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mercoledì 10 dicembre 2014

Alberto Sordi ai raggi X d’un acuto quanto “impietoso” Maurizio Liverani

come che del resto lo è sempre stato, figuriamo oggi al traguardo delle sue prime 86 primavere - FOTO

Un prestigioso traguardo che ha voluto casualmente festeggiare giovedì 27 novembre alla Biblioteca Antonelliana con la presentazione del suo nuovo libro "Sordi racconta Alberto", ad un numeroso pubblico intervenuto per ascoltare la sua oramai risaputa oratoria sempre farcita di aneddoti e personaggi che inaspettatamente escono fuori come da un cappello a cilindro di un valente prestidigitatore.
Immancabile al suo fianco Barbara Soffici, che seppur con un pizzico di emozione, ha svolto il lavoro più difficile : quello di ricordarci quanto Maurizio Liverani, nel corso di questa lunga carriera ci ha insegnato, scritto e deliziosamente portato sulle scene. Elencando gli innumerevoli personaggi che il Maestro ha conosciuto e di cui puntualmente ci narra con dovizia di particolari e senza peli sulla lingua, sia i pregi che difetti. E Barbara, questa la sua grande dote, lo ha fatto in punta dei piedi, dettagliatamente, ma, nel timore di rubargli spazio e visibilità, rapidamente e con estrema modestia.
Altrettanto ben congeniata e studiata la presentazione del volume  da parte dell'esperto cinematografico Federico Pergolesi, che in chiave di intervistatore di Liverani, ha saputo mettere in rilievo, acuendo l'interesse per i tre personaggi: Maurizio, Sordi ed Alberto, non dimenticando il periodo in cui l'intervista fu fatta.      

Ho lasciato passare qualche giorno prima di scrivere su queste mie quattro righe, che non hanno di certo la pretesa di essere una critica sul contenuto del libro, non potrei permettermelo né come capacità né quantomeno per timore di varcare indegnamente quella soglia di rispetto nei confronti di Maurizio. Quindi se ci scrivo su queste modeste parole è anche per confermare quanto sottolineato dal nostro Assessore alla Cultura Stefano Schiavoni, che in fase di presentazione del volume, sottolineava giustamente come i libri di Maurizio Liverani ti prendano e li si leggano tutti di un fiato nell'arco di poche ore. Indubbiamente apprezzo tutte le doti del Maurizio Liverani Scrittore-Giornalista, ma principalmente quella che ritengo la sua principale : Una sintesi, ma dettagliata.
Potrebbe sembrare un'affermazione contradditoria la mia, ma credo che così non sia. Nell'ultima di copertina di "Sordi racconta Alberto" in nove sole righe ci propone la foto del vero Albertone come non lo abbiamo mai pensato fosse. E la frase che estrapolo :"... Sordi non è il solito attore che fa ridere; egli ha la nozione e il sentimento delle cose della vita..." ti invita ed invoglia, oltre a che pensare, a partire con la lettura che per qualche ora ti terrà impegnato. Avverto che si avrà bisogno ogni tanto, di porre l'indice della mano a mo' di segnalibro, riflettendo su questo personaggio che si racconta quando aveva soli quarantasei anni, ma che è attuale anche al giorno d'oggi.
Ma chi da freschezza ed attualità a questa intervista, è , non dimentichiamolo, alla penna rimasta, del resto, immutatamente sempre giovane del nostro Maurizio Liverani.

Quello che mi è balenato dopo il post lettura di questo libro, è stata la impossibilità di poter fare quella necessità di soddisfare tante curiosità che ti vengono a mente e che ti restano così in sospeso. Necessiterebbe prima di leggere il libro e poi partecipare all'incontro. Cosa che mi sono preposto per la prossima volta, dal momento che in cantiere, come sia Maurizio che Barbara ci hanno rivelato, sono in fase avanzata altri due libri. Uno di questi dovrebbe avere per oggetto la "rottamazione" del lavoro del "Regista" visto in chiave politica ed immagino non certo velatamente polemica. Però questa volta cercherò di organizzarmi meglio nell'interesse del mio egoismo di soddisfazione personale, onde avere la possibilità che l'autore possa soddisfare tutti i dubbi che gentilmente con l'occasione andrò a sottoporgli.
Franco Giannini
Già pubblicato Lunedì 8 dicembre, 2014 su SenigalliaNotizie.it

