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mercoledì 1 maggio 2019

1° MAGGIO 2019 - No Festa, No Ricorrenza ...

... per chi lavora solo un giorno di riposo, per chi farà solo discorsi intrisi della solita retorica, ancora una vergognosa passerella.

Quest'anno mi sento di non spendere inutili parole. Il mio umore lo si può comprendere da queste immagini e relative didascalie.


Sindacalista : Giuseppe Di Vittorio

La fine della ricorrenza del 1° Maggio: ecco i perchè:
Non c'è festa se non c'è lavoro

Non c'è speranza se non c'è lavoro

Non c'è futuro se non c'è lavoro
Non c'è dignità se non c'è lavoro
Sindacalista: Luciano Lama














A chi si deve dire grazie ? Non di certo a questi due veri Signori nonché sindacalisti, incazzati e con "le pezze al culo" come tutti noi allora:





Poi è arrivato il trio sorridente e vorrei vedere che non se la ridessero, con i loro stipendi prima e successivamente con le pensioni e le loro liquidazioni che hanno maturato alla faccia del nulla fatto se non i guai causati con quell' 
...unitamente alla Madonna della lacrima e  Miss, Confindustria ed ad un governo che si dichiarava di sinistra comportandosi come quello della peggior destra.









di Franco Giannini

mercoledì 23 gennaio 2019

Un' ITALIA fatta di tanti "qui lo dico, ma subito lo nego"...

... "la colpa di tutti 'sti casini è della Brexit e dell'Italia"... e se l'ha sentenziato il Dr. che sei morto, taci e stai fermo al tuo posto.

Or dunque l' Italia che fino a ieri non se la cag.. calcolava nessuno, improvvisamente e di colpo a Davos, ha preso quota in ambito internazionale meritandosi del "nobile" appellativo di "zavorra", o meglio ancora, quella di "Arma Vulnerabile dell' Economia Mondiale".
Ed i nostri rappresentanti come se la sono presa? ci si chiederà. Più che come è dove se la sono presa o meglio ancora dove ce la siamo presa noi italiani. Semplicemente Lì ... Come al solito. Del resto con un Tria che ride sempre, perché comincio a pensare che altro non sappia fare (poi figuriamoci contro un' acidula Lagarde !), un povero Moavero spaesato quasi catapultato là per caso e con un Conte in divisa da Vigile del Fuoco imprestatagli dal suo vice Salvini, pronto a spegnere ogni principio d'incendio, che cosa pensavate potessero obiettare. Anche perché tutte le accuse, forse, non è che siano poi tutte infondate, seppur ci abbiano voluto assegnare meriti, al di sopra delle nostre reali potenzialità e che sicuramente non ci spettano: ma voi davvero vedete l' Italia, simil zattera acquistata da scafisti mori come usato garantito,  in grado di affondare la portaerei mondiale dell'Economia globale. Noi, va bene saremo anche ridicoli, ma pure la Lagarde e tutto il suo entourage con certe affermazioni non è che lo siano di meno. Si sarà mai chiesta, invece, se  il male potrebbe essere dovuto alla sperequazione segnalata dai dati della Oxfam in cui si evince che sul nostro pianeta esistono 26 miliardari il cui reddito si dice ammonti a quello di ben 3 miliardi ed 800 milioni di persone. Un altro dato ? Lo fornisce la Forbes con il suo dire che la ricchezza di 1900 miliardari è aumentata in un anno di soli (si fa per dire!) 900 miliardi di dollari pari ad un misero + 1,2%, mentre la povertà globale, gli sfigati son sfigati ma caparbi nel voler primeggiare, è cresciuta di un bel + 11%. Ma per la sora Lagarde la colpa è dell'Italia: C'è qualcuno che si unisce al mio segreto augurio?

 In casa CGIL si è deciso di dare una "rinfrescata alle mura" della "sala" buona, voglio sperare che  non sia da "pranzo".

A contendersi il posto di unici padroni di casa, Landini contro Colla. Fino a ieri non si sapeva chi avrebbe vinto, si poteva forse immaginare, seppur un dato certo e positivo al momento era che Susanna Camusso si toglieva di mezzo e che di certo non se ne sentirà la mancanza. Cifre alla mano, segnate solo sulla carta, Colla con i suoi pensionati, avrebbe avuto un bacino di 2.250.000 voti, contro 1.950.000 di Maurizio. Ma il voto (doveva essere) segreto, avrebbe potuto far ribaltare l'esito che sulla carta sembrava scontato.
Poi a quel che si dice, onde evitare una spaccatura del Sindacato che se non c'è stata si ripresenterà (immagino) al primo problema che sorgerà, si è giunti al compromesso di creare due o forse tre poltrone, con Landini nel ruolo di Segretario, Colla suo vice e forse un altro ma con il volto di donna. Bene che si sia evitata una morte attraverso un taglio cesareo, ma è nato un nuovo mostriciattolo. E così facendo credo che non si vada da nessuna parte. Salvo che tutto ciò non lo si sia fatto per mantenere e dare a tutti i candidati una poltrona che sarà logicamente in materiale aureo anche quando servirà a far riposare le vecchie membra andate in quiescenza. Ed intanto i lavoratori continueranno ad essere cornuti e mazziati ? Landini dimmi di no, dimmi che sbaglio, ma dimostramelo pure !!
Calenda, manager regalato alla politica e divenutone in breve tempo intossicato, tanto da prendere prima la tessera del PD e visti i successivi spostamenti pur di restare aggrappato al salvagente Italia o a quello di Bruxelles, quindi uomo da prendere con le molle, in una intervista ha detto che qualora Landini dovesse occupare quella sedia (cosa quindi che farà!), il suo primo impegno dovrebbe essere quello di "guardare il lavoro" con l'occhio proiettato al futuro e non con quello di 40 anni fa. Sarà vera (non che l'abbia detta) questa affermazione ? Boohh !! Fatto sta che vien da chiedersi perché negli anni del suo onorato servizio non abbia messo in pratica quanto ora, che non ha più il timone in mano, gli bolle  in testa e da maestrino con la penna rossa l' intenda "divulgare" a chi già di "idee confuse" ne ha non poche. Oggi sono altri tempi, si dirà, le modalità per accedere al lavoro sono mutate. Sarà anche vero, ma perché le intellighenzie nostrane se ne accorgono sempre l'indomani, come quelle ragazze sprovvedute che ricorrono timorose alla pillola del giorno dopo, quando le stalle (e non solo) si sono spalancate e hanno perso il loro "Posto di lavoro" per cui erano pagati in quanto atti a risolvere problemi ogni giorno più incancreniti.
Se, poi Calenda invece, o i suoi simili, avesse voluto suggerire a chi prenderà il comando del primo Sindacato italiano, che la nuova tipologia del lavoro di domani dovrà basarsi sul tempo determinato, sul salario al ribasso, sulla minor sicurezza, sul maggior numero di ore da svolgere, su una riduzione dei servizi sociali, su di un taglio sulle spese sanitarie... behh, ritengo che a questo punto il nuovo inquilino del Sindacato piuttosto che rinfrescare le pareti, disdetti la casa ed inizi a preparare i pacchi per un trasloco in un non so quale paese o continente. Ma anche per Calenda o chi per lui, giunti a questo punto, sarà solo un mio stupido pensiero, credo, non dovrebbe aspirare allo scranno del Parlamento Europeo, perché come tutti noi europei meridionali, dovremmo cominciare a pensare a traghettare contromano, nel Mediterraneo, verso i porti africani.
Forse ci sarà un novello Salgari che descriverà gli arrembaggi delle nostre carrette contro quelle degli africani che non si contenderanno dobloni d'oro, ma posti di lavoro con trattamenti da schiavi con stipendi sempre più da fame e rinnovi aziendali (che parolona) contrattati al ribasso.

