mercoledì 25 aprile 2012

PIETRO RANDI... la sua testimonianza !!

ovvero la sua vita, quella delle altre generazioni che lo hanno preceduto nonchè quella a cui ha ceduto il testimone, tutte  passate in libreria a condividere cultura!

 
Gli amici dei miei amici sono anche amici miei. E per questo l'importanza che a loro riservo non è di certo della stessa importanza e riservatezza di quella che si offre comunemente sulle pagine dei social network. Quando poi questi sono presentati da persone comel'amico Dario Petrolati, allora, assolutamente le porte non vanno aperte, bensì spalancate. Considerando poi la qualità eccelsa di questo personaggio, PIETRO RANDI, classe 1924, posso considerarmi orgoglioso, onorato e fortunato di poter ospitare sulle pagine del mio modestissimo blog questo suo scritto . Un documento storico, vissuto in prima persona, che racconta la vita succedutasi nel corso degli anni e che ha coinvolto ben 4 generazioni in una libreria per la quale sono passate tutte le migliori intelligenze di Padova nel corso di oltre un secolo di vita. Quasi che fosse, ma sono certo che sicuramente lo è stata, l'ombelico della cultura patavina e non solo. Ma in questa Italia, dove tutto il buono scompare sempre sotto la falce dei tagli economici, anche le librerie non ne sono rimaste esenti. Infatti lo scritto risale al 2006, ma gli eventi come si vedrà ne hanno modificato il finale. Ma non vado oltre e vi lascio alla piacevole lettura della storia senza un titolo preciso e che quindi semplicemente  inizia così...           (fg)


Se è vero che quella del libro è una malattia, la mia salute ne è favorevolmente minata fin dalla nascita. Libraio di terza generazione, carico di anni oltre cinquanta dei quali spesi fra i libri, mi guardo indietro e mi convinco che quella dei geni non è una frottola. Fu mio nonno paterno Giovanni Battista (Foto) (1875 – 1931), scampato con la famiglia all'età di sette anni dal paesino di provincia della Bassa Padovana Masi sulle rive dell'Adige, dove era nato, per lo straripamento del fiume del 1882, a trovare lavoro in una libreria di Padova, la Drucker, e dopo qualche anno vedersi offrire l'acquisto di altra libreria di Padova, la Draghi, fondata nel 1850 da Angelo Draghi (1831- 1915 libraio nonché attivo patriota) che gli eredi mettevano in vendita. L'acquistò a rate, godendo della fiducia degli eredi del Draghi, provando quella straordinaria emozione quale fa bene rivivere Pietro Galletto nel suo “Galantuomini padovani dell' 800” (edito dalla Draghi nel 1993) ricordando la figura di Giovanni Battista Randi. Aveva appena quarantacinque anni Giovanni Battista quando diventava paròn della Draghi ma godeva della straordinaria esperienza acquisita alla scuola del Drucker e di una grande fiducia nelle proprie forze.
L'attività della Draghi, gestita per settant'anni dal suo fondatore, diventata Randi, vantava oltre alla stima di clienti e fornitori, una vasta rete di rapporti con i principali editori esteri, principalmente in Germania.

Era anche poliglotta, il Drucker, come documenta un piccolo diario che gelosamente conservo sul quale, con minuta calligrafia, registrava la quotidiana attività in libreria in italiano, in inglese e francese annotandovi in caratteri greci i frequenti appuntamenti galanti.
Giovanni Battista Randi, mio nonno paterno, paròn Titta come veniva affabilmente chiamato, fu libraio ma anche illuminato mecenate fra l'altro fece dono alla Magnifica Comunità Cadorina dell'autografo del “Cadore” di Carducci, con una lapide posta sulla facciata sovrastante la vetrina della libreria ricordò la nascita, ivi avvenuta nel 1842, di Arrigo Boito musicista e letterato. Ne fu erede materiale e spirituale il figlio Giuseppe (1901 – 1978) mettendo a buon profitto i geni ereditati dal padre. Sotto la sua guida la libreria acquisì nuovi spazi ingrandendosi, nuovi reparti imponevano una più assortita disponibilità di libri, sua l'iniziativa per la “Saletta degli incontri” alla quale accedevano i numerosi circoli culturali della città, sua inoltre la realizzazione di una galleria d'arte, La Chiocciola, che al primo piano della libreria accoglieva i nomi più significativi dell'arte contemporanea.
Nascevo io, era il 1924, inconsapevole erede di tradizione e storia trasmessami dal gene nel quale la malattia del libro occupava il 90%.
Smessi gli studi universitari, nell'immediato dopoguerra davo libero e più ampio spazio alla mia predestinazione genetica : la libreria.
Parigi era il cuore pulsante dell'attività culturale, editoriale e libraria del momento e a Parigi, all'ombra della potente Hachette di Bd. Saint Germain, ebbi modo di avvicinare quel mondo, conoscenze ed amicizie che avrebbero accompagnato il mio impegno librario. A Parigi mi attraeva il mondo universitario del quartiere latino, prodigo di iniziative, di incontri, di fermenti culturali e filosofici che imponevano alla scena mondiale il primato culturale francese. A St. Martin faceva testo l'esistenzialismo di Sartre, mentre Jean Cocteau, Albert Camus, Antoine de Saint Exupery vantavano tirature che diffondevano nel mondo la nuova cultura francese, era ministro e letterato André Malraux. Una lettera di Diego Valeri mi presentava a Bedarida, titolare della cattedra di letteratura italiana nell'Istituto di Rue de l'Ecole de Medecine. Un brevetto di lingua e letteratura francese ottenuto alla scuola della Sorbona diretta dal severo professeur Fouché (faites les grimaces, ci imponeva insegnando la corretta pronuncia) concludeva il mio stage parigino. A Parigi mi attraevano anche i bouquinistes, curiosavo nelle loro “boites à bouquins” nelle quali trovavo ed acquistavo quelle partiture musicali in formato tascabile nelle edizioni originali stampate di Ernst Eulenburg a Lipsia negli anni '30 nella “Kleine orchester Partitur Ausgabe” al prezzo di un marco o poco più, diventate rare. Soddisfacevo il mio interesse alla musica rivivendo così anche recenti esperienze di orchestrale.
Fu la successiva esperienza newyorchese ad aprirmi la finestra sull'altro versante del mondo del libro, il versante sconfinato della lingua inglese con la quale i grandi editori facevano conoscere al mondo le scoperte sempre più sofisticate e d'avanguardia delle ricerche scientifiche e della tecnologia americana, poi Londra da dove partivano i messaggi della nuova cultura inglese, libri stampati in centinaia di migliaia di copie destinati al vastissimo mondo anglofono, pacchi e casse di libri indirizzati ai mercati di Sidney, Melbourne, Cape Town, Montreal, il Commonwealth sul quale non tramontava mai il sole. Poi la Spagna, un mare di librerie e di editori dalle dimensioni imprevedibili, un altro mondo, quello di lingua spagnola, dove editori come Aguilar, Espasa, Gili, Herder, solo per ricordare i maggiori, riversavano e commercializzavano in altro versante del mondo la loro produzione. Rientravo nell'orizzonte economicamente piccolo della libreria padovana con un bagaglio di conoscenze e di rapporti da mettere a profitto all'ombra dell'antica e gloriosa Università insieme alla quale, oltre al caffè Pedrocchi, l'ormai antica libreria Draghi rimaneva punto di riferimento e d'incontro per la città. Aldo Carboni, studente nell'università patavina, intervistato da Enzo Crea (Sole 24 Ore di domenica 8 febbraio 2004) bene ricorda i Maestri dell'Ateneo patavino : ConcettoMarchesi, Magnifico Rettore nel difficile '45, e Manara Valgimigli entrambi ospiti quotidiani ed amici della libreria, il primo rapito suo malgrado a Roma dalla politica, il secondo sottratto anch'esso a Padova per la breve parentesi ravennate chiamato a reggervi la Classense, erede spirituale del suo maestro Giosuè Carducci. Il Valgimigli si confidava in libreria con la Lea e successivamente con me quando gli venne gravoso salire la pur comoda scala “la Chiocciola” che portava al primo piano della libreria che ne ospitava l'amministrazione. Lo accompagnava quotidianamente alla libreria il fidato autista Fortunato il quale pilotava in modo maldestro per le tortuose strade di Padova e della provincia la piccola Bianchina nella quale Valgimigli trovava spazio con non poca fatica.
Negli anni tanti e tanti letterati, scrittori, politici, artisti, ammiratori devoti lasciavano la loro testimonianza d'affetto alla libreria, ricordando spesso un'antica frequentazione universitaria, testimonianze affidate ad un elegante quaderno che tutt'ora gelosamente conservo in uno scatolone pieno di storia. GiovanniSpadolini che non mancava di visitare la Draghi ogni qualvolta a Padova, il primo aprile 1985 vi scriveva “con affettuosa ammirazione rivivendo tanti anni dopo l'ombra di Valgimigli”. Un piccolo libro pubblicato nel 1950 a cura di Oliviero Ronchi a ricordare i 100 anni di vita della libreria porta le testimonianze di Giuseppe Fiocco, Concetto Marchesi, Manara Valgimigli, Diego Valeri.
Nella testimonianza indirizzata a Giuseppe Randi, mio padre, così si esprimeva Concetto Marchesi con lettera da Roma del 20 dicembre 1949 “nè l'Università né Padova potranno scrivere in questi ultimi cento anni la loro intima storia senza tener conto di quella libreria sotto il breve portico di via Cavour” e oltre “ma nei miei ritorni a Padova – la città diletta – dove non ho più la mia vecchia casa né la mia vecchia scuola ho una cosa che è ancora mia e non invecchia: è quella bottega di libraio dove la mia vita di studioso, di Maestro, di amico continua, come sempre”.

