giovedì 29 maggio 2008

IO MI VERGOGNO PER LORO






Un po’ di polvere gettata sui fuochi dell’ immondizia a Napoli attendendo che il malumore cessi, la voce grossa, per il momento solo quella, con chi delinquerà, un’ idea dove fare i centri di raccolta (nelle caserme inutilizzate), l’ abolizione del restante 60% d’ ICI sulla prima casa, de-tassazione degli straordinari (o meglio una tassa del 10% fissa), ed ora non ci resta che gridare “AVANTI SAVOIA” trovando sull’ agenda dei lavori il prossimo impegno che è quello della soluzione dell’ ALITALIA. Non è che ci si scordi di qualche cosa di più urgente ?
Allora un passo indietro. Chi è in affitto, perché non ha una casa di sua proprietà, che cosa ci guadagna da questa abolizione dell’ ICI.
Chi non può fare straordinari perché o pensionato, o perché statale, o perché talmente sfigato che l’ impresa dove lavora non ha bisogno di straordinari languendo il lavoro, immagino quanto sarà felice di queste manovre atte a sollevare l’ Italia in ginocchio e farla ripartire.
I benefici economici dei “fortunati” si aggirano sui 200-300 €, si però all’ anno (20 € al mese che di già l’ aumento giornaliero del costo dei carburanti si è mangiato).
Va bè, ma dateci tempo, è appena venti giorni che stiamo lavorando….”, una logica esclamazione, come altrettanto logica è quella di chi va al mercato ogni giorno, deve mangiare ogni giorno, ogni giorno deve mettere carburante sulla macchina, perché per andare al lavoro e magari non ci sono mezzi pubblici.
Non solo, ma ci sono prese di posizione che rasentano il ridicolo. Tremonti che minaccia di far tremare le Banche ed i Petrolieri, con quei provvedimenti fiscali esemplari, che ha in serbo. A partire da una data da decidere, (intanto costoro prendono i debiti provvedimenti) si comincerà a far pagare coloro che fino ad oggi si sono approfittati di certe situazioni.
Come se le Forze dell’ Ordine avvisassero i delinquenti che domani andranno a fare un’ irruzione!!
Ma coloro che non rientrano tra i beneficiari di quelle due bazzecole che sono ICI e Straordinari, continuano ad avere problemi di sopravvivenza. L’ ISTAT, del resto, organo importantissimo che rileva con estrema efficacia che l’ acqua è bagnata ed il fuoco scotta, ha rilevato che la gente non ce la fa più ad andare avanti. Evidentemente qualche burocrate è andato con la sua signora al supermercato ed ha rilevato che i consumi sono terribilmente diminuiti, che le code alle casse, non ci sono più, che si osserva e non si compra, e ci si ricomincia ad imbufalire (come avveniva subito dopo la guerra) se sull’ etto di mortadella ci viene messa una fetta in più…ha rilevato insomma quello che le nostre signore da un pezzo conoscono e con il quale ogni mattina devono combattere. Un ieri, di qualche mese fa, si diceva che una famiglia non riusciva ad arrivare alla terza settimana, mai bugia più grande fu detta…non si arriva neppure alla fine della seconda settimana, soprattutto quando si accavallano bollette di Gas, Acqua, Luce, Telefono, e magari con gli importi desunti, sempre a favore delle Aziende erogatrici del servizio.
Ma la cosa più “interessante” la si vive, quando a pranzo o a cena accendi quel maledetto Televisore. Quel poco che stai mangiando ti va di traverso, per l’ indecenza delle notizie che ti giungono.
La più recente, Mancini esonerato da Moratti, per 4 anni percepirà uno stipendio di 6 milioni di € (12 miliardi delle vecchie lire, Un miliardo di vecchie lire al mese per non fare un c…., 33 milioni di vecchie lire al giorno ). Moratti che è persona furba e soprattutto sensibile ed abile amministratore gli aveva proposto una transazione amichevole proponendogli una buona uscita di 9 milioni di €, che Mancini ha però rifiutato. Un' offesa alla sua intelligenza.
Non crederete mica che finisce qui, ma dove… Moratti ha assunto un altro allenatore, e manco italiano (così i quattrini vanno anche all’ estero), con un contratto che secondo i si dice, non dovrebbero andare distanti dai 9 milioni di € all’ anno per tre anni. Come dire un esborso totale di 51 milioni di € in 4 anni solamente per due persone !
Chi dice tutto questo, non è uno che lo dice per coinvolgimenti di stampo sportivo o meglio di tifoseria di parte, perché del calcio me ne può fregar di meno. Lo affermo e lo sottolineo perché mi incaz.. terribilmente, quando qualcuno con la erre moscia, con il dono dell’ infallibilità e della certezza del suo operato, minaccia per tempo certa gente, fornendogli così le possibilità di trovare il sistema per “difendersi”. Ma nel mondo del calcio tanti sono gli hobbisti in questo sport industria e tutti intelligenti preparati e circondati da persone altrettanto preparate competenti quali pagate per assolvere nel migliore dei modi il superamento di certi ostacoli.
Moratti, è un petroliere. Si forse non lo sa neppure lui, dal momento che tutta la sua attività l’ha svolta, la sta svolgendo e forse continuerà a svolgerla, giocando a calcio balilla, spendendo e spandendo soldi a iosa, ma il nostro novello Robin Hodd, colui che vuole o vorrebbe togliere ai ricchi per dare ai poveri, è ora che dalle facili promesse passi ai ben più difficili fatti.

mercoledì 28 maggio 2008

LA NAVE “ITALIA”


In marina si usa dare in fase di attraccaggio ai pontili, un comando non proprio tecnico, ma sufficientemente chiaro ed intelligibile : “…Avanti piano…quasi indietro…”.
Dico questo per agganciarmi ad un commento fatto dal mio amico Petrolati, relativamente al mio articolo sullo sfruttamento dei cosiddetti paesi “Civili”.
Egli rievoca personaggi del dopoguerra, di cui magari non si condivideva la loro appartenenza politica ma di cui si apprezzava la loro onestà intellettuale, la loro preparazione culturale, la loro personalità.
Petrolati si ferma con la memoria a Ugo La Malfa a Scalfari, io mi spingo più avanti con Moro e Berlinguer, dopo di che, malgrado mi sforzi, ma non riesco ad intravedere all’ orizzonte nomi di spicco.
Figure o troppo smorte, o intellettualmente impreparate, figure lanciatesi nella bagarre politica per tradizione famigliare, altri personaggi trovatisi in quel posto per “benemeriteconcessioni paesane o per legami di credenza religiosa. Poi ci sono quelli che appartengono alle “mummie politiche”, che ben vedono i giovani, ma gli precludono in ogni modo la strada.
Infatti con questa gente, la nostra nave Italia, non attracca, non va avanti e con i motori a bassi giri viene non manovrata dal timoniere, ma segue le forze delle correnti, che sono, in questa manovra, quelle che prevalgono sui cavalli in sala macchine.
Si veniva da una guerra che ci aveva lasciato il nulla, avevamo solo le braccia su cui contare e le teste di chi ci dava le necessarie istruzioni…che non erano né sempre esatte, né sempre funzionali, però erano fornite da gente che credeva in quel che faceva.
Oggi, il politico è divenuta una professione, senza conoscenza della vita reale che la gente vive e soprattutto senza quel tirocinio da apprendista, che molti genitori di alcuni di questi hanno fatto e di cui loro si sono serviti invece, per accelerare, immeritatamente, le loro carriere.
Questa è , fortunatamente per chi sicuramente dirà che non tutti sono così e ci mancherebbe anche che fossero tutti così, e sarebbe anche ora di dimostrarlo, una mia visione populistica e parziale ma che, proiettata sullo schermo mondiale, ( non certo migliore del nostro ), ci da le spiegazioni di tante situazioni di gravità mondiale, relativi alla nutrizione, al controllo demografico, all’ ambiente, all’ inquinamento, alle guerre civili, e soprattutto alla “ignoranza” nel senso di mancanza di scolarizzazione.
Ma dal momento che i tempi per arricchirsi sono poco durevoli, si fa tutto velocemente solo per un uso personale, infischiandosene di quei valori contemplati nei libri di Educazione Civica lasciati vergini da una scuola delegata sempre più all’ assolvimento di impegni non suoi ed a una Chiesa che sta sempre più confondendo le parole Solidarietà e Carità.

martedì 27 maggio 2008

SOLAMENTE LUNGIMIRANTI, COSCIENTI…O CHE ALTRO ?


