giovedì 25 giugno 2015

Anziani, Vecchi, terza e quarta età:

...questa è la ricchezza dell'Italia!

Si guardi bene, è solo un titolo scherzoso!
Si, perché mettetela come vi pare, ma l'Italia è, che vi piaccia o meno, solo un paese di vecchi. Un peso altro che ricchezza!
Lo so, nessuno vuole ammetterlo, sarà perché tutti sanno che è un passaggio della vita che non si può evitare e quindi si cerca un by pass per evitare di risultare dei pesi. Ci si illude di non essere dei pesi calandoci magari l'età credendo di spostare in avanti la scadenza del divenire un “gravume”.
Infatti ogni qualvolta ne parlo in questi termini , i miei interlocutori mi controbattono affermando che i vecchi non è vero che siano un peso per la società, ma tutt'altro. E mi sciorinano i loro perché, con una sequenza di termini retorici da cui emerge alla fine del discorso, quasi sempre, che la vecchiaia è una ricchezza che rientra tra quelle più grandi che l'umanità possieda. Ma cala roscio, direbbero ad Ancona. Ma quanto o quando mai?? Andatelo a chiedere a Tito Boeri attuale presidente dell'INPS.
Forse, può darsi, dico io. Ma solo se sapessimo individuarla quando ancora essa viene intesa interpretata come saggezza di cui farne un debito bagaglio per poi utilizzare le sue esperienze maturate nel tempo ed evitando di ricadere magari negli stessi errori.
Invece quasi sempre, dopo l'incensazione al ruolo che ha la vecchiaia, si viene però spesso anche additati, (uso il plurale perché anch' io rientro in questa categoria) in maniera neppure troppo sotto intesa, come dei pesi. Ci vengono rinfacciati gli errori (giustamente) e le nostre esperienze sono definite superate, da rivedere, perché nel frattempo il progresso è andato avanti. Come si potrebbe dare torto a queste osservazioni?
Per non usare il termine “vecchi”, “vecchiaia”, “pensionati” “pensioni” (in politica ci sono dei geni nel trovare termini nuovi, solo quelli!) si sono inventati, per risultare più eleganti e meno invasivi nelle loro profonde elucubrazioni quello di quiescenti, quiescenza, anzianità di servizio, ma addirittura sono andati a operare la scissione dell'ultimo scampolo di vita che ci attende classificandolo in terza e quarta età. Solo le sedie sono vecchie!
Diciamocelo francamente, saranno anche più eleganti, ma il risultato è il medesimo. Decantano tanto con infinita e mielosa compiacenza che la scienza ha allungato l'aspettativa di vita, si vive meglio e più a lungo, ma poi, quelli stessi che hanno scoperto questa fonte di ricchezza, ci ricorda genericamente che il costo delle quiescenze (o pensione come volgarmente la chiama chi parla come magna e che con questa non riesce ad arrivare neppure alla seconda settimana del mese) è una delle voci principali della spesa che lo Stato sostiene.
Ed in Italia gli amici pensionati sono circa 14 milioni di cui il 70% con questa sopravvivono cercando di non morire e magari aiutano anche qualche familiare che il lavoro non l'ha trovato o l'ha perso. Ed anche questa è la motivazione del perché cercano di sopravvivere.
Dell'altro 30% neppure conviene prenderlo in esame, perché si cadrebbe nella solita facile esamina (che seppur vera) verrebbe definita con un termine che oggi va di moda “populismo”.
Ecco che allora, quando leggi queste cose, ti senti come i francesi definiscono elegantemente una “merde”! Anche perché accostano al nostro club di nulla facenti “, i 12 milioni e 500 mila circa di lavoratori in attività che pagando i loro contributi Inps, ci anticipano le nostre. Quindi al francesismo ti senti di dover aggiungere il termine “parassita”.
E pensando che al termine parassita si accosta quello di pidocchio, pulce, zanzara, zecca e che queste ti riportano a quella di sanguisuga, beh credo che saremmo in diversi a rinunciare a questo titolo ed a quella sporca elemosina che dopo 40 anni di lavoro ci hanno concesso, se non fosse per il fatto che quel titolo, almeno io, lo rimando ai mittenti perché assolutamente non mi appartiene.
A questo punto saranno diversi coloro che avranno già interrotto la lettura con un sospiro seguito da un pensiero del tipo “...che palle questo!”, altri invece concorderanno sul punto che siamo effettivamente un peso ancor più se con una salute cagionevole, con pensione sociale, petulanti e un po' rimbambiti. Forse più disponibili alla sopportazione coloro che cristianamente ti giudicano una “ricchezza”, perché ancora magari indipendente, con la testa bene o male che ragiona e il bracino che corto non è.
Ciò non toglie però che alla fine i nodi arrivano al pettine e ti trovi che coloro che sono i benpensanti istituzionali, nelle loro filippiche istituzionali, prima si dicono ammirati di quello che ancora a 80/90 ed anche nei centenari di nascita, si sbrodolano in ridicole retoriche sulla miniera di risorse che vedono in questi poveri esseri, magari in carrozzina, in attesa nella sala d'aspetto che il treno passi. Non si accontentano solo della retorica, ma aggiungono controsensi come l'ampliare della spesa del sociale, come se dipendesse da questi componenti della “quarta età” in odore della quinta, il definire quanto e come.
Mangiata la fetta di torta, spenta la candelina, consegnata la finta pergamena con la medaglia, ritornati nelle loro sedi istituzionali, seduti dietro i tavoli rotondi, ecco che immediatamente rinfacciano che quegli stessi esseri, appena salutati, sono una “spesa”.
Numeri, non più persone, dati di bilancio e non ricchezza, parassiti e non persone che hanno a suo tempo anticipato, non dimentichiamolo mai, a suo tempo i loro contributi ai loro genitori, Vengono definiti approfittatori, per via di calcoli errati che uno Stato incapace ed affamato di consensi ha elargito per comperare la loro simpatia e le cui colpe oggi le si vuol far ricadere e scaricare non sulla vecchia politica (qualche componente ancora in queste stanze), ma su di noi, aizzando i figli contro i padri.
L'arma che costoro hanno trovato (e che vogliono farci credere sia quella giusta) per ristabilire l'equilibrio pensionistico e non solo, è quella del taglio. Taglio delle pensioni, taglio sulle prestazioni, taglio dei posti di lavoro, taglio alla spesa sociale, taglio a quella sanitaria, con l'esito sotto gli occhi di tutti di aver creato milioni di disoccupati, cassaintegrati, precari, imprese fallite, delocalizate con l'esito che guardandoci attorno possiamo definire inutile e dagli effetti catastrofici. La medicina salutare, oltre quella fatta di parole retoriche e da Settimana Incon del ventennio che fu e che vogliono farci prendere, è fatta di promesse, come il taglio delle Province, quella del Senato, quella delle auto blu, quella degli emolumenti ai politici, quella del finanziamento ai partiti, quella dei vitalizi, quella delle Maxi-pensioni (queste si da Parassiti). Ma si sa il popolo bue, ha la memoria corta, basta promettere, allungare i tempi e...domani seppur sarà un altro giorno, nulla cambierà, ma noi del ieri ce ne saremo scordati.







di Franco Giannini

Per chi vuol saperne di più :






Insediato il sindaco, la giunta e nominato il consiglio comunale di Senigallia

Tra rimandati, ripetenti, primi e ultimi della classe... si arriverà a fine mandato ?

