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giovedì 23 maggio 2013

Un Consiglio Comunale... quello del 22 maggio 2013 racchiuso ...

... tutto in una foto di "come eravamo prima della variante" !

Fortuna vuole, che Senigallia non abbia tanti e grossi problemi Senigallia e per quei pochi e piccoli, poco o nulla si può e si deve parlare, perchè intanto i quattrini per risolverli non ci sono. Fortuna, dicevo, perchè altrimenti non so quanto dovrebbe durare un Consiglio e quante sedute si dovrebbero impegnare per parlare di problemi tanti e grossi.
Se già per titolare una Variante si erano usate tre righe di battitura: Azioni per la riqualificazione dell’offerta turistico-alberghiera e per la sostenibilità ambientale attraverso la riduzione e rilassamento dei carichi urbanistici”, era da immaginarsi quanto lungo sarebbe stato illustrarle e dibatterle, non dimenticando e considerando anche i sei mesi circa che se n'è discusso in Commissione!
Ma andiamo per ordine. Allora il solito ritardo, solito appello, solita oretta dedicata alle interpellanze ed interrogazioni e la solita precedenza a quelle formulate per iscritto. 

Il primo quindi ad avere la parola è ROMANO che ha una interrogazione scritta da rivolgere al Sindaco. L'argomento è quello del proliferare delle sale da gioco con le slot machine ed i video poker. Un argomento già trattato a suo tempo in Consiglio e di nuovo in Commissione, ma Romano chiede al Sindaco :"... che azioni, quali posizioni intende porre in essere l'Amministrazione nei confronti di questo tema... vorrei che questo tema divenisse la lobby dei Sindaci che si batte contro questo tema e vorrei sapere che cosa ne pensa l'Amministrazione ed il Sindaco."
Dal tono con cui risponde il SINDACO, si ha la sensazione che l'interrogazione l'abbia un po' disturbato, perchè :"... quello che pensa l'Amministrazione consigliere Romano lei lo dovrebbe sapere, perchè il Comune di Senigallia è stato il primo a proporre a questo Consiglio un regolamento nato per azione propria che aveva come obiettivo ... eliminare da questa città tutte quelle macchinette... abbiamo contrastato l'apertura di quelle sale... cercando di interloquire con chi volesse aprire delle attività cercando di mettere dei perimetri poi è arrivata una serie di provvedimenti di carattere nazionale che hanno fatto quello che vedete oggi... oggi tutte le città si sono trasformate in tanti casinò... oggi dire che cosa pensa il Sindaco consigliere Romano? Mi dicono -  "Occupati della città, non dei problemi di carattere nazionale" - (NdR.:Ed anche questo problema rientra giustamente nell'ambito dei problemi di carattere nazionale!!) ... ma non ci possiamo far carico di tutto, ogni giorno c'è una battaglia che ricade sulla posizione dei sindaci rispetto a qualche cosa... la posizione è quella che non le vogliamo, non le vorremmo, ma intanto le continuano ad aprire. Non le vogliamo, le vorremmo cancellare dai nostri luoghi e continuano a piazzarle in qualsiasi locale. Ovviamente non è un problema dei gestori ehh! I gestori utilizzano una norma ... C'è un problema di carattere normativo... Oggi i bilanci vengono sanati indirettamente dalle azioni compulsive dei nostri cittadini che si rivolgono a quell'imbroglio che sono le macchinette che portano sempre a perdere, sempre a perdere, a perdere e ci sanano qualche buco di bilancio... se fosse per questa Amministrazione verrebbero bandite e non solo dal perimetro di questa città..." 
Nella replica, Romano chiede di aggiungere un elemento :"Essendo lei Sindaco  l'ultimo terminale della democrazia sul territorio si faccia portatore presso l'ANCI, in tutti i tavoli possibili, a sfinirli, che se no oggi facciamo cassa, ma domani le spese sociali per curare quelle patologie diventano il doppio il triplo... mi sembra che il governo stia agendo alla giornata...". 

Interpellanza a questo punto di SARDELLA che ha come tema il degrado dell'area Ex-Arena Italia e che malgrado le segnalazioni non trova la sua evoluzione verso una sistemazione. Voleva capire che cosa stava succedendo, se l'Amministrazione Comunale ha preso provvedimenti nei confronti della proprietà dell'area, con principale riferimento alla copertura in amianto, la pulizia dell'area esterna e di quella interna e relativa derattizzazione. Se sono stati presi dei provvedimenti e se la proprietà se ne sia fatta carico ed a che punto è la pratica urbanistica. Coglie inoltre l'occasione per capire anche a che punto sia un'altra zona della città, quella relativa alla Curva della Penna, se la rotatoria diverrà realtà ed eventualmente quando.
A rispondere è ancora il SINDACO. Da una parte ci sono dei grandissimi risultati e da un'altra ci sono delle difficoltà e si è in una posizione di stallo. La proprietà è stata incontrata qualche settimana fa a fronte di una ordinanza emessa dal Sindaco rispetto alle verifiche che devono essere fatte non solo in ordine alla copertura in amianto, ma anche alla struttura statica dell'Ex-Arena. Ordinanza a cui dovrà dare risposte chiare e puntuali. (NdR.: se la memoria non mi inganna, in un precedente Consiglio si era parlato della stessa cosa, Sardella aveva fatto le stesse richieste, alle quali se non vado errato - e me ne scuso anticipatamente se così non fosse - mi sembra che Ceresoni avesse detto che c'era un Ordinanza e che entro il 4 Novembre scorso, la proprietà avrebbe dovuto prendere delle decisioni su che cosa fare dell'area e comunque l'avrebbe dovuta bonificare, altrimenti sarebbe intervenuto il Comune addebbitandone poi le spese a chi di dovere.). Da non perdere di vista però che sono proprietà private, che hanno tempi predisposti e tutelati dalla legge. Mentre per la copertura d'amianto tutto dipende dalla volontà dell' ASUR, che è l'organo predisposto a queste verifiche, sul controllo dello stato del manufatto e delle iniziative: trattamento o rimozione. Anche per la Curva della Penna vige la stessa regola, non dipende dal Comune, che quello che doveva fare lo ha fatto, ma ci sono sempre i privati di mezzo. Le opere di urbanizzazione previste nel piano (rotatoria, marciapiedi, sottopasso) vengono successivamente, quando si sarà deciso che cosa fare in quella zona. Ma c'è un problema edilizia, un settore fermo, non di carattere locale, ma nazionale.

