domenica 30 maggio 2010

IL MARATONETA


di Franco Giannini già pubblicato su 60019

....ovvero le linee programmatiche della nuova Giunta 2010-2015 presentate in Consiglio Comunale

Ogni Consiglio che si rispetti viene anticipato in ogni suo punto da comunicati stampa come pure l’indomani, ma con tocchi personali di professionisti del giornalismo, che ci relazionano poi dei contenuti politici. Quindi a noi dilettanti, non resta che andare a guardare tra le “pieghe” di queste assemblee, curiosare tra i banchi, cogliere quelle sfumature che sembrano, oggi, piacciano ai più. La gente è stanca della politica e dei politici, ma quando uno afferma questo, viene tacciato subito per populista. Ieri sera (mercoledì 26, Ndr) si è avuta la prova che detta affermazione sarà anche vera, ma almeno si è appurato anche come nascono e si radicalizzano anche simili affermazioni. L’attenzione durante il Consiglio si è posata principalmente su quattro punti: interrogazioni, programma, dibattito e nuova apparizione del Consigliere Fiore. I lavori sono iniziati alle 18,40 (con 10 minuti di ritardo) e sono terminati (almeno per me che ho guadagnato l’uscita prima dell’ultima votazione, anche io non sono di ferro!!) alle 0,10. Non so se questa seduta rientrerà nel guiness, ma sicuramente sarà ricordata come una performance, almeno dal lato fisico-sportivo, del Sindaco Mangialardi. Nelle 2 ore e 35 minuti che un mediocre maratoneta professionista copre i 42 km., il nostro Sindaco è riuscito a leggere e commentare le 32 pagine di linee programmatiche di quello che sarà il suo quinquennio di permanenza. Una performance la sua, dicevo, veramente invidiabile, ma la nostra, vale a dire di tutti coloro che erano presenti e se la sono assorbita tutta, non è stata però da meno. Il portatore d’acqua, il “gregario” della serata, almeno fintanto che ha resistito (il novello maratoneta dell’oratoria si è consumato 7 bicchieri d’acqua) il Fassino d’ noaltri, alias Ceresoni, che alla fine esausto (e del resto vedendolo è comprensibile) ha passato l’incarico al commesso che anche lui, alla fine, ha preferito mettergli una bottiglia a disposizione. La serata era iniziata con interrogazioni dal sapore di una concordata tattica politica per creare rumore, cosa che era già sotto il naso di tutti da una settimana. Articoli sulle pagine di giornali on-line e su quelle cartacee con i volti dei vari Romano,.Bugari, Sardella, Memè, Donatiello. Come il dire che questa Giunta c’è, lavora, produce, è viva. Ed il problema non è stato di che cosa si è parlato...la pista ciclabile da rinfrescare, le cartacce per la strada, le polveri sottili (Pm10), la messa in sicurezza della palestra Fagnani e il centro ricreativo al Campo Boario. Non per il loro contenuto, dicevo, ma per le risposte prevedibili, scontate dell’interpellato di turno come pure le repliche dei formulanti che si sono aperte sempre con l’educato, sottomesso (o servile ?) “...ringrazio,... mi ritengo soddisfatto...prendo atto”. Quella più interessante è stata sicuramente sollevata dal Consigliere Fiore, che questa volta leggendo, ma la differenza non si è granchè notata, ha informato dell’importante incontro di semifinale dei play-off di basket della Goldengas, invitando l’Ass. Campanile a rendere partecipe la Cittadinanza e l’intera Giunta. Cosa che Campanile ha immediatamente fatto con un “...mi auguro che il pubblico possa essere il dodicesimo giocatore...”, assessore allo sport, ma evidentemente con una particolare predisposizione al calcio rispetto al basket ma denotando di non sapere che i giocatori di questa disciplina scendono sul parquet in 5 e che il pubblico eventualmente potrebbe essere inteso come “sesto” uomo. Le Linee Programmatiche di Mandato, che ci hanno assillato per ben 2 ore e mezza, alla fine, poi si è saputo, altro non erano che la trascrizione del Programma Elettorale del PD e dei suoi consociati. Fasce Deboli, Casa, Sanità, Infanzia, Disabili, Anziani, Integrazione, Istruzione, Cultura, Sport, Sviluppo economico, Turismo, questi i punti toccati e toccanti, con la speranza che non me ne sia saltato qualcuno. Del resto sono le cose che stanno a cuore un pò a tutti, (prerogativa di nessuno) e che rientravano in molti dei programmi elettorali, e proprio per questo, in pochi sono coloro che ci credono. Infatti tra il dire e l’attuare, del mettere in pratica ci passa una bella differenza. Anche perchè mentre si parlava a Senigallia, a Roma si faceva altrettanto e quindi, a seguito di ciò, i buoni proponimenti potrebbero rimanere solo tali, e per una volta ancora. Al termine di questa lunga “galoppata”, gli interventi di coloro che si erano prenotati a parlare, tra cui Marcantoni (un desaparecido ritrovato...?), Paradisi, Ramazzotti, Cameruccio, Girolimetti, Rebecchini e poi in replica alle risposte del Sindaco, Cicconi Massi, Mancini ed ancora Rebecchini. Mangialardi, forse piccato dall’ironia con cui lo aveva apostrofato il Consigliere Paradisi, proprio per la sua ossessiva lettura che aveva addormentato la platea, forse per la definizione di giunta battezzata come Angeloni Ter, o forse per il tentativo dell’ Avvocato di chiarire il contenuto di certi passi del programma (in politichese) incomprensibili, e che alla rilettura destavano l’illarità anche sui banchi dello stesso gruppo di maggioranza, che il Sindaco riprendeva la parola. La riprendeva con un tono più alto. Una replica fatta inizialmente con delle scuse se era apparso così sotto tono, ma con un impeto e una decisione totalmente diverso dal primo. Si è detto convinto di quello che ha fatto, crede in quello che fa e rivolgendosi verso il suo gruppo, evidentemente ancora scottato per quei sorrisi, ribadiva tra l’altro “...ed anche voi consiglieri dovete crederci...ed i percorsi vanno accelerati...”. Fortunatamente un intervento giungeva "opportuno", tra sorrisi sardonici sotto i baffi, dell’intero Consiglio (assessori compresi) fatto dall’inesauribile Fiore (fortunatamente – si fa per dire ! – sempre scritto e letto), che con i suoi ringraziamenti sdolcinati, mielosi, da diplomato violinista, elogiava come e quanto esposto dal Sindaco, non lasciandosi sfuggire l’occasione per ringraziare anche gli assessori fino a giungere al personale delle pulizie, restituendo quel po’ di rilassatezza di cui si aveva tutti bisogno. Mezzanotte era infatti passata.

giovedì 27 maggio 2010

L'Asse Romano-Memè...ma si...faccio finta di berla...






di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Sperando che qualche cosa cambi rispetto alla vecchia amministrazione...

