lunedì 26 aprile 2010

GLI OSPITI DELLA CASA PROTETTA......

....Continua...
CAPITOLO 6° - LA CUCINA DI UNA VOLTA

DINA: Imparavano le madri m'ale figlie a cucire. I padri badavano al bestiame.
NELLA: Le donne c'avevano tutte le cose di casa da fare, c'erano parecchie cose: per il pane si faceva il lievito alla sera, la mattina si impastava con la farina, si impastava e si infornava.
DINA: Il formaggio era buono 'na volta! C'era quello da mangiare!
FAUSTINA: Anche noi facevamo il pane in casa, la crescia con i pizzicotti.
NELLA: Una crescia più sorta della piadina con olio e rosmarino, prima si cuoceva questa e poi il pane.
DINA: Perchè per la crescia si faceva subito, per il pane ci voleva di più.
TERESINA: Anche zia faceva la crescia.
NELLA: C'era il Tritello, si portava a macinare il grano così veniva la semola e poi il tritello e poi la farina. Siccome più di due quintali di farina non si poteva avere per uno, noi con la farina ci mischiavamo il tritello per farne di più.
FAUSTINA: Comunque quando si prendeva la farina non era chiara, bisognava stacciarla per farla diventare pura, senza semola.
NELLA: Mamma per companatico tante volte ci ha dato pane di casa con il pane compro e a volte facevamo la Panzanella, pagne bagnato con acetella (ndr: aceto e acqua), sale e pepe.
DINA M: Noi ci mettevamo l'olio invece che l'acetella. Si chiamava la fetta impero perchè era più ricca del pane solo.
TERESINA: Noi anche la pizza con il pomodoro facevamo.
FAUSTINA: Si ma non c'era tutte le cose che c'è adesso.
NELLA: Si mischiava farina di grano con quella di granturco, noi a volte anche solo di granturco.
FAUSTINA: Era buona!
TERESINA: Spesso uomini e bambini mangiavano seduti, le donne giovani in piedi perchè non c'era posto per tutti. A casa mia c'erano tanti fioli, tre vecchi...per forza spesso toccava a me stare in piedi. Mio marito faceva dei piccoli sgabelli per i bambini.
ANGELA A: A casa mia tutti seduti stavamo a pranzo, anche se casa non era grande ci arrangiavamo.
FAUSTINA: Spesso si faceva polenta o polentone dentro il calderone.
NELLA: Sotto il camino.
RICCARDO: E' vero io sono vissuto di polenta, la facevo io con acqua e calderola, la caldaia di ghisa. Le donne facevano il sugo poi si metteva il tutto nella spianatoia, a volte anche con la salsiccia.
ANGELA: La salsiccia si metteva se c'era, se no con i fiori di cavolo o con il lardo.
FAUSTINA: Io anche con il sugo del lardo.
NELLA: Anche qualche pezzetto di Cunila (coniglia)? Si metteva in mezzo al tavolo e choie era più svelto mangiava di più.
FAUSTINA: Se avanzava la tagliavamo a fette e la bruscavamo al forno.
ANGELA: Noi quella avanzata la bagnavamo con il vino cotto: la polenta sal vin'cott. Quando si pigiava l'uva si prendeva il succo, si faceva passare in un staccino più fitto e poi si metteva in un tigame, si mischiava con la cucchiara di legno, si accendeva il fuoco, si faceva tre tacche nel manico della cucchiara di legno e si cucinava fino a che non era vaporato fino all'ultima tacca.
DINA: Io facevo la polenta coi cicci, se c'era un pò de maiale era buonissima. Alla vigilia di Natale c'era la polenta con le vongole.
ANGELA: Anche io la facevo.
NELLA: Ma quella volta non se sapeva manco cò erano le vongole?
ANGELA: Io troppo le giva a pià!! Ci facevo il sugo, le mettevo nei vasi della conserva e le mettevo nel pozzo perchè non c'era il frigo.
NELLA: Noi c'avevamo una cisterna dove calavamo le cose con il cesto.
RICCARDO: Noi compravamo il ghiaccio e lo mettevamo in dei contenitori appositi.
FAUSTINA: Da noi se magnava e basta. Non se faceva avanzà.
TERESA: Anche noi mettevamo il cibo avanzato dentro una cesta dentro il pozzo.
ARMELINDA: Anche io con un tigame mettevo nel pozzo.
DINA M: Io vicino alla finestra o in cantina...ma si mangiava, non c'era mai niente una volta che c'era si mangiava.

La Ricetta delle Baldine
DINA M. Io le facevo così:
Se fa la pasta lenta in una ciotola; ci si mette lo zucchero, la farina l'uovo senza chiara, poi se batte così, poi quando è amalgamato tutto se prende a cucchiaiate e se mette nell'olio. L'olio se fa bollire un pochino, si tira su e si mette in un piatto con lo zucchero. Le Baldine si fanno con la crema ancora, ce se mette l'Archermes.

La Ricetta delle Cresciole

DINA M: Per fare le cresciole ce vole: farina, uova, anice...
ANGELA: No, l'anice no!
DINA M: Si faceva l'impasto, poi si faceva tute le crescioline e si coceva nello strutto de maiale oppure nell'olio, come uno voleva.
ANGELA: Quando si tirava fuori dall'olio se metteva un tantino de zucchero.
NELLA: L'olio di semi, no l'olio d'oliva.
DINA M: Noi lo strutto ce lo mettevamo sempre un pò. Con l'uvetta venivano un pò più farcite, erano più bone.

La Ricetta della Pasta Fatta in Casa

DINA M: La pasta de casa se faceva sa la farina e l'uovo e basta.
ANGELA: Anche un pochino di sale.
DINA: Se tirava la sfoglia e se facevano tutte striscettine, poi si faceva il sugo, se c'era la carne, sa la carne.

SCHIUGHI, FRASCARELLI, SFRIZZI, POLENTA E POLENTONE

AURORA: Io non li facevo gli sciughi, li faceva una parente col mosto. Io facevo con la farina di granoturco. Se stendeva su una tavola e sopra poi il sugo che uno aveva fatto e quella che avanzava se mangiava il giorno dopo.
Quella dolce è un'altra cosa, se faceva col vin cotto.
ANGELA A: mosto e farina di granturco e grano, poi in un piatto con lo zucchero e se tagliava a pezzetti.
ASSUNTA: Con la farina di grano mia zia a Napoli faceva gli "Scagliozzi".
ERSILIA: E' i "Frascarelli" quelli.
AURORA: Si, i Frascarelli, che rimaneva i tozzetti, vero?
ASSUNTA: Si, poi si faceva dei tgriangoli con questa pasta di grano, poi si buttavano nell'acqua bollente. Poi si facevano rosolare o friggere.
ANGELA A: Ai tempi di Mussolini i Frascarelli non se facevano perchè non c'era la farina, non ce la davano.
AURORA: Se metteva 'sta pasta su una tavola di legno, di un albero che la pasta non ci si attaccava, si stendeva e si condiva. C'è poca differenza fra polenta e Frascarelli: la polenta è fatta con la farina di granturco, i Frascarelli con quella di grano.
NELLA: Con la farina di granturco se faceva il polentone.
AURORA: se non c'era il sugo, sopra ce se metteva il formaggio.
NELLA: I Frascarelli erano chiamati anche "Attacca santi" perchè erano appiccicosi. A me non me piacevano.
GIANNI: Ce se attaccava le robe dentro casa...
AURORA: Non è vero...
ANGELA A: Mio fratello una volta aveva fatto la colla con la farina, io gliel'ho mangiata tutta, avevo fame che con Mussolini non si mangiava! Eravamo sette persone a casa, io ereo piccola.
AURORA: A noi non è capitato perchè eravamo possidenti. Se cercava de nasconde il grano ai tedeschi. Noi a casa eravamo in venti, se facevano quaranta filoni di pane e poi s'ammucchiava la cenere e se metteva a cuocere. Anche noi bambine lo facevamo perchè era un lavoro lungo e toccava dà 'na mano, magari prima di andare a ballare. Se facevano anche gli "Sfrizzi" con lo strutto sopra la crescia.
ANGELA A: Ce se metteva la cipolla sopra.
AURORA: Se faceva i pizzicotti sopra la pasta per fare la fontanella.