A seguire CICCONI MASSI che rivolge la sua interrogazione al Sindaco ed ha per oggetto le questioni sanitarie. :"Sono passati alcuni mesi quando ci siamo riuniti in sede di Conferenza di Capigruppo per discutere su nostra iniziativa su iniziativa del nostro gruppo consiliare di alcune notizie che erano emerse sulla stampa... e ci veniva rimproverato o almeno sottolineato di intervenire sempre quando venivano fuori queste diciamo queste questioni emergenziali. ....era il 27 febbraio quando ci siamo incontrati... si discusse di cardiologia ed avemmo da lei, come rappresentante dell'Amministrazione Comunale, rassicurazione in questo senso... nella razionalizzazione degli impianti dell'Area Vasta. Si discuteva, si parlava, si accennava alla possibilità che Oculistica ad esempio fosse una di quei settori, di quei reparti destinati ad essere, come dire, razionalizzati e quindi in sostanza in poche parole, chiusi all'interno della nostra struttura ospedaliera....Vogliamo capire a questo punto la battaglia è persa, è una battaglia che l'Amministrazione comunale ha fatto, oppure è stata oggetto di trattativa o invece proprio non c'è stato nulla ? Cioè dall'alto è stato deciso così. Punto. E ne prendiamo atto. La seconda questione è... quella dei presidi incontinenti con le schizzofreniche posizioni poste in essere dall'Amministrazione Regionale Sanitaria ed in particolare dal Direttore Ciccarelli... i rapporti con questo direttore ci porta effetti positivi o il dilaogo con la struttura regionale, con i vertici sanitari regionali è un dialogo tra sordi o meglio dico è un dialogo tra chi non vuol sentire perchè ha altre cose, in altre faccende affaccendato? Il sindaco ci aveva assicurato che sui presidi la cosa era stata girata,... ma non ne abbiamo avute notizie...".
Sulle spalle del SINDACO anche questo terzo intervento di risposta :"...sulla Sanità bisogna avere competenze qualificate,... ho avuto modo in questi ultimi giorni d' incontare alcuni primari del nostro ospedale anche loro hanno la preoccupazione che il tema di negatività possa lanciare una sorta di cappa nera sulla nostra struttura che invece grazie al sacrificio come stanno facendo tanti operatori e tanti medici nella nostra struttura si riescono a dare risposte adeguate anche  in una fase così particolarmente complicata...Non si tratta di cataratta, oculustica, ottorino, il problema è che ancora la Regione, la nostra ASUR non ha fatto quello che chiama in maniera terribile e secondo me in modo anche inappropriato "Piano Industriale" della nostra Area Vasta. Perchè dentro quel processo di ottimizzazione di risorse e anche di riqualificazione di prestazioni ci si deve stare, come abbiamo sottolineato noi, parlo di questo Consiglio Comunale... Oggi quelle chiarezze non ci sono, non si capisce bene come si deve fare e che cosa e ve lo dice uno che si confronta con Jesi, con Fabriano, con Osimo, con Loreto e se non fosse altro per il ruolo assegnatomi da quei sindaci e che si trovano tutti nelle nostre stesse condizioni di difficoltà, che non si capisce bene ora dove 
saranno individuate le Unità Operative complete, come ad esempio quella... dell'oculistica che se dovesse essere individuata non nella nostra struttura, non vuol dire che la nostra struttura possa invece prestare alcuni tipi di interventi come quella della banale cataratta che non ha bisogno di posti letto assegnati, ma invece in modo ambulatoriale e più efficace ed anche più economico... Io penso che sia giunto il momento... di portare il nostro direttore di Area Vasta in Commissione perchè penso che sia giunto il momento, quindi colgo la sollecitazione vostra e la sollecitazione del Presidente Sardella e quindi chiederò formalmente un incontro con una data precisa, in modo da,...oggi eravamo ancora nelle condizioni se venisse rinnovato, oggi è stato sancito che il direttore nostro è Ciccarelli che portiamo in Commissione e così almeno non ricominciamo (con una voce dal tono polemico!!) a ricomporre i temi, perchè se no ognuno di voi, ognuno, ognuno c'ha una giacchetta tirata, un infermiere che tira, un medico che, che , che scalpita, un paziente che grida e poniamo i temi nella sede istituzionale, provando a dare risposte. Oggi, per esempio, la risposta che deve essere data e secondo me non possiamo ancora continuare a navigare a vista... sulla dialisi bisogna che prendono provvedimenti, non  può essere...oggi ci confermano la disponibilità e domani mattina sulla stampa e sempre con quelle modalità ci dicono che non ci sarà..."
Nella replica Cicconi Massi fa presente come forse sia più indicato portare Ciccarelli in Consiglio, piuttosto che in Commissione. 

E visto che c'è, Sig. Sindaco, credo che sia opportuno che si faccia portavoce, prima approfondendo ed indagando sulla vericità, gli ulteriori problemi qui trattati. Grazie fin d'ora! 