Tutte le Case Automobilistiche della terra, ci trapanano il cervello con la fuoriuscita di nuovi modelli, ecologici, veloci, belli, spaziosi ed accessoriati...

... A quel che sembra, meno una. Quale ? E chi poteva essere se non la nostra... nostra poi un cavolo... era nostra ! ma ora ha solo qualche stabilimento in Italia che marcia a tre cilindri. La direzione è negli USA, paga le tasse in Inghilterra e negli ultimi tempi, fino alla sua morte improvvisa, era gestita da un uomo (Sergio Marchionne) tutto pullover, ma senza patria (o meglio a livello di passaporti ne aveva due) ma tutto portafoglio, che poi ha comunque dimenticato nella fretta qui sulla terra al momento del trapasso: figlio di Italiani emigrati nato in Canadà, "domiciliato" in Usa, con passaporto anche svizzero, dove ufficialmente risiedeva. Definito un genio e dimenticato un'ora dopo morto (o quasi) dai suoi "datori di lavoro" (dimentichi della parola riconoscenza se non a parole), che visto come li/ci ha lasciati in braghe di tela, sono corsi ai ripari affidandosi (vista la capacità delle loro teste) nuovamente ad un altra "testa" straniera, quando ancora le spoglie erano calde e su questa terra. Evidentemente non conoscendo quanto i latini sottolineavano con il loro :"errare humanum est perseverare diabolicum".
Per me era e resterà comunque FIAT, l'altro acronimo ideato da Marchionne non lo voglio neppur scrivere, tanto sa di volgarità gratuita quasi creata apposta per sfregio nei confronti delle italiche menti che sapeva bigotte.
Non si dovrebbe parlare male di persone non presenti, figuriamoci poi dei morti. Fatto è però che oggi dobbiamo ringraziare la Sua buonanima, e credo che sia sotto gli occhi di tutti, che ogni casa (o quasi) automobilistica ha in listino modelli di auto ibridi, elettrici, benzina, gas, diesel e solo l'ex torinese ancora punta (mi si scusi il bisticcio di parole) sulla Punto, sulla Panda, sulla Tipo e sulla gamma delle 500. Aveva detto e scritto che non credeva sull'elettrico e quindi i suoi studi si sono fermati sul "piccolo", sul ripetitivo e superato nella modellistica. Aveva detto che la VW aveva fatto una cosa che noi non avremmo mai fatto e pensato di fare quando si era scoperto la pratica scorretta usata per alterare i dati sulle emissioni dei diesel. Oggi si scopre che invece dovremmo pagare anche noi (non la si fa fa sotto la neve che poi la si scopre) ben 650 milioni di dollari in Usa, che usciranno, guarda caso, da mancati investimenti, come annunciato dalla casa madre, seppur con la postilla di "se resta l'ecotassa", negli stabilimenti però italiani. Il domani, forse, potrebbe dare ragione a Sergio, ma intanto oggi, visto che i sindacati stanno scaldando i muscoli, immagino che la Casa ricomincerà a piangere gettando la colpa, ancora una volta, sul costo del lavoro, sulla minor produttività della nostra gente e mai sulla loro incapacità gestionale dell'intero settore. 








di Franco Giannini

giovedì 1 maggio 2014

1° Maggio : Oggi è la Commemorazione di quella che ieri fu la Festa del Lavoro...

... anche perchè questo è un cuore che non batte più, e che non riesce più ad essere gettato oltre l'ostacolo.







Del resto, che volete, non abbiamo più neppure cavalieri capaci d'infondere fiducia, sicurezza al cavallo, portandolo oltre l'ostacolo. Non abbiamo più queste figure di un tempo: in primis un Presidente, IL Presidente, Sandro Pertini e un sindacalista come Luciano Lama.
Non abbiamo più STATISTI, abbiamo solo mezze "cartucce" imbottite di tanta ambizione, e ricoperte ancor più, di una presunzione nel ritersi infallibili nelle loro decisioni.

Oggi è questo che ci passa il convento. Ed a detta di coloro che di politica vivono, noi, i cittadini, le truppe cammellate, dovremmo turarci il naso e fare buon viso a cattiva sorte di tanta sfiga in dotazione e muniti di cappellini e fischietti, eseguire a pappagallo quello che gli stessi ci suggeriscono di urlare.
E loro, infatti, se la ridono. Vorrei vedere con oltre un Miliardo di contributi che gli arriva dal Governo amico ogni anno.
          
L'unico, ancora, sperando che non cambi carattere, è questo Maurizio Landini, segretario generale della FIOM. Non un uomo nato politico, ma un sindacalista con i calli sulle mani, provenendo direttamente dal lavoro. Facendo il saldatore e lavorando all'intemperie. E mi piace ricordare una sua frase :"Ho capito una cosa: il sindacato deve rappresentare le condizioni di chi lavora e non deve guardare in faccia nessuno". Un uomo duro, inca@@ato, perchè con l'esperienza di chi conosce i problemi del lavoro.

 Invece quest'oggi i vari Bibì, Cicì e Cocò, si faranno la solita consueta passeggiata d'ordinanza, contornati dai fedelissimi della "gita gratis" fuori porta con il pullman organizzato e di cui senza saperlo hanno pagato il biglietto, il panino, la bottiglia di mezza minerale, cappellino e fischietto. Poi la salita sul palco, il bagno di folla, la clacca ben disposta. Qualche promessa, un po' di retorica e poi mentre il popolo si mangia il panino, loro se ne vanno al ristorante.
E dei Precari, degli Interinali, dei Disoccupati, dei Cassaintegrati, di coloro che stanchi e sfiduciati per sentirsi dire "lasci il CV, poi le faremo sapere", il lavoro neppure più lo cercano, o di coloro che hanno preferito suicidarsi perchè avevano quella "DIGNITA'" che i nostri parlamentari dimostrano di non avere o forse non hanno mai posseduto.
Ed allora ditemi, OGGI, che cosa c'è da festeggiare ??
Voglio essere ottimista, seppur mi è difficile se non impossibile e voglio augurarmi che oggi qualcuno pensi anche a chi non festeggia. Voglio che non si crei quel clima di guerra tra poveri, tra giovani ed anziani. Ed allora voglio augurarmi che forse chi potrà stappare una bottiglia di vino, anche se non sarà DOC lo scopo sarà raggiunto, lo farà e la berrà alla propria salute ed a quella di chi è senza lavoro. Tra questi che stureranno ci saranno quei dieci  milioni con gli 80 € di aumento in busta paga, ed invece, come le stelle ed a bocca asciutta ci saranno coloro che  non avendo la "busta paga" o non raggiungendo i requisiti è rimarranno a guardare con la speranze nel cuore che il 2015 possa essere diverso. Oramai quello che ci resta sono due cose, sperare, indignarci e prima di suicidarci, prima mi raccomando, inca@@arsi. Consiglio a chi opterà di acquistare e stappare la bottiglia con quegli 80 €: farlo prima di pagare qualche bolletta scaduta e sicuramente, prima di andare per due volte al supermercato e farci la spesa per l'intera famiglia, come qualcuna delle "mezze cartucce" della "giberna governativa", rendendosi ridicola nella sua esternazione, ma oramai in campagna elettorale, ha suggerito. 



di Franco Giannini

giovedì 19 settembre 2013

Come è finito quello che chiamavano “Modello Marche”.

Uno slogan che serviva, un tempo, a riempire la bocca solo al politico di turno.
Era, lo capisco solo ora, una formula politica studiata per non dire nulla, impegnarsi non più di tanto, ma per darsi un tono nei vari tavoli di lavoro, siano essi stati tondi, quadrati o rettangolari. Ma dietro c'era, appunto il nulla, quel nulla che poi è emerso pian piano fino a giungere ai giorni nostri e di cui ora si da una colpa generica alla “Crisi”. Sarebbe molto più corretto allora far precedere quel "Crisi" dalla parola "anche".
 