Al primo piano della libreria che ospita il mio piccolo tavolo di lavoro oltre quelli più grandi delle fanciulle addette all'amministrazione, sono appesi ad una parete tanti piccoli ritratti con dedica: amici, frequentatori, clienti che hanno lasciato una traccia nella storia della libreria, che a nominarli imporrebbe per ciascuno di essi un ricordo, un episodio. Di tanto in tanto qualcuno s'aggiunge, segni del tempo che trascorre.
Mi guardo indietro, anche la mia vita è ormai quasi storia, la libreria padovana, la Draghi, continua, continuerà ancora quando io non ci sarò più, siamo su questa terra come una fragile meteora, la continueranno i miei figli, anch'essi eredi dei miei stessi cromosomi tempi impietosi imporranno delle trasformazioni ma non potranno cancellare una storia appassionatamente vissuta.

Pietro Randi

PS: L'attività della libreria Draghi, passata nel frattempo ai miei figli, è cessata nel luglio 2011
Padova 06/04/2012

25 Aprile 2012


« Era giunta l'ora di resistere; era giunta l'ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini. »Piero Calamandrei

Voi ci siete riusciti, per fare il nostro bene. Altri, dopo di voi, hanno cercato di mantenere i successi conseguiti. Noi, invece, ci siamo sbragati, abbiamo rovinato quanto da voi creato e ci stiamo ritrovando sotto un nuovo, impensato dominio economico dei novelli crucchi dell'Angela Merkel. Stessa fame, stessa sudditanza (psicologica!), stessa miseria, stesse pezze al culo, stessa disoccupazione, ma contrariamente ad allora, una strana rassegnazione. Qualcuno crede di scimmiottarvi, solo perchè ha preso o scelto la strada dei "Monti"... si "Mario". A parte la battuta, immagino che, ovunque vi troviate, a sentire le belle parole, oggi ormai inutili e vuote vista la luce dei fatti, che verranno elargite "a piene mani" in queste 24 ore di patriottismo retorico, nei vostri confronti, immagino dicevo, a come vi rigirerete nelle vostre tombe. Scusateci, scusateli !! Sanno quello che fanno, solo che se ne fregano! E noi, quella "carne da macello", con il marchio indelebile di  popolaneità verace e genuina, forse avremo di nuovo il coraggio di ritornare a guardarvi negli occhi, in quelle vostre vecchie sbiadite foto del tempo, solo quando riusciremo ad essere più indipendenti e meno sottomessi al dominio straniero che oggi viene chiamato EU, facendo fede a quell'articolo 1 della Costituzione, al quale tutti si ispirano, ma che nessuno poi mette in pratica ! Democraticamente ??? Allora credo che per questa vita ciò resterà un miraggio...almeno per me! Auguri ai posteri!
di Franco Giannini

giovedì 19 aprile 2012

Raccolta differenziata, nuovamente in distribuzione i sacchetti per l’umido


Da circa una settimana sono riprese le consegne, quasi tre mesi di "astinenza"

La lunga fila di persone anziane, in attesa del loro turno, mi ha dato subito la percezione che il lungo periodo di astinenza da questo servizio era terminato.

Infatti già da oltre una settimana, come mi ha poi riferito l’addetto alla distribuzione, il servizio è ripreso regolarmente.

Quello che ho apprezzato maggiormente è il fatto di non aver letto da alcuna parte, salvo che non mi sia sfuggito, comunicati stampa, che annunciassero pomposamente che i sacchetti erano finalmente disponibili.

Ora però, dal momento che sono stato ripetitivo, scocciatore e monotono nel segnalare la cattiva gestione di questo servizio, che non ha funzionato per ben tre mesi, ritengo doveroso, in egual maniera, segnalare, che malgrado i tempi poco rispettati, ora si è ritornati alla normalità.
Le distribuzioni, quindi, sono riprese nei stessi luoghi, nei giorni e nelle ore abituali.

Anche se devo dire, mi sarei atteso due righe di scuse ai cittadini per il disservizio e le spese arrecate ai cittadini, da parte dei responsabili… atteso, ma non sorpreso, perchè questa è una abitudine più politica che di bon ton!


Franco Giannini
Già pubblicato Lunedì 16 aprile, 2012 su Senigallia Notizie. it

Questi i Commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :

Patrizia
2012-04-17 08:53:21
Buongiorno, come mai alcuni supermercati di Senigallia, anche di notevoli dimensioni, non fanno la raccolta differenziata e buttano i prodotti imballati scaduti nel grigio? In un giorno gli stessi buttano nel grigio quello che una famiglia media butta via in un anno.....

lunedì 16 aprile 2012

Da Auto Blu ad Auto Bianche, risolto così il problema tagli all’Asur senigalliese?















... non vorrei che fosse la verniciatura a fare il "Monaco"...

Il lunedì di Pasqua mi trovavo sul sagrato della chiesetta dell’Ospedale Civile per una cerimonia funebre di un’amica di famiglia, quando gli occhi mi sono caduti su sei vetture ben schierate e parcheggiate sul lato sinistro, guardando la chiesa, della piazzetta.

Tutte nuove di zecca. Tutte con la targa iniziale “E“. Quattro di queste, risalendo sempre alla loro doppia sigla “E” ed numero di targa quasi consecutivo, credo ritirate proprio da pochissimi giorni dal concessionario.

Or dunque. Da mesi si parla, a livello nazionale e non solo, di tagli. Tagli ai vitalizi di coloro che si ritengono potenti, tagli ai loro stipendi, tagli ai loro benefit, taglio alle auto blu. Appunto, se ne parla, forse anche troppo, anche se poi non si va tanto più in là.

Ora a queste “chiacchiere salottiere” si sono aggiunte anche le discussioni, i dibattiti, le trasmissioni televisive, su quelle che vengono chiamatedistrazioni” di denaro all’interno dei partiti politici. Fuori le si chiamerebbero rapine, furti, appropriazioni indebite. Invece dentro la “Casta”, che poi tanto casta non è, forse per il solo fatto che alcuni di costoro sono parlamentari, per salvaguardare il loro perbenismo vengono definiti, capitali distratti.

Ma tra i “distratti“, nel senso reale della parola, ci sono anche i capi bastone, che preferiscono fare meglio la parte degli ingenui, degli sprovveduti, dei fessi, pur di non confessarsi corresponsabili con i loro tesorieri che avrebbero dovuto controllare. Un premier politico, dovrebbe essere come un generale. Dovrebbe risponde sempre di tutto e di tutti, anche del suo ultimo soldato semplice. E come qualsiasi militare che si rispetti, il suo obbligo morale è affrontare le difficoltà de visu e non girando le spalle ed incolpando gli altri.

Ecco che allora, come semplice cittadino, vedendo quelle macchine che facevano bella mostra, mi sono posto delle domande a cui gradirei che qualcuno, gentilmente, potesse darmi delle risposte. Dal momento che sono uno di quelli che pagano, vorrei conoscere, vorrei sapere, non vorrei fare la parte di colui che mette la teste sotto la sabbia. Insomma, se c’è da brontolare lo vorrei fare a ragion veduta.

Premetto subito che non lo faccio per indagare, temendo chissà quali sotterfugi o pensando a chissà quali “distrazioni“. Ma solo per avere alcune informazioni in merito, poiché anche nei confronti della Sanità, si parla e si legge sulla stampa, quasi quotidianamente di tagli, di riorganizzazioni, di Area Vasta, di ridimensionamento, di delocalizzazione del personale, ed il tutto per contenere i costi. E solitamente quello che non mancano sono le “Rassicurazioni“. Io a queste preferisco dei dati concreti per potermi fare poi una “mia idea” personale.

Allora, onde non fare la figura, come dicevo, del “Cittadino distratto“, nel senso più appropriato della parola (al più farò quella del malfidato o quella del fesso), gradirei sapere il perché di questo parco macchine rinnovato, quando le auto blu (e credo che anche queste dovrebbero rientrare nella statistica nazionale) dovrebbe essere ridotto. Gradirei conoscerne il costo totale di questa operazione, da che organo è partita l’idea ed il perché della scelta temporale in questi momenti di crisi.