Certo che in un paese dove è già difficile risolvere il problema dei rifiuti, figuriamoci quello di decidere che pesci prendere circa le varie strade che si presentano per risolvere il problema energetico.
Una cosa è super certa, dobbiamo dipendere in tutto e per tutto, per quanto concerne qualsiasi tipo di energia, da altri stati.
Non abbiamo il petrolio, non abbiamo il gas, non abbiamo energia atomica, non abbiamo sufficiente energia elettrica, e allo stadio di ricerca o poco più, per quanto riguarda l’ eolico ed il solare-fotovoltaico.
Si ricomincia a parlare, in modo sussurrato, di costruire nuove centrali nucleari, ma in un paese come l’ Italia, tutto viene ponderato con il bilancino dell’ orafo, meno i tempi che la burocrazia fa perdere.
Il tempo di costruzione di una centrale nucleare è di circa 50 mesi, negli altri stati, da noi se ne impiegano ancora di più per discutere se e dove farla o meno, magari anche gli arredamenti da scegliere, l’ onorario dell’ A.D., e sopra tutto il suo orientamento politico, prima ancora che le sue esperienze in materia.
Viene allora da chiedersi perché non si prendano decisioni, perché si tentenni ancora, quando i tempi si fanno sempre maggiormente assillanti, con il petrolio che tende a salire, con i paesi fornitori di questi beni che fanno bello e cattivo tempo. Forse l’ Italia è un paese lungimirante, oltremodo cosciente, ligio all’ osservanza di regole ecologiche che altri non osservano.
Poi cerchi di approfondire la cosa e trovi questi dati:
Dal 1965 al 2005 il numero dei paesi con Centrali Nucleari è passato da 6 a 31
Dal 1965 al 2005 i reattori sono aumentati da 45 a 443
In Francia ci sono una ventina di Centrali nucleari con più di 50 reattori, e se si pensa a cosa accade con l’ incidente di Cernobyl in Ucraina, ben più distante, viene da pensare che il nostro non si tratti di un problema di sicurezza interna. Non si tratta neppure di sicurezza generale, perché ormai da quello che se ne sa, c’ è una corsa alla Centrale Nucleare, in molti paesi (ed alcuni offrono garanzie veramente insufficienti ) che ricorda quella della corsa all’ oro. Quindi anche i problemi ecologici ed ambientali fanno sorridere. Però ti senti orgoglioso, se così fosse, perché appartenente ad una delle poche nazioni che ancora credono in questi ideali ed allora ti fai magari anche paladino di tanti tentennamenti (pardon, riflessioni).
Ma anche qui gratti e trovi solo tanta delusione, rabbia, vergogna, disprezzo.
Ente Nazionale Idrocarburi, fondato nel 1953, nel 1992 diventa SpA, vende parte delle quote azionarie, fino a restare nel 2001 con il 30% del pacchetto ed il controllo sull’ Ente.
L’ Enel ha una storia similare, lo Stato è un punto di riferimento.
Gli italiani in queste due aziende vedono l’ Italia, quell’ Italia che con una mano dispensa ideali ecologici e con l’ altra raccatta i proventi derivanti, fregandosene, dal contrario di quanto falsamente asserito ( http://www.indicius.it/torpore/nostalgia_nucleare.htm ).
L’ Enel che finanzia in Bulgaria la costruzione di una centrale nucleare, che a quel che si dice anche su terreni sismici, un’ altra in Slovacchia con una tecnologia vetusta.
L’ Eni invece andrà in Congo a fare 200 mila vaccinazioni ai bambini in cambio dello sfruttamento delle sabbie bituminose di quel paese, tanto è stato fatto anche in Nigeria, dove è dal 1962, e dove ha operato aiuti sociali per 97 milioni di $ solo dal 1997. Il male è che i benefici, purtroppo, non si riescano ancora ad intravedere !
Fortunatamente non è questa l’ Italia migliore…..

lunedì 26 maggio 2008

LO SFRUTTAMENTO MASCHERATO DEI COSIDETTI PAESI “CIVILI” - 1


Non so ancora per quanto tempo, la trasmissinone di Rai Tre, REPORTER, sarà lasciata libera di divulgare aspetti vergognosi del nostro mondo “civile”, sconosciuti ai più.
Ieri sera (25 u.s.) ho sentito parlare per la prima volta di un minerale, il COLTAN ( http://it.wikipedia.org/wiki/Columbite-tantalite ), che non sapevo neppure che esistesse e tanto meno a che cosa servisse.
Figuriamoci se ne conoscevo la località di provenienza.
E’ un materiale il cui nome originale è Columbite-Tantalite, che in idioma congolese viene chiamato Coltan. E’ un minerale duro, leggermente radioattivo e fragile, che pestato si riduce in una polvere.
Lo stesso viene prevalentemente usato nel settore elettronico per la costruzione di condensatori, telefonini e PC.
Il valore di questo minerale è altissimo, di conseguenza anche piccoli quantitativi fanno la fortuna di chi ci specula sopra. Di chi ci specula, non certo di chi lo estrae e lavora !!
In paesi che sono in permanente guerra civile tra militari statali e guerriglieri, entrambi facili alla corruzione, non è difficile creare canali illegali gestiti da industrie “per bene” che foraggiano così la guerra civile, per i loro sporchi interessi, fregiandosi, qualora non bastasse, di caritatevoli sponsor sensibili ai problemi Africani. Ma quando mai !
Oggi le industrie sanguisughe dei paesi Americani ed Europei, stanno però tremando, perché stanno scendendo dal lato orientale, i Cinesi, che a quanto sembra, sono disposti a pagare di più e pretendere meno. Si metteranno d' accordo, perchè tra figli di buone donne una soluzione la si trova sempre.
Nella Repubblica Democratica del Congo, oltre al Francese considerata la lingua nazionale, basta solo pensare che si parlano 242 lingue, il che la dice grossa già su quanto sia difficile comprendere e comprendersi. Figuriamoci poi se su questo ci si marcia.
Non solo, ma la scolarizzazione è nulla o quasi. Infatti chi vuole andare a scuola deve pagare anche 3000 $. Quindi chi può studiare sono solamente i figli dei personaggi più in vista e quelli delle famiglie straniere che abitano li temporaneamente per lavoro e le cui rette sono state inserite nell’ ingaggio economico precedentemente pattuito con le proprie aziende.
C’ è da chiedersi come un paese quale la R.D. del Congo, con miniere di Oro, Diamanti, Cobalto, Coltan, Petrolio ( http://www.peacelink.it/kimbau/a/10997.htlm ) ( http://nuke.ossin.org/congo/tabid/129/Default.aspx ), per non parlare poi del legname e quant’ altro, abbia un PIL di soli 774 $ pro capite e sia posizionato al 177° posto della graduatoria mondiale, se si pensa che oltre tutto è sotto la tutela dei paesi evoluti che stanno cercando di fare del tutto per farlo evolvere.
Basta solamente impegnarsi nel fare un grosso sforzo di volontà nel tentare, se ce se la fa, di crederci.
(continua...)

venerdì 23 maggio 2008

SE SOLO LA POLITICA SI FACESSE CON LO STESSO SENTIMENTO….


Riporto il commento di una persona, di cui mi sento onorato dalla sua amicizia, cittadino senigagliese, poeta, ormai da tempo residente a Padova, profondo conoscitore dei problemi socio-sindacali-politici veneti e non solo. Parlo di Dario Petrolati, conosciuto anche a Senigallia, soprattutto da chi è uso scorrere le pagine telematiche del sito di poesia di Vivere Senigallia (www.poesie.senigallia.biz/ ) o direttamente sul suo blog ( http://www.dariopetrolati.it/ ).
Chissà che non riesca a muovere qualche sentimento, anche se capisco che per fare determinati lavori a volte, malgrado con rammarico, bisogna contenerlo, e qualche volta magari troppo:
ecco il testo
Caro Franco,dice Lorenzo giustamente che se non ci fossero il volontariato e le associazioni religiose ,senza distinguo , la senilità o chiamiamola con altro nome anche sarebbe un problema per chi respira a fatica ed i famigliari,quassù nel piissomo veneto gli stipendi di chi dirige enti assistenziali sembrano sbagliati sempre in eccesso però.Donazioni e palazzi dividono anche da vecchi i ricchi dai poveri,in fondo a Via Beato Pellegrino c'è un giardino enorme signorile e tante carrozzine un palazzo bianco tutto vetri che pare albergo da marina agostana e cadenti figure che una volta erano uomini e donne.Ora vegetano con le badanti o i badanti tutti coperti col sole o con la pioggia tra macchine che corrono veloci in senso unico e non so se sanno di esistere quanto costano di certo non consumano altro che aria usata.Avanti e indietro o dentro l'enorme giardino le carrozzine posteggiate aumentano ogni giorno ho chiesto una volta a qualcuno oppure mi hanno detto e fa lo stesso quanto pagano i vegetali per attendere la morte fisica somme corrispondenti a due pensioni sui 3 mila euro e se non bastano operano figli parenti che allora scompaiono.Vivere a lungo vivere di più che una volta è vietato.Finchè si lavora anche a fatica magari alla fine del mese si arriva , ma poi una volta in pensione e nelle case così dette protette o ricoveri-geriatrici diventa pretenzioso assurdo sogno vivere.Forse la medicina ha fatto scoperte troppo avanzate e l'età la terza età è pretesa assurda, il diritto alla lunga vita spetta ai signori e basta con le pretese.Il quotidiano si salta,il bar si guarda da lontano, attenti a non ammalarsi la vita deve fare spavento la legge i diritti non sono uguali per tutti.La pietas caro Franco era una parola che serviva a riempire il vuoto e se poi uno è sfortunato sono dolori,contributi e solidarietà, carità quante parole a vuoto e leggere poi come si farà comprare libri ma che siamo matti?.Latte pane e latte e poco movimento attendere aspettare ............Franco più passano i giorni e più vedo nero.Mi auguro che la tua iniziativa abbia esito positivo, una cosa però non mi va giù: perchè a tanti a chi ha tantissimo sempre più serve mentre per i miseri il quasi nulla è già troppo.Se la giustizia umana è questa allora per chi non ha la fortuna di avere un Dio cosa si fa ed i perchè diventano tanti troppi enormi.Complimenti ed auguri Franco,il tuo amico dario.Dario Petrolati
23 maggio 2008 14.39