...continua...

domenica 25 aprile 2010

DATE ORMAI RISERVATE A POCHI....


di Franco Giannini

... e sempre in minor numero...

Per alcuni è solo una festività, per altri quest'anno, o è un breve ponte mancato o uno lungo a secondo delle possibilità economiche. Per qualche "presidente", in Italia sono tanti, gli importyanti molto meno, una sceneggiata da recitare e per alcuni politici un'altra delle tante formalità a cui farebbero a meno di presenziare. Solo per qualche ex partigiano, ancora baldanzoso malgrado l'età avanzata, sarà una giornata speciale, fatta di lontani ricordi sempre più sbiaditi di amici caduti e di traguardi raggiunti di cui tiene un orgoglio indelebile ed inalterato.
Una fanfara, un discorso pieno di retorica, magari una ulteriore medaglia da aggiungere alla consunta bandiera tenuta "ferma" tra le tremule mani, magari un pranzo consumato in un tavolata composta di anonimi visi, un brindisi,... e poi... si ripone il tutto nelle custodie consunte di velluto scolorito, con la muta speranza di essere presenti anche il prossimo anno. Questo è il rituale ormai del 25 Aprile degli anni moderni.. non più da commemorare, ma semplicemente una data consumistica da festeggiare. Del resto viviamo in un clima di libertà (?), i pericoli non sono più all'orizzonte (?) ed allora... i morti giacciono ed i vivi si son dati pace.
Meglio allora, per chi vuole invece ricordare, un rispettoso silenzio e non retorica da avanspettacolo! L'anno passato era stata la piazza dell'Aquila, quest'anno il teatro della Scala con un giorno di anticipo quasi il dire con un sospiro liberatorio :"...anche questa è fatta!!".

Ho scovato una vecchia poesia di Dario Petrolati che vale più di tante parole e che ripropongo:

CORRERE CORRERE

Senza respirare
ad occhi chiusi
tendo le mani

Sono vostre

Oggi è il 25 Aprile

Si sente nell'aria
seppur caliginosa
il sole nascosto

Bandiere arrotolate
qualcuno dorme ancora

Verrà più tardi la fanfara

E canterà
anche la semplice gente

Panini a volontà
bicchieri di vino

Gratitudine

Padova è solo tricolore
dai balconi e sui lampioni
palloncinibianchi-rossi-verdi

Anche i bambini fanno festa

A Vigodarzere

Andrea Pennacchi
leggerà pagine scelte
da " Piccoli Maestri "

Commozione
lacrime sane

Oggi è la Festa della Liberazione

Padova 25 Aprile 2008
(ai miei amici di Senigallia)

giovedì 22 aprile 2010

C'ERA UNA VOLTA IL CONSIGLIO COMUNALE...


di Franco Giannini

...fatto di parole e gesti pepati, ma segni di partecipazione sentita

Un'amica mi chiedeva ieri: " Visto che vai alla riunione del Consiglio Comunale, poi mi fai sapere le novità...".
Questa mattina gli ho detto che non potevo riferirle nulla perché nulla c'era da riferire...calma piatta in comune!
Sarà perché ieri era il 21 Aprile, primavera de Roma, sarà perché l'aria di scirocco intorpidiva le menti, ma si percepiva la sensazione che nell'aula consiliare, al posto di un qualsiasi deodorante per ambiente, i commessi comunali avessero nebulizzato vapori di "Valium" allo stato puro, tanta era la calma che ivi regnava.
Negli scranni della maggioranza, più che dei consiglieri, tante immagini da educandato, tutti con il vestitino della festa, vista anche la presenza dei consiglieri remigini che andavano a rimpiazzare i loro colleghi passati al rango più alto di Assessori. Tutti in composto silenzio, quasi con le mani dietro la schiena come facevano i bravi scolari di una volta. Mazzi di fiori sugli scranni per le nuove donzelle. Un "apparire" violato solo dal binomio Monachesi-Volpini rei di voler più essere...
I loro dirimpettai del resto non erano da meno, visto il loro "bon ton". L' unica differenza percettibile, stava forse unicamente, nella mancanza di mazzi di fiori ed in quelle mani, tenute sullo scranno e rivolte verso la base dell'asticciola del microfono, sede della pulsantiera di votazione, pronti e liberi di prendere la parola o di votare.... Insomma un po' più garibaldini, rispetto ai primi. Il gruppo dell'educandato, si notava perché aveva invece proprio questo timore, quello di parlare e di votare fuori tempo e senza prima aver ricevuto l'imbeccata del loro "capotavola". Il buon Volpini, comunque si aggirava tra gli scranni infondendo loro, il giusto coraggio e le istruzioni del caso. cercando di non farli sentire "orfani"..una parola per tutti o chissà... se un controllo su tutti, appunto come sa fare un vero capoclasse.
Nello scranno principale, quello dei capitavola, non poteva notarsi l'assenza dell'Assessore dal "Sorriso che non conosce Confini" ovvero Gennaro Campanile. E questo ha causato "la prima volta" del povero Monachesi che purtroppo è incappato nel suo primo errore procedurale che gli viene fatto notare dal banco delle minoranze per bocca di Cicconi Massi. Non è stato fatto presente, in appello, che l'assessore era assente e se questa assenza fosse giustificata.
Rebecchini fa la sua interpellanza chiedendo lumi sulle assunzioni comunali relative a contratti a chiamata, e sulla verità che trasferimenti del personale (troppo spesso sempre quello) dal mattino alla sera da un ufficio all'altro avvengano mediante brevi comunicazioni e-mail. La risposta del Sindaco, non si fa attendere con l'asserrire che attualmente si ricalcano solo atteggiamenti consentiti dalla legge, e se invece Rebecchini si riferisce al passato ed ha qualche cosa da denunciare lo faccia pure.
Cicconi Massi, pone il problema di incidenti nelle vie Amendola ed Anita Garibaldi, dovute alla mole di traffico, carenza di visibilità, di segnaletica, di abuso del parcheggio selvaggio.
Il Sindaco ringrazia della segnalazione ed assicura che provvederà a dare disposizioni affinché si possa agevolare le condizioni per una miglior sicurezza. Prende inoltre formale impegno affinchè le presenze degli Assessori (in merito all'assenza Campanile) siano maggiormente rispettate.
Cicconi Massi nella replica al Sindaco, prendendo atto delle rassicurazioni viarie, faceva altresì presente che giustamente sono state censurate scritte infamanti sul di lui (del Sindaco) manifesto, ma ne sono state lasciate altre anch'esse infamanti che colpivano un magistrato e che dovrebbero conseguentemente subire le stesse censure.
Mancini chiede chiarimenti sull'area verde della Cesanella vista la rinuncia da parte della ditta che era interessata al suo acquisto e che ha portato al mancato introito ( però segnato in bilancio) di tre milioni di €.
Da parte del Sindaco la risposta è che ci sarà un nuovo bando, con il primario fine: il bene della cittadinanza che verrà ascoltata ai fini di una consultazione civile e senza conflitti.
Mancini è molto secco e lapidario nella sua replica con un "allora nulla di nuovo sotto il sole...!".
Rimini chiede al Sindaco, ma in modo molto civile e oserei dire quasi timoroso, se non pensa che l'annuncio della scelta del Vice sindaco prima alla stampa rispetto al Consiglio Comunale in toto, sia stata un'idea poco brillante e dal sapore un po' umiliante?. Rimini dice esserne venuto a conoscenza al bar.
Touchè... è la prima volta anche per il Sindaco, che sorridente cerca di uscirne fuori un po' goffamente sottolineando che ancora la notizia non è stata data in maniera formale e che verrà fatta quanto prima in Consiglio, ma comunque si scusa perché non voleva essere una mancanza di rispetto. Ma si comprende che si sta aggrappando su specchi senza appiglio!!
Paradisi prima di sollevare la sua interrogazione nei confronti di Volpini come assessore ai servizi sociali su una candidata del PDL alle ultime elezioni che aveva subito una violazione alla sua privacy, chiede anche lui, chiarimenti sull'assenza di Campanile.
Volpini replica che non sapeva chi fosse questa signora e non sa neppure del richiamo che la stessa ha avuto e che comunque indagherà per controllare che il tutto sia stato fatto seguendo le regole.
Monachesi, invece, nel replicare a Paradisi, sembra Calimero...con una serie balbettante di si...no...cioè...mi devo informare, ho ricevuto la comunicazione solo pochi minuti fa. E poi, dietro ulteriore richiesta di una informazione scritta da parte di Paradisi, si svuota in un liberatorio impegno a far si che Campanile lo informi su quanto richiesto dai consiglieri. Come dire, ma si va bene...sono fatti suoi!!
Cameruccio vuole saperne di più sulla scadenza del contratto di gestione dei parcheggi, che scade il 30 di Aprile e che ha procurato qualche problema in passato con un piccolo contenzioso.
Suggerendo anche di affidare eventualmente, in futuro questa concessione ad una cooperativa di ragazzi senigalliesi.
Il Sindaco assicura che non ci sarà rinnovo di contratto, che il Comune se ne assumerà la gestione, che il contenzioso è stato totalmente appianato dalla ditta e che la gestione non la si può dare ad una cooperativa di ragazzi perché ci sono i procedimenti di gara. Però è da studiare qualche eventuale possibilità per parcheggi come quello di piazza Garibaldi.
Da questo momento i capi gruppo si sono riuniti per un'ora circa e al loro ritorno in aula, si sono succedute solo delle votazioni dall'esito già di per se stesso scontato.
L'unica novità cade su di un nome nuovo, del resto il nuovo che avanza deve proporre delle novità: Revisore dei Conti un certo Nardella...dimissionario, prima della conferma del voto, da gestioni come bic, forma e forse se non compatibile con il nuovo incarico, anche della gestiport, promosso con 18 voti...
Paradisi, per onor della cronaca, aveva chiesto se proprio in virtù di quella "collaborazione" di cui si parla solo, la minoranza potesse scegliere almeno il revisore anziché il ragioniere.
Tanto fair play, pochi i contenuti, scontate le risposte. Il "voto segreto" anche questa volta è stato fatto in cooperativa, alla faccia dei cambiamenti proposti...per prendere una decisione simile si dovrà ricorrere ad un consiglio straordinario con votazione segreta!
Il consigliere straniero aggiunto, nel suo angolo, fa tanto tenerezza...e salvadanaio di futuri voti!
Mi auguro tanto che l'ambiente si riscaldi un po' di più e non solo per l'avvicinarsi dell'estate.

