mercoledì 27 febbraio 2013

Caduti dal cavallo, senza danno alcuno...

io, purtroppo, invece ero lì!
... Quale onore !!! Toh...il blog, giusto lui, mi dà la possibilità di posizionare la vignetta dove voglio!

Che, dopo queste elezioni, non è poca cosa!

Caduti dal cavallo, dicevo; e da cavallo è, o no, permesso di  scendere come uno vuole??

Dunque, riepilogando, a livello nazionale, senza saperlo, ho tagliato il traguardo, dopo una volata a gomiti alzati, per primo, ma poi ho saputo senza vincere.
E purtroppo, anche questa volta, non potrò dire come il personaggio della vignetta "io non c'ero".
Un ennesimo errore da parte mia, che confesso con la massima sincerità, mi ha auto-offeso ed auto-umiliato ancora una volta.
Come ho letto da qualche parte "Continuerai a tifare la tua squadra del cuore, anche se perde non solo una partita, ma tutto il campionato". E' vero, però credo che per tutto ci sia un limite di tolleranza e di buon senso Superarlo con scusanti puerili come il terreno pesante, i tacchetti sbagliati, fa solo cadere nel baratro del ridicolo, nell' assoluta mancanza di coraggio, di coscienza e di un limite minimo di onestà intellettuale.
Su 50 milioni di votanti, vincere, pardon arrivare primi, con uno scarto di neppure 100 mila voti per occupare i due vani parlamentari, la camera e la "cucina" governativi, comunque lo si descriva e si voglia far credere indorando la pillola, per me è solo un risultato, a dir poco, vergognoso.
In lizza per la corsa c'era un vecchio rincoglionito, o meglio che credevamo rincoglionito, che tutti avevano dato per spacciato e che alla fine si è fatto beffe di chi lo sotto valutava con spocchiosità ed ora è li che ci sorride ironicamente, prendendoci per i fondelli. E noi? Noi siamo quelli di sempre, o meglio quelli da un po' di tempo a questa parte, da quando abbiamo perso quella radicata appartenenza politica. Ed allora, dopo essere arrivati primi, senza aver vinto però, sarà il solito comunicato :" promettiamo che l'indomani di queste elezioni, considerato il particolare momento, sia nostro dovere di ponderare ed analizzare la situazione che ci ha portato a questi risultati. Ci riuniremo, discuteremo, anche con toni alti, senza mandarcele a dire, per individuare i punti in cui abbiamo sbagliato ecc. ecc.". Qualcuno ha detto che abbiamo fatto una campagna seria. Ecco, bene, cerchiamo di allora di mantenere la seriosità che il momento esige, o meglio sarà aumentarla, visto la precedente a che risultati ci ha portato.
Oramai ad ogni manrovescio che prendiamo, il leit motiv  della direzione politica è sempre quello!
Dice bene Bersani, siamo arrivati primi, ma non abbiamo vinto. Ma in una squadra che da anni fa finta di arrivare prima e poi fa del tutto per perdere, credo che l'allenatore se non ha le capacità per vincere, debba possedere, quanto meno, quelle per comprendere che ha fatto il suo tempo ed è ora che lasci il posto a gente più capace. So che trovarla oggi nella sua, pardon nostra, squadra è difficile. Però questo è cosa che a lui non deve assolutamente riguardare.
non c'è più nulla da fare...
Questo, oltre che per lui, sarebbe cosa importante per evitare agli altri "amici", "compagni", "colleghi" (non so più neppure come dobbiamo chiamarci, se non orfani-disperati) di dire castronerie nazionali e locali quali :"Abbiamo sotto valutato la sofferenza sociale", "La parola Responsabilità è la parola che useremo anche questa volta", o ancora guardando le disgrazie degli altri " Monti è il grande sconfitto", o le voci dei peones locali che vedendo lo scenario parlamentare che si allontana dal loro orizzonte esclamano convinti o meno " 'Il guaio vero sono i voti presi da Berlusconi',  "frutto del malessere",  "Smarrimento ed incertezza", "tutti i partiti hanno fallito ed il PdL è uno di questi ", o ancora "Il Pd ha avuto un calo ma è ancora il primo partito cittadino e ha ottenuto un risultato migliore rispetto ad altre zone”. Oppure come la battuta sul campo pesante "La crisi ci ha indubbiamente penalizzato" e per sfociare con dichiarazioni egoistiche-menefreghiste come "Soddisfatto per la mia elezione, deluso dal risultato nazionale". E se quest'ultima è una dichiarazione di uno dei migliori nostri giovani, la cosa non è che ci offra gran sicurezza!
Si, che anche gli oppositori del Centro Sinistra non siano perfetti, sono d'accordo. Non sono migliori. Del resto, però, farsi gli affari degli altri, ridere dei mali altrui, è uno sport non da politici, ma da "servette".
E qui mi si perdoni quindi di fare la servetta, godendo delle disgrazie politiche altrui. Del resto che ci rimane a noi non politici, uomini della strada, finiti anche per colpa vostra (e nostra) in mezzo alla strada, che finalmente il poter ridere di chi, dopo una lunga e speranzosa attesa, li vediamo imboccare la via del declino (non solo quella di Fare) come ex-potenti. Quasi, ripeto il quasi, un 25 Aprile che cade in febbraio, un evento eccezionale quindi. Il grazie di questa specie di liberazione e di un lumicino (un falò sarebbe meglio dire) in fondo al tunnel, va al M5S, che ha procurato un iniziale repulisti nelle camere con uno svecchiamento generazionale, o almeno lo voglio intensamente sperare.
AAA Cercasi
On. vale a dire onorevole, certa gentaglia, non lo è mai stata pur avendone il titolo vergato sui loro biglietti da visita e sulle loro carte intestate, Ancor vero è che continueranno ad esserlo in funzione delle loro situazioni economiche maturate fin qui (anche se il denaro non fa signori), ma alla loro tranquilla situazione patrimoniale non corrisponderà mai e poi mai, quella dei loro animi. Si perché quei lampeggianti delle scorte o lo scattare sull'attenti del personale di guardia posto all'entrata delle Camere, mancheranno tantissimo, vivevano di quello e per quello. Gente nulla facente da un trentennio, si sentirà svilita, senza qualcuno che li farà sentire importanti togliendogli il pastrano dalle mani, la borsa dei documenti, l'invito ad un convegno o il posto prenotato con il cartellino "Riservato".

Abbiamo perso, anzi ho perso, ma almeno io, mi ritengo fortunato, perché ancora in possesso della dignità e dell'onesta di ammetterlo.
Perso, ad ogni modo, hanno perso tutti, ma in principal modo i cittadini, l'Italia intera e credo che da domani chi potrà ridere saranno solo gli incoscenti.


Franco Giannini

domenica 24 febbraio 2013

Matteo Fraboni: dietro la batteria c’è di più!

In concerto alla Piccola Fenice
Spentesi le luci della Piccola Fenice, torno a parlarne 