Inoltre il tipo di alimentazione di queste vetture (benzina, gasolio, metano, GPL), il numero esatto del parco autovetture e quante di esse siano state recentemente sostituite. Infatti, sei erano lì, ma solitamente vengono utilizzati anche altri parcheggi, quali quello del Poliambulatorio al Campo Boario.

Chiedo inoltre se sia stata presa in esame la possibilità di acquisto di auto solo elettriche e non ibride (se non dà il buon esempio il pubblico e chi lo deve dare?), viste le percorrenze che voglio credere dovrebbero essere cittadine. E se si, la motivazione per cui si sia preferito optare allora per quelle tradizionali.

Ultima domanda: perché non sono tutte di un unico modello con cilindrata minima, ma abbiamo anche motorizzazioni maggiori? Una specie di ammiraglia? Che compito svolge e da chi viene solitamente usata?

Un “grazie” anticipato e sincero a chi potrà e – in principal modo – vorrà, fornirmi le risposte.


Franco Giannini
Già pubblicato Sabato 14 aprile, su Senigallia Notizie.it

Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :

gino s.
2012-04-14 14:01:57
la tassa fissa sul ticket di 10 euri, inventata da berlusconio e accolta a braccia aperte da spacca (PD) mentre umbria e toscana si sono rifiutate di applicarla ha servito a qualcosa...
gino s.
2012-04-14 14:37:18
le macchine almeno posso essere spostate! se tra un paio di anni chiudesse l'ospedale di senigallia potrebbero essere trasferite a fabriano, così sarebbero di servizio magari anche a gubbio e gualdo tadino!! la struttura ospedaliera invece è un "immobile" e non avrebbe alternative se non quella della "riqualificazione" a residence con 400 mini-appartamenti turistici. Basterebbe una seduta di consiglio comunale col tema all'ultimo punto dell'ordine del giorno, senza alcuna discussione preliminare e con voto rapido alle 4 di mattina. Così si saprebbe sulla stampa il giorno dopo in tutta sorpresa e a cosa fatta.
Claudio
2012-04-15 14:38:05
Anche se può centrare poco sull'argomento, anch'io avrei una protesta da fare. Come queste auto sono uno spreco di soldi, al distaccamento ospedaliero di (...omissis...), abbiamo un addetto allo sportello incapace, incompetente, e non ha voglia di lavorare. Quindi anche lo stipendio di questo signore è uno spreco di soldi, dei NOSTRI soldi.

A questo mio articolo ha fatto seguito la risposta del responsabile del settore:

Rinnovato il parco mezzi dell’Asur di Senigallia tra economia ed ecologia

Il responsabile mobilità Ezio Amadio dà le risposte alle domande di Giannini per i Diversamente Giovani

Dopo le domande, le risposte. L’Asur Area Vasta n.2, facendo riferimento allarticolo del 14 aprile 2012 a firma di Franco Giannini “Da auto blu ad auto bianche, risolto così il problema dei tagli all’Asur senigalliese?“, fornisce alcune precisazioni alle domande che il curatore della rubrica “Diversamente Giovani” si e ci poneva.

E’ il Responsabile della Mobilità Aziendale – Ezio Amadio – che, con mandato della Direzione generale, fornisce le seguenti informazioni:

Con determina ASUR n.1076 del 10 novembre 2009 avente per oggetto “noleggio autoveicoli occorrenti alle Zone Territoriali n. 4, 5, 6 e 7. Adesione convenzioni CONSIP” si è provveduto a rideterminare il parco auto aziendale operante dall’anno 2000.
- Per quanto attiene la ex Zona Territoriale n.4, tramite adesione alla convenzione CONSIP, sono state affidate alle Ditte Leasys Spa e Lease Plan Italia i noleggi dei seguenti mezzi:
- n. 08 Fiat Punto 1.4
- n. 18 Fiat Panda 1.2
- n. 12 Fiat Panda 1.2 4×4
- n .14 Fiat Panda Van 1.3
- n. 03 Fiat Doblò Cargo
- n. 03 Furgoni Renault

In totale 58 mezzi operativi da maggio 2010, tutti di piccola cilindrata e di nuova immatricolazione, nonché il 30% di essi è ad alimentazione ibrida – benzina/metano; nel rispetto di quanto previsto dal decreto del Ministero dell’Ambiente del 27/03/1998 in merito alla riduzione delle emissioni inquinanti.
- Il noleggio ha durata di 60 mesi con percorrenza di 75.000 Km, assicurazione senza franchigia, auto sostitutiva per fermo tecnico superiore alle otto ore lavorative, manutenzione tecnica, ecc.
- Il costo è di € 172.899,00 annui.

Rispetto alla fornitura del noleggio precedente è stata operata una riduzione del 5% del parco mezzi nel rispetto della normativa sopracitata.
- Nessuna delle autovetture è assegnata in forma stabile ad alcun Dirigente compreso il Direttore Generale.
- L’utilizzo dei mezzi è subordinato alle esigenze istituzionali dell’Azienda e gestito con planning giornaliero da un operatore dedicato che provvede anche a tutte le esigenze di manutenzione dei mezzi (meccanico, gommista, carrozziere ecc), in quanto gli stessi debbono essere riconsegnati in ottimo stato salvo la normale usura.
- Tutte le spese di manutenzione sono a carico delle Ditte a cui è stato affidato il noleggio.
- I mezzi sono esclusivamente utilizzati dagli operatori sanitari e tecnici per le funzioni che si svolgono sul territorio di pertinenza della ex Zona Territoriale n.4, quali: assistenza domiciliare infermieristica, riabilitativa, medica, psicologica, sociale, vigilanza nei luoghi di lavoro, ispezione di igiene/sanità, assistenza veterinaria, guardia medica domiciliare, prelievi domiciliari, riabilitazione psichiatrica, trasporto del vitto e materiali dai magazzini centrali, assistenza tecnica, spostamenti di operatori per esigenze di tipo amministrativo ed istituzionale ecc. ecc.
- Tutte le attività sopra elencate, prima della creazione del parco macchine aziendale, erano effettuate con auto private dei dipendenti e soggette a rimborso spese kilometriche con importi di gran lunga superiori all’intero costo del noleggio.
- L’intera procedura di acquisizione è avvenuta tramite la centrale acquisti per la Pubblica Amministrazione italiana CONSIP. Il suo azionista unico è il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Inoltre, nell’area ospedaliera sono presenti anche alcuni mezzi elettrici (bicicletta e carrello di trasporto) per spostamenti di persone e cose.

Nella speranza di aver compiutamente risposto alle osservazioni si resta a disposizione per qualsiasi altro tipo di informazione in merito.

Posizione Organizzativa – Dipartimento d’Emergenza
Il Responsabile Mobilità Aziendale
Amadio Ezio


ASUR Area Vasta n. 2 Senigallia
Pubblicato Mercoledì 18 aprile, 2012 alle 11:09

Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :
Ci sono 3 commenti
piero
2012-04-18 19:19:12
pure fin troppo chiara sta spiegazione: l'ASUR spende 173mila euro l'anno per affittare 58 veicoli, quando con la stessa cifra in 3 anni ne potrebbe acquistare altrettanti e tenere di sua propria proprietà!!
Marcello Liverani
Marcello Liverani
2012-04-18 22:25:08
Ma se le acquistasse...niente più gare di appalti dopo.
Claudio
2012-04-19 11:20:09
Le spese per il parco macchine, sono state ridotte del 5%, ma i servizi ai cittadini, si sono ridoti molto di più del 5%. Come mai?




giovedì 12 aprile 2012

Pasqua: agnelli, messaggi, riflessioni, ma infine le solite lacrime da coccodrillo

Però a qualche cosa è servito...

Sarei un falso, che più falso non si può, se cominciassi con il dire, che il messaggio sulla “mattanza degli agnelli mi ha rovinato la Santa Pasqua, o la digestione stessa. Sarei stato ancor più falso, però, se mi fossi ritrovato qui a scrivere, dicendo di non aver toccato una bistecchina di sì simile tenera carne e magari ora sto sciogliendomi in lacrime da coccodrillo di forleana memoria.

Vero è però, che mentre centellinavo un divino Limoncello, fatto artigianalmente dalla compagna di mio figlio con limoni campani, onde favorire il processo digestivo un po’ impegnato, sprofondato in poltrona, sorseggiavo e sinceramente riflettevo sui contenuti ed i commenti che avevo prima letto, sul consumo di questa carne.

Dirò allora subito il mio pensiero in merito. “In medio stat virtus“, ovvero la virtù sta nel mezzo. Per cui la locuzione è un invito nel ricercare un equilibrio che ci ponga all’infuori di ogni esagerazione. Ed ho la netta convinzione che in questo caso un po’ di esagerazione ci sia. Una esagerazione che oggi tende a volte a farne anche una quasi “moda“, prima che ancora di un comportamento.

Libertà di pensiero quindi agli animalisti, ai vegetariani, a chi non la pensa come non la pensiamo noi. Cerchiamo però di non combattere, ma di controbattere quelli che sono gli altrui pensieri, senza però eccessive esasperazioni.