Senigalliesi di terra, di mare e di aria, speriamo che ce la caviamo e… che se la cavino. Proprio nel nostro interesse. Ma lo vedo un compito arduo.
Se ho usato il motto che uscì dalla bocca del “buonanima” e che ebbe a suo tempo al suo fianco un collaboratore quale Badoglio, ho la sensazione a pelle che dovremo ritrovarci in simile situazione (logicamente non cruenta e neppure con spargimenti di sangue) amministrativamente parlando con un ulteriore versamento di lacrime, sempre se qualcuno ne ha ancora da versare, visti i tanti (non tutti per fortuna!) dilettanti buttati allo sbaraglio per comporre una Giunta, che immagino non andrà tanto distante.
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E ancor più drammatico è che costoro, i facenti parte, non si sono neppure resi conto che sono stati messi ad occupare quell’incarico, non certo per le qualità sciorinate alla stampa, ma per motivi ancora segreti che quando li scopriranno e li scopriremo, sicuramente perderanno quel risus abundat… di ordinanza mantenuto per l’intera seduta del Consiglio.
Da sx: Chantal Bomprezzi, Simeone Sardella ed Enzo MonachesiL’unico a non avere quel sorriso, nei banchi della maggioranza, è stato il consigliere Sardella, che invece ha indossato il volto di una sfinge: impassibile, tirato, spiacente, addolorato, deluso, schifato. Una specie di Civati al limite della crisi di nervi, solo che Simeone diversamente da Pippo, ha un orientamento politico cattolico.
E se a sinistra (si fa per indicare la mano guardando dai banchi della Giunta!) tutti sorridenti, a destra (idem solo indicativamente dei posti occupati), se dico in…. suonerebbe volgare, uso quindi “corrucciati”, eccezion fatta per i due consiglieri stranieri aggiunti, gli unici ad essere forse lì a “festeggiare” orgogliosamente una loro vittoria personale.
Ma andiamo per ordine.
Era il giorno (ndr: 22 giugno) del primo Consiglio Comunale; della presentazione dell’intero Consiglio Comunale nonché del giuramento del Sindaco e di quella “annunciazione del segreto di Pulcinella” che era la lista componente la nuova giunta già annunciata. Se i vini usano le annate seguite da una data, i cinesi le classificano con la specie di un animale.  Credo che potrebbe essere utile un aiuto nel classificare le amministrazioni usando lo stesso criterio, noi con quello che si è fatto o non si è fatto o si è fatto male. Il bene no… rientra nei doveri per cui si sta in quel posto! Allora mi sono ripromesso di farlo almeno considerando i tempi a noi più vicini ed oramai superati. Dopo le annate forse di già dimenticate e archiviate nella memoria delle varie “ex”, delle “rotatorie”, della “complanare”, dell’era Cervellati, dei giardini e delle piazze, dell’arena Italia, dell’alluvione, questo, almeno io credo, che sarà l’anno di “Attila”. E non poteva cominciare quindi che nel modo che è iniziato, Consiglio compreso. Eppure il primo Consiglio Comunale post elezione dovrebbe avere più il sapore di una “festa” che quello di un incontro politico-amministrativo nel vero senso della parola. Ma così, dovete credermi, non è stato!
Credendo che il clima potesse essere quello sereno che mi auspicavo, ma sono un inguaribile illuso, mi son detto che non potevo, dopo diverso tempo che non frequentavo l’aula consiliare, farmi sfuggire questo evento che ha sempre (dovrebbe avere sempre!) il sapore, almeno per qualcuno, della prima volta.
Varcare quel portone municipale per la prima volta, da parte dei neo eletti, non è oltrepassare la porta del Comune, ma quello della scuola elementare, con tutte le emozioni che esso comporta e che restano scolpiti per sempre nelle nostre menti.
E la prima “remigina” che ho incontrato è stata Stefania Martinangeli (per tempo, non avendola informata nessuno che il Consiglio Comunale comincia sempre puntualmente 40 minuti dopo l’ora fissata!) che mi ha confermato la sua grande emozione.
Anche qui infatti abbiamo i remigini, ci sono pure i ripetenti, non mancano gli antipatici “primi” della classe (quelli bravi veramente sono modesti e si mescolano alla moltitudine), come pure l’esercito degli ultimi, magari ubicati al primo banco, annoiati e sbadiglianti, ma altrettanto pronti a rispondere alle disposizioni del maestro seppur senza comprenderne i perché.
Poi ci sono i rimandati (alla prossima legislatura) sempre dispensatori di pacche sulle spalle, sorrisi di circostanza per l’intera seduta e con il compito gratuito di claquer, nonché qualche rinunciatario che ha preferito invece l’anno sabbatico, al riscriversi.
Non manca neppure il “Maestro” che, dopo averli salutati in maniera generica, passa banco per banco per la carezzina ufficiale, consegnando alle “bimbe” un mazzolin di rose e di viole a ricordo di questo giorno e che si commuove lui, invece che i suoi discepoli, subito dopo il giuramento.
Le opposizioni (UC e M5S) durante il primo consiglio comunale di SenigalliaE così è andata finché non si è toccato il nervo scoperto, l’argomento dell’elezione del presidente del Consiglio. Il nome di costui doveva uscire da una votazione, ma già era dato per scontato che sarebbe stato Dario Romano, ex Vivi Senigallia, passato nelle file del PD. Lo si leggeva ovunque, ma “logicamente” era solo un nome inventato, suggerito, chiacchierato dalla stampa, la solita stampa, ma nulla di ufficiale. Infatti a proporlo è stato guarda caso, non certo il Sindaco, bensì Adriano Brucchini di Vivi Senigallia. Il suo prossimo intervento? E’ chiedere troppo!
Dopo varie proposte per la carica di presidente e vice-presidente del Consiglio, dopo dieci minuti di sospensione per una riunione dei capigruppo per trovare un nome, si è giunti, finalmente e stranamente sul nome suggerito inizialmente, di Dario Romano, anche attraverso una votazione talmente segreta che per fare le cose serie, rinunciando anche al consumo di carta, quindi una votazione anche ecologica, immagino si sarebbe potuto anche denominarla segreta seppur facendola per chiamata nominale.
Ed è qui che Paradisi ha avuto da ridire, facendo presente che in tre su di un banco di segreto c’era ben poco, e che la stanza a lato dell’aula consiliare avrebbe fatto comodamente da cabina, ma ottenendo risate dai banchi dirimpettai ed ironie dai claquer a bordo aula.
Anche la nomina del vice-presidente nella persona di Marco Bozzi del M5S ha procurato un po’ di maretta. Paradisi ha parlato di un “inciucio” sindaco-M5S, la Stefania Martinangeli ha immediatamente rimandato al mittente l’accusa, il sindaco scuoteva la testa in segno di diniego, però io non ero presente e non posso giudicare. Alla fine Bozzi è stato eletto anche con i voti della maggioranza.
Il dramma è stato quando Mangialardi ha ufficializzato quanto già si sapeva, ma che tutti si auguravano in cuor loro, che qualche miracolo potesse all’ultimo istante, modificare. Assessori: Memè, Campanile, Girolametti, Monachesi, Bomprezzi, Bucari, Ramazzotti. Cliccando QUI trovate le deleghe di ognuno.
Due li salverei, uno perché già con le mani in pasta ed amico sincero di Mangialardi; l’altra, si una signora, perché l’incarico affidatole rientra in un certo qual modo nelle sue competenze lavorative e culturali. Per gli altri credo che sarà necessaria una richiesta di aiuto alla CEPU affinché ci invii immediatamente, se ancora non fatto, dei Tutor, che seguano i novelli remigini nei loro compiti partendo dalle aste.
Ma non crediate che abbia usato una eccessiva ironia, perché qualcuno di costoro, non appena comincerà a ragionare a bocce ferme, si chiederà i perché di simili scelte proprio sulla sua persona. Pensate a qualcuno che è vissuto politicamente con il sorriso a 42 denti nutrendosi di foto, selfie, visibilità, partecipazione ad eventi, tagli di nastri, cosa che gli ha permesso di restare sempre sulla breccia, malgrado tutto, per una quindicina di anni ed oggi messo con un pallottoliere in mano a fare la cosa più noiosa di tutti gli assessorati, seppur una delle più importanti. Quando inizieranno i primi spasmi da astinenza da selfie, sarà dura spiegargli ed indorargli la pillola che è un grande, che è importante, che…
Un altro, con la cadrega posta più in alto di tutti, dopo il tiro a bersaglio che subirà inevitabilmente (me lo immagino che qualcuno non attenderà altro!) nei prossimi Consigli Comunali ad ogni suo inciampo procedurale, (malgrado l’aiuto del suo tutor posto a lato), inizierà a chiedersi, non tanto “chi me lo ha fatto fare”, ma “perché me l’hanno fatto fare?” Chissà che non trovino la risposta su qualche riflessione-desiderio-ambizione, magari fatta non sottovoce del tipo “come mi piacerebbe fare il sindaco tra 5 anni”. Mi viene da pensare allora: vuoi vedere che è scattata l’operazione “stai Sereno”, te la do io l’America!
Le opposizioni (SBC e PIC) e i consiglieri stranieri aggiunti durante il primo consiglio comunale di SenigalliaPerò il caso Sardella, il caso Romano, la lista degli assessori sorridenti a denti stretti (sembra, dico sembra, non siano tutti soddisfatti!) ed un sindaco che ancora si tiene per sé le deleghe ai turismi, sport, grandi infrastrutture, risorse umane, comunicazione, protezione civile e polizia municipale, insomma diciamolo francamente, incarichi importanti, denota insicurezza a chi affidarli e quasi un timore che sovraccaricando i suoi piccoli Badoglio di ulteriori responsabilità, la barca possa rovesciarsi.
Anche perché non c’è speranza che eventuali assessori naufraghi vengano salvarti dai mezzi navali della minoranza. Anzi sono pronti, come hanno fatto presente ripetutamente, a fare un’opposizione instancabile, robusta, presente, che equivale, sempre virtualmente parlando, di accanirsi quando la strada comincerà a salire e la pedalata si farà più difficoltosa.
Io credo che così non si possa superare i marosi che il governo centrale pone ogni giorno, e che forse si confidi in qualche manovra centrale che possa dare la possibilità, immagino che qualcuno smetterà di leggere e farà i debiti scongiuri, nell’arco di due anni (sono ottimista?) di un rimpasto o di nuove elezioni. Un’apertura per il sindaco verso lidi più ampi e un’apertura ad un nuovo personaggio di cui si parla, si è parlato e che in bagaglio ha una preparazione politica ed intellettuale, seppur a me non piaccia, superiore a chi vorrebbe, ma i requisiti non possiede.
Avevo comunque giudicato male la passata giunta, ma questa è, a mio parere, di sicuro peggio. Cosa che ritenevo non facile.