Leggendo l’interrogazione del consigliere Romano, pubblicata su 60019.it il giorno 18 maggio sono stato colto da un sentimento di “tenerezza” seguito subito da un impeto di rabbia. Non so se dovuto al contenuto dell’interrogazione o perchè chi l’ha fatta è un giovane. Uno di quei giovani su cui in molti diciamo di puntare, ma poi certe loro uscite, ti fanno sentire perdente della tua quota di puntata. Premetto che neppure noi anziani sappiamo ed abbiamo saputo far meglio, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, solo che al momento percepisco a pelle questa immediata sensazione perchè pretenderei da loro, qualche cosa di più. L’uscita del buon Romano, la considero solo come un maldestro modo di far sentire che esiste, che è presente in quel Consiglio e che vuol fare e dire qualche cosa. Bene per averci provato, male per la consistenza del problema. L’argomento nonché la persona alla quale lo ha sottoposto, dimostra tutta la sua inesperienza nel campo delle priorità cittadine in fatto di esigenze. Come dicevano i professori ai miei genitori: ”Il ragazzo è intelligente, ma non si applica, non studia”. Bisogna che cambia il percorso ed oltre che il Lungomare vada per altri quartieri e soprattutto si fermi ad osservare.Per non parlare poi che ha sollevato questa interrogazione ad un suo compagno di Lista, fornendo un’immagine di qualche cosa di concordato a priori, per far vedere che Vivi c’è e... fa!Ecco che infatti non si è fatta attendere neppure la risposta dell’amico di cordata Memè che in neppure 48 ore ha immediatamente risposto positivamente alla sua interrogazione. Ora che la pista ciclabile del lungomare non sia una “eccellenza” da primato nazionale di funzionalità, di manutenzione, posso anche concordare con Romano, ma che essa presenti immediate necessità di attenzioni lo ritengo eccessivo. E l’Ass. Memè, invece aveva già predisposto tutto fin dal ....13 maggio del 2010 come si evince dalla “determinazione dirigenziale. Evidentemente ’sta gente non si parla tra loro: uno predispone il 13, non lo dice a nessuno ed un altro scrive il 18 per avere una risposta immediata e positiva il 20. Qualche cosa sta cambiando sicuramente nella nuova (?) amministrazione comunale... forse non rodati ancora i collegamenti interni...?? Comunque ben venga la velocità ed io, anche forzatamente, voglio crederci! Ed allora forte di questa speranza, considerandomi un cittadino alla stessa stregua del Consigliere Romano, credo mi sia permesso chiedere quelle risposte di cui sono debitore, su quei piccoli problemi che avevo sollevato a suo tempo sulla mia rubrica “Diversamente Giovani”, durante la precedente ed attuale Amministrazione cogliendo, anzi, l’occasione per porne un altro. Visto il caso sollevato con la sua interrogazione dal Consigliere Romano, ritengo a mio parere che la priorità di interventi debba essere riservata all’area del Vivere Verde, ed in principal modo a quel marciapiede dirimpettaio alla Piscina, vietato ora come ora a disabili con carrozzine e mamme con i loro passeggini. Non descrivo ulteriormente il percorso, ma ne fornisco la documentazione fotografica (quella completa è in mano della redazione) molto più realistica. Non mi posso permettere, da semplice cittadino la frase con la quale Romano ha concluso la sua interrogazione: "Si richiede tempestiva risposta scritta", ma con una spassionata sincerità ci faccio affidamento anche io, perchè dopo averlo osservato durante i Consigli Comunali, a differenza di altri suoi colleghi, seppur senza che sia mai intervenuto, mi ha fornito quella sensazione, a pelle, di maggior consapevolezza del ruolo che le è stato affidato. E voglia credermi, non è una sviolinata finale,... sono uno che sa ammettere pubblicamente quando sbaglia!

Foto di: efFeGi

domenica 23 maggio 2010

GLI OSPITI DELLA CASA PROTETTA.....

....Continua....