Invece per MANCINI, altro iscritto ad illustrare la sua interrogazione, il tema scelto è quello della refezione scolastica. :"...vorrei sottoporre all'Amministrazione nuovamente la questione del servizio della refezione scolastica, perchè così mi risulta anche per alcuni accenni che sono stati fatti in Commissione che dal prossimo anno scolastico il servizio cambierà. Allora il servizio cambierà perchè i due centri di cottura... dovrebbero essere chiusi e sostituiti da un centro di cottura presso i locali della CIMAS... Allora mi vengono rispetto a questa scelta parecchi dubbi. Un dubbio è quello innanzitutto che riguarda la qualità. Se pensiamo che insomma fino a poco tempo fa c'erano otto centri di cottura, andare da otto a due e continuare a dire che la qualità resta la stessa, io penso che sia cosa contraria alla verità, perchè c'è un tipo di produzione ovviamente su più larga scala, ci sono dei tempi di , come si dice, di veicolato ... mi chiedo poi come si possa risparmiare con una scelta di questo tipo, si parla di risparmi che arrivano a 120 mila € l'anno. Come si fanno a risparmiare 120 mila € l'anno? Anche perchè se la cottura verrà presso i locali della CIMAS, questa azienda in qualche maniera dovrà essere ricompensata per il servizio che si svolge dentro le sue stanze e le sue strutture che sono private e nello stesso tempo se noi pensiamo che da due centri da irradiare il cibo cotto in tutte le scuole che fanno il servizio mensa del territorio comunale attualmente il servizio di distribuzione è il così detto veicolato aumenterà ed aumentando questo aumenteranno i costi. Quindi come si fa a risparmiare ?... A questo poi si aggiungerebbe una riduzione del personale... manterranno il loro posto di lavoro?...poi si andrebbero ad accantonare strutture nuove e poco usate!...".
A rispondere questa volta è proprio l'Assessore "addetto ai lavori" SCHIAVONI. :"...è un'informativa in corso d'opera, nel senso che stiamo verificando e stiamo lavorando... vorremmo tentare di trovare soluzioni per andare ad ottimizzare tutto il servizio ancora una volta rispetto a quello che abbiamo fatto nel 2011 rispetto a quello che sarà fatto nel 2013 per cercare di non modificare nulla proprio sulla qualità del servizio rispetto alla natura stessa del servizio, cioè biologico e diciamo snack del mattino. Giusto per capirci... un percorso che da una parte deve tutelare i posti di lavoro... l'altro ragionamento è come comprendere si possa riuscire a risparmiare quella cifra a cui si faceva riferimento, mantenendo però il servizio che abbiamo in termini di menù ed in termini di qualità della refezione scolastica... nel momento in cui avremo delineato... un modello ci sarà una interlocuzione tra noi, perchè è chiaro che dobbiamo condividere il percorso... tra Consiglio Comunale e proposta tecnica. Per qunto riguarda la CIMAS voglio ricordare questo elemento che la CIMAS è comunque un centro cottura da adesso ci fornisce praticamente i pasti per la secondaria di primo grado e quindi è chiaro che c'è un discorso che andiamo ad organizzare per vedere se riusciamo appunto, avendo due punti cottura in efficienza vera, con i numeri che possono andare a ridurre la spesa. Lei mi chiede come si fa a risparmiare quei soldi? Il risparmio si ottiene... con quei numeri a cui facevo riferimento...".
Questa la replica di Mancini :"Lei mi ha dato la risposta che io non avrei voluto...se il ragionamento è quello rendiamo un unico centro di cottura tra virgolette economico, come quello della Pascoli, però non mettiamo in discussione giustamente i posti di lavoro, non si sa dove questo risparmio avviene...".

La parola per un'altra interpellanza va a REBECCHINI  che la rivolge anche lui a Schiavoni e la sua ha per tema il Turismo dello Sballo e Turismo Culturale. :"... il turismo dell sballo fa bene a qualche locale, ma alla lunga ucciderà tutti gli altri tipi di turismo. Su questo dobbiamo riflettere...Io penso come non mai una inizione di qualità e la cultura può fare tanto. Io sto a ripetere una proposta da tempo. Mi sta bene l'arte contemporanea però dobbiamo sapere che lei organizza anzi la città di Senigallia è principe in questo, però sappiamo che l'arte contemporanea non muove le masse. Senigallia è ricca di opere d'arte... e sarebbe possibile organizzare una mostra a carattere nazionale molto più importante... lei si era detto interessato e poi non se n'è fatto più nulla...io opeterei per una mostra che vada dagli inizi della primavera agli inizi dell'estate...".
Questa la risposta di SCHIAVONI. :"...come le avevo detto stavamo e stiamo lavorando... ci sono buone notizie, perchè come le dicevo in Consiglio Comunale, non solo avevo già raccolto il suo invito... stiamo lavorando e penso stiamo arrivando proprio al momento soltanto della definizione delle date su un progetto molto interessante...stiamo pensando di organizzare alla Rocca Roveresca, in accordo con le Soprintendenze,...una iniziativa espositiva che mette insieme dei pezzi significativi... dell'intero territorio a partire da Senigallia fino ad Arcevia...".

CAMERUCCIO chiude la serie delle interpellanze con le spese legali sottolineando come nel 2010 con avvisi di accertamento, con contenzioso, in cui il comune è risultato poi soccombente (area ex Sacelit), oltre che non introitare  circa 700 mila € di ICI si trova a dover sborsare oltre 41mila € di parcelle tra avvocati. :" Nel 2011 e 2012 abbiamo a bilancio impegnato 630 mila € di spese legali... un primato che la sua Giunta ha e che non è certamente positivo... dobbiamo quindi razionalizzare, ridurre, tagliare queste spese di cui si può fare a meno, riducendo, limitando i contenziosi, Sindaco!...Prima si conciliava nel 32% dei casi ora si concilia solo il 3%... invece di sentir parlare di taglio di merendine ed ora l'Assessoree Schiavoni che parla di ridurre i centri cottura ... sarebbe auspicabile una limitazione dei contenziosi...chiedo al Sindaco se è già stata valutata l'opportunità, nel contenzioso ex Sacelit, e se ascoltata la Giunta intende proseguire temerariamente in questo contenzioso, oppure tirare una riga e fermarsi...".
SINDACO :"... ha fatto bene a dire dati verosimili...contenzioso tributario solo in un caso quello dell'Italcementi... Si è vero abbiamo perso in primo e secondo grado, ma sarebbe da vedere... sarebbe il Consiglio che mi dovrebbe dare una dritta... Ci arrendiamo, ma si arrende anche la Giustizia... Ma questa è la nostra Giustizia quella di questo nostro Paese...".
Cameruccio nella replica, sottolinea come il problema è perchè non c'è più una trattativa con il cittadino, considerando anche il periodo attuale, non tutti sono degli evasori.