Franco Giannini
Franco Giannini
Pubblicato Mercoledì 24 giugno, 2015 su Senigallianotizie.it 
Questi i Commenti dei lettori di Senigallinotizie.it :
laural
2015-06-24 14:22:26
Franco, ottima similitudine scolastica. In effetti più che in una giunta dovrebbero alcuni stare ancora a scuola. Il maestro però dovrebbe essere il primo a fare corsi di aggiornamento... Scherzi a parte (ma non tanto), preferivo pure io la scorsa giunta, anche il numero ridotto. Interessandosi a poco altro se non la speculazione edilizia, tutte quelle deleghe mi sembrano superflue. E ottima anche la scelta di riferirsi con il termine 'sinistra' alla sola prospettiva visuale, perché di sinistra altro non c'é. Non essendo stata presente faccio fatica a dare giudizi, ma riguardo al clima, ho l'impressione che la maggioranza voglia 'dirigere' anche la minoranza. Su alcuni consiglieri non ho dubbi, sui nuovi insomma... Vedremo come si evolverá la situazione, auspico nuove elezioni a breve. Ma sui rimpasti la vedo difficile dal momento che il sindaco ha aempre ribadito che la giunta non deve essere qualificata, tanto loro (e noi) paghiamo i dirigenti e i tecnici. Allora mi chiedo, perché paghiamo pure gli assessori e il presidente del consiglio? La cifra mensile individuale non é altissima, ma moltiplicata per il numero di assessori, dei mesi e degli anni diventano un bel gruzzoletto che poteva essere speso per la collettivitá.
maria garbini
2015-06-24 14:55:17
Stroncatura un po' prolissa, ma perfetta nel sarcasmo! Manca il continuare a rammentare che: Senigallia sette-7 assessori UNO in più che in consiglio regionale, eccellente compagnucci!!!!!s610
un povero tra i poveri (di politica)
2015-06-24 21:08:31
"CAMBIARE TANTO PER NON CAMBIARE NULLA" Ciao Franco, sempre puntuale, grazie per i tuoi racconti. Io sono più pessimista di te e credo che faranno la legislatura ugualmente alla passata arrivando in fondo. Faranno nuovamente quello che vogliono fregandosene dell'opposizione e dei cittadini. Aumenteranno le tasse appena possibile per far cassa e pagare i loro professionisti. Creeranno altro cemento magari dove non è possibile facendo altre varianti. Siamo in dittatura da 20 anni e a Senigallia la democrazia è morta per menefreghismo della gente. Tanto a pagare è sempre la gente più debole che sente prima quello che produce il comune.

mercoledì 17 giugno 2015

Ai miei tempi si urlava “fate l'amore, non fate la Guerra”.

Oggi il consiglio è sempre valido ma ho l'impressione di doverne aggiungere un altro :”giovani costruite ponti, non muri”