mercoledì 26 novembre 2014

“Sordi racconta Alberto”: presentazione di un nuovo libro di Maurizio Liverani

Giovedì 27 novembre alle 17.30 alla Biblioteca Antonelliana

Quando si parla di cultura, gli inviti non dovrebbero essere specifici ma rivolti a tutti. Ma in questa presentazione del nuovo lavoro di Maurizio Liverani, credo che l'incontro assuma un aspetto ancor più interessante, per non dire goloso, verso i cinefili e più specificatamente verso coloro che hanno sempre amato l'Albertone nazionale.
Non sto qui ad intrecciare elogi nei confronti di Maurizio Liverani, non ne ha mai avuto e continua assolutamente a non averne bisogno! Posso solo affermare senza timore di smentite che è un uomo dall'intelligenza e dagli interessi poliedrici che spaziano dal Giornalismo (il suo è però con la G maiuscola), alla narrativa, dalla sceneggiatura alla regia cinematografica. Ed in tutte queste sue attività, nulla è stato affidato al dilettantismo, al caso ed a farmi da testimonio di quanto sostengo, ci sono gli innumerevoli premi assegnatigli.
Del resto a dirla lunga sono i personaggi che cureranno l'incontro e che si sono resi disponibili ad affiancarlo in questa sua presentazione, quale il nostro Assessore alla Cultura ed Istruzione Stefano Schiavoni, l'esperto cinematografico Federico Pergolesi, nonché la giornalista e curatrice dell'edizione Barbara Soffici che definirla solo "curatrice" suona sicuramente riduttivo. Infatti Barbara è la "musa" ispiratrice di tutti i volumi recentemente usciti in questi ultimi anni. Colei che "cura" si, ma soprattutto incentiva Maurizio ad attingere agli innumerevoli ricordi storici, che poi riesce a raccontarci come una fresca attualità, come può saper fare solo un Maestro della penna.

Franco Giannini
Già pubblicato Martedì 25 novembre, 2014 su SenigalliaNotizie.it 

lunedì 7 aprile 2014

Maurizio Liverani giurato a Roma al premio Anna Magnani

Quando in una città non c'è più sordo di chi non vuol sentire... 


Il 31 Marzo il nostro concittadino Maurizio Liverani, era a Roma in qualità di membro della giuria del "Premio Anna Magnani" assegnato poi a Paola Cortellesi e a Giovanna Ralli. In quell'occasione ha parlato della sua amicizia con "Nannarella". Dopo la premiazione è stato proiettato il film, restaurato dalla Cineteca di Bologna, "Roma città aperta". Ancora una volta, altri, hanno riconosciuto il valore intellettuale di questo nostro cittadino che meriterebbe sicuramente più attenzione.
Per chi poi ne vuol saperne di più:
http://www.distampa.it/news.asp?id=2812
https://www.facebook.com/premioannamagnani

Il Video
                                                                                                                                              
        



di Franco Giannini

Sicuramente peccherò di vanità, ma, io, tengo ai sani complimenti e sono certo che quello di Maurizio che qui sotto riporto, è di questa tipologia, con l'aggravante che esso è esternato da una persona, che intellettualmente e non solo, c'è solo tutto da imparare: 
"Caro Franco
sei uno squisito amico. Avercene! Hai dato un risalto alla Premiazione con uno stile e una classe che appartengono solo alle "anime belle". Sono qui a ringraziarti insieme a Chiara, corresponsabile di questa mia "rinascita". A Roma mi hanno definito "mito" e forse mi intesteranno una strada nei pressi del Tempio di Vespasiano....
I nostri abbracci ti strangolerebbero. Fatti vedere.... metti con la tua simpatia il piacere di essere tuo concittadino. Sei veramente grande. Ciao
Maurizio"