giovedì 22 maggio 2008

A ME ME PIACE LA POLITICA QUAND’ E’ SINCERA



Devo ritornare sul problema della lettera sulle NON AUTOSUFFICENZE, perché obbligato nel rendere pubblici gli sviluppi dell’ iniziativa.
Ieri pomeriggio (21us) alle ore 15,15 ho inviato per e-mail la Lettera Aperta ai vari destinatari.
Alle ore 15,45 dello stesso giorno, vale a dire appena mezz’ ora dopo l’ invio, ricevo una mail di risposta dal Dott. Marco Amagliani Assessore Regionale ai Servizi Sociali, in cui mi si chiedeva cortesemente il mio recapito telefonico per avere un contatto diretto.
Sospettoso di natura, soprattutto in questi riguardi, qui confesso e qui mi scuso pubblicamente, ho lasciato passare del tempo prima di rispondere, ben sapendo che dovevano uscire le pubblicazioni on-line e non volendone involontariamente ostacolarne in alcun modo l’ iter preposto.
Fornivo quindi il mio numero solamente verso le 23, certo ormai che la risposta sarebbe arrivata, sempre che fosse arrivata l’ indomani.
Infatti, puntualmente nell’ orario che avevo suggerito, ecco che suona il telefono.
Era il Dott. Amagliani.
A 66 anni, per me, era la prima volta. L’ ho anche detto all’ Assessore, non credo alla Befana, a Babbo Natale, ai Santi, figuriamoci se potevo credere che un esponente politico, scendesse dal piedistallo per essermi più vicino, in maniera da non urlare e possibilmente discutere nella stessa lingua a noi più vicino…il vernacolo, il dialetto, così caro e comprensibile al popolo.
Devo dar atto al Dott. Amagliani, che quanto è tornato a ripetermi ciò che aveva relazionato pubblicamente a Senigallia quel venerdì 16 u.s., lo ha fatto con una semplicità, con quella semplicità che avrebbe dovuto usare, per essere compreso non solo da quei pochi addetti ai lavori, ma soprattutto a quella più numerosa ed impreparata.
Ha confermato che i dati espressi nel corso del convegno erano inconfutabili, non si potevano controbattere, anche se è vero che alcune regioni, come l’ Emilia-Romagna, hanno un’ esperienza in materia sociale, perché inserita nel loro DNA da tanti decenni.
Da noi si cerca di fare, ma si va a rilento perché già siamo partiti in ritardo, perché stiamo subendo ancora le conseguenze di un debito quasi appianato, perché stiamo vivendo sull’ incertezza dei contributi governativi, certi per quanto concesso nel 2007, speranzosi (perché promessi ma non ancora confermati dal governo attuale) per quelli relativi al 2008, ed assolutamente all’ oscuro di quelle che saranno le decisioni per il 2009. Promettere quindi, sarebbe come prendere per i fondelli tutti noi interlocutori.
E’ certo che i tempi stringono, che 1400 € di retta sono troppi per persone che di pensione raggiungono a mala pena le cifre indicate in lettera, che si sta operando per trovare una soluzione di posti letti, magari unificando gli ospedali più grandi e destinando le unità più piccole alla funzione di Case Protette o comunque di sostegno. Incentivare le famiglie a tenersi in casa propria i loro cari fornendo i dovuti sostegni economici e non solo : Badanti, Assistenza infermieristica, ecc.
A questo punto ho fatto presente però, che l’ assistenza nell’ ambito famigliare tanto esaltata dal suo collega Dott. Almerino Mezzolani, quale Bengodi dei paesi nordici, appunto perché fatto dai paesi nordici, mal si adegua a noi.
Primo, perché il livello economico non è lo stesso del nostro, e questo è risaputo; secondo, questi paesi non conoscono il problema casa che abbiamo noi; terzo, le famiglie nordiche hanno figli che già a 20/25 anni se ne vanno da casa, quindi non hanno il problema dei “Bamboccioni” che vivono in famiglia, non cedendo ma occupando spazio di per se già misero; quarto, gli anziani vengono veduti sotto un aspetto-rispetto umano che da noi viene riservato ai vecchi nelle terre del nostro sud e delle isole; quinto, le badanti, queste lavoranti decantate per la loro utilità ma che a conti fatti e giustamente messe in regola, vengono a costare più di una retta: 800/900 di stipendio, contributi, ferie, vitto ed alloggio.
Anche in questo caso, non mi ha dato torto, ma mi ha anche ventilato, in maniera molto soft, che lui è l’ Assessore ai Servizi Sociali, come a dire “a questo che tu mi stai dicendo ed a cui non posso darti torto, deve provvedere qualcuno preposto a tale scopo”.
Un impegno morale però se l’ è assunto, promettendomi che nei prossimi Consigli si farà partecipe affinché la discussione vada avanti, anche perché sollecitato dal coro delle voci che si sono alzate in via telematica e sulle pagine cartacee dei quotidiani.
Onore al merito quindi a chi con molta serenità ha avuto il coraggio di affrontare un confronto sereno e speriamo costruttivo. Mi verrebbe da dire, molto meno verso chi questo ardire non ha avuto, ma ancora è troppo presto per dirlo, attendiamo ancora confidando in un ritardo dovuto a improrogabili impegni di lavoro.
Passati alcuni giorni sarà però da definirsi in tutt’ altro modo.

A ME ME PIACE LA POLITICA QUAND’ E’ SINCERA

Devo ritornare sul problema della lettera sulle NON AUTOSUFFICENZE, perché obbligato nel rendere pubblici gli sviluppi dell’ iniziativa.
Ieri pomeriggio (21us) alle ore 15,15 ho inviato per e-mail la Lettera Aperta ai vari destinatari.
Alle ore 15,45 dello stesso giorno, vale a dire appena mezz’ ora dopo l’ invio, ricevo una mail di risposta dal Dott. Marco Amagliani Assessore Regionale ai Servizi Sociali, in cui mi si chiedeva cortesemente il mio recapito telefonico per avere un contatto diretto.
Sospettoso di natura, soprattutto in questi riguardi, qui confesso e qui mi scuso pubblicamente, ho lasciato passare del tempo prima di rispondere, ben sapendo che dovevano uscire le pubblicazioni on-line e non volendone involontariamente ostacolarne in alcun modo l’ iter preposto.
Fornivo quindi il mio numero solamente verso le 23, certo ormai che la risposta sarebbe arrivata, sempre che fosse arrivata l’ indomani.
Infatti, puntualmente nell’ orario che avevo suggerito, ecco che suona il telefono.
Era il Dott. Amagliani.
A 66 anni, per me, era la prima volta. L’ ho anche detto all’ Assessore, non credo alla Befana, a Babbo Natale, ai Santi, figuriamoci se potevo credere che un esponente politico, scendesse dal piedistallo per essermi più vicino, in maniera da non urlare e possibilmente discutere nella stessa lingua a noi più vicino…il vernacolo, il dialetto, così caro e comprensibile al popolo.
Devo dar atto al Dott. Amagliani, che quanto è tornato a ripetermi ciò che aveva relazionato pubblicamente a Senigallia quel venerdì 16 u.s., lo ha fatto con una semplicità, con quella semplicità che avrebbe dovuto usare, per essere compreso non solo da quei pochi addetti ai lavori, ma soprattutto a quella più numerosa ed impreparata.
Ha confermato che i dati espressi nel corso del convegno erano inconfutabili, non si potevano controbattere, anche se è vero che alcune regioni, come l’ Emilia-Romagna, hanno un’ esperienza in materia sociale, perché inserita nel loro DNA da tanti decenni.
Da noi si cerca di fare, ma si va a rilento perché già siamo partiti in ritardo, perché stiamo subendo ancora le conseguenze di un debito quasi appianato, perché stiamo vivendo sull’ incertezza dei contributi governativi, certi per quanto concesso nel 2007, speranzosi (perché promessi ma non ancora confermati dal governo attuale) per quelli relativi al 2008, ed assolutamente all’ oscuro di quelle che saranno le decisioni per il 2009. Promettere quindi, sarebbe come prendere per i fondelli tutti noi interlocutori.
E’ certo che i tempi stringono, che 1400 € di retta sono troppi per persone che di pensione raggiungono a mala pena le cifre indicate in lettera, che si sta operando per trovare una soluzione di posti letti, magari unificando gli ospedali più grandi e destinando le unità più piccole alla funzione di Case Protette o comunque di sostegno. Incentivare le famiglie a tenersi in casa propria i loro cari fornendo i dovuti sostegni economici e non solo : Badanti, Assistenza infermieristica, ecc.
A questo punto ho fatto presente però, che l’ assistenza nell’ ambito famigliare tanto esaltata dal suo collega Dott. Almerino Mezzolani, quale Bengodi dei paesi nordici, appunto perché fatto dai paesi nordici, mal si adegua a noi.
Primo, perché il livello economico non è lo stesso del nostro, e questo è risaputo; secondo, questi paesi non conoscono il problema casa che abbiamo noi; terzo, le famiglie nordiche hanno figli che già a 20/25 anni se ne vanno da casa, quindi non hanno il problema dei “Bamboccioni” che vivono in famiglia, non cedendo ma occupando spazio di per se già misero; quarto, gli anziani vengono veduti sotto un aspetto-rispetto umano che da noi viene riservato ai vecchi nelle terre del nostro sud e delle isole; quinto, le badanti, queste lavoranti decantate per la loro utilità ma che a conti fatti e giustamente messe in regola, vengono a costare più di una retta: 800/900 di stipendio, contributi, ferie, vitto ed alloggio.
Anche in questo caso, non mi ha dato torto, ma mi ha anche ventilato, in maniera molto soft, che lui è l’ Assessore ai Servizi Sociali, come a dire “a questo che tu mi stai dicendo ed a cui non posso darti torto, deve provvedere qualcuno preposto a tale scopo”.
Un impegno morale però se l’ è assunto, promettendomi che nei prossimi Consigli si farà partecipe affinché la discussione vada avanti, anche perché sollecitato dal coro delle voci che si sono alzate in via telematica e sulle pagine cartacee dei quotidiani.
Onore al merito quindi a chi con molta serenità ha avuto il coraggio di affrontare un confronto sereno e speriamo costruttivo. Mi verrebbe da dire, molto meno verso chi questo ardire non ha avuto, ma ancora è troppo presto per dirlo, attendiamo ancora confidando in un ritardo dovuto a improrogabili impegni di lavoro.
Passati alcuni giorni sarà però da definirsi in tutt’ altro modo.

mercoledì 21 maggio 2008

IL PERCHE’ DI QUESTA LETTERA APERTA

A novembre del 2007, si è aperta una petizione ( http://www.grusol.it/ ) da parte dell’ ANOSS e del CAT,
con l' intento di sollecitare la Regione Marche, a soffermare l’ attenzione per cercare di risolvere il problema relativo all’ assistenza ai NON AUTOSUFFICIENTI. Ad oggi, solo qualche comunicato.
Il problema riguarda molti aspetti: il contributo regionale che dovrebbe essere portato a 33€ come prescritto, ma che invece viene erogato solo nella misura di 16€, il numero dei posti letto, il numero di ore di assistenza pro capite, l’ assistenza domiciliare, e così via.
Quello che mi dispiace, è il fatto che però evidentemente non sono riuscito a spiegarmi in maniera soddisfacente, e il sentirmi dire dagli amici blogger, che non hanno aderito alla mia richiesta di collaborazione, ma che resteranno ugualmente sempre tali, che il problema era dispersivo, perché troppo tecnico ed inoltre perchè riguardava esclusivamente LA CASA PROTETTA.
Allora per dovere di sincerità, vorrei precisare, fermo restando mia la colpa perché non sufficientemente chiaro, che anche le motivazioni che mi sono state fornite, sono da considerarsi un pochino deboli di credibilità, semplici scuse puerili.
Le precedenti esperienze di lettere aperte, erano tecniche anch’ esse, riguardavano e riguardano spesso “orticelli privati”.
La scusante che riguardava “La Casa…” poi, denota la mancanza di volontà nel voler approfondire la questione dandole un taglio netto, molto probabilmente per associazione del mio nome con quello della Casa, in quanto spesso mi sono occupato di queste problematiche. Insomma problemi di un anziano rompiballe !
Problematiche però, che non sono mie personali, sono di carattere sociale, perché legate a quei dati anagrafici, da cui nessuno, purtroppo, può e potrà sfuggire.
Vorrei poter ringraziare quei pochi, però, che hanno avuto la bontà di assecondare la mia iniziativa ma che non conoscendone gli indirizzi non avendomene dato la conferma, sono impossibilitato a fare singolarmente.
Posso e voglio ringraziare coloro che mi hanno offerto immediatamente i loro spazi su giornali on-line come Vivere SenigalliaVivere Marche 60019senigalliaSprintonline, e a chi mi ha fornito consigli, suggerimenti, spianato strade, ma che preferisco fare di persona, non volendo rendere pubblici i loro nomi, senza la loro autorizzazione.

