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martedì 4 giugno 2019

La PLASTICA figlia di 7 Sorelle troppo chiacchierate !!

guardando la foto verrebbe da chiedersi ed i tappi dove sono ?? perché non sono fatti con il PET ma solitamente in PE polietilene!

Una mia riflessione e quasi un mia culpa, avendo sempre lavorato in questo settore fin dal 1968, quando le buste di plastica e gli shoppers sembrava la scoperta del secolo e che questo prodotto avrebbe salvato l'umanità per la sua duttilità, la sua esaltazione del pulito, dell'ordine, del suo prezzo a buon mercato... poi oggi i nodi stanno arrivando al pettine.
Letto quest'articolo  mi son detto che era tutto vero seppur, a mio dire mancava qualche cosa.

Infatti alle giuste cause elencate nell'articolo ritengo andasse aggiunto che:

si ricicla solo il 10% della plastica, solo perché non va dimenticato che la plastica si ottiene da petrolio e le "7 sorelle" su questo lucrano. Tanti sono i tipi di plastica e non tutti sono facili da selezionare per poi riciclarli. La bottiglia della minerale essendo fatta con il PET ed il tappo con il PE (polietilene) vorrei vedere a togliere i tappi ogni volta. Mi chiedo allora come e dove finiranno. Ma infatti quelli che solitamente vengono riciclati sono il PLT, il PET, il PS, PP, e PVC, gli altri finiscono dove finiscono... perché macinandoli assieme si otterrebbe un composto definito nel gergo di fabbrica "contaminato" che non si amalgama. 
A questo aggiungiamo in quanti lavorano, nel mondo, su questo prodotto, le cattive abitudini alle quali la plastica ci ha abituati. E si sa che le cattive abitudini, qualunque cosa si dica, sono difficili (per non dire impossibile) a mutarsi. 
Oggi si vive in un mondo in cui lo "sport" più praticato è il correre (attenzione però che il podismo è tutt'altra cosa). Si corre per andare al lavoro, per prendere un mezzo pubblico, per mangiare, per trovare il tempo per correre, come se quello fatto fino a quel momento non lo si fosse fatto. 
Ad esempio, riempiendosi la bocca, si parla di biologico, ma pur di non lavare la verdura, la si compra già tutta pronta, per guadagnare tempo e ci si affida credendoci ed adattandoci a mangiare me@@@, come spesso si legge sulle pagine dei giornali. 
Si parla di eliminare i piatti, bicchieri, posate di plastica... ma lo si rimanda al 2021, guarda caso qui non si corre, c'è tempo. 
E questo perché da quella data si dovrà ritornare poi a lavare i piatti o a mano o con la lavatrice, ed il tempo non ce lo permette (o sarà la cattiva abitudine a lavorare di meno?), inoltre si consumeranno più detersivi e con essi più bottiglie, più plastica... insomma un cane che si morde la coda... 
Allora che si fa ? due articoli, qualche fiaccolata, diversi giorni di vacanza nelle scuole, l'oratore o oratrice di turno paludati di retorica che esaltano l'ambiente, benedicono la Santa Ecologia, perché tanto il 2050 (qualche tempo fa la data ultima era relegata al 2030) è ancora lontano. 
Poi dicono che i ghiacci si sciolgono, che gli orsi bianchi muoiono di fame, ma siamo a Giugno ed ancora qua fa un freddo della madonna... c'è da chiedersi se sti scienziati ce la raccontano giusta.
Si guardi bene che questa mia battuta finale è solo ironica, dolorosamente ironica, perché ignoranza ed interessi ci... meglio dire vi (vista la mia età e mi spiace per i miei nipoti che per motivi anagrafici non rientrano né tra gli ignoranti, nè tra gli interessati) porteranno, sempre se si farà a tempo, a morderVi i gomiti ! Ma voglio sperare, sempre per i motivi racchiusi in parentesi, che non sia ancora troppo tardi !!








di Franco Giannini

mercoledì 27 agosto 2014

Arte, Acqua, Petrolio: patrimonio di tutti. O di chi se li può permettere?

Il clamoroso furto di dipinti al Castello Sforzesco di Milano induce a qualche riflessione...