Era il 9 Novembre del 1989 quando sembrò, a noi quarantenni di allora, che con l'abbattimento del MURO di BERLINO si sarebbero abbattute tutte quelle ingiustizie, le disuguaglianze, i confini che la storia dell'Europa ci aveva fin lì riservato. Si ritornava ad essere tutti fratelli o quanto meno ci credevamo con convinzione. Poi con la creazione dell' EU ci illudevamo che saremmo entrati nel giardino dell'EDEN. Erano gli anni Novanta e più precisamente il 1 Novembre del 1993. Era l'anno del trattato di Maastricht sull’Unione europea a cui fa seguito, nel 1999 il trattato di Amsterdam. Eravamo entrati in un decennio di trattati. Da novelli cittadini europei ci preoccupavamo di “giocare a fare i verdi, gli ecologisti o a come proteggere l’ambiente oppure eravamo tutti presi a come far si che i paesi europei collaborassero anche in materia di difesa e sicurezza. Come le mosche sul miele, ecco che nel 1995 aderiscono all’UE altri nuovi Stati quali Austria, Finlandia e Svezia. In una piccola località del Lussemburgo viene stipulato l' accordo di ‘Schengen’ che, gradualmente, consentirà ai cittadini di viaggiare liberamente senza il continuo controllo dei passaporti in frontiera. Oggi Milioni di giovani studiano all’estero con il sostegno finanziario dell’UE, le comunicazioni sono sempre più facili visto l'utilizzo del telefono cellulare di Internet di Skype. Poi ascolti e le notizie e vedi le immagini di cui i media ti sommergono attraverso i media e ad un tratto ti cade il mondo addosso. La Francia chiude i confini, la GB manda le navi nel Mediterraneo per recuperare, facendo il pesce in barile, quelli di cui oggi si parla con termini come emigrazione, clandestini, profughi, senza mai usare quello più idoneo di esseri umani. L'occhio si è assuefatto dal vedere da prima un corpo umano galleggiante a quelli di 800 esseri umani accatastati all'interno di una nave negriera che oggi definiscono “carretta”. Tra i 28 paesi che compongono questo patto che mi piace chiamare di “Fil di Ferro”, termine ridicolo e che mi piace usare con disprezzo, visto l'abuso che ne fanno, ancor più dopo che l' UNGHERIA o uno dei loro vili pezzenti politici, ha esternato di voler costruire di un muro per proteggere il paese dall'invasione di immigrati. E quello che più mi spaventa e che si ritorna a parlare di Muri ed immagino che altre nazioni prima o poi la seguiranno. Gente, e parlo dei politicanti, perché la componente degli individui che compongono il popolo è meno razzista dei propri governanti. Il popolo è come il bambino, non conosce differenza del colore della pelle, al più puo' risultare incuriosito di questa sola differenza, magari chiede il perché di questa, ma poi il suo primo pensiero e quello di trovare l'amico con cui condividere il gioco. Fintanto che non diventano grandi e vengono sottoposti ai lavaggi del cervello dei loro governanti. E le religioni ci mettono, qualora non fosse sufficiente, ad arricchire la forma di odio e di egoismo. Mi chiedo, quasi a voler trovare loro una scusante, se costoro abbiano esclusivamente “ingegneri” che al massimo abbiano frequentato le scuole elementari e che il massimo loro titolo sia quello di manovale : un po' di calce, due mattoni, uno sopra l'altro ed il muro è bello che fatto. Si perchè un MURO e facile da erigersi, anche con le parole, ben più difficile è l' edificare PONTI, che sono invece quelli che aiutano a superare le barriere della diffidenza aiutandoci nella conoscenza.
Ed allora, il motto dei moschettieri di D'Artagnan, “uno per tutti e tutti per uno”, non ha più ragion di essere pronunciato in questa Europa il cui frutto dell'amore tra paesi si è cloncuso o quanto meno si sta concludendo con un aborto, l'EU, che non è di certo spontaneo, ma sicuramente organizzato e procurato.
I paesi del nord se ne fregano vigliaccamente della situazione in quanto protetti dalle distanze e da una prima copertura che offre le intemperie, il mare, i paesi, come il nostro, che formano una barriera ancor prima di quella dei documenti e della burocrazia. I paesi ultimi arrivati nell' EU e con una povertà che rasenta quella degli immigrati, pronti al pianto greco per ricevere qualche elemosina dai paesi più abbienti in cambio di un filtro di frontiera.
Ma se fossero meno egoisti e più aperti, saprebbero che esodi biblici si esauriscono non estraendo le spade, ma solo quando la teoria dei vasi comunicanti si fermano sullo stesso livello. A quel punto ogni cosa deve essere livellata con minimi scompensi, a partire dalla ricchezza per terminare nei diritti civili. 

 





di Franco Giannini

Diversamente Giovani di nuovo a parlare di rifiuti…

... ma ancor meglio a spiegare la situazione sono le FOTO

Premetto subito, giusto dare a Cesare quello che è di Cesare, che le foto non sono farina del mio sacco, ma di un attento cittadino che me le ha spedite lunedì 15 giugno affinché le rendessi pubbliche. Come ben si vede dalle immagini, considerando che la zona in questione dovrebbe essere un’isola ecologica e già più volte “chiacchierata”, qualche falla nell’organizzazione del ritiro dovrebbe esistere ed essere analizzata.
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Rifiuti non raccolti nell'isola ecologica di via delle Caserme a SenigalliaSe poi dovesse emergere che qualche colpa l’hanno anche i fruitori di questa, evidentemente gli ispettori sono “assenti” o quantomeno “distratti”.
Non vorrei pensare che in queste ore si stia parlando del taglio dei LECCI di piazza Garibaldi, a mo’ di uso dissuasivo per non parlare apertamente di LERCI.
Le foto in questione si riferiscono infatti all’isola ecologica situata in via delle Caserme all’inizio dei Portici Ercolani.
Insomma, se si guarda la planimetria, vista come che fosse un plastico in una trasmissione del Vespa, si potrebbe immaginare piazza Garibaldi posta tra le vie Testaferrata e Cavallotti, ed il Duomo, che sollevato amabilmente da una mano lercia, riceve la spazzatura sotto le sue fondamenta, come il più classico dei tappeti di casa “Zozzoni”.
Rifiuti non raccolti nell'isola ecologica di via delle Caserme a SenigalliaNon sono né un botanico né un agronomo e quindi non so nulla sugli alberi, né se sono malati, né come eventualmente si potrebbero curare e se sia bene tagliarli o meno, non sono un architetto e quindi non saprei che dire su problemi di restyling della Piazza, non sono uno storico e quindi ancor meno mi permetterei di dare giudizi se sia centrata l’idea di “mosaicare” gli stemmi papalini su una piazza intitolata a Giuseppe Garibaldi, non posso parlare di parcheggio perché non sono un urbanista, non posso parlare delle strade disastrate perché la legge di stabilità non me lo permette, non posso parlare del fiume Misa, perché è di competenza della Provincia e della Regione, guai solo a provare di inserirsi su di una discussione in cui si parla di turismo, di eventi, di cultura, di economia, in tutto risultiamo i “più migliori”, eccellenze che superano i confini comunali, regionali e per giungere a fare da guida a quelli nazionali; va bene tutto, ma anche la pazienza ha un limite. Chiedo umilmente, se ne ho almeno la facoltà di dire da semplice cittadino che paga un servizio, che non chiedo, ma pretendo che non solo questo mi sia fornito, ma anche nel migliore dei modi.
Rifiuti non raccolti nell'isola ecologica di via delle Caserme a SenigalliaDimenticavo, non sono neppure un tecnico in materia di rifiuti, sono solo un rompiballe, lo riconosco (come del resto ci sono in tutti i campi, Amministrazione compresa!) ma credo, che se in più di un’occasione quest’isola ecologica esondi, evidentemente qualche cosa mi fa pensare che sia o troppo piccola e che quindi dovrebbe essere ampliata o che se ciò fosse impossibile da attuarsi, predisporre un maggior numeri di ritiri.
Alla prossima? Spero proprio di no!

Franco Giannini
Pubblicato Martedì 16 giugno, 2015 su SenigalliaNotizie.it


venerdì 12 giugno 2015

Expo 2015: Ecco i primi dati dall'apertura, in un Comunicato Stampa

in verità pochi, però per chi li ha pubblicizzati, sono ritenuti soddisfacenti.