C’eravamo lasciati i primi di agosto del 2010 dopo il primo incontro-intervista in una panchina del Parco della Pace. Lui si stava arrotolando una sigaretta con la cartina, con la stessa abilità con cui usa le bacchette sugli elementi della batteria. Poi ricordo che ci eravamo sentiti quando aveva messo in cantiere il suo disco “This Is My Music!” e successivamente, quando Confindustria Giovani lo aveva scoperto e lo aveva nominato “Giovane Cavaliere del lavoro delle Marche“. Era il 15 aprile 2011. 
Al Cavalierato
 Giorni or sono ho saputo che il 12 gennaio, avrebbe finalmente suonato nella sua Senigallia, alla Piccola Fenice, in occasione della presentazione del suo primo CD e sarebbe stato un piacere rivederlo.
La Copertina del suo CD
Ci siamo dati così appuntamento e ci siamo ritrovati al mattino della vigilia dello spettacolo nella sala-bomboniera con le poltroncine in rosso della più accreditata Fenice.
- Ciao Matteo – gli faccio appena lo vedo. Lui si gira verso di me, si toglie gli occhiali e resta per un attimo disorientato.
- Va bene che son passati due anni e mi sono invecchiato ancora maggiormente, ma non mi riconosci? – Non termino la frase che mi si fa vicino e – Franco! - e mi abbraccia.
Così è iniziato il nostro secondo incontro, che ci ha tenuti vicini, per quasi tutta la giornata.
Lo incontro mentre stanno allestendo il palco su cui si esibirà. Stanno sistemando il pianoforte a coda, mentre dalla parte opposta ci sono le borse contenenti alcuni pezzi degli elementi della batteria che dovranno essere assemblati.
- Vedo che ora sei impegnato e non voglio intralciare il tuo lavoro, quindi mi siedo in un angolo, scatto qualche foto e quando hai terminato, parliamo un po’ di te! Ok!
Mi sorride ed un po’ timidamente mi fa – Se non hai fretta, sistemo allora qua e poi anche tu mi racconti un po’! -
Intanto che il piano viene posizionato e si controllano gli accordi, io, senza un preciso motivo mi ritrovo a contare il numero dei posti a sedere ed a constatare che sono 80. E subito mi chiedo se non siano pochi.
Matteo Fraboni alle prese con l'allestimento del concerto a Senigallia
Al m ontaggio della batteria
a 15 anni
Intanto, per ammazzare il tempo, così sovrappensiero mi ritrovo a scattare qualche foto: la panoramica della sala, il posizionamento del piano, Mat che dà istruzioni ed infine quando inizia a montare la sua batteria.
E da qui allora che piano piano, nel timore di disturbare comincio a muovergli qualche domanda.
“Chi ti ha aiutato Matteo a raggiungere i primi piani alti di questa carriera in due soli anni…?”
“Posso rispondere: NESSUNO!? Sicuramente l’attività musicale mi è cambiata molto dopo che ho iniziato a collaborare con tanti musicisti di livello nazionale nell’ambiente jazzistico che era quello che più mi interessava per suonare questo strumento che come vedi sto montando adesso e che è la batteria. In altri generi musicali è solo il motore d’accompagnamento, molto pesante come volumi sonori. Invece nella musica jazz il fascino di questo strumento è che dialoga, colora e improvvisa nella musica con gli altri strumenti come se fosse al pari di un pianoforte o di un fiato quale la tromba o un sax. Quindi le collaborazioni in tutta Italia sono state la chiave di volta anche dal punto di vista di presenza nel panorama italiano per avere un nome, se vogliamo, tra i giovani che si stavano facendo notare sul territorio nazionale. Nel mio primo ingaggio a Roma sostituii un batterista americano su trecento, quattrocento batteristi che potevano essere al mio posto, segno evidente che in qualcosa mi ero distinto. Poi dopo di questo io mi sono trasferito a Bologna, dove facevo il Conservatorio che ho terminato l’anno scorso e dove da allievo sono passato Professore, in quanto ho vinto ben due borse di studio. Ho collaborato con il conservatorio Martini per un progetto musicale di didattica ai ragazzi delle superiori con il mio professore di corso di Jazz Giampaolo Ascolese, un batterista romano. In seguito mi sono trasferito a Roma dove ci sono una miriade di musicisti, diversi spazi, anche se la vita è abbastanza complessa, però lì sicuramente ho avuto modo di incontrare tanti altri musicisti ampliando le mie collaborazioni e il mio bagaglio musicale. Sono tutte esperienze che ti fanno crescere per quanto riguarda l’abilità musicale, ma ti fanno crescere anche per quanto riguarda la sicurezza personale di sapere come suoni, per come sai fare tutto il resto. Roma mi ha portato anche ad avere la voglia di registrare questo disco a New York, perché io quando ho iniziato a suonare, fin da quando avevo iniziato a suonare a livello jazzistico, il mio sogno era quello di registrare un disco dove la musica era la mia, dove oltre suonare la batteria componevo anche la musica. Ed è quello che ho fatto, che ho registrato a N.Y e che presento qui questa sera. Nella musica Jazz è andata sempre di moda la ricerca del musicista sempre più bravo, spaventosamente più preparato a livello tecnico di un altro, ma a me la competizione della musica è una cosa che non mi ha mai affascinato, bensì invece mi ha attirato di più la ricerca di una identità musicale, di essere un musicista che suona con un determinato stile, che è riconoscibile sia per come suona uno strumento, ma anche e soprattutto per la sua visione musicale. Ovviamente questo è un approccio non dilettantistico né tanto meno commerciale. Comunque la musica Jazz è una musica che non è che ha accesso ad un grande pubblico, purtroppo o per fortuna, non so, come può essere vista. Con questo disco ho cercato, sto cercando e forse ci sono riuscito, a realizzare proprio questa componente qua. Ho firmato un contratto discografico con una delle etichette storiche che si chiama Via Veneto Jazz che racchiude la crema dei migliori musicisti italiani e questo l’ho fatto da solo, e da batterista con un disco che la critica internazionale ha messo il timbro di Modern Jazz.
Quindi un musicista che fa il jazzista, musica che per antonomasia prevede un’evoluzione, un arricchimento di altre musiche tradizionali, di altri posti e va avanti e non scrive come scriveva Charlie Parker, che era un innovatore degli anni ’50, ma scrive come Matteo che vive nel 2012 e quindi è immerso in una dimensione sociale, in una realtà che è diversa da quella degli anni ’50.
Ed è questo che adesso mi mette in una luce, come leader di un quintetto con una identità musicale con un proprio disegno della musica.
Questa sera al pubblico senigalliese chissà se questo modello di jazz sarà digeribile o sarà complicato, ma a me non interessa. Comunque già diversi biglietti sono stati venduti e considerando che il jazz è una musica molto raccolta ed i posti in sala non sono poi tanti, è di già di buon auspicio per la serata”.
Matteo Fraboni alla batteria ”Matteo, credo che avrai notato che il mio modo di colloquiare con te, fin dai primi tempi, non è quello di una intervista di natura tecnica, perché non ne sarei assolutamente capace e come vedi non chiedo nè nomi nè quantomeno scendo in terminologie specifiche della materia. Il mio è un interesse dell’uomo della strada, o se dovessi darmi un tono, di informarmi su notizie che potrebbero essere necessarie per costruirti una biografia su Wikipedia, perché oramai sarebbe ora. Allora tu mi hai parlato di essere andato a New York ad incidere un disco. Come se fosse la cosa più semplice di questo mondo. Ma come hai fatto, che difficoltà hai incontrato se le hai incontrate, chi ti ha finanziato… E come è nata la storia degli Awards…?”
Matteo sorridendo e prendendo un trepiede della batteria per continuare nel montaggio, mi interrompe proseguendo nel racconto e partendo dall’ultimo pezzo della mia domanda.
“No, Franco erano semplicemente dei soldi che mi ero guadagnato e che ho utilizzato per fare questo lavoro. A parte l’edizione, la pubblicazione del disco il resto ho fatto tutto io, tutto, dall’inizio alla fine, dal disegnare le pagine del sito per poi passare alla grafica, alla copertina del disco, a tutto quello che c’è scritto, l’utilizzo delle foto, a come è fatto il CD, l’ordine dei brani il perché di ogni brano che in qualche modo per me era una cosa intima dal momento che per me ogni brano era stata dono di una esperienza: che fosse stato il primo viaggio a N.Y. o l’esperienza in Africa quando sono stato per quasi due mesi piuttosto che una qualsiasi altra. Un brano ad esempio mi è venuto in mente quando in un anno ho fatto 88 mila Km con la macchina e quando passavo le ore in macchina oltre che ascoltare musica me ne canticchiavo altra che avevo in testa, perché i musicisti hanno un po’ questa tendenza, ripassarsi delle melodie, cose così, e quindi un brano è nato in questo modo. Ci sono state poi altre tendenze: un valzer molto più nostalgico che scrissi quando avevo 22 0 23 anni – ne parla come se parlasse della notte dei tempi, non tenendo conto che oggi ne ha solo 29! – che ho scelto di ritirare fuori per registrare questo disco, perché mi rappresentava, sempre per portare ad un discorso di identità musicale. E questo con il contratto discografico, la distribuzione all’estero del disco e tutto il resto, credo di aver fatto i passi giusti per iniziare a sviluppare questa dimensione qua, che per avere 29 anni credo che sia un lavoro abbastanza discreto e nel quale mi sono profondamente impegnato. Quindi mia intenzione è quella di avere la possibilità di continuare sicuramente a fare la cosa che più mi piace: fare musica ricercata e sempre con una mia impronta”.
“Vuoi, per dirla in breve, che chi ascolta la tua musica, un tuo disco, la identifichi immediatamente: questo è Matteo Fraboni,…giusto?”
“Esattamente, proprio perché sono consapevole che il linguaggio che utilizzo non è un linguaggio alla Madonna degli anni ’80, la cosa che mi interessa di più è quella lì senza per forza rifarmi ad un modello o alla tendenza del momento…”
“Si, perché le tendenze poi passano e la buona musica rimane…”
“…appunto e l’identità ugualmente. Poi dopo sono pienamente consapevole che ci saranno persone a cui può piacere ed ad altre no, questione di gusti, ma credo andare a vedere un concerto di Jazz, nelle sue multiforme, è un’esperienza per chiunque, appassionati e non.
Ahh mi chiedevi anche degli Awards. Posso dirti che mi ha informato della cosa il discografico, (in quanto avendo pubblicato un disco di un certo livello…), il resto, per arrivarci bisogna ‘fare’ il musicista, con le collaborazioni, le produzioni discografiche (CD prodotti ed editi da etichette discografiche vere…), concerti etc. … altrimenti non ha senso candidarsi. Per me, in più le gare lasciano sempre il tempo che trovano…a meno che non sei un velocista, un atleta, non un musicista! Come far fare una gara a Van Gogh e Gauguin, chi vince? Chi va più veloce con il pennello? Non credo proprio…..e comunque ancora non ho visto i risultati”.
“Comunque ritornando al disco, sei soddisfatto per come sta le vendite e per quanto ti sta portando a livello di notorietà?”
“La mia casa discografica è la migliore d’Italia. Per quanto riguarda la distribuzione del disco è stata fatta in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Giappone dal gruppo EMI (colosso dell’industria discografica mondiale), quindi per quello non ci lamentiamo, (!) per i concerti qualcosa si sta muovendo, sembra che ci sia un contatto per Sofia, per presentare il mio progetto lì e… ci diamo da fare, dall’estero mi contattano in tanti. Le vendite del disco sono ottime, aspettiamo di vedere i prossimi sviluppi dato che siamo appena partiti”.
“Questa sera, se non sbaglio, chi suona con te non sono gli stessi artisti che hanno inciso il disco a “Brooklyn”?”
“No non sono quelli Newyorkesi, sono tutti italiani, perché purtroppo qui in Italia non ci sono le condizioni economiche per promuovere le serate. Questi sono in effetti i due quintetti:
Matteo Fraboni con George Garzone 
MATTEO FRABONI QUINTET “USA” 
 George Garzone sasofono tenore
Logan Richardson sax alto
Aruan Ortiz piano/rhodes
Rashaan Carter contrabbasso
Io- drums, dirctions&compositions

