giovedì 28 febbraio 2019

Si parla sempre di Mala Sanità e mai di Carenze Comportamentali dei Medici...

... invece e perché ?!


Ogni qualvolta mi si para davanti un caso come quello odierno, non so a chi devo ringraziare, perché la mia scelta è invece caduta su quella del mio attuale (da quasi 20 anni) medico di famiglia. Professionalmente è bravo, anzi di più, ma ancor meglio (ed è un'impresa esserlo) a livello umano. Ogni volta che mi si presenta qualche piccolo problema, che conoscendomi sa quale sarà la mia risposta, mi dice sempre :” Franco, io per carattere, consiglio, ma non impongo”. E' un professionista che ha capito che prima ancora delle medicine il paziente ha necessità di qualche cosa d'altro, che non siano farmaci, ma che gli dia la sensazione di sentirsi meglio a prescindere.
Io, per questo, da tempo rifuggo dai quei soliti medici (ce ne sono bravi, ma anche di quelli con la puzza sotto il naso, specie se costoro esercitano la professione privata!) che appena ti vedono messo un "po' male", ti indorano (si fa per dire) la pillola con un :” Ma perché si è rivolto solo ora...”. Come se non lo sapessero!!
Però la storia che vengo a narrare, non tratta dei comportamenti di sanitari privati (che sono gravi perché pago), ma di quello di un medico che esercita la sua professione in ambito pubblico (più grave perché a contatto con i socialmente più "deboli") . Quindi mai dire mai !!
Più che per un dovere di riservatezza, non farò il nome di questo medico, solo e semplicemente perché non lo possiedo. Ma sarebbe facilmente individuabile dal momento che so che si tratta di un uomo e che svolge la sua attività in un pronto soccorso e quale, solo che per pudore nei suoi confronti lo classificherò come uno della nostra provincia. 
Racconto la storia con la speranza che leggendola casualmente, attraverso quello che riporto, si riconosca e riconosca principalmente il suo immorale (per un medico ancor di più) comportamento.
Vado a fare una visita di cortesia con mia moglie a casa di una nostra anziana conoscente con gravissimi problemi di salute: più volte ricoverata in Ospedale, a seguito di una recente ricaduta della malattia del secolo. Radioterapia, di nuovo chemio e quant'altro che gli ha procurato il manifestarsi di un aggravamento dell'asma ed altri malanni. Vive seguita da una badante straniera che parla appena qualche parola d'italiano, i parenti sono distanti e quindi, questa mia conoscente, non appena sente che i problemi stanno uscendo fuori da quelli che sembra siano i binari di una sua “normalità”, ricorre alle cure del PS che chiamerò X.
Quando mi ha raccontato il fatto, la signora, che ci crediate o no, ci piangeva su. Ogni giorno che passa è uno di meno di quei pochi che dovrà ancora soffrire e se mi posso permettere di scriverlo, è perché tanto lei non lo leggerà mai, perché non ha né il PC né tanto meno un telefonino di ultima generazione, bensì solo di quelli usi a fare esclusivamente telefonate. E tra una soffiata di naso e l'asciugarsi delle lacrime, alla domanda un po' scontata di mia moglie del come si sentisse, la signora ha così risposto :” Fisicamente male, ma che vuoi, alla fin fine il dolore impari a gestirlo e condividerlo. Moralmente invece sono già come deceduta, sono un peso per tutti, lo sapevo, ma me lo ha confermato anche il dottore e spero solo che mi resti poco a dare ancora fastidio”.
Al che abbiamo chiesto dei chiarimenti del perché di questa sua esternazione. E da qui la confessione, quasi che la vergogna fosse la sua, riferendoci come nell'ultimo suo recarsi al PS abbia trovato questo medico (per carità sarà anche bravo professionalmente) che a livello umano ha dimostrato di possedere invece lo stesso valore di un calzino bucato, visto che appena l'ha vista entrare, ha esclamato :” Di nuovo qui signora !!!? Quanti anni ha 86 ??? (immagino l'abbia detto guardando le carte di ricovero)” al che lei lo ha corretto con un :” No dottore, me ne da uno di più, ne ho 85” e lui ancora più cafonescamente ha replicato con un .:”... bene, ma anche così, che cosa pretende ?”.
Premetto che quando ha sputato questa sentenza (l'ho chiesto alla signora) non sorrideva (come se avesse scherzato), anzi era, diciamo, arrabbiato.
Non sono un leone della tastiera, per cui sono solito riportare il fatto, per come mi è stato riportato, ma non ad offendere non conoscendo la persona di cui ho parlato.
Spero solo che possa leggere quanto ho riferito e riconoscendosi nel virgolettato, comprenda di averla fatta fuori del vaso e magari quando la signora tornerà a “visitarlo” sempre nella speranza che ritorni, la riceva in modo più gentile, educato, ovvero umano. Forse suggerirle delle scuse sarebbe pretendere troppo, ma voglio sperarci scaricando la colpa di quanto accaduto non alla poca umanità, ma solo al frutto di quello stress in cui lavorano gli operatori di tutti i Pronto Soccorsi italiani che seppur non giustificabili, certi atti possono anche risultare, con un certo sforzo, anche comprensibili.