Sono stato sempre del parere, che fintanto si vive in un “clima di pace economica”, qualsiasi testa dentro un cappello con visiera rigida e galloni dorati, sia in grado di condurre l'esercito della gente che lavora e che produce.
Più l'esercito è piccolo, più il “comandante” è pari grado quasi ai suoi subalterni che conosce per none uno ad uno e con loro lavora, produce, progetta, prevede e provvede.
E' quando il “comandante” si lascia prendere dall'ambizione sfrenata a cui inesorabilmente porta il successo, che nascono i primi problemi. Ecco che tende prima di tutto a cingere il suo cappello di ulteriori galloni, senza preoccuparsi delle dimensioni di quello che esso contiene: le sue capacità imprenditoriali.

Oggi si usa definire con il termine "Imprenditore" chiunque abbia una partita IVA, anche se è imprenditore e dipendente di se stesso.  Però fa tanto figo, e ti fa pagare tante tasse!
Ieri si faceva la “gavetta”, la così detta mezzacucchiara diveniva dopo un po' di tempo manovale e dopo ancora, magari un buon muratore. Se poi era stato previdente, aveva fatto sacrifici e si era tolto qualche risparmio, rischiava e si metteva sul mercato come "Artigiano", assumendo un'altra mezzacucchiara e via a seguire.
Io parlo di ciò che avveniva subito dopo la fine della seconda guerra, quella che per età, ben ricordo. 
Era allora tutto più facile, c'era bisogno di tutto, bastava solo avere la volontà e la salute per rimboccarsi le maniche e lavorare a testa bassa. Lo Stato non era ancora sanguisuga, ed i Politici, indipendentemente dalle loro idee, erano degli Statisti e non mezze cartucce, come quelle in dotazione nel nostro Parlamento attuale.
E molti in quel periodo hanno fatto la scelta di diventare “Artigiani”. 
Tanti ci sono riusciti, ma pochi sono quelli che sono effettivamente emersi e sono giunti al grado di "Industriali" di rango. Molti sono onorevolmente "morti" come artigiani, seppur dopo aver creato e portato a buon fine, discrete imprese, con operai ed impiegati. Ma l'eccellenza, quella di cui ancora si rammentano i nomi, nela storia economica marchigiana, li si contano sulle punta delle dita di qualche mano. 
 
Anzi sarebbe meglio dire, anche se apparirò cattivo, che erano forse molti di più, ma come dice il proverbio, ed i proverbi difficilmente sbagliano :” La prima generazione crea, la seconda mantiene ed espande , la terza è soggetta a dilapidare”.

La prima, quella “artigiana”, con pochi galloni o addirittura senza cappello, rimboccatasi le maniche ha creato, ha dato un'istruzione ai figli affinchè portassero avanti quello che loro avevano creato. Alcuni di questi figli, sono rimasti in azienda, ma consapevoli del loro limitato valore dirigenziale, hanno preferito rimboccarsi le maniche e lavorare senza ambizioni di grandezza chiudendo onorevolmente la carriera da artigiani, figli di artigiani. Altri, in possesso del “pezzo di carta”, voglia di lavorare, capacità organizzative ed un forte “senso degli affari”, hanno, proprio loro, invogliato i loro genitori ad allargarsi, a produrre di più, a sfociare in mercati internazionali. Il titolo non era più quello di artigiano, ma di “Industriale”. Il berretto diventava simile a quello di un ammiraglio, visti i fregi dorati. Ma questo "oro di civetta", fungeva da richiamo ad una nuova specie animale, la sanguisuga nulla facente, ma infinitamente prodiga di promesse, che entrava a far parte della vita dell'Azienda, pur restandone fuori : I "Politici".
Ma ancora, si viveva in un periodo in cui la parola data, la correttezza, l'onestà, aveva il suo peso. Ancora in vita c'erano i vecchi genitori, la cui parola data aveva valore di cambiale e la stretta di mano era il suggello finale di un contratto neppure scritto. Quindi il “Capitano d'Azienda” viveva, o doveva vivere nel Limbo dell' ingenuità, cominciava a comprendere, ma faciva finta di credere che la “Politica” servisse, oltre che all'Azienda, anche al progresso civile nazionale. 

E si arriva così alla nascita della terza generazione. E questi figli allora, non dovevano e potevano accontentarsi dello stesso suo “pezzo di carta” di giovane industriale figlio di un artigiano, ma dovevano bensì prendersi una Laurea. Ma neppure la laurea era sufficiente, ci voleva il Master e se poi il Master lo si faceva all'estero era ancor meglio e più distante si andava, forse più valeva.
Non è la storia di tutti, per carità. Però un discreto numero, ambiziosi, incapaci, montati, hanno rifiutato, al loro ritorno nel suolo natio, quel copricapo dorato che il genitore orgogliosamente gli poneva sul capo. Non lo so se per gli insegnamenti ricevuti nelle università di oltreoceani, vorrei sperare di no. Affermavano che quanto fatto dai loro padri era tutto superato, non andava più di moda il solo rimboccarsi le mani, sudare e produrre. L'utile maggiore lo si creava giocando a Risiko con le Banche. I comandi, ora, li dava un “Manager” ed il figlio di papà, con tanta puzza sotto il naso, dismesso il velo di ingenuità che ricopriva il genitore, si appropriava del titolo di "Finanziere" prima ancora che delle sue nuove mansioni che comprendevano solo il tenere contatti avvicinandosi ai veri motori di un'Azienda moderna : I Politici e le Banche. Quest'ultime non nel vecchio ruolo che avevavo sempre esercitato con il vecchio genitore, ma in qualche cosa di più complesso, che babbo, non avrebbe mai potuto capire... buon per lui!

Quella linfa vitale dell'artigiano, che era la sua forza lavoro, che conosceva per nome uno per uno i suoi dipendenti, pardon, "Collaboratori", ed a cui sapeva di poter chiedere aiuto e con cui poter far fronte al momento opportuno, lui, il “figlio di papà” era un compito che invece relegava, dalla parte aziendale al suo “manager” e dall'altra della forza lavoro, ai “sindacati”. Entrambi, però, personaggi anonimi fra loro e conflittualmente utili solo per interessi propri da una parte e politici dall'altra ed i lavoratori lasciati a se stessi.
Non in tutte, torno a ripeterlo, ma certamente in diverse, forse in troppe oserei dire, si chiudevano rapporti aziendali di onesta natura famigliare e si aprivano ad altre “Famiglie” con un altra visione delle parole “onestà”, "correttezza", "dignità".
 