A renderli pubblici non poteva che essere il commissario unico Giuseppe Sala che ha informato che il numero di visitatori di EXPO 2015 sono stati al 31 maggio 2 milioni e 700 mila. I biglietti venduti invece ammontano a 15 milioni. Altro dato fornito è quello sulle carte di credito che nel mese preso in esame hanno avuto transazioni, rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, superiori del 16%. Giuseppe Sala chiudeva il suo Comunicato con :”I risultati del primo mese di Expo Milano 2015 sono molto soddisfacenti, anche perché proprio questo weekend porta con sé le più elevate affluenze registrate fin qui. Ma non è solo una questione di numeri. Quella italiana è un’Expo sicura e gentile: è l’Expo delle famiglie, dai bambini fino ai nonni. La loro allegria è la miglior accoglienza per i turisti stranieri che stanno cominciando a giungere in Italia”.
Del resto che si voleva che dicesse se non che va tutto bene madama la marchesa. A leggere qualche giornale, che non riporta solo il comunicato, ma è andato a sincerarsi che la marchesa sia soddisfatta, ha analizzato i dati ed appurato anche che ci sono situazioni che Sala si è forse dimenticato di sottolineare.
Si vedrà alla fine, però attualmente le statistiche fatte come il pollo di Trilussa indicano ben altro. Si era parlato di 20 milioni di visitatori in 6 mesi che indicavano un afflusso medio giornaliero di 110 mila persone che in 30 gg. danno come risultato finale un 3 milioni e 300 mila ingressi mensili. Quindi già ci mancano un mezzo milione di visite (da considerare anche che fino ad oggi sono state molte le scolaresche in visita e che da domani le scuole sono chiuse, quindi un ulteriore numero che verrà a mancare).
Qualche breccia nel sistema organizzativo la incontriamo nei tornelli all'ingresso, dove si resta in fila per un'ora quando non si toccava l'ora e mezza quando ci si imbatteva nelle scolaresche. I malori per il caldo infatti non sono casi isolati.
La ditta che si occupa dei parcheggi, aveva fatto i calcoli che sarebbero state non meno di 2500 vetture affidate in sosta a loro ed invece sono stati fortunati, ad oggi, quando hanno toccato le 1000 unità.
E qui gli ecologisti gioiranno: quello che sta funzionando sono le navette che collegano Milano centro con l' EXPO di Rho-Pero, economiche, veloci e puntuali.
Altro calcolo senza l'oste e che ha fatto o almeno sta facendo perdere le staffe al ristoratore Alcenero, è che il loro locale è stato posto nelle vicinanze dell'entrata EST che fino ad oggi è stata utilizzata da appena un 1% di visitatori contro un 40% se non promessi, quantomeno fino ad oggi erroneamente stimati. Ma da tenere conto che nelle vicinanze c'è anche il “Parco delle Biodiversità” dove le nostre “Eccellenze” dovrebbero essere esaltate e messe in mostra in prima fila.
Si parlava che 70 mila, per lo più giovani, avrebbero beneficiato di posti di lavoro. Ed invece anche qui, qualche dato che sta emergendo indica altre cifre ben lontane da quelle pomposamente enunciate. I lavoratori impiegati sono solo qualche migliaio mentre invece altre 8/9 mila unità sono volontari senza retribuzione. Si parla anche che alcuni di questi giovani siano stati “allontanati” anche per motivi, diciamo, pochi chiari.
C'è da dire, ma non è stato detto da chi di dovere, che alcuni padiglioni ancora non sono terminati ed alcuni, come quello della Lombardia e della Sicilia hanno già chiuso i battenti.
Ma come diceva Totò è la somma che fa il totale. Ed allora seppur qualcuno non può far altro che sentirsi soddisfatto di così ben poco, bisogna comprenderlo e pazientare. Non bisogna criticare, altrimenti ti danno anche del gufo, certo è però che forse un po' di sana modestia aiuterebbe qualcuno nei suoi lavori istituzionali.




di Franco Giannini

Questi alcuni link di approfondimento :




mercoledì 10 giugno 2015

I fioretti di Papa Francesco!

... soluzioni per i mali della comunità o solo una cura omeopatica per la sua anima?