QUESTO E' IL TESTO

Alla C.A.
Assessore Alla Sanità della Regione Marche
Dott. Almerino Mezzolani
Assessore Ai Servizi Sociali della Reg. Marche
Dott. Marco Amagliani
Presidente della Regione Marche
Dott. Gian Mario Spacca
e p.c. Assessore Alla Sanità Comune Senigallia
Asur Senigallia
ANOSS
CAT
Case Protette e di Riposo Marchigiane
Giornali Cartacei
Giornali On-Line
Blog Senigalliesi
Senigallia, li, fa testo quella della e-mail

OGGETTO : Anziani non Autosufficienti.

Gentilissimi Signori,
è da diverso tempo che seguo con interesse la petizione promossa dall’ ANOSS ed è appunto vivendo questo lungo tempo di stressante attesa, che mi sono sentito nel diritto-dovere di portare a Vostra conoscenza il mio pensiero, che è, credo, anche legittima richiesta.

Il caso ha voluto che quando prendevo questa decisione, si stava però entrando nel periodo elettorale, ed allora ho pensato bene, di attendere ancora onde evitare poi, di essere tacciato di speculazione ai fini elettorali.

Chi Vi scrive è uno di quegli oltre 50 milioni di “azionisti” (quindi proprietari) di quest’ Azienda che si chiama Stato, di cui la Regione Marche è una semplice Filiale, in cui Voi esercitate due ruoli: uno nella qualità anche voi di “azionisti”e l’ altro, però, di nostri dipendenti.
E per questi due motivi doppiamente responsabili delle vostre azioni.

In una Azienda Privata, ai proprietari, quello che interessa, sono solo ed esclusivamente i risultati.
Se non li si raggiungono, si prendono subito in esame i problemi e immediatamente i provvedimenti del caso. Ho usato le parole Subito ed Immediatamente, perché, sottolineo, nelle Aziende Private, la sola parola Burocrazia è già sinonimo di Fallimento.

Avrete compreso, che ho due grandi difetti : la concretezza abbinata alla mancanza di Diplomazia. Signori, i risultati, a quel che sembra, non sono né negativi, nè positivi, c’ è il classico “ Campa cavallo….” del devastante immobilismo dei comunicati stampa.

La Petizione Vi è stata illustrata di già, a suo tempo, dall’ ANOSS e CAT, in maniera chiamiamola, Istituzionale e particolareggiata.
A me, quindi, in qualità di semplice cittadino, in maniera strettamente personale, grossolana, da sprovveduto, soprassedendo volutamente ai cavilli burocratici, ai tanti riferimenti a leggi, commi, e quant’ altro, sono a chiederVi brevemente e concretamente quanto segue:
Può un’ anziana/o, non autosufficiente, secondo voi, con una pensione di 500/1000 €, ricoverato in una struttura come una Casa Protetta, pagare una retta di 1400 € mensili, senza dover elemosinare un aiuto ai suoi famigliari ?
Perché altre Regioni del Nord, danno contributi doppi rispetto ai miseri 16 € giornalieri pro capite, che la Regione Marche da ?
Immagino già la risposta, che ventilate nel comunicato stampa della Regione Marche ed apparso su Vivere Marche del 15/02/08 : Ragioni di Cassa. Come se fosse una peculiarità che le altre regioni non hanno !

Nelle Marche, da quello che leggevo sul Resto del Carlino del 19 Aprile c.a.,”.. il costo medio di una giornata di ricovero è pari a 819 €, vale a dire il 21,5 % in più rispetto al valore medio nazionale di 674 €…” ed ancora “…il voto complessivo dato al Servizio Sanitario pubblico nelle Marche si accosta malapena alla sufficienza, in linea con il voto medio nazionale, ma è comunque inferiore a quello di regioni vicine come Umbria e Emilia Romagna…”
A me, nei vostri panni, verrebbe da chiedermi: Non è che tutto questo dipenderà da una mancanza di capacità gestionale ?
Fatto è che in una Azienda Privata, in simili frangenti ci sarebbe una prima lettera di richiamo, e se senza gli auspicati miglioramenti, un’ altra di sollecito e poi la definitiva di licenziamento.

Qua invece, a quel che pare, intervengono, leggi, commi ad aiutare l’ Amministratore, con lo spolverare questioni di numero di posti letto, di ore di assistenza pro-capite da destinare all’ Ospite….ecco appunto a proposito della parola “Ospite” : un po’ come il “Cornuti e Mazziati”
Se si fosse trattato di “Cliente”, a quanto sarebbe lievitata la retta?
Signori, basta con le parole, decisioni concrete e risposte brevi, sincere, fatte di si, no, non lo sappiamo.
Si può sperare di avere dei contributi? E se si, in quali termini monetari ? E se si in quali termini di tempo ?

Ho perduto ormai la cognizione del tempo trascorso dalla prima lettera inviataVi. Dovete sapere, però, che le persone interessate a questa risposta, e che altro poi non sono che i figli di quegli Ospiti, anche loro anziani, anche loro con pensioni misere, non hanno più tanto tempo a loro disposizione legati come sono, a quei dati anagrafici che segnano a tutti il corso della vita.

Allora, sono a chiederVi a stretto giro di posta, semplici risposte fatte di SI , NO, NON lo Sappiamo.
Le lunghe giustificazioni burocratiche non mi interessano.
Le leggi dovrebbero essere fatte per facilitare le cose, di conseguenza se con l’ esperienza derivata dall’ uso nel tempo, si riscontrano errate o quanto meno ostacolanti i normali iter, vanno modificate se non addirittura cambiate.
Ma mai, come mi sembra venga fatto nel suddetto caso, prendere l’ interlocutore per “stanchezza”, parola che in questo specifico è usata come un ‘eufemia.

Comprendo bene di aver usato un linguaggio non uso a chi si avvicina a Voi, e per questo me ne scuso, ma vorrei restare fiducioso, che il mio intento sia servito a rendere più comprensibili le mie richieste, e nel contempo speranzoso, che le Vostre risposte siano altrettanto chiare, veloci, e visto che l’ ottimismo aiuta a vivere e nulla costa, positive.

RingraziandoVi per l’ attenzione fin qui prestata, rimango in attesa di un Vostro cortese riscontro, pregandoVi di accettare i miei distinti saluti.


Franco Giannini

sabato 17 maggio 2008

LA DIFFICILE ARTE DI ARRAMPICARSI SUGLI SPECCHI.





Perché interessato alla cosa, ed anche perché invitato, mi sono sentito obbligato di dover andare ad assistere al convegno sull’ assistenza alle persone non autosufficienti.
Erano diversi gli oratori tenuti a parlare, forse troppi, considerando che quando “il tempo è tiranno”, cercando di rispettare i minuti concessi (in questo caso 10’) si corre il rischio di dire poco e male.
Io sono stato sempre molto concreto, ed i cappelli fatti su misura per imbonire la personalità tizio e caio, mi sono rimasti sempre indigesti.
Il blà blà blà istituzionale di apertura fatto di saluti, complimenti e sorrisi forzati a cui poi si fa seguito con un defilarsi per impegni già in agenda, procura fastidio a chi ascolta, a chi deve parlare e a chi deve “scappare”. Ma allora c’è da pensare che il perché lo fanno sia dettato solo da motivi di politica “velinistica”, del farsi vedere, non certo di educazione.
I convegni, le conferenze, sono sempre un come dei pranzi importanti : uno o due piatti importanti, ed il resto vasellame e contorni.
Quello di ieri sera, le portate migliori sono state quelle dei contorni.
Le portate che dovevano influenzare i commensali, erano insipide, riscaldate, oserei dire fredde.
La prima portata che doveva essere un antipasto succulento e che doveva riguardare la non assistenza vista sotto l’ aspetto di chi preposto ai Servizi Sociali Regionali, non ha fatto che sciorinare una valanga di dati, che forse lui leggeva ma difficili da seguire per ascoltatori privi della documentazione. Una Pioggia di dati che non ha bagnato nessuno.
Una signora che stava dietro di me, mi si è portata vicino all’ orecchio, e vedendo che stavo prendendo appunti, mi ha chiesto :”…mi scusi, ma Lei ci ha capito qualche cosa di quello che ha detto ?”.
Fortunatamente ci ha riportato alla realtà dell’ argomento trattato, quello che doveva essere il contorno. Un contorno più sostanzioso della reale prima portata. Franco Pesaresi, coordinatore dell’ Ambito Sociale di Ancona (ANOSS) sciorinando dati anche lui, ma illustrati verbalmente ma con l’ ausilio di un rappresentazione telematica proiettata su schermo. Una persona venuta a fare il suo intervento con un preparazione organizzata di quanto voleva far vedere e ascoltare con la sua oratoria partecipativa e non funerea di chi l’ aveva preceduto.Fabio Ragaini, coordinatore del CAT (Comitato Ass.ni di Tutela), non era da meno di Pesaresi, anche se non coadiuvato dalla tecnologia, ma sostenuto da altrettanta oratoria partecipativa, soprattutto esaltata dal suo credere in quel che diceva.