La “Politica”, seppur fuori delle quattro mura della fabbrica, prendeva sempre più il sopravvento, elargendo indicazioni di che cosa e come fare e di che cosa non fare, attraverso "suggerimenti suggeriti", mai obbligati, semmai potevano sembrare forse nel tono con cui venivano "impartiti".
E, qualora non ce ne fossimo accorti, siamo giunti nel processo di quella terza generazione, quella del dilapidare di cui si parlava sopra.
 Si guardi bene, qualcuno l'ha fatto, anche giocando, andando a puttana, scialacquando quanto creato dal padre.
Altri ancora invece, hanno bruciato tutto facendo il passo più lungo della gamba non considerando che il cappello era dorato, ma di misura troppo grande per contenere la piccola, come dicono i lumbard, “testina”.
 I restanti, appunto, non certo stupidi, ma forse meno retti, diciamo sicuramente più elastici, hanno seguito i colori della politica, si sono buttati in appalti in cui sarebbe stato meglio non impegolarsi ed ora che tutto sta andando a puttana, per via, anche, della “Crisi”, piangono miseria e si definiscono innocenti per la situazione che si è venuta a creare.
I Politici dal canto loro, fanno altrettanto, rigettando al mittente le colpe e continuando a promettere (l'unico valore che essi conoscono!) che ancora, almeno qui da noi, il “Modello” che tiene ancora è quello delle “Marche”.
Ancona, capoluogo di regione, è in mano al degrado. La criminalità, che in queste occasioni gli operatori preposti (ma meglio, visti i mezzi e gli uomini messi a loro disposizione definirei "destinati") a limitarla se non ad eliminarla, chiamano quasi a mò di scusante “piccola”, è in costante aumento. Il commercio sta chiudendo innumerevoli esercizi. L' aeroporto di Falconara è messo come è messo. Non parliamo della situazione Banca, quella di cui tutti ora parlano. Le aziende del “bianco” fabrianese, delle diverse merceologie dell' ascolano, del calzaturiero fermano, del mobile pesarese, sono tutte più o meno in sofferenza (termine eufemistico!). La pesca è in crisi e Il Cantiere Navale, invece pure (o meglio vive a giornata!). Fino a poco tempo fa, sorridendo, si diceva che gli unici ad aver sempre lavoro erano i necrofili, gli ospedali ed i fornai. Oggi non è più così neppure per loro. Infatti quella che tanto pomposamente chiamano la Riorganizzazione, Razionalizzazione della sanità regionale, è contestata da tutti, meno da quei due o tre Politici che se la sono "inventata" per sani e soli motivi politici, al pronto soccorso in una sola giornata si sono presentati quattro casi di suicidio, per non parlare poi di omicidi, rapine, estorsioni e cattiva moralità anche da parte di persone che fino ad un momento prima (... di far visitare tuo figlio), ritenevi integerrime. Eppure, ogni qual volta se ne parla, si tirano fuori le statistiche da cui emerge che ci sbagliamo, perché siamo tutti più buoni rispetto al... e giù la notte dei tempi!! 
Le Marche ed i marchigiani, secondo il M.M. sono da considerarsi, tra le innumerevoli eccellenze della regione, tutti benestanti o quasi, occupati, operosi, con le mani d'oro, intelligenti, onesti, incorruttibili... buoni, belli, alti, biondi e con gli occhi blu. Segni particolari, nessuno! Possibile??
E dal momento che non sono i cittadini che parlano di M.M., ma i soliti quattro "amici" degli "amici", credo che si pecchi solo di vanità o in alternativa di incapacità di vedere più avanti della propria punta del naso o proprio di pura e semplice incapacità con il punto finale. Ma si sa, questo è anche il prezzo che si deve pagare, quando la "Politica" offre i suoi posti di comando a tutti "broda e sbrufad'i (mi si perdoni se la scrittura non è esatta!)", come usano dire qui nel senigalliese, incapaci o comunque solo capaci a dire sempre SI. 
Si lo so o lo posso immaginare, il coro di voci degli "amici" e dei loro sostenitori grideranno: questo è solo populismo. Forse, sicuramente però, una voce che esce dal coro per dire NO alle bugie ed alle falsità che ci somministrano giornalmente i "politucoli" di quartiere. Come se i cittadini fossero tutti orbi, rincoglioniti e creduloni.
 
Comunque l' unica cosa che realmente e seriamente possiamo dire di possedere noi marchigiani è un patrimonio artistico, questo si un'Eccellenza, ... di cui pochi parlano e c'è allora da chiedersi il perchè. Evidentemente non sanno come gestirlo, in tassativo abbinamento con l'altro, quello delle bellezze naturali ! Potrebbe nascere l'Industria Regionale del Turismo, affidata alle sapienti mani di un coordinatore regionale, distante anni luce dalla politica, senza presidenti, senza consigli di amministrazione retribuiti e con la tessera di partito posta tra il deretano e lo scranno. Un solo tecnico che sappia coinvolgere i paesi costieri con quelli interni, evitando le solite, immancabili lotte di campanile, ma che solo un tecnico e questo si di fuori regione per essere e dare segno di imparzialità nelle decisioni.
Però, a quanto si dice e da quanto vogliono far crederci, sembra che "Modello Marche" ancora tenga bene, almeno per quel che concerne i suoi "politici", preoccupati a tenere i fondi schiena legati a quelle poltrone, che sanno bene, qualora si giungessero ai tagli del numero dei politici, sarebbero poche e verrebbe così a colpire quello che è il solo lavoro che sanno fare, male, ma credono di saper fare. Insomma di loro tutto potremo dire, meno che non sanno recitar bugie.  
                                                                  
Franco Giannini
Franco Giannini                                                                                            

venerdì 29 giugno 2012

Lo sport del Calcio ? Vaselina e Oppio per la Nazione

Una volta si sarebbe detto "Panem et circenses"

Appunto, una volta lo avrebbe detto in chiave ironica il poeta latino Giovenale esclamando (l'ho copiato su internet, non è che voglia fare il professorino, già quelli che ci sono bastano ed avanzano) :"...duas tantum res anxius optat panem et circenses..." che tradotto sarebbe come dire che il popolo due sole cose ansiosamente desidera il pane e i giochi circensi. Quello una volta, perchè a quel che sembra, oggi, la cosa importante, indispensabile, di primaria importanza, è il solo "Gioco" visto in senso lato.
Sia quindi visto sotto il complesso mondo del gioco d'azzardo (il cui primo sostenitore è lo Stato) che quello, ad esempio, esercitato da 22 individui che si rincorrono per 90 minuti, contendendosi un pallone da sbattere dentro un vano racchiuso da pali, traversa e reti, denominata "porta". Solitamente a seguire tutte le fasi di questo gioco, sono solo i così detti fans di questo gioco e che prendono l'appellativo, a seconda del loro grado di affezione, di "sportivi", "tifosi" ed "Ultrà".
Ma il curioso sta nel fatto che quando l'evento si veste dei panni del Campionato Europeo o di quello Mondiale, le cose cambiano totalmente.
Tutti si diventa come per magia, fans. E si badi bene, questo non avviene solo per noi italiani.
Si diventa tutti campanilisti, tutti nazionalisti, tutti orgogliosi del nostro Vessillo e del nostro Inno. Si indossa la maglia azzurra con o senza nome o  numero del nostro campione di riferimento, ci si munisce giorni prima di una bandiera tricolore, ci si organizza sia attraverso "professionisti di questo mestiere", ma anche in maniera autonoma, per godere di quelle due ore di condivisione sperando di socializzare la gioia della vittoria.
I titoli di giornali allora cominciano per tempo ad ampliare l'attenzione sulle squadre ed i loro atleti, creando dubbi sulla "formazione", sullo stato fisico dei contendenti e condendo il tutto con i gossip dell'ultima ora, fatti di scandali sul "calcio scommesse" o farciti dalle telenovele, più pruriginose, di amori documentati da sfocate foto che nulla dicono, ma che però creano discussioni sotto l'ombrellone.
Intanto, mentre alcuni preparano le piazze per farci sentire tutti partecipi e più stretti ai nostri colori nazionali, altri nella quiete ed il fresco delle stanze asettiche dei bottoni, preparano gli ingredienti medicamentosi, difficili da ingoiare vista la loro amarezza cogliendo l'occasione al balzo, di codesta distrazione nazionalpopolare, per somministrarci (eufemismo indolore) il medicamento giusto per noi italiani : una spalmata di vasellina nella parte critica ed un pizzico di oppio.
E c'è anche chi, per unirsi alla sarabanda delle trombette pensa che sia utile (o furbo) ricorrere stupidamente, allo  sciopero pilotato, scendendo in piazza si, ma con tutti altri obiettivi della lotta sindacale.
Tra i titoli che esaltano i nostri novelli gladiatori, tra quelli che esplicano le tattiche di gioco o quelle più idonee per fermare i nostri avversari, tra il riportare virgolettato delle frasi dei commentatori assurti al ruolo occasionale di super CT dell'ultimo momento, ecco che in un angolino, sui giornali, compare anche un trafiletto che, quasi si vergognasse,  riporta la notizia che a luglio le bollette di luce e gas avranno rialzi dello 0,2% la luce e del 2,6% il gas. A stabilire ciò, l'Autorità per l'energia. Pubblicati, è vero, ma senza il rilievo dovuto, gli "scandali" che più toccano nomi definiti "eccelsi", e che più  lo sonoe, maggiormente vengono riportati in caratteri minuscoli e senza neretti ; prezzi in aumento a giugno con gli alimentari a farla da padrone (ma oramai non fa più notizia!); la Confindustria denuncia come questa crisi sia una guerra. (Solo che in guerra si conosce il nemico, in economia si presume, ma non lo si sa di certo, chi siano i figli di quelle pie donne che ci sono dall'altra parte della barricata!) ; 22 arrestati per droga con intercettazioni che chiamano in causa Vips ; si cominciano a smontare le tende a Modena suggerendo (o obbligando?) al rientro nelle case agibili ; nel mercato delle costruzioni si sono perduti 22 mila posti di lavoro in appena 3 mesi...Qualcuno dirà, ma una notizia buona, bella, che sa di ottimismo? Perbacco... basta andare sulla prima pagina!
Foto varie della marea di gente sulle piazze, titoli a caratteri cubitali che esaltano la prestazione dell'Italia pallonara e altre foto, invece, del pianto dei nostri avversari tedeschi, ancora una volta messi Kaputt!!.
Il "Panem"? immagino di già la risposta, chi se ne frega!! Per il momento godiamoci questo momento!
Allora per parlare di tutto il resto, vorrà dire che ne parleremo a settembre!! Infatti dal 27 luglio al 12 agosto ci sono le Olimpiadi di Londra e questo socializzare festoso sarà riproposto ed anche in modo più consistente, viste le ore di spettacolo ... poi si vorrà andare in ferie ad Agosto o no??  
L'unica speranza, quindi, è che la nostra ingenuità non ci porti a rimanere in ferie anche controla nostra volontà, visto che anche una delle nostre maggiori banche taglierà oltre 400 sportelli con un taglio di 4600 posti di lavoro.
Bisogna essere ottimisti? Va bene! Ed allora, non pensiamo ad altro. Sempre forza Italia in questo nuovo evento che sarà ricordato, non solo per il valore sportivo, per il il titolo che verrà assegnato di Campione d'Europa, ma come la sfida tra due paesi poveri, in lotta per il derby dello "Spread".  Che non è un gran cosa!