Tante sono oggi le cose che si fanno e che sappiamo non dovremmo fare.
Vorrei sapere quanti sono i Cristiani, che con la mano sul loro cuore potrebbero giurare di rispettare, clero compreso, quei dieci Comandamenti con i quali il Padreterno ci ha regolamentato la nostra vita. Figuriamoci poi quelli che non si sentono obbligati a questa regolamentazione.
Eppure oggi i NO sembrano prevalere sempre sui SI. Ma poi se si guarda bene in fondo è una mera illusione “ottica“, perchè non è così. Il SI solitamente è abilmente, furbescamente, malignamente mascherato da manovre dettate da interessi Politici, Economici, Egoistici e Colonialisti (anche se si vuol far credere che il colonialismo è cessato, ma è subentrata al suo posto la speculazione economica che compera tutto, come un nuovo Lucifero, anche le anime degli abitanti dei paesi poveri).

No allora alla carne di balena, no alla carne di agnello, no a qualsiasi carne, ed allora per par condicio neppure quella di pesce, perchè anch’esso è un essere vivo che ha diritto alla non sofferenza, ma anche vero allora neppure più l’uso del cuoio per le scarpe, la lana per i maglioni, i tappeti per le case signorili, NO alla caccia alle foche e No alle pellicce, ma NO neppure ai vari manufatti in Cashemire, NO all’uso di Delfini in campo militare, ma allora anche NO ai carburanti, NO al Nucleare, NO alle auto, NO Alla cementificazione, NO agli allevamenti intensivi, No alle disposizioni impartite dalla FAO per alleviare quella che dovrebbe essere la fame nel mondo e quindi NO anche alla FAO stessa.

Si potrebbe proseguire con i NO e se si creassero dei comitati, delle associazioni contro ognuno di questi No, si potrebbero inscenare manifestazioni giornaliere nelle metropoli, con lancio di volantini specificando che sono in carta riciclata (tanto per fare scena), con fiaccolate, sceneggiate a tette nude come usano fare nei paesi della EX Cortina di Ferro, o usando il corpo nudo giovane femminile di veline per la battaglia contro l’uso delle pellicce, sit in nelle piazze con blocchi ed intralcio del traffico e di quella poca economia rimasta. Folkloristici, ma indubbiamente anche utili, inutile negarlo.
Risultati encomiabili, come del resto quelli ottenuti dagli attivisti di Greenpeace nella lotta alla caccia alle balene. Risultati positivi, ma diciamolo francamente, anche in dosi omeopatiche.

Però, c’è sempre un però alla fine di ogni riflessione, tutto questo movimento per invogliare a fare un passo indietro che cosa ci comporterà? Se si tratta solo di adeguare un sistema di alimentazione, non è che sia poi una cosa tanto difficile da adeguare, sempre se parliamo a livello di un’ economia locale. Ma di posti di lavoro, ne vogliamo parlare? Quali saranno le novità, sapremo organizzarci e se si, in quali tempi? Non vorrei che scemassero il numero di manifestazioni degli animalisti, con l’aumento di quelle di padri di famiglia e giovani senza più lavoro in quei settori in cui il NO avrà avuto ragione.
La Sardegna, potrebbe insegnarci…oggi non più fabbriche, il turismo in mano agli arabi, l’allevamento già oggi ridotto, scomparirebbe.

Un motto della FAO invita a “Pensare globalmente, agire localmente“. Essendo un organizzazione “politica“, affidata furbescamente a personaggi di paesi sottosviluppati, più facilmente adomesticabili, dai suoi primi tentativi di fondazione risalenti al lontano 27 giugno 1905 per interessamento del nostro Vittorio Emanuele III, il quale,unitamente a 74 delegati di Stati partecipanti, sottoscrisse una prima bozza di quella che poi divenne la Fao. Sotto i ponti ne è passata di acqua, di tempo, di promesse e di denari in immense quantità, ma con scarsissimi risultati. Alcuni personaggi ci si sono arricchiti. Si sono costruite sedi faraoniche in tanti paesi, con decine di migliaia di persone che operano al suo interno, con risicati risultati (che però ai paesi evoluti sono più che sufficienti!!). Si continua a morire di fame e non solo.

Allora mi stanno bene tutti i no, con i buoni propositi, mi stanno bene coloro che si dichiarano vegetariani, mi stanno bene tutti coloro che si dichiarano disponibili a fare un passo, anche due, indietro, adeguandosi al “se mi mangi, sei tu che mi uccidi“, ma vorrei che anche alcuni di quei NO che alla fine silenziosamente producono sottobanco dei SI, venissero sputtanati con la massima sincerità all’opinione pubblica.

Allora è meglio uccidere un agnello o far crepare un umano dentro le carceri cinesi? Che cosa viene fatto per evitarlo? Qual’è la priorità da assegnare tra il benessere del criceto e quella del nonno ottantenne con l’alzheimer? Parlare solo dicendo che va bene il nonno ma anche il criceto, mi fa sorgere il dubbio, perchè per il nonno non vedo fiaccolate! Meglio che passeggiano indisturbate le vacche sacre per le vie di Nuova Delhi o che i Paria continuino silenziosamente a morire di fame? Anche di questo non si parla e non si combatte ! Chi è pronto ad armarsi ed andare a combattere i cinesi e gli indiani (tre miliardi di persone) che hanno cominciato a scoprire gli allevamenti intensivo, di tutti gli animali commestibili (i cinesi anche cani e gatti) assorbendo quasi totalmente le produzioni di mais, soia. Hanno scoperto che il riso non è più sufficiente al loro nutrimento, o quanto meno ci scimmiottano, non sapendo a che cosa andranno incontro. Altro allora e riprendo da dove ero partito, alla bistecchina d’agnello, ai 700 mila agnelli che vengono uccisi oggi in Italia…

Non aspettatevi neppure l’aiuto da parte dei nostri politici, impegolati con salamelecchi, genuflessioni, viscide e schifose, nei confronti di questi due paesi emergenti. Dietro lo scudo della globalizzazione, degli egoistici sistemi economici, a questi popoli tutto è permesso. Siamo, come dicevo sopra, colonizzati dalla loro potenzialità economica. E’ il dio quattrino che la fa da padrone. Siete troppo distanti perchè Il vostro urlo di “Se mi mangi, sei tu che mi uccidi“, giunga a destinazione. Se poi pensate che si potrebbe far meglio ma basta intanto con l’iniziare, allora chi si accontenta gode!

I vostri sentimenti sono condivisibili, ammirevoli, encomiabili, rispettabili, tutto quello che volete, ma non vorrei che alla fine risultassero anch’essi una “tradizione” del periodo pasquale. Una goccia sull’oceano.