domenica 23 febbraio 2014

“Fatemelo Dire”, il nuovo lavoro editoriale di Maurizio Liverani

Un compendio di articoli giornalistici che fotografano il 1013 

Il titolo del libro prende spunto dall’omonima rubrica che Maurizio Liverani tiene sull’agenzia giornalistica “Distampa e che nasce da un’idea del suo direttore, il dott. Giacomo Caprioti, non intesa come una richiesta di permesso, bensì, come tiene lui stesso a precisare, un’affermazione di un pieno diritto. L’ordine, la scelta degli articoli, il progetto grafico ed editoriale è invece della solita musa Barbara Soffici, che Liverani ha avuto la fortuna d’incontrare e nelle cui mani si è totalmente e ciecamente affidato. La prefazione di questo saggio, è stata sapientemente lasciata ad un’altra “anima” dominante dell’agenzia “Distampa”, il suo direttore Caprioti, che apre il suo prologo con la messa in luce, qualora ce ne fosse bisogno, delle qualità umane, in primis, di Maurizio. Racconta come fece la sua conoscenza e quella che poi è divenuta una collaborazione che continua ancor oggi. Leggendo queste sue note, mi ha fatto sentire, per una volta nella vita, un uomo fortunato, perchè invece io l’ho incontrato casualmente, facilmente e ho immediatamente beneficiato anche della sua amicizia.
Gli articoli, invece, sono proprio i suoi.
Mentre ad affermare le qualità giornalistiche, letterarie, artistiche, ci sono, oltre alle parole del direttore, come lo stesso ha modo di elencare, i numerosi premi assegnatigli che parlano ulteriormente di e per lui. Un uomo, Liverani, che con il suo garbo, la sua educazione, la sua modestia, la sua ironia, ha saputo descrivere personaggi che hanno fatto epoca e che invece al sottoscritto, il solo parlarne di riflesso, sembra già di raccontare cose irreali e di pura fantascienza.
La copertina di "Fatemelo dire", il libro di Maurizio LiveraniIn questi giorni si fa un gran discutere del libro di Friedman e delle sue eccezionali rivelazioni. Interessante certamente, come altrettanto interessanti, ne sono certo, trovereste però, gli articoli che vi invito a leggere e che Liverani scriveva sui personaggi che hanno occupato la cronaca politica del 2013. L’anno della svolta, un anno con un destino incerto tra la speranza e la sfiducia, un anno dove personaggi quali Letta, Renzi, Berlusconi, Monti, il M5S, Napolitano si sono “contesi” le attenzioni ironiche degli italiani. Quelli stessi che poi, nulla hanno cambiato perché neppure loro sono cambiati, quelli stessi che ci stanno assillando anche in questo “non più prevedibile, rassicurante e roseo” 2014.
Mi troverei in difficoltà nel trovare ulteriori adeguati aggettivi onde non ripetere quelli usati sia da Barbara Soffici con il suo articolo “FATEMELO DIRE ovvero il coraggio della coerenza” nonché con la sua introduzione sulle stesse pagine del libro, che da Giacomo Caprioti nella sua prefazione, quindi preferisco lasciare loro le parole più qualificate per esprimere le qualità contenute nei brani selezionati. Alcuni dei quali, comunque, è possibile leggerli gratuitamente in anteprima, affidandovi alle istruzioni indicate sui link in blu evidenziati.
L’augurio, intanto, è di una buona lettura.

Franco Giannini
Pubblicato Sabato 22 febbraio, 2014 su SenigalliaNotizie.it

sabato 9 novembre 2013

La prima intervista di Maurizio Liverani a Federico Fellini e mai pubblicata…

... almeno fino a pochi giorni or sono, 20° anniversario della morte del grande regista

Una lettura consigliata, soprattutto per i cinefili e veramente da non perdere. Fin dal primo incontro avuto con Maurizio Liverani, in occasione della prima intervista, ho cominciato a seguire, dietro suo suggerimento, l’on-line www.distampa.it. Un’agenzia in cui collabora un’altra penna d’oro che Maurizio definisce la “musa” curatrice dei suoi romanzi: Barbara Soffici.