Deprimente l’ ultimo piatto che doveva essere quello più succulento, composto invece di intrugli mal cotti e soprattutto serviti con spocchiosa autosufficienza, di chi si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Ha esordito, l’ assessore Reg.le alla tutela della Salute, dicendo che i dati erano inconfutabili, che le altre regioni fanno di meglio, è innegabile, ma noi..(le Marche), fino ad ieri avevamo un debito che solo oggi siamo riusciti ad appianare, che le Marche è l’ unica regione che con l’ ultima finanziaria no ha applicato, non ho capito bene quale, la tassa sulla salute per redditi fino a 70 mila €, e la ciliegina finale sulla torta….le Marche è la Regione dove si campa di più, con quello che essa comporta.
Come dire che se ieri era un dato che inorgogliva, oggi crea problemi alla Società !!
Vecchi, cominciate a guardarvi alle spalle e soprattutto a toccarvi quello che ci fa rima.

giovedì 15 maggio 2008

QUANDO LA PUBBLICITA’ DIVIENE LAVAGGIO DEL CERVELLO


Si dice che la pubblicità sia l’ anima del commercio. Infatti se non si mostra il prodotto, non lo si illustra (anche se a volte anche troppo, in bilico tra legale ed illegale), non se ne esaltano le proprietà, è assai difficile che possa incontrare il favore del pubblico.
Infatti nella lotta contro il tabacco, la prima cosa che venne fatta, fu quella di vietare qualsiasi tipo di pubblicità (almeno in Italia) sul fumo, e questo sia sugli schermi TV, su carta e per Radio.
E’ rimasto solo lo scandalo, che quello Stato, che si erge a tutore della nostra salute, è l’ unico gestore della vendita legale di un prodotto che egli stesso asserisce essere nocivo.
Un predicare bene e razzolare male.
C’ è da dire però, che il blocco della pubblicità sul tabacco, le leggi sul fumo nei locali chiusi, un certo successo l’ ha avuto; anche se ogni volta che passo davanti ad un locale, soprattutto d’ inverno e vedo i “disperati della sigaretta”, che infreddoliti occupano gli spazi esterni antistanti gli usuali ritrovi, quali bar, ristoranti, ecc., quale ex-fumatore da lunga data, li guardo con tanta comprensione e mi sento un gran beneficiato.
Beneficiato, prima per aver smesso, secondo per aver potuto usufruire a suo tempo del piacere di fumare in tutta tranquillità. Il fumo infatti è un po’ come il caffè….un piacere (vizioso) ma un piacere, ed oggi è divenuto quasi un “furto” di una tirata.
Venuta a cessare la campagna contro il fumo, mi chiedo come mai non sia iniziata quella contro il consumo dell’ alcool. (vedi tabella in alto)
Si parla sempre delle stragi del sabato sera, degli incidenti d’ auto, di giovani vittime che lasciano nel dolore le loro famiglie, i costi che tutto ciò comporta alla Società e non ci si accorge che sono divenute in breve tempo stragi quotidiane.
Le cause sono indicate sempre nella velocità, nell’ assunzione di sostanze stupefacenti, nell’ abuso di alcool.
Ma mentre da un lato si versano lacrime di coccodrillo, dall’ altro nulla si fa per vietare almeno la pubblicità dell' alcol (per la pubblicità della velocità è stato vietato di evidenziare la massima, anche se permane il fatto di segnalare che si raggiunge i tot Km/h in X"...)
Come per le sigarette, si continuerà a venderle, ma quantomeno non si illuderà, le persone più facilmente influenzabili, con quegli spot che ti promettono, con un "sorso" le cose più desiderabili e quindi irraggiungibili, se non ti adegui...
Ed allora troviamo sportivi dai nomi altisonanti che con fare benevolo raccomandano da una parte di non correre, non bere, non assumere droghe, poi legati da contratti principeschi reclamizzano spot di bionde e spumeggianti bevande alcoliche vincenti come vincente è la squadra (come dire che più si beve e più si vince).
Ci si ritrova in famiglia con un invitato,... come non mostrare la cantina, non ha importanza se il nettare degli dei è imbottigliato in scatole di cartone, bevi e potrai affermarne la bontà !
Vai ad un party ?... non ti azzardare a muoverti se non hai un’ ingente scorta di spumante al seguito perchè altrimenti potresti essere lasciato fuori della porta.
Attento a quando vai in città, non è escluso che puoi restare imbottigliato tra gente assettata e per avere strada libera, dover bere anche tu un aperitivo, onde non incorrere nel “…e chi non beve con me, peste lo colga…” di nazzariana memoria.
Quando andate in discoteca e vedete la movida fermarsi all’ improvviso, non è accaduto nulla di grave, il mondo si stava fermando, perché si stava preparando una bevanda caraibica, si quella, che con il tuo primo sorso, farà ripartire tutto alla grande.
Bevi e così supererai il logorio della vita che ti circonda…soprattutto dopo il 5-6 bicchiere !
Lo so che l’ alcol è uno solo dei mali, che anche la stupidità lo è, ed anche se non è pubblicizzata, ce n' è tanta.
Che il pigiare l’ acceleratore più che un atto da stupidi è un atto criminale, come del resto criminale è colui che si mette alla guida drogato o ubriaco.
Ben poco si può fare contro gli imbecilli, perchè purtroppo le loro mamme sono sempre in cinta.
Ma intanto,da subito, si può con il cominciare a fare le cose più semplici, oscurando quelle pubblicità illusorie che non reclamizzano la qualità, il prezzo del prodotto, ma puntano alla quantità di vendite cercando di influenzare quegli esseri più sensibili….diciamo creduloni su cui è più facile fare breccia.
Ma questi tipi di pubblicità ingannevoli, le incontriamo anche con altri prodotti, esempio con le case automobilistiche, tutte con modelli assolutamente non inquinanti, sempre con motori più potenti ma con consumi sempre più ridotti, incentivi a gogò, senza pagare interessi, con piccole rate a partire dal…e che terminerai a pagare tra sei anni, quando quel motore EU che hai acquistato è già vecchio e se non vuoi incappare in sanzioni, pedaggi ed altro, dovrai cambiarlo. Tutto detto in fretta con sottotitoli scritti con caratteri microscopici
Intanto, però, si parla di ridurre il traffico, di incentivare i mezzi pubblici, di usare la bici e tanto altro ancora.
Facevo caso sere fa, che su un passaggio pubblicitario in TV di 10 spot, ben 4 riguardavano il settore auto.Mi chiedo allora : di chi la colpa ? Perché non si fa ciò che sarebbe semplice fare ? Perché siamo così fessi da non accorgerci che ci stanno prendendo per i fondelli ? Perché non reagiamo cominciando con il non acquistare ciò che ci pubblicizzano, non con una pubblicità conoscitiva, ma imbonitrice ? Perché, soprattutto, chi ha il potere di bloccare tutto questo fa orecchie da mercante ?

mercoledì 14 maggio 2008

IL LUSSO E’ SOLO L’ AMBIZIONE DELL’ APPARIRE.



La Ferrari ha pronta per la presentazione ufficiale l’ ultima nata : il modello California.
Solo 4300 cm3 di cilindrata, 460 CV di potenza, la possibilità di raggiungere i 100km/h in 4”.
Insomma un’ auto bella, comoda, veloce, di rappresentanza, con un solo inconveniente: potrà uscire con difficoltà dal garage in cui verrà ospitata.
Questo per evitare al suo “povero” proprietario di non essere multato per aver superato il muro dei 30-50 Km/h che è stabilito per legge nei centri abitati.
Ed allora che cosa dovrà escogitare il possessore di questo modello, per giungere fino alle praterie autostradali, dove potrà lasciare allo stato brado quei 460 animali che pulsano all’ interno di quel motore e che promettono cose ritenute fino ad ieri impossibili? Solo un carro attrezzi che la porti fino al casello da dove poter raggiungere finalmente in 4” i 100 km/h ed in 5/6 i 130-140 km/h, per poi ligio ai regolamenti, frenare il piedone che vorrebbe scendere ancora.
Mi chiedo allora a che cosa serva acquistare una vettura che fa oltre i 300km/h, che ha 460 cv di potenza e che dovrebbe essere usata al 50% delle sue potenzialità.
L’ unica possibilità è entrare in un autodromo, per provare se è vero che il motore sia in grado di compiere come è stato pubblicizzato, ma a parte il fatto che per toccare certe velocità occorre anche un bel “manico” (diamo per scontato che chi ha fatto l’ acquisto lo abbia), ma ritornati dal “collaudo” ci si ritrova in mano solamente con un bell’ oggetto di cui far bella mostra.
L’ unico vantaggio è il poter dire, come si faceva negli anni roventi della “Dolce Vita”, davanti al Bar dei Vip, con il foulard al collo, ammirando una rossa sportiva “…non ci cvedevai ma da Milano a Voma, oh da casello a casello, 2 ove e qualche minuto, una bomba”.
Oggi poco è cambiato: L’ ambizione, l’ R moscia del nobilame, le potenze delle auto, le bugie, i creduloni, chi con ciò si arrichisce….e perché no, non siamo falsi, anche l’ invidia di coloro che sognano di essere al posto dei loro proprietari: auto sinonimo di denaro, denaro sinonimo di potenza, intelligenza, furbizia, bellezza.
Fortunatamente però non solo provoca invidia, ma anche risentimento, perché altri ci vedono potere, ma non sempre limpidamente raggiunto, sfacciata ostentazione nei confronti di gente che lotta ogni giorno per sopravvivere.
Infine c’ è anche l’ ottimista-ecologo, che ragiona così : “fra 3 o 4 anni me la compro usata, svalutata perché consuma un casino, me la metto a metano, ci monto su un bel portapacchi…e chi se ne frega se me perde nà marcia, ma sa quanto becco!!”