sabato 17 aprile 2010

LA CENA DEI PERDENTI....


di Franco Giannini

... o almeno così credevo, che fosse giusto chiamarla!!

Evidentemente mi sono sbagliato, ancora una volta!
E quello che comincia a preoccuparmi è che questa tipologia di errori di valutazione comincia a colpirmi con troppa continuità.
Credevo che si trattasse di una cena in cui i perdenti si ritrovavano dietro un piatto di buona pizza, ritrovando (mi si passi la ripetizione) quel buon'umore perso in campagna (non di certo quella fuori città!). E perché no, magari valutando l'attuale situazione e proponendo a bocca piena, qualche possibile progetto, qualche idea, senza alcun impegno, per un semplice "pour parler", con la prospettiva di una pepata opposizione o con quella di idee innovative nel caso di eventuali tracolli della maggioranza. Lontana prospettiva forse, ma sempre possibile e quindi pronti a coglierne l'occasione e mai impreparati!
In un primo tempo ho quindi pensato che gli assenti avessero torto e quindi fossero perdenti due volte. Invece poi ripensandoci a mente fredda, ritengo di poter affermare che questa, giustamente, non era la loro cena. Ecco per cui la loro assenza. Questa non era infatti la "Cena dei Perdenti", e quindi la loro, questa è stata la "Cena delle Beffe", la "Cena dei Delusi", la "Cena degli Illusi", quindi solo la nostra cena.
Con l'uso del "loro" ovviamente intendo indicare tutti quelli più esposti politicamente, quelli che si ritenevano i più preparati, coloro che facevano i conti per i posti disponibili tra i 31 assegnati, gli strateghi della conduzione elettorale nei fanta scientifici meandri dei retroscena della campagna. Con l'aggettivo "nostra", intendo invece indicare i "peones", quelli che più si sono resi disponibili e che "unti" da tanta dedizione e credevolezza in quello che facevano, alla fine sono rimasti con i barattoli della colla ed il pennello in mano, quelli che hanno lavorato più di braccia che di mente... i più delusi ed illusi...almeno alla luce dei fatti attuali.
Ma ieri sera guardando quella lunga tavolata fatta di una trentina di persone, poche e tante nel contempo, mi sono chiesto più volte chi fossero alla fin fine questi perdenti.
Non certo comunque i presenti, uniti in un gran bel gruppo di persone eccezionali, entusiaste malgrado i risultati delle loro varie liste di appartenenza, deluse per i comportamenti dei loro "ductor" e forse, almeno per alcune unità (una continua emorragia), perdute definitivamente da quel mondo della politica parlata, incapace ed inconcludente! Quindi sono solo "loro" che hanno perso, prima di tutto la campagna elettorale, secondo un gruppo di persone meravigliose a cui non è stato detto, salvo particolari casi, neppure un grazie o uno scusate.
Quale sia questo numero di "sfiduciati-scontenti" non lo so, di certo è che io faccio parte di questo numero.
Comunque la serata è scivolata via piacevolmente, con le immancabili, colorite, centrate osservazioni e caricature verbali e non solo, dei personaggi della politica locale. Non potevano neppure mancare i "si dice" e i proverbiali "Scoop" da parrucchiera o parrucchiere a seconda dei personaggi e che come tali sono da ritenersi privi di valore, nella loro inattendibilità, anche se qualcuno ha tenuto farmi notare che, "...si Franco!!!, ...ma voce di popolo, voce di Dio".

Alla Palestra del Campo Boario mostra di trine e ricami d'autore






















foto di effegi
di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Chissà se l'esposizione resterà aperta a tempo indeterminato...??

Domenica 11 Aprile 2010 ore 10,11 e 10,29. Luogo Palestra del Campo Boario. Manifestazione: Torneo regionale di Ginnastica Ritmica Femminile. Quando ancora si facevano giochi semplici del tipo “Nascondino” chi si precipitava alla conta, prima di colui che era alla cerca dei nascosti, urlava “Tana!”.
Ecco, quei dati scritti in neretto stanno appunto ad indicare la mia tana. Infatti dalle foto si potranno individuare le “trine ed i ricami” di cui al titolo, che appaiono a chi ha o ha avuto, la sfortuna di alzare gli occhi al cielo, magari per una qualsiasi esclamazione, di rabbia o di gioia.

Dal momento che lo scatto delle foto l’ho eseguito incurante di celarmi dietro a qualunque accorgimento, seppur consapevole che avrei toccato qualche nervo scoperto, so già per certo che qualcuno ha provveduto ad informare chi di dovere, cercando di sollecitare l’intervento della tardiva “macchina interventista”.

Ma oramai la pipì è stata fatta fuori dal vasino, i file delle foto sono datati e riportano il tipo di fotocamera e l’orario dello scatto...e quindi anche se questo mio articolo dovesse arrivare al giornale per motivi di carattere tecnico a “lavori di ripiego” già iniziati, quello che fa testo oramai sono i dati riportati nelle prime due righe (2 scatti fatti alle 10,11 ed altri 2 alle 10,29). Ed è anche per questo motivo che mi sono sentito costretto a pubblicare senza attendere oltre, l’insediamento della nuova giunta.

Prima della mandata elettorale, il nostro comune aveva messo in circolazione una guida agli impianti sportivi della Spiaggia di Velluto dal titolo “DI CORSA in vacanza” con una traduzione in lingua inglese Running on holiday (il tedesco avrebbe fatto meno tendenza rispetto all’inglese, ma sarebbe stato compreso, forse, da un più ampio numero di ospiti di oltre confine).

Bellissime foto di cinque o sei impianti con panoramiche dall’alto e primi piani, poi una lunga lista di altri impianti con la sola indicazione dell’indirizzo: oltre 70...

Io credo però che questo patrimonio di oltre 70 impianti sportivi, debba aver diritto , oltre che all’elencazione, alla stessa conservazione attenta dei maggiori, quelli che fanno poi debordare l’euforia amministrativa in termini auto-celebrativi di Comune Eccellente in tutto o...quasi!