Capitolo 8°
IL BATTESIMO


FAUSTINA : Tutto in case se faceva.
MICHELINA : Una volta per battezzare il figlio si doveva chiamare come il nonno.
ANGELA A. : Io infatti ho il nome di nonno che è morto l'estate e io sono nata a dicembre.
MICHELINA : Un parente di papà si chiamava Michele, mi ha portato al battesimo e sono diventata Michelina. Io c'ho due nomi, anche Isabella, la mamma di mio papà.
LUCIANA : Io porto il nome di nonna.
FAUSTINA : Io sono nata a Ripe, era morta una donna di nome Faustina e babbo mi ha chiamato come lei.
MICHELINA : Una volta si rispettavano i genitori.
TERESA : Era morta mia nonna, la mamma di babbo, mio nonno mi ha detto mi sono stufato di chiamare il nome Teresa allora mi ha chiamato no Teresa, ma Teresina.
FAUSTINA : Una volta si faceva il battesimo dei desideri, quando ancora il bambino doveva nascere.
DINA P. : I genitori ai padrini dei figli li chiamavano compari e comari.
ERSILIA : Una volta li battezzavano subito.
QUINTO : Perchè morivano, secondo la religione cattolica il bambino non battezzato andava in purgatorio, mentre se era battezzato andava in paradiso.
FAUSTINA : C'era un lumino che simboleggiava la luce dell'anima.
QUINTO : Facevano le domande al padrino.
FAUSTINA : Si perchè lui non poteva rispondere, gli davano l'acqua nella tgesta, il sale nella bocca.
TERESINA : Il sale si metteva così i bambini cominciavano a mangiare.
ERSILIA : Il sale voleva dire la sapienza!
QUINTO : E' tutto normale, vai in chiesa e c'è il prete! Al battesimo di mio figlio c'erano amici nostri stranieri che hanno chiesto di fare loro da padrino e madrina.
MICHELINA : A me mi ha battezzato un cugino di mio padre.
QUINTO : Per me l'unico battesimo importante è stato quello di mio figlio, perchè mia moglie prima ha fatto cinque aborti.
TERESINA : Io ho fatto due gemelli, pesavano due chili l'uno, erano piccoletti e dopo tre giorni mio marito ha voluto battezzarli subito e li hanno battezzati due vicinati, perchè non sapevo che ne nascevano due fioli. Tutti contenti erano di chi du fioli ! Chi portava la vestina, chi portava qualcosa.
FAUSTINA : Mio cugino viveva in America e mio zio lo ha portato a battezzare in Italia quando aveva quattro anni!
TERESINA : MMi ricordo che non c'erano i termosifoni.
STELLA : Io non ci sono andata mai.
FAUSTINA : Quella volta le madri non ci andavano, andava solo il padre.
DINA : Solo il padre di famiglia ci andava.
QUINTO : Da me c'è venuta anche mia moglie.
DINA : Perchè una volta la donna stava a letto una settimana e non usciva.
TERESINA : Una volta si partoriva a casa.
MICHELINA : Mi venivano a chiamare; arrivavo lì, quella che doveva partorire era pronta. Una volta c'erano due signore anziane che non facevano niente, avevano paura e gli ho detto :" Non dovete avere paura, mettete a scaldare l'acqua nel catino, bagnate la mano con l'acqua calda, la posate sulla pancia, massaggiate, massaggiate e dopo un pò il bambino esce". Dopo sono nate due bambine e il padre era arrabbiato perchè erano due femmine.
DINA P. : Al battesimo tre nomi si davano: Uno lo dava i genitori, uno il padrino e uno il parroco che metteva sempre Maria.
ERSILIA : AH ! Non mi ci fa' pensà ! Non riuscivi a connettere, a pensare a qualcosa di buono.
FAUSTINA : Quella volta li facevi tutti a casa, io ne ho fatti quattro, solo uno ne ho fatto all'ospedale perchè avevo un fibroma e il dottore mi ha detto :" Tu devi allattare fino a tardi!" io ho fatto così e il fibroma mi è sparito.
SANTINA : Io ho fatto tre figli, li ho fatti tutti a casa, a me m'ha aiutato l'allevatrice.
DINA P. : Quando ha partorito mia zia, il figlio più grande c'aveva sei anni. Lui ha chiesto da dove è venuto e gli hanno detto :"L'ha portato l'allevatrice" e lui ha risposto :"Apposta c'ha la valigetta!!"
ARMELINDA : Anche io ho partorito in casa, mi ha aiutato l'allevatrice, io ho fatto una femmina.
MICHELINA : Una volta poteva succedere che l'allevatrice levava come una pelle dal bambino e poi la dava alla mamma, era come un vestitino e si diceva che il bambino era fortunato.
FAUSTINA : Adè mettono tutti i nomi stranieri, non è come prima!
MICHELINA : Una volta a una signora in ospedale è nato un bambino morto, a me invece l'avevano tirato via colk forcipe e quella signora, quando mi vedeva, mi diceva :"Te sei stata fortunata!"
TERESINA : Una volta i bambini si fasciavano.
DINA P. : Perchè si diceva che così gli venivano le gambe diritte.
FAUSTINA : Una volta i bambini venivano messi nel porta-infante.
DINA P. : Era una specie di sacco.
TERESINA : Così stavano caldi e boni.
DINA P. :Per battezzallo se ne faceva uno un pò meglio.
TERESINA : Sei - sette mesi lo portavano.
DINA P. : Fino a che non iniziavano a camminare, poi mettevano le mutandine.
STELLA : Si, anche io li ho usati!
ADRIANA : Anche io ho partorito a casa, mi ha aiutato l'ostetrica, io ho avuto tre figli maschi. Al battesimo ce li ha portato ogni volta la madrina perchè io stavo a letto.
MICHELINA : Anche se non stavano a letto, le madri non sono mai andate insieme alla madrina a battezzare il bambino. Prima di chiacchierà bisogna sapelle le cose !!

....continua....

giovedì 13 maggio 2010

La Cornice del terzo Consiglio Comunale


di Franco Giannini

Il terzo Consiglio Comunale dell'era Mangialardi, si apre, come sembra sia ormai tradizione, con la consegna dell'ennesimo mazzo di fiori con bacio, alla ritardataria consigliera di turno, che si accinge a sedersi per la prima volta sullo scranno della maggioranza. E speriamo, che con questa, sia anche l'ultima volta!

E' il consigliere leghista Pazzani, che apre le discussioni su quello che sarà uno dei temi principali della serata: il Lavoro, visto sotto vari aspetti. Lui chiede lumi al Sindaco su come si vorrà comportare sui futuri compensi da concedere ai dirigenti, dal momento che già raffrontati a quelli di un semplice operaio senigalliese, non sono giustificabili.

Cicconi Massi invece interroga il Sindaco sulla regolarità della partecipazione di un già dirigente comunale al concorso, ma non sto a scendere nei particolari perché qui potete trovare tutto il resoconto della lunga serata redatto dall'Ufficio stampa comunale sotto forma di comunicato.

Mi limiterò allora a riportare alcune battute e fotogrammi “verbali” di questa serata che se si volesse raffigurare con un fac-simile di un diagramma, avrebbe visto un oscillazione continua con picchi di interesse seguiti da una calma piatta come quella di un ECG fatto ad un morto.

Il massimo dell'attenzione e dell'interesse si è avuto con gli interventi di R. Paradisi, che forte della sua dialettica, a messo all'angolo un Sindaco non pimpante come suo solito. Forse debilitato, oltre che per le argomentazioni a cui lo hanno sottoposto, per le sue condizioni fisiche, almeno all'apparenza, non perfette, visto anche il suo dispendio di fazzolettini che davano da pensare ad un suo stato influenzale. C'è stato infatti un attimo in cui, parlando del caso Gil-Sacramati, si è girato verso il Presidente del Consiglio, quasi a chiedere un aiuto o almeno a guadagnare tempo prima di rispondere. Paradisi però lo ha incalzato da vicino con una serie di domande: perché 14 mesi di silenzio sul caso ?, perché il silenzio sul sub appalto?, perché la linea di difesa del comune è stata solo tecnica?, perché non è stata fatta questa eccezione?. Il Sindaco gli ribatteva che ognuno porta la sua verità, l'arbitrato è stato perduto, ma piano piano, la verità emergerà e sarà positiva per il Comune.