negli studi di registrazione
MATTEO FRABONI QUINTET “ITA”
Massimo Morganti trombone, effects
Simone Lamaida sax alto,effects
Emilio Marinelli, piano/rhodes
Gabriele Pesaresi, contrabbasso
Io – batteria, direzione, composizione.
“Altre serate, altro lavoro, progetti …?”
“Dopo questa serata io continuerò a lavorare per la promozione sempre di questo progetto in Italia e all’estero perché suonare all’estero è una cosa che mi fa sempre molto piacere”.
Matteo Fraboni presenta il suo disco alla Piccola Fenice di Senigallia
ancora durante la serata alla Piccola Fenice
A questo punto un lungo rullare dei tamburi, un battere di piatti interrompe il suo parlare, ed appena le note svaniscono, Matteo guardando la sua batteria, ad un tratto esclama:
“Bella eh, vero, Franco?”
Io guardo prima la batteria, poi rivolgo un’occhiata alle poltroncine rosse, dove è seduta tranquillamente intenta ad osservare il suo telefonino, la sua ragazza che poco prima mi aveva presentato. Poi comprendo che l’esclamazione è rivolta alla sua batteria e visto il mio attimo di imbarazzo mi spiega:
“Io ora ho solo questa qua, ma sai questa qui è un gioiellino. Ce ne sono meno di 100 pezzi in tutto il mondo. Comperata in Arkansas pochi mesi fa ed è una delle migliori prodotte nella storia. La Gretsch è un marchio storico. E’ una batteria che fai conto che sia una Stradivari delle batterie. E’ americana, è tutta originale, non è una batteria pesante e questo oramai è diventato il mio set. Quando andavo a Roma mi è capitato spesso di portarmi solo i piatti perché sono legato come sai ad una sponsorizzazione con la ditta turca.
Questa sera sto curando tutto il progetto nei minimi dettagli, dal pianoforte, contrabbasso, tastiera elettronica, poi i due fiati in mezzo composti da un trombonista con gli effetti, perché mi piace sperimentare proporre la musica elettronica però fatta dai musicisti in acustico che mi affascina troppo, il sassofonista contralto e logicamente io alla batteria”.
Altro rullo di tamburo, la batteria è a posto, allora si porta al piano e con una scorsa veloce delle dita sulla tastiera una scala a controllare l’accordo, ma anche a chiudere questa chiacchierata.
Così facendo ci diamo però l’appuntamento per lo spettacolo serale.
Io come al solito giungo un pò prima, la sala si sta riempiendo, ma quello che noto subito si stanno aggiungendo altre sedie ed alla fine vengo a sapere che neppure quelle sono state sufficienti ed alcuni spettatori sono rimasti in piedi.
Degli 80 posti disponibili, si è arrivati alle 130 presenze circa e addirittura alcune persone sono rimaste fuori. Un vero successo se si pensa che questo tipo di musica si potrebbe osare il dire che è riservata a degli intenditori dall’orecchio sopraffino, come quello dei famosi occupanti dei “loggioni” scaligeri e del “Regio” di Parma. Anche il pubblico della Piccola Fenice è stato attento, coinvolto ed estremamente Caloroso. Ha infatti chiesto ed ottenuto il bis e tutto l’insieme dello spettacolo offerto dal quintetto è stato di altissimo livello e quindi apprezzatissimo. Quello che ha fatto oltremodo piacere è il vedere che sono stati venduti anche diversi dischi insomma un vero ‘successo’… come si suol dire.
E credo che la macchina si sia solo messa appena in moto e Matteo mi fornirà quanto prima, altre interessanti occasioni per ritornare ad informare ed aggiornare i suoi concittadini sul suo percorso che ci rende tutti orgogliosi del suo lavoro.

Franco Giannini
Gia pubblicato Venerdì 22 febbraio 2013 su Senigallia Notizie.it 
 
Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :

Dario Petrolati
2013-02-22 11:41:01
io Franco non ho parole per esprimere il mio stupore per l'articolo appena letto.Che tu sia bravo è ormai noto, ma la tua umiltà e capacità di cercare capire anche nei particolari sia la figura che come tutto l'attorno del mondo musicale è veramente commovente pure.Sei riuscito nell'intervista a far capire tante di quelle cose che io mi ero scordato e pure non sapevo. Sei stato bravo anche perchè il tuo spirito curioso ti ha portato oltre a quanto pensavi, tutto il mondo musicale detto nei particolari mi ha fatto capire che esiste tanto che io non so ma è parte di un mondo affascinante.Bravo Franco per quanto spieghi e sei capace di non commuoverti bensì scendere nei particolari che sono inerenti il mondo dell'artista da te fattoci conoscere. Ho visto il video che mi è servito, resto in attesa del seguito dell'avventura musicale del nostro geniale cittadino.Complimenti a te ed a Fraboni.....ciao caro , il tuo amico dario. www.dariopetrolati.it dario petrolati-
Paul Manoni
2013-02-22 14:09:44
Matteo sei un fenomeno, continua così! Un caro abbraccio
Franco Giannini
2013-02-22 15:06:53
Proprio ora apprendo tramite una nota su FB di quanto comunica Matteo Fraboni ai suoi amici: "Ciao a tutti, oggi ho il piacere di comunicarvi che un brano del mio disco, 7 on 4 (Exit Whole), è stato scelto come colonna sonora di "UNCONFORTABLE SILENCE", Short Film diretto da Gabriele Altobelli, Official Entry at the 2013 SOHO International Film Festival of New York City. ENJOY! " Uno dei pochi in Italia che vede una luce, ma intensa, in fondo al tunnel... e non è un treno che venga contro, ma un successo sempre più a portata di mano!!

mercoledì 20 febbraio 2013

RESPINTA al mittente.... ver go gna ti!!