SPIGOLATURE -3-

Passa il “Giro d’ Italia

Il telecronista, con tono sempre più enfatico, con un crescendo rossiniano, fino ad arrivare al drammatico, ti fa incollare lo sguardo al video.
Una fila indiana di corridori ciclisti che in un susseguirsi di colori, come fosse le bandierine di un Gran Pavese scivola sul nastro stradale e termina nella pancia del “gruppo”, con l’ apparenza di volerlo trainare. Un “gruppo” che provoca la sensazione, errata, di essere meno nervoso, più lento, quasi apatico.
Ad un certo punto vedo che dal “gruppo” volano minuscoli oggetti bianchi, che con piccole parabole vanno a cadere nei campi verdi che delimitano i bordi della strada.
Una domanda: che cosa sono quegli oggetti ? Subito una risposta da chi mi è a fianco, un esperto in materia: Altro non sono che borracce vuote, che terminato il loro scopo, oramai sarebbero solo zavorra in caso di una volata finale.
Mentre le immagini continuano a passare davanti ai miei occhi, la mente è da un’ altra parte.
Sta facendo un rapido calcolo: 200 corridori circa, per sei, sette borracce (ma sono sicuro molte di più!) ad ogni tappa, per una ventina di tappe, fanno, se non vado errato, qualche cosa come 24 mila borracce che vengono lasciate lungo i percorsi rosa del “Giro”.
Di che materiale sono fatte queste borracce se non di plastica e ritengo neppure biodegradabili…ed allora ?
Ecco che il Giro d’ Italia, un inno all’ ecologia, nel culmine del suo acuto, mi va a steccare su una nota facile facile.
Le “ammiraglie”, le auto del seguito, le moto delle Forze dell’ Ordine, i mezzi di soccorso, la carovana pubblicitaria, i camion della logistica, gli intasamenti e relative colonne di traffico che tutto ciò provoca al suo passaggio nelle città attraversate, giorno per giorno per una ventina di giorni, mi procura una sensazione di disagio…no, la maglia nera ai corridori ciclisti non la posso dare, ma non mi sento neppure tanto benevolo da fargli indossare quella “Rosa” , ecologicamente parlando.

sabato 10 maggio 2008

Eolo : la storia di un auto mai nata

Seconda ed Ultima Parte

Terminavo la prima parte dicendo che qualcuno arrivò a pensare che....., ma erano forse i soliti...si dice...ma come diceva Andreotti "...a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca !"
Potrebbe essere che....? Ma la mia è solo Fantascienza economico politica...Forse, però...
E' l' anno 2005 quando viene stipulato un accordo di collaborazione tra la Fiat e l’ indiana Tata Group. Un’ industria nata, nella lontana India, in un ancor più lontano 1868, come industria tessile e che via via si è andata modificando ampliando le sue linee merceologiche. Nel 1932 entra nel settore aeronautico, nel 1945 in quello ferroviario, nel 1984 in quello della precisione con la fabbricazione di orologi. Nel 2004 la Tata Motor comincia farsi largo sul settore motoristico con l’ acquisizione della Tata Daewoo Commercial Vehicle, che altro non era che una ex divisione della GM Daewoo veicoli commerciali. Il 07 Febbraio del 2007, la Tata annuncia di aver fatto un accordo con la MDI per realizzare un’ auto i cui movimenti sono affidati ad un motore ad aria compressa ideato dalla casa progettista francese, che a quanto sembra non ha smesso di lavorare e studiare sul progetto presentato alla Eolo Auto Italia.
Non solo ma si rendono pubblici anche le migliorie fatte con l’ apporto di un tipo di accensione mediante una scheda magnetica, nonché la dotazione tecnologica di un telefono GSM viva voce incorporato .
E per come accaduto in terra italiana se ne preannuncia già la possibile data di vendita, in India, indicandola entro il 2008.
Intanto l’ anno 2008 è anche quello della nascita della Tata Nano, un’ auto super economica destinata a mutare il popolo indiano da ciclista ad autista. Visto però il reddito pro capite della maggior parte degli indiani, si è dovuta crearla talmente spartana che il costo sarà attorno ai nostri 1700 €, ma sarà alimentata con normale carburante, con immensa felicità di chi con i carburanti…si è creato immensi capitali e forza politica. Allo stravolgimento delle problematiche legate all’ energia che potrebbe causare sui mercati petroliferi una improvvisa richiesta fatta da centinaia di milioni di nuovi automobilisti, ritengo abbiano pensato in pochi.
Quei pochi che però hanno voluto immediatamente provvedere a riparare al danno creato, concedendo l' autorizzazione a procedere intorno ad un progetto rimasto congelato, che, ora, seppure verrà avanti, sarà super controllato nella sua realizzazione, magari badando bene che non ne vengano troppo accelerati i tempi di esecuzione.
La FIAT fiutando l’ affare, senza correre grandi rischi, si affianca, controlla ed attende.
In Italia si parlò poco di questa vettura mai nata, si disse che il motore era alimentato a “bufala” ma ora comincio a pensare che se il Sig. Tata si è imbarcato in questa impresa, visti i precedenti della sua Industria, non debba essere proprio uno sprovveduto, e la mossa della FIAT, se ce n’ era ancora bisogno lo sta a confermare.
Intanto saranno macchine un po' economiche ed un po’ ecologiche, legate però alla legge commerciale dei grandi numeri: più di 2 miliardi di potenziali acquirenti che consumeranno anche poco ma consumeranno ancora per tanto tempo. Si, perché non va dimenticato il mercato dell’ altro colosso mondiale confinante ed in continua espansione che è la Cina.
Intanto dalle nostre parti, l' Occidente, composto da persone, tecnologicamente preparate, culturalmente all' avanguardia, civilmente vocate alle problematiche ambientali, non "resta altro" che continuare per gli spostamenti cittadini, l' uso di auto con alti consumi di carburante, con motori sempre più spinti, con leggi sempre più restrittive circa le velocità sulle strade (di cui però tutti se ne fregano altamente, perchè così qualcuno"vuole che sia"), instupiditi dal bombardatiamento della pubblicità incessante "che il Grosso (SUV) è bello"......Si, però attenzione, fin che dura....ed ho l' impressione che siamo ormai all' osso: Redditi, Tassa di Bollo, Assicurazioni, Carburanti, Parcheggi, Pedaggi, Multe, Tiket di Ingresso in Città....
Ecco allora, che ci converrà seguire il decorso della EOLO indiana e cominciare a farci sopra un pensierino, anche se io penso che in città, sia meglio l' uso delle due....gambe.

giovedì 8 maggio 2008

LA DIFFERENZIATA : PERCHE’ TANTI DUBBI ??

Con l’ ultima rassegna stampa del Comune, all’ interno, ho trovato un foglio sciolto relativo alla raccolta differenziata, un ennesimo avvertimento che ritengo non sarà neppure l’ ultimo.
Attenzione alla Plastica – Differenziala Meglio” era il titolo. Ed ancora “ Il COREPLA (….) ci dice che la Plastica che stiamo raccogliendo separatamente include molti oggetti non riciclabili…”
Sul lato destro del volantino, una cornice con dentro inserita una lista di ciò che non va nei contenitori gialli preposti per tale raccolta.
“….Film estensibile in grandi quantità…Imballaggi Industriali…Paraurti…Pneumatici…”
Domina dall’ alto della lista questa ulteriore spiegazione “Ricorda che nella plastica vanno solo gli imballaggi e i contenitori. Di seguito trovi un elenco di oggetti da non mettere nella plastica. In ogni caso, nel dubbio, butta nel grigio!”.
A Jesi sta partendo ora la differenziata ed i cittadini, da quello che posso leggere sui giornali, pur disponibili ad adeguarsi, incontrano le stesse difficoltà incontrate da noi senigalliesi, che allora fummo tacciati di insensibilità ecologica.
Oggi il COREPLA, alla guisa di delatore, si lamenta con il CIR33, che subito lo gira alla cittadinanza, il biasimo di una cattiva differenziata.
Nella lista compaiono, come ho riportato sopra, che nei sacchetti o contenitori Gialli, hanno messo anche dei pneumatici, paraurti ecc.
Nei depliant, chiamiamoli chiarificatori, c’è un abuso della parola Plastica, di quella di Imballaggi ed inoltre, mi chiedo da quando “Grandi Quantità” è entrato a far parte di un sistema quantitativo? .
Allora sono doverosamente a chiedermi, non è che ci sarà un problema di comunicabilità ?
Ci si esorta a differenziare meglio, facendoci passare anche per limitati (perché se hanno messo nella plastica le gomme delle auto o si è fuori di senno o, come io penso, dei furbi non più da avvisare e stangare toccando loro le tasche) ma poi si conclude “…nel dubbio butta nel grigio”: Complimenti !!
Avrei potuto importunare di nuovo Matteo del forum di CIR33, ma poveretto tutta la nostra rabbia viene scaricata, come avviene di sovente, sulle sue spalle del più bravo e disponibile e malgrado la sua pazienza e il grandissimo senso di collaborazione, massimo che può fare e di girare la palla ai piani superiori.
E’ difficile il come doversi comportare in questi casi, perché chi critica deve offrire anche una soluzione, ma se lo poi lo fai puoi essere ritenuto il solito “maestrino”.
Intanto ho scritto tutto questo sul mio blog, che siamo in tre a leggerlo, ed il perché l' ho fatto è spiegato nelle parole che compaiono nel suo sottotitolo.
Non sempre è l’ utente che comprende male, ma può essere l’ utenza che non riesce a farsi capire.
Motivo di più se si è di fronte ad un’ utenza un po’ dura di comprendonio, scolasticamente impreparata, non bisogna dare per scontato neppure che l’ acqua bagna, anzi.
La parola plastica è un termine generico, forse volutamente sibillino per chi è preoccupato più a guadagnare che riciclare intesa come l’ importanza che l’ ecologia gli da. Allora chiamiamola con le sigle che dovrebbero comparire sugli imballi: PLT (Shopper dei supermercati), l’ HD ( buste in cartene), il PET (delle bottiglie dell’acqua minerale, bibite varie).
Perché il volantino pubblicitario “CI SIAMO” inviatoci a suo tempo a domicilio riportava come descrizione “Contenitore PLASTICA e METALLI”, ed oggi sul vostro blog si parla di “RACCOLTA DELL’ ALLUMINIO” ?
Tutto per semplificare e velocizzare la produzione di chi ricava proventi da queste materie che sono le più richieste dal mercato e quindi economicamente più redditizie, che il perdere tempo con il separare un contenitore di DVD da uno Shopper, mal digerisce.
La Plastica, purchè divisa per tipologia, è tutta recuperabile, quella degli accendini, delle costruzioni, delle custodie dei CD, ed anche quella dei paraurti che vi sta tanto a cuore.
Mi rifiuto di pensare che il consorzio che recupera la PLASTICA non lo sappia, posso invece comprendere che non gli interessi, questo sì !
Lo so, deve esserci una selezione dei vari materiali plastici a seconda della tipologia, vanno separati dalle parti metalliche o non fusibili tra loro e tutto ciò ha un costo ma allora consideriamo anche questo come un servizio sociale di rieducazione e adibiamo a tale recupero quell’ esercito potenziale di nulla facenti obbligati, che stazionano nelle carceri.
Un servizio sociale si presta anche in questo modo !

mercoledì 7 maggio 2008

SPIGOLATURE -2 bis-

Oggi poi, un'altra notizia campeggia su tutte le pagine dei giornali “ Arrestato il Prof. di Cardiochirurgia Infantile Carlo Marcelletti”.
Sono rimasto sbalordito, incredulo, con le solite parole in bocca “…ma come è possibile…?”, ma fino a prova contraria gli indizi sono a suo sfavore, con la sola differenza che sopra parlavo di “teste” e qua, nel bene o nel male si dovrà parlare di “Testa”. Tutto sta in quelle due t e T.
Entrambi verranno giudicati per i reati commessi, solamente che per i primi i giudici dovranno tener conto del loro “sottrarrevolontario (o”in” ma solo loro e nessun giudice lo potrà affermare con certezza) ma comunque sempre un sottrarre trattasi, di una vita agli affetti famigliari, con l’ aggravante dell’ idiozia, mentre per Marcelletti, fermi restando se confermati i reati, di tutto lo si potrà incolpare fuor che di aver soppresso delle vite, bensì tutt’ altro.