A togliergli le castagne dal fuoco, c'era un intervento, di uno scalatore degli specchi, Sardella, che con una certa dote professionale, faceva notare al Presidente del Consiglio, che si era andati “fuori tema”, perché il caso non rientrava nei contenuti previsti nell'Ordine del Giorno.

Ma già Paradisi, il fustigatore della serata, aveva colpito anche in precedenza. Si era soffermato a criticare aspramente chi aveva messo mano all' O. del G. proposto da lui e da Pazzani, apportandogli delle modifiche e per di più con un testo contenente anche errori grammaticali. Il povero Monachesi, doveva ammettere che l'errore dipendeva dagli uffici comunali, prometteva un maggior controllo per l'immediato futuro e chiedeva umilmente scusa.

La palma della maggiore professionalità, va indiscutibilmente all' Ass. Paci, per la sua compostezza e serietà cui il mandato le impone, cosa che fanno ben pochi dei suoi colleghi. Cinque ore incollata al suo posto, attenta, silenziosa, rispettosa nei confronti di tutti gli oratori. Gli altri, eccezion fatta per l'Ass. Colocci semi nascosto dietro una pianta, completamente assente malgrado la sua presenza, svolazzavano da uno scranno all'altro, girando le spalle all'oratore di turno, a chiacchierare con la noia disegnata sui loro visi per l'obbligato impegno a cui dovevano adempiere, o impegnati sui loro PC.

Svegliato quasi di soprassalto, dal Sindaco, l'Ass.Campanile, per rispondere ad una domanda posta dal suo compagno-consigliere-capo gruppo Magi Galluzzi, circa la rumorosità che il quartiere di Cesano lamenta nei confronti di una locale discoteca. E, poveretto, così su due piedi, che cosa volevate che rispondesse... che il problema acustico è un problema sentito a Senigallia, soprattutto di notte (lo credo...di giorno la gente è sveglia!), che si è aperto un dialogo con gli addetti ai lavori e che si vigilerà con gli organi preposti. Poi dopo questo snervante intervento si è eclissato, spaventato forse per il temporale che imperversava su Senigallia...

Utilizzando uno scampolo di intervento, il Sindaco provvede all'investitura dell'Ass. Memè con la consacrazione ufficiale di Vice Sindaco.

L' O. del G. dei consiglieri Paradisi e Pazzani, (mancata assunzione di 29 disabili da parte dell' Ospedale) offre la possibilità di farsi notare a consigliere Quagliarini, con la sua lettura degli articoli di legge che regolano le assunzioni dei portatori di handicap nel pubblico impiego, nell'assoluto e totale disinteresse, anche per la pesantezza del testo e non solo, di quelli che avrebbero dovuto essere i suoi uditori.

Non ha avuto miglior sorte la Paci con il suo intervento circa la Variazione di bilancio, non perché il suo intervento non fosse ben posto, ma per la tecnicità del problema, per una"cattiva abitudine" già accennata sopra e per una mancanza, poi precisata da Mancini, della necessaria documentazione che permettesse ai colleghi di seguire i dati da lei espressi. Attenzione però, perché ha riportato subito gli indici di ascolto al massimo, non appena ha proferito le parole: "600 mila €", "avanzo vincolato", "lodo Sacramati" .

Altro punto di interesse si è avuto con la discussione di Monachesi SI e Monachesi NO quale partecipante in commissione, nei due ruoli da lui interpretati: quale Presidente del Consiglio e quale esponente del gruppo IDV. Si poteva guadagnare del tempo passando direttamente alla votazione, dal momento che ognuno è rimasto sulle sue posizioni e solo i numeri hanno avuto ragione.

Per il problema dell' Acqua bene di tutti...si è parlato tanto, ma ho la sensazione che per ingoiare il "problema" dello scioglimento della Multiservizi S.p.A., il gruppo "Partecipazione" presieduto da Mancini dovrà bere non so quant'acqua...e l'esito dell'ultima votazione chiusa con un salomonico nulla di fatto (13 a favore e 13 contrari) la dice lunga.

Degli innominati, eccezion fatta per Rebecchini, Girolimetti, Cameruccio, Ramazzotti, Giovannetti e Fiore (ma quest'ultimo ne avrebbe beneficiato maggiormente se si fosse trincerato in un assoluto silenzio) perchè, anche se in tono minore, nel bene o nel male, hanno quantomeno partecipato alle varie discussioni, sappiamo solo che erano presenti sicuramente le loro dita, perché al momento delle votazioni hanno espresso il loro voto.

Queste, invece alcune battute che sono state scambiate in Aula:

Cicconi Massi rivolto al Sindaco in merito alla decisione di ripresentare il bando per l'assunzione di tre funzionari :" ....Direi una sentenza provvidenziale...".

Paradisi Rivolto al Sindaco durante il suo intervento a proposito della Gil-Sacramati :" Caro Sindaco, le fragole non crescono sugli alberi..."

Rebecchini, rivolto a Monachesi e parlando del suo comportamento nell'IDV :"...diciamo che è servito a salvarsi le chiappe..." Battuta che però è stata ritenuta pesante e non adatta al luogo.

Come passa il tempo, come sono deboli le memorie...già ci si è dimenticati di certi Consigli della passata legislazione ?!!

martedì 11 maggio 2010

Tolte le ragnatele di Campo Boario


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

...sono queste le notizie che vorrei pubblicizzare!