A pelle, seppur io sia un miscredente, non appena eletto al soglio pontificio, Francesco è stato un Papa che ha captato immediatamente la mia attenzione. Una volta l'avrei definito "un Papa Buono", quasi che gli altri Papi fossero cattivi. Ma Francesco mi aveva regalato già fin dal suo primo saluto ai fedeli dal balcone della Basilica di San Pietro, l'idea di come dovrebbe essere l'uomo della Chiesa : pacato, umile, modesto, invitante, simpatico, caritatevole, umano, oltre che logicamente buono. 
Come del resto dovrebbero esserlo tutti, ancor più però coloro che indossano un abito ecclesiastico. Lo so, ma purtroppo non tutti e non tutte sono così. Dirò di più, ancor più simpatico mi è divenuto, poi, quando nel leggere sono venuto a conoscenza che aveva fatto il buttafuori in un locale argentino malfamato, che aveva avuto anche una fidanzatina ed aveva lavorato in una fabbrica facendo le pulizie. Un uomo venuto dalla strada e che la strada quindi conosce bene. Un prete un po' suo generis, alla Don Camillo del Guareschi, con le scarpe grosse ed il cervello fino.
A confermare queste sue qualità umane più che divine, ci sono quelli che sembrerebbero aneddoti se non rispondessero a verità, quali quelli relativi alla sua prima vestizione in bianco: quando ha rifiutato il Crocifisso in oro, conservando quello suo, meno appariscente, in argento. Eppoi il calzare le sue scarpe nere e usate invece che quelle di capretto rosso. A seguire il ritorno, dopo la cerimonia dall' elezione al soglio pontificio, in albergo sul pulmino con gli altri cardinali. Il pagarsi il conto personalmente della permanenza in albergo e successivamente la scelta di vivere nella Domus di Santa Marta, in due modeste stanzette, invece che nei dorati appartamenti papali. Lo so, sono tutte cose che si dimenticano facilmente, ma la moltitudine di questi piccoli momenti della vita quotidiana di questo uomo, sono ad indicarcene lo spessore. Proseguo quindi con il ricordare come preferisce per i suoi spostamenti, una vecchia utilitaria, alle lussuose auto che i suoi predecessori avevano fin lì usato. Come è impossibile non ricordare, la sua vecchia sgualcita borsa in pelle nera, amica di viaggio, che oramai l'accompagna in ogni suo spostamento nei lunghi viaggi attraverso Paesi e Continenti e che non affida mai a nessuno. Un uomo che mi ha immediatamente dato la certezza che anche il nome non l'avesse scelto a caso: Francesco, il Santo che della povertà fece il suo stile di vita e di predicazione. Il primo Papa tra i 265 predecessori, ad usarlo e non solo, quindi, per apporre la firma sui documenti. Un uomo con il piacere di essere vicino alla gente, dentro la gente, con la gente. Un uomo che è allergico ai cerimoniali, un uomo che prende e il telefono e chiama chi vuole senza i filtri che le regole vorrebbero. Un uomo che se ancora ci fosse in TV la Carrà nazionale con il suo gioco dei fagioli nel vaso, telefonerebbe anche a lei, magari con il remoto pensiero di indovinare il numero esatto e con la vincita chiudere qualche falla della povertà che ci opprime.
Nel corso di questi suoi due primi anni di pontificato, la lotta primaria è stata quella all'ostentazione della ricchezza nella Chiesa e di cui molti prelati porporati e non solo, gradivano circondarsi. Cosa che l'ha reso simpatico e ben visto a noi comuni mortali, ma molto meno ai "principi" del culto. E la volontà poi di vedere più da vicino e più chiaramente il lavoro svolto dallo IOR con la nomina di controllori? Toccare lo IOR è come avventurarsi senza alcuna esperienza in materia per disinnescare una mina. Di certo tutto si potrà dire di Francesco, ma non che tema di crearsi dei nemici. Anche se però...
Infatti tutto ciò mi porta a formularmi tanti interrogativi a cui non so dare una risposta.
Nel corso di questi due anni di pontificato, tante sono le cose di cui si è occupato, come le riforme della Curia, del Codice Penale Vaticano, quella Economica riguardante appunto la Santa Sede, la tutela dell'ambiente, i problemi della Pedofilia nella Chiesa. Indubbiamente più anziano, ma benché l'età, più veloce dello stesso nostro Renzi nazionale.
Ma tante altre ne ha fatte e continuerà a farne, come il regalare 400 sacchi a pelo con tanto di stemma pontificio a coloro che dormivano all'addiaccio. Oppure donare ai poveri 300 ombrelli dimenticati dai visitatori nei musei vaticani o ancora aprire delle docce in locali nel colonnato di piazza San Pietro per gli indigenti senza fissa dimora. Per non parlare poi del servizio di barbieria e dell'invito a 150 "barboni" a visitare le bellezze della Cappella Sistina. e proprio di questi giorni la creazione di un dormitorio per una trentina di clochard. Non voglio indagare come i saranno scelti questi 30 baciati dalla fortuna tra il numeroso nucleo totale di quelli che ogni giorno frequentano le piazze e le stazioni di Roma !
E quello che mi fa sorgere il dilemma del perché di questi piccoli numeri : 30 - 150 - 300 - 400, quando andando a cercare sulle pagine virtuali, ma immagino veritiere, perché fino ad oggi senza smentite, di Internet, leggo numeri che mi sarebbero difficile anche scrivere sulla carta.
La Chiesa ha il più vasto patrimonio immobiliare al mondo. Un capitale impossibile da conteggiare, perché quando arrivi in fondo i dati si sono modificati per via delle donazioni, interessi, utili ecc. e dovresti ricominciare il conteggio.
Il 20% del mercato immobiliare italiano è nelle sue mani.
Si parla di 600 palazzi, 572 tra chiese, monasteri e conventi, 400 immobili adibiti a cliniche private, ospizi, scuole, seminari, oratori, ecc, sempre solo in Italia, ma considerando che altre ricchezze sono in altri paesi all'estero. Un patrimonio che è destinato continuamente ad accrescersi a seguito di lasciti, donazioni. Si parlava di oltre 115 mila proprietà per un valore stimato negli anni '90 di 800 miliardi delle vecchie lire. Oggi di molto aumentato.
A questo va aggiunto il valore in oro che supererebbe, si dice, i 7 miliardi di €.
Si pensi che negli USA la sola arcidiocesi di Boston (ci sono 28 arcidiocesi e 122 diocesi) ha fatto trapelare (la Chiesa in questo è molto segreta e chiusa!) che i propri investimenti obbligazionari al netto dei debiti, ammonta a 571.704 $. Facile fare magari un calcolo come quello della lavandaia, non perfetto, ma assai vicino a quello reale.
Del resto la ricchezza in loco del Vaticano, qui si dice che sia rapportata alla somma delle 5 più prosperose aziende degli Stati Uniti.
Ma non finisce qui. Quanto sopra riportato dovrebbe logicamente essere rielaborato per ogni paese in cui il cristianesimo è radicato da secoli nel paese preso in esame. Ma è il riserbo quello che rende difficilissima la stima globale di questa potenza economica. Anche perché a queste cifre vanno aggiunti anche valori come l'azionariato nelle varie imprese. Solo un esempio, le italiane Fiat, Olivetti ed una volta anche l'Alitalia. Ma da non dimenticare come la mano religiosa si sporga sempre anche oltre confine.
E dei possedimenti terrieri, ne vogliamo parlare? In Germania, il Vaticano è il più grande proprietario terriero con oltre 8 miliardi di mq., vale a dire alla metà circa dello stato tedesco.
In Italia gli appartengono, solo (si fa per dire!), 500 mila ettari. Negli USA 1 milione e 100 mila ettari e poi il 20% cadauno del terreno coltivabile della Spagna, del Portogallo e dell'Argentina. Sempre per parlare dei nomi più importanti.
Non è bello fare i conti in tasca alle persone, ma sarà che la Chiesa non è una persona fisica ed ecco che allora qualche organo di stampa prestigioso ha tentato di farlo e da cui è emersa una stima, che sarà anche approssimativa, ma la dice lunga : il valore degli immobili della Chiesa nel mondo dovrebbero avvicinarsi ai 2.000 miliardi di €.
Ecco che allora ritorno sulla domanda che mi ero posto inizialmente. Visto che ritengo che neppure il Santo Padre riuscirà mai a conoscere la ricchezza materiale totale della sua Chiesa, mi domando perchè avendo la possibilità di costruire opere di beneficenza ben superiori, importanti, durature e risolutive di tanti mali, di tanti problemi che affliggono l'umanità, li affronta invece in maniera e con cure omeopatiche, economicamente parlando?.
Di quei 30 posti al dormitorio, al momento avevo pensato fossero un gesto coraggioso, un atto da emulare, poi alla luce dei fatti, devo pensare che Papa Francesco sia incappato in una specie di timore reverenziale, una specie di timidezza nei confronti di qualche “principe” della chiesa (quella con la c minuscola) che, chissà il perché, non ne condivide ed apprezza le sue visioni ed il suo lavoro.
E' partito sparato con le riforme e l'impressione attuale è che sia andato però a cozzare su di una speciale “Cosa Nostra” rivestita di abiti ecclesiali dai colori sgargianti, che gli ha fatto anche annunciare che prevede che il suo pontificato sarà breve. Chissà che cosa avrà voluto dirci con questa sua affermazione.
Non posso neppure credere, che quello che lui offre ai meno abbienti in quel di Roma, sia solo una sua orma di “fioretto” personale che s' impone quale piccola penitenza, ogni qual volta vorrebbe fare di più, ma non glielo permettono.
Un altro Papa, che come Luciani, certamente ha poco da star sereno.