La mattina, questa mattina, è cominciata proprio male, con l'apertura della cassetta delle lettere dove ho trovato una missiva gretta di cui avevo si, sentito parlare, ma che ritenevo solo destinata ad altri e non a me. Una volta apertala, ed iniziatene la lettura, mi sono sentito, ancor di più di quello che già non sia, UMILIATO ed OFFESO da questo personaggio che emana dai suoi pori, solo supponenza, arroganza, falsità. Una lettera in cui mi si promette un qualche cosa che non potrà mai mantenere, non solo per i problemi politici ed elettorali, bensì semplicemente perché io non ho pagato l'IMU non essendo proprietario di alcun appartamento. Quindi non ho assolto a questa incombenza non certo perché sono un rivoluzionario (lo vorrei tanto essere se solo ancora l'età me lo permettesse!!), ma perché semplicemente sono in affitto e quindi esente. Vale a dire sono diverso da come è lui, cioè un pensionato sfigato, un incapace, un fallito, che nella sua vita di 40 anni lavorativi, non è riuscito a costruirsi un tetto sopra la sua testa. Insomma, ma lui non può capire, una persona onesta.  Questo figlio di buona donna, invece, si permette di ricordarmelo nel modo più infame di cui è capace. Mi rimborsa, mi dice, ma che cosa ? Stupido, Incapace o Bugiardo. Che in questo caso specifico, scelga la sua giusta qualifica .
Ed allora che di spada ferisce di spada perisce...!! Mi si permetta di calarmi nelle vesti del buffone di corte anche a me, non certo provvisto delle sue insuperabili capacità divinatorie.
Totò detta la lettera a Peppino
Allora ci ho ripensato, l'ho riletta questa volta tutta, e colpito da un ricordo, una parentesi felice della mia vita adolescenziale,  ho fatto una ricerca su Internet e sono riuscito a trovare il testo della famosa lettera che Totò dettava a Peppino De Filippo nel film " Totò Peppino e la Malafemmina".
Uno dei passi più esilaranti della lettera credo che fosse questo "...  scusate se sono poche,  ma settecentomila lire, punto e virgola, noi, noi ci fanno specie che quest'anno, una parola, quest'anno c'è stato una grande moria delle vacche, come voi ben sapete! Punto! Due punti!! Ma si, fai vedere che abbondiamo. Abbondandis in abbondandum. Questa moneta servono, questa moneta servono, questa moneta servono che voi vi consolate..." ed ancora :"... Salutandovi indistintamente... salutandovi indistintamente... sbrigati!!! Salutandovi indistintamente, i fratelli Caponi che siamo noi...apri una parente e dici che siamo noi, i fratelli Caponi."
La lettera dettata, suppongo che portasse la stessa data di quella dell' uscita del film, il 1956, come pure immagino  che mai gli interpreti di tale parodia, potessero ipotizzare allora, che qualcuno, 57 anni dopo, a corto di battute ( ha consumato tutte le stron...te in dotazione), rubasse quelle loro. Attuale come non mai l'accenno alla "grande moria delle vacche", nè magre e nè sacre, bensì tutt'altro. Che il duo composto dai validi comici, fosse anche veggente??
Chi poteva fare simile furto d'idea, se non un saltimbanco da strapazzo, quale il persona"cc"io (l'errore è voluto!) in questione. Un nano che si crede gigante, un guitto che si crede artista della battuta, un volgarotto che si ritiene un "elegante" gentleman. La sua è una invidia insaziabile, infatti gli sarebbe piaciuto avere le qualità del mitico Avvocato Agnelli, neppure lui uno stinco di santo, ma un "vero elegante" in fatto di cultura,portamento, ironia  !! Il nostro uomo (si fa per dire!!) è stato partorito come un aborto, con l'aggravante di essere riuscito anche male. Uscito dal grembo evidentemente ha preso freddo e come le pizze che lievitano si è raggelato e la sua crescita si è interrotta. Furbo, quello si, un'amicizia sola, ma buona (quella di Craxi),  cinico, crudele, duro, senza cuore, spietato con i suoi avversari e con i suoi stessi fedeli leccapiedi, cultore del  "fine giustifica i mezzi". Ed anche in questo caso si è appropriato del metodo di scrivere una lettera che secondo lui avrebbe dovuto essere seria e che invece non è risultata neppure comica. Infatti è riuscito solo a farla risultare ridicola (come ridicolo è chi la firma!) e quando poi scrive :"L'Amministrazione finanziaria Le invierà una lettera firmata dal nuovo Ministro dell'Economia e dello Sviluppo (cioè dal sottoscritto!)..." anche penosa.
Troisi detta la lettera a Benigni
In fatto di lettere scritte da comici di valore, avrebbe dovuto leggere anche quella di due valenti artisti come Troisi e Benigni nel loro film del 1984 "Non ci resta che piangere" . Anche loro, già il titolo che la dice lunga, che fossero già dei veggenti ??
E questo "matrone" da strapazzo, gestore di "piccole case Eleganti" vorrebbe darci a bere, facendoci credere che lui  è un valido economista, un politico eccelso, il miglior  statista degli ultimi 150 di storia del nostro paese, l'industriale self-man, il costruttore edile più abile della nostra penisola e non solo, il re delle televisioni private... e chissà quanti altri record gli si potrebbero assegnare.
Io potrei aggiungerne altri titoli, ma sono certo che cadrei nell'ovvio del populismo.
Gli unici titoli comunque che non potrebbero essergli assegnati assolutamente, sono sicuro, potrebbero essere quelli della rispettabilità, della credibilità, dell'onestà e della sincerità. 

Franco Giannini

venerdì 15 febbraio 2013

Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta n° 20: Ermanno Tarli

...l' "ET" della tavolozza colori, nonchè uno dei componenti del gruppo "Lumache Rumorose"

Siamo seduti al solito tavolo del bar, che mi sono permesso di battezzare “degli Artisti”, divenuto un po’ come il luogo di ritrovo, il confessionale di quanti, per bontà loro, si rendono disponibili a raccontarmi le storie dei successi, le lotte combattute o le fortune che hanno incontrato per arrivare a superare quei traguardi che si erano prefissati.