Una volta le ragnatele erano indice di annata per i vini collocati nelle cantine, poi con la creazione di tini metallici, tutto è diventato lucido ed asettico. Sembra che queste invece della Palestra di Campo Boario si contendano il titolo di maggior anzianità rispetto alla stessa costruzione del manufatto....infatti asseriscono che già loro erano lì ancor prima delle fondamenta.

Qui non si tratta di bandiera azzurra, di comune Riciclone, qui non si parla di voler apparire più di quello che si vale.

Qui, invece, la sola cosa che fa spavento è il pensare che in un luogo dove Mens sana si dovrebbe coniugare con Corpore Sano, la pulizia dovrebbe imperare per assicurare un’igiene impeccabile a centinaia di giovani che quotidianamente lo frequentano, il tutto è affidato alla “gestione” di alcuni evidentemente incontrollabili "imprecisini" (Il termine sarebbe un altro...).

Le ragnatele sono il biglietto da visita dell’incuria, della cattiva educazione, della sporcizia,...

Qui non ci sono problemi di assessorato, non ci sono problemi di carattere economico, non ci sono problemi di personale "atto a...."è un problema solo di controllo e di pulizia che non va fatto attendendo la Pasqua (e qui ci si è dimenticati anche di quella!!) o eventi altisonanti. Vanno fatti quotidianamente per il solo buon gusto ed obbligo di sentirsi puliti.

Ma la colpa non è solo dei gestori, anzi la maggiore è di quanti hanno usufruito dell’impianto fino ad oggi, in qualunque modo, magari alzando gli occhi al cielo, criticando, ma senza l’osare di dire, di far sentire la propria voce. E questo poi a lungo andare può divenire assuefazione e piano piano cadere in una involontaria connivenza.

giovedì 15 aprile 2010

GLI SCRANNI DEL CONSIGLIO COMUNALE SONO SCOMODI...















foto su gentile concessione del Sig. Massimo Gasparini

di Franco Giannini

....e per fortuna

Signori in carrozza, si cambia per non cambiare nulla.

Si parlava di nuovi giovani,... appunto, se ne parlava, poi all'atto pratico nulla, se non di riciclati datati di dieci anni.

Si parlava di pari opportunità e di "pulselle" ne appaiono al momento solo due, poi magari certamente si riparerà anche a questa manchevolezza con i subentri di altri consiglieri e con gli opportuni ripensamenti, ritocchi, strategie, isterismi degli ultimi momenti.

Al momento intanto il "Papa" è salito al trono pontificio ed ha preso possesso ufficialmente, con il suo giuramento, di tutta la sua autorità. Autorità che si percepisce a colpo d'occhio, più per il come si muove che per quello che dice. Del resto le prime parole in questi casi sono fatte di aria fritta, dal profumo retorico, senza alcun valore sostanziale.
Io, però, se fossi in lui, tranquillo non lo sarei totalmente, visto il "fregolismo"del personaggio che si è posto alle sue spalle, molto meno elegante del mago del trasformismo, ma alla pari con le sue qualità artistiche! Ma evidentemente ogni domatore conosce bene le sue belve ed altrettanto sa quando mettere la sua testa dentro tali fauci, in principal modo sa di poterlo fare quando questo è sazio! C'è da chiedere solo se la carica ricevuta lo ha saziato e per quanto!
Fanno parte di questo Nuovo Consiglio molti personaggi che di nuovo, politicamente parlando, nulla hanno, e che malgrado la scomodità dei scranni in legno della tribuna consiliare, hanno deciso di sacrificare le loro terga, al servizio di noi cittadini tutti, per altri cinque anni. Almeno questo è il loro intento e fortuna per noi che essi non sono comodi.
Il primo nome noto di cui si è parlato in aula, ma che di già era sulla bocca di tutti, ha creato subito una "piccola" polemica, preludio di quello, che ritengo, avverrà in un futuro molto prossimo: Enzo Monachesi quale super partis alla Presidenza del Consiglio Comunale.
Il segreto di Pulcinella mutato finalmente in realtà...ed il discorso preparato in tasca, letto sillabando le parole (e malgrado ciò incerto nella lettura) con la giusta emozione della prima volta, stava a dimostrare la reale segretezza che si è voluta attribuire a questa comparsata.
Due le cose veramente sconosciute: uno il nome dell'Arch. Massimo Colocci e l'altro l'arzigogolante attribuzione delle qualifiche dei mandati.
Leggiamo infatti "Promozione dei Turismi", "Città Sostenibile" (non si comprende il perchè non dire Ambiente, Mobilità, Trasporto Pubblico), "Risorse Finanziarie e Patrimoniali"...si parla tanto di voler essere vicini alla gente e poi si cerca di farle capire il meno possibile.
E perchè non dire apertamente che il sindaco si è riservato le deleghe agli Affari istituzionali, alle Infrastrutture strategiche (tradotto: le cose importanti...che sono sempre molto opinabili ai fini di una valutazione personale), Personale e Polizia Municipale.
Dai banchi dell'opposizione, eccezion fatta per Roberto Mancini, l'Avv. Roberto Paradisi, Gabriele Cameruccio, non ci sono state altre voci a contrastare la decisione a prescindere sul nominativo Monachesi. E questo ancora la dice lunga sulle difficoltà che avrà per farsi sentire su quel 50,71% che considerano una grossa vittoria. Ad un piccolo successo si contrappone una piccola opposizione. Quello che avviene in campo nazionale ma al contrario considerando i colori delle casacche.
Gli atteggiamenti sia locale che nazionale si equivalgono in tutto e per tutto: stessa ostentata sicurezza, stesso sorriso, stessi abbracci, stessi bacciucchiamenti, stesso ottimismo, stessa ricerca del bagno di folla, ed altri " stessi ", salvo che per la statura fisica, dimensioni del portafoglio. Solo che tra i due, uno si dichiara di centro sinistra con ascendente sinistra, l'altro di centro destra con ascendente mai dichiarato, ma evidente, di destra, ancor più di quelli che gà vi abitavano.
Eppure hanno risultati contrapposti! Chissà dove sta il mistero!
Intanto noi, loro datori di lavoro, a mangiarci il fegato nella nostra impotenza nel veder dissolvere il nostro patrimonio Città o Italia, a seconda di chi si parli.
A questo punto credo che non ci resti altro che piangere o pregare, a chi ci crede, sperando che ci si svegli ad un tratto credendo solo di aver avuto un brutto incubo...ma oramai ho l'impressione che visto il perdurare di queste situazioni l' incubo sia divenuto male cronico e senza cura.
Comunque auguri a tutti, ne abbiamo veramente bisogno.

A Senigallia il torneo di Ginnastica Ritmica




















di Franco Giannini già pubblicato su 60019

Si è svolta al palazzetto di Campo Boario la competizione organizzata dalla Polisportiva


SenigalliaLa giornata non era certo primaverile e contrastava perfettamente con il clima che invece regnava all’ interno di questa ormai vetusta palestra. Non erano di certo i radiatori che procuravano questa diversità di ambientazione, bensì quella ventata di allegria che queste ragazzine della ginnastica ritmica apportano ogni qualvolta con la loro presenza, ma a cui sono solite aggiungere, anche e sempre il loro fresco entusiasmo giovanile. Un entusiasmo che comunque, ad un occhio attento, non appare identico per tutte.
Infatti le più piccole con la loro spensierata, spontanea incoscienza bambinesca, sono più loro stesse, sono più calate nei loro anni: se un cerchio sfugge di mano...pazienza, vorrà dire che andrà meglio la prossima volta. Quello che può trapelare dai loro visetti, ma mica a tutte però!!, è un velo di timidezza... percepibile per le testine con i capelli raccolti in chignon fermati con fiorellini di plastica multicolori, leggermente abbandonate e piegate su quegli esili colli a toccare il petto.

Le più grandicelle e meno acerbe, compaiono di già più professionali nei loro esercizi. Danno più importanza alle operazioni di riscaldamento, del trucco, alla ritualità del saluto alla giuria, alla maliziosità di un sorriso durante l’esercizio a denotare quella sicurezza che a volte invece è difficile da incontrare.

Gli spalti intanto si sono gremiti di genitori, urlanti e corredati oltre che di cineprese e macchine fotografiche anche di un’emozione ben più visibile di quella delle loro figlie.

Chi invece sembra prendersela sul serio è la giuria, compunta ed inespressiva come deve essere di prassi, seduta compostamente con busti diritti da ex ginnaste.