A questo punto la cronaca dovrebbe proseguire con la Variante, come io la chiamo più brevemente e non certo tecnicamente, degli alberghi. Interessati solo chi ha gli alberghi o meglio ancora i gestori con i quattrini per fare le sopraelevazioni. Si è giunti alla votazione finale, dopo il tempo utilizzato per percorrere una tappa media al Giro d'Italia : 3 ore 53 minuti e 44 secondi. Tra i sbadigli però ho proseguito per ascolatare la similitudine dei bollettino di guerra badogliani. Infatti avevo letto che l'ultimo punto degli OdG avrebbe riguardato il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, in special modo in merito alla scadenza ed al numero delle rate di versamento in acconto. Una scalata di sesto grado superiore, sugli specchi, con la schiena rivolta a pancia all'aria e la schiena rivolta a valle. Chissà quello che sarà costato il dire di portare la scadenza delle rate nuovamente a 3 ? Oggi si è fatto un macchina indietro. "Abbiamo ritenuto" ho sentito dire. No vi siete solo resi conto, in ritardo, di aver detto a suo tempo una grossa corbelleria, ma come sempre non avete il coraggio di ammettere i vostri errori!! E se nel salvadanaio della Tarsu metteste anche i vostri errori ?

Franco Giannini

sabato 18 maggio 2013

Scornabecco non è solo un fiore, purtroppo è anche una strada...

ma che strada!!!

Era il 4 novembre del 2010 quando scrivevo di Via Scornabecco  ed un anonimo in suo commento profetizzava "questa così com'è durerà un anno a dir tanto...".
Evidentemente si sbagliava, perchè fino ad oggi, la strada, bene o male, possiamo dire, a denti stretti, che ha assolto i suoi compiti. Ora però non ce la fa proprio più!
Sappiamo che non ci sono soldi, sappiamo che la colpa è del "Patto di Stabilità" (meglio di instabilità con i disastri che sta creando!), che ci sono solamente due addetti per la manutenzione di 400 km di strade comunali, che si seguono, quindi, per i lavori di manutenzione, uno stretto programma di priorità. Detto questo, quindi, si badi bene, che non si vuole colpevolizzare e crocifiggere assolutamente nessuno.E', come mia consuetudine, segnalare per iscritto, a coloro che "leggono" (e che "possono" logicamente!), parafrasando una celebre frase :"houston we have a problem", abbiamo un problema.

Le foto ed il filmato del resto parlano chiaro, non è solo un problema di sospensioni per le auto che vi transitano, ma è divenuto un problema di sicurezza, principalmente quando piove ed il terreno ai lati della strada diviene franoso. Incrociandosi due auto, devono per forza di cose, vista la ridotta dimensione della carreggiata, portarsi ai bordi della strada, con l'evidente risultato che si vede nell'immagine. I bordi stradali cedono e si finisce a fosso.
Al momento si è stati costretti a metterci quello che potrebbe sembrare un pilatesco divieto di transito, ma che non lo è. Del resto se soldi non ce ne sono al momento e la strada può presentare pericoli, questo era l'unico modo, per il Comune, per salvaguardarsi da eventuali responsabilità con magari strascici giudiziari per eventuali danni causati a mezzi e persone per la situazione sopra lamentata .

Però, c'è un però !. Le manutenzioni che si sono succedute negli ultimi tempi, a detta dei ben informati, non sono state eseguite (e qui io metto sempre un, forse, quando a parlare non sono dei tecnici)a regola d'arte. E' stata asfaltata solamente una parte della strada, partendo dal punto più alto che è anche quello meno utilizzato e terminando la bitumazione dove invece serviva maggiormente, perchè più frequentato e transitato. Inoltre lo strato di bitume è stato posto sopra il terriccio senza un sottofondo adeguato e senza la giusta aggiunta di sostanze dotate di proprietà leganti. Ed ora, infatti, la parte asfaltata sta cedendo, sta sbriciolandosi, creando buche e renella che alle prime pioggie viene trasportata nei punti più bassi e nei fossi laterali




Si guardi bene che Via Scornabecco seppur sia la strada più vecchia di Scapezzano, una strada comunale "bianca" di circa 800 metri, che attraversa la campagna, curiosamente viene anche riportata sulle mappe di Google e dei TomTom.
Dico questo, perchè oggi il divieto di circolazione sulle mappe non viene segnalato e resta quindi la vecchia indicazione, mentre il percorso da fare per immettersi in Via Scornabecco, questa volta dall'alto, è più lungo (circa 3 Km) e talmente complicato e sconosciuto da mezzi tecnologici che per chi non è del posto, diventa impossibile trovarla. Bisogna infatti prendere la strada per Roncitelli-Monterado, poi la Strada delle Vigne e se si è dotati dello stesso senso d'orientamento di un colombo viaggiatore o baciati dalla Dea Fortuna, si trova di nuovo il tratto alto di Via Scornabecco rimasto accessibile perchè senza divieto e quindi percorribile. Chi è ligio e si attiene alle regole, come al solito, lo dico logicamente con un velo di ironia, viene premiato e si perde nei meandri delle strade di campagna. Ammira il bel panorama che Scapezzano offre con la sua campagna e i squarci delle suggestive vedute marine dall'alto, ma poi l'ansia prende il sopravvento sulle meraviglie paesaggistiche, ci si comincia ad arrabbiare ed alla fine si telefona ai gestori dell'attività con cui si erano presi accordi per trascorrere quella che doveva essere una piacevole giornata. Inutile, a quel punto per i gestori fornire indicazioni. Più semplice e più veloce è andarsi a recuperare i clienti, sperando che nel frattempo, non abbiamo optato per altra destinazione... Si, perchè si deve sapere che lungo Via Scornabecco non c'è sono solo qualche casolare di campagna, bensì anche un'attività commerciale e  turistico-ricettiva.
E questi operatori, in momenti difficili, non solo per le casse comunali, chiedono di poter essere ascoltati con il fine di poter trovare un accordo che semplifichi loro il lavoro, nell'interesse dell'intera comunità, anche perchè la tassa IMU pagata quest'anno è stata di 1600 € e quello che si chiede è di permettere loro di lavorare per poterla recuperare.
Del resto, le attività del centro e del lungomare, giustamente, beneficiano di attenzioni in vista dell'imminente stagione turistica (ripascimenti, illuminazioni, ecc) ma anche Scapezzano, seppur il mare lo veda dall'alto, ritiene giusto che debba essere presa in considerazione, tantom più che le attenzioni non sono non sono di natura campanilistica, ma di vera sopravvivenza per un facile reperimento di una ricettività turistica che ha fatto dell'amenità e dei piaceri della gola il suo biglietto da visita.