di Franco Giannini

domenica 24 febbraio 2019

Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta, n° 24 : Oriana Scarponi ...


...un volto di certo conosciuto dagli sportivi o anche semplici frequentatori delle palestre e palazzetti senigagliesi : atleta che personifica la modestia, di certo però né di Senigallia, né quantomeno celebre (...almeno fino a ieri !!).

Ecco che allora i "precisini", gli analizzatori di notizie, seppur non me lo chiederanno, sicuramente però se lo domanderanno, perché allora io abbia scelto questo titolo per il mio racconto, che, preciso subito, tutto sarà meno che un articolo.
In effetti il titolo, in prima lettura, potrebbe sembrare che contenga dei controsensi, ma poi continuandola si converrà con chi scrive, che alla fin fine quanto enunciato potrebbe anche essere considerato veritiero
Ad onor del vero, con questo mio racconto, voglio rendere un omaggio anche a tutte quelle persone anonime Modeste e Caparbie, che riescono a cogliere il frutto, qualunque esso sia, con infiniti sacrifici. Escludendo da costoro però i "falsi modesti" ed i biasimabili "illusi" consapevoli delle loro illusioni, che sovente sono soliti scaricare le colpe dei loro insuccessi, sulle spalle altrui, ma i sulle loro e magari accompagnandole anche dal patetico piangersi addosso.

Oriana Scarponi, non è di certo appartenente a queste due famiglie, come pure non è una senigagliese puro sangue de "machì", perché ha i suoi natali nel "vallao". Nasce infatti in quel di Jesi, da mamma Pasquina, jesina verace e dal papà osimano, nel mese di giugno (attenzione è di conseguenza del segno dei  gemelli!! : gente grintosa, esuberante ed eternamente giovanile) di un anno "senza numero" perché non lo potrei mai rivelare per rispetto della sua privacy e perché per una signora l'età è segreta come l'altra faccia della luna.  
La prima palestra che inizia a frequentare è quella della scuola elementare G. Mestica di Jesi e non perché sente il richiamo del caratteristico "profumo" del sudore di chi si allena, bensì per porre rimedio ad una scoliosi attraverso la ginnastica correttiva che hanno consigliato a mamma Pasquina di far seguire. Ed è qui che incontra fortuitamente una valida allenatrice di Ginnastica Ritmica che ritenendola predisposta naturalmente, l'indirizza verso questo sport. 
Ma erano altri tempi quelli dei nostri genitori, altri tipi di culture, fatto è che la Sig.ra Pasquina, sopporta con pazienza ed in silenzio che Oriana si rafforzi la colonna vertebrale, si raddrizzi le spalle, ma poi a guarigione avvenuta, vedendo non certo di buon occhio l'attività sportiva intrapresa dalla figlia come se si trattasse di tempo perso, senza sentire né si, né ma, la fa smettere.
Ma da giovani si sa, il tempo cura velocemente i dolori. Altri sono gli interessi che prendono il posto della Ginnastica. Incontra quello che sarà poi suo marito costruendo quello che è stato il percorso che abbiamo fatto quasi tutti. Dimentica gli attrezzi della ritmica, si fidanza e si sposa e da questa nuova esperienza famigliare ecco nascere la piccola Vanessa.
la vanessa

