domenica 29 settembre 2013

Partito il 2° Memorial di Volley Giuliano "Sauro" Pierangeli - VIDEO

 

Da oggi e per tutte le domeniche pomeriggio, si comincia a giocare, fino a giungere alla finalissima del  22 Dicembre 2013.

Tutto come da copione e preventivato. Il primo pallone è stato alzato dalla sorella di Giuliano, Daniela, coadiuvata dal Vice-Sindaco Maurizio Memè in rappresentanza di quella Amministrazione Comunale in cui aveva lavorato anche "Sauro".
Dopo il riscaldamento ed i saluti dei contendenti come d'uso fare sotto rete, alla presenza delle due sorelle di Giuliano, un attimo di silenziosa commozione, durante le parole dell'Assessore Maurizio Memè, che ha voluto ricordare come prima di tutto lo sentisse collega ed amico. Ha portato anche i saluti del Sindaco Maurizio Mangialardi, che visto l'anticipo della data d'inizio e gli impegni presi precedentemente, si è sentito dispiaciuto di non poter essere presente, come avrebbe invece desiderato, ma la cui presenza ha assicurato per le premiazioni.
Il breve e sentito ricordo di Maurizio Memè e possibile ascoltarlo sul video sotto riportato.
I risultati e le classifiche aggiornate di domenica in domenica è possibile prenderne visione cliccando sul sito creato ad hoc http://memorialvolley.blogspot.it/
Ora non resta che augurare a tutti i contendenti, buon torneo, buon  divertimento, arrivederci ad ogni domenica pomeriggio, ma soprattutto... ci si rivede alle premiazioni !

Il VIDEO delle battute iniziali e del ricordo di M.Memè :
 






Testo e video di Franco Giannini

sabato 28 settembre 2013

Riaperti i battenti della palestra Perticari agli allievi di Taekwondo

Carichi, allegri, "più vecchi" ed ancora un pochino disordinati... La mancanza del dobok ufficiale (cosa importante in questo sport), fa comprendere già di per se come siamo ancora alle prime battute. L'ordine dei dobok è già stato trasmesso ed i giovani atleti attendono con ansia che presto tutto l'armamentario arrivi entro breve.  Ma l'importante è che la scuola di Senigallia, sita sempre in quella che è la oramai "tradizionale" location, l'invitante palestra Perticari, abbia riaperto i battenti. La cosa più significativa è che non ci sono state defezioni, ma anzi qualche viso nuovo e giovanissimo si sia aggiunto al gruppo. 
Infatti, i fratelli più grandi, hanno invogliato quelli più piccoli, ed ecco che la famiglia quindi, in alcuni casi nel vero senso della parola, ha aggiunto un posto... sul Dojang.
Ma oltre questa, altra novità importante, è che essendo aumentate le iscrizioni di persone adulte, si è dovuto dedicare un orario a loro riservato in considerazione degli impegni di lavoro. Per cui terminato lo spazio dedicato a i più piccoli, prosegue quello riservato ai più "attempati".
Le giornate sono rimaste invariate : Lunedì - Mercoledì - Venerdì, mentre gli orari sono per Lunedì e Mercoledì a partire dalle ore 18 (19 per gli adulti) ed il Venerdì alle ore 16.
L'allenatore, l'è sempre lu', il mitico, entusiasta, tosto, capace e timido (e mi fermo qui altrimenti si monta la testa!), il cintura nera (mi sembra 3° dan ? ma non vorrei sbagliare) Christian Magnoni.
Anche lui, portatore di una novità. Si èspogliato del vecchio look di samurai "tenerone" che piaceva tanto alle donne, apportando quello che invece piace tanto alla politica governativa d'oggi, un bel taglio. Il suo riguarda però logicamente non alle spese nazionali, bensì alla sua capigliatura, al suo codino di cavallo, che negli allenamenti raggruppava in un chignon che lo faceva tanto "figo orientaleggiante".
Bando agli scherzi, il Gruppo Senigalliese è cresciuto, in questi quattro anni, di numero e principalmente qualitativamente. Oltre, come dicevo poc'anzi, ai giovani e giovanissimi, si stanno avvicinando a questo sport, che non è solo arte marziale, bensì anche uno stile di vita, diverse persone adulte.   
Partita anche una campagna pubblicitaria in alcune scuole di Senigallia, per far conoscere ai ragazzi ed ai genitori, questo sport che è principalmente educativo ancor prima che atletico ed agonistico.
Che dire più di quanto ho detto ? Se non l'inviare a tutta la "scolaresca" taekwondiana (non so se si possa dire, ma io lo dico ugualmente, intanto si comprende ugualmente!) i miei più sinceri e spassionati auguri di buon lavoro e buon divertimento, non tralasciando un "in bocca al lupo!!" di cui non si può fare a meno.
A chi può interessare, cliccando su TAEKWONDO le notizie, le curiosità, i vocaboli relativi a quest'arte marziale. 


Per chi ne vuol sapere di più :








di Franco Giannini

venerdì 27 settembre 2013

Violento tamponamento su via Cellini: ferito un senigalliese – FOTO e VIDEO

Furgone urta una Panda e le fa sfondare un cancello. Intervengono Ambulanza, Municipale e Vigili del Fuoco.

Erano circa le 10 della mattina di giovedì 26 settembre, quando una Fiat Panda, in procinto di entrare in un passo carraio munito di cancello automatico, in attesa che questo si aprisse, veniva violentemente tamponata da un furgone.
Luogo dell’incidente, di nuovo, la trafficatissima Via Cellini di Senigallia all’altezza del numero civico 56.
Ad avere la peggio era la vettura, che veniva proiettata verso il cancello, sfondandolo.
La persona alla guida, ed abitante nello stesso caseggiato, rimaneva ferito. Immediato l’intervento dell’ambulanza, che dopo le prime cure all’interno di questa, ne decideva il trasporto al Pronto Soccorso.
Per i rilievi del caso e per formalizzare le cause dell’incidente, sul posto una pattuglia della Polizia Municipale e una squadra dei Vigili del Fuoco, che ha provveduto alla rimozione del cancello danneggiato.
Incidente in via Cellini: auto danneggiataIncidente in via Cellini: il cancello sfondatoIncidente in via Cellini: auto danneggiata

Allegati

VIDEO - il luogo dell'incidente e l'intervento di Vigili del Fuoco e ambulanza 
 

Franco Giannini
Pubblicato Giovedì 26 settembre, 2013 alle 12:22su SenigalliaNotizie.it

mercoledì 25 settembre 2013

2° MEMORIAL di VOLLEY " Giuliano Pierangeli"

Ma per tutti gli amici era e continuerà ad essere solo, "Sauro" 

Ricordo che ancora il torneo doveva decretare il vincitore, che già in tribuna c'era chi chiedeva come potersi iscrivere al prossimo "Memorial". Evidentemente era dato per scontato che ce ne sarebbe stato un secondo. Del resto, l'organizzatore era sempre lui, Francesco Bramucci, l'inarrestabile, insostituibile "deus ex-machina" di questi tornei per "amatori", appassionato di volley ed inoltre amico di Giuliano Pierangeli.
Il Memorial doveva partire, infatti, nella prima settimana di ottobre e concludersi a metà dicembre, invece, le adesioni rispetto lo scorso anno, sono state di ben 12 squadre : Last minute Team - Anche no - Center Shopping - Drink volley - Comunque contro - CLT Autotrasporti - Baretto Rosso - Gli sparpagliati - Moschus Boutique - Ristorante Il Pomodoro - Gli Opposti - Cantina verde Carmine (l'ordine seguito è quello della prima giornata d'incontri!).