Faccio partire, anche questa volta, il registratore e, detto il nome del personaggio di turno che ho di fronte: “Ermanno Tarli“, è subito lui a proseguire con “…nato a Senigallia uno, undici, cinquanta…” e a incalzare, con un tono di voce superiore, una nota: “…Autodidatta…” e giù una fragorosa risata! Viso, capelli e barba più che da pittore bohèmienne, da pescatore, da nostromo, da personaggio di Jules Verne.
Un uomo dal viso gioviale ed aperto, che conclusa la risata, riparte in maniera più seria, più professionale, con speditezza e senza necessità alcuna di pungulature: “… Io dipingo da quando avevo dodici anni e c’è un motivo – racconta – perché mio nonno, che si chiamava Tommaso Tarli, era un pittore dei primi del ’900. Ricordo che io andavo sempre nel suo studio a “dilettarmi”. O meglio ancora sarebbe dire, avevo due nonni. Uno era appassionato di motori, l’altro era appassionato… non appassionato, era proprio un pittore importante, un impressionista. E così sono stato praticamente influenzato sia dall’aspetto artistico che da quello motoristico. E questa mostra è nata proprio da un’amalgama di colori e motori, insomma la molla giusta che ha fatto scattare il tutto“.
Attilio Ruggeri, amico e mecenate
Attilio Ruggeri
Allora lo interrompo per chiedere dove sia stata allestita questa mostra.
Ermanno mi dà subito le coordinate: “Si, la mostra è stata allestita da Attilio, un caro amico, che l’ha ospitata nei locali del suo Caffè “La via Granda” sito in via Pisacane al civico 43. Ha aperto i battenti il 17 di Dicembre ripromettendosi di chiuderli per fine febbraio.
La registrazione, ovviamente continua, io però mi permetto di fermarla qui virtualmente, teatralmente, temporaneamente, tutto però per esigenze tecniche onde permettermi di fare un sopralluogo necessario alla mostra. Questo si successivo, ma reale, perché devo confessare con tutta onestà che non conoscevo assolutamente nulla sullo stile e le opere di Ermanno Tarli.
Entrato che sono allora nel bar, mi presento ad Attilio Ruggeri, il proprietario dell’esercizio, nonché “amico e mecenate” di Ermanno. Due personaggi, due amici ed entrambi con profili d’interessi bifronti come quelli del dio Giano: Arte da una parte e Motori dall’altra.
Attilio, appena lo informo del motivo per il quale sono lì, mostra tutta la sua felicità nel vedere l’interessamento verso le opere di Ermanno, ma credo anche per avere la possibilità di potermi sottoporre, con altrettanto orgoglio, le foto dei “bolidi” che hanno ispirato molti dei quadri presentati nei locali e la storia avventurosa-sportiva della loro immutata gioventù a cavalcioni su quelle lucenti “Lumache Rumorose” senza età come i loro centauri “Lumaconi”.
Sul bancone non manca neppure il libro delle dediche, su cui vengo invitato a mettere un pensiero, e poi il grosso tomo di foto di cui parlavo con riportate tante scorrerie, tanti visi – conosciuti e non – che Attilio mi suggerisce di sfogliare prima di cominciare la panoramica sulle opere esposte. Faccio mio il suo consiglio, assolvo entrambi i compiti e poi, immerso nel silenzioso “brontolio immaginato” dei motori, concretamente passo all’”esperienza visiva” dei dipinti.
Quadro, dipinto di Ermanno TarliQuadro, dipinto di Ermanno TarliQuadro, dipinto di Ermanno Tarli
Si dice, o meglio lo dicono gli esperti, che per analizzare un quadro si dovrebbero considerare alcuni argomenti fondamentali: il soggetto, il colore, lo spazio, il tono, la composizione e la tecnica. Ma questo, appunto, lo dicono gli esperti, i critici: io che esperto non lo sono mai stato, mi lascio guidare più semplicemente da quella sensazione a pelle che si riceve al primo immediato impatto con l’opera che ti sta di fronte.
Nei lavori presenti trovo le maschere, i giochi, le marionette, i marinaretti, le donnine, il tutto che nuota sempre nel verde della natura, tra i bianchi che raramente mancano e nelle gioie che le tonalità rosse mettono in evidenza e ti fanno assaporare. Tutte sensazioni che mi riportano a felici tempi dell’infanzia, rievocate da un pennello “evergreen” come appunto quello di Tarli, che nei motori e nei colori ritrova oltre tutto la libertà di dire e dipingere, azzardo dire… ciò che vuole e come lo vuole. Nei suoi tratti si può trovare un accenno di surrealismo, una puntina quanto basta (almeno su qualche opera) di astrattismo, e non manca qualche influenza naifiana, ma tutto riveduto come da manuale del Tarli.
Mi è sembrato di vedere nelle sue tele, anche lo zampino di Botero con i suoi nudi “abbondanti”, ma anche le linee essenziali di edifici fantastici suggeriti dalle torri babeliche di Bruegel. Sensazioni mie però, che durano solo per una frazione di secondo, perché poi ti accorgi che tutto è rielaborato secondo le particolari e personali visioni moderne di Tarli.
Terminato il percorso, mi sono ritrovato, dimenticandomi degli anni e del peso corporeo, come se fossi un eterno ragazzino spensierato che scende dalla giostra della vita di tutti i giorni, circondato da irreali, chiassosi, avventurosi, fantastici amici di viaggio di un’infanzia destinata a non terminare mai, tra una musica carnascialesca ed i scoppiettanti motori delle “vecchie signore”, le tute nere ed il profumo della “miscela” che riconducono l’osservatore a spazi aperti, al vento in faccia, alla sensazione di volare liberi. Ed infatti ritengo che Ermanno sia un pittore, uno scultore, ma principalmente ed in primis, un uomo ed un artista amante della libertà nel senso più ampio del vocabolo, che trasporta questa sua assoluta ed impellente necessità sulle sue tele e sulle sue sculture lillipuziane.
Ma ecco il bello, o meglio l’utilità della tecnologia… basta premere sul tastino virtuale del registratore che avevo interrotto ed ecco che questo ritorna a girare dal punto in cui lo avevamo stoppato, nel momento in cui si parlava delle origini. Al che mi fa: “…origini… in che senso?”. Gli spiego allora: “Nel senso di come “scopre” la sua pittura“. Mi guarda, gira l’accendino tra le mani, con una mal celata astinenza da fumo, percepibile dai suoi gesti nervosi e che iniziano a farsi sentire e spiega: “Quella è una passione… io ci sono nato… prendi il pennello e ti trovi lì a cominciare…“.
A questo punto della conversazione subentra anche Raffaele, presente, ma fino a questo momento chiuso in un quasi religioso quanto estasiato silenzio ad ascoltare le parole del fratello Ermanno: “Io mi ricordo che quando ero piccolo vedevo lui che faceva i quadri nello sgabuzzino di nonna e già faceva delle cose grandiose per l’età – e rivolgendosi al fratello – Ti ricordi quando disegnavi i cavalli?“. Una pausa riflessiva e poi di nuovo Ermanno riprende con un’autodefinizione: “Io sono un pittore ludico, dipingo ad olio soggetti di natura ludica. Tutte riminiscenze di fantasia quelle che illustro, fantasie legate ai ricordi, e tutte con un aspetto ironico“.
Quadro, dipinto di Ermanno TarliQuadro, dipinto di Ermanno TarliQuadro, dipinto di Ermanno Tarli
Chiedo allora quale sia la spiegazione, la motivazione del fatto che abbia prediletto questi soggetti rispetto ad altri: “Non necessariamente i quadri hanno una spiegazione. Ne possono avere magari cento ed io invece ne posso dare una sola, la mia, mentre altri possono vederci più cose, che io non mi sono mai sognato di voler dire… Ma vi siete mai chiesti perché uno compera un quadro? Semplicemente perché uno acquista qualche cosa che gli assomiglia. E’ come se qualcuno comperasse un pezzo di se stesso. Sicuramente è così, perché non può essere diversamente. Ti sei chiesto mai perché tra due oggetti preferisci questo anziché quest’altro? Per un motivo semplicissimo, questo mi assomiglia, nelle forme, nel colore…insomma ci vedo qualche cosa di particolare che mi piace. Hai quella che si chiama attrazione, che ti fa dire che ti piace e magari non sai e non ti rendi conto neppure del perché… perché dentro c’è qualche cosa che ti assomiglia e che te lo fa diventare tuo. La stessa cosa è per un pittore, che dipinge quello che sente e che vede vicino a sé in quel momento, libero di farlo come vuole, senza legami obbligati. Ed allora ritornando al concetto di pittore; noi dobbiamo fare arte per noi stessi per il solo gusto di fare, con lo scopo, anche, di divulgare, perché la gente deve vedere, fare suo quanto vede, promovendo la discussione, l’apprezzamento ed anche, perché no, la critica. E’ così che nasce il concetto di cultura“.
Ho veduto che oltre all’arte della pittura, non disdegna cimentarsi anche in quella della scultura!“: “Diciamo di si – mi risponde -, faccio delle cosette con materiali poveri” e mentre dice questo, inventaria con le mani il contenuto delle tasche, cercando il pacchetto di sigarette, che come dice, per lui “è troppo importante!”. Alla fine le trova, il viso si rischiara rassicurato, mi chiede il permesso di uscire per fare una “tirata” e mi consegna la copia di una recensione sulla mostra “Lumache Rumorose” che gli ha fatto un suo altrettanto celebre amico Maurizio Liverani. Un altro famoso personaggio senigalliese, scrittore, registra, giornalista e critico cinematografico. E mi fa: “Legga, legga, poi mi dice che cosa ne pensa!“.
Il contenuto che vado a leggere è un elogio al mezzo, la moto, che esalta le virtù dell’uomo Ermanno. La sua arte, i suoi motori sono espressioni di gioia di vivere, allegria fanciullesca, ironia adulta, tutto miscelato, amalgamato e trasportato sulle ali della sua libertà che solo la velocità gli garantisce. In questa frase di Liverani, che qui riporto, vedo racchiuso il contenuto di tutta la mostra: “…La moto coincide con il desiderio di uscire da se stessi; la velocità svuota la mente da ogni angustia e ti fa sentire per un attimo immortale. Ermanno Tarli è un artista eclettico ed eccentrico; non si adegua ai canoni prevalenti. E’ un uomo libero, in senso universale. Personaggi della sua qualità umana sono rari…“.
Quadro, dipinto di Ermanno TarliQuadro, dipinto di Ermanno TarliQuadro, dipinto di Ermanno Tarli
Eccolo che ritorna sfregandosi le mani, soddisfatto, trascinandosi dietro l’aroma del tabacco appena aspirato ed un po’ infreddolito: “Avrà letto come sono fissato – mi fa – con le motociclette e da come mi descrive Liverani lo si capisce bene. Eh?? Quello che mi piace è la meraviglia e la pittura è meraviglia. Io prendo una tela bianca e comincio. Senza pensare a quello che devo metterci su! Faccio una riga, una sola riga e da lì costruisco tutto. Ed è come per effetto di una magia che nasce qualche cosa che non avevo assolutamente progettato prima. Tu devi lavorare con i colori, che devono “cantare” tra loro, facendo attenzione che non ce ne sia qualcuno di questi che stoni compromettendo il lavoro del “coro”. Poi ci sono da controllare le masse e devi far attenzione che siano tutte equilibrate e così di passo in passo, quando hai finito ti accorgi di aver tirato fuori anche l’anima! Ed a volte, passato un po’ di tempo, rivedendo l’opera, magari ti ritrovi a dire piacevolmente, dentro di te, ‘ma questo l’ho fatto io?’ non perché sia un capolavoro, ma perché ti aggrada. E il momento è irripetibile e sta anche a significare che cresci; anche se non toglie che ad ogni tela bianca ti ritrovi come la prima volta, anche se poi interviene ad aiutarti l’esperienza che hai maturato con gli anni“.
La chiacchierata non si ferma qui, passa ad altri argomenti interessanti, che porterebbero però fuori tema. Ecco che allora mi fa piacere ed mi è utile per la chiusura di questo racconto, ricordare che quella di Tarli è un’esperienza maturata in cinquant’anni di lavoro artistico: un’esperienza che è possibile ammirare fino alla fine di febbraio da Attilio Ruggeri in Via Pisacane 43, fintanto che non si deciderà di “ammainare” le tele… ma chissà, mai dire mai, visto che non si prosegua ancora per qualche tempo oltre la data prefissata di fine febbraio.