Nel frattempo le mentalità genitoriali si sono più emancipate, seppur Oriana non ne ha mai avuto bisogno ed anzi sente la necessità di far prendere quel posto che lei aveva con sofferenza abbandonato, nel mondo della ritmica, alla sua piccola a cui ha dato il nome di una farfalla: infatti nella ritmica se non hai la leggerezza di una farfalla non sei destinata ad andare distante. Sarà un caso fortuito, sarà la sua vecchia passione che fuoriesce da ogni suo poro? Fatto è che con l'iscrizione di Vanessa alla Polisportiva Senigallia il Presidente nella persona del conosciutissimo ed apprezzato Pasqualino Belenchia, gli cuce su misura la carica di presidente del settore Ginnastica Ritmica. 
Nel 2000 incontra la celebre coreografa Natalia Solodova, e con la medesima fonda, essendo la specialità della Ritmica una quasi gemella della Danza Classica, la scuola per future "Etoille" denominata "Passi di Danza". Tra le "piccoline" c'è anche una certa Sofia Giordani di cui in seguito avrò modo di parlare.  La location della scuola di danza viene ubicato nella palestra del Liceo Classico Perticari. Una "Eccellenza" di Liceo (non è una mia incensazione, ma è il tempo e la storia che l'ha così blasonato) e che quindi non può avere che una palestra eccellente in cui riescono a convivere sport  considerati erroneamente "minori" grazie a maestri, educatori di assoluto prim'ordine. Ed è qui che, la nostra Oriana, ha la fortuna d'incontrare un altro personaggio assai conosciuto a Senigallia non solo per la veste dirigenziale sportiva in quanto fondatore (siamo nel 2000) e direttore Tecnico della U.S. Pallavolo Senigallia : l'Avv. nonché Consigliere Comunale Roberto Paradisi, a cui non sfugge quanto le sue piccole pallavoliste si siano affezionate velocemente, nei brevi incontri di cambio attività, alla nostra Oriana. E' così che l' Avvocato pensa bene di proporle una collaborazione con il nuovo gruppo appena costituito.