A partire quindi da domenica 29 Settembre 2012, in ricordo di Giuliano Pierangeli, Bramucci "offrirà", ai famigliari, agli amici, agli appassionati, ai colleghi ed a quanti hanno conosciuto e ricordano il sorriso di Sauro, un' abbuffata di partite di volley : tre partite si disputeranno nella palestre, gentilmente concesse dai rispettivi presidi, dell'ITCG Corinaldesi a partire dalle ore 15 (la seconda alle 16,45 e la terza alle 18,30), le altre tre, sempre con gli stessi orari nella palestra dell'Istituto Marchetti.

Ad alzare la prima palla, dando così inizio al torneo, sarà il Sindaco Maurizio Mangialardi ed alcuni altri rappresentanti e colleghi di quell' Amministrazione Comunale in cui ha lavorato anche Pierangeli.
La sorella Daniela con Sauro "sottorete"
Il regolamento che verrà osservato nel corso dell' intero "campionato", sarà quello oramai abituale in queste manifestazioni organizzate da Francesco che seguono solo la falsa riga di quelle ufficali dettate dalla Federazione. Le regole basilari da seguire, sono la lealtà, l'amicizia, l'obbligo di divertirsi e per ultima, ma non certamente l'ultima, il ricordarsi che si gioca nel ricordo di chi, seppur assente,  presenzia, osserva e gioisce con i presenti siano essi sul parquet, che sugli spalti.
Una delle regole principali, per fornire quel tono di familiarità all'evento rendendolo più amichevole ed amatoriale, è l'obbligo che in campo, in entrambe le squadre, ci sia sempre un volto femminile presente. Anche la figura dell'arbitro, non certo tesserato, è puramente un pro-forma e viene fornito dalle squadre e dall'organizzazione.

Quello che non mancherà sarà l'agonismo, l'impegno, e la speranza certamente di vincere, ma, diciamolo francamente, visto che qualcuno ha superato gli "anta", anche quella di perdere magari qualche "etto di pancetta".
Il calendario, i risultati e le classifiche, curati da Rinaldo Gabbianelli, a cui va un doveroso ringraziamento, potranno essere seguiti attraverso  il sito visibile cliccando QUI
Il Memorial ha del resto, tutta una sua "vita particolare", per cui oltre alle medaglie e trofei, ai partecipanti cassificati come stabilito "pomposamente dal regolamento", andranno cesti contenenti prodotti alimentari, che visto il periodo che stiamo attraversando e considerando che il torneo terminerà qualche giorno prima di Natale (più esattamente il 22 Dicembre), saranno oltremodo graditi.

A questo punto, il modo migliore per chiudere questo "avviso ai naviganti" è un invito di cuore espresso verso coloro che amano il volley, ma anche agli innumerevoli ed amici e colleghi di "Sauro". Certamente, la vostra presenza, sarà a lui ben gradita.
Dimenticavo di dire, ma lo ritengo quasi inutile, che l'ingresso è gratuito.





di Franco Giannini

lunedì 23 settembre 2013

I Rifiuti rifiutati della "Terra dei Fuochi".

Ho detto la terra dei fuochi, no la terra per i cuochi... intesa come genitrice dei suoi genuini prodotti ... 'na volta!  

No, se qualcuno pensa che stia parlando dei rifiuti di casa nostra può interrompere la lettura qui. Di Senigallia, non si parla. Non ci sono argomenti. O meglio ci sono, se ne potrebbe parlare, ma visto che le risposte si conoscono a prescindere da quello che uno può dire o scrivere, preferisco, simile ad un guardone, osservare ciò che fanno gli altri.
L'Italia, credo che in molti ce ne siamo accorti, è il produttore principale, se non mondiale, sicuramente europeo, a livello di "Problemi". Ed è questa variegata produzione che ci salva da buona parte di possibili contestazioni, che altrimenti avremmo giornalmente e contemporaneamente in tantissime piazze del paese, con le immaginabili conseguenze.
Invece per un problema che nasce e che la gente contesta, c'è n'è subito un altro, più o meno eclatante che prende il suo posto e mette la sordina su quello precedente. Come ?  Occupando i titoli dei giornali, dei TG ed in cui il politucolo di turno può sciorinare la sua critica su quanto detto dal suo collega della corrente opposta due istanti prima. magari suggerire la sua proposta, specificando comunque a guisa di paracadute, come essa sia sempre legata a decisioni non sue.

Ed allora si alternano sovrapponendosi ed annullandosi problemi quali l' IMU si o no? L' IVA si, no, forse? "B" in galera o ai servizi sociali ? La TAV avanti piano quasi indietro ? Si vede il Lumicino si o no ? La caduta del Governo ci sarà oppure no? Il PDL ha le doglie, sta nascendo Forza Italia. E per par condition non possiamo non ricordare che ci sarànno le Primarie ed un Congresso del PD : ed allora quale sarà la data? E l'Italia è ancora sovrana rispetto alle imposizioni dell'EU ? Della stuazione dell'ILVA di Taranto (anche se interessa da quel che si intravede fin ad oggi, purtroppo, solo a chi ci lavora!) ne vogliamo parlare, anche se nulla si fa, si guardi bene, oltre questo! Anche il Papa, da lodare i suoi pensieri, ci mette del suo ! Intanto i 35 saggi, (loro sono saggi, siamo noi che li manteniamo che siamo dei cretini!) si riuniscono in un "4 stelle" per studiare come risolvere sta crisi, accelerando la "fine" e non certo della crisi; il conto? prego, come sempre a Pantalone ! Poi ci sono i fatti di cronaca nera, quelli rosa, le alluvioni, temporali, gente che va, o meglio che ritorna a vacanze terminate (sempre espressi con numeri a sei zeri!), e non ci facciamo neppure scappare magari qualche fatterello che avviene all'estero, dandogli quel giusto risalto che, giusto o meno,  necessita al momento per l'intensificare della notizia fumogena.
L'area della terra dei Fuochi