Franco Giannini
di Franco Giannini
  

lunedì 11 giugno 2012

Il ricordo di Enrico Berlinguer a 28 anni dalla sua morte




ora, quale partito sarà a  ricordarlo?

 Anche i caratteri somatici di Enrico, comparando una sua foto con quella di Gramsci, mi sembra abbiano delle similitudini.
Sarà per i cappelli (voluminosi, neri e scompigliati)?
Sarà per la loro statura fisica non certo di giganti?
Sarà per la loro staura intellettuale, questa si gigantesca in entrambi?
Sarà perchè tutti e due sardi, sebbene le origini di Gramsci fossero albanesi ?
Sarà perchè provenivano da famiglie non propriamente di operai?
Sarà perchè erano di idee comuniste (Antonio Gramsci fu uno dei padri fondatori nel 1921) ?
O forse sarà perchè sono solo io che mi "attacco" nel vedere tutte queste sfaccettature, affinchè mi ricordino che c'era una volta un partito, c'erano dei dirigenti competenti, c'erano ideali (poi giusti, condivisibili o meno) ma sicuramente c'erano.
Oggi Antonio Gramsci viene ricordato solo nelle conferenze salottiere, nelle commemorazioni ufficiali, e sempre da chi il proprio valore umano e culturale spesso non ne vale neppure la decima parte.
La figura, invece, di Berlinguer, di quello che è stato un vero Leader, del trascinatore delle folle, della speranza su cui il mondo del lavoro riponeva le proprie speranze, oggi riposa in foto incorniciate, appese in soffitta, impolverate e dimenticate, delle vecchie sezioni comuniste o arrotolate su vecchi manifesti commissionati in abbondanza, forse troppa, pubblicati dopo la morte di questo che, almeno io, considero l'ultimo vero segretario del partito. Un uomo che aveva compreso la necessità di guardare con favore ad un incontro-dibattito politico-economico con il mondo dell'industria. Cosa fino a quel tempo considerato un tabù per i comunisti. Un modo di "dialogare" che oggi i sindacati imborghesitisi, hanno tradotto in una specie di pacifico-sereno-servilismo.
Dopo la sua morte, il nulla! Era l'11 Giugno del 1984 in un comizio a Padova il suo malore, proprio in Piazza della Frutta e c'è da chiedersi se questa non sia stata una premonizione?!
Di certo è che da quel giorno, è cominciato il declino del PCI. Un avvicendarsi di nomi, di persone spocchiose, incapaci,  o meglio capaci di seguire più che gli ideali del partito, i propri interessi. Legati ai loro nomi, sono legate le varie sigle ed vari loghi, una specie di moda che perdura ancora; come se con il cambiamento del nome del partito si potesse fermare l'emorragia dei consensi. Così come si fece con la prima riduzione del simbolo del PCI (Bandiere su falce e martello) ponendo in primo piano una quercia e spostandolo tra le radici, per poi a farlo sparire successivamente, come simbolo, come ideali e persino l'uso del chiamarsi con il termine "compagno". Ma con tutto ciò è sparita anche l'adesione dei "compagni". Sono nate così altre piccole sigle con adesioni percentuali, però, da temperature invernali. Sigle cadute tutte nel dimenticatoio. Quello che fa dolere il cuore è che ai giorni nostri, in quello che era ciò che Gramsci, Togliatti e Berlinguer avevano lasciato in eredità, a "figliastri" scialacquoni, ci si vergogna, perfino, a dichiararsi "comunisti". Ciò che veniva deriso, dopo la guerra, ricordando che in circolazione non si trovava più un "camerata".
Oggi ci si definisce di "sinistra", come i democristiani si rifuggiano in "uomini di Centro". Ma sia gli uni che gli altri si sono talmenmte imbastarditi, che non hanno trovato di meglio che fondere un minestrone di ideali (quali poi?), in cui dicono di ritrovarsi e convivere (Diavolo e AcquaSanta??), ma che, ad ogni volta che sono costretti a mangiarne anche un solo cucchiaio, storcono la bocca lasciando trasparire l'amarezza del boccone che devono ingoiare.
Farà compassione, rabbia e sgomento, vedere anche quest'anno, il preposto di turno, che con "ammirabile coraggio" o "infinita faccia tosta" commemorerà Enrico. Sarà il nostro aristocratico Presidente dalla lacrima facile?, sarà l'attuale segretario (oggi vendutosi alla Sacrestia)di quello che è il germoglio inghiandito nato sulle macerie, delle macerie dei partiti succedutisi al vecchio PCI? O forse chissà, magari qualche vecchio "democristiano" (pardon uomo o donna di Centro) convertito in questa nuova "cosa" che è il PD e quindi delegato ed autorizzato a questo occasionale compito? O forse sarà qualche vecchio decrepito intellettuale filosofo di "Partito" senza partito, uno dei tanti anonimi di questa società, con un nome,  che per solo rispetto alla sua età e solo per questo motivo, nessuno oserà fischiare, malgrado l'abbondanza che avrà nello sciorinare i soliti termini retorici nel ricordare Berlinguer ?
Ed allora ecco il mio modesto e scialbo ricordo di un uomo della strada per Enrico Berlinguer che è però anche un invito : Riposa tranquillo, Enrico e non ti rigirare nella tomba! Credimi, per gli ipocriti "compagni comunisti" di oggi, non ne vale assolutamente la pena!!

martedì 1 maggio 2012

1° Maggio 2012, non più una Festa...