Tra un impegno ed un altro si giunge così all'anno del Signore 2010, quando un bel giorno ad Oriana si presenta in palestra un ragazzo timido, educato, che dall'accento si comprende forestiero. Si tratta di quell' "incontro galeotto" che farà nascere nella Sig.ra Scarponi la passione per il Taekwondo. Il ragazzo altro non era che Christian Magnoni alla ricerca di una palestra in cui piantare la succursale fabrianese di questo esotico sport. 
I "gemelli" zodiacalmente parlando (si dice) siano anche persone dal cuore nobile, per cui Oriana che crede in questi segni, non li smentisce e si offre senza farsi pregare tanto, aiutandolo affinché le venga concessa la disponibilità della palestra Perticari nonché di fargli un po' di pubblicità per trovare degli adepti a tale disciplina.
A conferma di quel che dico, c'è anche la mia intervista a Christian datata 4 Marzo 2011, grazie proprio all'intercessione di Oriana nei miei confronti (allora ero un assiduo collaboratore di SenigalliaNotizie.it ), e nel frattempo aiuta anche a fare volantinaggio e con il solito "passa parola".
E grazie a questo loro assiduo lavoro di divulgazione la scuola senigagliese di quest'arte marziale coreana apre i suoi battenti grazie all'iscrizione dei primi 4 tesserati, tutti giovanissimi. Ma da questo momento, la nostra Oriana viene come folgorata su di una sua personale via di Damasco che dalle ali della farfalla della ritmica, dai vaporosi tutù delle  sue "etoilles", dal volteggiare delle sue  piccole pallavoliste, la porta a scoprire quello che potrebbe risultare (ma così poi non è) uno sport di contatto : il Taekwondo. Infatti è uno sport si di difesa personale, ma anche frutto di esercizio di meditazione e filosofia.
Intanto la "scolaresca" aumenta con i suoi componenti. Le classiche urla nelle varie fasi di allenamento le entrano nelle orecchie, quella compostezza richiesta al corpo nell'esecuzione delle "Forme" la affascina. Ma alla fine "galeotta fu l'amicizia" di Oriana con la sig.ra Annapaola (mamma di due dei primi tesserati) che le fa proporre (non so però realmente da chi sia partita l'idea) "se t'iscrivi te lo faccio pure io". E è così che Orianna diventa "cintura bianca" ed inizia il suo percorso con Annapaola. Un percorso che attraverso le sei stazioni dei colori basilari di questa specialità sportiva, in 7 anni la porta a fregiarsi di quella "Nera". Apice di una carriera, che proprio perché impensata, non è che  se la fosse proposta fin dall'inizio. Ma l' appetito però le è via via aumentato, fino a mangiarsi, come si è visto, tutti i colori. 
Le spiegazioni, per dovere d' onestà, di che cosa rappresentino i colori delle cinture nel Taekwondo non sono mie, ma le ho dovute rubare su internet. Però mi sembravano intelligenti, veritiere, create appositamente per chi è riuscito a tagliare ogni tappa del percorso. E Oriana mi è sembrata l'indossatrice che potesse personificare ogni colore: Il "Bianco" che rappresenta l'ingenuità dell'atleta, Il "Giallo" la fertilità della terra in cui l'allievo metterà le sue radici, Il "Verde" i primi germogli del suo lavoro, il "Blu" la maturità della pianta, il "Rosso" il tramonto di una giornata di lavoro, ma anche la presa di coscienza del pericolo che s'incontrerà nei combattimenti ed in fine il "Nero", la notte, ovvero il passaggio dalla vecchia alla nuova tipologia di allenamento fisico e mentale ed inoltre esso è il frutto della sovrapposizione di tutti i colori. Perché poi con il nero gli esami, come ebbe a dire l'indimenticabile Eduardo De Filippo, non finiscono mai. 
Ora che è diventata cintura nera, seppur un confessore non dovrebbe mai rivelare quanto ha raccolto in confessionale, voglio rivelare i "dolori della nostra non più giovane Werther", non certo per il piacere di svelare un segreto personale, ma per far comprendere la correttezza, la compostezza, il rispetto, la considerazione che ha sempre nutrito Oriana nei confronti dei suoi Maestri. Avrebbe potuto partecipare e forse ottenere, vista la sufficiente preparazione già raggiunta che le avevano garantito, ancor prima dell'attuale esame di cintura nera, se il Maestro Giovanni Berardi (Nera 8° Dan) l'avesse consigliata (e non certo proibito di partecipare) di rimandare l'esame onde migliorare nei dettagli l'esibizione delle sue "forme". Un passo che le è costato non poco, ma che a capo chino ha accettato con il classico e rispettoso "Obbedisco". Un "Nero" arrivato con un poco più di ritardo, ma con tanta più grinta ed alla fine con maggior soddisfazione : Il piacere dell'attesa è esso stesso piacere, o no? Mi aveva confessato nei momenti di sconforto, che se fosse riuscita a raggiungere quel traguardo della cintura nera, avrebbe toccato il cielo con un dito ed avrebbe attaccato il dobok al chiodo. Ma non vedeva la cintura nera, vedeva solo nero... ed infatti !!
Ora verrebbe da pensare, che questo sia stato l'ultimo canto del cigno ? Ma quando mai !!
Dopo 7 anni la Scuola di Taekwondo Senigallia, gestita dal grande Christian Magnoni, per esigenze lavorative del suo fondatore, ha dovuto essere consegnata nelle mani di qualche Maestro di valore. La scelta di Christian allora è caduta su di un suo collega di Ancona il Maestro Paolo Barboni (Nera 6° Dan) Tkd Olympic Ancona. A Senigallia è stata inviata in qualità di Allenatrice la cintura nera 4° Dan Sarah Zannini.  Ma guarda caso, chi pensate sia ancora lì a fare da "chioccia" a tutti, Maestri, allenatori, atleti, neofiti, medici, se non quella che come nella Forza del destino canta partiam, partiam, partiam e resta sempre lì, se non la Nostra Oriana Scarponi.