Non soffermandocisi più di tanto, si è parlato,  giorni or sono, anche dei rifiuti della Terra dei Fuochi, del termovalorizzatore che ivi dovrebbe sorgere, delle manifestazione dei cittadini che invece non lo vogliono, dei depositi di  sei milioni (si parlava nel lontano 2007) di ecoballe giacenti a Taverna del Re e che inesorabilmente si stanno spaccando, con l'inevitabile perdita di percolato e proprio come con una toccata e fuga, si è rivelato come la zona sia inquinata non solo sopra la superfice, ma anche nel sottosuolo, dove la Camorra, a sotterrato per anni i rifiuti nocivi e non solo locali (almeno si dice!!). Si parla di una superfice di oltre 20 km quadrati le cui colture agricole rappresentavano la bontà e la genuinità dei prodotti agricoli che la terra offriva: Frutta e verdura di primo ordine, che i grandi chef consigliavano e mettevano, ma non solo loro, nei piatti. Io ho scritto "rappresentavano", ma molti operatori agricoli negano e continuano a considerare sia i frutti che le verdure prodotte, come ancora le migliori che il "mercato" possa offrire. 
Lo Stato, come sempre in questi casi, non si schiera, dice di controllare, indagare, prelevare, analizzare creando matriosche che a fine indagine relazioneranno a chi di dovere preposto a trasmetterlo più in alto, dove del doman non v'è certezza, per cui tali incartamenti vengono accuratamente posti in cassetti  però senza chiave. Ed è lì che restano, sperando che gli spifferi del palazzo faccia volare, durante qualche controllo, alcune delle pagine. 

Se ne è parlato, dicevo, ma poi il giorno dopo tutto era stato superato, offuscato, da altre notizie che colpivano l'attenzione della gente. 
Mi permetto allora di riprendere il discorso perdutosi dietro ai fumogeni, dicendo che quei stimati 20 km quadrati, potrebbero anche essere bonificati, ma comunque non prima di una ventina di anni.
Ed allora, siamo in Italia!!, campa cavallo che l'erba cresce, ma nelle praterie americane, non certo in quelle dove la Camorra l'ha sempre fatta e continua a farla da padrone. Ecco che allora mi si è accesa una lampadina... alogena ben s'intende.
Le balle della Taverna del Re

Ma devo fare un passo indietro con una dovuta precisazione.

La mia è solo un'idea, aggiungerei dal sapore provocatorio, non logicamente scientifica, ma che potrebbe essere solo una formula buttata lì, ma che potrebbe essere ripresa da chi ne capisce più di me (cosa non difficile!), senza essere però di parte ecologicamente e naturalisticamente parlando. Perchè dico questo, perchè spesso all'occhio dell'opinione pubblica sembra che il carbone non lo voglia nessuno,  del nucleare neppure parlarne, degli inceneritori nemmeno, l’eolico snatura il paesaggio, il fotovoltaico ruba la terra all'agricoltura. Concordo e sottoscrivo molti di questi pensieri! 
Però, perchè c'è un però !, qui siamo a Giugliano, una realtà distante anni luce da quella che è il resto d'Italia. 

La gente, qui, non è che non vuole l'inceneritore così perchè un mattino si è alzata ed  ha deciso di non volerlo, ma non lo vuole perchè quei milioni di balle di cui parlavo sopra e che dovrebbero essere smaltite in questo, si dicono contengano di tutto e di più, quindi bruciarle sarebbe oltremodo pericoloso per la salute dei cittadini.

Allora, anche in considerazione che  il recente decreto legislativo n. 28 del 3 marzo 2011 (in vigore dal 29 marzo 2011) ha introdotto restrittivi vincoli per gli impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli e che altrettanto pericolosa per la salute sarebbe la comercializzazione dei prodotti agricoli di queste terre contaminati dalle acque del sottosuolo e dalle discariche interrate, suggerirei questa soluzione:
- Dichiarerei questi 20 kmq. di terreno (o anche più, sarà da accertare!) non più agricoli, ne tantomeno edificabili.
- Destinerei l'uso di questi terreni, esclusivamente ad uso di impianto di pannelli fotovoltaici.
- Lasciando logicamente, abitazioni, realtà produttive, strade, alberi, senza nulla togliere alle realtà cittadine.
- Lo Stato se ne dovrebbe far carico a livello di spesa.
- Il controllo dovrebbe essere affidato al èproprietario del lotto, unitamente ad un ufficiale dei Carabinieri o della Guardia di Finanza. Fuori, personaggi politici di qualsiasi tipo e rango!
- Gli utili serviranno allo Stato, una volta rientrato delle spese, a pagare mensilmente i proprietari del mancato
 guadagno, facendoli però impegnare nei lavori di manutenzione come personale (unitamente ai tecnici) per la bonifica dei terreni.
- Dal momento che ritengo che gli utili derivanti da questo servizio dovrebbero essere notevoli, quelli che avanzeranno dovranno essere destinati esclusivamente all'operazione di bonifica.
- Dopo 20/25 anni o quello che sarà, ad operazione di bonifica avvenuta, i terreni potranno ritornare ai loro proprietari, riportandoli (obbligatoriamente) al loro primario utilizzo, logicamente con il rismontaggio dei pannelli.
Pannelli fotovoltaici

Lo so, l'impatto di 20 kmq di specchio, non sarà bello a vedersi, ma non sarebbe neppure bello osservare bambini, o comunque esseri umani, soffrire negli ospedali colpiti dal cancro. Come scellerato sarebbe solamente affermare che i terreni sono inquinati, le falde acquifere ugualmente e magari far finta di dare inizialmente un finanziamento con la destra, ritirandolo con la sinistra e lasciando poi che il tutto, italianicamente, finisca nel dimenticatoio.
Non certo per la Camorra, che ringrazierebbe e continuerebbe a fare il lavoro che ha fin qui spudoratamente svolto. Tra questo la sorveglianza che i prodotti agricoli continueranno ad essere venduti, magari a multinazionali estere dell'alimentare, che provvederanno alla commercializzazione dopo avergli fatto fare il giro di mezzo mondo. Ai voglia a dire di controllore le etichette! Si diceva che sia il $ che l' € erano monete e banconote a prova di falsificazione, ed invece! E se falsificano quelli, falsificano quadri che l'esperto più esperto rimane in imbarazzo, non volete che non sappiano falsificare un'etichetta? Ma intanto vige la legge, occhio non vede cuore non duole.
Ma questo detto deve valere per tutto, anche per il non prendere un'iniziativa che potrebbe, sicuramente, scontentare qualcuno, ma salvare tantissime vite umane.

Ed in questo caso la colpa del "Non Fare", non sarebbe solo della Camorra, ma sarebbe "anche" della Camorra.

Franco Giannini





giovedì 19 settembre 2013

Come è finito quello che chiamavano “Modello Marche”.

Uno slogan che serviva, un tempo, a riempire la bocca solo al politico di turno.
Era, lo capisco solo ora, una formula politica studiata per non dire nulla, impegnarsi non più di tanto, ma per darsi un tono nei vari tavoli di lavoro, siano essi stati tondi, quadrati o rettangolari. Ma dietro c'era, appunto il nulla, quel nulla che poi è emerso pian piano fino a giungere ai giorni nostri e di cui ora si da una colpa generica alla “Crisi”. Sarebbe molto più corretto allora far precedere quel "Crisi" dalla parola "anche".
 