Franco Giannini
Già pubblicato Martedì 10 aprile, 2012 su Senigallia Notizie.it

Questi i Commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :
Marco
2012-04-10 16:01:08
Be better, go vegetarian!
Paul Manoni
2012-04-10 17:49:39
Concordo pianemanete con quanto viene espresso in questo ottimo articolo. Già il “In medio stat virtus“, facilita oltremodo una convivenza civile, che sarebbe altrimenti impossibile tra uomini che senza ombra di dubbio, sono diversi l'un l'altro in tutto e per tutto. Ma e' proprio l'attacco (pacificatore, ovvio) velatamente espresso nell'articolo, agli estremismi di qualsiasi genere che apprezzo. Primo perchè agli animalisti difensori dell'agnellino, direi che alla fine, ognuno mangia un pò ciò che ritiene più opportuno mangiare. Secondo perchè a certi CATTO-FONDAMENTALISTI che citano la Bibbia (un libro obsoleto e pieno di atrocità, contraddizioni, ipocrisie e falsità storiche e scientifiche) per motivare il loro pranzo di Pasqua, onestamente direi non solo di aggiornarsi un pochino, ma di essere loro stessi coerenti con la Bibbia in primis. Conoscete un cristiano cattolico che sia completamente in lineea con i suoi stessi testi sacri? Conoscete un cristinao cattolico che si comporti e viva esattamente come dicono vivesse Gesù?...IO NO. Mai visto uno, dico uno solo. Non a caso, F. Nietzsche diceva che l'unico Cristiano vero, lo hanno ammazzato in croce tanto tempo fa. Motivare con la propria convinzione religiosa, certe barbare paratiche come lo sterminio di 700.000 agnelli (io sapevo che erano di più...Evidentemente c'e' la crisi!), o la macellazione Halal, e' piuttosto difficile da "digerire". E' vero che se l'agnello non muore oggi, sicuramente muore domani, ma c'e' modo e modo per procurarsi il cibo. Farlo con metodi discutibili e tribali come quelli usati da pastori mediorientali, onestamente lo trovo un insulto allo sviluppo ed al progresso umano, oltre che al buonsenso. Una piccolissima critica all'ottimo Franco Giannini: Non serve arrivare fino in Cina per vedere crepare gli esseri umani nelle galere. L'Italia purtroppo e' all'avanguardia in fatto di violazione di Diritti Umani nelle carceri, ed i risultati che riusciamo ad ottenere qui, in proporzione sono tragicamente migliori di quelli della Cina. Il 25 Aprile a Roma alla "Marcia per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà. ;)
Roberta
2012-04-10 20:43:04
Leggendo qua e là l'animata discussione scaturita sul carne-sì-carne-no-soprattutto-se-non-è-agnello (e non nascondo di essere per il no) una cosa mi ha infastidito: l'uso della religione e delle sue tradizioni per giustificare il consumo di agnello. Non ci sto perchè sono cristiana il che non vuol dire consumare per forza agnello a Pasqua. Ho letto il ricorso alle Sacre Scritture, dove peò leggiamo un sacco di cose che dovrebbero avere valore per i cristiani. Vi è scritto di astenersi dal sesso al di fuori del matrimonio e di praticarlo solo con la propria moglie o il proprio marito. Ma questo precetto non è evidentemente rispettato (e, senza che nessuno si offenda) fra chi non lo rispetta non ci sono solo atei. Non si dovrebbero usare contraccettivi, ma meno male che ci sono. E non vedo levate di scudi su questo. I cattolici dovrebbero praticare la carità cristiana e andare a tutte le funzioni della loro religione e invece per lo più vanno in Chiesa a NAtale, PAsqua, per il battesimo e per il matrimonio perchè "se no sta brutto" o "usa così". Per i cattolici non si dovrebbe divorziare e invece i cattolici divorziano e vorrebbero pure fare la comunione. Fatemi capire, della religione prendiamo solo quello che ci fa comodo ma del significato della PAsqua o del Natale? Per tornare alle Sacre SCritture, all'ultima cena di Gesù Cristo mangiarono forse carne? No, pane azimo e vino e il Signore disse: "Fate questo in memoria di me". Cos'era "questo"? Se volessimo informarci VERAMENTE sull'origine di TRADIZIONI del cattolicesimo avremmo delle sorprese perchè scopriremmo che molte delle cose che abbiamo sempre fatto in nome della religione NON HANNO VERAMENTE NIENTE A CHE FARE COn LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO STESSO, ma sono un medly di esse con tradizioni niente-po-po-di-meno-che-pagane.
Barone d'Holbach
2012-04-10 21:40:45
al di là della polemica sugli agnelli, rimarco che i cristiani (e i monoteisti in genere, non perdono occasione per far trapelare la loro supponenza e arroganza supportata dalla fantasiosa credenza di essere i figli (vziati) della loro divinità (i cristiani si sentono un po' i Trota del loro Geova) perciò a loro tutto è dato e dovuto e il mondo con tutto cio' che contiene sarebbe fatto a loro uso e consumo... che dire a una tale arroganza? buon rutto cari talebani finché non si smetterà di plagiare i bambini a credersi figli di dio con tutto il male che ne deriva (guerre di religione, psicosi religiose, perti pedofili, alienazioni varie ecc. e investimenti in inutili pratiche di culto invece che in ricerca medica e scientifica) perderemo sempre l'occasione di migliorare davvero l'unica vita che abbiamo quella su questa Terra.
Andrea Vercellik
2012-04-10 21:48:26
L'uomo è un brutto aninale onnivoro e ghiotto che si lava la coscienza con l'ipocrisia o la retorica!
Giovanni Gregoretti
2012-04-11 00:06:17
Quante parole per nascondersi dietro un dito! Sono tantissime le "cose" che fanno male alla salute, oltre alla carne. Io non ne mangio dal 1981 e ancora sono vivo. Qualche volta mangio del pesce, ma purtroppo quello di acquacultura, che è il più diffuso, a mio parere, non sa di mare. Perchè ho smesso di mangiare carne? Semplicemente perchè non mi piaceva più. Successivamente mi sono ben documentato ed ho capito il perchè. Comunque Auguri a tutti per ogni cosa e.... cercate di documentarvi..... in maniera seria.


lunedì 9 aprile 2012

Sacchetti per la differenziata, ancora una settimana di passione a Senigallia

Prima le segnalazioni, poi la rabbia ed ora... la rassegnazione!

Ore 09,30 del 05 Aprile 2012.
La modifica sull’avviso posto sulla vetrata dell’ingresso, con quel NON, ben evidenziato, sta già di per se ad indicare quanti sono coloro che nell’arco delle due ore che l’ufficio sta aperto, ripetono la stessa domanda.

Sempre educata, pacata, elargendo anche un sorriso, la risposta è: “La prossima settimana… passata Pasqua… almeno“.

L’incaricato, che è persona intelligente, la persona giusta per il momento particolare, non dice né giorno, né mese, né anno. Però dice Pasqua, ma si riprende con un “almeno!“. Del resto anche gli utenti si sono ammansiti, sarà anche la vicinanza della SS Pasqua, ma c’è un senso di rassegnazione…

L’Assessore invece in Consiglio Comunale aveva sparato date precise, la prima volta con un “5 Marzo” e nel secondo caso con un rassicurante: “… abbiamo ordinato i sacchetti noi personalmente attraverso l’ufficio e la prossima settimana verranno distribuiti in tutti i centri del Cir33…“. Era il pomeriggio del 28 marzo A.D. 2012.

Non ci si crederà, ma a ritornare sull’argomento, il primo a trovare imbarazzo nel doverne riparlare, sono proprio io, perchè mi sembra di essere vigliaccamente ripetitivo nello sparare sulla Croce Rossa, rappresentata da questo Assessore che sono più che convinto, che è in buona fede, quando rivela date che poi non vengono mantenute. Il suo è solo un peccare di ingenuità. Il che in politica, però è un grosso peccato.

Il solito rompiballe con i suoi soliti problemi che interessano poi a chi?” si chiederà l’Assessore, di cui non rivelo il nome onde non pensi che sopra ci voglia marciare per creargli scompiglio e magari fargli perdere dei consensi. Lungi da me quindi.

Ma ricordo che qualcuno della Giunta, tempo fa, disse che il parlare solo di buche, di cartacce, insomma delle piccole cose, non è fare politica. Condivido anche io. Infatti sono cose da lasciare a chi è “piccolo” e può solo interessarsi di cose “piccole“.
Condivido anche che per le cose importanti, più grandi e di responsabilità, c’è la politica quella vera, ci sono gli assessori, insomma le “Teste Pensanti“.

Da qui però al dover pensare che chi non riesce nelle piccole cose, come farà a dare risposte esaustive ai grossi temi cittadini e della politica, il passo è breve. Vista la pochezza della cosa, a me familiare, il piccolo è bello …
Allora arrivederci tra 7 giorni.


Franco Giannini
Già pubblicato Giovedì 5 aprile, 2012 su Senigallia Notizie.it

Questi invece i Commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it

Marcello Liverani
Marcello Liverani
2012-04-05 16:56:38
No! Non è sparare sulla Croce Rossa, ma è sparare su chi è incompetente a tutto tondo! Su chi non ha la ben più piccola idea di come si possano risolvere i problemi! Il 5 marzo è passato, ora siamo a Pasqua, la figuraccia da pellegrini è andata in scena!!! In una politica a tutto tondo si parla di cose piccole e di cose grosse, tutto interessa i cittadini. A chi nella Giunta dice che parlare di piccole cose: buche, cartacce e altro, non è fare politica, rispondo tranquillamente che se non si riescono a reperire neanche i sacchetti per l'organico, è meglio che vada a casa a guardarsi un bel film su Sky!!! Le problematiche si risolvono quando si è capaci, quando non lo si è no!!! Devo forse ricordare io a l'illustre assessore Campanile che in casi di emergenza si usano i fondi del Comune e si ordina quello che manca? Neanche questo riuscite a fare? Ma come passate le giornate? A cosa pensate? Quali enormi e gravi problemi dovete risolvere per non riuscire a reperire questi benedetti sacchetti dell'organico che mancano da novembre???? Sono sei mesi cribbio!!! SEI, non uno!!! E' proprio vero, in politica oggi c'è di tutto, ma un tutto completamente INUTILE! Più che lanciare caramelle alla folla, altro non sanno fare! Buona Pasqua anche al "nulla"!
Alberto Di Capua
Alberto Di Capua
2012-04-05 17:59:25
Eppure, in mancanza di quelli fatti in bio-plastica, si potevano utilizzare quelli in carta reciclata, che costano uguale e che si trovano molto facilmente in città. L'Amministrazione li aveva distribuiti in alcuni quartieri ma poi è tornata alla solita plastichina...insomma, le alternative c'erano ma la mentalità a cambiare è mancata. Se qualcuno fosse interessato al sacchetto di carta me lo faccia sapere.
Marcello Liverani
Marcello Liverani
2012-04-05 19:56:35
L'idea del sacchetto di carta riciclata è sicuramente ottima, o almeno sarebbe stata una soluzione temporanea validissima, ma pare che per certe menti sia impossibile avere delle belle pensate. Comunque, da quello che ho visto quando vado a fare la spesa al supermercato, c'è chi si è fatto "furbo" e si porta via i sacchetti dove ci si mette la spesa a grappoli. Necessità fa virtù.
Anonimo
2012-04-07 16:57:01
Anche a Monterado e Ponte Rio abbiamo lo stesso problema: niente sacchetti da più di 2 mesi. L'annuncio in bacheca dice che avviseranno noi utenti quando arriveranno...e intanto gli utenti utilizzano i sacchetti di plastica anche a discapito di quei pochi virtuosi che, nonostante la mancata consegna da parte del comune, comprano le buste compostabili con i propri soldi.

lunedì 2 aprile 2012

Rottura delle “uova pasquali” al Consiglio Comunale del 28-29 marzo

Immaginabili, però, quelle che dovevano essere le sorprese!