Posso aggiungere che in questo clan così ben amalgamato, oggi troviamo anche la Dr. Sofia Giordani, che in quest'inizio di storia era raccontata come ancora una bambinetta raccolta in un tutù quasi più "pesante "del suo fragile corpicino inscritta in quella scuola denominata "Passi di Danza". Oggi, con quella costituzione fisica non eccessivamente cambiata, non poteva che divenire una Espertissima Biologa Nutrizionista, che ha voluto entrare nel clan della Scuola di Taekwondo senigagliese offrendo agli atleti le sue notevoli doti professionali consigliando a questi ed ai loro genitori la sana alimentazione da seguire. 
Non lo so per certo, ma immagino che anche qui con la Sofia, ci sarà stato lo zampino della solita Oriana, che oggi, dopo qualche giorno dalla consacrazione ufficiale, già non mi parla più di appendere il dobok al chiodo, chissà perché? forse perché si sentirebbe "nuda"? ed allora mi ha cominciato sottovoce a parlare, ma così, ben s'intenda, senza alcun impegno eh!!, poiché oramai è felice di dove è arrivata, però perché fermarsi... 
Te lo dico io, fai bene Oriana, perché fermarsi ?, ma unitamente a me te lo dicono tutti coloro che ti vogliono bene e ti sono vicini.    









di Franco Giannini

venerdì 15 febbraio 2019

L' "Isola sull'Oceano di Plastica" galleggia su di un mare di falsità... altrettanto grande !

... e quello che una volta i latini appellavano come "Mare nostrum", dovremo rivederlo e ribattezzarlo in un catastrofico "Mare Monstrum" !