Sono stato sempre del parere, che fintanto si vive in un “clima di pace economica”, qualsiasi testa dentro un cappello con visiera rigida e galloni dorati, sia in grado di condurre l'esercito della gente che lavora e che produce.
Più l'esercito è piccolo, più il “comandante” è pari grado quasi ai suoi subalterni che conosce per none uno ad uno e con loro lavora, produce, progetta, prevede e provvede.
E' quando il “comandante” si lascia prendere dall'ambizione sfrenata a cui inesorabilmente porta il successo, che nascono i primi problemi. Ecco che tende prima di tutto a cingere il suo cappello di ulteriori galloni, senza preoccuparsi delle dimensioni di quello che esso contiene: le sue capacità imprenditoriali.

Oggi si usa definire con il termine "Imprenditore" chiunque abbia una partita IVA, anche se è imprenditore e dipendente di se stesso.  Però fa tanto figo, e ti fa pagare tante tasse!
Ieri si faceva la “gavetta”, la così detta mezzacucchiara diveniva dopo un po' di tempo manovale e dopo ancora, magari un buon muratore. Se poi era stato previdente, aveva fatto sacrifici e si era tolto qualche risparmio, rischiava e si metteva sul mercato come "Artigiano", assumendo un'altra mezzacucchiara e via a seguire.
Io parlo di ciò che avveniva subito dopo la fine della seconda guerra, quella che per età, ben ricordo. 
Era allora tutto più facile, c'era bisogno di tutto, bastava solo avere la volontà e la salute per rimboccarsi le maniche e lavorare a testa bassa. Lo Stato non era ancora sanguisuga, ed i Politici, indipendentemente dalle loro idee, erano degli Statisti e non mezze cartucce, come quelle in dotazione nel nostro Parlamento attuale.
E molti in quel periodo hanno fatto la scelta di diventare “Artigiani”. 
Tanti ci sono riusciti, ma pochi sono quelli che sono effettivamente emersi e sono giunti al grado di "Industriali" di rango. Molti sono onorevolmente "morti" come artigiani, seppur dopo aver creato e portato a buon fine, discrete imprese, con operai ed impiegati. Ma l'eccellenza, quella di cui ancora si rammentano i nomi, nela storia economica marchigiana, li si contano sulle punta delle dita di qualche mano. 
 
Anzi sarebbe meglio dire, anche se apparirò cattivo, che erano forse molti di più, ma come dice il proverbio, ed i proverbi difficilmente sbagliano :” La prima generazione crea, la seconda mantiene ed espande , la terza è soggetta a dilapidare”.

La prima, quella “artigiana”, con pochi galloni o addirittura senza cappello, rimboccatasi le maniche ha creato, ha dato un'istruzione ai figli affinchè portassero avanti quello che loro avevano creato. Alcuni di questi figli, sono rimasti in azienda, ma consapevoli del loro limitato valore dirigenziale, hanno preferito rimboccarsi le maniche e lavorare senza ambizioni di grandezza chiudendo onorevolmente la carriera da artigiani, figli di artigiani. Altri, in possesso del “pezzo di carta”, voglia di lavorare, capacità organizzative ed un forte “senso degli affari”, hanno, proprio loro, invogliato i loro genitori ad allargarsi, a produrre di più, a sfociare in mercati internazionali. Il titolo non era più quello di artigiano, ma di “Industriale”. Il berretto diventava simile a quello di un ammiraglio, visti i fregi dorati. Ma questo "oro di civetta", fungeva da richiamo ad una nuova specie animale, la sanguisuga nulla facente, ma infinitamente prodiga di promesse, che entrava a far parte della vita dell'Azienda, pur restandone fuori : I "Politici".
Ma ancora, si viveva in un periodo in cui la parola data, la correttezza, l'onestà, aveva il suo peso. Ancora in vita c'erano i vecchi genitori, la cui parola data aveva valore di cambiale e la stretta di mano era il suggello finale di un contratto neppure scritto. Quindi il “Capitano d'Azienda” viveva, o doveva vivere nel Limbo dell' ingenuità, cominciava a comprendere, ma faciva finta di credere che la “Politica” servisse, oltre che all'Azienda, anche al progresso civile nazionale. 

E si arriva così alla nascita della terza generazione. E questi figli allora, non dovevano e potevano accontentarsi dello stesso suo “pezzo di carta” di giovane industriale figlio di un artigiano, ma dovevano bensì prendersi una Laurea. Ma neppure la laurea era sufficiente, ci voleva il Master e se poi il Master lo si faceva all'estero era ancor meglio e più distante si andava, forse più valeva.
Non è la storia di tutti, per carità. Però un discreto numero, ambiziosi, incapaci, montati, hanno rifiutato, al loro ritorno nel suolo natio, quel copricapo dorato che il genitore orgogliosamente gli poneva sul capo. Non lo so se per gli insegnamenti ricevuti nelle università di oltreoceani, vorrei sperare di no. Affermavano che quanto fatto dai loro padri era tutto superato, non andava più di moda il solo rimboccarsi le mani, sudare e produrre. L'utile maggiore lo si creava giocando a Risiko con le Banche. I comandi, ora, li dava un “Manager” ed il figlio di papà, con tanta puzza sotto il naso, dismesso il velo di ingenuità che ricopriva il genitore, si appropriava del titolo di "Finanziere" prima ancora che delle sue nuove mansioni che comprendevano solo il tenere contatti avvicinandosi ai veri motori di un'Azienda moderna : I Politici e le Banche. Quest'ultime non nel vecchio ruolo che avevavo sempre esercitato con il vecchio genitore, ma in qualche cosa di più complesso, che babbo, non avrebbe mai potuto capire... buon per lui!

Quella linfa vitale dell'artigiano, che era la sua forza lavoro, che conosceva per nome uno per uno i suoi dipendenti, pardon, "Collaboratori", ed a cui sapeva di poter chiedere aiuto e con cui poter far fronte al momento opportuno, lui, il “figlio di papà” era un compito che invece relegava, dalla parte aziendale al suo “manager” e dall'altra della forza lavoro, ai “sindacati”. Entrambi, però, personaggi anonimi fra loro e conflittualmente utili solo per interessi propri da una parte e politici dall'altra ed i lavoratori lasciati a se stessi.
Non in tutte, torno a ripeterlo, ma certamente in diverse, forse in troppe oserei dire, si chiudevano rapporti aziendali di onesta natura famigliare e si aprivano ad altre “Famiglie” con un altra visione delle parole “onestà”, "correttezza", "dignità".
 