In queste manifestazioni quello che colpisce lo spettatore sono i colori: nei costumi, negli attrezzi, nelle tovaglie poste sui tavoli, nei trucchi, non necessari, su quegli occhi da cerbiatti....

Sarà per l’età, quella mia ben s’intende, ma il vedere un esercizio non riuscito,...quel maledetto cerchio che non s’infila nel modo giusto, quel suo rotolare da una parte, e vedere il viso sconsolato di queste bambine, mentre dall’altra parte della pedana, un’altra ha eseguito alla perfezione il suo esercizio sottolineato dalle urla di incitamento, beh mi lascia sempre con un certo amaro in bocca, pur sapendo che queste sono le regole dello sport e della vita a cui, in un modo o nell’altro, devono prima o poi assuefarsi.

I cinque attrezzi: fune, cerchio, palla, clavette e nastro, ad un primo impatto sembrano innocui, non sembrano traspirare quegli inganni che poi appaiono non appena si iniziano gli esercizi. Una fune è una fune, sembrerebbe impossibile che la si possa perdere di mano, o che si intrecci tra le gambe come può avvenire spesso anche per il nastro.

Eppure a volte avviene ed allora credo di immaginare i loro pensieri “... non mi era mai accaduto in allenamento, quest’esercizio l’ho ripetuto decine e decine di volte....si qualche volta non era venuto come doveva, ma proprio oggi....nooo!!” e giù un viso sconsolato, mentre si ritorna al proprio posto, verso il genitore che dalla gradinata con telecamerina in mano riprende inesorabilmente anche l’esercizio non proprio riuscito. “Ma nessun problema”- sembra dirle il genitore - “la prossima volta andrà meglio e cancelleremo questo brutto filmato con la sovrapposizione del nuovo ben fatto...”.

L’attenzione comunque corre sempre sulle più piccole, le più fragili, ma certamente non psicologicamente, visto il piglio con cui affrontano gli esercizi.

Un torneo comunque, che indipendentemente dal giudizio dei giudici, per me resta senza vinti nè vincitori. Hanno vinto l’entusiasmo, la passione, la partecipazione, la presenza della famiglia, l’esercizio fisico, l’ipoteca sulla salute di oggi e su quella di domani, la disponibilità delle insegnanti e degli organizzatori. Non mi sembra poca cosa!!!

Si ci sono anche le medaglie, la premiazione, gli applausi, i sogni, per alcune, in previsione delle fasi nazionali, il piacere di sentire sia al microfono che il leggere domani sul giornale il proprio nome e cognome, ma c’è anche le contro medaglie dello sport: la delusione di non essere riuscite, e quella mancata medaglia del 6 posto su cinque premiati. Ma anche costoro debbono comprendere che il vero atleta è colui che non si abbatte mai, neppure nello sport estremo della “Vita Giornaliera”. Basta sapersi sempre rialzare e proseguire.

Non fare qualche nome sarebbe immeritato, visto anche il tipo di prestazione: tre nomi relativi alla terza fascia che parteciperanno di diritto alla fase nazionale

1° - BUDRAGO VALERIA
2° - FRATERNALI VALENTINA
3° - ROMAGNOLI FRANCESCA
tutte appartenenti alla Società AURORA PESARO

nella seconda fascia è emersa AMATORI MARTINA della società PROMO GIMNAL. Ed inoltre si sono distinte le nostre due concittadine CALCINA CAMILLA e PIERMARIOLI SOFIA.

per giungere alla prima fascia (le piccoline) in cui si sono evidenziate le nostre senigalliesi ALLEGREZZA AGNESE e GUALTIERI NICOLE, ed inoltre della società GIMNAL di PESARO le mini atlete BASSANI GIORGIA, PALAZZI ELISA, WASIC NICOL ANASTASIA. Mentre nell’assoluta sono risultate ai primi tre posti rispettivamente RIGHI GIULIA, TADDEI SUSANNA, DE SIMONI GIULIA.

La regia dell’organizzazione del torneo, come sempre per tutto impeccabile a 360°, è stata della ormai insostituibile MONTESI ELENA, l’insegnante, ma non solo, della Polisportiva Senigallia a.s.d.

mercoledì 14 aprile 2010

GLI OSPITI DELLA CASA PROTETTA......

.....Continua

Capitolo 4° - LE SERENATE

NELLA: Quando c'era la sposa suonavano alla finestra. A me l'hanno fatto quando mi sono sposata, erano tre - quattro e cantavano. Facevano la serenata e quando avevano finito gli ho dato da mangiare. Le canzoni erano bellissime!!
UMBERTO: Le serenate erano all'ordine del giorno. Quando si usciva dal lavoro: chi prendeva la chitarra, chi l'organetto e si andava a fare la serenata fino a che non arrivava qualche secchio d'acqua.
STELLA: Lei era un ballerino?
UMBERTO: Si, io andavo a ballare.
STELLA: Perchè io ho ballatyo con lei.
UMBERTO: Dove? "Chi o fori?" (ndr: qui o fuori?)
STELLA: A Roncitelli.
UMBERTO: Si, io ci andavo con gli amici o anche da solo.
NELLA: Quando non c'era ancora le macchine si andava a piedi tutti insieme e ci si divertiva.
UMBERTO: C'era un ragazzo che faceva la serenata, una volta (ridendo) una ragazza ha risposto :" Te, per quello che m'hai detto con questa serenata non ne voglio più sapè!"
MICHELINA: Una volta, ad una serenata dove la ragazza si chiamava Concetta, lui le ha detto :"Senti Concetta, chi canta? Io vado in estasi!" e lei ha risposto :" E' la Michelina che canta:" Il giorno dopo alcune persone sono andate dal maresciallo perchè c'era stata la serenata e non avevano potuto dormire. Mamma mi diceva :"Se ti danno tante di quelle botte non mi dispiace perchè tu vai a fare le serenate e a disturbare!"
DINA: I giovinotti quando sapevano che c'era una bella ragazza andavano su e giù in bicicletta e cantavano :" Affacciati bella, affacciati bella."
TERESINA: A me la serenata me l'hanno fatta. Quello che cantava m'ha bruciato la vestaglia da sposa.
UMBERTO: Noi facevamo le serenate clandestine, perchè erano proibite, quel periodo lì ad una certya ora non si poteva fare rumore. Mi ricordo che quel periodo scappavamo lungo la statale.
Io passai con la bicicletta italiana, la Ballon, quella era un gioiello, costava un sacco di soldi; noi l'avevamo fregata in un campo di tedeschi