Ritengo giusto denunciare i problemi, ma con egual risalto, credo che sia altrettanto doveroso doverli pubblicizzare quando questi vengono risolti. Questo mio scrivere non è da intendersi però come un ringraziamento, perchè ritengo che quanto è stato fatto è frutto di un qualche cosa di dovuto. Certamente ha valore riconoscere pubblicamente che l’Amministrazione se ne è fatto carico, dimostrando, in questa occasione, la vicinanza nei confronti dei cittadini e nel caso in questione, proprio di quelli più giovani. La telefonata che mi ha raggiunto giovedì 6 maggio, con la quale mi si informava che la palestra era stata bonificata dalle ragnatele pensili e dalla polvere delle parti alte della struttura. Un interessamento veloce che è andato oltre a quello che l’importanza del caso forse pretendeva. Mi si dice, perchè io non ero presente alla ripulitura, che si è voluto sottolineare però che questa operazione non era compito dell’Amministrazione, bensì di chi ha in gestione il complesso sportivo. Come già scritto, sono a ribatterlo. Sicuramente sarà così, ma credo anche che se un gestore, non gestisce, il proprietario deve intervenire, come del resto è intervenuto. Questione di semplice sopralluogo, segnalazione del problema e controllo che esso sia successivamente risolto. Una cosa, comunque vorrei raccomandare: questo era solo uno dei casi. Infatti sarebbero opportune una serie di altre verifiche anche alle altre palestre e perchè no, forse partendo proprio da quel Palazzetto dello Sport di Via Capanna che ha problematiche simili...anzi, forse più gravi (leggi spogliatoi, docce, bagni,...) tenendo conto della sua visibilità, dal momento della tipologia del suo uso non solo a fini sportivi e locali. Anche in questo caso, qualora le strutture fossero affidate a dei gestori, il compito dei responsabili comunali preposti dovrà essere quello del richiamo, dell’obbligo di osservare determinate ed elementari regole di decoro e pulizia e nel caso si facesse “Orecchie da mercante” le sanzioni del caso e la revoca della gestione.

sabato 8 maggio 2010

GLI OSPITI DELLA CASA PROTETTA......