La “Politica”, seppur fuori delle quattro mura della fabbrica, prendeva sempre più il sopravvento, elargendo indicazioni di che cosa e come fare e di che cosa non fare, attraverso "suggerimenti suggeriti", mai obbligati, semmai potevano sembrare forse nel tono con cui venivano "impartiti".
E, qualora non ce ne fossimo accorti, siamo giunti nel processo di quella terza generazione, quella del dilapidare di cui si parlava sopra.
 Si guardi bene, qualcuno l'ha fatto, anche giocando, andando a puttana, scialacquando quanto creato dal padre.
Altri ancora invece, hanno bruciato tutto facendo il passo più lungo della gamba non considerando che il cappello era dorato, ma di misura troppo grande per contenere la piccola, come dicono i lumbard, “testina”.
 I restanti, appunto, non certo stupidi, ma forse meno retti, diciamo sicuramente più elastici, hanno seguito i colori della politica, si sono buttati in appalti in cui sarebbe stato meglio non impegolarsi ed ora che tutto sta andando a puttana, per via, anche, della “Crisi”, piangono miseria e si definiscono innocenti per la situazione che si è venuta a creare.
I Politici dal canto loro, fanno altrettanto, rigettando al mittente le colpe e continuando a promettere (l'unico valore che essi conoscono!) che ancora, almeno qui da noi, il “Modello” che tiene ancora è quello delle “Marche”.
Ancona, capoluogo di regione, è in mano al degrado. La criminalità, che in queste occasioni gli operatori preposti (ma meglio, visti i mezzi e gli uomini messi a loro disposizione definirei "destinati") a limitarla se non ad eliminarla, chiamano quasi a mò di scusante “piccola”, è in costante aumento. Il commercio sta chiudendo innumerevoli esercizi. L' aeroporto di Falconara è messo come è messo. Non parliamo della situazione Banca, quella di cui tutti ora parlano. Le aziende del “bianco” fabrianese, delle diverse merceologie dell' ascolano, del calzaturiero fermano, del mobile pesarese, sono tutte più o meno in sofferenza (termine eufemistico!). La pesca è in crisi e Il Cantiere Navale, invece pure (o meglio vive a giornata!). Fino a poco tempo fa, sorridendo, si diceva che gli unici ad aver sempre lavoro erano i necrofili, gli ospedali ed i fornai. Oggi non è più così neppure per loro. Infatti quella che tanto pomposamente chiamano la Riorganizzazione, Razionalizzazione della sanità regionale, è contestata da tutti, meno da quei due o tre Politici che se la sono "inventata" per sani e soli motivi politici, al pronto soccorso in una sola giornata si sono presentati quattro casi di suicidio, per non parlare poi di omicidi, rapine, estorsioni e cattiva moralità anche da parte di persone che fino ad un momento prima (... di far visitare tuo figlio), ritenevi integerrime. Eppure, ogni qual volta se ne parla, si tirano fuori le statistiche da cui emerge che ci sbagliamo, perché siamo tutti più buoni rispetto al... e giù la notte dei tempi!! 
Le Marche ed i marchigiani, secondo il M.M. sono da considerarsi, tra le innumerevoli eccellenze della regione, tutti benestanti o quasi, occupati, operosi, con le mani d'oro, intelligenti, onesti, incorruttibili... buoni, belli, alti, biondi e con gli occhi blu. Segni particolari, nessuno! Possibile??
E dal momento che non sono i cittadini che parlano di M.M., ma i soliti quattro "amici" degli "amici", credo che si pecchi solo di vanità o in alternativa di incapacità di vedere più avanti della propria punta del naso o proprio di pura e semplice incapacità con il punto finale. Ma si sa, questo è anche il prezzo che si deve pagare, quando la "Politica" offre i suoi posti di comando a tutti "broda e sbrufad'i (mi si perdoni se la scrittura non è esatta!)", come usano dire qui nel senigalliese, incapaci o comunque solo capaci a dire sempre SI. 
Si lo so o lo posso immaginare, il coro di voci degli "amici" e dei loro sostenitori grideranno: questo è solo populismo. Forse, sicuramente però, una voce che esce dal coro per dire NO alle bugie ed alle falsità che ci somministrano giornalmente i "politucoli" di quartiere. Come se i cittadini fossero tutti orbi, rincoglioniti e creduloni.
 
Comunque l' unica cosa che realmente e seriamente possiamo dire di possedere noi marchigiani è un patrimonio artistico, questo si un'Eccellenza, ... di cui pochi parlano e c'è allora da chiedersi il perchè. Evidentemente non sanno come gestirlo, in tassativo abbinamento con l'altro, quello delle bellezze naturali ! Potrebbe nascere l'Industria Regionale del Turismo, affidata alle sapienti mani di un coordinatore regionale, distante anni luce dalla politica, senza presidenti, senza consigli di amministrazione retribuiti e con la tessera di partito posta tra il deretano e lo scranno. Un solo tecnico che sappia coinvolgere i paesi costieri con quelli interni, evitando le solite, immancabili lotte di campanile, ma che solo un tecnico e questo si di fuori regione per essere e dare segno di imparzialità nelle decisioni.
Però, a quanto si dice e da quanto vogliono far crederci, sembra che "Modello Marche" ancora tenga bene, almeno per quel che concerne i suoi "politici", preoccupati a tenere i fondi schiena legati a quelle poltrone, che sanno bene, qualora si giungessero ai tagli del numero dei politici, sarebbero poche e verrebbe così a colpire quello che è il solo lavoro che sanno fare, male, ma credono di saper fare. Insomma di loro tutto potremo dire, meno che non sanno recitar bugie.  
                                                                  
Franco Giannini
Franco Giannini                                                                                            

giovedì 12 settembre 2013

Racconto breve dell'Italia dei "diversamente" disperati.

Quando il verde rappresentava la speranza e non la delusione com'è oggi ! 