Alle 16,45 la solita campanella, il solito appello dei componenti del gruppone, il solito numero legale costituito dai presenti, i soliti minuti di ritardo, la bandierina del via alla kermesse, agitata dal solito arbitro “istituzionale” nei panni del Presidente Monachesi.

Ad avventurarsi nel primo scatto iniziale non poteva che essere un giovane, RIMINI, che però rivolge al Sindaco un’interpellanza su di un argomento che al solo nominarlo fa sorridere ironicamente: Il Cantiere Navalmeccanico per lo sgombero delle navi…Il Sindaco si è speso fin dall’inizio del suo mandato vorrei che siccome in ambito Consiliare non si è mai discusso di questa fase e delle problematiche che vengono via via e che noi stessi apprendiamo dalla stampa, chiedo al Sindaco se può relazionare in merito alla vicenda…“.
Il SINDACO risponde “… che non si può licenziare una vicenda di cinquant’anni per qualche aspetto, molto complicata, per qualche aspetto nemmeno troppo trasparente…penso Consiglieri che sia utile, vi do la mia piena disponibilità per una Commissione qualunque essa sia…utile fare un incontro … il Sindaco sulle navi è molto prudente perchè purtroppo la competenza non è del Comune di Senigallia…il Ministero ci ha sottratto il risultato di quel percorso, lo ha avocato a sé e l’ha affidato all’Agenzia del Demanio che adesso è la titolare del percorso…ovvio che c’erano interessi diversi…per noi l’interesse principe era quello di eliminare quei natanti da quel luogo….l’interesse del Ministero era quella di recuperare qualche cifra dal valore e da tanti impedimenti sbagliati, risorse pubbliche sprecate…e quindi tentava un bando per recuperare quelle cifre. Il valore che noi avevamo attribuito alle navi allora nel nostro bando era di 200 mila €, il bando fatto dal Ministero tramite l’Agenzia del Demanio era di oltre 2 milioni di €. L’hanno vendute a poco più di 200 mila €. Penso che sia sufficiente per capire il percorso… So solo che se fosse stata data in capo al Comune a quest’ora ce ne eravamo liberati in un modo o nell’altro. Spero di essere molto vicino a quella soluzione, però per prudenza, permettetemi…“.
Rimini in fase di replica oltre che ringraziare il Sindaco per la risposta, sottolinea come ci siano problemi legati alla problematica porto, come quelli relativi al dragaggio. Quindi non solo mettere in discussione il Mavalmeccanico, ma tutto ciò che riguarda l’ambito dell’area portuale e il fiume Misa e nell’affrontare questo problema che la Regione Marche si assuma questa responsabilità ed intervenga in qualche maniera.

Il secondo a prendere la parola è GIACCHELLA che rivolge la sua interrogazione a Ceresoni in merito alla creazione dei consorzi relativi alla variante dei piani arenili sul loro funzionamento e quali le criticità, se ci sono state, che si sono riscontrate durante il cammino: “… ho appreso dalla stampa che sono pervenute molte richieste in tal senso dagli operatori di conseguenza le chiedo Assessore d’informare l’Aula e la cittadinanza tutta relativamente all’oggetto della mia interrogazione se ci sono state criticità in merito. Grazie“.
A rispondere una delle poche valide oratorie disponibili in Consiglio, quella di CERESONI che ci tiene subito a precisare che “…intanto la prima criticità che ci siamo trovati, circa un anno fa, è stata quella di dover agire su un fronte, un progetto fortemente innovativo e come tale tutte le forme nuove di proposte amministrative hanno bisogno di un rodaggio…di un monitoraggio in corso ed anche di aggiustamenti che sono stati nel corso dei mesi scorsi successivamente apportati. La complessità successiva è stata quella di intersecare discipline amministrative e di 4 ambiti giuridici : quello urbanistico…quello edilizio…l’ambito della normativa del commercio e l’ambito della normativa dei beni demaniali….siamo riusciti a costituire due modelli di Consorzio…un primo modello che vede consorziarsi uno stabilimento balneare con un esercizio commerciale contiguo quindi confinante con lo stabilimento balneare e localizzato all’interno della fascia del Demanio Marittimo…poi abbiamo il consorzio di secondo tipo che è quello dello stabilimento balneare che si consorzia con un esercizio commerciale titolare dell’autorizzazione amministrativa alla somministrazione alla vendita di cibi e bevande che non è posizionato sull’ area demaniale, quindi fuori della spiaggia e non contiguo allo stabilimento balneare…Questo è ciò che abbiamo fatto dal 18 aprile scorso, sono in istruttoria circa 20 pratiche edilizie di 20 consorzi, due sono state già rilasciate, una terza è depositata e può essere ritirata, altre sono in corso d’opera. A fronte di questo va non sottaciuto il fatto che il 28 febbraio è stato emanato dal Parlamento Italiano una Legge Comunitaria… che recepisce ovviamente direttive da parte dell’UE che modifica nuovamente questo scenario. Questa Amministrazione Comunale in questo momento è impegnata in un’attività di coordinamento tra questa nuova normativa innovativa tutta volta alla liberalizzazione, tutta volta al permettere di più e secondo alcuni meglio di prima. Questo vedremo la storia darà ragione a questa ipotesi o meno e come tale tutto ciò detto fino a poco fa, consigliere, potrebbe essere non vero dall’applicazione di questa nuova legge comunitaria. Credo che nel giro di sette/dieci giorni saremo in grado di dare un’interpretazione dal nostro punto di vista orientativa per l’ente e quindi eventualmente rimodulare anche le ipotesi in corso. Grazie“.
Nella replica Giacchella dice che aveva fatto l’interrogazione proprio perchè faceva riferimento a questa legge.

A questo punto Rebecchini lascia la parola alla Ramazzotti perchè la sua interrogazione era diretta a Campanile al momento assente, però visto che anche quella della Ramazzotti era diretta allo stesso assessore e che la seduta non si può interrompere, REBECCHINI incomincia la sua presentazione, ma in quel mentre, ecco che entra in Aula, Campanile. “…dicevo poco fa che la stessa interpellanza di un mese fa, le dicevo della mancanza di questi sacchetti per l’umido, lei mi aveva risposto che il 5 Marzo tutto sarebbe tornato nella normalità, che si era mosso immediatamente e che quindi tutto sarebbe sistemato il 5 Marzo. Io risposi quella volta che non si era mosso immediatamente, perchè la mancanza di sacchetti risale a prima di Natale, oggi le dico che si è mosso ancora malamente, perchè ancora questi sacchetti non ci sono.
Risponde CAMPANILE…scusate se ho ritardato, ma abbiamo inaugurato i nuovi spazi educativi del centro di aggregazione Bubamara e quindi vi chiedo scusa se ho ritardato qualche minuto. Riguardo ai sacchetti, consigliere Rebecchini lei sa che come le ho già detto nell’ultima interrogazione si è avuto un problema con la Aimeri che doveva acquistare e consegnare ai cittadini come da appalto i sacchetti, ma purtroppo ha avuto dei problemi e quindi noi come avevo detto ci siamo attivati in maniera ufficale ed abbiamo acquistato i sacchetti che nell’ordinazione che abbiamo fatto arriveranno i primi giorni della prossima settimana. Abbiamo speso 9.000 €, abbiamo comperato 150 mila sacchetti. L’Aimeri ci aveva assicurato anche la scorsa settimana che i sacchetti sarebbero arrivati, purtroppo i rapporti tra le ditte lei sa purtroppo possono anche tra l’altro ha finito, come lei saprà ha terminato anche il contratto, chiaramente con la nostra città e quindi anche con il Cir33, ci aveva assicurato la scorsa settimana che sarebbero arrivati e che questo ritardo era anche dovuto ad una nuovo sacchetto, non sono arrivati e come le ho detto abbiamo ordinato i sacchetti noi personalmente attraverso l’ufficio e la prossima settimana verranno distribuiti in tutti i centri del Cir33…“.
La replica di Rebecchini non si fa attendere “…la volta precedente aveva detto che era per il 5 Marzo oggi mi dice la prossima settimana…spero non sia un’altra bugia, ma questa volta la verità…“.