....continua....
CAPITOLO 7°

IL PRANZO TRADIZIONALE DI PASQUA

ERSILIA: Ad Ancona se faceva lo stoccafisso: per cucinallo ce vole tanto fogo allegro. Je se leva le spine, si raschia la pelle, ma non si leva perchè è la più bona. Si mette in un tegame un pò d'olio tutto a crudo, 2 o 3 pomodorini che fanno il sugo dorato, gli odori e l'aglio.
BRUNA: Il rosmarino no ?
NELLA: Anche un pò di vino così viene più tenero.
ERSILIA: Si deve cucinare non che se brucia. Quando è asciutto si mette il vino e fai cucinare a tempo, a tempo, perchè se tieni fuoco alto va tutto in fumo e se brucia.
Quando avanzava la polenta le nostre madri la impastavano con un pò di farina e veniva fuori la "beccuta". La davano al fornaio quando passava a vendere le pagnotte così la cuoceva. Era più pesante del pane normale e sfamava di più, ci si metteva sopra il sale, pepe, rosmarino. Se avevi voglia di dolce ce mettevi sopra un fico maturo tagliato a metà. Noi non avevamo mai lo zucchero perchè con la tessera ce ne davano poco, anche di olio ce n'era poco, con la guerra.
BRUNA: Se poteva fa morbida o dura, se mettevi più farina veniva dura. Io non la mangiavo mai, mamma la faceva sempre.
Anche il pollo si portava dal fornaio perchè a casa non si cuoceva bene. Se il fornaio non te lo cucinava bene, non te lo faceva pagare.
NELLA: Io facevo la crescia di Pasqua col forno a legna a casa. Ci mettevo il formaggio. Il lievito lo facevamo noi la sera prima, s'impèastava e quando era bella alta si metteva in forno per un'ora e mezza ed era bella soffice. Quant'era bona! Ci mettevamo il formaggio grattugiato ed anche in pezzi!
BRUNA: A casa mia piaceva a tutti, a me no!
ZELINDA: Si, a me piaceva, ma non la facevo, guardavo mia madre che la faceva.
NELLA: Ci si poteva mettere sia il formaggio fresco che quello stagionato.
ERSILIA: Formaggio de almeno 3, 4 qualità!
ANGELA A: Io ci mettevo quello di pecora, era de casa, lo facevamo noi. La crescia la facevo con la ricetta di mamma: si metteva la farina sulla spianatoia poi il lievito di birra già sciolto bene con l'acqua e i pezzi di pecorino, poi s'intritiva bene, cioè se manipolava la pasta per fare la pagnotta. Il pecorino lo facevo io perchè mamma si è ammalata e non poteva più, avevo quattordici anni.
ERSILIA: La crescia è fatta a pizzicotti, la pizza annuncia la Pasqua, ma è sempre quella.
ANGELA A: Se veniva troppo tosta se metteva l'olio nelle mani e se spianava finchè non era giusta. Poi le uova se facevano sode, se pitturavano e se mettevano sopra e poi in forno quando era lievitata. Prima se cuoceva il pane e quando era cotto se metteva su la crescia e quando se tirava fuori ce se mettevano sopra i granelli de zucchero, quelli delle ciambelline, capito quali? E ce se scriveva sopra "crescia di Pasqua" in stampatello.
ERSILIA: Alla Fiera di San Biagio ad Ancona se faceva un pupo per i bambini fatto con la pasta di pane, però gli occhi se faceva con le cose che avevamo in casa. A Corso Mazzini c'era la Chiesa di San Biagio dalla Gola d'oro davanti alle Tredici Cannelle (ndr.:fontana del Calamo). Ce s'andava quando toglievano l'acqua. Non ce se andava a lavà i panni.
UMBERTO: C'è stato un periodo che ce s'andava anche a lavà, c'era il carrettino, se caricava e s'andava.
ANGELA A: Io quando andata erane tutte rotte le cannelle!
LIDIA: Mia madre la faceva la crescia e mio padre l'aiutava, mettevano il formaggio a pezzi, parmigiano, il pecorino, ma anche quello grattugiato. Sapevo di queste cose, mia madre faceva il lievito di birra da sola.
ANGELA M: Mamma faceva tutto a casa, ma io avevo il negozio e non facevo niente.
DELIA: Io facevo la frittata di Pasqua. Verso le 10 mamma la faceva e la mangiavamo a pranzo. C'era j ovi e il formaggio e si faceva il giorno di Pasqua.
ANGELA A: Anche a casa mia se faceva la frittata!
BRUNA: Eh! Sempre!
FAUSTINA: A Pasqua se faceva i passatelli, poi se mangiava ogni sorta de cose. S'andava alla messa e in chiesa era festa perchè Gesù risorge.
Si faceva una crescia grossa e si portava in forno a cuocere. In forno se portava la teglia grossa, quella piccola la cuocevamo a casa. Poi io facevo i biscotti lessati, si mettevano nell'acqua bollente e crescevano, poi in forno a cuocere.
NELLA: Nell'acqua bollente se lessavano poi ci si metteva il rosolio rosso e lo zucchero.
ZELINDA: Poi se tagliavano tondi.
FAUSTINA: Quando crescevano se spartivano. Mi fiola me li porta pure adè!
BRUNA: A me non me piacevano. Quando se faceva la crescia de Pasqua mamma la doveva fare per tutti, per i fioli, per i nipoti, per tutta la famiglia e se sporcava tutta casa...
FAUSTINA: Veniva grossi 'sti biscotti, ce se metteva la farina, le uova e un pò di lievito.
BRUNA: Anche i pinoli battuti!
FAUSTINA: Quando li avevi impastati se metteva a lessare nell'acqua bollente.
NELLA: No tutto l'impasto!
ANGELA A: Si facevano tanti pezzetti e se ne mettevano nell'acqua.
NELLA: I biscotti sciroppati se fanno anche adesso, ma sono diversi da quelli di Pasqua.
FAUSTINA: Una volta li ho fatti piccolini e li ho cotti nella stufa di casa. Se si facevano più grossi se portava al forno.
UMBERTO: A Pasqua me ricordo che c'era anche l'uovo!
ANGELA A:
sì gli uovi di Pasqua! Quando l'acqua bolliva se facevano cuocere, poi se spaccava in 4 parti nel piatto e noi se condiva con olio, aceto e pepe e col cucchiaino se spargeva sopra sennò andava tutto in fondo. Si mangiava con l'insalata, ce se metteva i pomodori e la cipolla tajata fina fina e se lasciava lì che poi manco la vedevi la cipolla da quant'era fina, però sentivi il sapore e quant'era bona!
FAUSTINA:
A Pasqua le uovo più piccole se mettevano sul tavolino e il prete le benediva, poi ce se faceva la pasta.
ANGELA A:
Se metteva anche il pane sul tavolo per farlo benedire.
BRUNA:
4 o 5 uova poi se le prendeva il prete!
LEDA:
Io cucinavo tutto a Pasqua: agnello, uova, anche la crtescia. La frittata si faceva la mattina e dentro ci mettevo tutto quello che avevo in casa. Facevo benedire le uova, la sera facevo le uova sode e il giorno dopo la frittata con l'aglio fresco.
MICHELINA: A Pasqua mettevo i vestiti vecchi perchè i soldi non ce n'erano! Una signora che s'era cresimata la figlia mi ha dato un vestito color rosa e lo mettevo de festa.
Anche io preparavo la crescia: se faceva la sfoglia con farina e uova. Sul primo strato se mettevano le uova lesse, poi la salsiccia, poi il pomodoro, poi la mozzarella, tutto grado a grado e veniva come un cappello. Poi con la seconda sfoglia se copriva, se spennellava con l'uovo e se metteva in forno. Una volta mamma l'ha fatta per tutti, anche per i vicini!
FAUSTINA: Se faceva anche 'na mucchia de dolci, poi se portava al forno. Se faceva anche la "panzanella".
LIDIA: Io la panzanella non la conosco.
FAUSTINA: Se prende il pane, ce se mette sopra un filo d'olio, le erbette e un cincinino de sale. Se faceva quando il pane era secco. Se metteva a bagno il pane poi ce se metteva il condimento.
ANGELA A: Noi facevamo in un'altra maniera: in una teglia se metteva un pò de fette de pane, poi si faceva il sugo col lardo e l'olio. 'Sto sugo nel tegame, poi il pane bagnato con l'uovo sbattuto, poi il sugo fatto con la conserva, poi il formaggio grattugiato e poi le molliche de pane secco, poi ancora sugo e formaggio parecchio. Nel forno se metteva la carbonella, sopra la pentola col coperchio de ferro.
BRUNA: Quando a casa mia se faceva il pancotto, a me me facevano un'altra cosa.
FAUSTINA: La crescia se poteva fa anche sa'l formente. Era un pezzo de pasta del pane avanzata, grossa così, ce facevi sopra 'na crocetta e quando lievitava la lasciavi lì che s'inacidiva e la usavi la volta dopo come lievito anche per il pane.
ANGELA A: se faceva ogni 15 giorni.
BRUNA: Era duro come un madon! (mattone)
ANGELA A: Se teneva per 15 giorni, ma anche de più, finchè non serviva, fino alla volta dopo che ce facevi il pane. Se conservava in un piatto dentro la mattera (madia).
BRUNA: Mio padre era fornaio e quando portava il pane sulle spalle per andallo a vendere, i signori gli regalavano le uova. Mamma ce faceva il ciambellone e la crescia de Pasqua. Io mangiavo il ciambellon, ma la crescia no.
LIDIA: Per pranzo se cucinava il brodo di tacchino o di cappone e se facevano i tagliolini, dovevano essere fini come i capelli.
UMBERTO: Anche i cappelletti.
NELLA: Mia mamma a Pasqua faceva un pò di pancotto perchè era tradizione.
UMBERTO: Il "pappone" si faceva con gli avanzi, con tutte le robe spezzate che non ce se faceva più niente.
NELLA: In ultimo se mangiava anche le castagne e i ficchi secchi.

venerdì 7 maggio 2010

Frazione fa più figo, periferia fa più degrado...
























di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

...ma sempre quello è! Con un assessore "dedicato", cambierà la situazione?

Poi l’avergli dato ora anche un assessore che si occuperà di tutte le loro necessità, la farà sentire certamente più vicina alla città. Il problema è, a volte, come arrivarci, in principal modo quando il tempo si ostina ad essere piovoso, come in questi ultimi tempi.

Dalla denuncia fotografica pervenutami dagli abitanti della zona, si comprende bene come mai la parola Frazione sia la più indicata proprio per sottolineare quella percentuale matematica (una frazione) di interesse che il comune dedica a questa “generica” periferia.

Come sembra di capire però, anche le Frazioni non sono tutte uguali. Ci sono quelle più atee, ma con un Santo tutto loro e quelle un po’ meno, dimenticate volutamente e completamente dai “feudatari di partito”.