Quel Modello di "Eccellenza Imprenditoriale Marchigiana", tanto decantata da quei quattro politucoli di provincia nel periodo pre elettorale, sembra essere svanita nel nulla. Ora si tenta di adossare le colpe del fallimento di questo modello e dell'incapacità gestionale, al periodo di crisi che attanaglia ed abbraccia tutto il mondo. E come avviene spesso in simili casi, chi picchia prima picchia due volte, o almeno loro imbecillicamente credono. Ed allora ecco che la colpa viene adossata alla Globalizzazione, ai Subprime americani, al Fallimento di Lehman Brothers, alla Recessione, all'Inflazione, alla nascita dell' €, allo Spread, alle Banche, all'EU. Non soddisfatti e nel timore che il popolo ci possa capire qualche cosa, magari per sbaglio e lì possa condannare, ecco giù ancora con termini più incomprensibili alla maggior parte dei quasi 60 milioni di "cammelli" italiani, con l'aggiunta di complessi acronimi composti di vocaboli anglosassoni : Benefit - Assets - Benkmark - Eurobond - Capital gain - Golden share - O.P.A - O.P.S. - evvia a seguire.
I problemi dell'orticello casalingo, li si è conglobati e trasferiti a quelli internazionali, lavandosene così le mani, e senza doversi addossare le colpe di incapacità gestionale, politicamente, economicamente parlando.
Le capacità manageriali di un buon governatore le si dimostrano quando le acque sono agitate e tempestose e c'è timore che la nave imbarchi acqua e possa affondare, non quando il panfilo naviga sulle acque piatte e senza un fil di vento. Tutti sarebbero capaci allora di governare, anche Cita, la scimmia di Tarzan I primi avrebbero il meritato appellativo di Capitani Coraggiosi, i secondi invece, sempre quello di Capitani, ma Codardi. 
Ma se solo potessi, il mio ordine a quest'ultimi, non sarebbe quello di "C...o salga a bordo!!", bensì "Si tolga dal C...o, incompetente!!".
Per colpa di costoro, di questi incompetenti, sia politici (tutti) che imprenditori (e qui... fortunatamente non tutti!), nella mia regione, le Marche (ognuno poi potrà parlare del suo orticello regionale) piange le morti di persone decedute per un' over dose di DIGNITA'. Due i suicidi a Civitanova M. (moglie e marito) perchè non arrivavano più alla fine del mese, un giovane in Ancona senza lavoro, ieri a Falconara M.ma un altro che ha deciso di farla finita con questa non vita.
Immagino i commenti alla Iannacci dei  nostri soliti amministratori : se ce lo avessero detto prima..., i servizi sociali sarebbero... Sempre a tirar fuori 'sti servizi sociali che non hanno neppure gli occhi per piangere, seppur il loro assessorame, continui a dire bugiardamente, per salvarsi la verginità politica-elettorale "... malgrado i tagli del governo, noi abbiamo fatto qui, abbiamo fatto là!". Infatti non forniscono aiuti, ma elargiscono elemosine come la Caritas. Solo che lo fanno con la puzza sotto al naso da bravi governanti politici, che prendono in considerazione (?) il cittadino, solo sotto il periodo elettorale, quando allora i ruoli s'invertono  e a chiedere l'elemosina è il politico di turno per un voto in più: per costoro infatti, la parola Dignità è sconosciuta.
Invece, e so bene che verrò contestato, ma me ne frego altamente, quei pochi aiuti dell'assessorato alla povertà, il più delle volte, vanno a finire a beneficio di chi sfrontatamente e senza un minimo di vergogna spesso ne abusa. La persona, invece, che DIGNITOSAMENTE vive i suoi problemi in silenzio, e si vergogna del suo stato, perchè pensa di essere la causa del suo male, è e resta sola, fino allo scoppiare del caso eclatante. E se si creasse anche una forza, non solo per scovare gli evasori (tanto si piglia solo i pesci piccoli!), ma per scoprire i "malati di sana DIGNITA'" ?
Attenzione però, cari signori !! La foto che ho pubblicato è tratta dalle pagine di FB e si riferisce alla seduta odierna (12 Sett. ore 14.00) del parlamento (la lettera maiuscola non è meritata!) dove è inquadrato il tabellone della votazione relativa al Rinvio dell'Abolizione Del Finanziamento Pubblico ai partiti. Il verde rappresentano i (dis)onorevoli che hanno votato a favore, in rosso quei rompiballe del M5S.
Attenzione però, dicevo, perchè non tutti si accoltellano, s'impiccano o comunque preferiscono autolesionarsi, sono in diversi quelli che cominciano a credere che ci siano anche altre soluzioni. Non lo so se siano democratiche, legali opportune o meno, però così si comincia a ragionare. Anche perchè si continua a prendere la gente per i fondelli, annunciando (ieri la Confindustria) che c'erano barlumi di ripresa ed oggi dopo neppure 24 ore altri organi che dicono il contrario. Ed allora, attenzione a dove mettete  i piedi !!

Fatto il pistolotto, ecco il breve racconto promesso. Non è una storia, una barzelletta, ma è verità.
Un operaio viene ripreso dal suo caporeparto mentre attraversa il luogo in cui opera e senza un perchè ben preciso, ma con la "motivazione" del tener sempre le maestranze sotto pressione, lo redarguisce per un nulla. Il che quando c'è da correre e produrre ci può o diciamo forzatamente ci potrebbe anche stare, ma quando non c'è nulla o ben poco da fare, la cosa da fastidio e procura sempre un effetto contrario. 
Infatti, l'operaio, lo segue e invitatolo a fermarsi gli dice :" Guarda, volevo solo avvertirti che domani non vengo al lavoro!". 
Al che il Caporeparto gli domanda la ragione :" E perchè? ". 
L'operaio ." Ma semplicemente perchè nel serbatoio dell'auto sono senza benzina, nel conto ho solo 15 €, ho chiesto in banca se mi anticipavano i soldi per l'affitto, ma mi sono stati rifiutati dal direttore e così ho dovuto chiedere l'aiuto a mia madre pensionata, spogliandomi dell'unica cosa che mi era ancora rimasta : la mia dignità.".
Allora il Caporeparto, che con probabilità è solito bere brodo d'aquila e che della parola dignità non conosce il significato, continua  :" Allora ritorni dopodomani?"
L'operaio :"Se uno dei soci manda qualcuno o mi viene a prendere e mi riporta a casa, ben volentieri salvo chè non mi diano gli stipendi arretrati dopo magari aver venduto le loro auto. Non lo faranno sicuramente, ma tu mi raccomando, intanto riferiscilo". 

Ecco, questa è gente che non si ammazza, è gente che se deve morire, morirà pure, ma come Sansone, perchè la loro bandiera non è più un partito, non è neppure la sigla del sindacato che non c'è più, non ha più tempo di attendere che il lumicino tra un anno diventi flebile luce, non ha più nè tempo nè pazienza di attendere: la famiglia, l'unico valore che gli è rimasto o gli era rimasto, chiede di mangiare, gli adulti almeno una volta ogni 24 ore ed i bimbi anche più spesso. Ed il mangiare non è tutto e non tutti hanno i genitori!
Franco Giannini
Franco Giannini

lunedì 9 settembre 2013

VIII CONCORSO di POESIA CESARE VEDOVELLI: 7 Settembre 2013 - VIDEO

I premi
La serata con il VIDEO della presentazione, i premi, le motivazioni e le prime tre poesie premiate di ciascuna sezione.