Alla RAMAZZOTTI, con l’interpellanza rivolta sempre a Campanile, sta a cuore di conoscere informazioni su quando “…comincerà di fatto questa attività del Mobility Game, se sono stati messi in sicurezza questi percorsi pedonali…e dato che ci sono scuole nuove…se è stato verificato nelle frazioni…un percorso di sicurezza che favorisca…l’andare a scuola dei ragazzi guidati e seguiti…“.
CAMPANILE
dopo l’elenco delle varie attività promosse, risponde alla domanda facendo presente che “… il progetto è partito lunedì 26 marzo e si concluderà il 26 di maggio…dieci sono le scuole che hanno aderito con la novità del territorio sud…resa possibile anche dai volontari…1500 ragazzi soli, ma in effetti accompagnati dai nostri volontari…si può realizzare grazie all’impegno di 40 volontari che tutte le mattine aiutano ad entrare a scuola come pure sono presenti all’uscita… isole scolastiche in cui abbiamo non disincentivato, ma proprio espulso le auto dalle zone scolastiche…quest’anno abbiamo anche attivato azioni visive, stiamo istallando nuovi pannelli…modificato le varie fermate che abbiamo chiamato punti d’incontro e le abbiamo anche riviste in base proprio alle esigenze e segnalazioni che i genitori ci hanno fatto…cartelli di divieto di accesso alle auto….come abbiamo attivato insieme alla Polizia Municipale una serie di controlli puntuali nei percorsi ciclopedonali…per sostenere anche i nostri volontari,,,abbiamo ridotto la velocita dai 50 km/h ai 30…installato dissuasori ed anche dei paletti per evitare dei parcheggi…più una rastrelliera in ogni scuola proprio per incentivare i nostri istituti scolastici ad avere delle aree attrezzate per ospitare le biciclette…“. Nella replica della Ramazzotti l’istituzionale ringraziamento.

Già dal Consiglio precedente, prenotato, c’era GREGORINI che finalmente può rivolgersi a Campanile, a quanto pare il più gettonato della serata, facendogli presente come “…da anni il nostro Comune incentiva sempre più il mezzo pubblico, infatti gli anziani residenti del nostro Comune ed i turisti che alloggiano presso le strutture alberghiere della nostra città viene concesso l’uso gratuito di questi mezzi. Penso che uno dei nostri obiettivi sia quello di veder sempre più i mezzi girare pieni di persone, per ottenere questo si dovrebbe offrire un buon servizio agli utenti e cittadini. Purtroppo…i tagli…obbligano a delle scelte…riduzione delle corse e dei percorsi…mi fanno osservare dei disagi che i cittadini hanno dovuto subire con le ultime scelte fatte per alcuni percorsi…Senigallia Marotta e viceversa effettua il tratto solo da stazione a stazione saltan do il passaggio del Centro e la fermata del capolinea che una voltra era allo Stadio. Questa scelta comporta molti disagi per le persone anziane che spesso usufruivano di questo servizio per andare in Ospedale…persone che oggi si ritrovano costrette ad arrivare fino alla stazione ferroviaria per poi giungere alla struttura ospedaliera a piedi logicamente è una distanza per loro, vista la loro età ed anche in particola modo d’inverno non è facile… lo stesso problema lo si ha con la linea di Ancona…dovremmo, assessore, istituire un bus navetta continuamente per il Centro Storico…“.
CAMPANILE
si appoggia subito all’assist offertogli dei tagli e dopo aver fatto il canto greco, fa presente che la “… nostra Amministrazione non ha ridotto il programma di esercizio, ma la situazione non ci consente purtroppo di programmare altri servizi aggiuntivi intesi come circolari. Nonostante tutto partiremo verso maggio con un progetto molto importante che è quello dell’infomobilità e quello del trasporto totale che vede appunto l’eliminazione di alcune tratte di alcune circolari che oggi purtroppo girano vuote e che saranno attivate con un servizio a chiamata…presto partirà questa grande novità…ma ritornando al tema che lei mi ha posto solo la metà delle corse della linea Marotta senigallia Ancona, non transitano più dallo Stadio,… quindi su 25 giornaliere solo 12 non arrivano più all’autolinea, ma arrivano alla stazione…con la linea 8 che transita però per l’Ospedale …con un’attesa …di 10 minuti …“.

Dopo l’attesa in standby, la parola passa al prossimo in lista d’attesa CICCONI MASSI a cui invece il problema a cui sta a cuore è quello dei Giardini Catalani. La sua interrogazione la pone a Memè “…sono reduce da due giorni da una grande città europea e siccome credo che sia importante vedere quello che fanno gli altri e cercare di imitarlo al meglio e da lì possono derivare le migliori pratiche…ho potuto vedere come a Londra…come nei giorni di sole i numerosi parchi, anche piccolissimi…siano sfruttati veramente a pieno dai cittadini e dai turisti…e ho cercato di vedere, di paragonare quale fosse il rapporto tra quello spazio che noi abbiamo nella nostra città…e quelle che erano le caratteristiche di questi spazi urbani utilizzati. La prima cosa che salta all’occhio è che il nostro giardino di città, come è stato definito, è costantemente vuoto…mentre invece ho visto come in una città fortemente urbanizzata …un o spazio verde grande come quest’Aula ha una densità umana altissima…Allora ho cercato di capire quali possano essere questi elementi…l’assenza di panchine…non esistono vialetti…recinzione del parco…recintati proprio perchè sono parchi urbani…Se vogliamo aver portato un miglioramento alla nostra città, oltre che visivo, sia veramente utilizzabile, cerchiamo di fare qualche cosa…altrimenti saranno soldi in qualche modo buttati…quali interventi possiamo mettere in atto il più rapidamente possibile a costo non dico zero, ma limitatissimo per poter fare qualche cosa in quella parte della città …altrimenti sarà l’ennesimo salotto vuoto della città…“.
MEME, come sempre è molto stringato con le parole e va diritto al problema senza tergiversare e senza cappelli “…penso che parzialmente la risposta sia intrinseca nell’interrogazione ovvero sia sull’ alto coefficiente abitativo presente nella città di Londra rispetto agli spazi verdi presenti…penso che la nostra città sia dotata di giardini di alta qualità e presenza di giochi in più parti del nostro territorio…che hanno valorizzato la nostra città nella cura del verde non solo il Centro, ma anche le frazioni e le zone limitrofe rispetto al centro storico…in merito ai giardini Catalani…quel tipo di intervento era stato condiviso…avevamo concordato che doveva essere un prato verde a battente delle mura proprio per esaltare le mura stesse e questa scelta è stata ampiamente condivisa dall’Amministrazione Comunale, tanto è vero che la ristrutturazione ha riguardato proprio quel tipo di soluzione…camminamenti interni…ci sono dei pini le cui radici affiorano…non possono essere oggetto di camminamenti… si sta portando la copertura HI-FI su quell’area…per le panchine sistemate in un certo modo rispetto ai giardini stessi è stata una scelta proprio precisa, ovvero sia di non permettere a malintenzionati…di utilizzare le panchine…“.
Cicconi Massi nel replicare esclama “Devo dire non propriamente soddisfatto della risposta…avrei preferito il leit motive di non ci sono soldi…“.

GIROLAMETTI invece chiede, viste le condizioni di voce dell’interrogata una breve conferma alla Paci, circa l’assunzione di una unità della Polizia Municipale per combattere l’evasione contributiva.
Cosa che la PACI infatti fa confermando, che malgrado ci sia il blocco del Turnover, c’è stato il reclutamento di una unità di Polizia Municipale da dedicare esclusivamente a questo importante lavoro di controllo.

L’ultimo intervento è quello di PARADISI, rivolta direttamente al Sindaco, per segnalare una grave palese stortura venutasi a creare del presidente di Commissione Donatiello in merito alla convocazione della 2a Commissione in cui sono stati invitati il Comandante della PM, Brunaccioni, il Sindaco, Memè, ecc…ma non i veri interessati che erano appunto gli appartenenti al Comitato Alluvionati del Misa in qualità di esperti, perchè secondo Donatiello, la seduta è pubblica. Di tutt’altra opinione è logicamente è Paradisi perchè la convocazione è conoscitiva.
SINDACO
non entra nel merito del regolamento ne in quello della causa. Cerca di ricucire la cosa, anche perchè la correttezza di Donatiello è risaputa ed incontestabile, quindi invita Paradisi ad essere presente in Commissione ed insieme ascoltare i cittadini che fanno parte del Comitato.
Paradisi però parla di comportamenti censori sia da parte di Donatiello che di Monachesi.

Al termine delle Interrogazioni ed Interpellanze nuovo appello per il controllo del numero legale ed il via al punto 2 dell’OdG introdotto da CERESONI (affiancato dall’Arch. Serenelli) circa la pratica riguardante l’adozione definitiva della rielaborata Variante al P.R.G. relativa al centro della frazione di Scapezzano. Oramai tutte cose rese pubbliche e che hanno viste esaminate 17 osservazioni. Da dire che gli emendamenti proposti dalla triade dell’opposizione: Rebecchini-Battisti-Mancini, sono state ogni volta respinte.