SPIGOLATURE -2-

Solo una cosa condivido “…non sono Teste Rasate…” sono solo delle semplici immense “..teste…”, punto e basta.
Spero solo che quel giudice che dovrà esaminare questo caso, metta anche sul piatto della bilancia la possibilità che chi avrebbe potuto usufruire della donazione del cuore e dei polmoni, ne è stato impossibilitato, perché questi cinque, negando la loro paternità al delitto ne potrebbero forse aver (lasciamogli l' attenuante del dubbio) compiuto un altro.
Gli organi sopradetti infatti dovranno servire, perchè più adatti a tale scopo, a fare chiarezza di cosa e come è morto Nicola Tommasoli.
Non mi interessa sapere come è maturato l’ omicidio, un omicidio è sempre e solo un atto che sottrae la vita ad un altro essere e chi lo compie va punito.
Ci saranno poi delle attenuanti che prevarranno sulle aggravanti o viceversa, ma già il leggere di certe sottigliezze giuridiche (forse troppe), mi lascia dubbioso sia sull’ iniziale impostazione che sul finale che ci siamo ormai abituati a vivere nelle aule di Giustizia : fischi, urli ai vari indirizzi ma imputati “fuori” con pene ridicole.
Ci si sta chiedendo se è omicidio preterintenzionale, volontario o doloso, se le lesioni che hanno causato la morte sono risultate talmente violente da poter uccidere e se si dovesse trattare di omicidio doloso, il dolo come sarebbe eventuale, diretto o intenzionale? Se poi la matrice fosse di natura politica sarebbe da vagliare se di origine nazista o nazifascista.
Farà poi seguito la giovane età, l’ avvenuto pentimento che scatterà poi su suggerimento dei loro difensori, magari un patteggiamento….ed ancora una volta il sentir dire, “…purtroppo queste sono le leggi che noi siamo stati costretti ad attuare, anche se con profondo rincrescimento”.
Ed intanto sarà forse amaro constattarlo ancora una volta, che il detto, " chi è morto giace e chi vive si da pace" è attuale ? Spero solo di sbagliarmi

martedì 6 maggio 2008

SPIGOLATURE

Quando si è forzatamente relegati a letto per motivi di salute, pochi sono i passatempi che permettono il trascorrere lento delle ore: la radio, la lettura, la televisione.
Ed è così che ho anche scoperto cosa è lo zapping. Qualcuno dirà che si tratta di un semplice cambio di canali televisivi, invece non è una questione tecnica, bensì mentale.
Più si cambia, più canali si ha da scegliere e più nasce la difficoltà della scelta, con la scusante “…ma oggi non c’è niente ? ”.
Alla fine stressato, più dalla febbre, dalla noia, dalla volontà di alzarsi che dal programma ti fermi per un’ impressione improvvisa, un flash che ti blocca.
A me è capitato niente di meno che, con una pubblicità. La sfacciataggine della pubblicità, o meglio ancora, di chi ha pensato di farsene artefice.
Voglio premettere che sono sportivo, non esaltato e non certo tifoso tanto più di calcio, di cui già sento parlare in casa 26 ore su 24 : io sono un romantico De Coubertiano ed intendo lo sport, come vecchia “mens sana in corpore sano” e sostenitore di quegli sport minori non ancora inquinati dall’ industria sportiva. Solo che più passa il tempo e più è difficili trovarli.
Dicevo bloccato da una pubblicità, una richiesta di sottoscrivere il 5 per mille, una stesa del palmo della mano che era relegata, almeno pensavo in me, ai poveri o chi ha la necessità di far fronte ad impegni sociali, di volontariato, mi poteva star bene anche di carattere sportivo.
Ma in questo caso, a stendere la mano, era una squadra di serie A di calcio, neppure una delle squadre considerate “tappetto”, bensì una di gran Club : IL MILAN.
Come dire, che la sfacciataggine non conosce confini, come dire che si viene a chiedere a chi vive con stipendi di 1/1200 € di aiutare a pagare quello di Kaka (un nome a caso) che in un solo mese ne piglia non so quante volte tanto.
Però è vero che se l’ ha fatto, è perché qualche legge glielo ha permesso, a me sembra sbagliato anche da un punto di vista educativo e se anche qualcuno dei “big parlamentari” la dovesse pensare come me…le leggi si fanno, si abrogano e si rifanno.

venerdì 2 maggio 2008

Eolo : la storia di un auto mai nata

Prima parte:

Eolo, re dei venti, nipote di Eolo figlio di Elleno, tutti personaggi della mitologia greca.
Eolo, (auto) – progetto di un motore ad aria compressa.
Ed ecco che da una ricerca di carattere ambientalista, in cui mi volevo cimentare, sull’ utilizzo dei venti, involontariamente mi sono imbattuto su questo nome, che mi ha fatto aprire uno dei cassetti della mia memoria.
Si, mi sembra di ricordare di questa macchina, che non costava molto e che consumava aria, tanto che a suo tempo ci avevo fatto una battuta di spirito: “…lo stato è riuscito a farci pagare in un modo o nell’ altro anche l’ aria che respiriamo!”.
Poi, invece, più nulla.
Ecco che però spinto dalla curiosità, ho iniziato a leggere quanto c’ era da leggere ( quello che non è stato oscurato sulle pagine Web).
Il più informato è sicuramente il blog
http://attivissimo.blogspot.com/2006/03/eolo-auto-scomparsa.html
Se si va sul sito http://www.eoloauto.it/ ci si imbatte in pagine pubblicitarie e in domini in vendita.
Allora ho incominciato a ricercare innanzi tutto l’ ideatore, un certo Guy Negrè, ingegnere nonché progettista di motori di Formula 1, che ha anche lavorato per il Team Williams.
Nel 2001 presentò a Bologna al Motor Show, questa vetturetta straordinaria, che con il contenuto di aria compreso in uno starnuto, non so quanti Km prometteva di fare, oltre tutto, con costi microscopici.
Subito fu un successo, pochi i metri percorsi, ma sufficienti ad incantare chi assisteva alle dimostrazioni. In breve tempo si realizzò anche la fabbrica in quel di Broni, con l’ assunzione di una settantina, ottanta persone in modo di entrare in produzione nel 2002.
Poi, come avviene spesso in Italia, qualche borbottio, un po’ di bandiere, qualche fischietto e un definitivo silenzio coperto da quella Cassa Integrazione che non si nega a nessuno, la Eolo Auto Italia, non parte.
Un mare di si dice : ed allora si dice che il Negrè non rilascia dichiarazioni in merito, non si conosce esattamente il perché del blocco, come non si conoscono i problemi tecnici, che si dicono abbiano fermato l’ inizio della produzione, ne, si dice, se siano stati di natura prettamente tecnica o di natura diplomatica. Insomma un vero “giallo” industriale
Intanto Giuseppe Bussotti, presidente della Eolo Auto Italia, non vedendo novità che preludessero l’ inizio della produzione e sentendosi abbandonato dalla ditta francese MDI, che si dice di proprietà del Negrè , la quale doveva fornire il supporto tecnologico, la cita in tribunale. Si parlò allora di un processo da svolgersi in Lussemburgo e di cui però non sono riuscito a rintracciare nulla.
Sembra, si dice, che l’ euforia incontrollata, perché dai risultati ottenuti altro non è, sia costata alla Eolo Auto un qualche cosa, come almeno 6 milioni di €, senza che sia neppure uscito un parafango dalla catena di produzione.
Ora quello che chiedo perchè mi suona strano e mi procura una serie di dubbi, è il come faccia una persona, se non di più, a cadere in situazioni simili; persone che dovrebbero possedere uno spiccato senso degli affari, che invece hanno edificato ed assunto ancor prima di comportarsi come dei San Tommaso, richiedendo disegni, macchinari e soprattutto collaudi definitivi con migliaia di Km di percorrenza.
Dal 2002 si è atteso al 2005 per prendere la decisione di chiudere la baracca, dare le dimissioni e mandare a casa i dipendenti.
Qualcuno arrivò a pensare che ci fosse lo zampino delle sette sorelle, ma sono i soliti "si dice…"
(continua)

giovedì 1 maggio 2008

Il 1° Maggio : La Storia, gli stimoli, i ricordi.