L'avevo lasciata Segretaria factotum del Concorso e  me la sono ritrovata, Presidente del Concorso e della stessa ACLI di San Silvestro. Sempre più factotum, sempre più oberata di lavoro, sempre più defilata dietro le quinte, sempre più entusiasta, sempre più perfezionista. Ahh, ho tralasciato di fare il suo nome, dandolo per scontato: la Sig.ra Anna Maria Bernardini.
Come sempre Anna non si dimentica di nulla e di nessuno. Ed allora quest'anno ha voluto inserire un premio particolare dedicato a suo marito, Luciano Belenchia deceduto lo scorso anno a gennaio, che fin dalla nascita del Concorso Cesare Vedovelli nel lontano 2006, l'aveva sempre seguito con entusiasmo attraverso gli occhi di Anna, essendo lui non vedente. 
suggestiva location
E così, senza quasi accorgercene, siamo arrivati all'8°a edizione. Sempre più i partecipanti, come pure le loro località di provenienza, identica la passione, come pure la suggestiva location sul campo sportivo del circolo ACLI di San Silvestro. Discreta la quantità di pubblico considerando la nicchia che la "Poesia" solitamente richiama, ma che comunque la vecchia saletta dell'oratorio non avrebbe potuto contenere.
Al piacere, nonchè alla fatica, di leggersi tutti i lavori pervenuti alla segreteria del Concorso, il difficile compito (vista la bontà di tutte le opere ) della cernita fino a giungere alla classifica finale, hanno provveduto il Presidente di Giuria Sig. Antonio Maddamma, le Sig.re Loredana Scianchetti e Valeria Bellagamba ed il Sig. Mauro Marcellini.
A creare un educato sottofondo musicale, con i suoi strumenti elettronici e percussioni Daniele Egidi della band "Quattro Cani" .
I premi erano assolutamente attinenti al tema trattato: la Poesia ! Esotici oggetti leggeri, colorati, delicati, come solamente la sapiente manualità e l'estro dei fratelli Anna e Lorenzo Marconi di "Orient Express" poteva offrire. Oggetti di un valore principalmente affettivo che ne acquisteranno ancora nel tempo, per i loro possessori, nel ricordo di questa serata. 
Non entro certamente nel merito dei contenuti di ciascuna opera, non ne sarei assolutamente capace. Del resto a questo hanno pensato coloro chiamati a svolgere questo compito. Del resto poeti, chiamati a giudicare poeti. Già di per se stesso una garanzia della serietà di questo Concorso, i cui vincitori restano sconosciuti ai giudicanti fino alla fine del verdetto.
A svolgere il compito di presentatore della serata, nonchè dai valente dicitore, Antonio Maddamma, di cui sotto, ho posto il VIDEO  con la sua introduzione alla serata e che con le sue parole ha creato una poesia nelle poesie.
Il palco con i "gradoni"
E visto, che sono un "brontolone", Anna un consiglio me lo permetterà! Il prossimo anno, un accesso al palco, più facile per le gentili signore in giovanile età, ma che non praticano più le sale da ballo dove lo "Zumba" ha sostituito il walzer. 
Tre gradoni che hanno rappresentato la parte più impegnativa del lavoro e della serata per le gentili signore.
Fortuna ha voluto che l'ingegno italiano non si perdesse in un bicchiere d'acqua neppure questa volta e si venisse a creare una nuova figura per l'occasione particolare : il VALLETTO.
E chi altri poteva far fronte a tale impegno, se non l'aitante, brizzolato Prof., il Richard Gere de noaltri : Mauro Marcellini, il poeta "giurato" e per la particolare occasione, aiuto per le signore ad attraversare le zebre, pardon a salire e scendere le scale... sotto i vigili occhi della sua Signora presente in prima fila.    


8° Concorso di Poesia Cesare Vedovelli
POESIE e MOTIVAZIONI dei PREMI
Sezione Lingua Italiana

1° - TRE DONNE (Tel Aviv 08/04/2002) – Tiziana Monari (Prato)
L'autrice, con quattro strofe di prosa ritmica, in felice equilibrio fra immaginazione e pensiero, ci offre tre ritratti di donne diverse, accomunate dall'orizzonte non dischiuso della guerra, dolorosamente disgiunte dalla vita, tutte e tre fatalmente preda della grande falciatrice.

La giuria della VIII edizione del “Concorso di Poesia Cesare Vedovelli” ha ritenuto la poesia “Tre donne (Tel Aviv 08/04/2002)” meritevole del 1° posto nella sezione lingua Italiana.

Tre donne (Tel Aviv 08/04/2002)
Ed io vivo, piccola donna dalle notte insonni, le emozioni stordite del destino
giurando di salvare il fuoco dal peccato dell'oblio
correndo controvento alla mia ombra
un velo grigio sopra il volto, una sacca gialla, una cintura imbottita di tritolo
aspettando di migrare lungo il kama, in quella oscurità di casa,
in una vita fuori corso da buttare via
io sono la punta d'iceberg,Shirin Akhras, palestinese

sono le tre di un mattino alla deriva, ed io vivo in una tenda del deserto
il sole calante che tocca l'orizzonte in profezia
sognando l'erba verde alle caviglie, il monte Rushmore, castelli sulla rena
un volo d'albatro, gli occhi legati ad un ceppo di brughiera
e sento l'ansia che mi assale ad ogni singolo risveglio
io figlia della luna, Mina Wilkinson, soldato U.S.A.

Ed io in quest'aula dalle biglie colorate, quando l'estate canta roca la sua fine
nella luce commossa della sera, insegno la storia di un popolo ferito
a bimbe con bambole di stracci, a bimbi con trappole di legno
così mendico parole, ansimo pensieri adagiata sullo stipite dell'uscio
io sono Eden Golan, docente ebrea.

Ed io sono la morte, femmina bruna
le prenderò sotto la pergola sfogliata
in un volteggio scaltro, scollando amori dai fondi di caffè
le porterò con me dalla culla profonda delle ossa
in una festa dalle dita rosse, nel buco astrale dell'oblio
nel grembo di Caronte, laggiù in apnea.

2° - L'OBOLO - Mohamed Malih (Senigallia, AN)
L'autore con “L'obolo” prorompe in una appassionata apologia del poeta, figlio del desiderioa e della vergogna, nudo difensore di versi che sono insieme “preghiera e bestemmia al dio che ha creato la bellezza”, debitore di null'altro che un obolo dai “signori dell'Opulenza”.
La giuria della VIII edizione del “Concorso di Poesia Cesare Vedovelli” ha ritenuto la poesia “L'obolo” meritevole del 2° posto nella sezione lingua italiana.

L'obolo 
Benvenuti amici nell’umile dimora dei reietti,
noi siamo i vinti
artisti di strada e ciarlatani
mendicanti e scrittori migranti
madonnari, poeti e ubriaconi
mimi e mangiatori di fuoco
parolieri a cottimo
nudi senza fierezza, ci hanno spogliati di ogni dignità
inabili alla schiavitù
siamo ad un bivio
di qua l’indignazione di la il martirio
ci manca la forza per entrambi
fiaccati da ideali di giustizia libertà e uguaglianza.
Tuttavia, o signori dell’opulenza
noi coltiviamo ancora desideri fra gli interstizi della vergogna
Ci esibiamo nelle fiere, nelle piazze, nelle sagre
Esponiamo le nostre storie ad ogni angolo
e aspettiamo l’obolo
Noi siamo i vinti e voi i magnifici vincitori
Piangiamo la nostra sconfitta e cantiamo la vostra vittoria
Tuttavia, o signori dell’opulenza
noi coltiviamo ancora desideri fra gli interstizi della vergogna
eccovi la nostra storia
ora dateci l’obolo
o liberateci anche da questi residui desideri
dove cresce la vergogna.
Tuttavia…
Al di là dell’obolo
E dell’arte mercenaria
noi custodiamo nello sguardo
un verso, preghiera e bestemmia, al dio che ha creato la bellezza
… e gli oboli
Tenetevi l’inferno e il paradiso
a me basta l’obolo. 