 
 


di Franco Giannini


LINK di approfondimento :

http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/06/07/news/vaticano_papa_francesco_apre_un_dormitorio_per_i_senzatetto-116297738/

http://www.ilgiornale.it/news/case-vaticano-tesoro-115mila-propriet.html

https://www.facebook.com/notes/rossana-mela/le-ricchezze-della-chiesa-cattolica/10150712026500611

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-15/chiesa-2mila-miliardi-immobili-082813.shtml?uuid=Ab3cTeUH

http://www.diocesidicremona.it/main/base1.php?id=sknewsfoto&idrec=3233

http://www.huffingtonpost.it/2014/04/02/stipendi-del-clero_n_5074357.html

martedì 9 giugno 2015

La Mostra “Immagini Revocate” visitabile fino al 21 Giugno – VIDEO

...l'artista Chiara Diamantini mi accompagna per un breve tratto descrivendomi le sue opere

Non sono un critico d’arte e quindi mai e poi mai mi permetterei di esprimere giudizi negativi ed altrettanto positivi, per difficoltà che l’artista ha incontrato o risolto. Non comprenderei ne una cosa nell’altra.
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Quindi questa mia descrizione di una passeggiata nelle stanze della Rocca hanno il semplice valore di cronaca di un paio d’ore trascorse in buona compagnia in cui ho avuto la possibilità di ascoltare ed incamerare una lezione sull’arte della Poesia Visiva, a me sconosciuta fino ad allora ed un po’ “impressionato”, nel leggere per informarmi, termini come Neoavanguardia, estetica romantica e sibolista o idealismo crociano e gentiliano che più che aprirmi a questo nuovo tipo d’arte, me la rendevano più siatante.
Vedendo i suoi lavori su alcune vecchie brochures, mi sono quindi chiesto soventemente chi e che cosa fosse Chiara Diamantini. Un’autrice? una pittrice? una grafica? una poetessa? una fotografa? Curiosità che ho soddisfatto visitando la mostra personale allestita alla Rocca Roveresca per di più accompagnato da lei. Ascoltandola timidamente e religiosamente in silenzio, ho scoperto chi essa sia e quali siano le sue doti e specialità artistiche. Le sue spiegazioni, non da docente d’arte che non avrei assolutamente compreso, ma da maestrina della penna rossa con un lessico elementare per me più consono, mi hanno portato a vedere questo tipo d’arte con un occhio diverso e prevenuto con cui avevo varcato i portone della Rocca.
Chiara Diamantini, seppur fisicamente uno scricciolo di donna, è un’atleta e più specificatamente una “Pentatleta“, si delle immagini. Infatti usa nella sua attività artistica sia le parole in versi che quelle in prosa, le immagini che a loro volta vengono elaborate attraverso una grafica di ricerca e non disdegna neppure la macchina fotografica. Impaginare i libri è quello che più le piace fare, ed infatti è da lì che ha cominciato la sua attività.
Ed è partita subito andando a scomodare niente popodimenoché Andreè Breton con il suo romanzo autobiografico Nadja. Nel video si può ascoltare come le sue fotografie rispettino tempi, le cose ed i luoghi così descritti da Breton, alfine di ottenere e trasmettere a chi osserva, le stesse sensazioni che aveva provato lo scrittore in quei precisi istanti. Come una novella Arsenia Lupin “ruba” estrapolando le frasi più belle, più toccanti, più erudite dei vari autori letterari, drammaturghi, poeti per riportarle poi nei suoi lavori analizzandole goccia a goccia parola per parola, con esperti collage e vestendole degli abiti che la sua immaginazione la porta ad elaborare.
Ecco che allora le sue Mus(e)i sono Leopardi, come già detto Breton, Sartre o Shakespeare con il suo Macbeth o Pound con il suo specchio o Pasternak non dimenticando Kafka. Per lei, come mi suggerisce Maurizio Liverani, “ogni immagine è un concetto, ogni immagine ha un senso in sè“. Ella è uno spirito libero, la sua mano è guidata solo ed esclusivamente dalla sua libera fantasia. E come una esperta e ben allenata atleta di triathlon, sa quanto abbandonare la bici per scendere in piscina o risalire la vasca per prendere la corsa che la porterà al traguardo.
Così fa anche Chiara con le sue opere: abbandona l’obiettivo quando sa di poterlo fare, per prendere a copiare le scritture originali vergate di pugno dallo stesso Leopardi dei propri versi, per riproporle, come la sua fantasia la porta ad elaborare, nella galassia del firmamento disegnando i segni zodiacali. Non disdegna neppure l’umile colla o semplici caratteri adesivi, onde comporre dei collage come nel caso della sua personale raffigurazione del gioco delle mani nel Machbeth. Passa dalla tela al modesto cartoncino, dalla cornice ad una specie di origami come nel caso del Machbeth.
Il video può solo invogliare ed incuriosire.

Allegati :

Franco Giannini
Pubblicato Lunedì 8 giugno, 2015 su SenigalliaNotizie.it

giovedì 4 giugno 2015

Elezioni Regionali e Comunali 2015: vincitori e vinti

Riflessioni a bocce ferme !