.... oramai solo un mesto ricordo.

Non si festeggia, non si può festeggiare e neppure lo si dovrebbe fare. Il perchè è in questa lista, basta solamente fare click QUI

Non può esserci festa perchè la lista si allunga : anche ieri a Mammoiada nel Nuorese un imprenditore (imprenditore ma con i calli in mano, quindi lavoratore anch'esso!!) si è sparato un colpo di pistola, perchè costretto a licenziare anche i suoi due figli, per mancanza di lavoro. O ancora un portiere di uno stabile di Napoli, si è impiccato quando ha ricevuto la lettera di licenziamento che lo avrebbe costretto ad abbandonare l' "abitazione"... un basso in cui abitava!! Ma queste sono solo le ultime morti che su qualche coscienza dovranno pur pesare....sempre che qualcuno la possega.

Ma oggi a parlare, commemorare, festeggiare, urlare facendo finta d'incazzarsi, purtroppo, saranno ancora i soliti che non hanno mai lavorato manualmente e che di conseguenza nulla sanno di lavoro, di sudore, di fatica, di sacrifici, se non quelle misere scialbe teorie retoriche, sul problema lavoro, che ci hanno portato a questi vergognosi traguardi, senza però spendere, da parte loro, una benchè minima lacrima di reale sudore. Si continuerà a parlare di "domani", di un "Futuro", ma il tutto senza una data ben precisa. Continueranno a dire che non si può fare tutto in un breve lasso di tempo. Occorre pazienza. Non comprendendo che chi muore di fame, non ha bisogno nè di promesse, nè tantomeno di scadenze senza data. Il male, purtroppo, è uno solo: personalità di spicco come Di Vittorio, Lama, Carniti, ne nascono pochissimi esemplari, come del resto di veri statisti, ed a quanto pare, le mamme di costoro sono entrate tutte in una precoce menopausa. Con la conseguenza che oggi abbiamo una Repubblica portata avanti alla meno peggio con l'intelletto e le capacità di mezze calzette, per di più vecchie ed afflitte da demenza senile, che le portano a parlare, parlare, parlare... con l'unico obiettivo, che è quello di salvare la propria poltrona. Fuori dallo scranno non saprebbero far altro!! Mi si dirà che questo è populismo,  è antipolitica... no è solo che io mi sono rotto... e qui mi sfogo, mera soddisfazione, ma solo qui posso permettermi di scrivere ciò che più mi piace, "democraticamente" alla faccia di chi la pensa in modo diverso. Perchè la famosa "molletta al naso",  con cui si operano le scelte delle mezze cartucce, io l'ho portata, ma mi sono stancato, anche perchè oramai, dopo tanto tempo, comincia anche a far anche male e lasciare il segno. Meglio allora aspirarne i miasmi, speranzoso che questi provochino una specie di guizzo causato da quello spirito di sopravvivenza che tutti abbiamo e che faccia comprendere a questi signori che la pacchia è finita e che "osare ancora" potrebbe costare qualche cosa più della semplice poltrona. L'agricoltura ha bisogno di ripartire e servono braccia...ma non solo di quelle nere!!

di Franco Giannini

giovedì 3 novembre 2011

MORTI BIANCHE PAGATE IN NERO E...DIMENTICATE

di Franco Giannini

... silenzio assoluto sulle disgrazie, neppure il solito "Basta"!

Evidentemente ci si è resi conto, primo, di essere ridicoli e per secondo, oggi le priorità sono quelle della crisi economica.
486 - 556 sono due numeri che qualcuno potrebbe prendere per dati dello Spread tra BTP e Bund, ma che invece sono quelli statistici delle morti, cosiddette Bianche (spesso gestite in nero). Anche qui si continua a dire che le morti nel lavoro sono in calo. Non credo. La statistica è un dato sempre manovrabile nelle mani "sapienti" dei politici, però 486 erano i morti al 3 Novembre del 2010 e 556 sono quelle al 2 Novembre del 2011 (come dire un 12,3%), Nel 2009 le cose non è che andarono meglio perché i decessi furono 466. Quindi non si venga a parlare che si è fatto qualche cosa perché queste disgrazie venissero a ridursi. I rituali "Basta", le lacrime da coccodrillo, non sono serviti... le belle parole anche meno ed ora poi ci si nasconderà dietro al fattore "Crisi". Ogni qualvolta avviene qualche cosa di brutto, ci si rimpallano le responsabilità, ci si salva la faccia (dipende però dal numero dei morti...) con funerali istituzionali, qualche fascia tricolore, qualche discorso retorico e poi... domani è un altro giorno.
Per gli ultimi due, appena un trafiletto sui giornali ... L'indicazione del paese dove il fatto è avvenuto, Somma Vesuviana, l'età dei due operai, 63 e 54, i loro nomi Antonio Annunziata il primo ed Alfonso Peluso il secondo, e l'indicazione, data dai sindacati, che "forse" lavoravano in nero.
Poi il silenzio... Ieri sera c'era la farsa del Consiglio dei Ministri. Si, perchè in questo momento quel che più conta sono i mercati, sono le Borse, sono le votazioni SI o votazioni NO, è la credibilità politica del nostro Paese. Credibilità si, che certamente il Berlusca ha perduto da tempo, ma che anche l'intero nostro Paese si è giocato trascurando anche problemi come questo : il problema dell'insicurezza nei posti di lavoro, che non è solo di oggi, neppure di ieri, sarebbe meglio dire di sempre.
Sarà forse un caso, ma credo che ciò sia stato sempre sotto valutato anche perché un politico non è mai rientrato nella casistica di morte bianca e ...quando mai...in nero! Ma poi, diciamocelo francamente,... 556 su 60 milioni ...!!!

domenica 1 maggio 2011

1° Maggio 2011













di Franco Giannini

Di Vittorio - Lama e i miseri resti di ... di quello che Lama aveva unito...