3° - MARE D'OTTOBREFulvio Bella (Brugherio, MB)
Il poeta? Un vacanziere ermetico, fuori tempo e sovente e fuori luogo.
La giuria della VIII edizione del “Concorso di Poesia Cesare Vedovelli” ha ritenuto la poesia “Mare d'ottobre” meritevole del 3° posto nella sezione lingua italiana.

 Mare d'ottobre
Di tutte le risa di donna,
d'isterico gioco di bimbi
solo questo è rimasto

lo sguardo sbiadito
del sole e del mare. 

Dialetto

1° - 'A FARFALLAPaolo Lacava (Fabriano, AN)
Non v'accorgete voi che noi siam vermi/ nati a formar l'angelica farfalla/ che vola a la giustizia sanza schermi?/ Di che l'animo vostro in alto galla,/ poi siete quasi antomata in difetto,/ si come vermo in cui formazion falla?”, scrive il sommo poeta. L'autore di “'A farfalla”, splendida canzone in quartine a rime alternate, ricca di graziose immagini, porta questa contrapposizione fra l'evolvere della vita di una farfalla e quella dell'uomo fino all'estrema conseguenza: da una parte il cielo, dall'altra la terra. In mezzo quel che eleva o abbassa la nostra vita:” 'a cuscienza”. La giuria della VIII edizione del “Concorso di Poesia Cesare Vedovelli” ha ritenuto la poesia “ 'A farfalla” meritevole del 1° posto nella sezione dialetto.


'A farfalla
Vola farfalla, vola e sfarfallìa,
volachi vinni 'u tempu mi ti sciali,
chi gioia, chi bellezza, ch'allegria,
vola nt'o cielu, vola iampra l'ali!!

Vermu, eri vermu picculu e pilusu,
virdi, senza putiri, né rispettu,
malucavatu, strabicu e bausu,
ambeci ora tu si' in doppiopettu;

ora tu si' farfalla 'i chiddi rrari,
no' sthrichi cchiu e non bavii “a strata,
ti zzuchi tutt'i sciuri pari pari
e ssempri cchiù cuntenta, cchiù scialata!!

'A farfalleddha è vermu p'un mumentu,
po' vola e vola, non si ferma mai,
pi' nui ambeci è propriu 'nu turmentu.....
.Vulamu pocu, non vulam'assai.....

...Simu farfalli sulu in figghiolanza,
e chista est'a vera differenza:
'U vermu si trasforma e poi....Si 'llanza,
nu' ambeci vermi puru nt'a ...Cuscienza!!.....

E cchiù 'mbecchiamu e cchiù ndi 'mbermicamu,
ndi sdillabramu, ndi facimu brutti,
vermazzi, carasentuli...E sthricamu,
sthricamu e baviamu tuttu e tutti!!

E puru ropu morti, 'o cimiteru,
pi' rrimoddhari l'urtimu r'i guai,
sthricamu, sthrascinandu nt'o ….Sinteru,
lassand'a scìa, ammenz'e colombai..........


2° - SOTTA 'L NO'C'Daniela Gregorini (Fano, PU)
Nessuno è tanto vecchio che non creda di poter vivere un altro anno, scrive Cicerone. Che non speri di vivere un altro giorno, lo corregge Seneca. La verità è nel mezzo, forse, nel volgere di una stagione, come sa un contadino che conosce la terra. Il vecchio noce “ombra granda” sull'ultima estate del vecchio padre. La pelle delle sue ossa asciugata dall'età come quei malli acerbi che seccherà l'inverno. Poesia dal sapore antico, come quello di quei frutti da “tnè da cònt”.
La giuria della VIII edizione del “Concorso di Poesia Cesare Vedovelli” ha ritenuto la poesia “ Sotta 'l nòc'” meritevole del 2° posto nella sezione dialetto.

Sotta 'lnòc'
Stài,
a sèda sotta 'l noc' tua a sèda sotta 'l noc' tua sèda sotta 'l noc' tua 
dvèntàt ombra granda
ch' t' custodisc', compagna,
dalla caldaccia d'un 'istàt lònga,
per te ormai stracca. .
Enn sopòrti più
'l calòr del sòl ch' t' picca
la pèll di oss tua
sciugati dall'età,
ch' pista le porch tua
frèsàt dal tèmp.
Arguardi l' frasch verd dl'albr
ch'hai piantàt 'n sacc d' stagiòn fa:
s' cminc'n a tegn,
d'canìt, pròssim autunn
e tu, sa la testa
bandonàta all'indrìa,
vai cercànd i mall
gèrbi che l'invèrn,
com sèmpr, seccarà.
Cascarànn per terra, le noc' fatt,
gaoc'l dur, sciùtt 'l garùll,
com piac' n ma te. .
Pù, gòbbi 'l sguàrd,
carezzand 'l fust sapùt,
dal pàr d' tè, e le gricc' sua tutt compàgn,
sincèr, come quell dla faccia tua
fin a incontrà l'màn tua, a spendolòn,
licenziàt da la vita; tant vòlt
hann arcòlt e tànt strongàt
la gramaccia per tnè da cònt i frutt.

Da già 'l sài ch' còstànn,
'nn le podrài arcòi,
l' noc', pàdr mia e d' st'albr.


3° - ADESSA SI... - Letizia Greganti (Montemarciano, AN)
Brutta da giovane, bella da vecchia. Ma sarà proprio così? Lo specchio, croce e delizia di una donna. La soluzione sta nel non chiedergli, nel rispondergli da pari a pari. Soprattutto ora che “l' curv s'en tutte par.giat.”. Ironia di una donna di terza età (o terzietà?).

La giuria della VIII edizione del “Concorso di Poesia Cesare Vedovelli” ha ritenuto la poesia “Adessa si...'” meritevole del 3° posto nella sezione dialetto.

Adessa si.... 
Tant temp fa, a l' specch.i...
dumandava:ma c'ne una
più brutta d'me? 
Stì capei più s'slongh.n
più s'arbrigul.n 
com i ricci sotta 'l piaulett.
Nev o sol, 'n pum.dor 'l nas
jocchi da gat, gent ruscett
sinò pareva 'na pupa da birocc.
Roscia com'na papola
dietra a frizzi, p'l pett a mela
in prupurzion gross 'l viulin.
Adessa, assicurata ch' so io 
a l' specch.i...i digh:
c'è pogh da ghignà 
troppc' n' sarà pegg d' me.
I capei en bianchi 
ma finalmente dritti.
Si la faccia nun fosse 
da ragnatel d' fossi sulcata
ligia saria, com rapa
apena scarpita.
'L pett passa inus.rvat
vist ch'a pera è duv.ntat.
D'l rest nun m'lament
nicò prupurziunat 
l' curv s'en tutt par.giat.
Cert arp.sand com'era 'na volta
adessa si, ch' m'accuntentaria
fors 'n'era tutta da buttà via.



Franco Giannini 
Franco Giannini