Otto ore di Lavoro, otto di Svago, otto per Dormire “ è questa la frase che, come siamo usi dire oggi, diede l’ imput alle rivendicazioni operaie e che sfociarono nella nascita, di quella che solo successivamente, venne chiamata la “Festa dei Lavoratori”.
E’ da Sydney in Australia, che partono queste prime rivendicazioni.
In Europa, a Ginevra, siamo nel settembre del 1866, si riunisce il Congresso dell’ Associazione Internazionale dei Lavoratori che da inizio alla Prima Internazionale.
In questo congresso si incontra Carlo Marx con Michail Bakunin, che darà inizio ad un acceso dibatito tra Marxisti e Anarchici e che finirà con la cacciata di questi ultimi dall’ Internazionale.
E’ nel corso di questa che viene proposto come il primo degli obiettivi, il traguardo del raggiungimento delle otto ore di lavoro oltre alle quali i lavoratori potevano rifiutare le loro prestazioni.
Anche qui, si veniva a copiare un successo, messo già in atto negli USA, nello stato dell’ Illinois.
Sempre statunitense, promossa dai Cavalieri del Lavoro di New York, è una manifestazione in cui si esprime la ferma volontà di avere una data di riferimento, per festeggiare una giornata dedicata al Lavoro ed ai Lavoratori: era il 5 Settembre 1882.
La manifestazione viene ripetuta due anni dopo, con la ferma volontà di ripeterla ogni anno.
Siamo nel 1° Maggio del 1886, i sindacati organizzano uno sciopero per la rivendicazione delle otto ore (se ne lavoravano anche dieci o dodici, spesso per sei giorni ed in condizioni pericolose e miserevoli), a Chicago (USA), che verrà ricordato come la rivolta di Haymarket.
Il 3 maggio i lavoratori scioperanti si riuniscono davanti ai cancelli della fabbrica di mietitrici McCormick, e qui vengono caricati dalla polizia con il risultato di provocare la morte di 2 operai e diversi feriti.
Ma il contributo di sangue versato è servito a qualche cosa perché il 1° Maggio del 1867 entra in vigore la legge sulle otto ore, che viene festeggiata con un lungo corteo per le strade di Chicago.
Bisogna però attendere la Seconda Internazionale, indetta a Parigi, per ascoltare la proposta di un “1° Maggio quale Festa del Lavoro e dei Lavoratori”, era il 20 Luglio 1889.
Con l’ anno successivo, 1° Maggio 1890, la festività è contemporanea in tutto il Mondo.
In Italia la giornata celebrativa verrà riconosciuta tale, subito dopo, nel 1891

Il valore del 1° Maggio, però, non è tanto quello raggiunto nell’ immediatezza, ma quello svolto successivamente con il saper inculcare nei lavoratori la consapevolezza della loro forza, muniti di quella temibile arma che era l’ unità.
Ecco allora, altre rivendicazioni politiche e sociali, che si succedono.
Dopo il 1891, infatti, parlo solo in Italia, abbiamo i “moti per il pane” a Milano, ai primi del 1900 le rivendicazioni per il Suffragio Universale, abbiamo le proteste per l’ Impresa Libica, per il dissenso alla partecipazione dell’ Italia alla Guerra Mondiale.
Con la salita al potere di Mussolini, però, il 1° Maggio, ha una battuta di arresto perchè viene censurato e questa data viene sostituita con quella, più da imperatore sul cavallo bianco, del 21 Aprile e che venne battezzata con il nome di : Natale di Roma.
Bisognerà attendere la fine del secondo conflitto mondiale, per far ripristinare il 1° Maggio, l’ anno era quello del 1945.
Due soli anni dopo, la festività del 1° maggio, ancora una volta doveva bagnarsi del sangue di tante persone innocenti, donne e bambini compresi : la terrà che piangerà questi morti è la Sicilia.
La storia, o meglio la tragedia, è conosciuta ai più con il nome del luogo dove avvenirono i fatti: Portella della Ginestra, che con il suo contributo di morti e feriti, aprirà un periodo di guerra mafiosa scatenata per tutelare proprietari terrieri e diciamo “non solo”.
Con l’ assassinio del bandito Giuliano (il 5 Luglio 1950), avvenuto, per mano del capitano dei Carabinieri, Antonio Perenze, in uno scontro a fuoco a Castelvetrano, si enfatizzò di aver reso giustizia alle vittime di questo agguato, compiuto dallo stesso Giuliano e dalla sua banda. Nulla mai si seppe però dei mandanti e del movente, solo dei “si dice che”, “si pensa che”, “per sentito dire”.
Non passò molto tempo, che anche il suo vice ed amico Gaspare Pisciotta, venne arrestato e rinchiuso nel carcere dell’ Ucciardone a Palermo, dove smentendo il capitano dei Carabinieri, si addossò la colpa dell’ uccisione di Giuliano, specificando che era inoltre stato ucciso non in un conflitto ma durante il sonno.
Si dice, che Gaspare temeva di venire ucciso in carcere: un presentimento che si avverrò, mediante un caffè corretto alla stricnina.
Si dice, che Gaspare avesse scritto in carcere delle memorie, che suo fratello Pietro intendeva pubblicare, ma che andarono perdute prima di poter essere lette e pubblicate : resta un mistero.
Ed è da questo momento, almeno questa è la mia opinione, che comincia l’ era italiana dei casi irrisolti, dei documenti smarriti, dei dubbi, preferiti lasciarli come tali e affidarli all’ oblio del dimenticatoio.
Molto si è fatto, ma quanto ancora c’ è da fare ! Basta solo soffermare, per un solo istante, l’ attenzione sul numero dei morti sul lavoro. Giornaliere quasi ! A cui ci si è abituati (come del resto a tante altre tipi di mortalità ) e che colpiscono solo se sono di gruppo.
Per non parlare dei problemi di Precariato, della Casa, della perdita del Potere di Acquisto, degli Emigrati.

Quello che mi lascia pensare, però, è lo scemare dell’ interesse verso quei valori per cui tale festività era, per l’ appunto nata.
Ho l’ impressione, ed ogni anno che passa, si rafforza, che si è semplicemente aggiunta alle tante festività consumistiche in calendario.
Non è più la “Festa” ma una festività che ci si auspica possa cadere magari creando un “bel ponte con il 25 Aprile” come è accaduto per l’ appunto quest’ anno, fregandosene di conoscere il motivo per cui si celebra. Inconsapevoli dei benefici da essa derivati e da quelli che ne potrebbero derivare.

Mi ricordo, quando da ragazzino, la festa del 1° maggio era motivo di aggregazione tra famiglie, conoscenti, amici. Aggregazione anche alimentare.
Rigorosamente a piedi, io allora abitavo in Ancona città che per la sua ubicazione urbana collinare, è tutta sali e scendi, quindi la bici è poco indicata, si partiva per raggiungere il “fori porta”.
Si partiva al mattino presto, per andare in campagna, armati di “sporte” ( le borse da spesa di una volta, fatte di rete, di yuta, di stoffa), con dentro gli immancabili barattoli di vetro pieni di “Crucette in purchetta” (i Garagoli).
In campagna si cercava un prato che avesse in prossimità luoghi ombreggiati, si stendevano le coperte e ci si preparava a consumare quanto si era portato da casa.
Dal momento che tutti cercavano lo stesso prato, la stessa area, ci si ritrovava nel giro di qualche ora, in centinaia di persone, che unite dalla stessa ricchezza composta da poco e nulla, per l’ appunto si aggregavano in un’ unica compagnia.
Magari usciva fuori, senza alcuna programmazione, una fisarmonica; una coppia accennava qualche passo del ballo del momento e pian piano, timidamente se ne univano altre.
Era il momento più coinvolgente della giornata, i dolci preparati in casa, venivano messi a disposizione della collettività, nell’ anonimato, così pure le bottiglie di vino.
Non c’ era ancora il timore dell’ etilometro, mentre c’ era invece la preoccupazione di recuperare le bottiglie vuote del vino che sarebbero servite l’ indomani, per un nuovo imbottigliamento.
E se il tempo era piovoso, cambiava poco, perché la passeggiata si faceva ugualmente, ma ci si fermava nelle “cantine” (osterie) locali, che offrivano ospitalità in cambio della vendita del vino.
Se all’ andata i gruppi erano frazionati, il ritorno, era pressoché unico e quasi sempre supportato dalla musica della solita fisarmonica e dai canti degli ormai alticci festaioli.

Oggi, non faccio questione di ricordi. Non dico assolutamente “ ai miei tempi”, sarebbe quasi voler inesorabilmente fermare quel progresso che, nel bene o nel male viene avanti. I tempi cambiano e con loro il modo di vita, le persone, le esigenze (le necessità sono ben altra cosa).
Quindi non critico se oggi non si va più in campagna “fuori porta”, perché so che bisogna andarsela a cercare con l’ auto a km. di distanza, so che non si va più nelle osterie, bensì nei ristoranti di lusso, per mancanza di tempo che si ha nel preparare i cibi, so che si mangia il Sushi invece dei Garagoli perché oggi va di moda, si va al Concerto in Piazza invece di seguire la musica stonata di una fisarmonica alticcia, per farsi una “canna” mimetizzato nella calca.

Posso, con qualche sforzo, facendo un compromesso tra buonismo e comprensione, condividere il tutto. Ma il mio timore è che il male non siano le novità in se stesse, ma quello che le stesse arrecano: vale a dire stanno facendo venir meno la potenza di quell’ arma che ha fatto dei lavoratori un movimento importante : l’ unità del gruppo.
Quasi a conferma di quanto su scritto, il mio amico, acuto osservatore, poeta, studioso della storia operaia, in occasione di questa festività, mi manda questo gradito cadeau, che voglio dividere con chi leggerà, volutamente o casualmente, queste righe:

DOMANI PRIMO MAGGIO
di Dario Petrolati


Sarà una giornata particolare
delicata

Sentita con timore

Tanti
sono già partiti
programmato pranzi
feste

Sui Colli
trattorie sparse
risate grasse
sughi
vini
barzellette

Il cielo non promette
risultati elettorali
confusione
amarezza
qualcosa non gira

Il Maldura
ha il solito avviso

La Facoltà è chiusa

I ragazzi dove andranno
questi giorni
non so

Vuoto

Enorme lo spazio
Via Beato Pellegrino
Piazzale Mazzini
tutto attorno
anche la Basilica del Carmine

Solo qualche solita frettolosa suorina
attraversa la strada
corre a pregare
torna a casa
sotto i Portici

I poveri da Suor Lia
aspettano

Fanno la fila per mangiare

Come tutti gli anni
attraverserò campagne padovane
in macchina
con le bandiere tricolori legate
" Fratelli d'Italia "
dal nastro quasi sfinito
l'altoparlante
servirà ad interrompere
il nascosto lavoro

Ripeterò l'appello agli uomini
invitando a rispettare il PRIMO MAGGIO
girerò per strade polverose

Disagio e fastidio
chè non vogliono perdere tempo
il lavoro rende

A casa
ascolterò Radiotre
leggendo la Repubblica
aspetterò il pranzo frugale

Penso al futuro

Il PRIMO MAGGIO era festa vera
senza se e senza ma

Pareva Carnevale Fiorentino.


Padova 30 aprile 2008
( in piedi e seduti )