Ma con tutta sincerità, devo riconoscere che la colpa, come in questo caso specifico, più che del comune per la trascuratezza in cui versa la “frazione” è di certe scelte del nome con il quale è stata battezzata la via. Si perchè la pietra dello scandalo della lamentela di cui mi faccio portavoce, riguarda una via. Beh... già chiamarla via, ti fa cadere in un errore in cui ti “impantani” e non riesci poi più ad uscire salvo l’abituale “aiutino” di cui sono soliti fornire gli abitanti di zona associatisi sotto la sigla PCS: Protezione Civica Semovente

Quella cosa che si vede nelle foto, infatti altro non è che Via Scornabecco, e si, si chiama così, non è uno scherzo...come non è uno scherzo la foto...è realmente una via e non una pista da cross!

E’ quella che viene denominata comunemente strada “Bianca”, possiede i requisiti di strada comunale, ha una lunghezza di circa 2 km, con doppio senso di circolazione e che in compenso è stretta, ma quando piove poi diviene impraticabile. Collega la SP Scapezzano-Roncitelli con Via Fontanelle e quindi con Via delle Grazie. Da oltre tre anni è stata totalmente dimenticata, come del resto la parola manutenzione e nei giorni di pioggia la percorrenza delle auto è affidata al senso civico dell’operatore del "semovente di turno". Per il Comune, infatti, si può rimanere impantanati fintanto che il sole non ritorna a splendere dal momento che per molti di loro è difficile identificare anche la sua ubicazione.

Ora i tempi sembrano però essere mutati, non parlo di quelli atmosferici, bensì assessoriali (o assessorili?...tanto fa lo stesso!) Voglio augurarmi, che, dopo questa segnalazione, i due Assessori competenti si contenderanno la palma per dimostrare la loro personale vicinanza agli abitanti: quello alle Frazioni e quello ai Lavori Pubblici.....Pia illusione...No, non credo!

Uno, lo Smile-man...il sorriso che non conosce confini, non può deludere con il suo viso sempre così ottimista e bonario e che dire del nuovo remigino, sempre molto compunto e professionale, non vorrà neppure lui farsi sfuggire l’occasione per far dire “...quelli che mi hanno preceduto, evidentemente questa eccellenza di pista da cross se la erano dimenticata e se non era per me, ancora bagni di fango si facevano...”.

Di una sola cosa sono certo, da ora non potranno più dire “Non lo sapevamo”.

domenica 2 maggio 2010

SENIGALLIA : Ritenuti inadeguati i compensi dei politici locali...dai politici stessi!

di Franco Giannini già pubblicato su 60019
A seguito di una telefonata ricevuta in data odierna 04.05.2010 alle ore 11.00 dal caro amico amico, nonchè Direttore Responsabile del giornale on-line Vivere Senigallia Michele Pinto, mi sento in obbligo di dovere puntualizzare che le frasi da me riportate nei virgolettati, sono frutto di sue interviste raccolte e riportate sugli articoli di cui i link VS del 27.04.2010 e VS del 28.04.2010 . Cosa che io non ho precisato però nel mio articolo
Voglio anche sottolineare che Michele me lo ha fatto notare benevolmente come è sua abitudine e quindi questa precisazione, non mi è stata imposta, ma è frutto solo di una mia volontaria scelta, in quanto consapevole, seppure involontario, di un antipatico errore in cui sono caduto e che in qualche modo volevo e dovevo riparare.
Le mie sentite scuse quindi a Michele ed alla redazione di VS ed un cordiale saluto. (F.G.)

...forse un semplice punto di domanda li avrebbe resi più simpatici e democratici!


Come sempre dai nostri politici, non dubbi, ma certezze.
Veramente di questa uscita lamentevole e patetica, dal mio punto di vista, ne avrei fatto sicuramente a meno. Leggere ad appena 30 giorni dall'esito delle elezioni e neppure un mese dal loro insediamento in giunta, che già c'è chi si lamenta perchè il lavoro è tanto e scarsa è la retribuzione, mi lascia molto perplesso e dubbioso sulla bontà con cui costoro gestiranno la cura del cittadino e della città. Prima i loro interessi.
Mi viene da chiedere se la loro sia stata una scelta maturata senza imposizione alcuna, al momento della firma di adesione alla lista in qualità di candidato consigliere, viste le lamentele. E non mi si venga a dire, che simili a tanti verginelli, nessuno sapeva a che cosa sarebbe andato incontro. In principal modo che nessuno di costoro conoscesse il lato economico di loro spettanza.

Si è andati a fare perfino il calcolo percentuale di incidenza rispetto la spesa corrente, per sottolineare la pochezza di tali importi. Riportando però subito dopo un "macchine indietro", nel timore di perdere qualche consenso che così, tra l'altro, cantava: "...Non si fa questo tipo di scelta per un interesse economico. Ci si candida perché si crede nella Politica, per aver la possibilità di far qualcosa per la propria città. Oggi fare l'amministratore locale ti obbliga a fare i salti mortali....".

Non comprendo dove sta la differenza rispetto ai tutti noi normali cittadini, abituati da tempo a questi giochi circensi. Io mi sono chiesto però perchè qualcuno di questi personaggi del mondo della politica locale, malgrado tutte queste difficoltà continui a restare su quei scranni, oltremodo scomodi, da decenni.

Che il loro sia masochismo, che sia una chiamata celeste? Oppure che sia frutto di una immensa ambizione?, o che ci siano legali contropartite, ma sempre contropartite come conoscenze di prestigio che possano aprire, successivamente, le porte per futuri avanzamenti in politica, o interessi lavorativi nel campo del privato, o gettoni di presenza per inserimenti in consorsi o similari?

Quello che è più strano è il leggere poi che nella discussione sono entrati alcuni esponenti di correnti (o partiti o liste chiamatele come vi pare), che alla fine, seppur con diversità su alcuni punti (del resto dovevano salvarsi la faccia) lamentano tutti questo problema economico ritrovandosi così alla fine concordi su il nodo principale della discussione. Ma anche le loro riflessioni sono similari, come pure lo sarà certamente "la sincerità" con la quale li hanno espressi.
"Avere compensi così bassi comunque è un forte segnale di sobrietà".
"La politica locale è servizio".
"Abbiamo voluto (noi consiglieri) la bicicletta, conoscevamo le regole prima di essere eletti, ora dobbiamo stare zitti e pedalare."

Ma malgrado queste frasi piene di "senso civico", in tutti c'è malumore manifesto. Ma viene anche da chiedergli: "...ma allora di che cosa vi lamentate?"