Franco GianniniFranco Giannini


mercoledì 12 dicembre 2012

13 Dicembre 1982 - La Frana Barducci

nella foto di Omar Abbondanza il cartello che ti annunciava la frazione


Vissuta da un anconetano emigrato a Senigallia. Ovvero le ferite si rimarginano, ma lasciano il segno! Qui, quelle nei ricordi...

Delle tre gravi calamità che ha colpito Ancona, posso dire "Io c'ero" solo nelle prime due. Fortunatamente ho evitato di dire "non c'è due senza tre", solo perché 10 anni prima, "Terry", sfasciandomi la casa, mi aveva "consigliato" di espatriare in quel di Senigallia. Ma, già da diciasettenne, avevo messo i piedi a bagno durante l'alluvione del 5 settembre del 1959. Quasi un apprendistato per la partecipazione (come militare) a quella, di ben diversa gravità, di Firenze.
Alluvione, terremoto e frana, tre eventi catastrofici, di eguale gravità, ma credo, con un impatto diverso nei confronti dell'opinione pubblica. Sarà perché l'alluvione portò via con la furia dell'acqua una decina di vite umane? Sarà che il terremoto stressò gli anconetani per oltre un anno con scosse continue? Sarà perché il raggio d'azione solitamente è più ampio e coglie impreparate molte più persone O sarà forse perché l'alluvione ed il terremoto, non si preannunciano, non bussano alla porta,...la sfondano senza concederti il tempo di pensare. Ecco che allora ne rimani più impressionato. Della frana, spavento si, ma riesci a metabolizzare tutto il giorno dopo, constatando la gravità dei danni e magari con le mani nei cappelli, ti ritrovi a ringraziare "la buona sorte" perché ti ha permesso di raccontare la storia.
Le frane solitamente, qualche avviso, magari piccolo, lo danno come crepe, scricchiolii, spostamenti magari millesimali. E qui in questi casi dovrebbe intervenire immediatamente il tecnico. Ma si sa come sono andate sempre le cose in Italia. Il tecnico interviene, ma poi la decisione spetta al politico del momento, che magari rimanda per non colpevolizzare decisioni prese magari avventatamente.
E questa infatti è anche la storia della Frana Barducci. Tutti gli abitanti dei quartieri di Palombella, Borghetto, Torrette e Posatora, conoscevano la storia di quel lembo di terra di circa 1700 metri di larghezza per oltre 200 ettari di estensione, che è stato da sempre denominato frana Barducci, per la sua instabilità. Eppure si continuava ad abitarci e a rilasciare nuove licenze edilizie, perché la gente era abituata a convivere con questi fenomeni. Ed anche l'attuale Ospedale di Torrette non è che sia stato edificato molto distante dalla frana !!
Ma quello che fu ancor più grave è che questi permessi vennero rilasciati anche per costruire in quei terreni, due grossi Ospedali, un pensionato per anziani di lusso come il Tambroni, il distaccamento della Polizia Stradale e la sede della Facoltà di Medicina.
La cittadinanza, invece in proprio, pagò (i dati sono disponibili in rete) con oltre 850 abitazioni distrutte e con l'evacuazione immediata di oltre 3500 persone.
E mentre scrivo mi salgono alla mente i ricordi sbiaditi dai 30 anni trascorsi, che via via però si fanno più nitidi.  Allora ricordo che il giorno successivo andai di persona a vedere i danni di cui parlavano tutti e che ritenevo fossero ingigantiti. Ricordo che alla visione della strada ribaltata, delle voragini venutesi a creare, delle mura dei palazzi spaccati, delle colonne di cemento armato spezzate in due, il primo pensiero che mi venne alla mente fu quello di una "immensa fortuna", se la frana non si fosse portata via delle vittime.
Ricordo che osservando come era ridotto l'Oncologico, pensai subito a quale immenso lavoro siano stati chiamati il personale degli ospedali, i volontari, i VF, e tutte le Forze dell'Ordine, tra i pericoli dei crolli da una parte e la tempestività delle operazioni nelle fasi concitate dell'evacuazione dei pazienti. Si guardi bene, non uno, bensì due gli Ospedali da evacuare nonchè un ricovero per anziani !!
Ricordo la caserma del distaccamento della Polizia Stradale, con finestre e pareti cadenti, come pure la Facoltà di Medicina con i suoi muri, le sue colonne oramai fuori squadro ed i pavimenti sollevati ed obliqui.
Ricordo lo Stabilimento Angelini senza più un vetro intatto nei finestroni.
L'autolavaggio-foto di Omar Abbondanza
Ricordo quell'autolavaggio all'ingresso del Borgetto, uno dei primi "spazzoloni" del tempo, "affogato" tra macerie e zolle di terra piovuta dall'alto.
Ricordo il gran numero di persone che sia aggiravano tra le macerie senza proferire una parola. Gli unici rumori quelli dei motori dei camion, che si adoperavano al salvataggio della mobilia di coloro che avevano, buon per loro, dove poterle custodire.
Ricordo le rotaie della ferrovia, che erano riuscite a mettere in pratica quel progetto politico di moda di cui si parlava in quel periodo (o giù di lì): quella famosa "convergenze parallele". Rotaie che la forza della natura era riuscita a piegare in tante esse continue.
Ma le conseguenze della frana, come per il terremoto,  non si fermarono e proseguirono ancora per lungo periodo. E tra i ricordi del post evento ricordo personalmente, abitando io a Senigallia ed avendo i miei genitori e parenti in Ancona, il giro che dovevo fare ogni qualvolta dovevo raggiungere la città. Perché  la Statale Adriatica s'interrompeva, a Sud, all'altezza del vecchio stabilimento ACRAF medicinali di Angelini, per ritornare ad essere percorribile, a Nord, dal ristorante Carloni. Si doveva allora passare dietro le spalle della frana, salendo verso Posatora, per poi uscire al Pinocchio e scendere in città. Finchè non vennero colmate le voragini, costruita una nuova strada sempre in continua manutenzione perché soggetta a "mòvese", come dicevano gli anconetani.
Ricordo come gli edifici pubblici (ospedale, pensionato, caserma) nel loro assoluto abbandono, divennero per lungo tempo, fino ad esaurimento merce, un supermercato gratuito, per il recupero di arredamenti, laterizi, infissi in alluminio, sanitari... C'era il rischio che qualche cosa potesse venir giù, ma c'era chi incurante rischiava per guadagnarci su qualche cosa.
Ricordo come in queste aree, il silenzio da quel  fatidico 13 dicembre del 1982, non si sia più interrotto.
Ora la zona di Posatora colpita dalla frana è stata destinata a parco, quella verso mare e stata messa in sicurezza. La frana, come si usa fare quando la stalla è stata aperta e gli animali sono usciti, viene costantemente monitorata 24 ore su 24.