Capitolo 5° - IL CARNEVALE

AURORA: Si faceva le castagnole.
ZELINDA: Ci si mascherava anche, si buissava alla porta e si chiedevano le cresciole. Io non ho mai bussato, ma venivano a casa nostra a prendere le cresciole.
DINA: Io mi ricordo, io non ci sono mai andata, ma venivano a bussare. Gli si dava le uova, i castagnoli.
AURORA: Si andava a ballare, il padre di mamma suonava la fisarmonica, così, quando lui andava a suonare, ci andava pure mamma: era una brava ballerina! Poi, si faceva le castagnole e a mezzanotte del giovedì grasso si mangiavano.
MICHELINA: Io andavo sempre a ballare: notte e giorno.
AURORA: Si ballava fino a tardi.
MICHELINA: Io andavo col fidanzato e poi gli altri ballerini mi chiedevano di ballare.
ANGELA: Il giovedì grasso si lavorava in campagna, poi si facevano le cresciole. Venivano i bambini mascherati a chiedere le cresciole.
AURORA: A volte gli si dava 100 lire, quello che uno poteva.
TERESINA: Io andavo con tre, quattro ragazze per le case, non tutte eravamo mascherate, le persone ridevano e ci prendevano in giro e così ci divertivamo tutti.
ADRIANA: Anche io mi mascheravo e andavo a bussare alle case del paese.
NELLA: Mio marito faceva i veglioni, perchè a quel tempo non c'erano le discoteche e le sale da ballo. Lui aveva un grande locale a casa e ci faceva le feste.
ANGELA: Una volta sono andata a una festa in casa, io c'ero andata a vedere se avevano le damigiane vuote di vino, è arrivato il suonatore e mi sono fermata e ho fatto due balli. Sempre in segreto dalla famiglia, che non voleva.
AURORA: Anche io ci andavo in segreto con le amiche, perchè c'era uno zio che diceva che a ballare ci andavano le puttane.
GINA: Io andavo al Carnevale, ma non mi vestivo.
MICHELINA: Ho visto il Carnevale di Fano e davano da mangiare biscotti e caramelle... c'era tanta di quella roba che buttavano i carri e siamo tornati, io e il mio amico, con le tasche piene.
DINA: Anche a Senigallia facevano i carri.
FRANCESCO: Anche io ci sono andato, le persone si vestivano da Carnevale.
MICHELINA: Da noi hanno fatto un Carnevale una volta, hanno fatto come un letto e c'era una ragazza che sembrava morta; si vedeva solo un pochino il viso. Dietro c'era il marito che si teneva i capelli e piangeva.
DINA: Una volta hanno fatto il carro sulla canzone "La Torre di Pisa" , poi un altro su Moser , e quello è stato premiato perchè c'era un lavoro di meccanica della bicicletta che si muoveva. I bambini stavano tutti intorno!!
ANGELA: Era bello! Suonavano per il corso; i giovanotti tiravano i confetti alle ragazze perchè si erano innamorati e volevano conoscerle. Io ho riempito tutte le tasche, mie e di mia zia di caramelle.
MICHELINA: Io mi sono vestita come una sposa con il fidanzato vero.
SANTINA: Da piccola non l'avevo mai visto il Carnevale, l'ho visto per la prima volta da grande.
CARLO: Non sono mai andato al Carnevale.
AURORA: I carri dell'anno prima venivano messi in un capannone e poi li usavano per l'anno dopo.
ARNALDA: A Carnevale, a pranzo, si faceva da mangiare qualche cosa de bono.
MICHELINA: Da noi, in provincia di Matera, quando era la vigilia di Carnevale si faceva la pasta fatta in casa. Se ne faceva un pò di più per le galline. Ogni paese è una tradizione!
SANTINA: Noi facevamo i castagnoli e le cresciole. Li facevo anch'io per tutta la famiglia.
MICHELINA: Si ballava e si festeggiava, si faceva la tarantella.
ARNALDA: Mamma diceva che il giorno dopo Carnevale c'erano le Ceneri.
ANGELA: La sera di carnevale si andava alla Messa perchè il giorno dopo era le Ceneri.
DINA: Il giorno dopo si mangiava de magro!
ANGELA: Quand'era mezza Quaresima c'era qualcuno che ballava.
DINA: A volte andavamo a ballare con tutti i figli, da piccoli li avevo mascherati uno da Zorro e uno da sceriffo.
AURORA: Io accompagnavo a mia figlia a ballare quando aveva quattordici anni.
ANGELA: Mia figlia si mascherava in c asa e usava i vestiti vecchi o quelli dei grandi.
MICHELINA: Io non li mascheravo perchè era morto mio marito, però andavano dai parenti per vedere il corteo dei carri.
LUCIANA: I vestiti di Carnevale per me li facevo con i vestiti vecchi e con quelli nuovi, li mischiavo insieme.
DINA: Perchè i soldi non ce n'era!
STELLA: Il mio fidanzato non voileva che mi mascheravo. Io non mi sono mai mascherata, ho mascherato i miei figli.
UMBERTO: La maschera mia era la più bella, avevo tre-quattro anni, ero vestito da Perrot, bianco e nero. Mi hanno portato dal fotografo e dopo tre-quattro gioorni andai a prendere le foto. A casa mia c'era chi faceva i castagnoli, chi le tagliatelle.
DINA: C'e una specie delle cresciole più piccoline. Io quelle non le ho fatte mai, ho fatto le castagnole, le cresciole e basta.
ANGELA: Era le Baldine! Se faceva come la polenta, ci si metteva lo strutto, gli ovi.
AURORA: Quando ancora era liquido si passava in padella.
ANGELA: Erano come le cresciole, più morbide e più erte (ndr. spesse).

...continua...

martedì 13 aprile 2010

Diversamente Giovani riapre "bottega" dopo la parentesi elettorale



Giustifica










di Franco Giannini, già pubblicato su 60019

...il "posto" all'opposizione è ancora caldo come quando l'ho lasciato!!

Credo che dopo le elezioni, dopo i brindisi dei festeggiamenti, sia possibile anche tracimare in perdonabili frasi fatte, dettate più dall’uso che dal cuore. Una ha fatto la sua comparsata giorni fa sui manifesti che hanno tappezzato tutta la città.

Però, se da una parte ci sono i logici festeggiamenti(?) per la “Vittoria” conseguita, dalla parte opposta ci sono invece dei banchetti, non quelli elettorali nelle piazze o per il corso, bensì di carattere gastronomico che vanno sotto ironiche nomee quali “il ringraziamento ai simpatizzanti”, “un saluto che è un arrivederci”, “contiamoci per riproporci” o più onestamente la “cena delle beffe” od ancora più veritiere quale “Cena dei Perdenti”.

Vero è però, che ci sono vincitori che escono dalle competizioni con le teste basse, e perdenti invece, a visi alti. E forse è per questo motivo, che da perdente, ma a viso alto, mi sento di potermi appropriare di una frase fatta ed usata dal vincitore, per rivolgermi anche io a quello sparuto manipolo di lettori che mi seguono ed a cui anche io assicuro la mia continuità rimanendo all’opposizione e restando così il: BRONTOLONE di TUTTI. Grazie

Ho già iniziato a raccogliere documentazione, ma mi riprometto di ufficializzare il mio lavoro solamente dopo che i “nostri dipendenti”, altro del resto non sono, si saranno insediati nei loro uffici con la presa in mano delle loro competenze.

Da quello che è emerso dalla volontà dei cittadini in occasione di questa mandata elettorale, si è potuto notare che i “problemi grossi” quali ad esempio “complanare”, “parco cesanella” non abbiano poi interessato più di tanto... meglio così...!!! Allora vuoi vedere che avremo più lettori che si interesseranno alle piccole cose di cui si occupa Diversamente Giovani?

Interessarsi significa anche non condividere e criticare, perchè ritengo che è sempre dalle critiche coscienti, obbiettive ed ascoltate (e qui che starà il nodo più duro da sciogliere), che si possano trarre i debiti benefici. Del resto i problemi di cui si parla qui, hanno bisogno più che di impegni finanziari, di buona volontà. I nostri sono problemi di tutti giorni, che forse, proprio perchè sono abitualmente sotto gli occhi di tutti, l’occhio si assuefa e divengono visibili solo a coloro che convivono la loro problematica, restando nascosti invece all’amministratore.

La nostra arma sarà quindi, ancora da oggi, quella solita dell’anziano, l’unica che ancora gli rimane: la petulanza, la ripetitività, il far sentire il fiato sul collo... insomma l’essere dei “Rompiballe” ma sempre nell’ottica di una ricercata obiettività, concretezza e assoluta documentazione.

mercoledì 7 aprile 2010

GLI OSPITI DELLA CASA PROTETTA....

....Continua.....

FAUSTINA: Anche io me ne ricordo una, state a sentire:

Questo fatto ascoltare bisogna
poichè tutto dolor destò
è successo nel pian di Bologna
come già tribuna parlò
di lei che tanto d'amore solleva,
per il dottor Rodolfo Rondì.
Militare il marito lei l'aveva
che contento la patria servì,
ma la fanciulla benchè minorenne
s'era accorta di tutto di già,
quando al fin non potendo più stare
disse: "Mamma perdona il mio cuore,
mi costringi a parlare così,
ti proibisco di ricever il dottore
perchè il babbo non devi tradire".
"Figlia mia" la madre rispose,
"Sai che in casa comando da me,
se ripeti un'altra tal cosa
vedrai cosa faccio di te"
Ma la madre di casa sortì
e la bimba una lettera scrisse al suo
babbo dicendo così:
"Vieni a casa, la cosa è urgente,
ma non posso spiegartela qui.
Non appena leggerai la presente,
se tu mi ami ti prego di partir"
Quando poi ritorna sua madre
cenò in pace e a letto andò,
si alzò la mattina con calma e anche il
giorno seguente passò;
ma la sera, mentre era a cenare,
appena il bicchiere vuotò
disse: "Oh babbo non mi può più salvare
son già morta" e per terra cascò.
La madre fingendo gridava,
la famiglia vicina chiamò
di andare a prendere il dottore, urlava,
non appena in casa arrivò.
"Una paralisi" disse "alla testa
ed ognuno si può ritirar,
poche ore da viver le resta
altri mali non ha".
Or veniamo al padre lontano,
appena avuto l'avviso partì,
giunse a casa di notte pian piano
con le chiavi la sua casa aprì.
Salendo le scale sentiva
la moglie così ragionar:
"La mia figlkia è stata cattiva
Ma tra poco spirata sarà.
Quando l'avrem sepppellita
Potrai venire ogni sera da me"
Lui rispose: "Così la mia vita
io la posso finire con te".
"Domani voglio il marito avvertire
che la bimba è morta, così quando torna
se ne avrà da ridire
farem come abbiamo fatto con lei".
Quando questo sentì suo marito
disse: " Disincanto morir vi farò!"
con un modo così inferocito
sette colpi ad entrambi sparò,
poi cessò perchè vide sua figlia
sul pavimento distesa così,
per un braccio la prese
tosto un piccolo respiro sentì.
Uscì di corsa e conb sè la portò
dal farmacista andò a bussare:
"Faccia presto" più volte gridò,
mentre l'antiveleno gli dava
disse: "Spero di poterla salvar".
Quando poi sul far del mattino
Elisabetta si scorse e guardò,
quando vide il suo babbo vicino
l'espressione di lei cambiò.
"Babbo, mentre io ero morta,
Come hai fatto a venirmi a salvar?"
"Dammi un bacio mia cara ed ascolta
Ogni cosa ti voglio narrar.,
Cara figlia ti prego un favore,
ti proibisco di lasciarti sforzare
dirai tutto davanti al pretore
quando in grado sarai di parlar".
E la figlia rispose: "Son pronta"
Lui la corte allor fece avvisar,
quando tutto la bimba racconta
tutti quanti li fece tremar
ed il padre con molto desio
la sua parte gli fece saper.
Il pretore rispose: "Io
avrei fatto assai peggio di te"
Allora disse così il delegato:
"Dalla morte tua figlia hai salvato
Più nessuno ti può condannar"
Così fanno taluni con balzo
La mia storia spiego ogni dì,
ci sarebbe da scriver un romanzo,
ma leggetela almeno così".

....continua....

sabato 3 aprile 2010

LA CAMPAGNA ELETTORALE VISTA A BOCCE FERME....

di Franco Giannini

...con la sua successiva comica seriosità !!!

Ebbene si.....Vi sono stato "tirato per la giacca" e non ho saputo svincolarmi con la dovuta forza persuasiva, ed allora mi sono proposto, quale autoincoraggiamento, che sarebbe stata un' ulteriore esperienza di vita. Ho voluto vedere ancora una volta il bicchiere mezzo pieno!
Ma sapevo che si trattava solo di una stupida scusante per non ammettere di essere stato incapace di proferire un "no" autoritario e sincero. La politica, infatti, almeno quella esercitata a tavolino, è una cosa che non mi ha mai interessato, perché l'ho ritenuta sempre un qualche cosa di astratto e quindi di inutile. Ho sempre preferito la fattività immediata rispetto agli incontri salottieri da bar fatti di lunghi chiacchiarate e scarsi risultati. E la conferma la si ha ancora una volta con la dimostrata disaffezione dei cittadini verso la politica con l'utilizzo del "non voto".
Mi sono detto, autoconvincendomi, si tratta di una lista civica e non di un partito con il vertice a Roma, la persona è di indubbia moralità, senso civico, culturalmente preparata, insomma.... forse ci sarà la prospettiva di un cambiamento per la nostra città.
Pur essendo la nostra lista civica assolutamente apartitica, ho potuto constatare di persona, come e quante altre liste abbiano tentato di venderci le loro "prestazioni". Sia da liste in seguito trombate, che da liste vincenti, sia da quelle rimaste all'opposizione che altre poi passate nelle file del vincitore, ma tutte con la mano tesa e le labbra semichiuse per il più politicante dei bisbigli : "ti do se tu mi dai...". E se questo mercato è il bello della politica, preferisco che tutto sia finito e sono potuto ritornare al mio vecchio hobby di blogger ed ai miei isolati, personali, tentativi con la fattività da scassa balle.
Cinque erano i candidati alla corsa per la poltrona di Sindaco. Di purosangue, onestamente, neppure l'ombra. Non parliamo di puledri, poi, ma tutti stalloni, alcuni anche consunti e privi di mordente. Una corsa che si è svolta non in un ippodromo, bensì sul pulpito di una chiesa. Non una parola sopra le righe, non un dibattito, solo incontri a cinque in cui le domande erano risapute e dove le repliche non erano ammesse. I giornalisti, moderatori inventatisi al momento, alcuni anche visibilmente di parte, hanno ulteriormente offuscato questa già nebbiosa campagna elettorale. Anche i blogger a mio avviso, hanno toppato, con interviste che nessuno ha visto nella loro totalità, vista la lunghezza e vista la mestizia (eufemismo!) degli interventi (10 ore sono tantissime). Un valore comunque l'avranno in futuro...un utile archivio dove andare ad attingere le bugie di promesse non mantenute. Lo si sa i "politicanti" hanno memoria corta, spiccata vanità, carenze capacitive, ma l'immensa faccia tosta nel dire che sono stati fraintesi. Solo qui a Senigallia sembra sia approdato ed abbia attecchito e contagiato tutti i candidati, la tesi del "Volemose bene" del famoso partito dell'amore tanto decantato e consigliato a livello governativo ! E quello che è più incomprensibile che il contagio sia avvenuto proprio in una città storicamente "rossa". Città "rossa" che ha modificato anche il suo inno, traghettandolo dal "Bella Ciao" a "Baciami ancora".
Una città che rispecchia un'Italia pre-post bellica. 30 milioni di tessere del fascio e il giorno dopo l'armistizio, trovarne una era un'impresa impossibile. Anche a Senigallia, nei giorni precedenti il voto, erano tutti contrari all'elezione dell'attuale sindaco. Reo di aver cementificato la città, reo di aver creato una complanare inutile, reo di essersi dimenticato di creare i parchi promessi, reo di aver creato il bello ma inutile. Ma anche qui si è verificato il caso "prostitute"....ogni italiano è pronto a giurare di non frequentarle, ma loro e i "magnaccia", chissà com'è, fanno affari d'oro. Anche qui tutti l'hanno vituperato, ma alla fine il 50,71% dei senigalliesi lo hanno votato...perché convinti? per l'incertezza dell'ignoto? perché è meglio turarsi ancora una volta il naso ? E' una scelta popolare legittima che va rispettata. Voglio solo far notare come ancora una volta, al volo , sono tutti voluti salire sul traballante carro del vincitore, al grido di "abbiamo vinto". Logicamente le liste all'opposizione hanno perduto...punto, senza scusanti che oltre tutto risulterebbero patetiche! Voglio solo proporre, senza alcun commento, ognuno valuterà poi come crede, questi dati delle elezioni comunali del 2005 relazionate a quelle di oggi (tra parentesi quelle del 2010):
Elettori 37.675 (37.615)
Votanti 27.971 - 74,24% (26.633 - 70,80%)
Nulle 609 - 2,18 % ( 415 - 1,56%)
Luana Angeloni 14.999 - 56,28% (Maurizio Mangialardi 13.127 - 50,71%)
DS+Margherita 10.233 - 42,07 (PD 8.057 - 34,71)
Verdi 1.374 - 5,65 (nella lista Città Futura con altri 1.270 - 5,47%)
Quello che mi duole però di più, non è tanto la sconfitta, ma come essa ci è stata inferta. Il vincitore non ha trovato avversari pronti ad "aggredire", come dovrebbero gli sfidanti ad un titolo, ma fin dalla partenza hanno giocato in difesa, rinunciatari a prescindere.
Il vincitore, con in bocca il perenne abituale plurale maiestatis composto dai monotoni "noi", con i studiati movimenti gestuali degni di copertine patinate e programmi d'intrattenimento televisivi, con uno sfoggio di abiti curati dai più importanti stilisti, cravatte di Marinella, una parsimoniosa e calcolata elargizione dei suoi tempi alla stampa, un battage pubblicitario appena sopportatbile per un imprenditore di successo, il piglio autoritario dell'arringatore di uno dei più famosi balconi romani...e le forze d'opposizione???, in tutto e per tutto, hanno risposto come una nuova "armata brancaleone". Nudi, disorganizzati, timorosi, squattrinati e senza mordente, convinti che certe "battaglie" le si possano vincere contropponendo ai "panzer" le "pistole ad acqua". Dopo una decina di giorni che convivevo questo percorso, ho compreso che così non si poteva andare da nessuna parte, che i nomi inseriti nelle liste erano si nuovi, di persone intelligenti, oneste, istruite, ma anche conosciuti a pochi intimi, mentre quelli che poi sono risultati vincitori, avevano puntato più sul nome conosciuto che è quello che poi porta i voti. L'educazione del popolo, la ritengo una cosa importantissima, ma non va fatta un mese prima delle elezioni, confidando che questa faccia apprezzare gli ideali valori come quello della famiglia, il rispetto verso l'ambiente, ecc. Il cittadino in questo specifico momento, si interessa a quei problemi concreti ed immediati che lo attanagliano in ogni ora del giorno come la mancanza di posti di lavoro, il precariato, la casa, la viabilità, l'economia, ecc. E basta che qualcuno lo addormenti con effimere promesse, ecco che è pronto a dargli il suo consenso. Sta alle forze di opposizione svegliarlo dal suo torpore con l'elenco delle cose non fatte, delle cose fatte male, degli sprechi, delle pendenze amministrative in corso, con dati di fatto in mano e con tutta franchezza uniti come novelli "Dartagnan ed i Tre Moschettieri"....perché continuando con questo comportamento c'è pericolo di leggersi anche l'altro volume dal titolo "Vent'anni dopo".
Ricordate la figura di Totò calata nel personaggio comico di Antonio La Trippa... nella gag del candidato alle elezioni? Devo dire che questo è il quadretto comico, il perfetto clone del sistema elezioni in versione seriosa ufficiale.
Ho passato in questi giorni, tante ore dentro e fuori dai seggi elettorali e posso dire che la cosa più seriosa, civile e correttamente partecipata l'ho riscontrata in quell'unico seggio (il n°43) riservato agli stranieri per la nomina del loro consigliere aggiunto. Indipendentemente dai dubbi sollevati da qualcuno questo è quanto ho riscontrato.
Già fin dalle prime ore della mattinata di Domenica, emigrati pakistani, indiani e del Bangladesh avevano allestito sui tavoli di legno del Parco della Pace, un'area di ristoro con pacchi di acqua e bibite analcoliche per i votanti che si sarebbero poi recati alle urne. Quando questi sono cominciati ad affluire, vestiti come tanti nostri "Valentino vestito di nuovo..." con gli "abiti della festa" ed accompagnati dalle loro consorti avvolte nelle tradizionali sgargianti vesti composte da una moltitudine di veli, si è potuto notare l' immensa diversità con cui loro considerano il voto, rispetto alla nostra totale indifferenza. Sarà perché nei loro paesi non sempre il voto è esente da brogli, sarà perché questo poter essere rappresentati nel Consiglio (anche se senza alcun potere) è di già per loro una forma di maggior integrazione, sarà che per loro, questo evento, rappresenta un modo come un altro per ritrovare tutta unita la loro etnia, fatto sta, che li sentivi scambiarsi frasi in quella lingua fatta di toni gorgoglianti e con visi sempre sorridenti di "ragazzini gioiosi". Alla sera di domenica avevano già votato in percentuale per noi sconosciuta.
Ma quello che veramente c'era di comico, era il serioso piglio di alcuni dei "Vip" dei nostri politicanti, che subito dopo l'apertura delle urne, si sono posti all'ingresso dei seggi, quasi con il cappello in mano, ad elemosinare il voto dei loro malcapitati conoscenti. Come attori,...ohh!...ma di quelli bravi,... passavano da visi austeri di chi ha intavolato discorsi sul calcolo delle percentuali di voto, a quelli ebeti, finti di falsa felicità nel vedere persone che chissà da quanto tempo non vedevano ma che consideravano "facili prede" a cui strappare un tacito obolo di consenso.
I visi di questi mestieranti della politica esprimevano ogni loro sentimento più intimo, eccezion fatta per l'unico di cui un politico dovrebbe sentirsi invece particolarmente sensibile: quello della vergogna.
L'afflusso alle urne era scarso ed allora ecco le solite castronerie sul fatto che la bella giornata ed il sole, spingeva la gente sul lungomare o sul fatto che tale rifuggire da questo dovere civile avrebbe favorito più un colore che un altro. Pochi erano quelli che affermavano il vero motivo del perché i cittadini preferivano astenersi, perché si sono rotti di essere presi in giro, dal momento che il maggior numero di presenti erano politicizzati indi per cui non potevano dirlo per ovvi motivi.
Ora ci saranno le assegnazione delle poltrone ai più "meritevoli"...ed è da questo momento che inizieranno le prime "cagnare"...perché ogni "politicante" si sente meritevole o per capacità intelletive o per quanto gli è stato promesso a prescindere fin dall'inizio della kermesse, o per quanto dal vertice gli obbligano di chiedere...
Auguri a tutti i senigalliesi ne avremo domani, ancor più bisogno di oggi, il che è tutto un dire, logicamente va esclusa la parte governante della giunta, perché è l'unica che sa con certezza che cosa fare e quindi nella sua immensa modestia, ritengo che non ne abbia alcun bisogno!