Allegati

Guarda il VIDEO di Ermanno Tarli sulle Lumache Rumorose

Franco Giannini
Pubblicato Giovedì 14 febbraio, 2013 su Senigallia Notizie.it 
Questi i Commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it

Franco Giannini
2013-02-14 09:34:25
Grave dimenticanza la mia : Le foto non sono mie, ma di "un certo" Francesco Buontempi, in arte "Bont", a cui va il mio Grazie!
Dario Petrolati
2013-02-14 09:43:42
bellissimo Franco non commovente ma originale scritto con garbo cervello e cuore Non sapevo nulla di quanto sopra sei stato davvero bravo e sensibile nel dire tutto. Grazie amico mio....:-) dario.
Federica
2013-02-14 10:23:24
Bellissimi i dipinti, densi di avvicendamenti. Nei prossimi giorno vedrò di trovare un attimo per visitare la mostra.

giovedì 14 febbraio 2013

Ieri, martedì 12, coriandoli per il Corso...

... mercoledì 13, in Consiglio Comunale.

Una sfilata anche questa di breve durata. E considerato il periodo carnevalesco, i contenuti sono stati "leggeri" e lo "spettacolo" poco dispendioso. Dicevo poco dispendioso, considerando che il collegamento streaming video (che non rientra certo nelle innumerevoli "Eccellenze" di Senigallia) non funzionava (non è del resto la prima volta!) e diverse erano le assenze. Tra i tanti tagli quindi, anche quello di questo servizio, che malgrado la mia segnalazione fatta in anticipo, quindi per tempo, ad un Consigliere Comunale presente in aula, perchè si facesse promotore per farlo riattivare, il mio "May Day" è caduto nel vuoto. Allora, sono corso immediatamente ai ripari accendendo Radio Duomo 95.3 con la speranza che almeno questa funzionasse. Infatti alle ore 16.44 quello che si poteva ascoltare era il Radio-Giornale, perché la seduta, oramai è una prassi divenuta regola, non  inizia mai con meno di 20 minuti di ritardo.
Ecco però che il comunicato si interrompe ad un tratto (che onore!!) per collegarsi non con la Sala Stampa del Vaticano, bensì con l'Aula Consiliare.
Si apre il collegamento con il consueto appello che sta facendo il Presidente Monachesi, seguito dalle giustificazioni degli assenti e l'avviso che in questa seduta, alle interrogazioni ed interpellanze sarà riservato, come da tanto auspicavo, maggior tempo rispetto ai 60  minuti tradizionali, come precedentemente concordato con i vari Capi-Gruppo.

La prima interrogazione è quella posta dal Consigliere Paradisi, QUI IL TESTO  , che viene riassunta e rivolta all'Assessore al Bilancio Paci, vista l'assenza del Sindaco Mangialardi e che verte sulle spese legali che il Comune paga per consulenze esterne.
Interviene la Paci, ma dice che considerato il tenore dell'interrogazione e alcune esternazioni fatte nei confronti del Sindaco, lei può rispondere solo nella misura che le compete. Per il resto dovrà rispondere il Sindaco.
Per la Paci le indennità che percepiscono gli assessori sono indennità modeste e quindi devono essere considerati come dei volontari, degli esempi virtuosi rispetto a tanti altri casi oggi sotto gli occhi di tutti. Ritiene che per quello e per come si spende con oculatezza in queste città  non ci siano sprechi  di nessun tipo di vista. Per quanto riguarda le spese legali rappresentano una quota importante, ma sono professionisti specializzati nelle singole questioni. Per la trasperenza al fine di reclutamento, crede che si può  migliorare, ma ritiene che importante è soprattutto la competenza e non solo il confrontare i preventivi che vengono richiesti e poi in sede di giunta valutati rispetto ogni singola causa.
Paradisi ribatte che non ha ricevuto una sola risposta a tutte le domande da lui formulate. Chi decide sulla capacità, sulla professionalità ? Chiede allora che gli vengano mandati tutti i preventivi che si afferma essere stati richiesti e che sono giunti all'Amministrazione. Ed infine sulla trasparenza,  chiede quali siano i criteri usati per la scelta di questi avvocati. Chiede anche il perché siano stati scelti solo e sempre quelli. E non dimentica di sottolineare come gli stipendi degli Assessori non è vero che siano di importi da "volontari" dal momento che qualcuno prende emolumenti superiori a quelli del reddito da lavoro denunciato.