Alcuni link utili per chi volesse saperne e vedere di più:

http://multimedia.quotidiano.net/?tipo=photo&media=48897
http://meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/Esclusivo-le-immagini-della-terribile-frana-di-Ancona-del-13-dicembre-1982/7236/
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Ancona
http://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/index.html?pg=1&idart=5229&idcat=3
http://digilander.libero.it/snowingtime/barducci.htm     (in questo link le foto di Omar Abbondanza)

e cliccando su video esplicativo i danni reali, attraverso un montaggio fotografico di Guidi Paolo.

Franco Giannini

martedì 14 agosto 2012

Belle le fiabe senigalliesi: peccato si basino solo sulla fantasia

I bimbi poi crescono, divengono grandicelli e fanno domande "impertinenti"

Il cartello del Bosco di Topolino a Senigallia Chi mi manda le foto e la segnalazione è certamente uno che alle favole non crede più e non ha neppure più la pazienza per continuare ad ascoltarle. Qualcuno lo definirà un acuto osservatore, altri, magari più politicizzati e vicini all’Amministrazione, il consueto ed immancabile rompiballe. Questa è un sunto della fiaba che quattro anni fa venne narrata, piacque, cadde nel dimenticatoio ed oggi l’anonimo però rispolvera.

Era proprio di questi tempi o giù di lì, comunque nella lontana estate del 2008, quando sotto l’euforia del Caterraduno, l’amministratore di turno enfatizzava, proprio attraverso un comunicato stampa del Comune, la nascita del “Bosco di Topolino“.
L’ENI e la Walt Disney avevano scelto la nostra città come sede di un’iniziativa di carattere ambientale. L’assessore all’ambiente di allora aveva, come si usa fare in questi casi, speso parole quali “vetrina mediatica nazionale”, aveva incensato il Caterraduno che aveva permesso di valorizzare tali azioni promuovendo la qualità ambientale accreditando così Senigallia a fregiarsi del titolo di “città virtuosa” in questo specifico campo. Teneva a sottilineare anche come l’area scelta della Cesanella sarebbe divenuta un polmone verde (se non vado errato con la piantumazione di 800 alberelli) come prevedeva il piano regolatore, evitandole di avviarsi verso la pericolosa china di un degrado ed abbandono, verso cui sembrava invece lanciata.
Concludeva con un: “Grazie alla collaborazione di Eni e Walt Disney, siamo invece riusciti a pulirla e sistemarla, fino a piantare le essenze arboree che ci sono state donate. Ora sarà davvero un bel polmone di verde“.
Un elogio, come sembrava che fosse a quel tempo, al rispetto nei confronti della natura, della qualità dell’aria, dell’ambiente in generale. Insomma se volevi respirare una boccata di ossigeno a pieni polmoni, dovevi recarti nel Bosco di Topolino, alla Cesanella.
Il Bosco di Topolino a SenigalliaLe 50 foto – si 50 foto, non c’è errore di battitura – che ho rivevuto via mail ed in maniera anonima, rammentano come dalla fantasia della fiaba, si passi alla realtà dei giorni nostri. Le parole volano nel dimenticatoio, i fatti sono ben altra cosa e ne svelano a volte inesatezze, altre facilonerie, ed altre ancora delle “fanfaronate” che magari al momento che venivano pronunciate erano del tutto involontarie, anche perchè convinti della bontà dell’iniziativa di allora.
Fatto è che se era troppo ottimistico allora denominarlo “Bosco“, dopo 4 anni lo è ancor di più. Neppure “Parco” sarebbe la dicitura esatta, considerando le erbacce che vi attecchiscono indisturbate, tra cartacce, pezzi di plastica, bottiglie vuote.
Un grazie per l’estirpazione almeno di certe erbe, forse lo si deve, a quelle donne e quegli uomini, ormai avanti con gli anni, che spesso si osserva piegati in due a raccogliere le erbe mangerecce, commestibili, di campo, buone da abbinare alle piadine: cicoria, dente di leone, ortica, finocchio selvatico. Forse l’unico lato positivo del momento!
Dove sta allora il problema?? In quell’iniziale enfasi che non teneva conto che tutte le cose, per un corretto funzionamento debbono avere una corretta e programmata manutenzione. E qui la manutenzione lascia a desiderare (volevo scrivere “non esiste”, ma non voglio mettere la lama nella piaga).
C’è l’incuria, l’abbandono, ed inevitabilmente il degrado.
Ecco che allora, più che un bosco o un parco, sta ritornando alle sue origini: un semplice lotto di terra abbandonato a se stesso, sporco ed inutile, dove anche gli alberi piantumati stentano a crescere e che dopo 4 anni sabbatici, si ritrova a percorrere quella pericolosa china di cui paventava timore l’Assessore, prima che divenisse, sulla parola, “Bosco di Topolino”.
Non quindi il Bosco di Topolino, forse il titolo più appropriato potrebbe essere quello del Bosco del Lupo di Cappucetto Rosso, degno di cattivi incontri. Ma forse neppure quello sarebbe il nome giusto, perchè anche la fiaba di Cappuccetto Rosso è ambientata in un luogo pulito, verde, ecologicamente sano, che infonde serenità e fiducia.
Quello sponsorizzato dall’ENI e dalla Walt Disney alla Cesanella, come si può ben vedere dalle foto, è tutt’altra cosa. C’è da sperare solo che costoro, sia l’uno che l’altra, non abbiano a vedere che fine ha fatto, sta facendo, la loro iniziativa.
Io provvederei ad un sobrio restyling prima che Moody’s lo venga a sapere e magari ce lo declassi da Bosco di Topolino a quello, visti i rifiuti, a Bosco della Pantegana.