L’Arte, l’Acqua, il Petrolio, la Natura: patrimonio di tutti. O solo per coloro che se li possono permettere??.
A muovermi questo interrogativo è la notizia del furto dei tre dipinti al Castello Sforzesco.
C'è da dire che quando leggo notizie simili, preso da rabbia e sconforto, mi vien da dire a caldo, meglio così, almeno c'è qualcuno appassionato che se ne occupa, le cura e se ne gode le bellezze. Sono infatti furti su commissione, fatti da chi ha ingenti possibilità, ma amanti dell'arte seppur farabutti. Un po' come i mafiosi-camorristi: ladri, spacciatori, omicidi, ma con tanto di Bibbia sul comodino e con la benedizione ossequiosa da parte, se non della Chiesa, di prelati con comportamenti quantomeno "abbondiniani".
Poi, a bocce ferme, più civilmente, penso che è un capitale di tutti e che andrebbe salvaguardato per il bene economico del nostro Paese.
Ma a questo punto dovrei infuriarmi di nuovo, pensando a come tutte le nostre fortune artistiche vengano salvaguardate, custodite, tutelate, per poterle "sfruttare" in maniera economicamente impeccabile, in modo da poter dare quella boccata di ossigeno che i nostri amministratori ci promettono, inutilmente, da una vita.
Lo stesso metodo, che se fosse usato da una banca, sarebbe quello che invece di una cassa con apertura automatica e porte e finestre blindate, l'avesse aperta e posizionata, in un giorno di mercato, in una pubblica piazza.
Il mio pensiero, sarebbe invece quello di tutelarlo, renderlo sempre più appetibile, per far fruttare questo Capitale Artistico di cui siamo padroni, anzi di sfruttarlo speculandoci su, come altri fanno con capitali azionari o di natura cartacea.
Poi leggo, ascolto, che chi ne sa più di me su questa materia e che non risponde al nome del ministro ai beni culturali (questo è un politico e come tutti costoro sono dei tuttologi esperti in nulla!), bensì di un nientepopodimenoche di Vittorio Sgarbi.
Di costui credo che si possa dire che sarà simpatico o meno, esibizionista o meno, comparsista o meno, ma non certo che non sia un valente esperto in materia artistica.
E purtroppo le sue affermazioni mi fanno cadere, di nuovo, in una angosciosa riflessione, quando afferma che l'arte deve essere aperta a tutti, che è un patrimonio di tutti e che, quasi quasi, i Musei dovrebbero essere aperti a tutti e magari, perché no, con ingresso libero.
Insomma secondo il critico, l'Arte non è un nostro Patrimonio, non è un Patrimonio di chi lo possiede, ma lo è dell'Umanità.
Ed io che esperto non lo sono, che devo dire? La cosa mi induce nuovamente a rifletterci su. Ma malgrado ci rifletta non mi trova d'accordo. Anche, perché allora, lo stesso si dovrebbe dire per l' Acqua bene di tutti, lo si dovrebbe ancor dire per il Petrolio, per le riserve di gas del sottosuolo, per le miniere, per le bellezze naturali e che madre natura ci offre allo stato libero. Invece non è assolutamente così che va la vita!
Invece l' "Acqua bene comune" va sprecato e sfruttato da pochi, il "Petrolio" finisce in poche mani, del resto sempre unte e occupate ad aprire "stoltamente" rubinetti in oro in grattacieli dalle mille ed una notte, lasciando però camminare, ancora nel 2014, i più dei loro stessi compaesani a dorso di mulo; la "Natura" poi, tanto decantata ed osannata da Enti, Associazioni, Organizzazioni armati di bandiere e loghi assistono incapaci ed impotenti, alla sua deturpazione che avviene in mille modi, ad ogni secondo ed a cui essa si ribella facendoci pagare ogni volta un pegno salato sia come vite umane che come danni economici.
Ecco che allora una prima risposta che riesco a percepire è quella che il motto :" Quel che è mio è tuo e quel che è tuo è anche mio!" sia passato di moda, se mai c'è stato. Oggi è l'interesse quel che conta e chi più ne ha, più ha parola in capitolo ed allora forse il motto di moda (non di oggi, ma anch'esso di sempre!) è quello del :" Quel che è mio è mio e quel che è tuo è...mio!!" e potrebbe avere anche una firma: l'egoismo mondiale. Non certo il "Patrimonio" !!
Ed allora il cerchio si chiude. Se le mani unte vogliono vedere le "Bellezze Pure" dei "Bronzi" o la "Nascita di Venere", che paghino, profumatamente, anzi di più, come del resto loro ci fanno pagare il loro "unto" Petrolio. E non solo in occasione dell'EXPO !! Ma la stessa qual cosa dicasi per coloro che speculano sulle gocce d'acqua o il legno delle foreste amazzoniche.
Insomma, Dio ce l'ha data, l'Arte, e guai a chi ce la tocca!!

Franco Giannini
Già pubblicato Martedì 26 agosto, 2014 su SenigalliaNotizie.it