Cicconi Massi con la sua interrogazione ripiega anche lui, vista l'assenza del Sindaco,  rivolgendosi alla Paci. Interroga infatti l'assessore circa una determina dirigenziale uscita recentemente. Nella quale si fa una rendicontazione del convegno sport e turismo del 6 maggio 2011 alla Rotonda. E si chiede, ma nel 2011 non avevamo ristrettezze viste le spese sostenute ammontanti a € 16.876 ed elenca le varie che riporto: Affissione manifesti 1350 €, servizio foto e video 360 €, allestimento fiori e piante 429 €, trasmissione televisiva 1716 €,  albergo camere e colazione  465 €, ristorante 4.980 , n° 10 cornici in argento 576 €, manifesti inviti depliants pannello 2472 €, trasporto dott Pancalli (il relatore principale) 132 €, compenso relatore 1200 €, shoppers 552 €, spedizione affrancatura inviti 144 €, progetto comunicazione 2000 €. Il comune non ne mette 16000, ma solo 10000 €. Nessuno, si pensa, avrà più memoria di questo convegno!! "...Credo che sia un cattivo esempio di spesa pubblica...". Si chiede Cicconi Massi se si tratti di Rendicontazione che non sia stata fatta bene oppure che ci sia qualche cosa che non abbia funzionato.
Di nuovo la Paci, che dice di non ricordare, ed è comprensibile, il fatto dettagliatamente e che quindi promette che sarà sua cura informarsi, esaminare e poi far giungere un debito riscontro scritto al Consigliere.
Cicconi Massi, si dice di voler sperare che siano intervenute delle sponsorizzazioni esterne, anche se si chiede il perché tutto sia venuto fuori solo ora, e che comunque non si attendeva da parte dell' assessore logicamente una risposta immediata, visto che si parla del 2011, ma che attenderà senz'altro la risposta scritta. 

Cameruccio si rivolge anche lui alla Paci (evidentemente è la sua giornata!) ritornando ancora a parlare in fatto di contenzioso comunale. "Si sta raschiando il fondo nei confronti dei contribuenti -  dice -, ma poi c'è la risposta del cittadino vessato. E fa riferimento ad un caso di un cittadino in lite con il Comune riguardo alla Tarsu e ricorso alla Giustizia. Caso già a suo tempo proposto in altro Consiglio Comunale e la cui Udienza è prevista in Aprile.
Paci replica che circa il contenzioso tributario gli avvisi di accertamento si svolgono prima con confronti amichevoli e solo quando questo non da frutti, allora si ricorre al giudizio. I ricorsi comunque malgrado quello che si pensa, sono appena l' 1% sugli accertamenti. Quindi non si vede una vessazione nei confronti del cittadino da parte del Comune.
Cameruccio, si dice assolutamente non soddisfatto della risposta, perché l'esempio riportato sta proprio a significare che questi cittadini hanno trovato non un dialogo ma un muro di cemento.

Allegrezza la sua interrogazione è rivolta a Schiavoni assente, ed allora ecco che va bene anche la Paci, si fa presente che la scuola materna Pascoli è senza materiale didattico e senza sedie. I genitori si sono auto tassati per avere questo materiale. Mi rendo conto del momento ma credo che queste spese siano irrisorie e che si provveda almeno per il secondo semestre.
Paci, dice di prendere nota di questa segnalazione e che si farà carico di parlarne con l'Assessore Schiavoni, fiduciosa di poter giungere ad una conclusione positiva.

Girolametti, invece, ritorna sulla situazione critica venutasi a creare negli ultimi mesi con l'accoglienza riservata ai Rifugiati ospitati presso l'Albergo Lory rivolgendo la sua interrogazione all'assessore Volpini. Sostiene che è vero che questa accoglienza poteva essere fatta in modo migliore dai soggetti predisposti quale Regione Marche e Prefettura. Dal 28 febbraio potremmo avere nel nostro territorio comunale una situazione a rischio di ordine pubblico, perchè si potrebbero  avere, per quel periodo, una trentina di persone in mezzo alla strada. Il Sindaco doveva farsene parte attiva per un progetto lavorativo per quei soggetti che chiedessero la residenza e decidessero di rimanere nella nostra cittadina.
Volpini, telegraficamente come suo solito, conferma come da impegni presi si abbiamo incontri settimanali in prefettura per quanto riguarda i permessi. Rimanda quindi, vista la complessità tecnica della risposta e visti i tempi concessi dal Consiglio, a dare tutte le spiegazioni necessarie, alla prossima commissione convocata per la prossima settimana.
Girolametti, a questo punto, accoglie la proposta che giudica intelligente, di sviluppare la risposta in Commissione.

Rebecchini si rivolge a Ceresoni. Consueto è oramai il confronto-scontro tra i due tecnici-titani dell'Urbanistica senigalliese, un po' come due galli in un pollaio, pieni di (apprezzabile) passione non tanto per le "galline", quanto per il "pollaio" in cui noi tutti viviamo. A volte, trasportati dalla passione vanno anche fuori delle righe, ma è sempre piacevole ed interessante ascoltarli. "La nostra spiaggia di velluto rischia di diventare una spiaggia senza sole nelle ore pomeridiane", esordisce Rebecchini. Secondo una proposta della Giunta molti alberghi sono destinati a crescere in altezza, fino ad 8 piani, (e porta l'esempio del SenBHotel è poco più di 24,5 metri, i Duchi della Rovere 16, 40, Terrazza Marconi 14 metri e quindi potrebbe crescere ancora di 3 o 4 piani) creando un cono d'ombra che nel pomeriggio potrebbe rendere la spiaggia senza sole. Asserisce infatti che se dovesse andare in porto la proposta della giunta si avrebbe una devastazione del paesaggio, perché l'altezza degli alberghi potrebbe toccare i 26 metri di altezza.  Rebecchini sottolinea come attualmente il nostro è un lungomare a misura d'uomo, è un lungomare da dove è possibile ammirare anche la bellezza delle colline retrostanti, è un lungomare dove gli alberghi non creano una barriera con il centro. Ma dopo? La proposta va modificata!
Ceresoni introduce la sua risposta, rispolvera le frasi celebri, contestatarie di cui l'Opposizione si riempì la bocca a suo tempo. Questo a partire fin  dal 16 giugno 2004 quanto contestava a come sarebbe divenuto centro storico (il centro antico diventerà un deserto)  Giugno 2011 o sul piano degli arenili (il cemento ci affogherà) Autunno 2008 se passerà il Piano Cervellati Senigallia verrà definitivamente affondata e così via. Oggi siamo di nuovo ad un nuovo "al lupo al lupo" la retorica dello scandalo. La variante è una variante che riduce notevolmente il carico urbanistico della nostra città, si toccano temi come quello di Via Cellini, dove il carico urbanistico è stato ridotto di un terzo che mette in cantiere 89 unità edilizie in una prima trance di piano comunale. Questo perchè non si governa con la paura, ma si governa con la conoscenza, con l'approfondimento, il dibattito, il dialogo del confronto. Perché se è vero che sono state bloccate le costruzioni di  mini appartamenti, ma è anche vera la previsione mondiale che valuta che i turisti passeranno nel giro di un decennio da un milione a due milioni, è anche vero che dovrà vedere Senigallia preparata e pronta a candidarsi per quel momento. Investire sugli alberghi è anche investire sull'immagine di Senigallia.
Rebecchini replica che non c'è Vas (Valutazione Ambientale Strategica) che tenga. Alcuni mesi fa si è deciso di portare il pubblico (l'Hotel Marche) a 18 mt  e gli altri Hotel, con il Vas a 26 metri. E si chiede qual'è che sia il principio o il giovamento che ha indotto la Giunta a questa scelta? Si chiede "Dovete favorire qualcuno? Che non so vi ha finanziato la campagna elettorale, mi viene da pensare questo, ma sicuramente non è così!.."
Ceresoni, vuole ribattere ancora, interviene Monachesi che gli fa notare che ciò non è possibile perché il regolamento non lo permette, ma poi dietro insistenza di Ceresoni concede una brevissima replica visto lo stato d'animo e che si è sentito offeso.
Ceresoni, presa la parola, si dichiara di sentirsi offeso, come anche il Presidente e tutti i presenti, perché le parole gravi di Rebecchini ha sollevato il dubbio che si possa essere favorito qualcuno che abbia magari "sovvenzionato" la campagna elettorale. Non si deve permettere di dire queste cose lesive della Giunta e dei Consiglieri Comunali, e se ha dei nomi cognomi e fatti li invita a dirli, perché poi a portarli in procura penserà lui stesso.

