dire con tutta sincerità che non ho mai visto con occhio benevolo questa Agenzia dell' ONU, una delle sue 22 costole inutili : la FAO, fin da quando ero ragazzo. Infatti a scuola già, mi imponevano di fare temi dal sapore retorico, come quelli sulla Festa degli Alberi, sulla Giornata del Risparmio, su quella della Comunità Europea e via dicendo, con i risultati che con il passare del tempo poi si sono veduti. Allora non capivo nulla di politica (e non è che oggi sia migliorato di molto!), ma quelle imposizione già mi davano fastidio. Oggi, con la possibilità di andare sulla rete, apprendere dei dati, mi fa imbufalire anche di più. La FAO è una Agenzia che nasce il 16 Ottobre del 1945, che si trasferisce a Roma nel 1951, che ha alle sue dipendenze 1600 funzionari e 3500 impiegati e che forse, in tutti questi anni, sono i soli che, grazie ai loro discreti stipendi, sono riusciti a mangiare (circa 600 milioni di $ all'anno degli oltre 1700 milioni che arrivano nelle casse attraverso i contributi dell' ONU e di donazioni di privati,) che ha un Direttore che è dal 1993 a capo di questa struttura e che è stato rieletto pur non avendo maturato un briciolo di risultato, anzi da come dicono le stime, la fame è aumentata e continua a crescere e che quindi c'è da chiedersi a che cosa serva ancora tenerla in piedi. Era un vertice talmente importante, questo di Roma, che tutti i paesi ricchi hanno rinunciato a parteciparvi, eccezion fatta per l'Italia, che ricca lo è solo solo per chi la rappresentava. Del resto hanno fatto bene! Con la loro assenza hanno salvato le loro facce e quelle nazionali, rinunciandoa fare altre promesse, già espresse nel G8 dell'Aquila e mai mantenute, come non sono state mai mantenute nei propositi espressi nei confronti degli Aquilani. Eccezion fatta per i Tedeschi, che ci hanno consegnato non soldi ma direttamente le chiavi delle case da loro edificate. Ancora il vertice non si è concluso, ancora promesse, ancora tante parole, ancora, ed è l'ennesimo invito, a promettere che tutto verrà chiarito a Dicembre a Copenaghen in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite, in cui i temi verteranno sull' Ambiente e la Sicurezza Alimentare. Nel frattempo ?? Non è assolutamente bello dirlo ma è un dato di fatto :" Finché il Grasso dimagrisce, il Magro crepa !"