Dico questo perché senza leggere “distampa.it”, mi sarebbe sfuggita questa golosa occasione d’imbattermi prima e “rubare” poi, questa intervista rimasta per tanto tempo in un cassetto della scrivania.
Ma il fresco e sempre moderno stile di scrittura di Liverani non fa sentire il peso degli anni trascorsi segretamente nel suo archivio. Ed è proprio per questa sua “anziana modernità” di esternare ricordi passati (consiglio di leggere il suo libro “Le fuggevoli nuvole del divismo si dissolvono con Audrey“) che ho sentito il bisogno di farne dono anche ai lettori senigalliesi attraverso le pagine di www.SenigalliaNotizie.it, nonché del mio modesto blog www.lospigolatore.blogspot.com/.
In verità l’etica non mi avrebbe permesso di “rubare” nulla senza prima aver chiesto doverosamente il permesso, come del resto ho fatto, sia a Liverani che al Direttore dell’agenzia, Dott. Giacomo Carioti, proprietario dell’esclusiva, a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti per la sua gentile concessione, trasmessami attraverso Maurizio.
E di questo gliene siamo tutti veramente grati ed obbligati.
Maurizio LiveraniCurioso come sono e non totalmente soddisfatto, ho contattato Maurizio per avere qualche dettaglio in più e così facendo sono venuto a conoscenza di ulteriori piccole curiosità.
Ad esempio, che fu Federico Fellini a chiedere di essere intervistato. Una moda che anche oggi i Vip, artisti e non solo, non hanno più abbandonato. E mi svela come in un giorno in cui Maurizio si disse disponibilissimo ad incontrarlo, Federico lo andò a prendere immediatamente con la sua elegante “Mercedes” nera, che guidava personalmente. Mi racconta come e per quanto tempo girarono per lungo e per largo Roma senza una meta precisa. E come fu che a forza di girovagare, arrivarono ai Colli Romani.
Durante questo percorso senza destinazione, ci fu una specie di “confessione” del maestro del cinema al maestro di penna, ma non proprio un’intervista: gli parlò infatti della sua vita, delle sue ambizioni, della sua passione per il circo, insomma delle sue cose personali. E quello che conferma che non fu un’intervista vera e propria è il fatto che Maurizio, alla mia domanda, se avesse usato per l’occasione un magnetofono o un taccuino, mi risponde precisandomi: “Non ho mai scritto niente su taccuino e non ho mai adoperato il magnetofono…“.
Mi fa notare inoltre, che molte delle cose che Fellini gli disse, furono anche imbastite di tante “bugie”. Cosa che poi lui stesso gli confermò, candidamente, diversi anni dopo e Maurizio mi racconta, come che per questo vizio, Montanelli, non a caso, gli affibbiò il nomignolo di “il caro bugiardo!
L’intervista, se così si può chiamare, durò un intero pomeriggio… Quella ufficiale poi, apparve su “Paese Sera“, riassunta in poche pagine per quello che era relativo al film… mentre questa, rimasta per anni nel cassetto-archivio di Liverani è la sintesi di un retroscena umano. (F.G.)

Questo dunque il racconto:
ESCLUSIVO: LA PRIMA INTERVISTA DI FEDERICO FELLINI SU “LA DOLCE VITA”
Questa che pubblichiamo è la prima conversazione che Federico Fellini ebbe con un giornalista sul progetto della Dolce vita: Maurizio Liverani, allora critico di Paese Sera, raccolse l’intervista durante un viaggio in automobile con il regista. L’intervista non fu mai pubblicata, poiché all’epoca il giornale considerò quei contenuti poco interessanti per i lettori, mentre ancora il film non era realizzato e il suo progetto non suscitava particolare attenzione. Per questo il manoscritto è rimasto fino ad oggi nel cassetto di Liverani. Distampa lo pubblica oggi in esclusiva e lo diffonde all’opinione pubblica.
FATEMELO DIRE – di Maurizio Liverani
L’impegno preso da Fellini, già nel contratto, era di parlare del film soltanto sugli organi di stampa, soprattutto su L’Espresso, dell’editore Angelo Rizzoli che inseguiva la realizzazione di un “fiasco”; cioè voleva investire parte dei suoi guadagni in un’attività che non gli procurasse noie con il fisco. La Dolce vita, propostagli da Peppino Amato, gli sembrò un progetto destinato all’insuccesso che inseguiva.
Federico Fellini aggirò la jattura, prevista dal “cumenda”, pretendendo di essere intervistato da me per un giornale, a quel tempo, fortunato. Federico era visto con sospetto dai cervelli aguzzi della sinistra e da quelli moralisti di Santa Romana Chiesa. Che fare? Chiesi consiglio al “vertice”, la risposta fu secca: non dare retta ai romani, se il film avrà successo parleranno male di te alle tue spalle; se non l’avrà, ti insulteranno a viso aperto. Decisi di correre il rischio. Chiusi in una lussuosa macchina nera, Fellini incominciò: “Secondo me non sei comunista”. Risposta: “Lo sono, lo sono, altrimenti non sarei qui a intervistarti”.
Ecco quanto mi raccontò il regista, girando per Roma sino ai colli romani, sino a Fregene:

FELLINI: Per vivere bene fino in fondo bisogna emigrare, magari soltanto con la fantasia , altrimenti sei un semplice stanziale. Questa è la spina dorsale del film. A Roma il protagonista della Dolce Vita vuole vivere una sua personale via crucis tra svaghi e sesso.
ML: Purtroppo lo so…
FELLINI: Di fronte alla religione cattolica io non ho atteggiamenti particolari. Vi sono stato allevato dentro. Sono relativamente cristiano. La domenica è la giornata che preferisco. C’è un’allegria da circo. Il mio personaggio trasforma il suo soggiorno romano, all’ombra del cupolone, in una personale e volontaria via crucis. Vuole spiegarsi delle sue prerogative di “essere puro”, per perdersi sulla via del peccato. Mistero e dubbio perché resta pur sempre un provinciale in un paesaggio di carnevalesca depravazione. Perde e riconquista la morale; crede sinceramente. Questo conflitto si connota di un misterioso fascino. Roma è una città che con questo gioco, tra il bene e il male, si beffa di tutti. La morale è repressiva solo apparentemente. Per attuare questa apparente repressione tollera il peccato come un’acrobazia. Per conservarsi, il personaggio ha bisogno di compromettersi continuamente con il paganesimo, anche quando si atteggia a bacchettone. La fede, a Roma, oltre che con il paganesimo flirta con il carnale. Il mondo non ci vedrà mai chiaro; è qui il suo fascino, anche in chi, sconfitto, la detesta. Il protagonista si imbatte in questo conformismo da dolce vita; irriguardevole soltanto per i poveri di spirito, comprensiva e incoraggiante in quelli che si credono “star”. Roma è divisa in due: religione abitudinaria e paganesimo, oggetto di consumo anche per il credente. Soltanto la politica, atteggiandosi ad autorevole, offre un ulteriore aspetto grottesco.
Una scena de La Dolce Vita, di Federico FelliniPAUSA E SCAMBIO DI SORRISI

FELLINI: Ti presto le mie idee, nate dalla mia ambizione e dalla mia sconfinata vanità di riminese. Tu parla di me come dell’Innominato, senza fare mai il mio nome. Possiedo idee satiriche che vanno giù giù nell’animo umano, sino a farlo piangere. Ma tu non piangere. Sei un omuncolo dotato di molta tenerezza al punto di intervistarmi.
ML: Ma se tutti dicono che sei pieno di idee sacre?
FELLINI: Prendimi in giro; non voglio testimoniare ma soltanto capirmi. Sono refrattario alle piccole cose. Cerco da provinciale l’assalto incurante dell’avvenire…
ML: Bella frase… Sei afflitto da un languore liberty.
FELLINI: Che cosa vuoi dire?
ML: Che hai nostalgia di qualcosa di indefinito. Vivi come un ladro di ideali.
FELLINI: Ma tu non lo devi scrivere…
ML: Io non lo scriverò perché voglio ripararti dal ridicolo…
FELLINI: Cosa vuoi scrivere?
ML: Scriverò di un prestanome; prestanome di un personaggio che non sa chi sia. Noi ci stiamo ridendo, ma, secondo me, questo sei tu… e, se mi concedi, un po’ anch’io….
FELLINI: Accetto malinconicamente questa eguaglianza. Alle donne io piaccio. E tu sei compreso. Io amo le donne, soprattutto le belle; la bellezza è una prova dell’ingiustizia del mondo. Io ci sento il tanfo, già sentito nelle altre epoche. Il tanfo si procrastina. L’idea che moriremo è più crudele della morte, ma queste cose non le devi scrivere…
ML: Cosa devo scrivere allora….
FELLINI: Che sono un malato, felice di esserlo, perché la malattia mi dà la sensazione di esistere.
ML: Speranza straziante. Non mi vorrai dire che hai nostalgia dell’avvenire.
FELLINI: Lo dice anche il mio portiere.
ML: L’abbiamo tutti.
FELLINI: Ricordi Breton quando dice che l’erotismo è teatro di incitamenti e di perdizioni in cui si recitano le più profonde istanze della vita. Questo avviene anche in una portineria.
ML: Scriverò che nel film di Fellini c’è molto erotismo da portinaia…
FELLINI: Questo è vero. Da queste gocce di conversazione, dovresti trarre il racconto del mio film senza che io ti snoccioli la trama. Come in una partita a scacchi, quando avrai sistemato la scacchiera e la combinazione, dimmelo ed io incomincerò a girare…
LA CONVERSAZIONE CON FELLINI LA RIFERISCO A FLAIANO IL QUALE SOSPETTA CHE IO COVI UNA STRONCATURA IN ANTEPRIMA…
ML: Non ci penso nemmeno. Sono un apprendista; mi metto in marcia per raccontare il fallimento di un provinciale a Roma, in preda, come me, ai demoni del vuoto.
FLAIANO: Se la pensi così non resterai a lungo nella passerella del giornalismo. Qui vengono tutti quelli che si sentono pieni di contenuti, provinciali. Fellini ne ha uno solo, ma importante. Non è giunto all’età del gelo; va alla ricerca dei funerali precedenti. Con tutti i rimasugli crepuscolari mi ha riempito la testa. Tu potresti scrivere il film esentandomi dal farlo. E’ la vecchia regola. Raccontiamo l’uno agli altri i nostri ricordi invecchiati. La dolce vita è quella di un vecchio che si è preso le ferie. Alcuni la chiamano disperazione. Ti do un consiglio: se devi fare proprio un articolo inaugurarlo con questa frase di Goethe: “Nel telaio ronzante del tempo…”, fa effetto.