Mancini interviene invece con la sua interrogazione, sul problema inquinamento atmosferico e limitazione del traffico. Ricorda come ancora non risulti pronto il link comunale promesso a suo tempo che sarebbe stato utile per individuare immediatamente i livelli comunali del valore dell'aria. A quale specie appartengono le nostre PM10? Allora chiede quali sono state le iniziative del Comune, dal momento che funziona la centralina se su 12 mesi 5 non funziona. Mancanza di funzionamento e quindi mancanza di informazione. Si chiede su che basi è stata  messa l'ordinanza sul blocco del traffico mancando i dati basilari della centralina!
Il Presidente Monachesi interviene a questo punto per richiamare all'ordine i presenti per un'osservanza dei tempi d'intervento, visto il comportamento "superficiale" (meglio sarebbe dire menefreghistico) di alcuni degli intervenuti alle discussioni. E si permette educatamente di dire che chiuderà il microfono se non saranno rispettate le tempistiche. Uomini avvisati..se lo facesse uno della strada si direbbe "ineducato" ma trattandosi di personaggi politici diciamo che sono solo "appassionati" !!!
Campanile gli replica con un tono di voce che non gli appartiene. Strano, ma per una volta al bravo ragazzo sembra gli abbiano pestato pesantemente gli "attributi". La sua alterazione la si nota di già dalla sua introduzione alla discussione, quando spiega scusandosi, il perché del ritardo, dovuto alla legge, che ora regola i permessi lavorativi per seguire i Consigli, che non vengono più dati, dal datore di lavoro, in giornate, bensì solo ad ore. Poi sempre "accalorato" spiega  brevemente come "...un anno fa presentaste alla Giunta un OdG che impegnava alla Giunta di analizzare, verificare ecc, siamo andati in commissione consiliare con sette sedute promuovendo audizioni con la Regione, audizioni con la Provincia, audizioni con il Comune, con l' Arpa e dopo queste audizioni sembra che il gruppo abbia capito che rispetto a questo tema non aveva capito nulla, che questo era un tema di Area Vasta e non era un tema della Curva della Penna che non era un problema veicolare... ma di leggi che erano europee e non leggi del Comune di Senigalliale. Che si parla di area vasta... i venti vengono dalla Russia, le P10 arrivano da Milano...ve la dovete far finita di fare terrorismo nella nostra città, ve la dovete finire su questi temi....ve la dovete finire con queste castronate... e questo ve lo hanno detto i tecnici... e non del politico assessore Campanile animato da passione civile. Le centraline sono state ridotte perché forse non serviranno neppure più... ecco perché non funzionano, lo volete capire oppure no?!"
E poi si rivolge a Cicconi Massi, sempre con tono acceso, per quanto detto sul convegno sul turismo e sport e sulle spese di ristorante. Dice che forse al convegno mancava solo "Cicconi Massi, lui solo mancava ma la Rotonda era piena e le spese non sono state sostenute dal Comune di Senigallia, ma da parteners e noi ci siamo messi solo a disposizione.!"
Mancini definisce"replica paesana" fuori luogo. "Il tono della voce non fa argomento, non giustifica, poca la sostanza fa molta fufa e poco altro". Resta il fatto che per Mancini, tutto il Consiglio, in quel momento, non aveva mai approfondito sulla base della legislazione europea e regionale e base di crescita per tutti dopodiché i termini non avevano più luogo e di conseguenza la mozione è stata ritirata. Io penso che la qualità della vita della salute fa capo al Sindaco o all'Amministrazione e la centralina non funziona, l'Amministrazione si deve far carico perché non funziona e deve farla funzionare. E neppure il link è stato  fatto ed in questo non è stata data risposta.

Cicconi Massi vuole intervenire per rispondere per fatto personale a Campanile, cosa che non è possibile, ma indica che a Ceresoni è stato concesso. Ed allora Monachesi vedendo che non si riescono a calmare gli animi, sospende la seduta e convoca i Capi Gruppo.
Non credo che siano stati tanti coloro che hanno seguito i lavori, ma certo che forse è comprensibile le motivazioni per le quali lo Streaming video sia spesso fuori uso. Un velo pietoso va steso su comportamenti che nulla hanno a che vedere con la serietà del luogo. Ma del resto nelle Aule Nazionali non è che si veda di meglio. Solo che gli esempi le persone sagge, le dovrebbero apprendere dalle positività e non dai comportamenti negativi.

Rimini chiede informazioni in merito al tratto nord della complanare, e si rivoge a Ceresoni, che è in fase di completamento e sono in atto le ultime verifiche e chiedere all'Amministrazione come intende prendere in carico anche per quanto riguarda la sua manutenzione in vista anche di un taglio, nel 2013 di un 41% delle competenze comunali per quanto riguarda la manutenzione, quali sono le strategie per far divenire la strada di competenza a livello provinciale, o se a livello comunale ed allora come si intende affrontare questa situazione ed i tempi.
Ceresoni replica dicendo che l'apertura potrebbe rientrare nel primo semestre del 2013, anche se i benefici si potranno vedere dopo l'apertura del tratto sud. Per il tema della manutenzione invece il Sindaco sta lavorando perchè ANAS o altri enti competenti possano farsi carico di manutenere l'opera in modo tale che al Comune arrivi il beneficio di mobilità e quanti meno oneri possibili in termine di manutenzione. Nodo che ancora non è stato ancora risolto.

Da questo momento solo punturine indolori:
Bucari per la potatura dei pioppi. Alberature di importanza che rilasciano la coltre bianca di pioppini che rende impraticabile il giardino della scuola Rodari. Consapevole dei tagli al verde pubblico chiedo se è possibile anche questa priorità di cui mi faccio portavoce.
Memè. La potatura segue una procedura di programmazione prestabilita. Si vedrà se è in programmazione per quest'anno dopo una previa verifica economica.

Pergolesi verso l'assessore alla città sostenibile. Il tema è quello dei rifiuti. Sanzioni di circa 20.000 € alla ditta Aimeri e non possono essere che restituite secondo un certa modalità, Chiedo di impiegarli in minima parte anche per aumentare i cestini  con un operatore impiegato a smistare i rifiuti operando il riciclo, operando recuperi ecologici nonché economici.
Campanile Proposta e contributo suggerito che abbiamo già valutato e preso in considerazione.

Angeletti: la sua interrogazione  nasce da segnalazioni dei residenti di Marzocca e Montignano e riguardano la pulizia e l'ordine anche delle frazioni. Rami che coprono la segnaletica provocando anche difficoltà al transito
Memè: si recepisce e si farà valutare le vie menzionate provvedendo al caso

Gregorini : richiesta di verifica di una criticità alle scuole della Cesanella fatta da alcune mamme. Finestre che non chiudono perfettamente e quando piove entra l'acqua e non si riesce a mantenere il caldo nelle aule, tanto che i bambini a volte sono costretti a fare lezione con i giubbotti. Fatti le verifiche si chiede che cosa si sia riscontrato e quali e quando si faranno i lavori.
Memè : Dalla verifica è risultato che le infiltrazioni è dovuta alla condensa, per le infiltrazioni dall'esterno ci sarà una nuova sigillazione dei vetri come pure sul tetto.

Sardella si rivolge alla Paci per un problema di natura economico relativo al mantenimento della sede del Giudice di Pace. Dal 28 di Febbraio ci sono 60 gg affinché il Comune interessato al mantenimento del Giudice di Pace faccia domanda. Chiedo quindi che il comune faccia domanda per il mantenimento della sede.
Paci : risponde per quello che è a sua conoscenza e rispetto all'OdG del Consiglio Comunale il Comune si è attivato affinché con altri sindaci del territorio si trovi una soluzione per mantenere questo presidio e far fronte alle spese che ciò comporterà.

Poi fa seguito di alcuni OdG di normale routine
Tanto è vero che visto che quando il Gatto non c'è i topi ballano... e visto che siamo in clima festaiolo carnescialesco, alle ore 20,20 Monachesi ha dato il rompete le righe e giustamente almeno per una volta tutti a casa per la cena.
Visti i continui tagli...anche nei Consigli Comunali, che dire? Arrivederci a Maggio??

Franco Giannini