Giovedì 29 marzo si è parlato degli atri OdG relativi agli altri punti in discussione e anche di questi già si sa tutto, troppo lungo sarebbe riportare un dibattito protrattosi per 4 ore e mezza e che principalmente ha occupato tutto il tempo dei Consiglieri, da una parte nel buttarla in politica nazionale con il di chi sono le colpe e di come siamo stati bravi, dall’altra nel ribattere e rispedirle al mittente. Chi avesse voglia di leggere, forse l’unico intervento che si è salvato è stato quello di GIACCHELLA che qui riporto integralmente.

Letto questo si sa tutto quello che si voleva sapere:

La mia sarà una considerazione assolutamente politica rispetto alla variazione di bilancio che ci apprestiamo a votare.
Credo però che sia doveroso fare una premessa, in quanto ritengo che questo sia l’atto amministrativo più importante nella mia breve esperienza consigliare ed è sicuramente l’atto che ha richiesto un grande senso di responsabilità.
Non lo abbiamo mai nascosto. Questo è un atto che comporterà un inasprimento dell’imposizione fiscale a carico delle famiglie e delle imprese in un momento di forte crisi economica, imprenditoriale ed occupazionale che ha investito pesantemente anche il nostro territorio.

Ancora una volta nel nostro Paese sono chiamate a pagare le famiglie, le imprese e gli enti locali. Un Paese, il nostro, in cui se l’evasione fiscale vale 120 miliardi di euro, la corruzione da sola ne vale 60 di miliardi. Un paese, il nostro, che ha il primato della crescita della pressione fiscale e che sulla base dei dati Ocse del 2009, si attesta intorno al 43,5% del prodotto interno lordo (P.i.l).
Premesso ciò, verrò alla mia considerazione politica, perchè è vero che parliamo di saldi e di capitoli di bilancio ma è altrettanto vero che questi sono il frutto di importanti scelte politiche che condivido in pieno.

E’ stata una scelta politica l’aver approvato a dicembre il Bilancio di previsione per l’esercizio 2012. Una scelta questa che ci ha permesso di guardare al futuro e di preparare tale variazione, a differenza di altri, dai quali secondo qualcuno avremo dovuto prendere esempio, che hanno rinviato al futuro il presente e che oggi non mi sembra che abbiano ottenuto risultati migliori dei nostri. Sto pensando alla città di Modena e alla proposta di bilancio di previsone di tale Comune, preso più volte ad esempio in quest’aula, che in linea con quanto sta avvenendo nei più grandi comuni dell’Emilia Romagna, avrà un Imu sull’ abitazione principale pari al 0,52% contro il nostro 0,4%, che non avrà l’estensione della “no tax area” ai redditi fino a 15.000 , avendo fissato l’aliquota per tali redditi allo 0,5% e che applicherà l’imposta di soggiorno per la quale è stato previsto un gettito d’entrata pari a 700.000 euro.

Scelta politica quella di approvare il bilancio di previsone che ci ha permesso di stanziare 250.000 euro per il “Fondo di solidarietà”, 50.000 euro in più rispetto alla scorso anno e che ha permesso a questo Comune di partire con i 18 tirocini formativi ed i 18 contratti di lavoro accessorio, a fronte di richieste ben maggiori, e che ci hanno permesso di attivare politiche a sostegno del redditto di 36 famiglie con tutele volte a salvaguardare la dignità delle persone valorizzandone la personalità ed evitanto, o quanto meno crecando di evitare, un’inevitabile esclusione sociale che purtroppo colpisce sempre più spesso gli ultimi.

Scelta, quella di approvare il bilancio di previsone, che oggi ci permette di poter sottoscrivere tutti i contratti per le manifestazioni estive, perchè la nostra non può essere considerata città turistica solo quando si parla di’imposta di soggiorno, queta è una considerazione rivolta alla politica, e non quando l’Amministrazione mantiene in bilancio tutte le risorse da destinare al turismo e alla cultura.

E’ stata una scelta politica quella di aver applicato l’aliquota più bassa sull’Imu per l’abitazione principale, che ricordo è allo 0,4%, e di portare al massimo (1,06%) quella sulle seconde case e di riconoscere un’ulteriore detrazione di 50 euro a carico del nostro bilancio a quelle famiglie e solo a quelle che sono proprietarie di un’unica abitazione. E’ stata uanscelta politica quella di ridurre allo 0,40% l’aliquota Imu sulle seconde case qualora queste siano locate a canone concordato e di ridurla allo 0,86% quando siano comunque locate, sebbene, come abbiamo avuto modo di vedere rispetto all’entità del gettito Imu ai Comuni rimarranno le briciole, visto e considerato che gran parte di esso andrà direttamente allo Stato e che con gran parte del gettito Imu dovremo far fronte agli ulteriori tagli ai trasferimenti del decreto “Salva Italia” che dovrebbero assestarsi sul milione di euro.

E’ stata una scelta politica, molto importante, quella di rivedere e concertare, un abbassamento dell’aliquota Imu sui beni strumentali usati direttamente per svolgere attività lavorativa che è passata dal previsto 0,86 all’odierno 0,79 e l’estensione di tale aliquota agli immobili di categoria D/2 anche se non posseduti ed utilizzati dallo stesso soggetto che vi esercita attività economica, considerando che le imprese turistico recettive sono comunque interessate dall’imposta di soggiorno.

Così come credo che sia molto importante, visto che la crisi nella nostra città ha colpito pesantemente il comporto dell’edilizia, aver ridotto all’ 0,76 per i fabbricati realizzati e non venduti per tre anni dall’ultimazione dei lavori.

E’ stata una scelta politica quella di tutelare i redditti da lavoro, estendendo la “no tax area” anche allo scaglione da 12.001 a 15.000 euro, visto che in tale scaglione rientrano prevalentemente i redditi dei tanti precari, così come quella di aver ridotto allo 0,5% l’aliquota per lo scaglione che va dai 15.001 ai 28.000 euro e cioè i redditi della classe media, sapendo benissimo come oggi più che mai sia facile che i penultimi ma anche i terzultimi a seguito della perdita del lavoro da parte di un componente del nucleo familiare possano diventare ultimi.

Ultima, sicuramente non per importanza, l’imposta di soggiorno.
Il sindaco di un comune a noi vicino, qual’è quello di Fano, l’ha definita doverosa, altri l’hanno definita necessaria. Io rtengo che essa, oggi come oggi, sia quanto meno inevitabile anche se mi rendo conto e non da oggi che così com’è e così come è stata prevista dal governo precedente a quello dei tecnici, è un’imposta assolutamente mal formulata e caraterizzata da un forte carattere di iniquità perchè è pur vero che sarà a carico del turista ma viene indirettamente a colpire un unico settore legto al comparto turistico che è quello legato alle strutture ricettive, albergi, campeggi, country hosue.

Credo però e l’ho sempre affermato che essa per la nostra città possa essere il punto dal quale partire per sviluppare un percorso che dovrà portarci a fondare quel consorzio pubblico-privato del quale si parla in questi giorni e nel quale dovranno confluire tutte le realtà imprenditoriali legate al turismo o che da esso ne traggono, comunque, benefici economici.

Questa è la sfida che la nostra città dovrà essere in grado prima di accogliere e poi vincere. E’ la sfida, sindaco, sulla quale da domani dovremo impegnarci.

Una sfida che fino ad oggi le imprese turistiche cittadine non hanno mai preso in considerazione e sulla quale, forse, anche la politica non ha mai creduto fino a fondo.

Se la nostra città vorrà crescere, potrà e dovrà farlo investendo sul settore trainante dell’economia cittadini, il turismo, e per farlo credo che la sinergia pubblico-privato sia inevitabile, così come sia inevitabile riconsiderare l’intero territorio senigalliese ed i tanti piccoli comuni e realtà che lo caratterizzano.

E’ necessario porre in essere un efficace ed efficiente paternariato tra il pubblico ed il privato, con il quale, sulla base del principio di sussidarietà, il pubblico svolga un ruolo determinante nella promozione turistica del territorio e nella predisposizione delgli strumenti amministrativi specifici volti a favorire la capacità imprenditoriale ed il privato si concentri nell’attività di commercializzazione e d’accolgienza avendo un ruolo attivo e determinante nella definizione delle stesse politiche legate all’accolgienza, al decoro urbano e a quant’altro possa dirsi legate al settore.

Questo non è il bilancio della giunta Mangialardi, questo non è il bilancio dell’assessore Paci che ringrazio per il grande lavoro svolto e per il processo di partecipazione e condivisione che ha messo in atto. Questo è il bilancio dell’intera città, una città che ha saputo rilanciare e che sacrificandosi ancor di più ha saputo investire nel suo futuro dando la miglio risposta a coloro che come ho detto prima fanno si che nel nostro Paese l’evasione fiscale da sola valga 120 miliardi di euro. Una città che ha saputo accolgiere una difficile sfida, consapevole che molto probabilmente sarà l’ultima se qualcosa non cambierà.”

La seduta si chiude come sempre, con i saluti e la buona notte di Monachesi alle ore 21,19 di giovedì 29 marzo


Franco Giannini
Già pubblicato su Senigallia Notizie.it di Sabato 31 marzo, 2012 alle 6:28