a cura di Franco Giannini








Questi i commenti dei lettori di SenigalliaNotizie.it :

MAURIZIO SERIPA
2013-11-10 17:41:23
FLAJANO CONFIDA A M.L. UNA GRANDE VERITA': " I PROVINCIALI SI SENTONO PIENI DI CONTENUTI". ANDARE IN CITTA', IN PREDA AI DEMONI DEL VUOTO , DIVENTA ALTRA COSA. MA E' PROPRIO QUESTO IL BELLO DI ESSERE PROVINCIALI! FELLINI SAPEVA CHE IL NEGARSI DEGLI INESPERTI E' CIO' CHE LI UCCIDE ! IL PARAGONE FELLINI-LIVERANI, MESSO IN NUCE DALL' ACCORTO DOTT. FRANCO GIANNINI, CALZA A PENNELLO:"TU POTRESTPO "
MAURIZIO SERIPA
2013-11-10 18:01:29
2 "TU POTRESTI SCRIVERE IL FILM ESENTANDOMI DAL FARLO". NELL' INTERVISTA DI M.L. SI TROVA IL LASCITO DI PENSIERI INCOMPARABILI, TIPO: "SONO UN MALATO, FELICE DI ESSERLO, PERCHE' LA MALATTIA MI DA' LA SENSAZIONE DI ESISTERE". E ANCORA: " LA BELLEZZA E' UNA PROVA DELLA INGIUSTIZIA DEL MONDO". POCO IMPORTA CHE MOLTE DELLE COSE CHE FELLINI GLI DISSE, FURONO ANCHE IMBASTITE DI TANTE "BUGIE". L' IMPORTANTE E' CHE FELLINI LE HA DETTE AL PUNTO DI CONFERMARGLIELO, DIVERSI ANNI DOPO. IL CHE SI
MAURIZIO SERIPA
2013-11-10 18:17:39
3 SIGNIFICA CHE LE RICORDAVA. E SE E' VERO CHE SI RICORDA SOLTANTO CIo' CHE SI RITIENE ESSERE IMPORTANTE, NULLA TOGLIE AL VALORE DELL' INTERVISTA, ANZI LO RAFFORZA. NOI LI ABBIAMO VISTI, COME IN UNA PARTITA A SCACCHI, DAVANTI A UNA SCACCHIERA, MEDITARE INSIEME L'ULTIMA ESTREMA MOSSA PER RECUPERARE O PERDERE DEFINITIVAMENTE IL RAPPORTO CON LA REALTA'.

martedì 22 ottobre 2013

A Maurizio Liverani il Premio nazionale Sacrapante 2013 "Città di Marta" - VIDEO

Il Dott. Maurizio Liverani mentre ritira il premio
28 Settembre 2013, nella città di Marta/VT, la cerimonia della consegna dei prestigiosi premi ai "benemeriti" della Tuscia.  