E si che in campagna elettorale si è parlato spesso di meritocrazia. Ed ora si vuole o si vorrebbe il compenso adeguato senza impegnarsi.
Senza far finta di non vedere che molti di costoro che occupano quegli scranni, nulla fanno se non le belle statuine. Alzando la mano, a comando, al momento del voto. Non impegnando le loro intelligenze. Fornendo solo le loro passive presenze.

Il denaro, cari i miei amministratori, va guadagnato, non preteso a prescindere.

Interessante il primo commento che ho rivevuto su 60019 e che mi sento in obbligo di pubblicare:
Commenti
Scritto da Visitatore anonimo il 2010-04-29 22:52:59
Mi permetta Signor Giannini le parole finali le dovrebbe dire al suo carissimo candiadato Sindaco che per 5 anni è stato in cosiglio pochissimo.
Adesso ha iniziato nuovamente con la stessa prassi di allora, arrivare un'ora dopo l'inizio del consiglio, segna la presenza e dopo un paio di ore lascia il consiglio. Qusto modo di fare non mi sembra prorpio la maniera giusta di tutelare gli interessi dei cittadini.
La ringrazio se riporta questi suggerimenti
HA RAGIONE !!!!!!
Scritto da Visitatore anonimo il 2010-04-30 17:33:53
Sono concorde con i suoi suggerimenti, tanto che come può trovare su altri miei scritti, sono stato lieto di terminare questa campagna elettorale per poter nuovamente e liberamente esternare il mio pensiero. Anche io lo avevo notato, anche se per correttezza nei riguardi della persona e non del candidato come tale, mi astenevo dal commentare.
Comunque io non sono un politico e da persona qualsiasi so riconoscere gli errori senza alcun ...si, però.
Credo di possedere anche un'altra dote...ci metto in tutto la mia faccia, come ad esempio firmare ogni mio scritto...previligegio, a quanto pare, di pochi
Scritto da Visitatore anonimo il 2010-04-30 17:34:03
PS: Aggiungo, ora, che questa era la mia replica, la cui firma, per qualche oscuro motivo tecnico, è andata perduta.

Scritto da Visitatore anonimo il 2010-04-30 17:34:03

Grazie visitatore anonimo del 29.04.2010 alle ore 22:52 ... massima diffusione al suo commento !!!!

Aggiornamento commenti del 03.04.2010 alle ore 22.22
Scritto da Visitatore anonimo il 2010-04-30 22:25:32
ciao franco sei grande
Consigliere Lega Nord
Scritto da Visitatore anonimo il 2010-05-02 16:35:11
Il Consigliere della Lega Nord Pazzani devolve il suo gettone di presenza in beneficenza, ma è il solo per adesso....
Saluti Cristiano
Populismo e sciatteria, come sempre...
Scritto da Visitatore anonimo il 2010-05-03 11:38:55
Questa storia delle "assenze sì - assenze no" ha un po' rotto le acatole, direi. In ogni consiglio che si rispetti (Comunale, di Facoltà, di Amministrazione, eccetera) c'è un "Ordine del Giorno" che specifica di cosa si discuterà. Pertanto, ogni consigliere è stra-libero di decidere se è il caso di andare oppure no. Anche perché, io credo, non è la presenza costante che certifica la bravura o il grado di partecipazione di un consigliere, ma la sua presenza nei momenti topici per le decisioni importanti, rispetto al compito che si è assunto facendosi eleggere.

Se poi si considera che i politicanti "di mestiere" (cioè quelli che pure stavolta ci governano) non hanno un piffero da fare, se non "p...." mentali per "allungare il brodo" e far vedere quanto sono bravi loro (a complicare le cose semplici), che i consiglieri scelgano di impiegare meglio il loro tempo anziché sbadigliare in Consiglio, è sacrosanto. Sia per la loro salute mentale, sia per non sentirsi presi per i fondelli.

Diverso, ovviamente, è il caso degli intruppati che DEVONO, pena rimbrotti dei capibastone, farsi letteralmente il sedere quadrato su quegli scranni, manina pronta al comando.

In sintesi, io sto con chi non s'intruppa e decide con la sua testa. Anche se andare o non andare alle sedute del Consiglio. Io farei la stessa cosa...

mariangela

sabato 1 maggio 2010

1° MAGGIO : UNA FOTO E' DI TROPPO...QUALE?



di Franco Giannini

Era il 1° Maggio del 2008 quando scrivevo: " “ Otto ore di Lavoro, otto di Svago, otto per Dormire “ è questa la frase che, come siamo usi dire oggi, diede l’ input alle rivendicazioni operaie e che sfociarono nella nascita, di quella che solo successivamente, venne chiamata la “Festa dei Lavoratori”. L'anno dopo invece, 1° Maggio 2009, cominciavo il post con un: "Ogni anno che passa, mi trovo sempre più in difficoltà nel descrivere il che cosa questa data significhi: si diceva Festa. Ma festa di chi o di che cosa ? Volendoci provare anche quest'anno e cercando una motivazione seppur semplice per cui chiamare questa giornata Festa, sono riuscito solo a motivarla con un, seppur molto stupidamente, primo compleanno del blog lo spigolatore."
Quest'anno, 1° Maggio 2010, l'unico cambiamento sta in quelle otto ore di lavoro rimaste a pochi, otto ore di svago per pochi, otto ore da dormire a pochi. Il lavoro continua ad essere una chimera per i giovani, non ci si può divertire se non si hanno neppure i soldi per mangiare, non si possono dormire sonni tranquilli per chi il lavoro non lo ha, per chi lo ha, ma è sul punto di perderlo, per i precari, e come dicevo. soprattutto per i giovani a cui tutti si ispirano nelle sole campagne elettorali, ma poi alla fine tutti se ne dimenticano o meglio ancora se ne fregano.
Non c'è più festa, quindi, essendone venuti a mancare i presupposti, solo i personaggi meno indicati festeggiano quello che non c'è da festeggiare con la loro immensa alterigia, sfacciataggine, boria e squallida autorità da piccoli dittatori dozzinali da super mercato.
Non si può festeggiare in famiglia, quando in seno ad essa ci sono persone che piangono...e l'Italia dovrebbe essere una famiglia!

FESTA DI COMPLEANNO

1° Maggio 2008 - 1° Maggio 2010 : Lo Spigolatore compie due anni