Allegati



Franco Giannini
Già pubblicato Lunedì 13 agosto, 2012  su Senigallia Notizie.it 

Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it   :

           
Anita
2012-08-13 09:56:27
Uno dei tanti difetti del pensiero qualunquista è quello di non avere il senso delle proporzioni: un bosco, o un parco che sia, ci mette decenni a diventare tale, le cartacce, le lattine, le immondizie varie in mezza giornata si raccolgono.
Walter
2012-08-13 11:26:53
Basta è ora di finirla ogni volta con questa parola "QUALUNQUISTA", in Italia ormai ogni qualvolta viene dimostrato con atti concreti e non di parte che c'è qualcosa che non va si ricasca sempre nel difendere qualcuno e accusare chi avverte di un qualcosa che non funziona additandolo con quella parola. Non sarebbe più facile dire è vero non siamo stati all'altezza grazie per l'avviso e provvederemo immediatamente a risolvere l'inadeguatezza, però purtroppo capisco che sto sbagliando anch'io perchè siamo figli non di una città, ma di un intero stato che va avanti non criticando mai l'operato di un amico, di un parente, e ci piace stare per la maggioranza invece con la testa sotto la sabbia sperando che il domani e il nostro futuro siano migliori mentre finiremo sempre più a prenderla nel di dietro. Per quanto riguarda il bosco rimaniamo fiduciosi che qualcuno si attivi e diamogliene modo se non fosse così potremmo sempre proporre al comune di passarlo da "parco" ad "agriturismo bed&breakfast".
laura
2012-08-13 12:52:55
propongo di bandire la parola "qualunquista", perchè ormai ha l'uso del "cioè" di qualche anno fa, ovvero la rilevanza intellettuale di una pernacchia. se critichi sei qualunquista oppure sei demagogico, non ha importanza se la critica ha un senso, è sempre meglio non pensare... gli alberi signora crescono in decenni, ma vanno prima piantati, a meno che non facciamo una sorta di "colletta" e andiamo a sputare su quel campo i semi della frutta che mangiamo. si potrebbe fare, no? cittadinanza fattiva! ;-)
Anita
2012-08-13 13:45:17
Se non vi piace la parola "qualunquismo" chiamiamolo pressapochismo, superficialità, ignoranza presuntuosa, fate voi. Segnalare, criticare si può, anzi si deve, ma cosa c'entrano tutti i discorsi che fa Giannini col fatto che c'è bisogno di una ripulita dalla mondezza in quella zona? Gli alberi, come si vede anche dalle foto, ci sono e stanno crescendo, un bosco non diventa tale in 4 anni. Che dire poi de "le erbacce che vi attecchiscono indisturbate"? Forse i sottoboschi che piacciono al nostro giornalista tuttologo sono in moquette o in cotto fiorentino.
Claudia
2012-08-13 14:22:04
Appunto signora Anita, in " mezza giornata" non in "qualche mese" ... Lei porterebbe un suo figlio a giocare in quel bosco ?
Walter
2012-08-13 18:41:32
Mi scusi signora Anita ma lei sostituisce la parola tanto contestata e allo stesso tempo ne utilizza un'altra "pressapochismo", additando un pò tutti quelli che le hanno risposto come SUPERFICIALI-IGNORANTI PRESUNTUOSI. Lei dirà anche di no ma sembra che siano state fornite foto abbastanza inequivocabili e che nel commento ci sia solo un forte interesse che qualcuno intervenga e faccia qualcosa, anche perchè mi sembra che se l'ENI o la DISNEY venisse a conoscenza di come viene mantenuto questo piccolo bosco di Topolino non sarebbero molto contenti. E poi sig.ra da come lei commenta sembra che sia un vanto che gli alberi crescano e la mondezza gli giri intorno, comunque caro Giannini gli è l'ho detto più di una volta in sede privata e anche a lei signor Massi fiato parole righe buttate a qualcuno basta solo che non si tocchi il loro colore d'appartenenza e va tutto bene. Sono più per il caro " Ve c'hanno mai mandato a quel paese...." eh lo so sempre maleducato come sempre!!!
Federico
2012-08-13 20:16:02
Per mantenere tutto ordinato e preciso ci vorrebbero molti più dipendenti pubblici, però poi di sicuro verrebbero fuori le lamentele: "Ammazza quanti so sti dipendenti pubblici e quanto ce costano!!". Per quanto riguarda la mondezza che è stata abbandonata in quel "bosco", come tutta quela che c'è sparsa in giro per la città, la colpa è solo ed esclusivamente del cittadino maleducato e incivile che invece di buttarla in un cestino preferisce gettarla dove capita. Non accusiamo sempre e comunque la cosa pubblica di negligenza.
Claudia
2012-08-13 20:34:27
Torno a non capire tutte queste parole della signora anita, perche' dire che gli alberi crescono ugualmente ? in montaga se ti trovano a sporcare boschi , prati ecc ecc vieni multato e non capisco perche' non deve essere segnalata una imperfezione. Io voglio immaginare che molti bambini si rechino in quel parco per giocare, ma con tutte quelle erbacce nessun genitore si avvicinira' mai. Non che al parco della pace se ci fossero le stesse erbacce lei farebbe
Claudia
2012-08-13 20:37:49
Le capriole ... Per dire che a Senigallia tutto va pene ci pensa gia' la massa e i partiti di maggioranza, qualcuno che fa notare, con garbo, ci vuole altrimenti non si risolverebbero mai i piccoli problemi di uns comunita'.
Claudia
2012-08-13 20:41:15
Per il dig. Federico, se le buttano la mondezza vicino casa e nessuno passa a raccoglierla lei con chi se la prende dopo aver maledetto i maleducati ?
Claudia
2012-08-13 20:44:23
Poi inutile fare proclami fa assessore se poi si abbandona tutto all'incuria, basterebbe una volta al mese tagliare l'erba e uns volta alla settimana passare a vedere se e' pulito, come fanno con il parco della pace.

giovedì 5 luglio 2012

“C’è una strada nel bosco…” da intitolare a Cesarini da Senigallia

Perchè non prenotargli la nuova traversa di Via Cellini dato che la piazza delle Torri è già di Giacomelli ?