Quello che più mi è spiaciuto, è l'esserne venuto a conoscenza solo ora, e non ufficialmente come si dovrebbe, ma attraverso dei passa parola che vanno stretti ad un personaggio, come il Dott. Maurizio Liverani.
Personaggio che se è vero che preferisce restare dietro la sua abituale riservatezza, la sua città di adozione, Senigallia, dovrebbe cercare di infrangere, orgogliosa di riservargli quegli onori che invece meriterebbe gli fossero riconosciuti. 

Mi trovo a scrivere nuovamente di lui, cosa che ogni qualvolta mi procura come una specie di ansia da prestazione, vista la qualità della sua penna e quanto mi ritrovo a fare, ma anche indegnamente devo assolvere questo compito perche mi sento di dover partecipare a quanti leggeranno la notizia, che altri comuni hanno "scoperto" le innumerevoli qualità artistiche e letterarie del "nostro" Liverani. Noi, forse un pochino più distratti, è sfuggito...
Si guardi bene, che il mio non è un salire sul carro dei vincitori, il gradino sarebbe troppo alto per i miei arti invece troppo brevi, è quindi solo un risegnalare che quest'uomo esiste e  che abita nella nostra città.  

Questa la motivazione del Premio più ambito che gli è stato assegnato e consegnato, nella Sala Consiliare del Comune di Marta : 

il "PREMIO SCRAPANTE NAZIONALE 2013"
"Maurizio Liverani - Insigne giornalista, scrittore e regista cinematografico, scoprì prima di molti altri il valore della Tuscia come scenario evocativo di storie appassionanti, ambientando nel Viterbese e nel Parco di Bomarzo la sua opera “Sai cosa faceva Stalin alle donne?”, oggi ricercato film di culto fra i cinefili di tutto il mondo".

Gli altri premi, Sacrapante TusciaSacrapante Rosa di MartaSacrapante Tradizione Martana sono invece andati a:
Massimo Sassara, Antonello Ricci, Silvio Ciapica, Luca Pesante, Giampiero Fusco, Quinto Ficari, Pietro Ricca, Adriana Giannini, nonchè ad altre donne e uomini che si sono distinti nella portare avanti le tradizione martane. 

Anche se con ritardo, ma credo che siano sempre graditi, i miei più sinceri complimenti per questo nuovo raggiunto traguardo unitamente agli auguri di buon lavoro sull'impegno letterario, che ne sono quasi certo, avrà già messo le mani.

di Franco Giannini 










Il Video della premiazione

lunedì 19 agosto 2013

"Lassù sulle Montagne con il Principe di Galles" il quarto libro di Maurizio Liverani.

che riporta come sottotitolo... "ovvero come farsi tanti nemici"