domenica 21 giugno 2009

SIAMO TUTTI PINOCCHI E MIOPI




di Franco Giannini

E' di circa un anno fa, l'incontro salottistico della FAO a Roma, dove, a detta di tutti gli intervenuti sia che fossero dei paesi "evoluti" che di quelli "ritenuti sommersi", c'era stato un nulla di fatto. Le parole ufficiali, avevano sancito, che soldi non ce ne erano e che ci si sarebbe dovuti rincontrare per risolvere questo difficile, annoso, angoscioso ( strano che l'unica cosa che si trova in questi incontri, sono gli innumerevoli, falsi quanto spudorati aggettivi) non rinviabile problema. Ecco, che pochi giorni or sono, dopo poco più o poco meno di 350 giorni dal fallimento di quell'incontro, si leva il monito del Santo Padre, che dal Vaticano, "striglia" i potenti della terra, mai impotenti come in questo caso, a gettare un occhio ai diseredati di questo mondo, e grida anche Lui il Suo "Basta con la Fame!!". Quasi all'unisono, la FAO sciorina lì un po' di dati tramite il suo direttore Jacques Diouf, dal 1 Gennaio 1994 alla direzione della FAO: superato il miliardo di persone che soffrono la fame (1miliardo e 20milioni), non c'è più solo fame tra i paesi sottosviluppati, ma è una malattia che sta dilagando anche su quelli che continuiamo a volersi ritenere sviluppati. Ancora sono solo (si fa per dire) un 15/20 milioni gli individui, in questi paesi evoluti, gli affamati. L'incremento di questi nuovi "diseredati di lusso" delle patrie del benessere, nel 2008, hanno avuto un incremento del 15%. L'incremento del numero di affamati invece in tutto il mondo, sempre nel 2008 è stato invece del 11%. E qui gli economisti e gli statistici si deliziano a fare tabelle di dati già passati e quelli di previsioni, che però a coloro che muoiono di fame possono fregare sempre di meno. Il dato più concreto, sta in quel comunicato di un anno fa, in cui ci si dava appuntamento per un nuovo incontro, per decidere, poi, che cosa non si sà. Ma staremo a vedere. Però nessuno ha riportato o quantomeno il dato, se è stato calcolato, non è stato eccessivamente pubblicizzato, di quante morti per fame sia colpevole questo lasso di 365 giorni circa, che i nostri "impotenti" hanno impiegato per riflettere sul che cosa "non fare". Si il non fare, perché alla fine è questo il loro pensiero primario. Infatti queste sono le parole che il Direttore della FAO pronunciava il 17 Ottobre del 2008, a Roma, in occasione della conferenza "World Food Security: the Challenges of Climate Change and Bioenergy”...."Voglio riaffermare con forza – ha dichiarato il Direttore Generale- che abbiamo i mezzi e le conoscenze per sradicare la situazione di fame cronica in cui versano 923 milioni di persone. Sappiamo anche cosa è necessario fare per raddoppiare la produzione alimentare mondiale e riuscire a nutrire una popolazione che si prevede raggiungerà i 9 miliardi di persone nel 2050”..... “Quello che occorre (…) è la volontà politica e il mantenimento degli impegni finanziari presi, per riuscire a fare gli investimenti necessari a promuovere lo sviluppo sostenibile del settore agricolo nei paesi più poveri ”. Come dire allora che trattasi di semplice "negligenza", una semplice mancanza di volontà, dettata dall'abbondanza di egoismo, falsità, menefreghismo. Impegni presi da vari governi per un importo di 22 miliardi di $ nel 2008, ma che sono stati onorati effettivamente per solo un 10%. Solamente il Giappone ha onorato gli impegni presi, per per il 2009 ha infatti versato 78,4 milioni di $ nelle casse della FAO. Anche il presidente di un altro dei tanti enti associazioni, commissioni, istituti, fondi, agenzie che vorticano intorno all'ONU, con apparentamenti vari, un certo Matthew Wyatt del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo -IFAD- sostiene, senza ombra di alcun dubbio, che "...il modo migliore è investire nei piccoli agricoltori. Anche i paesi poveri hanno bisogno di stimoli economici che si concentrino su di essi". C'è, però, sempre il da chiedersi come si intende attuare detto programma, che già i paesi poveri attuano e che non incide, visti i metodi e gli strumenti che essi usano, solo per dare vita a quella che gli economisti chiamano "agricoltura di sopravvivenza". I metodi sono arcaici come arcaici sono gli strumenti che vengono usati. Intanto il nostro Marchionne dice che i suoi trattori non si vendono perché non c'è richiesta. Allora perché non svuotare i magazzini, qui, nel terzo mondo prendendo a pagamento le loro ricchezze del sottosuolo, non però con fini di speculazione come fin ad oggi fatto, ma come merce di scambio, ai reali e giusti prezzi di mercato, salvaguardando quell'impatto ambientale di cui tutti fin ad oggi se ne sono stra fregati. Lo so, fare questo non è impossibile, ma è fantapolitica economica perché manca la volontà di farlo. Meglio parlare, far vedere che ci si da da fare, organizzare incontri conviviali e salottieri tenendo ben ancorati i fondi schiena a quelle poltrone. Ecco allora che già è stato inserito in agenda, per novembre, sempre a Roma, un nuovo incontro il Word Food Summit, patrocinato sempre dalla FAO e che radunerà, guarda caso, i capi di Stato di tutto il mondo. Il programma verterà sul tema "Affrontare il problema Fame alla Radice". Patetici, falsi e neppure Furbi ! Io, invece, da uomo della strada mi chiedo a che cosa serva ma soprattutto quanto venga a costare, un'organizzazione con 1600 funzionari, 2000 impiegati, un "castello" di stanze a Roma, un partorire continuo di meeting. Mi chiedo ancora se sia giusto che un Direttore in auge dal 1 gennaio del 1994 e i cui risultati non è che si siano visti più di tanto, non sia più giusto, oramai, che dopo 15 anni ritornasse al suo paese e lasciasse il posto a qualcun altro con la speranza che realizzi qualche cosa di più di quello da lui fin qui ottenuto. C'è invece una continua speculazione sulla fame stessa, con le quotazioni del grano dimezzate ma con i costi della pasta e del pane in aumento. E questo sia nei paesi ricchi che in quelli "sfigati", proprio a dire che tutto il mondo è un paese e che è ora che si aprano gli occhi e ci si renda conto che non è pensabile proseguire una lotta tra poveri, ma consociare tutte le nostre forze, contro quei pochi "coloro" che in virtù dei loro sporchi ed immensi interessi, promettono ma non mantengono. Promettono e non mantengono accecati da un' ingordigia che non permette loro di vedere le immense masse di affamati che prima o poi invaderanno gli stati più opulenti come immense orde di cavallette, annientando anche i lori interessi. Quindi ciechi , ingordi e stupidi, se solo pensassero che ancora il bancomat post mortem di cui dotare la loro bara non è stato ancora inventato, per cui di conseguenza, saranno costretti a lasciare quanto sono riusciti ad accaparrarsi nel corso di questa vita terrena.