Se n’èra parlato perfino nell’ultimo Consiglio Comunale, visto l’eco sollevato tra la cittadinanza, al solo semplice accenno di voler cambiare il nome da Piazza Saffi per rinfrescarlo con quello più attuale di Cesarini da Senigallia.
Infatti questa “alzata d’ingegno” ha creato non poche perplessità, se non proprio dei malumori, quanto meno dei leggeri “mal di pancia”.
Alla Consigliera Bucari, che l’aveva portato in Consiglio, era stato assicurato, che il tutto era ancora in alto mare, ma che l’indicazione che la stessa aveva suggerito di dedicargli la piazza delle torri, che sorgerà sulle macerie della vecchia Sacelit, non poteva essere presa in considerazione, in quanto questa, (seppur ancora non esista nulla se non un progetto disegnato su carta) ha già un nome: Mario Giacomelli. Un po’ come avviene con il nome dei modelli delle auto: si pensano, si esaminano, si prenotano, si depositano, ancor prima del nascere della stessa vettura.
Ecco che allora, ricorrendo in quei giorni anche il mio compleanno, navigando su internet e cercando tutt’altre informazioni, gli occhi mi sono andati casualmente sul testo di una canzone che mi ha riportato agli anni della mia infanzia e che, guarda caso, sono quelli anche della giovinezza, appunto del Cesarini.
Vieni / C’è una strada nel bosco / Il suo nome conosco / Vuoi conoscerlo tu?…” sono le prime strofe di una canzone del lontano 1939, composta da Nisa – Rusconi – Bixio, lanciata nel 1943 dal baritono Gino Bechi, ma resa celebre da Rabagliati prima e da Claudio Villa successivamente negli anni ’80. Non è sfuggita neppure a De Sica nel suo “La Ciociara“, che la utilizzò per valorizzare, qualora ce ne fosse stato bisogno, il volto tragicamente espressivo bagnato dalle lacrime della Loren.
Gli anni sono quelli della giovinezza di Cesarini di Senigallia (06 Gennaio 1923 – 18 Settembre 1996), gli artisti menzionati, sono tutti suoi coetanei o quasi. Comunque personaggi della musica e del teatro che hanno condiviso tutto il suo periodo lavorativo.
Ecco che allora ho fatto passare un breve lasso di tempo, per raffredare il caso per poi proporre anch’io una mia “alzata d’ingegno” con la dedica ad hoc, che la strofa della canzone mi ha suggerito e che, come la piazza a Mario Giacomelli, ancora esiste solo virtualmente. Ma se ciò va bene per Giacomelli dovrebbe andar bene anche per Cesarini.
Via Cellini a Senigallia, angolo con via dell'InnominatoLa mia proposta non riguarda una piazza, bensì una strada. La strada, dicevo, che non c’è, o meglio ancora rispetto a piazza delle torri, questa esiste realmente, ma è solo priva di nome, anonima e segreta. Frutto di un tracciato costruito in 12 ore, con un fervore lavorativo più vicino al modo di fare dei giapponesi, che non al nostro da costruttori all’italiana della Salerno-Reggio Calabria.
Io la definii, a suo tempo, Via dell’Innominato, ma in quel fatidico 19 gennaio del 2010 – il giorno dell’inizio delle operazioni di abbattimento del “Muro di Via Cellini” per mano e mezzi di operai “incursori” – dichiaravo che l’unico problema a cui si sarebbe andati incontro sarebbe stato (in chiave ironica) nel reperire il nome del personaggio a cui dedicarla.
Ecco che allora, abbiamo una strada, anche se nessuno ne conosce l’esistenza se non coloro che l’hanno costruita, ma mai utilizzata, per il cantiere della Complanare (come risulta dal cartello posto). Ora, però, se ne comincia a parlare anche se sommessamente, quasi vergognandosi che sia stato costruito ciò, solo parlando del parcheggio di via Cellini e definendola un tracciato parallelo al vialone del Seminario.
Comunque un’arteria, invece, che diverrà importante, perché oltre al parcheggio andrà ad aggiungersi ad esso un’area edificabile di qualità, con tanto di bosco (ecco il suggerimento del c’è una strada nel bosco… quando si piantumerà!). Lunga quel tanto che sarà sufficiente a portarci dal traffico e dal rumore di via Cellini (almeno fin a che non si aprirà la Complanare!!?), alla bucolica serenità della zona collinare e panoramica.
Una via che potrebbe risultare ancora più importante, se accessoriata nelle notti estive con un’enorme stella cometa degna del suo sfavillare di luccicchii richiamanti l’indimenticabile studio di “Milleluci“, di quel lontano 1974.
La sua viabilità diverrebbe una chiave d’accesso a questo nuovo e qualificato quartiere il cui nome potrebbe essere – altra “alzata d’ingegno” ma, giunto a questo punto, non ho nulla da perdere – quello di “Le Stelle“, del resto oramai divenuto la pietra di paragone in uso nella nostra Senigallia delle eccellenze.

Franco Giannini
Pubblicato Mercoledì 4 luglio, 2012 su Senigallia Notizie.it 
Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie :

Mario Pizzi
2012-07-05 11:21:50
sei bravo Franco... l'idea mi piace tanto più che non ce ne sono altre migliori. La fantasia al potere ;-))) ciao mario

Graziella
2012-07-06 11:57:56
...e dire che ho ascoltato la canzone, mi era paiciuta così tanto che volevo sapere l'autore e il cantante...nessuno di quelli a cui avevo chiesto (anche grandi d'età)mi ha saputo dire qualcosa. E ora per caso ho avuto la risposta...e dire che ho letto l'articolo proprio grazie al suo titolo che mi ricordava la canzone.Grazie di questa citazione.