Non saprei come definire questo quarto lavoro di Maurizio Liverani. Romanzo? Racconto? Diario storico? Analisi politica? vizi, pregi e difetti di alcuni personaggi degli anni passati? Credo di non sbagliare se definisco questo libro un raccoglitore di un po' di tutto quanto elencato, che ben shakerato ci offre un fresco cocktail di quanto accaduto dagli anni del fascismo ai giorni nostri.
Un lasso di tempo che va dalla sua vita adolescenziale, trascorsa a Venezia, sul velluto, anche se non proprio identica, un po' simile a come i personaggi di"vestivamo alla marinara", a quelli più drammatici di giovane partigiano un po' figlio di mammà, vestito appunto, con un impeccabile "Principe di Galles". Poi la caduta del Fascismo, il riconoscimento del cadavere di suo zio a Piazzale Loreto, le sue peregrinazioni nei vari quotidiani della Capitale, la sua vita di critico cinematografico, le conoscenze importanti e perchè no, gli amori e il definitivo disinteresse per il mondo della Politica. Abbandono racchiuso in questa sua frase: "Dopo queste mie esperienze sono arrivato alla conclusione che per mantenersi una certa libertà di spirito devi scegliere di essere messo al bando dalle due parti." E le due parti sono la Destra e la Sinistra. I motivi identici per entrambe. Se non sei con me è perchè sei contro di me. Ecco il perchè del sottotitolo e del perchè ha scelto una frase di Paul Valéry per iniziare il suo lavoro :"I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco,l'umidità, il tempo e il contenuto.". Ed è appunto i contenuti dei suoi scritti e delle sue idee, che davano fastidio alle forze politiche del paese ed a loro capibastone. Non certo a quelli intelligenti, che lo hanno accolto nelle loro redazioni pur sapendo che...
E' un libro che si legge tutto di un fiato, pieno di aforismi, detti, concetti, pensieri, che richiedono a volte al lettore, di  posizionare il dito indice tra le pagine e ritornare indietro di qualche passo, fermandosi poi a riflettere.
Ma con questo non è che sia un libro dal contenuto pesante, per gli addetti ai lavori. 
Momo, questo il nome autobiografico scelto dall'autore - come del resto lo chiamavano in famiglia - ci descrive personaggi cinematografici del calibro di Federico Fellini, Luchino Visconti, di Roberto Rosellini, Sergio Leone, Ennio Flaiano, Richard Burton, Pasolini - solo per nominarne qualcuno - e di Politici, come Togliatti, Andreotti, la ministra della cultura russa Ekaterina ed i vari editori e direttori di giornali con cui ha lavorato, collaborato e si è pure scontrato. 
Liverani mentre mi scrive la dedica
Non semplice conoscenze, ma amicizie legate al lavoro e che sono durate anni. Non mancano neppure i suoi amori di giovane indipendente e giramondo. Non macano i ricordi di Senigallia, una città che l'ospitava ogni qual volta decideva di staccare la spina dalla vita dell'Urbe.
Un uomo, il cui padre era anarchico, il fratello appartenente alla X-Mas, lo zio ministro della Repubblica di Salò e poi fucilato con Mussolini e lui inizialmente comunista per dissenso e poi convinto, fino a che... Ma uno spirito libero, resta libero solo per breve tempo. Intervengono fatti, nella politica, che ti obbligano o a prostituirti o ad optare a delle rinunce. 
E lui, come si definiva anche Pasolini, ha scelto di classificarsi come un "Ateo Politico". 
Come si dice:" Dietro ad un grande uomo c'è sempre una grande donna" e dietro al grande Maurizio Liverani non potevano essercene allore, almeno due. Se questo libro è nato ed è giunto alle stampe lo si deve appunto a due animi femminili : una è Barbara Soffici, valente giornalista, poetessa e che seppur desiderosa di restare dietro le quinte, io ho profanato questo suo desiderio, ritenendo cosa giusta riconoscere e dare a Cesare quel che è di Cesare facendo conoscere colei che ne ha curato la prefazione, il progetto grafico e i contatti con l'Editore. L'altra, la signora Chiara Diamantini, uno scricciolo di donna, piccola, con un temperamento dolce ma risoluto che con infinita pazienza si è sobbarcata il grave compito di stare vicino ad un personaggio così importante, ma anche lui da sorreggere nei momenti particolari di stanchezza e di voglia di rinuncia, ricordando i momenti trattati, che malgrado uno tenti di cancellarli dalla mente, alla fine diviene compito ingrato, difficile e pesante.
Come? ne volete sapere di più? E mica vi posso raccontare tutto il libro! Del resto è in vendita ed anche ad un prezzo modesto.

Maurizio Liverani - Lassù Sulle Montagne Con Il Principe Di Galles. Ovvero come farsi tanti nemici-
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=996600
http://www.distampa.it/news.asp?id=2298

Franco Giannini
Franco Giannini 
Questi i commenti dei lettori di SenigalliaNotizie.it :

e39
2013-08-20 22:52:14
COMPLIMENTI DOTT. LIVERANI, IL SEGUITO LO SAPRO' SENZ'ALTRO ANDANDO IN LIBRERIA AD ACQUISTARE QUESTA SUA ULTIMA OPERA.
giuseppe di mauro
2013-08-21 07:55:37
caro Maurizio,i tuoi libri,e tuoi films li conosco tutti e sai quanto li apprezzi e sopratutto quanto apprezzi la tua conversazione sempre così nuova,così diversa e imprevedibile..ogni volta sei una sorpresa...auguri bellissimi e a presto, Beppe