... Tre anni fa nasceva questo blog e per l'occasione il mio primo post era proprio dedicato al 1° Maggio.
Iniziava così :“ Otto ore di Lavoro, otto di Svago, otto per Dormire “ è questa la frase che, come siamo usi dire oggi, diede l’ imput alle rivendicazioni operaie e che sfociarono nella nascita, di quella che solo successivamente, venne chiamata la “Festa dei Lavoratori”. L'anno successivo, in coccasione sempre di questa data intitolavo il post :"1° Maggio: Ma quale festa!!!???" Nel 2010 ero ancora più pessimista :" 1° Maggio 2010, l'unico cambiamento sta in quelle otto ore di lavoro rimaste a pochi, otto ore di svago per pochi, otto ore da dormire a pochi. Il lavoro continua ad essere una chimera per i giovani, non ci si può divertire se non si hanno neppure i soldi per mangiare, non si possono dormire sonni tranquilli per chi il lavoro non lo ha, per chi lo ha, ma è sul punto di perderlo, per i precari, e come dicevo. soprattutto per i giovani a cui tutti si ispirano nelle sole campagne elettorali, ma poi alla fine tutti se ne dimenticano o meglio ancora se ne fregano."
Quest' anno sono pessimista, scoraggiato ed super inc...to.... Con tutti...
Innanzi tutto non è più una Festa, ma una "Ricorrenza", come quella del 2 di Novembre. Si dei morti... quelli che tutti ricordano solo quando ad una morte avvenuta per incidente sul lavoro, il politico "piagnone" di turno, legge il suo pistolotto retorico così come gli è stato preparato dal giornalista del partito esperto in questi articoli strappalacrime, mettendoci di suo solo la sua falsa arte di saltimbanco.
Quest'anno poi, è l'annata delle divisioni: si è divisa la destra, il PDL e la Lega sono quasi divisi in casa, le Sinistre si stanno comportando come le bombe a grappolo con gli stessi risultati sulla popolazione, i sindacati, con i loro capi imborghesiti, lo hanno già fatto e quello che ci mancava e giustamente hanno provveduto immediatamente a metterci una pezza...la divisione anche sulla data del ricordo, della ricorrenza delle vittorie sindacali ottenute dai lavoratori. Anche al Quirinale si è festeggiato la "Festa del Lavoro" con un giorno di anticipo ... un 1° Maggio costituzionalizzato, dietro la facciata dei 150 anni dell'Unità d'Italia (??? bisognerebbe chiederlo anche ai leghisti) ma dell'identico valore dell'ora legale! Una sala gremita in cui si è parlato di giovani, da parte di individui che l' età della giovinezza l'ha perduta da tempo e che se riesce forse a ricordare le esigenze che essa comporta lo fa solo attraverso i medicamenti che la scienza offre. Vorrei che fossero proprio i giovani a dire, ad urlare, a questi ectoplasmi della politica..."Fora de Ball", invece li trovo assenti, scoraggiati, avviliti, delusi. Fortunatamente non tutti...ma purtroppo la maggioranza!!. Più interessati che un Agnelli, sovvenzioni 100 milioni per la Juventus, fregandosene poi se Marchionne riduce i posti di lavoro alla Fiat perchè gli operai non garantiscono la produzione ...
Nelle 3 foto che ho riportato sopra, c' è la storia del sindacato: la prima indica la Costruzione, le lotte, la seconda il mantenimento delle lotte con una successione di traguardi positivi raggiunti e con essi i miglioramenti della classe dei lavoratori. La terza ??... il dopo Lama che ha innestato, in modo inarrestabile una specie di retromarcia. Le tre figure rappresentano solo gli ultimi colpevoli, ma non sono solo loro i capi espiatori, di quella che è l' attuale Norimberga dei sindacati.
I dati statistici sono quelli che parlano, non sono sondaggi manipolati. La matematica non è una opinione, ma cruda realtà.
ITALIA : 5 milioni di disoccupati, 500 mila i posti di lavoro perduti quest'anno, 8% i lavoratori senza lavoro di cui il 29% sono giovani.
Casi mortali per infortuni sul lavoro nei paesi EU : 1996 - Germania 1377 - Italia 1128 - Francia 900 - Spagna 783 Ultimi dati quelli del 2005 : Germania 678 - Italia 918 - Francia 593 - Spagna 662 ... sono dati rintracciabili QUI cliccando poi su statistiche INAIL che trovate su NOTE. Siamo il paese comunitario per l' eccellenza nelle morti bianche.
Se poi vogliamo dare uno sguardo di sfuggita alla situazione mondiale, possiamo vedere che c'è poco da stare allegri e festeggiare. 337 milioni di incidenti sul lavoro all'anno, oltre i 2 milioni i morti, vale a dire un numero pari a 6300 morti al giorno ... e si guardi bene, si sta parlando di esseri umani.
No ! Proprio No ! Si festeggia quando c'è da ricordare qualche cosa di positivo, no quando ci sono posti di lavoro che continuano a chiudersi, lavoratori precari in odore di pensionamento con la visione di una vecchiaia ancora più lugubre di quella attuale, e le morti tutelate dalle istituzioni con il semplice e vergognoso "Basta, Mai Più" che io chiamo il "Basta del giorno dopo".
Ecco andatelo a dire voi alle vedove, agli orfani, ai figli, alle famiglie di questa gente :" Buon 1° Maggio". Io non posso, neppure mettendo una maschera avrei la faccia adatta per rivolgere un tale augurio.

sabato 15 novembre 2008

RICORDI DI IERI PENSANDO AD UN FUTURO


di Dario Petrolati


Di preciso quanto tempo sia passato non ricordo.
Qualche anno, ma di preciso non saprei, mi sembra fossi ancora in attività.
Quando una sera lo andai a salutare, prima di andare a casa, in Fabbrica naturalmente, Bepi, era sempre in fabbrica, dentro i capannoni, nella saletta del Consiglio, in Direzione per qualche trattativa o rogna che andava ad appianare, in giro per l' area ove provavano i vagoni, all' Assindustria, un salto e ritorno, ricordo che di sfuggita mi apparve meno sicuro del solito, mi sorrise come faceva con istrionica esperienza di vita e gli sfuggi che era sempre in attesa dei risultati delle analisi.
Ascoltavo, eravano soli in cammino pei lunghi corridoi e Bepi per un attimo brevissimo mi sembrò dubbioso preoccupato, ma senza lagna ed io, che non avevo altro e sempre ascoltato da lui come si deve ottenere quello cui si ha diritto, sia nel lavoro che nel sociale, intuii che mi parlava di se come padre, marito, uomo che non sta bene.
Analisi pensai, non della mente, che era sempre adorabilmente ed onestamente sveglio, analisi di urine-sangue quelle robe che zac! e ti condizionano tutto il futuro e devi subito prendere decisioni che non ci sono mediazioni, chè la verità il responso non guarda in faccia alcuno: ricco, povero, giovane, bello.
Superficialmente mi sembrava non saper altro dire, buttai la cosa in vacca e cercai di fare altro discorso, magari gli chiesi che pensava del Partito, ora che c' era sta proposta di Occhetto, così cercai di far deviare Bepi e lui deve aver capito che non avevo capito nulla, che era vano tentare un dignitoso sfogo con un impreparato come me.
Parlammo ancora un poco a vanvera, solo per arrivare ai cancelli ove mi compagnò: "ci si vede Petrolati, ci si vede uno di questi giorni" e mi diede la mano come si fa tra gente che non porta la tuta.
Le manifestazioni per rivendicare il giusto salario, cortei a biscia, acqua impietosa ed anche freddo, tamburi di latta, fischietti che laceravano l' aria mentre la gente guardava con poca simpatia chè s'intralciava il traffico, si ripetevano ormai come di prassi senza errori, mancava solo lui in cima al corteo civile chè per ragioni di salute ora era in ospedale, o a casa per le cure.
La cosa mi sembrava impossibile chè per il Partito ed il Sindacato lui era stato sempre presente, prima degli altri capiva e guidava.
I contratti i direttivi il giornale che sempre aveva in tasca, allora chiesi e mi indicarono dove stava di casa.
In bici lo andavo a trovare e mi faceva salire le scale sino in cucina, c' era il tavolo pieno di scatole confezioni di medicine e l' Unità aperta come se fosse la tovaglia.
La moglie mi faceva il caffè ed io stavo un pò a sentire quell' uomo-mito, che aveva la pelle sciupata giallastra di chi sta male, ma lui non si lamentava; era impietoso reale e non sognava, mi sorrideva come si fa con un compagno che si rifiuta o non sa capire.
"Vedi - mi diceva - ti impegni lotti, fuori piove e all'improvviso ti senti vecchio finito".
Ipocritamente ho sempre cercato di deviare discorso, oppure chiedere i particolari che poi capivo a fatica, che Bepi usava una terminologia medica da primario ed io certe parole non sapevo bene a cosa si riferissero,vedevo uno straccio che non mollava, ma con la testa sveglia manco dio riusciva ad ingannarlo .
Cure pesanti come richiede il male e fatica a parlare, fiacca, bisogno di riposo per Bepi seduto e curato, come se fosse un bambino.
Passò l'inverno, venne la primavera, ed un giorno davanti la farmacia sotto casa vidi il mio amico, che era anche un vanto essere suo amico, con la moglie sottobraccio come due sposini che cercavano, così mi parve, recuperare il tempo perduto in mezzo agli altri, sorridevano e scesi dalla bici; parlammo delle rondini, del futuro, del tempo, di cosa non ricordo poi, solo che mi parve sereno, sorridente.
Anche stavolta, seppure a fatica, Bepi era riuscito a non perdere; dissi come è mio solito qualche stupidaggine, chè si preparasse per le Feste almeno che al Partito uno come lui era tanto-tantissimo.
Vago sorrise, ed entrò a prendere medicine.
Continuai ad andare a trovarlo a casa, ogni tanto in bici, per cortesia-dovere-amicizia.
Venne la stagione del sole nel cielo e al solito i metalmeccanici di Padova accerchiavano il Palazzo della Confindustria, tra tante bandiere, tantissime le rosse, sempre rette con la certezza del diritto; uno mi chiese come stava Bepi Ferro ed io capii che c' era stata una ricaduta, qualcosa che mi era sfuggito. Pedalai sino all' Ospedale e salite le scale del reparto oncologico mi trovai davanti un lettino a ruote, guidato da un infermiere grosso come i contadini abituati a faticare.
Cercavo Bepi e stavo per chiedere, quando la mano del malato trasportato, da sotto il lenzuolo, accennò un "ciao" che voleva dire "addio".
Che schifo, nemmeno un vivente o morto si vedeva, pareva solo stoffa del bianco lenzuolo, se non fosse stata quella mano abbozzata, nemmeno lo avrei visto.
"Ma dai " -mi pare aver provato a dire- "che sarà breve" .
Non ricordo più nulla di Bepi vivente.
Morì subito, l' avevo visto così, per caso.
In cgil, nel cortile ove di solito parcheggiavano le macchine, ci fu una cerimonia tra gente che piangeva-piangevano tutti e l' oratore di turno che diceva due parole piangeva pure .
La città fu tappezzata di manifesti a lutto, tutta la città.
E' passato tempo, qualche anno, la "Fabbrica di Bepi" è stata chiusa, era la più grande ed orgoglio di Padova.
Ora ci sono i cinesi con un uno dei tanti centri commerciali, lavorano come matti, vendono, fabbricano, trafficano, tutta la zona industriale, la famosa ZIP con l' interporto del futuro, mucchi di container, strade e super strade veloci su cui corrono macchine e camion .
Asfalto ovunque e velocità, quando piove lamento generale, franano le strade, logicamente una pitturata di asfalto non regge.
Come le bugie di Pinocchio la verità viene a galla sempre, ma i soldi sono i soldi e questa casta è affamata sempre più.
I nuovi manager non sanno e se lo sanno se ne fregano dei sacrifici delle passate genti.
Bepi Ferro , e chi era costui !?
Noi del Centro Studi Luccini lo ricordiamo, come non possiamo scordare le memorie i sacrifici del mondo del lavoro.
Noi non possiamo : è il nostro mestiere.!