PS: Un ringraziamento ad alcuni amici del gruppo con cui ho condiviso questa esperienza:
A Massimo Marcellini, per avermi sopportato malgrado gli avessi preannunciato che sarei stato più d'impiccio che di utilità, a Mario Procaccini, l'unico indispensabile, a Leonardo Marcheselli mancato assessore alla cultura, ad Alfio Alfonsi sempre presente ed operativo, Alessandro Barchiesi presente, educato e silenzioso, a Sergio Belbusti sempre presente malgrado i suo lavoro, a Stefano Bernardini organizzatore di eventi gastronomiuci per un numero sconosciuto di persone e sempre in minor tempo, a Letizia Bevilacqua organizzatrice dei due miglior eventi di questa avventura, ad Adriana Bora simpatica , ma che malgrado il suo cognome non è riuscita a dissolvere quanto ci eravamo proposti, a Fabrizio Chitti il nostro tecnologo di rete, a Danilo Curzi, uno dei padri del "programma", a Patrizio Del Priore eccelso conoscitore dei meandri burocratici elettorali comunali, a Massimo Gasparini che mi si è offerto anche in futuro per segnalarmi, da rompi balle anche più qualificato di me, ciò che non va, a Sandrino Marchetti altro padre del programma, uomo fatto di pazienza, coerenza e concretezza ed ultima, ma non l'ultima, a Roberta Sabbatini a cui si apriranno gli altari del martirio per essersi sopportata tale uomo, il premier di questa competizione...ma si sa "...dietro ad un grande uomo (?) c'è sempre (e qui ancor più) una più grande donna.
Eppoi i Giovani!!!!!!!!!!!!!
Un carissimo saluto ed un abbraccio a quella che visto il divario d'età con il sottoscritto, considero quasi una figlia: Laura Lavatori, altro cervello fondatore del "programma", redattrice di tanti comunicati stampa, persona che essendo più dentro la politica del sottoscritto, mi ha aperto finestre da cui ho potuto vedere meglio comportamenti politici che mi sarebbero rimasti sconosciuti. Un altro saluto va a Lorenzo Fiorentini, che mi ha trascinato in questo evento e con il quale sono legato sia per l'hobby di blogger che per quello di "collega" in quanto scriviamo sul lo stesso giornale on-line. E che dire delle due forze della natura Matteo Procaccini e Filippo Marcellini ? Non se ne poteva fare a meno... la macchina elettorale (e quella elettrica) non avrebbero camminato....i manifesti non sarebbero stati affissi, gli eventi musicali sarebbero rimasti silenziosi ed in sede ci sarebbe stato più silenzio e ...meno disordine (vero Filippo!).
Un grazie a tutti anche a coloro che hanno creduto che bastasse partecipare....come alle Olimpiadi, ma che comunque mi hanno fatto riflettere e vedere con un particolare occhio anche questo aspetto. Di vero cuore, quindi, di nuovo grazie a tutti.