Nelle nostre regionali, hanno votato solamente il 49,78 degli aventi diritto. Ritengo quindi, si possa affermare che ha vinto, a livello numerico, chi non ha votato: la famosa lista che non c’è! Punto. Poi che qualcuno festeggi, ancor più in politica, è assai difficile non trovarlo.
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Un “chi si accontenta gode” a cui va aggiunto il “Contenti voi, contenti tutti”. Ma forse anche no, perché a festeggiare sono solo coloro che della politica gliene può fregar de meno e quello a cui veramente interessa è l’aver rimediato o in qualche caso mantenuto, quel posticino sul banco regionale a cui da tanto aspirava per ambizione personale e forse anche per il lauto emolumento mensile. Si, vero, il denaro non è tutto, ma sapeste quanto aiuta e tutti tengono famiglia!
Ora lo so che sarebbe più eclatante, per fare un po’ di scena, usare il termine “perdenti”, “asfaltati”, “stracciati”, “sconfitti”, “soccombenti” ma ritengo, che per qualcuno, visto l’esito numerico è qualcosa di veritiero, comunque non meritevoli, un pochino offensivi e poco educati nei riguardi se non del partito o della lista, proprio sul piano del personale.
Non si può e non si deve quantificare le doti morali di un individuo sulla base del numero delle preferenze o dei voti ricevuti
I Vincitori, quelli veri ed abituati alla vittoria, come i grandi campioni dello sport ci insegnano, hanno o quanto meno dovrebbero possedere il gran merito che è quello della sportività e la concessione verbale e civile figurata di rendere l’onore delle armi. E questo sempre!
Io, nel mio piccolo e neppure da vincitore, ho tenuto però contattare prima che i vincitori, proprio coloro che non hanno partecipato e perduto a testa alta. Perché costoro ugualmente ci hanno messo la faccia, ugualmente si sono impegnati e credo che abbiano meritato e meritino rispetto e una parola di incoraggiamento, perché quanto meno si sono messi in discussione e ci hanno provato.
Per i vincitori, del resto, fare i magnanimi, purché convinti e sinceri, li farebbero risultare “Vincitori” anche morali, ancor più bravi, più simpatici e leali.
Anche perché il vero vincitore in assoluto di queste elezioni è stato ancora una volta, anche nella tenzone comunale, come in quella Regionale seppur in una percentuale inferiore, l’Astensionismo, che unito alle schede bianche e nulle ha superato abbondantemente il 40%.
Confrontando poi i dati attuali con quelli del 2010 si può notare come il PD sia sceso dal 34,70% a quello del ’15% pari al 34,06% (un – 0,64%) che statisticamente non offre la sensazione che si tratti proprio di un’ avanzata. A questo si deve anche aggiungere che a far superare la fatidica soglia del 50% più un voto, onde evitare il timore di un sempre imprevedibile ballottaggio, influente è stato l’aiuto della lista sostenitrice di Vivi Senigallia, che dall’ 8,11% del ’10 ha toccato i 9,39% attuali.
Vinto si , ma con l’aiutino o meglio gli aiutini. Aiuto che porterà immagino (ma io solitamente non ci prendo mai!) a presentare il conto e passare alla cassa, petto in fuori e pancia dentro, per la riscossione di quanto richiesto. Immagino che lo stesso ruolo e quindi idem farà la lista di Monachesi.
Città Futura invece è si sul carro dei vincitori, ma con le vele afflosciate, essendo passata da un 5,47% del ’10 ad un 4,89% attuale. Quindi una vittoria di Mangialardi senza ombra del benché minimo dubbio, tenuto anche conto dell’handicap con cui partiva viste le vicissitudini conosciute per le alluvioni e che invece che penalizzarlo lo hanno premiato considerando che a confermargli la loro “devozione” sono stati proprio gli abitanti delle frazioni “bagnate”.
Una vittoria, dicevo, che però non sarà priva di dolore e quindi con entusiasmi quantomeno contenuti. “Dolori” che emergeranno a giorni, seppur i lamenti non usciranno dalle 4 mura domestiche, come si usa fare in casa PD. Non voleranno quindi né piatti né stracci, ma il tutto si affronterà in un clima di “civile discussione” magari tra i tanti “Stai sereno” che amichevolmente si scambieranno. E la vera maggioranza “vincitrice” composta dagli struzzi-astenuti relegata con i cappelli sporchi di sabbia, zitti e passivi qualsiasi decisione emergerà, relegata per altri 5 lunghi anni nel girone più profondo degli inferi!
Quindi se da una parte i festeggiamenti dovrebbero essere contenuti, dall’altra, quella dei vinti, dovrebbe esserci invece il riconoscimento dell’autorità di chi ha conquistato il primo gradino del podio e che la democrazia pretende vada rispettata.
Comprendo che a volte la rabbia per aver perso, non solo la partita, ma tempo, affetti personali, faccia scattare quell’impulso di scrivere e parlare male di… ma farlo su FB vi fa perdere ancor più la faccia. Lasciate che le acque si calmino e poi a mente fredda, dopo aver letto e vagliato i numeri, comprenderete che non bisogna prendersela con coloro che hanno votato, qualsiasi sia stata la loro rispettabile scelta.
Il problema è degli struzzi, che abitando in una città il cui lido è composto di sabbia vellutata (o almeno lo era) preferiscono infilarci sotto la testa lasciando la responsabilità agli altri.
Ma come si dice, gli assenti hanno sempre torto e chi tace conferma. Ed è con l’irresponsabilità di questi che bisogna prendersela. Non con chi è stato eletto!! Quindi chi ha preferito andare al mare piuttosto che al seggio, si dovrà astenere per 5 anni da contestazioni di qualsiasi tipo.
Costoro non avranno alcun merito, né per una scelta di una indovinata Amministrazione, né ancor meno per gli inevitabili mugugni perché insoddisfatti delle mancate manutenzioni al manto stradale o delle frane sulle vie di collegamento nelle frazioni collinari, o per esondazioni del Misa. Potranno al più, sotto curiosi e coloriti nikname, commentare su FB con toni da novelli rivoluzionari.
Gli unici veri non vinti, ma “bastonati”si, comunque, sono stati i novelli Brachetti della politica. Trasformisti anch’essi ma che più che eccelsi “artisti”, si sono dimostrati dei dilettanti allo sbaraglio.
Da quello che si è potuto vedere, diversi sono rimasti in camicia cravatta, ma con i pantaloni in mano vestiti a metà, vittoriosi nel tagliare il traguardo in mezzo ad un folto gruppo, ma in realtà perdendo però lo scranno comunale. Sono costoro nomi conosciuti che per anni hanno soggiornato nell’Aula Consiliare ed hanno anche saputo mettersi in luce, mentre altri, i peones senza voce, che nella precedente maggioranza avevano semplicemente le funzioni di premi pulsante a comando nelle varie votazioni e di cui non ci resterà traccia sostituiti dai giovani.
Certo, anche a questi disdettati, un posticino sul carro del vincitore non verrà negato seppur per qualche ora, ed anche a loro come per Bobby Solo, scenderà una lacrima sul viso. Mentre una mentina cercherà di attenuare l’amaro in bocca.
Anche sui banchi dell’Opposizione c’è poco da festeggiare, se non per Paradisi di Unione Civica che per la Martinangeli del M5S, che tra i vinti sono quelli che forse hanno “vinto” quel risultato che in cuor loro probabilmente non pensavano. Il M5S è il secondo partito vero e sarà difficile trovare una scusante che dica il contrario.
Dall’esito del voto, complessivamente e gattopardescamente parlando, tutto cambia perchè nulla cambi. Staremo a vedere e seppur difficile, cerchiamo di vedere positivo. Sono i giovani e non i partiti a chiedercelo.

Franco Giannini
Pubblicato Mercoledì 3 giugno, 2015 su SenigalliaNotizie.it 
 
Questi i commenti dei lettori di SenigalliaNotizie.it :
un povero tra i poveri (di politica)
2015-06-03 16:03:37
"TROPPO BUONO" Caro Franco, se mi posso permettere la confidenza, visto che oramai i tuoi pensieri scritti e commenti mi fanno compagnia come un amico con cui si scambiano quattro chiacchiere al bar sorseggiando una bibita e passando dei momenti sereni sapendo che non sei di parte politicamente parlando. Secondo il mio modesto parere, che non vale nulla, sei stato troppo buono nelle valutazioni dei vinti e dei vincitori. La vera ad aver perso è sempre Senigallia che dopo essere rimasta ferma per oltre 15 anni rimarrà ferma per altri 5 anni con questa politica che penserà più alle persone che al futuro della città nell'avere una collocazione nella riviera adriatica con una identità sua ed unica da non confrontare con le altre o peggio da eguagliare nel confronto con Rimini o Riccione. Oramai il confronto è improponibile Senigallia sta perdendo i pezzi da tutte le parti. I giovani sono consapevoli che la politica da anni non fa nulla per loro e sono solo promesse mai mantenute quindi se ne fregano e non vanno a votare perchè è una perdita di tempo. I meno giovani sono stanchi di andare a votare visto che poi non cambia mai nulla, non si informano neanche come si vota, o come si danno le preferenze. Troppo complicato per alcuni, l'attuale sistema di voto, non hanno voglia neanche di sapere come si fa dovrebbero andare li e mettere semplicemente una croce su un simbolo o al massimo su un nominativo prescelto come consigliere. Gli "STRUZZI" per me non sono quelli che hanno preferito andare al mare, senza votare, ma sono quelle persone che, consapevoli di tutto quello che è successo a Senigallia in questi 5 anni, ne parlano male e lo (...omissis...), ma per tornaconto personale lo votano infilando la testa sotto la sabbia con la speranza che nessuno li riconosca quando (...omissis...) loro parte del corpo rimasta fuori della sabbia. Ciao Franco, alla prossima bibita, stammi bene.
maria garbini
2015-06-03 19:18:09
Analisi amplissima e dispersiva! Vincitore "il principe del foro" ???????? Mi pare che prosegua a stare in politica per continuare a farsi (RI)-conoscere come avvocato. Comunque: Dovremo granello dopo granello erodere le grandi e piccole connivenze dei politici locali con le convenienze dei senigalliesi. Sull'alluvione tutto finito e sistemato?......s610.
moreno.seri
moreno.seri
2015-06-04 12:27:07
Analisi ineccepibile. Totalmente d'accordo con quanto scritto.