giovedì 17 luglio 2008

ANGOLO DI STRADA

di Dario Petrolati




Eccomi quì.
Non scappo, non fuggo mai nemmeno di fronte al buio, all' ignoto che sento ingrato ma proporzionato al mio fastidioso dar fastidio, cercare voler sapere chiedere perchè. La prima cosa che sento, appiccicata al gomito sinistro, è la cartolina spedidatami dall' Islanda da un collega di lavoro comunista senza partito.
E' una brutta foto a colori che ritrae un paesaggio dormiente, in riva ad un fiume o riva di mare, non so.
Pare un paese qualunque ed invece è la capitale che si scrive in un modo impronunciabile, ove c'è stato un incontro di capi di stato, anni fa, chè dovevano decidere per il resto del mondo.
Sempre senza delega i così detti grandi prendono, carpiscono, decidono eppoi noi dopo ci accorgiamo che gli scaffali dei Supermercati sono scandalosamente semivuoti e quel poco che c' è costa troppo, prezzi rubati senza controllo, chè se quando entrò l' euro si dava la colpa alla nuova moneta e qualcuno voleva metallizzare i microcentesimi per farci fare meglio i conti, oppure mancavano i controlli che nessuno faceva e che avrebbe dovuto fare.Si prendevano a casaccio 4 nomi di altre nazioni come esempio per dire che là ste cose non succedevano, solo da noi invece si verificano, e giù bugie e sciocchezze che nulla costano ma se dette e pensate da qualche politico allora è vero e la colpa è nostra che non abbiamo capito.
Innervosirsi a st' ora non vale la pena ed allora guardiamoci in giro o sotto la sempre pericolante scala della Federazione. Io continuo a chiamarla così, anche se ora è solo un complesso di stanze vuote , con seggiole, manifesti arrotolati, pagati e mai affissi, ragazzi giovani che si adoprano come se fossero in bottega ed attendono che si liberi un posto di lavoro fisso.
Un posto alle tante collegate società che fanno capo alle ex. finanziarie del Partito che ora con la margherita e qualcosa di altro stanno tentando di formare un nuovo contenitore con una trasparente bandiera buffa e sempre scolorita che nemmeno sventola sempre arrotolata attorno al pennone infisso sopra l'ingresso dove ancora non hanno tolto l'effige di Berlinguer, stampato in serie su un grigio pezzo, umile come il Personaggio, di ghisa .
Che tristezza sto cortile quando passano sti ragazzi non responsabilizzati ai quali se poni una domanda qualsiasi subito ti guardano ed hanno una impressione impaurita quasi da esame di scuola.
Calma non temete, sono un padre di famiglia, male, ma lo sono stato, e vi capisco.
E' difficile trovare un posto oggi, i 110 con lode si sprecano, lo danno a tutti ed allora ci si adatta a lavori saltuari, leggeri di mese in mese, inventati con l'avvallo del sindacato e della sinistra, purtroppo, che vergogna, ma altro non c' è o se si trova è incomprensibile ed è lontano da casa Italia, la ricerca si fa all'estero e bisogna andarsene di casa, allora si aspetta, si aspetta sino a che cominciano a spuntare i primi capelli incerti, allora si piega la schiena, Ciampi non voleva, o si fa qualcosa dal nome pseudo-inglese.
Hanno due cellulari che trillano sempre, pare che il mondo si fermi se non fischiano gli ultimi modelli, e non sanno più parlare direttamente guardandosi in faccia.
Tutte espressioni monche piene di OK. ed altro, sigle che si usano pel computer ed in informatica, il tutto per un breve spazio, che dopo poco la velocità ha già bruciato tutto.
Dura poco, pensiero debole, molti fumetti, monosillabi.
Davanti due muratori a schiena nuda, col segno della canotta poggiata sulla pala a muro, martellano da stamane sul muro di cinta del palazzo del Conte.
Stanno allargando l' entrata del giardino, dovranno cambiare il cancello, il passo sarà doppiamente largo, non capisco perchè e nemmeno dovrebbe interessarmi, però mi accorgo che sto chiedendo ai muratori il perchè del lavoro e loro mi rispondono che eseguono ordini, la roba non è loro.
Hanno ricevuto l'ordine di allargare l' ingresso del giardino e così fanno, sono muratori , mica padroni.
Il giardino colmo di alberi antichi confina, anzi è tutt'uno con quello del Maldura,sarà più grande allora quello di facoltà, allora un pò di soldi ci sono ancora in giro, il salario per 2 muratori.
Al numero 5 di Via Beato Pellegrino, ove sorge il Palazzo del Conte, scortese, qualcosa di nuovo accade e la gente cammina sull' altro marciapiedi, con difficoltà chè la catenella salva persone, a cui attaccarsi per non cadere stringe lo spazio e bisogna camminare in fila indiana.
Tutto quì, c' è caldo e molti sono in ferie dentro casa.
Per girare ci vogliono i soldi e quelli chi li ha se li tiene.