Quella grande isola di spazzatura composta da materiali plastici e galleggiante a Nord dell' Oceano Pacifico (Pacific Trash Vortex) si dice (ma voce di popolo è voce di Dio) che i rilevamenti satellitari l'abbia scoperta fin dagli anni '70 quando cominciava a formarsi tra la California e le Hawaii. E da allora sono trascorsi appena appena 50 anni e che cosa è cambiato da quella scoperta? Nulla. O meglio, l'isola, contrariamente a quelle in terra che si riducono per via delle erosioni, questa ha aumentato di densità e superficie. 
Il problema, sembrava isolato in quel contesto e localizzato lontano da noi, quindi a noi sembrava non interessare (l'egoismo, disgraziatamente è innato nell'uomo),
Oggi invece un grido di dolore lanciato in italiano sta preoccupando anche noi. Intanto gli uomini quello che hanno saputo fare è stata quella di creare una giornata mondiale ad hoc (che oggi non si nega a nessuno per qualsiasi problema). Nasce così la World Cleanup Day. Una giornata in  cui tantissimi volontari in circa 150 paesi nel mondo, si fanno una passeggiata lungo le coste o immergendosi nelle acque del globo, armati di sacchetti per raccogliere quintali di spazzatura. Ma poi trascorsa l'euforia delle 24 ore, tutto passa nel dimenticatoio.
Questa volta a lanciare quel grido d'allarme di cui sopra che sarà destinato a durare forse (almeno lo voglio sperare) un po' più delle tradizionali 24 ore sono stati gli studiosi e gli Amministratori Sardi, che hanno visto la loro costa Ovest ed alcuni centri turistici invasi da spazzatura composta prevalentemente da rifiuti di plastica, che il mare ci ha restituito. Ben si sa che quando si tocca la tasca, i nervi si scoprono e si pretendono (giustamente) che vengano presi dei provvedimenti. E toccare il turismo ai Sardi e come togliere l'odda dalla bocca ad un cane.
Ecco che allora gli Amministratori locali, si sono rivolti a quelli Nazionali che a loro volta non potendo colpire certe lobby per ovvi motivi hanno scaricato (o tentano) la colpa dei rifiuti sui cittadini ineducati, insensibili, antiecologisti e chi più ne ha più ne metta che dopo aver pranzato vanno in riva al mare a sparecchiare gettando bottiglie vuote della minerale e posate e piatti di carta. Oddio, non dico che non ci siano certi elementi nella nostra "Società", ma che l'inquinamento sia da addebitarsi a pochi casi isolati, mi  fa pensare.
Si pensi allora a quante alluvioni ci sono state in Italia e più dettagliatamente in Sardegna (visto che parliamo del suo grido specifico). Di media se ne sono avute negli ultimi anni 1,5 all'anno. Pensiamo allora a quanti cassonetti contenenti plastica e rifiuti di ogni genere finiscono in mare. E di chi la colpa se avvengono queste alluvioni. Con molta probabilità da imputarsi agli Amministratori Locali e Nazionali che non hanno preso le dovute precauzioni affinché la natura non si ribellasse e non scaricasse in mare tutte le nostre immondizie.
Poi ci sono le lobby, che con l'abituale spudoratezza fanno chiudere gli occhi a chi invece dovrebbe essere preposti al controllo che le loro produzioni non siano pericolose alla salute non solo umana, ma anche a quella della natura. 
Ad esempio quelle del tabacco e degli imballaggi in genere, dettano legge. Ed i controllori, (sembra) chinano il capo e con l'aumento dei prezzi del prodotto, fanno credere che sono dalla parte dell'ecologia, ma in verità si nascondono dietro il dito. I tabagisti bestemmiano, ma poi il vizio è vizio ed i mozziconi delle bionde continueranno a essere lasciati dove li lasciavano prima. Si, è vero, indubbiamente è anche una questione di educazione, ma vero è che bisogna anche trovare un sistema perché una cicca si decomponga prima dei 1-5 anni. Ma i "più inquinatori" sono di certo le industrie di plastica e più dettagliatamente quelle che si occupano della produzione di imballaggi. Ma mai colpevoli quanto lo sono chi non alza un dito per limitarli se non eliminarli.
Un accendino in plastica per degradarsi impiega dai 100 ai 1000 anni, un cerino o un fiammifero soli 6 mesi... Perché non il vietare allora gli accendini ? Però si scoprono ad un tratto ecologisti e vietano la circolazione delle auto diesel dei poveretti che non se ne possono comperare una nuova... e mi si dica che è per fare un favore alla natura, che vi programmo un viaggio per quel paese che immaginate...
Potrei continuare con simili esempi, ma quello che più mi fa domandare del perché non si metta un immediato veto è quello legato al consumo delle capsule di caffè visto che i numeri legati all'inquinamento sono questi : 10 miliardi di capsule vendute nel mondo, 120 mila Tonnellate di rifiuti (la cialda vuota pesa dai 4,5 ai 5 gr.), di cui 70 mila ton. nella sola Europa, 12 mila in Italia.
Una domanda agli Amministratori, perché si lascia che le lobby del caffè continuino a fare a loro piacimento quando esistono già sul mercato delle cialde che sono compostabili ?
Il bello (si fa per dire ehh!!) che poi, oltre che non fare nulla nell'immediatezza se non prendere tempo (come fa chi non sa che fare o per motivi segreti come quelli di Pulcinella) leggi che queste capsule oltre che inquinare l'ambiente, che poco non è, fanno male anche alla salute.
Infatti per rendere più flessibile e modellabile la plastica di queste capsule si usa in fase di plastificazione dei composti chimici denominati  "Ftalati" che potrebbero produrre effetti analoghi a quella di ormoni estrogeni, che potrebbero (quanto è utile il condizionale!) causare una femminilizzazione dei nati maschi, disturbi nei genitali o nello sviluppo dei genitali. Però nel caffè questi Ftalati sono sorvegliati speciali e quindi basta che queste concentrazione rientrino nei range consentiti, paure e pericoli (riecco il condizionale) non dovrebbero fare male. Ed anche la "schiuma" sembra che abbia i suoi problemi...
Non sarà vero, ma intanto io spargo la voce, visto mai che non faccia un servizio pubblico e visto che qualcuno si è detto pentito di averle inventate !! E visto lo scarso interessamento ed i magri risultati conseguiti, dagli Amministratori-Ecologi locali e nazionali, il consiglio per loro sarebbe quello di sottoscrivere un abbonamento con qualche confessionale, ma autogestito da "eminenze", che potrebbe salvare, se non altro, quanto meno le loro anime.

Per saperne di più :
https://it.wikipedia.org/wiki/Ftalati
http://www.meteosardegna.it/1052-cronistoria-degli-eventi-alluvionali-dal-1975/
https://it.wikipedia.org/wiki/Capsula_di_caff%C3%A8
https://www.wired.it/attualita/ambiente/2016/04/07/capsule-compostabili/
http://ec.europa.eu/environment/life/project/Projects/index.cfm?fuseaction=search.dspPage&n_proj_id=5228
https://ecozema.com/focus/biodegradabilita-e-compostabilita/







di Franco Giannini  

martedì 12 febbraio 2019

INASPETTATAMENTE .... ALL' IMPROVVISO...

... Un immeritato, quanto gradito, premio, che il mio carissimo amico Dario Petrolati, mi ha voluto dedicare...

Senigallia: entrambi, alla presentazione del tuo Volume di poesie "LUOGHI"

AL MIO AMICO FRANCO...
sai che ti leggo
e con piacere
fiducia
poi

la pensiamo
allo stesso modo :

forse perchè in vita
abbiamo solo donato ?

almeno..
non siamo stati
ladri
bugiardi
egoisti

saremmo sprofondati
di vergogna

eppoi
chi mai avrebbe potuto
dire..
contestare..
insomma
ci capiamo

la roba
se non è nostra
si rispetta
e lascia lì.-.

Padova 12 febbraio 2019
(sfogo...)

http://www.dariopetrolati.it/

martedì 5 febbraio 2019

E siamo così giunti al 69° FESTIVAL DI SANREMO...

Lo so, quando ad organizzarlo era  "Mamma RAI" (erano altri tempi), da buona "Cornelia" premeva mettere in primo piano i suoi "figli". Oggi più che ai figli pensa egoisticamente a "se stessa"...

E domani magari leggeremo che "Lo share ha toccato punte mai raggiunte... il 52% ...) " 20 milioni di italiani (come quelli sui filmati datati dell'Istituto Luce) davanti alla TV di Stato". E lo credo, tutte le altre emittenti concorrenti (al grido vogliamoci bene e non facciamoci troppo male) hanno tirato i remi in barca sconvolgendo le loro programmazioni e sostituendole con film da cinema parrocchiali : RAI 2 Film "Pericle il nero". Rete 4 "Il Segreto"-"Una Vita" (entrambe soap opera)-Film "il Solista". Canale 5 : Film "Buona giornata". Italia 1 : it Unica Puntata (miniserie che durerà fino alle ore 1). Si salvano Rai 3 con "Carta Bianca" e La7 con "diMartedì" che con gli ascolti che hanno non spaventano più di tanto. Tutti gli altri canali della coda del gruppo non fanno testo (TV8 - 9 - Rai4 con "i tre moschettieri" :-) - Rai5 - Rai Movie - Iris - ecc... Oramai c'è solo da chiedersi quando lo trasmetteranno a reti unificate come si fa già con il messaggio del Capo dello Stato. Non dico con questo che ci sia una mancanza di libertà (possiamo sempre non accendere la TV per lo meno ancora possiamo far questo, ma mi sia permesso dire che le incensazioni del giorno dopo potrebbero risultare molto false e costruite... ecchec...ribbio








di Franco Giannini